ALBERI - CONIFERE, LATIFOGLIE..

..nei boschi, nella giungla insomma proprio tutti

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  1. gheagabry
     
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    “… è il più sfortunato, senza né pregi, né salute. Non serve per il fuoco, né per la scultura. Viene consolato dalle liane che sono le suore del bosco…”.
    (Mauro Corona)


    IL PIOPPO


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    Il pioppo appartiene alla famiglia delle Salicacee e nella denominazione botanica Popolus. L'altezza dei pioppi va dai 15 ai 20 metri d'altezza, con fusti che possono superare i 2,5 metri di diametro. Il pioppo ha origine nell'emisfero settentrionale e vanta una trentina di specie diverse. In Italia è ampia la sua diffusione nella Pianura Padana. La caratteristica leggerezza delle sue foglie, così come della sua chioma, non eccessivamente fitta, e del suo colore molto chiara unito alla forma elegante e colonnare che si riscontra in molte tra le sue specie, rendono il pioppo particolarmente apprezzato nella formazione di viali, sia in parchi che in giardini.
    Il pioppo viene anche spesso utilizzato nella costruzione di schermature o barriere frangivento. Il tronco del pioppo è eretto e nodoso con molte ramificazioni. La sua corteccia è bianca, oppure di colore grigio chiaro che con il trascorrere degli anni va a intensificarsi verso una tonalità bruna o grigio-scura. Il pioppo presenta foglie ovali, oppure romboidali, o anche lobate, a seconda delle diverse specie. Hanno una lunghezza di otto centimetri circa e colore bruno-verde, più lucide nella lamina superiore meno nella loro superficie inferiore. I fiori maschili e quelli femminili sono collocati su individui diversi disposti in amenti separati. Gli amenti maschili possono arrivare a una lunghezza anche di nove centimetri e presentano fiorellini fitti e divesi stami. Quelli femminili arrivano anche a dodici centimetri di lunghezza e hanno un colore tendente al giallo-verde, con fiorellini molto meno fitti rispetto ai maschi. I frutti del pioppo, invece, sono delle piccole capsule di forma ovoidale che contengono al loro interno dei semi lanuginosi. Giunte alla giusta maturità le capsule lasciano uscire i semi aprendosi in due parti, e questi si spargono spinti dal vento.
    Il legno del pioppo vanta numerosi utilizzi: viene infatti impiegato per vari usi come la fabbricazione di fogli di compensato, cassette da imballaggio, carta, fiammiferi, pannelli di compensato.


    E'chiamato anche “l’albero del cotone”: infatti, cottontree è il soprannome con il quale gli anglosassoni hanno denominato questo albero per via dei pappi bianchi attraverso cui i semi vengono trasportati dal vento.

    Il termine "pioppo" deriva dal latino e, secondo una diceria romana riportata dagli antichi, sarebbe da legare a popolus "popolo" perché la sua folta chioma mossa dal vento produce un brusio che ricorda quello della folla. A tal proposito, si può citare un detto comune che fa derivare il nome piazza del Popolo di Roma da un antico boschetto di pioppi neri.

    La Monnalisa di Leonardo da Vinci e i primi aerei costruiti sono i testimoni d’eccezione dello stesso legno: "il pioppo". Durabilità, resistenza, duttilità e soprattutto leggerezza sono infatti le qualità che hanno permesso a Leonardo di farci pervenire una delle più grandi opere di tutti i tempi e ai primi aerei di volare.
    A Napoleone che si deve attribuire la folgorante progressione della razza italiana di pioppo nero, varietà a crescita rapida introdotta in Francia a partire dal 1745. Egli la fece piantare in grande stile un po’ lungo tutte le strade francesi percorse dalle sue armate, per evitare che esse marciassero in pieno sole d’estate e per migliorare il loro orientamento durante l’inverno.
    (dal web)

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    "Le narrano piano le onde e i pioppi le stanno a ascoltare."
    (Francesco Guccini)


    ...storie miti e leggende....


    Questa pianta da sempre rappresenta la vita nella morte, una volta oltrepassata la soglia fatale. Un esempio di tale significato simbolico si può rinvenire nelle tombe delle popolazioni sumeriche (4000 a.C.), dove si sono trovate delle acconciature con foglie di pioppo bianco dorate.
    Oltre a ciò, si può citare il fatto che, antica tradizione vuole, davanti alla tomba di un Zeus cretese crescesse un pioppo bianco, come simbolo di resurrezione. Il pioppo bianco “Leukè” personificava la vita che sfugge alla morte, anche se ciò significava abbandonare la forma umana per un'altra non umana.
    Omero cita nell'Iliade il pioppo bianco come “acheronteo”, ovvero rappresentativo dell'omonimo fiume dell'afflizione. Eracle (Ercole), dopo avere sconfitto il cane Cerbero, si costruì una corona con l'intreccio di un ramo di pioppo bianco. Da allora questo albero coronò la fronte di coloro, che avevano attraversato i due mondi senza perdersi. La Madre Terra veniva consultata a Egira, in Acaia, che significa 'il luogo dei neri pioppi'. Durante il suo viaggio nel Regno dell' Oltretomba, Ulisse incontra i Pioppi neri nel bosco di Persefone, che insieme ai Salici stanno alla soglia che divide il Regno dei Vivi e il Regno dei Morti. Una credenza bretone fa corrispondere le foglie bianche del pioppo bianco con le anime dei bambini morti, promesse alla resurrezione. Se il pioppo bianco é l'albero della resurrezione, il pioppo nero ha un significato diametralmente opposto.
    Questi alberi infatti segnalavano l'ingresso agli inferi e indicavano a chi passasse questo confine, la perdita di ogni speranza. Il pioppo nero, come d'altronde quello bianco, venne generato da una metamorfosi (mirabilmente descritta da Ovidio): quella delle tre sorelle del temerario Fetonte, le Eliadi, che dalla disperazione, di fronte alla tomba di Fetonte stesso, si tramutarono in alberi. Da questo avvenimento in poi il pioppo nero fu considerato l'albero della dea della Morte. Una leggenda narra, che il pioppo fu scelto dai soldati per la costruzione della croce di Gesù.
    L'albero ne fu orgoglioso e drizzò i suoi rami. Il Signore lo maledì e condannò le sue foglie a tremare in eterno ad ogni soffio di vento. Le api raccolgono una specie di gomma che viene prodotta dalle gemme del pioppo nero per produrre la propoli.
    Nel linguaggio dei fiori indica il timore. Esistono molte varietà di pioppi, uno in particolare prende il nome di "tremolo", Populus tremula è il nome botanico. Il Pioppo Tremolo viene così chiamato a causa del fatto che, anche con un minimo di vento, produce un specie di ticchettio, a sua volta causato dal peduncolo delle foglie. Una leggenda dice che il suo ticchettio è una punizione data dal Signore , perchè il Pioppo, superbo, si rifiutò di inchinarsi a lui quando, secoli e secoli fa, arrivarono i primi evangelizzatori cristiani; il pioppo venne quindi punito e per questo motivo trema. In una regione francese, la Beace , esiste un'usanza legata al Pioppo tremolo: quando una persona soffre di febbre ostinata si usa legare un nastro a questo albero nella speranza di liberare la persona dai brividi.
    (madameblatt.myblog)


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    Il pioppo nero viene detto così a causa del colore grigiastro della corteccia, colore che lo differenzia dal pioppo bianco. Fetonte figlio di Elio il dio del sole e dell’oceanina Merops, era stato abbandonato dal padre in giovane età. Solo dopo molto tempo la madre, che nel frattempo l’aveva allevato amorevolmente, rivelò al figlio la vera identità del padre. Il giovane, spinto non già da collera ma da sincero amore filiale, riuscì a giungere, dopo varie peripezie, alla cospetto del padre che, commosso da questo gesto d’affetto promise al figlio di realizzare qualunque suo desiderio. Fetonte chiese di guidare il carro del sole, il carro che trasporta l’astro lucente nella volta celeste da oriente ad occidente, il padre lo accontentò. Ma il giovane auriga, spaventato dall’altezza, finì col dirigere il carro troppo in basso provocando vasti incendi sulla terra, a questo punto cercando di correggere la rotta si diresse troppo in alto suscitando le proteste degli astri che si lamentarono vivacemente con Zeus; quest’ultimo, deciso a ripristinare l’ordine delle cose, colpì Fetonte con una saetta facendolo precipitare nel fiume Eridàno (fiume che secondo alcuni sarebbe il Po). I resti del poveretto vennero raccolti dalle sorelle, le Eliadi che piansero e si disperarono così a lungo da essere trasformate in pioppi neri e le loro lacrime si trasformarono in ambra (anticamente si credeva che l’ambra venisse prodotta da liquido secreto dalla corteccia dei pioppi ed essiccato al sole).
    LEÙKE il pioppo bianco sacro ad eracle...Il pioppo bianco (Populus alba) si distingue da quello nero per il colore del tronco, molto più chiaro e per la forma e la colorazione delle foglie; in particolare queste ultime hanno la pagina inferiore molto chiara, quasi bianca, e quella superiore decisamente più scura. I greci antichi chiamavano il pioppo bianco Leùke dal nome di una ninfa. Secondo il racconto dello storiografo Servio, la ninfa Leùke inseguita da Ade e non volendo cedere alle brame amorose di quest’ultimo, giunse durante la sua fuga disperata fino al confine con gli inferi nei pressi del fiume Mnemosyne (“la memoria”). Questo fiume sacro rappresentava il confine tra il Tartaro soggetto ad Ade e l’Eliseo, il regno dei beati governato da Crono. La poverina, non trovando più via di scampo, chiese agli dei di essere trasformata in un albero, un pioppo bianco, preferendo una morte luminosa alla capitolazione alle brame amorose del dio degli inferi. L’albero di Leùke ritorna poi nell’epopea di Eracle che, alla fine della dodicesima fatica, di ritorno dagli inferi, intrecciò una corona con le foglie del pioppo bianco che cresceva sulle rive di Mnemosine. A contatto con l’aria la parte superiore delle foglie rimase di un colore scuro, a ricordare le tenebre dell’oltretomba ma la pagina inferiore delle foglie assunse da quel giorno, a contatto del sudore dell’eroe, un colore molto più chiaro, bianco-argenteo. Da allora il pioppo bianco divenne sacro ad Eracle perché il colore delle sue foglie simboleggia le vittorie dell’eroe nei due mondi. Tra i greci il culto del pioppo bianco, simbolo di morte luminosa, si contrappone a quello della morte funesta rappresentato dal pioppo nero.
    La maledizione del pioppo tremolo.. Il pioppo tremolo (Populus tremula) è detto così dalla caratteristica delle sue foglie, molto sottili e dotate di un picciolo lamellare molto lungo ed appiattito tale da farle agitare, “tremare”, con il minimo soffio di vento. Il tremolio deriva, secondo un’antica leggenda di tradizione cristiana, dalla vergogna. Il pioppo tremolo fu infatti l’unico albero che non si inchinò, peccando di superbia, davanti ai primi evangelizzatori cristiani. Il Signore lo punì condannandolo a tremare per l’eternità. Il motivo della vergogna ritorna anche nella tradizione russa, un antico proverbio dice: “c’è un albero che trema anche quando il vento non soffia”, il tremolio cominciò da quando Giuda Iscariota, dopo aver tradito Gesù, si impiccò per la vergogna ad uno dei suoi rami. Le leggende negative nei confronti di quest’albero non gli rendono del tutto giustizia, paradossalmente dalla corteccia e dalle gemme del pioppo tremolo si ricavano preparati molto utili per l’uomo ad esempio nella cura dell’influenza.
    (montebrianza.blogspot)[/color]


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    Sotto la brina il pioppo è di cristallo:
    se lo tocchi l'infrangi; e piomba al suolo con tintinnio di frantumate lastre.
    Lo diresti un altissimo zampillo che un incanto invetrò;
    ma dentro è vivo, e lo strazia desìo di primavera.
    « Oh, mai più tornerà la primavera, pensa. - Mai più. Son vecchio.
    Non mi resta foglia sui rami, uccello che mi canti
    in vetta, linfa nelle vene, strido di cicala sul tronco.
    E ciascun giorno che passa, accresce il gelo; e già mi sento
    vicino a morte ».

    Ma un mattino, il sole rompe l'algore:
    scioglie in molle pianto sugli stecchiti rami il vel di ghiaccio:
    torna la linfa e il verde:
    giovinezza ritorna, e n'ha sì gran sorpresa il pioppo
    ch'ogni sua foglia, anche se tace il vento,
    trema di gioia: anche la notte, in sogno,
    trema di gioia in ogni foglia il pioppo.
    (Ada Negri)



    Edited by gheagabry1 - 6/12/2019, 14:40
     
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