ALBERI e ARBUSTI DA FRUTTO e a volte ....

PESCO, CILIEGIO,PERO, ALBICOCCO ECC

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  1. gheagabry
     
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    Il MANDORLO


    Il mandorlo (detto anche: Amygdalus communis L.; Prunus amygdalus Stokes; Prunus communis) è un albero appartenente alla famiglia delle Rosacee, ordine delle Rosales,genere Amygdalus.
    Si distingue dal pesco per il maggiore sviluppo vegetativo e si caratterizza per la sua longevità: spesso, il mandorlo supera, in ottime condizioni, il secolo di vita. Resta comunque una pianta a medio sviluppo che non supera quasi mai i 10m di altezza ed il cui tronco presenta un diametro che, talvolta, può raggiungere la decina di decimetri. Il portamento dei rami può variare notevolmente: dalle piante che presentano rami aperti, a quelli praticamente pendenti fino alle piante con rami perfettamente dritti ed eretti. Le foglie, lucide nella parte superiore ed opache in quella inferiore, sono di un bel verde intenso, leggermente seghettate e lanceolate.
    La fioritura è precoce, addirittura prima di quella dell'albicocco, e precede anche la nascita delle foglie. In Italia, la fioritura ha inizio, a seconda delle zone, tra la seconda decade di gennaio ed i primi giorni di aprile.
    Il frutto del mandorlo, di forma ovoidale, è, ovviamente, la mandorla; anche se, sarebbe meglio definirla non il frutto, bensì il seme della pianta. Sono delle drupe contenute in un esocarpo carnoso, dal colore verde pallido e leggermente peloso; l'endocarpo, invece, quello che noi conosciamo come 'guscio', è legnoso e di consistenza varia. Il seme all'interno è ricoperto da una sottile membrana semicoriacea e, di solito, si presenta come seme solitario, anche se non sono rari i casi in cui si possono trovare due semi all'interno dello stesso guscio.
    Le radici della pianta, che si adattano molto facilmente ai più diversi tipi di terreno, possono raggiungere anche una notevole profondità ed un grande sviluppo se si trovano in un terreno ricco ed ospitale.
    A seconda delle caratteristiche del suo seme, i mandorli si distinguono nelle seguenti varietà: amara, i cui semi risultano, appunto amari e tossici per la presenza dell'amigdalina .. dulcis, è forse la varietà più coltivata poiché i suoi semi sono largamente utilizzati in molte preparazioni: preparazione di piatti salati, preparazione di dolci ed estrazione dell'olio di mandorla utilizzato in cosmetica ...fragilis, presenta il seme dolce ma, a differenza delle varietà precedente, l'endocarpo non è legnoso.

    ...la storia....


    Il mandorlo è una pianta dal passato affascinante e dalla storia veramente molto antica; basti pensare che, nelle regioni del mediterraneo, viene coltivata con successo da oltre tre millenni. Eppure le sue origini sono tanto antiche quanto lontane: sembra, infatti, che questa pianta sia originaria delle regioni dell'Asia Centrale o Occidentale e che, marginalmente, possa trarre origine anche dai territori dell'attuale Cina. Queste piante, ovviamente selvatiche, sono state addomesticate ed i frutti, che originariamente contenevano l'amigdalina (che si trasforma nel mortale acido cianidrico), furono resi commestibili grazie alle straordinarie capacità degli agricoltori. I primi esempi di mandorli domestici appaiono già nella prima parte dell'Età del Bronzo (dal 3000 al 2000 a.C.), dato che possiamo riferire cojn una certa sicurezza in quanto alcuni frutti, ritrovati nella tomba del faraone Tutankamon, risulterebbero essere proprio delle mandorle, molto probabilmente importate dall'oriente. L'espansione del mandorlo nel bacino del mediterraneo, comunque, è ancora incerta o, meglio, viene contesa tra due popolazioni: Greci e Fenici. Quello che, per certo, possiamo dire è che, prima fra tutti, ad ospitare sul suo territorio questa meravigliosa pianta, fu la Sicilia. Anche qui però esistono due versioni discordanti poiché molti autori affermano che in questa regione esistessero già delle specie, amare, di mandorlo spontanee.
    (mandorlo.it)

    ...miti, leggende e simbolismo...


    I fiori di mandorlo sono i primi a sbocciare in primavera, talvolta nel tardo inverno, e per questo simboleggiano la speranza, oltre che il ritorno in vita della natura ma, sfiorendo nell’arco di un breve lasso di tempo, rappresentano anche la delicatezza e la fragilità. Hanno ispirato miti e leggende, promosso la nascita di tradizioni, diffuso parole sacre, cultura e folclore, che affondano le radici in tempi lontani nell’area geografica a clima mediterraneo in cui la pianta è coltivata. La fioritura precoce sul ramo di mandorlo appare come un segnale di rinascita al profeta Geremia, nella Bibbia; nell’Esodo, Dio indica a Mosè di prenderne i fiori a modello per forgiare l’oro con il martello in modo da ottenere l’antico candelabro ebraico (Menorah) a sette bracci. Nel testo biblico dell’Ecclesiaste, i fiori di mandorlo sono l’emblema di quanto la vita scorra velocemente fino all’invecchiamento. Entro poco più di una settimana mutano di tonalità dal bianco rosato al bianco candido prima di cadere dai rami. L’interpretazione del versetto è duplice: i petali bianchi rappresentano i capelli canuti oppure la vigilanza che accompagna la vecchiaia.

    Nella mitologia greca, il mandorlo è collegato all'attesa del compimento di una speranza e della costanza. Diverse sono le versioni tramandate attorno alla vicenda della principessa Fillide (o Filli), figlia di Sitone, re della Tracia, trasformata in un mandorlo spoglio dalla dea Atena, per compassione, dopo essersi uccisa per il dolore temendo d'essere stata abbandonata da Demofonte (o Demofoonte, o suo fratello Acamante, o Acamante, figlio di Antenore e di Teano), figlio di Teseo e di Fedra, il quale non era ritornato da lei nel tempo stabilito per le nozze. L'albero rimase spoglio e sterile fino a quando l'eroe non ritornò in Tracia e venne a conoscenza del tragico destino di Fillide. Allora egli andò ad abbracciare il mandorlo piangendo e le sue lacrime di pentimento si trasformarono in una nube di candidi petali che adornarono i rami della pianta, che così finalmente fiorirono, ma rimasero privi di foglie, come poi continuò a succedere all’annuncio di ogni primavera. Quest'antica epopea greca di Fillide venne ripresa da Ovidio nell’opera erotico-mitologica intitolata ‘Eroidi’ (Heroides), composta tra il 25 a.C. e il 16 a.C., pubblicata tra l’8 a.C. e il 5 a.C. Si trattava di una raccolta di 21 lettere poetiche immaginarie, d'amore e di dolore, tra le quali 15 scritte da eroine abbandonate dai loro innamorati o mariti, tre da eroi con abbinate le tre risposte.
    Questa commemorazione di Ovidio venne ripresa dallo scrittore e poeta inglese Geoffrey Chaucer (circa 1343-1400) nel poema epico dal titolo ‘La Leggenda delle donne virtuose’ (The Legend of Good Women), nel quale narrò in forma onirica la tragica storia di Fillide, oltre a quella di altre protagoniste storiche e mitologiche rattristate per essere state lasciate dall’amato. Nel 1882, Fillide e Demofonte vennero rappresentati nella loro speranza appagata, abbracciati e nudi, davanti a un albero di mandorlo fiorito, nell’olio su tela dal titolo 'L'albero del perdono' (The Tree of Forgiveness), dipinti dall’inglese Edward Coley Burne-Jones (1833-1898), uno dei migliori Preraffaelliti in Inghilterra. L’opera, di notevole potenza espressiva, fu anticipata da un acquerello nel 1870, nel cui retro comparivano citate le ‘Eroidi’ di Ovidio.

    I fiori di mandorlo ispirarono anche più di una decina di quadri al pittore olandese Vincent van Gogh (1853-1890). Uno dei più famosi fu l’olio ‘Ramo di mandorlo in fiore’, dipinto a Saint Remy de Provence prima di morire, in occasione dell’annuncio della nascita del nipote Vincent Willem, figlio di suo fratello Theo. La posizione dei fiori e la precisione delle linee indicano che fonte di ispirazione per il pittore impressionista fu l’arte dell’incisione giapponese, mentre il soggetto simboleggia l’affacciarsi di una nuova vita.
    (giadinaggio.net)
     
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118 replies since 13/2/2011, 11:34   75777 views
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