GIARDINO FIORITO....

COSTRUIAMOLO INSIEME

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    -REALIZZIAMO IL NOSTRO GIARDINO...

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    Il giardino è il luogo relax ideale, sicuramente un giardino in ordine richiede manutenzione ma allo stesso tempo vi darà molte soddisfazioni.
    Proggettando il vostro spazio verde con attenzione potrete avere un giardino vivo e fiorito in ogni periodo dell' anno accostando insieme piante di ogni tipo, siepi, un prato verde e ritagliando un angolo dove potervi sedere per ammirare gli alberi da frutto nel periodo della fioritura, le rose sbocciate e le altre meraviglie che la vita all'aria aperta vi offre.



    Le Piante Da Giardino Suddivise Per Categoria




    • Bulbose - Fioriscono in diversi periodi dell'anno rendendo il giardino sempre fiorito. • Annuali - Il ciclo vegetativo è di un anno, fioriscono, producono frutti e muoiono.
    • Rampicanti - Adatte per pergolati , muri e recinzioni.
    • Perenni - Piante che fioriscono e danno frutti ogni anno, ripetendo il ciclo vegetativo.
    • Aromatiche - Utilizzate per profumare le pietanze ed in giardino per adornare.
    • Alberi e arbusti - Gli alberi che non possono mancare in giardino.
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    Piante Bulbose
    Sono definite bulbose le piante la cui produzione di fiori avviene tramite i bulbi. I bulbi molto simili a dei cipollotti che una volta interrati danno vita a piante da fiore di diverse forme e colori che garantiscono un giardino sempre fiorito grazie alle varietà ad impianto primaverile e quelle ad impianto autunnale. I bulbi, anche se in realtà le si suddividono in piante bulbose, tuberose e rizomatose, sono molto diffusi grazie alla loro facilità di coltivazione

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    Piante Annuali
    e piante annuali hanno un ciclo vegetativo di un anno, fioriscono producono frutti e muoiono. Le annuali si dividono in due categorie che fioriscono in periodi differenti: le primaverili che vanno seminate ad inizio primavera, fioriscono prima dell’estate morendo con l’arrivo delle basse temperature e le autunnali che si mettono a dimora a fine estate , vivono e fioriscono fino a fine inverno. Prima di piantare le piante annuali occorre preparare il terreno con una vanga o rastrello per sminuzzarlo, concimarlo e preparare delle piccole buche dove posizionare le piante, infine irrigare.

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    Piante Rampicanti

    Le rampicanti sono piante particolarmente adatte per creare ambienti circondati dal verde, si sviluppano appoggiandosi su muri, recinzioni gazebi e sostegni vari ricoprendoli completamente di verde e fiori. Le piante rampicanti posso non essere piantate in terra o in vasi abbastanza capienti per garantirgli lo sviluppo.

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    Piante Perenni
    Le piante perenni garantiscono al giardino colore permanente soprattutto in autunno ed una stupenda fioritura in primavera ed estate. Generalmente sono piante che non hanno bisogno di cure particolari, vanno piantate in inverno arricchendo la zona con del terriccio. Le piante perenni possono essere propagate separandole, dopo averle estratte dal terreno, a marzo o settembre e piantandole in un altra zona del giardino.
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    Piante Aromatiche

    Le piante aromatiche spesso le vediamo nell’ orto o nella vicinanze di una casa a portata di mano per l’ utilizzo in cucina, ma sono adatte per ornare il giardino e diffondere nell’ aria il loro profumo. Le piante di lavanda, rosmarino e salvia formano bellissimi cespugli sempre verdi che non richiedono troppa acqua o cure particolari, timo e camomilla si prestano per realizzare un prato verde e fiorito.

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    Alberi E Arbusti

    Alberi ed arbusti sono fondamentali in fase di progettazione e realizzazione di un giardino. Gli arbusti, come gli alberi si classificano per dimensione, tipi di foglie, capacità di sopportare il gelo, il freddo o il troppo caldo, si differenziano dagli alberi per la conformazione dei rami che cominciano a svilupparsi fin dalla base del tronco. Come per tutte le piante al momento della scelta per non sbagliare occorre tener conto della zona di appartenenza per evitare che l’albero (o arbusto) incontri difficoltà nell’adattamento climatico



















     
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  2. tomiva57
     
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    L'hamamelis




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    Chiamato Amamelide in italiano, questo arbusto di dimensioni modeste viene coltivato in 4-5 specie diverse, originarie degli stati uniti, del Giappone e della Cina;. si tratta di un arbusto non troppo grande, a foglia caduca, che produce durante l'inverno particolarissimi fiori simili a piumini, di colore giallo o arancione; i petali filiformi, arruffati, sono riuniti in una corolla di colore rosso o rosato, che dona al fiore una particolare eleganza. I fiori di Amamelide sbocciano quando la pianta è priva di foglia,e cosa che li rende ancora più graditi; inoltre emanano un delicato profumo molto persistente nell'aria invernale. L'Hamamelis virginiana, originario degli stati uniti, comincia la fioritura in autunno, quando ancora presenta parte del fogliame. Le foglie sono di forma ovale, e la chioma non è particolarmente densa; verdi durante la bella stagione, le foglie dell'Amamelide divengono gialle, rosse o porpora durante l'autunno prima di cadere.

    Come si coltiva
    Non è una pianta particolarmente esigente; si posiziona in luogo luminoso, soleggiato o sempombreggiato, soprattutto nelle regioni con climi estivi molto caldi. Non teme il freddo, e sopporta anche gelate molto intense, quindi anche nel nord Italia può trovare posto in giardino.
    Sembra accontentarsi di qualsiasi terreno, preferendo però substrati leggermente acidi, ricchi di humus e freschi, e soprattutto molto ben drenati, privi di ristagni idrici, che possono causare rapidamente la morte dell'intera pianta. Le piante a dimora da tempo non temono la siccità, mentre gli esemplari giovani possono necessitare di sporadiche annaffiature durante l'estate.
    Non si tratta di una pianta dalla crescita vigorosa, quindi in genere non è necessario effettuare alcuna potatura; occasionalmente si asportano le cime dei rami che hanno fiorito, accorciandoli leggermente.

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    L'utilizzo dell'Hamamelis
    Le piante di Amamelide vengono coltivate nei giardini per la loro bellezza, per la particolare fioritura invernale, ed anche per il delizioso profumo dei loro fiori; in commercio esistono anche molti ibridi con fiori del colore o dal profumo particolare, o anche per i fiori dalle grandi dimensioni.
    in effetti però si tratta di una pianta officinale; infatti foglie e corteccia dell'Amamelide vengono utilizzati in erboristeria ed in omeopatia, per preparare lozioni, tisane e impacchi; si tratti infatti di una pianta dalle virtù astringenti, vasocostrittive ed emostatiche, utilizzata nella cura di vene varicose, e di infiammazioni di vario tipo, come le emorroidi. Quindi oltre che come pianta decorativa l'Amamelide offre numerosi vantaggi anche in erboristeria.



    Ulteriori informazioni su: Amamelide - Hamamelis - Arbusti

    Hibiscus syriacus
    Ibisco – Malvaceae




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    Generalità: arbusto a foglie caduche, originario dell’Asia, molto diffuso in coltivazione come pianta ornamentale, nei giardini e come arredo urbano. Ha portamento eretto, ben ramificato, e raggiunge i 2-3 metri di altezza; la corteccia è grigia, liscia, tende a divenire rugosa e profondamente segnata con il passare degli anni. Il fogliame è di forma ovale, presenta tre lobi di forma varia, più o meno evidenti a seconda dell’esemplare; di colore verde medio, le foglie sono seghettate. Dalla primavera inoltrata fino ai freddi autunnali produce, all’apice dei fusti, grandi fiori solitari, a forma di campana, di colore vario, nei toni del rosa, del bianco e del viola, con gola in colore contrastante; esistono numerose cultivar di ibisco, con fiori dai colori più vari, ed anche a fiore doppio o stradoppio. Queste piante hanno uno sviluppo abbastanza vigoroso, quindi è consigliabile poterle dopo la fioritura, prima dell’arrivo dell’inverno, ed intervenire anche a fine inverno, levando i rami rovinati o eccessivamente e disordinati; la potatura a fine inverno ha anche il vantaggio di favorire lo sviluppo di nuovi rami, che porteranno i fiori. Ai fiori seguono i frutti, grosse capsule semilegnose, di forma ovale, che contengono i semi.



    Esposizione: l’ibisco è una pianta che ama molto il sole ed il caldo, predilige posizioni molto luminose, esposte direttamente ai raggi solari e ama le estati molto calde e lunghe. Può sopravvivere anche in condizioni avverse, anche se l’ombra causa scarse fioriture, così come un’estate molto fresca. Queste piante non temono il freddo e possono sopportare senza problemi gelate intense anche di lunga durata, anche se può capitare che alcuni dei rami dissecchino a causa del freddo.

    Annaffiature: annaffiare le giovani piante da poco messe a dimora, in modo da favorire lo sviluppo dell’apparato radicale; queste piante sono moto rustiche e di facile coltivazione: possono sopportare lunghi periodi di siccità, ed anche brevi periodi con presenza di acqua stagnante sulle radici. Per una buona fioritura annaffiamo quando il terreno rimane asciutto per troppo tempo, fornendo del concime per piante da fiore, ogni 15-20 giorni, mescolato all’acqua delle annaffiature.

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    Terreno: si accontentano di qualsiasi terreno, anche povero e sassoso; prediligono terreni freschi, mediamente ricchi di humus, conun buon drenaggio. L’ibisco può essere coltivato in vaso, ponendolo in un recipiente capiente; va rinvasato ogni 2-4 anni.

    Moltiplicazione: avviene generalmente per seme, in primavera, l’ibisco tende con facilità ad autoseminarsi; in primavera si praticano anche talee, prelevandole dai rami che non hanno portato fiori; la talea si rende necessaria se si vuole propagare una cultivar con particolare fioritura, poiché da seme è difficile ottenere piante identiche alla pianta madre.

    Parassiti e malattie: i nuovi germogli vengono molto spesso attaccati dagli afidi, che portano anche allo sviluppo di fumaggini; durante l’estate il fogliame può venire vistosamente rovinato degli acari, che si posano sulla pagina inferiore delle foglie.





    Ulteriori informazioni su: Ibisco - Hibiscus - Arbusti
     
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    Hebe
    Scrophulariaceae



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    Generalità: genere che comprende numerosi arbusti sempreverdi molto vigorosi originari della Nuova Zelanda e dell'Australia. Si presenta come un folto cespuglio tondeggiante che può raggiungere anche i due metri di altezza; le foglie sono ovali, di colore verde-grigiastro, in molte specie variegate di giallo o di bianco; a seconda della misura delle foglie le hebe si possono suddividere in due grandi categorie, le specie con fogliame grande (7-10 cm) e quelle a foglia piccola (2-4 cm). In estate produce lunghe spighe di fiorellini di colore vario, dal bianco al viola, che si innalzano dal fogliame; la maggior parte delle specie produce una seconda fioritura durante i mesi autunnali ed invernali; alcune specie di hebe hanno fioritura incospicua, e si coltivano per i compatti cuscini di foglie sempreverdi che producono. Per una crescita migliore si consiglia di potare leggermente la pianta subito dopo la fioritura.

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    Esposizione: queste piante gradiscono le posizioni soleggiate, o anche semiombreggiate se coltivate all'ombra completa la crescita può essere scarsa e la fioritura spesso inesistente. La gran parte delle specie è rustica e non teme il freddo; alcune specie invece temono leggermente il freddo, e quindi vanno protette con agritessuto nei periodi di gelate prolungate. Può capitare che il caldo siccitoso dell'estate causi bruciature delle foglie, si consiglia quindi, nelle regioni con clima estivo molto caldo, di provvedere alle piante alcune ore di ombra durante le giornate estive.

    Annaffiature: è preferibile non lasciare asciugare troppo il terreno tra un'annaffiatura e l'altra; in estate annaffiare spesso, anche ogni giorno nei periodi più caldi. Per tutta la stagione vegetativa, da marzo a ottobre, aggiungere del concime per piante da fiore all'acqua delle annaffiature una volta al mese.

    Terreno: gradisce particolarmente i terreni sciolti, ben drenati e ricchi di materia organica, anche se si sviluppa senza problemi in qualsiasi terreno da giardino.

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    Moltiplicazione: in primavera si possono prelevare talee lunghe circa 10-15 cm, che vanno fatte radicare in un miscuglio di torba e sabbia in parti uguali; le nuove piante vanno coltivate in vaso per almeno due anni prima di essere poste a dimora.

    Parassiti e malattie: questa pianta è molto resistente e difficilmente viene colpita da parassiti e malattie; talvolta gli afidi neri rovinano completamente le spighe di fiori.



     
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    L'OLEANDRO



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    L’oleandro è un arbusto sempreverde originario dell’area mediterranea e appartenente alla famiglia delle Aponynacee.
    Cresce in terreni apparentemente asciutti ma in realtà ben umidi nel sottosuolo e raggiunge i 5 metri di altezza. L’oleandro ha foglie sempreverdi , cuoiose e lanceolate, fiori semplici rosa, ne esistono anche varietà gialle , bianche, e lilla dai fiori doppi.
    L’oleandro predilige luoghi caldi ed esposti al sole, resiste al freddo ma non al gelo intenso.
    Cura e manutenzione

    Innaffiare abbondantemente in estate bagnando le radici, concimare settimanalmente, nel periodo invernale diminuire le annaffiature.

    Moltiplicazione per talea

    La moltiplicazione dell’oleandro avviene per talea in estate, tagliare da un oleandro rametti lunghi 10-15 cm, mettiamoli in vasetti con sabbia e torba e poniamoli in un luogo fresco annaffiando la talea di oleandro regolarmente.
    Rinvasare la talea in vasi più grandi durante l’anno man mano che il nuovo oleandro si sviluppa per poi metterlo a dimora l’anno successivo.


    LA MIMOSA



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    La Mimosa, Acacia Dealbata, è un albero di origini Australiane che da quasi duecento anni si è adattato bene in Europa nelle regioni dal clima temperato. Nelle sue terre di origine arriva a svilupparsi fino a 30 m di altezza mentre da noi non supera i 12 m.
    La mimosa è un albero ornamentale che a miti temperature si sviluppa molto velocemente, le foglie sono bipennate di colore verde opaco, i fiori giallo intenso sono raggruppati a grappoli ed emanano un profumo inconfondibile.
    Proprio al fiore è dovuta la notorietà della mimosa, da mezzo secolo è il simbolo della Festa delle donne dell’8 marzo.

    Cure e manutenzione


    La mimosa si adatta ad ogni tipo di terreno anche se preferisce quelli più acidi, va piantata al riparo dai venti e soprattutto dal gelo, un inverno troppo rigido e le gelate far morire la pianta. Per i primi anni la mimosa va potata accorciano abbastanza corti i rami, successivamente può anche non essere potata o solo dopo la fioritura per stimolare nuovi getti.

    Riproduzione

    La mimosa può essere riprodotta a primavera per semina, i semi sono contenuti a gruppi in baccelli di 10 cm prodotti dalla pianta, mettere i semi della mimosa in acqua calda per un paio di giorni e successivamente interrarli in un composto di sabbia e terra, la germogliazione avverrà entro un mese.
    La riproduzione avviene anche per talea da praticare sempre nei mesi primaverili interrando dei rametti in vasi con terra e sabbia e mantenendo umido.




    IL GELSOMINO



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    Il Gelsomino è una rampicante sempreverde dai fusti legnosi perfetto per la realizzazione di pergolati o per coprire recinzioni e muri. Fiorisce in estate ed a inizio autunno, i fiori sono bianchi per la specie più comune, dal profumo intenso e sono formati da una lunga corolla.
    Manutenzione

    Per garantirgli una più facile e lunga fioritura è consigliabile posizionare il Gelsomino in una zona soleggiata, si adatta ad ogni tipo di terreno e va irrigato con moderazione sia nella quantità che nella frequenza. Al momento della potatura, dopo la fioritura, tagliare alla base i rami più vecchi mentre i rami in fiore andranno solamente diradati, gli scarti dei tagli potranno essere utilizzati per la moltiplicazione della pianta con il sistema della talea.







    IL GLICINE


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    Pianta rampicante di origini cinesi introdotta in Europa come pianta ornamentale ideale nei giardini per la realizzazione di pergolati, dal fogliame deciduo riesce a raggiungere i 15m di altezza, fiorisce in primavere e tarda estate con grappoli di fiori bianchi o lilla che si aprono progressivamente. Il trapianto del Glicine è consigliato nei mesi autunno – invernali (ottobre - marzo) possibilmente in posizione soleggiata che ne permetterà una migliore fioritura. Il Glicine dopo il primo anno dal trapianto comincerà una crescita rigogliosa, è una pianta che tende ad espandersi quindi è consigliabile dedicargli spazi sufficientemente ampi per lo sviluppo. Non necessita cure particolari, non teme il gelo.
     
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    Camedrio alpino



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    Il Camedrio alpino (Dryas octopetala) è una pianta tappezzante originaria dell’Europa e appartenente alla famiglia delle Rosacee, molto apprezzata per la particolarità delle infiorescenze. E’ caratterizzata da fusti legnosi e foglie ovali e dentellate dal colore verde scuro. I fiori, vera bellezza della pianta, sono di colore bianco, molto simili agli anemoni, e fanno la propria comparsa nella tarda primavera per poi mostrare il meglio di sé fino all’estate inoltrata. Nel nome botanico, il termine octopetala sta ad indicare il numero dei petali (8 appunto), sebbene alcuni esemplari ne presentino 7, 9 o 10.
    Generalmente il Camedrio alpino cresce allo stato spontaneo negli ambienti montani, ma può anche essere utilizzato nella coltivazione domestica, purché gli vengano assicurate le giuste cure colturali.
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    Camedrio alpino (Dryas octopetala)
    Fioritura: nella stagione primaverile
    Impianto: in primavera o in autunno
    Tipo di pianta: tappezzante perenne
    Altezza max: 15 centimetri
    Esposizione

    Il Camedrio alpino ama essere esposto in posizione soleggiata, ove possa ricevere l'irradiazione diretta per diverse ore nel corso della giornata.
    Terreno

    Per regalare il meglio della sua bellezza, ha bisogno di essere collocato su un terreno calcareo e drenato, composto in prevalenza di torba e sabbia.
    Innaffiatura

    Non ha particolari esigenze e riesce a tollerare egregiamente anche periodi prolungati di siccità. Si consiglia di intervenire solo nel caso di sofferenza della pianta o in presenza di esemplari giovani.
    Malattie e avversità

    Il Camedrio è una pianta molto rustica, che riesce a difendersi autonomamente dall'attacco dei parassiti, mentre tende a mostrare sofferenza in presenza di ristagni idrici dovuti all'eccessiva innaffiatura.
    Concimazione

    Nella fase vegetativa è utile utilizzare dello stallatico maturo per aiutare lo sviluppo della pianta e favorire una fioritura più abbondante.
    Moltiplicazione

    Si propaga per semina in primavera o in autunno.



    Edited by gheagabry - 11/9/2010, 18:25
     
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  10. gheagabry
     
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    GIARDINI ROCCIOSI



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    Fra i lavori che tra Febbraio e Aprile possono gradevolmente occupare il tempo libero di quanti «lui» amano dedicarsi al giardinag gio, due sono di notevole importanza ai fini dell’armonico disegno del giardino:
    le scale
    le roccaglie, o «rock-garden»
    Cominciamo a parlare, appunto, delle roc caglie e del modo migliore per coltivare le piante che servono a decorarle.
    Quasi sconosciuta in Italia sino agli anni Cinquanta, la roccaglia è ormai diventata di gran moda anche da noi, dopo essersi dif fusa dalla Gran Bretagna (dove probabilmen te è nata la tecnica del rock-garden) in Sviz zera, in Austria e in Germania.
    È indubbio che il rock garden esaudisce le aspirazioni di qualsiasi appassionato di giardinaggio e ne mette in risalto la bravura. Infatti curare a dovere una roccaglia non è facile né semplice, così come non è facile costruirla rispettando i canoni fondamentali e cercando di ricreare, in miniatura, un ti pico paesaggio alpino o mediterraneo senza cadere in eccessi tipo «nanetti fra le rocce».



    Realizzare una roccaglia non significa accu mulare un po’ di sassi alla rinfusa, colmare gli spazi vuoti con della terra e piantarvi le prime piante che capitano sottomano; significa invece compiere un atto di amore verso la natura dimostrando di averne osservato i minimi particolari e di saper ritrovare nel proprio spirito creativo l’armo nia di un angolo fiorito modellato dal ven to in alta montagna oppure nascosto in un anfratto a due passi dal mare.
    La roccaglia, infatti (ed è questo uno dei suoi pregi maggiori) è altrettanto decorativa se realizzata in un giardino alpino o in pia nura, al mare o al lago, purché le sue caratteristiche non contrastino con il paesag gio circostante e lo stile del giardino stesso.
    Vediamo ora, di esaminare dettagliatamente le norme essenziali per la realizzazione di un piccolo rock-garden.
    Cominciamo col precisare, che la roccaglia può essere pia neggiante oppure digradante da ogni lato come una piccola collina, alta solo due pal mi da terra, oppure circondata da una specie di scalino formato da un muretto fiorito, con il compito di isolare la roccaglia e quindi impedire che i bambini o gli animali dome stici vi scorrazzino liberamente.
    Inoltre il rockgarden può avere uno scopo puramen te decorativo o essere destinato a raccoglie re un determinato tipo di piante: aromatiche o medicinali, bulbose o arbusti nani.
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    Se si abita in montagna o presso il mare, per realizzare il nostro rock garden, non c’è di meglio che utilizzare piccoli mas si o pezzi di roccia esistenti nelle immedia te vicinanze. Se invece si abita in pianura è bene servirsi di sassi di fiume, piuttosto grossi, levigati dalla corrente e di vario colore.
    E importante evitare l’uso dei conglomerati, ossia di rocce formate da un impasto di tipo cementizio in cui è incorporata della grossa ghiaia. È anche sconsigliabile il tufo che tal volta è così ricco di anfrattuosita da sem brare finto e che si rivela piuttosto difficile da sistemare.
    Ad ogni modo, è bene tener presente che l’uso di blocchi di roccia troppo piccoli ge nera solo confusione.

    È necessario anche poter disporre di un buon numero di lastre di pietra o di sassi di forma piatta per creare alcuni gradini utili a trattenere il terriccio e ad ancorare perfettamente le piante per impedire che al primo acquazzone tutto frani miseramente riducen dosi a un solo e informe ammasso.
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    Tanto per indicare una misura approssimati va, possiamo dire che la roccia più piccola non deve essere inferiore ai 20-30 cm di diametro; il massimo è calcolabile soltanto in virtù dell’ampiezza totale della roccaglia.
    Quando ci si appresta a realizzare un giardino roccioso per prima cosa è bene stabilire con precisione l’orientamento, tenendo conto che la costruzione acquista sfumature e chia roscuri assai suggestivi se sole e ombra possono giocarvi un ruolo determinante.
    A tale scopo
    è infatti errato porla in pieno so le o in assoluta ombra, è meglio cercare una posizione intermedia: Ovest o Nord-Est.

    Delimitato lo spazio da attrezzare a rocciato, è opportuno zappare in profondità il terreno, almeno a una trentina di cm, e liberarlo da ogni radice o erbaccia. Quindi bisogna mescolare alla terra un po’ di sabbia gros solana e coprire il suolo con uno strato di ghiaia di almeno 10 cm. Su questo strato si deve porre terra mista a 1/3 di sabbia gros solana per altri 10 cm, pressando bene il tutto con il piede per creare un piano di appoggio solido, in modo che non si verifichino cedimenti di sorta, neppure in caso di piogge prolungate o di eccessive annaf fiature.
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    Dopo queste prime considerazioni su giardini rocciosi e rock garden si può definire, a grandi linee, la futura struttura della roccaglia, sia in estensione che in al tezza.
    Per far ciò, si cominci col porre alcuni massi abbastanza grossi ai punti estremi dello spa zio prescelto
    la roccaglia non deve mai ave re forma geometrica ma, piuttosto, un anda mento impreciso, « a macchia d’olio ».

    Poi, nel luogo in cui il rock garden deve raggiun gere la sua massima altezza, bisogna costrui re un monticello di pietre o detriti, assestan do il tutto molto bene e fissando le rocce con terra pressata o addirittura con un po’ di cemento. Sopra l’improvvisato monticello trova posto il solito masso che segna il pun to da cui la roccaglia deve digradare dolce mente sino all’altezza dei massi precedente mente disposti e che si trovano quasi a livel lo del suolo.
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    La forma del rocciato verrà determinata dal l’aggiunta di una ventina di cm di terra mista a sabbia grossolana e a qualche man ciata di ghiaia, e infine da uno strato di terriccio, la cui composizione varia secondo il tipo di piante che si desidera coltivare. Quando il terriccio è stato ben pressato, si può procedere alla sistemazione delle rocce affondando ogni masso nella terra per buona metà del volume o anche per tre quarti, in fatti se la parte sassosa è troppo evidente, la roccaglia assume un aspetto freddo e in naturale
    Ogni tanto, e soprattutto nelle zone di mag gior pendio, è indispensabile scavare in profondità e inserire parallelamente al suolo una lastra di pietra per creare una serie di mensole su cui la terra si appoggia forman do delle tasche che sono l’ideale per ospi tare le specie a portamento ricadente.
    È evidente che costruire una roccaglia non è facile e che al primo tentativo può assumere un aspetto eccessivamente gibboso o troppo piatto. In tal caso non rimane che corregge re i punti meno riusciti, togliendo un masso qui o aggiungendo un po’ di terra o una la stra di pietra altrove.
    Quando tutto sembra perfetto (o quasi) e la terra è stata ben pressata in ogni valletta o ripiano si può procedere alla messa a dimo ra delle piantine scelte in precedenza.
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    Prima di decidere quali piante utilizzare per il nostro rock garden è bene fare qualche considerazione sul clima e sulla piovosità del luogo per compensare eccessi o carenze di umidità atmosferica in relazione alle necessità delle piante, predisponendo l’uso di terra più o meno assorbente.
    Per esempio, se nella zona il clima è molto asciutto e si intende creare un giardino roccioso di tipo alpino con piante che esigono umidità, è necessario che la terra di impianto sia molto coibente, ossia trattenga una discreta percentuale di acqua. Questa caratteristica si ottiene con l’aggiunta di circa 1/3 di torba alla terra normale.
    Se invece si intende coltivare piante di tipo mediterraneo e, pur essendo in una regione meridionale, ci si trova in una zona dove piove di frequente, bisogna mescolare la terra a 1/3 di sabbia, elemento che favorisce il rapido deflusso dell’acqua.





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    È evidente che le singole piante devono essere curate come se fossero coltivate normalmente in aiuola o in vaso, ma è bene tener presente che la roccaglia esige nel suo insieme un’attenzione costante e quindi cure particolari, che possono essere così sintetizzate:
    le annaffiature non devono mai essere somministrate contemporaneamente su tutta la roccaglia, usando la canna da innaffio; infatti in tal modo, si correrebbe il rìschio di scalzare le piante non ancora ben radicate e di annaffiare in modo eccessivo anche gli semplari che richiedono acqua in dose ridotta. La cosa migliore è annaffiare il rock garden con l’annaffiatoio munito di tappo forato;

    le irrorazioni devono essere praticate di frequente, meglio se giornalmente, servendosi di un vaporizzatore per fornire la necessaria umidità al fogliame ricreando, per quanto possibile, le condizioni climatiche congeniali alle pianticelle alpine o alle specie che vegetano spontaneamente sulle rocce a picco sul mare; quelle fatte con stimolante ormonico sono preziose per favorire lo sviluppo di questa o quella specie e quindi ottenere particolari effetti decorativi;

    le concimazioni sono indispensabili per ottenere fioriture abbondanti e folti cuscini di verde; devono essere praticate con prodotti solubili, di natura minerale oppure organica, da sciogliere nell’acqua delle annaffiature; sono inoltre utili periodiche somministrazioni di solfato di ferro per mantenere un bel colore verde intenso al fogliame e impedire l’insorgere di fenomeni di clorosi;

    la pulitura del rock garden deve essere frequente, tagliando e sfoltendo, eliminando foglie secche e portasemi, accorciando rami e rametti, per evitare che le corolle sfiorite o gli steli troppo allungati tolgano bellezza e grazia al delicato contrasto dei sassi con i fiori e la tappezzante superficie del muschio e della Sagina subulata (erba ideale per le roccaglie in ombra, mentre per le altre si consiglia la Dichondra repens). Infatti, la roccaglia deve presentarsi sempre perfetta, senza tasche vuote o esemplari invadenti.
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    BECCO DI GRU




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    Il becco di gru, o becco di airone (Erodium cicutarium), è una pianta appartenente alla famiglia delle Geraniaceae che cresce spontanea ai margini delle strade prestandosi allo stesso tempo alla coltivazione in vaso e nei giardini rocciosi; ha altezza variabile da 8 a 60 cm e può quindi essere usata anche per creare tappeti erbosi che fioriranno tra marzo e ottobre. Il becco di gru però non è sempreverde e perde la parte aerea durante i mesi più freddi dell’anno. I fiori sono piuttosto piccoli di colore rosa-lilla.
    Quanto alle cure colturali, il becco di gru esige di essere coltivato in un luogo luminoso, meglio se in pieno sole; è una pianta piuttosto resistente sia al freddo che al caldo e non ha grandi esigenze idriche: basta annaffiarla sporadicamente ( 2-3 bicchieri d’acqua una volta ogni quindici giorni saranno sufficienti) aspettando che il terreno sia asciutto tra una bagnatura e l’altra.

    Il terreno ideale per la coltivazione in vaso deve essere ben drenato; è possibile concimarlo in primavera aggiungendo, ogni 20-25 giorni, un concime specifico per piante da fiore all’acqua delle annaffiature. In alternativa è possibile, ogni 3-4 mesi, mescolare al terreno un concime granulare a lenta cessione. Tenete conto però del fatto che il becco di gru, originario del bacino mediterraneo, è stato naturalizzato con successo nelle zone desertiche della California.
    Noto con il nome di Filaree rientra infatti fra i rimedi fitoterapici che vanno sotto il nome di Fiori californiani ed è indicato per alleviare i disagi di chi si preoccupa eccessivamente delle piccole cose di ogni giorno e non riesce ad avere una visione più ampia della vita.
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    Cortaderia (erba della Pampas)

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    Le cortaderie sono piante molto ornamentali, specialmente quando le loro infiorescenze piumose argentee si trovano su uno sfondo scuro. E’ una pianta adatta per bordure miste e per formare gruppi in mezzo ai prati.
     
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