ALBERI - CONIFERE, LATIFOGLIE..

..nei boschi, nella giungla insomma proprio tutti

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  1. gheagabry
     
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    GLI ULIVI DEL GETSEMANI



    Sono sopravvissuti al tempo, agli eventi e ora persino all’inquinamento che persino a Gerusalemme non manca. La ventina di ulivi antichi, antichissimi, vecchi quasi come il mondo, che nel racconto dei Vangeli hanno assistito silenziosi al tradimento più terribile, quello di Giuda, sono stati recentemente sottoposti ad una complessa analisi molecolare che ha permesso di stabilire lo stato di salute di queste piante, ma anche di datarle.Per gli scienziati del Cnr che hanno lavorato un paio d’anni nel Giardino del Getsemani, prelevando campioni, analizzando pezzi di corteccia, scrutando al microscopio minuscoli frammenti di radici, non ci sono più dubbi. Alcune di queste piante - non tutte - sono sopravvissute fino ai giorni nostri dai tempi di Cristo. Sono verosimilmente compatibili con quel periodo sia per la struttura delle molecole della cellulosa, che per la tipologia della pianta di ulivo. A guidare lo staff scientifico è stato il professor Antonio Cimato, responsabile dell’Istituto per la Valorizzazione del Legno e delle Specie Arboree (Ivalsa) che ha spiegato di come l’esame finale al radio carbonio (C14) - lo stesso esame che fu fatto a suo tempo anche per la datazione della Sindone - «offre la possibilità di datare l’oggetto in esame con una certa accuratezza». «Si tratta di piante che hanno una storia particolare e che siamo stati riusciti a ricostruire, passaggio dopo passaggio». La cosa che però stava maggiormente a cuore alla Custodia della Terra Santa, l’organismo cattolico che dato l’incarico agli scienziati, era di fare un check up completo sulla salute della piante. «Abbiamo potuto appurare che sono piante vecchissime ma sane, insomma, stanno bene. Nonostante la loro veneranda età sono nutrite e non hanno problemi di sorta. Non abbiamo trovato nemmeno parassiti che li hanno danneggiate» ha spiegato il professore. Nessun virus, dunque, nè tanto meno micosi. «Lo stato fito sanitario degli ulivi è soddisfacente». I risultati della ricerca saranno presentati la prossima settimana alla Radio Vaticana. La prima testimonianza conosciuta dell’effettiva esistenza degli ulivi del Getsemani è contenuta nell’Itinerarium Hierosolymitanus, il più antico racconto conosciuto di un pellegrinaggio. Un resoconto scritto nel 333-334 da un anonimo pellegrino francese durante il viaggio da Burdigala, l'attuale Bordeaux, fino a Gerusalemme, dove era diretto per andare a pregare al Santo Sepolcro.
    (Franca Giansoldati, il messaggero)




    I risultati della ricerca hanno indicato la datazione del fusto di tre degli otto ulivi (gli unici per i quali è stato tecnicamente possibile eseguire lo studio), come risalente alla metà del Dodicesimo secolo. Perciò, alle piante viene riconosciuta un'età di circa novecento anni. Occorre però fare una precisazione: la datazione indicata è da intendersi riferita solamente alla parte epigea delle piante, ovvero quella costituita dalla parte emersa della pianta, cioè dal tronco e dalla chioma. Infatti la stessa ricerca ha dimostrato che la parte ipogea, ovvero quella costituita dalle radici, è di certo più antica.

    L'esito dell'indagine, inoltre, deve essere messo in relazione con antiche cronache di viaggio dei pellegrini, secondo le quali la seconda basilica del Getsemani venne costruita fra il 1150 e il 1170 (periodo, durante il quale i Crociati erano impegnati nella ricostruzione delle grandi chiese della Terra Santa e di Gerusalemme in particolare). Appare dunque verosimile che, in occasione della costruzione della basilica del Getsemani sia stato anche risistemato il giardino, realizzando un intervento di recupero degli ulivi presenti a quel tempo.

    Un altro risultato di grande interesse è emerso quando i ricercatori hanno definito l’impronta genetica (fingerprinting) delle otto piante. Le analisi di particolari regioni del Dna hanno descritto «profili genetici identici» tra tutti gli otto individui. Tale conclusione fa emergere la peculiarità che gli otto ulivi siano, usando un termine metaforico, «gemelli» tra loro e, quindi, appartenenti allo stesso «genotipo». Questo può voler dire solo una cosa: che gli otto ulivi sono tutti «figli» di uno stesso esemplare. Ovvero si può sostenere che, in un preciso momento della storia - nel Dodicesimo secolo, ma probabilmente anche molto prima -, vennero messe a dimora nel giardino del Getsemani porzioni di rami più o meno grossi (talee di ramo) prelevate da un'unica pianta, con modalità simili a quelle tuttora adottate dai giardinieri palestinesi. Occorre allora domandarsi in che momento, nel corso dei secoli, sarebbero state messe a dimora queste talee. Per i Vangeli, al tempo di Gesù Cristo, gli ulivi erano già lì ed erano adulti. E la loro successiva esistenza è testimoniata da un attento esame comparato delle descrizioni del luogo santo, fatta da storici e pellegrini, nel corso dei secoli.
    (terrasanta.net)


     
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161 replies since 15/2/2011, 19:38   42263 views
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