ALBERI e ARBUSTI DA FRUTTO e a volte ....

PESCO, CILIEGIO,PERO, ALBICOCCO ECC

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  1. gheagabry
     
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    OLIVELLO SPINOSO



    La particolare denominazione deriva dal suo tronco, che presenta delle spine. Il nome botanico, Hippophae rhamnoides deriva dal greco "Hippo" che significa cavallo e "phao" che significa "io uccido", questo perchè si riteneva in modo errato che i frutti della pianta fossero tossici.
    l genere Hippophae è presente in una vasta area che va dall'Europa all'Asia, includendo Cina, Mongolia, India, Nepal, Pakistan, Russia,Italia, Inghilterra, Francia, Danimarca, Olanda, Polonia, Romania, Finlandia, Svezia e Norvegia. Più del 90%, circa 1.5 milioni di ettari si possono trovare in Cina, dove la pianta viene impiegata per conservare acqua e terra.[1. L'arbusto raggiunge 0.5–6 m di altezza, e raramente arriva fino a 10 m nell'Asia centrale in zone asciutte e sabbiose. Sono resistenti al sale nell'aria e nella terra, ma richiedono abbondante sole per una buona crescita e non sono adatte a luoghi in ombra vicino ad alberi.
    La Hippophae più diffusa è l'Olivello Spinoso che si estende dalle coste dell'Atlantico dell'Europa fino ad attraversare la zona nord est della Cina. Nei paesi dell'Europa occidentale si trova soprattutto confinata nelle zone costiere dove il sale proveniente dal mare non permette ad altre piante più grandi di competere con loro per il territorio. Nell'Asia centrale si trovano distribuite in zone con un clima arido e semi-deserto dove altre piante non riescono a sopravvivere. Nell'Europa centrale ed in Asia si trova anche in una zona subalpina, fino a 1500 m, dove è possibile trovare la Linea degli alberi sulle montagne ed altri luoghi soleggiati come agli argini dei fiumi.


    Quasi nessuno lo sa: l’olivello spinoso (Hippophae rhamnoides L.) non è pianta tipica delle nostre regioni, e non fa parte della macchia mediterranea come il nome potrebbe suggerire. Non troviamo citazioni nella letteratura antica, ma Linneo, proprio lui, il famoso classificatore, riportava come dal succo concentrato delle bacche i popoli nordici preparassero una salsa da accompagnare al salmone.

    Riconoscere l’olivello spinoso è piuttosto facile. Le bacche di colore arancione non possono essere confuse. Persistono lungamente sui rami spogli durante la stagione invernale. Non tutti gli individui portano frutti perché si tratta di una pianta a sessi separati. I fiori, molto precoci e ad impollinazione anemofila, sono poco appariscenti. Le foglie sono quasi sessili e questo, insieme alla geometria dei rami, contribuisce a conferire alla pianta un aspetto quasi primitivo comune a molte piante pioniere. Sono lineari e lanceolate, di colore verde nella lamina superiore e di colore argento in quella inferiore. Cadono in concomitanza con la maturazione dei frutti. La corteccia dei rami rigidi, spinosi e intricati è di colore grigio argento, quella del tronco è chiara.
    Ama i luoghi soleggiati e prospera lungo le scarpate, i terreni franosi, i margini delle strade fino a quando non viene dominata dall’arrivo delle latifoglie. Abbastanza rara nel sud della penisola può essere trovata al nord fin verso i 1.500 metri d’altezza.

    L’olivello spinoso potrà esserci d’aiuto anche quando vorremo tingere tessuti con coloranti naturali. Le parti da impiegare sono le foglie e i rametti per ottenere tinte dal nocciola dorato al marrone rosato. Il succo delle bacche era utilizzato in passato per dare lucentezza al mantello dei cavalli.


    La vera particolarità sono indubbiamente le bacche, che rimangono sui rami per tutto l'inverno e che potrebbero essere assunti come medicina contro i malanni di stagione visto il loro elevato contenuto di Vitamina C, ma anche Vitamina A, E, P e numerose altre del gruppo B se non fossero così acidule. Inoltre possiedono numerosi flavonoidi e diverse sostanze minerali, come ferro, calcio, magnesio e rame. Sicuramente è meglio ingerirle tramite sciroppi o decotti che, pur conservandone le proprietà terapeutiche, ne camuffano in parte lo sgradevole sapore. Basti pensare che un tempo erano utilizzate nelle vigne, per tenere lontani "i morsi degli animali e la mano degli uomini", come ci racconta la tradizione. E quando il noto illuminista francese Jean Jacques Rousseau, esperto naturalista, scrisse "Sogni di un solitario passeggiatore", raccontò di aver mangiato delle bacche di olivello spinoso così amare da temere che fossero mortali. Eppure le proprietà di questi frutti sono numerose e davvero sorprendenti. In Europa settentrionale erano note da tempo le virtù terapeutiche delle "olivelle". Nella seconda metà del Cinquecento un medico tedesco ne prescrisse l'uso contro il mal di mare e i disturbi allo stomaco, perchè capaci di togliere la sete e di svolgere un effetto purgante. I Paesi Scandinavi conoscevano ed usavano tali bacche già secoli prima, non solo nella medicina popolare, ma anche in cucina, dove venivano impiegate nella preparazione di marmellate, di composti di frutta secca con miele e di condimenti, conservandole, in quest'ultimo caso, sotto sale o aceto.
    “L’alimentazione del popolo in tempo di guerra” è il titolo del volume del Prof. A. Herlitzka che ci illustra le virtù alimentari dell’olivello spinoso, non è possibile trovarlo perché quando fu pubblicato costava soltanto 10 centesimi, di lira e non di euro, per dare un’idea di quanto può essere vecchio.
    I tedeschi nella guerra del 15-18 fecero incetta di bacche lungo le rive del fiume Piave da distribuire alla truppa come energetico. La scelta si rivelò una scelta felice perché gli studi successivi confermarono questa valenza e l’interessantissimo apporto di vitamina C.
    I frutti sono ricchissimi di vitamina C e, ancora più importante, sono privi dell’enzima che porta alla degradazione dell’acido ascorbico. La naturale acidità, un pH inferiore a 3, contribuisce a proteggere questo prezioso componente presente in una concentrazione quattro volte superiore a quella del limone.
    (dal web)
     
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118 replies since 13/2/2011, 11:34   75777 views
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