ALBERI - CONIFERE, LATIFOGLIE..

..nei boschi, nella giungla insomma proprio tutti

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  1. gheagabry
     
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    “E’ chiamato albero dei miracoli perche’ ogni sua parte ha qualche proprieta’ benefica.”
    (Balbir Mathur, presidente della Trees for Life)


    LA MORINGA


    Alle pendici della catena himalayana, crescono alberi alti dai cinque ai dieci metri, con foglie piccole e ovali raggruppate tra loro, e con fiori color crema dal profumo delicato. Questi alberi appartengono alla specie Moringa oleifera – la piu’ coltivata tra le 14 specie del genere Moringa, conosciute anche col nome di ‘alberi dei miracoli’.
    Nativa del Nord dell’India, ma ora presente in tutta l’Asia, Africa e America Latina, la specie moringa e’ usata nei paesi in via di sviluppo da centinaia di anni, nelle ricette della medicina tradizionale, negli alimenti e come olio da condimento, come pesticida naturale, prodotto per la pulizia domestica, e – ultimamente – anche come biofuel. La Moringa oleifera è un albero ad accrescimento molto rapido: nel primo anno può sviluppare vari metri, fino a tre o perfino cinque in condizioni ideali di coltivazione.
    In Senegal, presso le principali etnie dei Serer, Diola e Wolof questo albero è chiamato nébédaay (dall’inglese never die ), per indicare che la pianta non muore mai e che può sopravvivere alle intemperie.
    Per i Diola, la moringa è una pianta mistica ma non mitologica, non appartiene, infatti, alla cosmogonia (miti di fondazione) di questa comunità come il baobab ma viene utilizzata per allontanare gli spiriti maligni, come sorgente di fecondità per gli uomini e per gli animali e per la predizione del futuro (divinazione)Le specie moringa sono alberi estremamente tenaci, crescono in suoli poveri, ricrescono dopo essere stati tagliati, e sono tra i pochi alberi che producono frutti durante il periodo della siccita’. La moringa può essere coltivata tranquillamente anche nelle nostre zone.

    ....tracce nella storia....


    Al limite del deserto di Menfi si venerava il dio Herybakef - "colui che sta sotto l'albero di moringa" ("moringa oleifera", una pianta ancora usata per purificare l'acqua del Nilo e per scopi terapeutici). Quest'albero aveva la prerogativa di dare ristoro al Ba dei defunti, adagiata sui suoi rami.

    In una necropoli vicino Chiusi, è stato ritrovato, miracolosamente intatto, un unguento etrusco. L'unguento si trovava nella sepoltura di una donna e risale alla seconda metà del II secolo a.C.
    La grande piastrella di terracotta che sigillava la tomba ha permesso agli studiosi di affermare che la donna era di nobili origini. E' stato ritrovato anche il suo nome, inciso in rosso porpora: Thana Presnti Plecunia Umranalisa, che ha confermato l'appartenenza della defunta ad una delle famiglie aristocratiche più importanti della Chiusi etrusca. All'analisi il preparato è risultato composto da olio di moringa (usato sia da Greci che Egizi), resina di pino e resina di lentisco. Visto che gli alberi di moringa si trovano solo in Sudan ed in Egitto, gli archeologi hanno concluso, anche tenendo conto che l'unguentarium in alabastro era di chiare origini egizie, che la preziosa crema profumata sia stata importata proprio dal paese del Nilo.

    L'olio di moringa veniva utilizzato anche dai Greci e dagli Egiziani per produrre profumi. Plinio il Vecchio (23-79 d.C.) nella sua NATURALIS HISTORIA parla dell'olio di moringa come uno degli ingredienti per realizzare" un profumo reale "per il re dei Parti.


    Un antica tradizione indiana dell’Ayurveda dice che le foglie della pianta Moringa prevengono 300 malattie. La ricerca scientifica ha dimostrato le foglie sono in realtà una centrale di valore nutritivo. C’e’ una proprieta’della Moringa oleifera, in particolare, che sta scatenando la curiosita’della scienza. Se macinati, i semi dell’albero possono servire per purificare l’acqua non potabile, rendendo cosi’ la pianta indispensabile per contrastare le morti – circa 1.6 milioni secondo i dati della Organizzazione Mondiale della Sanita’ – che ogni anno si registrano nel mondo a causa dell’acqua non adeguatamente sanitizzata per scarse condizioni igieniche.
    In alcune aeree rurali del Sudan, le donne gia’ usano la Moringa per purificare l’acqua: quando raccolgono l’acqua dal fiume Nilo, mettono infatti una polvere fatta coi semi in una piccola borsa di stoffa a cui e’attaccato un laccio. In questo modo, muovendo la borsa in senso circolare, creano un vortice nel secchio affinché le particelle fini e i batteri fluiscano con la polvere dei semi dell’albero, sedimentando sul fondo. Per poterla bere, l’acqua deve essere ulteriormente sanitizzata – sia bollendo, oppure filtrandola attraverso della sabbia o mettendola in piena luce in una bottiglia pulita per alcune ore (processo anche chiamato solarizzazione).

    La Moringa oleifera, come anche la Moringa stenopetala, è senz'altro una pianta notevole, è considerata di enorme potenziale per combattere fame e povertà. Le foglie sono usate come cibo umano e sono molto ricche in proteine, vitamine e sali minerali, hanno un sapore leggermente piccante e grato anche allo stato crudo, spesso sono preparate in insalata, ma possono essere cotte come gli spinaci; contengono il 25 per cento in peso di proteine - più che le uova ed il doppio del latte di mucca, il quadruplo di vitamina A delle carote, quasi otto volte la vitamina C delle arance, il triplo del potassio delle banane. (Fonte: C. Gopalan et al. (1994), Nutritive Value of Indian Foods, Istituto Nazionale di Nutrizione, India). In condizioni di difficoltà sono ovvie le potenzialità di supporto per le gestanti e per l'allattamento umano. E' pur vero che le foglie pesano poco (e quindi l'apporto in massa è limitato) ma tali valori sono comunque stupefacenti. Le foglie, ad alto contenuto proteico, oltre che direttamente per l'alimentazione umana, possono essere utilizzate come ricchissimo foraggio per gli animali, in assoluto il migliore che si conosca. L'uso più popolare e frequente dei frutti è la preparazione mediante bollitura dei baccelli immaturi (detti 'mazze da tamburo'), hanno il sapore degli asparagi. Nella medicina Siddha sono considerati dei potenti afrodisiaci per ambedue i sessi. I semi sono bolliti o tostati, hanno il sapore dei ceci.

    Oltre che come complemento nutrizionale e per le proprietà terapeutiche, la pianta viene utilizzata in molti altri modi. In Senegal la moringa è spesso utilizzata come supporto per siepi vive, è piantata negli orti per proteggere le colture dal vento, come fertilizzante biologico e le foglie vengono consumate direttamente dagli animali come foraggio. In alcune zone del Paese l’albero viene utilizzato come parte integrante dell’intelaiatura delle case. I fiori sono fonte di nettare per le api che producono il miele. Il popolo Peuhls utilizza i grani per produrre sapone, con le tecniche moderne vengono prodotti oli e creme per uso cosmetico.
     
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161 replies since 15/2/2011, 19:38   42263 views
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