PINTURICCHIO

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  1. tomiva57
     
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    La Libreria Piccolomini è un ambiente monumentale della cattedrale di Siena. Situata lungo la navata sinistra, prima del transetto, fu fatta costruire nel 1492 dall'arcivescovo di Siena, cardinale Francesco Piccolomini Todeschini (poi papa Pio III) per custodire il ricchissimo patrimonio librario raccolto dallo zio papa Pio II. Tra il 1502 e il 1508 circa venne completamente affrescata da Pinturicchio e aiuti, tra cui erano presenti il bolognese Amico Aspertini e il giovane Raffaello Sanzio.
    Il cardinal Francesco, vescovo di Siena, ricavò dal 1492 al 1502, in alcuni ambienti della canonica adiacenti al fianco sinistro del Duomo, un'aula destinata ad accogliere le preziosissime raccolte librarie dello zio, umanista e pontefice, Enea Silvio Piccolomini, scomparso nel 1464.
    La decorazione pittorica della Libreria, definita come uno dei massimi cantieri pittorici aperti in Italia agli albori del XVI secolo, venne affidata al Pinturicchio, pittore umbro che all'epoca era all'apice della fama, dopo i suoi successi alla Curia romana. Il contratto venne stipulato il 29 giugno 1502 ed è uno dei rari casi di contratti rinascimentali di grandi cicli pittorici che ci sia pervenuto: venne pubblicato da Gaetano Milanesi come allegato al suo commento alla Vita di Bernardino Pinturicchio di Vasari. Vi si legge ad esempio come la volta dovesse essere vivacemente decorata con "grottesche", un motivo relativamente nuovo nel panorama artistico, e come le pareti dovessero contenere dieci storie della via di Pio II; Pinturicchio inoltre era "tenuto a fare tutti li disegni delle istorie di sua mano in cartoni et in muro, fare le teste di sua mano tutte in fresco, et in secho ritocchare et finire infino a la perfectione sua".
    Entro il 1503 doveva essere stata completata la prima fase, con la volta e la griglia architettonica alle pareti: in quella data il committente venne eletto papa come Pio III e in quelle decorazioni il suo stemma compare ancora col cappello cardinalizio. Entro tale data dovevano essere pronte anche le due grandi vetrate. Il papa morì appena dieci giorni dopo, il 10 ottobre, facendo interrompere i lavori. Il pittore si dedicò così ad altri incarichi, restando però a Siena
    Le storie di Pio II vennero riprese solo intorno al 1505, probabilmente con un nuovo contratto sottoscritto dagli eredi, del quali però non esiste traccia. Nel 1507 l'impresa dovette essere terminata, se in quella data il pittore iniziò ad accettare altre commissioni dall'Umbria, pur restando nella città toscana. Tra i numerosi garzoni impiegati nell'impresa dovettero esserci anche il poi noto pittore bolognese Amico Aspertini e il giovane Raffaello, che testimoniano la rilevanza dell'impresa, vero e proprio crocevia artistico dell'Italia centrale di quegli anni.
    In ogni caso i pagamenti si susseguirono ancora per un paio d'anni. Il tema della Libreria costituì un programma iconografico insolito all'aprirsi del Cinquecento. Da un lato esaltava la legittimità del potere papale, messa in discussione con violenza poco prima da Savonarola, da un altro esaltava il casato dei Piccolomini nel suo più illustre esponente.
    ( Da http://it.wikipedia.org/wiki/Libreria... )
     
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5 replies since 12/2/2011, 11:09   1971 views
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