ALBERI - CONIFERE, LATIFOGLIE..

..nei boschi, nella giungla insomma proprio tutti

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  1. gheagabry
     
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    IL TIGLIO



    Il tiglio appartiene al genere Tilia ed alla famiglia delle Tiliaceae. Sono alberi che crescono spontanei in quasi tutta l'Europa fino a 1500 m s.l.m., molto longevi che possono arrivare ad avere anche 1000 anni. In nome deriva dal greco "ptilon = ala o penna leggera" per la caratteristica brattea laterale dei peduncoli dell'infiorescenza. Il tiglio è un albero alto dai 15 ai 30 m di altezza a foglia decidua, con tronco diritto, corteccia liscia che diventa screpolata, grigiastra e con venature longitudinali quando la pianta ha più di vent'anni di età. Presenta la particolarità di sviluppare numerosi polloni alla base che sono normalmente utilizzati per la moltiplicazione della pianta.
    Le radici sono profonde ed espanse. Le foglie del tiglio sono alterne provviste di un lungo picciolo, cuoriformi, di colore verde più o meno intenso, con i margini seghettati e l'apice acuminato e presentano una leggera peluria più o meno sviluppata a seconda della specie.
    I fiori sono ermafroditi, molto profumati, di colore bianco-giallastri, riuniti in piccoli mazzetti portati da un peduncolo che parte dalla brattea laterale che serve a favorire la disseminazione dei frutti, una volta maturi, ad opera del vento. I frutti del tiglio sono a forma di capsula ovale delle dimensioni di un pisello.
    Il legno del Tiglio è anche utilizzato per la preparazione di mobili e dai semi si produce un olio simile a quello d'oliva. Con le fibre ricavate dalla corteccia si fabbricano stuoie e corde. Le foglie sono un alimento molto gradito dal bestiame. Gli spagnoli lo usano per preparare una tisana (la Tila) al posto del tè.

    ...storia di Tigli....


    Il tiglio di Morat
    Uno degli alberi più conosciuti della Svizzera, per la storia cui è legato, è il tiglio di Morat. Contrariamente al a quanto si può pensare, non si trova però nella cittadina di Morat, ma a 17 Km di distanza, nella città di Friburgo. Il tiglio commemora la battaglia di Morat del 1476, in cui le truppe guidate dai bernesi distrussero l'armata di Carlo il Temerario, duca di Borgogna. Narra la leggenda che un messaggero strappò il ramo di un albero che si trovava sul campo di battaglia e, brandendolo in segno di vittoria, corse con la buona notizia fino a Friburgo, per poi accasciarsi al suolo ormai esanime; e il ramo mise radici proprio nel punto in cui cadde il giovane. Sfortunatamente la storia è piuttosto inverosimile poiché sembrerebbe che l'albero in questione sia - o era - addirittura più antico della battaglia. In ogni caso il tiglio fece una fine ingloriosa: nel 1983, un automobilista ubriaco ci si schiantò contro. Continua comunque a sopravvivere grazie a una talea fatta con i resti dell'albero originale che è stata piantata in una zona più tranquilla. Per quanto riguarda l'eroico messaggero, egli viene ricordato ogni anno nella prima domenica di ottobre, quando circa 8'000 sportive e sportivi ripercorrono i sui passi nella corsa Morat-Friburgo.
    Il tiglio di Linn
    Un altro albero con una storia alle spalle è il tiglio di Linn, nei pressi di Brugg nel Canton Argovia. Secondo la leggenda l'albero cresce sulla fossa dove furono sepolte le vittime della peste. La leggenda vuole che l'intera popolazione di Linn fosse stata sterminata dal contagio, risparmiano un solo sopravvissuto. Poichè anche il carrettiere che aveva il compito di portare i cadaveri ad un distante cimitero era morto, il sopravvissuto dovette trovare un modo per liberarsi dei corpi e li gettò perciò in una fossa comune sotto l'albero. La storia si riferisce con tutta probabilità alla peggiore epidemia mai registrata nella zona, la peste del 1660 che uccise più di due terzi della popolazione. Per quanto riguarda il tiglio, è sicuro che esistesse già all'epoca della peste: la sua età viene stimata tra i 600 e gli 800 anni. Oggi ha raggiunto dimensioni imponenti ed un diametro di 3,4 metri.
    Il tiglio di Casola
 di Caserta
    Nel piazzale antistante l’ingresso della Chiesa di Casola, dedicata a San Marco Evangelista, si trova appunto un tiglio europeo dell’età di circa 400 anni. Si racconta che fu piantato, insieme ad altri due esemplari, verso la fine del 1600 in occasione dell’arrivo nella piccola comunità di un sacerdote della curia di Capua, don Vitaliano che in seguito fu nominato Santo.
    Gli altri due tigli, di minori dimensioni, hanno avuto una sorte avversa, infatti non sono più presenti perché furono abbattuti a metà del novecento per far posto ad alcune strutture funzionali al locale oratorio. L’esemplare sopravvissuto, secondo la tradizione popolare, è sotto la protezione diretta del Santo Patrono del paese, San Marco Evangelista.
    A tal proposito gli anziani raccontano una storia che si perde tra mito e leggenda e che narra di una persona del posto che in un momento di collera, bestemmiando il Santo Patrono, tagliò per rabbioso sfregio alcuni rami del tiglio; quella stessa persona non sopravvisse a lungo, poche ore dopo mori e da allora c’è la credenza che chiunque tagli un ramo dell’albero può subire una disgrazia.
    Vi è inoltre la tradizione che il giorno del 25 aprile, in occasione della festa del Santo Patrono, la cerimonia religiosa termini con il saluto a San Marco proprio sotto la chioma del tiglio.
    In passato tra i suoi rami vi nidificava un barbagianni.

    Un altro tiglio antico si trova nel cortile del Castello imperiale di Norimberga, che secondo la tradizione fu piantato dall’imperatrice Cunegonda, moglie di Enrico II di Germania, il che lo portava ad avere 900 anni nel 1900 quando fu catalogato. Nell’aspetto appare vecchio e malato, ma ancora nel 1900 sui pochi rami rimasti spuntavano le foglie e veniva curato teneramente. Anche il tiglio di NeuenstadtamKocher nel Baden-Wuerttemberg è degno di nota, ne parla anche Harriet L. Keeler nel suo libro “Our Native Trees and How to IdentifyThem” (I nostri alberi indigeni e come riconoscerli) edito nel 1900 a New York da Charles Scriber’sSons.
    C’è poi il tiglio Alte Linde di Naters, in Svizzera, di cui si parla in un documento del 1357 e già a quel tempo definito dall’autore “enorme”. Ai piedi dell’albero una targa ricorda che nel 1155 un albero di tiglio si trovava già in questo luogo.

    ... storia, miti e leggende ....


    I greci conoscevano le proprietà calmanti dei fiori di tiglio, e ne facevano risalire l’uso ai tempi di Cronos (età dell’oro).
    La ninfa Filira, figlia d’Oceano, concepì da Saturno un bambino mostruoso, e per la vergogna chiese di essere trasformata nell’albero che allora portò il suo nome, il quale è una parola cretese, quindi preellenica. Il figlio, il centauro Chirone, diventò un illustre guaritore, potere che gli veniva dalla madre, essendo il tiglio uno dei più antichi rimedi conosciuti.
    Oltre ai fiori i greci ne utilizzavano il libro che si trova tra la corteccia e il legno che chiamavano phlyra, ottenendo da questo carta e stuoie. Dalla corteccia, lasciata a macerare nell’acqua, ottenevano una flora tessile “il Tiglio”, le fibre venivano separate attraverso una tecnica detta “stigliatura”, operazione usata successivamente con il lino e la canapa.
    Il tiglio è inoltre da sempre considerato l'albero dell'amore coniugale. Questo deriva da un'antica leggenda greca nella quale si narra che Bauci e Filemone erano due vecchi sposi, ancora molto innamorati l'uno dell'altra. Un giorno bussarono alla loro porta Zeus ed Ermes sotto sembianze umane e furono gli unici che li accolsero benevolmente e non li scacciarono. I due dei gli concessero allora di sopravvivere alla punizione che avrebbero inflitto a tutti gli altri uomini e di esaudire la loro preghiera di morire insieme. Un giorno, Filemone e Bauci ormai vecchi e stanchi improvvisamente iniziarono a trasformarsi, Bauci in una quercia e Filemone in un tiglio. Erano finalmente uniti per sempre, l'uno accanto all'altra.

    Nella vecchia mitologia slava il tiglio era considerato un albero sacro, in particolare in Polonia molti villaggi hanno un nome che si ricollega al tiglio. L’albero del tiglio è inoltre un emblema nazionale della Slovacchia, della Slovenia e della Repubblica Ceca. Nel mondo cristiano ortodosso il legno di tiglio era il preferito come pannello su cui dipingere le icone, grazie alla facilità con cui lo si può lavorare e levigare e per la sua resistenza alla deformazione una volta stagionato.
    Anche nella mitologia germanica pre-cristiana il tiglio era un albero altamente simbolico e sacro. Le varie comunità usavano riunirsi sotto l’albero del tiglio più importante del villaggio non solo per festeggiare e ballare, ma anche per dirimere le vertenze giudiziarie al fine di ristabilire la giustizia e la pace, ritenendo che l’albero avrebbe aiutato a svelare la verità. Fu così che il tiglio, anche dopo la cristianizzazione della Germania, è rimasto associato alla giurisprudenza. Del resto, la consuetudine di riunirsi sotto un tiglio per prendere le decisioni importanti era una tradizione anche in molte comunità della nostra penisola, dall’altopiano di Asiago, come ci ricorda Mario Rigoni Stern, al Beneventano, come narrato da Annibale Paloscia.

    In Persia prese il nome di albero “Oracolare” per questo racconto: “Gli Enarei che vivevano presso gli Sciti, furono scoperti a saccheggiare il tempio di Afrodite, la quale , furibonda gli tolse tutta la loro virilità, lasciandogli in dono la capacità di predire il futuro.Gli Enarei praticavano la divinazione mediante tre strisce di corteccia di tiglio; che dopo averle rotolate e srotolate più volte attorno alle dita svelavano il loro responso.
    In Lituania si dice che per avere un buon raccolto gli uomini offrissero dei sacrifici alle Querce (albero maschile per eccellenza), mentre le donne facevano le loro offerte ai Tigli, sempre per lo stesso scopo.
     
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161 replies since 15/2/2011, 19:38   42263 views
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