Enrico VIII, è il sesto album di Enrico Ruggeri, pubblicato nel 1986 dalla CGD. Contando anche i due album incisi con i Decibel, si può considerare l'ottavo, come suggerisce il titolo stesso.
Il disco
Primo album di Ruggeri a raggiungere la Top 20, ne consolida la popolarità, alla vigilia della vittoria al Festival di Sanremo 1987 che gli varrà la consacrazione a cantautore di rilievo.
Il brano di punta scelto inizialmente è stato Il portiere di notte che sarà ripreso da Mina nel 1990.
Le due anime del rocker e dello chansonnier, con una leggera prevalenza di quest'ultima, convivono in questo lavoro, le cui tematiche si riferiscono in modo particolare a filosofie e ricordi su materie sentimentali, che prevalgono sui discorsi diretti. Inizialmente pubblicato su vinile con nove pezzi, ne contiene un decimo (La partecipazione) nella versione CD, mentre la versione includerà anche i cinque pezzi del precedente Difesa francese, inseriti nel mezzo pur mantenendo questi l'ordine originario.
Con la memoria è la versione italiana (tradotta dallo stesso Ruggeri) di Foreign Affairs di Tom Waits: il testo tradotto ricalca le parole originarie: già inciso con Mimmo Locasciulli nel 1985 come lato B di Confusi in un playback.
La carta sotto si riferisce alla quinta carta della telesina, che il giocatore tiene nascosta.
Non finirà era già stato incisa nel 1984 da Loredana Bertè nell'album Savoir faire
Vai Rrouge, pubblicato nel 1987, è un album dal vivo del cantautore Enrico Ruggeri.
Il disco
Album dal vivo, testimonianza della tournée teatrale del 1987 accompagnato dall’orchestra filarmonica di Alessandria. È un Ruggeri in grande spolvero dopo il successo a Sanremo con Tozzi e Morandi. La versione su vinile (con due brani in più rispetto al CD) e quella su MC (con un brano in più rispetto al CD) erano pubblicate come doppio album, la versione su CD uscirà in versione singolo.
Di questo tour esiste testimonianza anche in una videocassetta Enrico VIII tour pubblicata nello stesso anno. A mia moglie cover di un brano di Charles Aznavour era presente nella versione studio nell’edizione in compact disc di Tutto scorre. "Quello che le donne non dicono" era il brano scritto da Ruggeri con cui Fiorella Mannoia aveva partecipato al Festival di Sanremo di quell’anno vincendo il Premio della critica. Qui di fatto canta solo Fiorella, tranne il primo verso col quale Enrico la introduce ("VI fanno compagnia... parole che restano con VOI"). Si può dare di Più era il brano con cui Ruggeri aveva vinto il Festival di Sanremo del 1987 insieme a Gianni Morandi e Umberto Tozzi. La canzone della verità (qui cantata dal solo Ruggeri) era il lato B del 45 giri Si può dare di Più, anch'esso cantato inizialmente a tre voci.
« Lo sguardo fatto di poesia, e quella sua malinconia, e quella timidezza dava una tenerazza strana » (Marta che parla con Dio - Enrico Ruggeri)
La parola ai testimoni è un album del 1988 di Enrico Ruggeri.
Il disco
In copertina sono presenti delle persone con dei bagagli, come in posa per una foto, circondati da una cornice in cui compare il nome di Ruggeri e il titolo dell' album. Le persone, in ordine da sinistra a destra (tranne le ultime due che sono sedute ai piedi delle penultime due), sono: una donna di mezza età, una donna vestita da prostituta seduta sui bagagli, un vecchio barbuto che legge il giornale, due transessuali, un ragazzo vestito come Elvis Presley e una giovane donna che indossa dei vestiti rétro. Leggendo i testi delle canzoni, si possono trovare analogie con le persone qui raffigurate.
Il brano Inutile canzone è incluso solo su MC e CD. Il brano Giorni randagi è incluso solo su CD, dopo che fu pubblicato come 45 giri e, nello stesso anno, nella colonna sonora del film omonimo. Del brano Marta che parla con Dio fu incisa una nuova versione su La vie en rouge e la stessa versione fu inserita in Cuore, muscoli e cervello.
La signora del tempo che vola
Le autostrade dissestate, coi pericoli che hanno, avvicinano città che rimangono sfiorate dalle macchine, che vanno in apparente libertà. Com'è lunga questa notte;ci fermiamo per un'ora, ma non spegnerò il motore per nascondere il rumore del domani che verrà. Le parole sussurrate e i discorsi che si fanno mi riducono l'età, le tue gambe accavallate con le incognite che hanno mi hanno trattenuto qua. Com'è breve questa notte;questa notte si colora. Non cancellerò il ricordo di un amore così sordo a quel futuro che verrà. Con i tuoi occhi sarai la signora del tempo che vola, con la tua bocca sarai la regina del tempo che va. Qualche minuto di fantasia, poi andremo via. Ogni momento può avere un momento di poesia. Mentre il trucco si scompone tra la giacca e le poltrone perché trucco più non c'è e scoprendo la penombra son sicuro che mi sembra di vedere solo te. Com'è chiara questa notte, questa notte che ci sfiora. E se l'alba adesso viene, questo gioco ci trattiene dal futuro che verrà. Con le tue mani sarai la signora del tempo che vola, con il tuo cuore sarai la regina del tempo che va. Qualche minuto lasciato a noi, ce ne andremo poi; questo è il momento di avere il momento che adesso vuoi. Con le palpebre chiuse dalla voglia che hai, beviti il cielo, prenditi ciò che sai. Con i tuoi occhi sarai la signora del tempo che vola, con la tua bocca sarai la regina del tempo che va. Qualche minuto di fantasia, poi andremo via. Ogni momento può avere un momento di poesia
Marta che parla con Dio
Lo sguardo fatto di poesia e quella sua malinconia e quella timidezza, dava una tenerezza strana. Dietro alle tende c'era lei più consapevole che mai, che si stava innamorando senza sapere quando e come. Mentre passava lo guardava con il cuore impazzito: se l'amore non è ricambiato diventa follia. E per la strada lo cercava come fosse un bambino. Se l'amore consuma vicino è un amore che dura di meno: l'amore ha bisogno di spazio, l'amore respira, l'amore va via. Girano i giorni e il calendario come dei grani di un rosario; lei lo seguiva ancora come la luna con l'aurora. Come la luna tramontava alla luce del giorno, certi amori non hanno ritorno e non muoiono mai. E nella notte lo vedeva come fosse un miraggio. Cercava di mettersi in viaggio, raggiungerlo e fargli coraggio ma l'amore ha bisogno di fiato: l'amore respira, l'amore va via. E Marta conserva una fotografia, Marta prepara un caffè, Marta raccoglie i pensieri e li tiene con sé. Marta coltiva una rosa per lui, Marta che vive a metà, Marta che adesso sorride e domani chissà. Marta con tutto quel mare che c'è, Marta che parla con Dio, Marta che scivola piano e si sente il fruscìo
Le luci della sera
Le ragazze innamorate hanno l'anima che spera, sono sempre affascinate dalle luci della sera, hanno ancora molta fretta, troppa voglia di andar via, con un'anima che aspetta; nelle tasche ancora una fotografia. E una canzone da cantare prima di mettersi il vestito. Lasciano il tempo che è passato, hanno dentro l'infinito che qualcuno prenderà, che qualcuno stringerà. Le ragazze intimorite dalle incognite future, leggerissime ferite, percettibili paure, solitudini taglienti e una certa fantasia, nei quaderni e nelle menti hanno scritto ancora un'altra poesia. C'è una canzone da cantare dentro allo stomaco e nel cuore, come una mano di colore che ravviva quel grigiore, che migliora la realtà e la quotidianità. Le ragazze son cambiate grazie a una matita nera, molte sono già partite nelle luci della sera, c'è qualcuno che le cerca per portarle via con sé, ma la cosa non è certa: è una donna e non sappiamo più dov'è. C'è una canzone da ballare e il vecchio gioco degli sguardi. Faremo finta che sia tardi, le daremo prati verdi e quest' angolo di noi. C'è una canzone da cantare per noi che stiamo ad osservarle, che non riusciamo a trattenerle, non sappiamo come amarle ma cantare, quello sì; ma cantare, questo sì
Tango delle donne facili
Jeanine, quando ti ho dato il mio sorriso non hai chiesto se fosse amore o solamente il mio pretesto per tardi in mezzo a quei capelli tuoi. Michelle, quando ti ho detto che partivo non hai pianto, ma mi hai sorriso mentre andavo incontro al vento; avevo l'aria di chi non ritorna più. Marie, il tempo passa e non mi scordo più di te, quando dicevi "vieni a prendere un caffè", quando parlavi e non mi contraddivi mai. Quanti letti da rifare, quante scuse da inventare. Quanti fuochi con la paglia nelle notti di battaglia: notti languide con le femmine che ci fanno compagnia. Tango delle donne facili, che fanno divertire, ed occupano strofe di canzoni; che la mattina vanno via e non ci lasciano una scia. Tango, per ogni donna che per un minuto è stata mia. Jojo, quando ti ho detto che l'amavo mi hai capito e mi hai nascosto che l'orgoglio era ferito; sarebbe stato meglio andare via con te. Isabelle, passano gli anni e ti vorrei avere qui, resuscitare quella storia che finì, sentire il caldo che mi davi solo tu. Quante sere trasgressive tra due mani comprensive. Forse un giorno torneranno quelle notti da tiranno: notti languide con le femmine che ci fanno compagnia. Tango delle donne facili, che sanno come fare e riempiono la vita di sapore. Bevo alle loro performances, alla malizia delle avances. Tango, per ogni donna che mi ha mandato in trance. Tango delle donne facili, che fanno divertire, ed occupano strofe di canzoni; che la mattina vanno via e non ci lasciano una scia. Tango, per ogni donna che per un minuto è stata mia. Tango, per ogni donna che ha voluto essere mia
Piccola illusione
Stavano lì, poi scapparono subito; era lui che voleva ma non osava poporglielo. Fuori città solo i grilli parlavano, si tenevano stretti e le tempie battevano. Si piacevano tanto, si capivano a stento nella loro ansietà. Sono sul punto di dire 'Si amavano già'. Dalla terra avvelenata per le malattie, videro una stella che guardava loro due, scelsero una luce e ne seguirono la scia: piccola illusione testimone della loro fantasia. Nascono qui e da qui si allontanano, in momenti così le promesse si sprecano. Non sono più due persone che sperano, ma solo due solitudini che si avvicinano. Non sappiamo di quanto, dipende dal vento e dal senno di poi. Lei prese un plaid per dividerne un lato con lui. Soli con un briciolo di sensazione in più, presero una stella e la rimisero lassù. Colsero una rosa ma una spina li ferì: piccola illusione testimone di un amore un po’ così. Stanno camminando per seguire la realtà e spesso qualche stella sente il peso dell'età. Ma dicono che dopo spenta illumini di più: piccola illusione sotto a un cielo trasformato in abat-jour
Giorni randagi
Partono da qui tutte le macchine che stanno andando via, incontro alla città. Parlano così, hanno la voce di chi cerca compagnia e non la troverà. Per una storia che comincia, c'è una canzone senza te, in una notte di provincia che ci moltiplica i perché per una donna che non c'è. Giorni randagi e malattie, dentro alle stesse fantasie. Giorni randagi e libertà, giorni di curiosità. Non rimango più: adesso che ho guardato in fondo questo mondo fugge via e forse lo raggiungerò. E non mi fermo più, non lo tiro il freno a mano che va piano dove va, se nessuno ti da il tempo di parlare con il vento o di vivere metà. Giorni randagi, giorni in più e nella notte sempre tu. Giorni randagi, resta qui; prendimi ancora così Ed ogni storia è già scontata, nasconde molte poesie. Una persona innamorata coltiva piccole manie, anche se cambiano le idee. Giorni randagi, giorni no e pomeriggi che non so. Giorni randagi in libertà, giorni di curiosità. Giorni randagi, giorni in più e nella notte sempre tu. Giorni randagi, resta qui; prendimi ancora così. Giorni randagi e malattie dentro alle stesse fantasie. Giorni randagi in libertà…
Lettera dal fronte
Oggi arriva la posta e domani c'è doppia razione. Non sai quanto mi costa aspettare notizie, pregando che siano buone. Mi hanno dato una nuova coperta e riusciamo anche a farci un discreto caffè. Cinque centesimi, un foglio di carta; sto bene e così spero di te. Ta-pum…… Stanotte montavo di guardia e ho visto una stella cadente. Mi sembra ci fosse una lacrima sul volto del signor tenente e i crucchi cantavano piano a trecento metri da me. Vorrei che tu fossi vicino; sto bene e così spero di te. Ta-pum….. La pioggia mi è entrata nel cuore scendendo fino agli scarponi, ma noi non abbiamo timore dei lampi seguiti dai tuoni. Ma quando mi sdraio per terra con tutto quel fango che c'è, io sogno finisca la guerra; sto bene e così spero di te. E sogno una nuova tradotta riempita di commilitoni, che mangiano pane e ricotta e intonano vecchie canzoni. E nell'ospedale da campo i feriti che tornano in sé e io che non sono più stanco, sto bene e vengo da te. Ta-pum…….. Ti lascio che arriva già il buio e qui non si vede già più. Salutami tutti e rispondi, raccontami come stai tu. C'è un coro che mormora piano la più antica canzone che c'è. Vorrei che tu fossi vicino; sto bene e così spero di te. Ta-pum……
Il tempo
Tavolo messo all'angolo con sopra le bevande, noi ballavamo i lenti chiudendo le serrande. Io mi sedevo timido e non mangiavo mai, perché mi domandassero "Cos'hai?" Tu già desiderabile, io che crescevo piano, io così vulnerabile col mio bicchiere in mano e raccontavo aneddoti, frutto di fantasia, ma non osavo mai condurti via. Questo rumore del tempo che va è un ritorno, una nuova partenza, ma rimane la stessa presenza che porto nel cuore. Cambia, ma poco ci insegna ogni giorno che scivolerà, mentre una mano disegna il percorso del tempo che immobile va……. Le voci dai megafoni, le manifestazioni, i furti dei microfoni, le giustificazioni. Io consegnavo subito, poi me ne andavo via; molto rumore, poca compagnia. Sento il sapore del tempo che va: è un respiro già molto pesante. Resta qualche persona distante che porto nel cuore. Tieniti stretto al presente che domani poi scivola via. Qualche distacco apparente regala momenti di malinconia. Teneramente cinico, bastian contrario attento; animo inconsapevole di ciò che c'era dentro. Quanto volevo averti, oggi chissà chi sei? Magari non ti riconoscerei. Questo rumore del tempo che va è un ritorno, una nuova partenza, ma rimane la stessa presenza che porto nel cuore. Cambia, ma poco ci insegna ogni giorno che scivolerà, mentre una mano disegna il percorso del tempo che immobile va……. …..il tempo che immobile va....
I ragazzi che volano via Quei due ragazzi erano così diversi nelle loro azioni, rumorosi e volubili, piuttosto vaghi nelle loro ambizioni, così spesso cinici, ma con la voglia di guardare la luna e ancora certi che domani è un atterraggio di fortuna. Ma i ragazzi che portano pazienza non sorridono a sufficienza e sentono che manca una presenza. E i ragazzi camminano ancora oggi come allora; forse si fanno compagnia. I ragazzi che volano via lontano, amore prendimi la mano, amore prendimi la mano che parliamo piano. Spavaldi col telefono e timidi di persona e duri nell'immagine su di una faccia buona, non dicono i pensieri, ma li scrivono soltanto; non sanno com'è strano il mio sapore di rimpianto. E i ragazzi che portano una croce non alzano più la voce e cercano un angolo di pace. Ma i ragazzi rimangono interi, oggi come ieri; sentono ancora una bugia. I ragazzi che volano via lontano, amore prendimi la mano, amore prendimi la mano che parliamo piano. E i ragazzi camminano ancora oggi come allora; forse si fanno compagnia. I ragazzi che volano via lontano, amore prendimi la mano, amore prendimi la mano che parliamo piano. (2 volte)
Altro giro, altra corsa
L'amore non è difficile da incontrare ma è raro che ci sia chi lo mantenga. Girone diei dannati o paradiso artificiale, noi lo aspettiamo da qualunque parte venga. L'amore non è una passeggiata quando c'è la luna, l'amore non è soltanto una questione di fortuna e non è mai puntuale, ma si sente dove c'è; potrebbe essere nato quando mi hanno presentato te. E gli entusiasmi spenti per certi pentimenti non spiegano nuove correnti e c'è qualcosa ancora da offrire a chi verrà; ascolta il motore che va. Ricominciamo, non so come ti chiami e già ti amo. Risollevati ancora a viva forza, ci aspetta un altro giro, un 'altra corsa. E ce ne andiamo, ancora non so dove ma partiamo, incontro a certe aurore boreali; tanto abbiamo già pagato le cambiali. E l'esperienza spinge a dei propositi più miti e noi sempre più incoscienti, quanto più siamo feriti. Ci bussano alla porta ma non dicono chi è là e intanto ci troviamo con un'alta personalità. E noi cambiamo aria, ma dentro alla memoria ci sono i ricorsi di storia e c'è qualcosa ancora da offrire a chi verrà; acolta il motore che và. E si ripete, abbiamo già bevuto e abbiamo sete, abbiamo ancora un briciolo di forza, ci aspetta un altro giro, un'altra corsa. E si riparte che ci hanno dato ancora nuove carte, un poco di speranza è ancora attorno e rinnoviamo il visto di soggiorno. Ci siamo stati, né soddisfatti e neanche rimborsati, ma abbiamo ancora rose nella borsa; ci aspetta un altro giro, un'altra corsa
La musica dell'inconscio
Nello scompartimento vuoto lui si era messo in libertà, in quella sera che se ne andava via lungo la ferrovia. Con l'acquazzone che ristagna tra i marciapiedi e un luna park, pioggia che bagna il bavero al paltò, lui canticchiava un po’. Na na…. La situazione era pesante: lui che non la voleva più, lei che capiva che lui andava via. Quanta malinconia…. Mentre l'amore vacillava alla fermata di quel tram, lui si vergognava della sua serenità, ma la cantava già. Na na…… Nella sua camera addobbata con manifest di rockstars, altri sorrisi, ancora novità. Lei sta cantando già. Na na… Na na… Na na… Na na…
Inutile canzone
Certe volte ci sembra che tutto si complichi, che davanti si trovino solo gli ostacoli; non ci si controlla più, si vedono soli guai, ci mettiamo a parlare ma non ci ascoltano mai, mai. Ci sentiamo arrivati nel gruppo degli ultimi, non riusciamo a capire la gioia degli attimi; ci prende la frenesia, diventa una malattia e passiamo giornate buttandoci via, via. E allora ascolta questa inutile canzone e portala con te; chi ha detto che domani sia un bidone? Basta l'intenzione e la familiarità con le complessità che sono in noi; se ti conosci vivrai. C'è chi perde più volte di Remo con Romolo, di una squadra di sci capeggiata da un somalo. Ma tutti i momenti bui li vuole soltanto lui; questa vita è il prodotto di quello che sei, hei! E allora ascolta questa inutile canzone e guardala andar via come guardavi il treno alla stazione. Fuori dal balcone rimani ancora tu, con tutti quei problemi che vorrai; se li capisci vivrai. Chiedi qual è la verita? Vedi che tu sei meglio di quello che credi? E la curiosità, quella è la più grande ricchezza che hai: fatti domande e vivrai. E allora ascolta questa inutile canzone e guardala andar via; domani cambierai destinazione. Basta l'intenzione e la familiarità con le complessità che sono in noi; se ti conosci vivrai, se ti conosci vivrai
« La neve ha già coperto questa strada, col vento che sta mutilando gli alberi » (Bratiska - Enrico Ruggeri)
Contatti è un album del 1989 di Enrico Ruggeri. È un album di cover con quattro inediti.
Il disco
In copertina è presente Ruggeri dentro una cabina telefonica nera che sta telefonando ad un militare sovietico che gli sta di fronte e sopra ogni cabina c'è la scritta Contatti, sopra quella di Ruggeri in alfabeto latino, sopra quella del sovietico in alfabeto cirillico.
Tracce
Che temperamento! - 4:21 Alice - 4:08 'A canzuncella - 4:05 Bratiska - 3:40 La casa in riva al mare - 3:51 Canzone per te - 3:43 La ragione e l'avventura - 4:23 Panama - 4:55 Incontro - 4:38 Anche per te - 4:35 Il funambolo - 5:58
Tu che sai combattere e di notte riesci a farti rispettare, tieni tra le unghie i tuoi ricordi ed una bocca da baciare. Gambe molto lunghe come il corso dei pensieri di domani e tra le mani un complice: quella tua curiosità. Certi mutamenti di percorso non ti fanno divertire, senti nello stomaco quel morso e c'è una vita da capire. Parli ma ti stai abbandonando a sogni un pò pericolosi: i coraggiosi tremiti della clandestinità. Che temperamento nelle donne quando vogliono l'amore! Quando tira vento di magia, quando rimangono da sole a cercare primavere. Molto più violento dello sguardo di animale predatore, con un tocco nuovo di follia quando si fanno fare male; ma non vogliono morire, morire mai! Tu che riesci a correre e raggiungere piuttosto che aspettare, tu che sai lasciare certi segni e non ti fai dimenticare. Quante strade ancora proveresti per sentire quel rspiro, così sincero e fragile se non ti deluderà. Che temperamento nelle donne, quando inseguono la vita! Quando c'è bisogno di un'idea ed è rimasta tra le dita una foto che scolora. Quanto movimento nella voglia di non essere finita. Certi veli di malinconia che non le fanno respirare, ma non vogliono cadere. Che temperamento nelle donne quando vogliono l'amore! Quando tira vento di magia, quando rimangono da sole a cercare primavere. Che temperamento nelle donne quando vivono l'amore! Quando tira vento di magia, quando si fanno fare male, ma non vogliono morire, morire mai! Morire mai!
Questo tempo libera la poesia, passa un'ora e non è più la mia, ma rimane lì, immobile: quella corda tesa tra la realtà e la più strana fantasia, come i minuti e le perplessità tra le stesse quotidianità. Ma sarò lì, libero, più vicino al cielo volerò, non precipiterò. Tra l'azzurro e la città, la città vola via, vola sopra a quell'idea di equilibrio e simmetria. Dove il tempo svanirà c'è il funambolo che sa. Passa il tempo e il tempo dimmi che cos'è, se il presente tiene dentro sé ogni passato prossimo, come se noi fossimo già qui ancora immobili, così con quei ricordi indistruttibili, quei sentimenti indivisibili. Saremo lì, fragili e nasconderemo le armonie di certe poesie. Tra l'azzurro e la città, la città vola via, vola sopra a quell'idea di equilibrio e simmetria. Dove il tempo svanirà c'è il funambolo che sa. Questo tempo immobile che limita, sbriciola il futuro che verrà, ma abbiamo già un'anima che conduce verso l'allegria o la malinconia, come se spingessimo altalene in preda alla follia. Tra l'azzurro e un'idea, quell'idea vola via, vola sulle città tra equilibrio e simmetria. Quando il tempo fuggirà, il funambolo saprà
« Hai mai seguito il volo di un falco o di un gabbiano? » (Ti avrò - Enrico Ruggeri)
Il falco e il gabbiano è un album del 1990 di Enrico Ruggeri.
Il disco
È il suo quattordicesimo album, se si contano anche i due che ha inciso con i Decibel, o il suo dodicesimo se non vengono contati; è il primo suo album nella cui copertina appaiono le proprie iniziali, ma messe sotto-sopra; nella versione italiana sono coperte dal volto di Ruggeri, che ha in mano una sigaretta (molto ricorrente nelle copertine di molti altri suoi album), ma sono ben marcate in giallo sopra la sua testa nella ristampa tedesca
Tracce
Oggi ritorno - 5:01 Cielo nero - 4:05 Come stai? - 3:27 Punk (prima di te) - 3:15 Notte di stelle - 3:56 Ti avrò - 4:51 La voglia che ho - 4:14 Chi l'ha visto? - 4:44 Lo sguardo come il mio - 5:33 Il volo del falco e del gabbiano - 4:49
Video
Oggi ritorno
Donne che aspettano che non vogliono farsi male ci vorrebbe un vagone d'amore e una vita intera per poterle capire Donne che sbagliano che non si sanno spiegare ci vorrebbe una fonte di calore e due braccia più grandi per stringerle qui Ti ho guardato una volta sola ma oggi ritorno da te oggi provo a cercarti ancora ma senza capire perchè ti ho ferito una notte intera ma oggi ritorno da te se la vita non è sincera io crederò in quello che c'è e oggi ritorno E le donne non cambiano è la vita che cambia intorno io vorrei che facesse giorno per poterti chiamare e sentire chi sei quanto ti costa quando ti portano via quando ti trovi lontana da qui Ti ho voluto una volta sola ma oggi ritorno da te è bastata una tua parola per chiedermi "adesso dov'è" ti ho baciato una notte intera e oggi ritorno da te alla fine di questa sera lo specchio domanda "chi è?.. E oggi ritorno. Certe donne non hanno più pace hanno un segno che portano in sè hanno pochi rimorsi ma troppi rimpianti prendono istanti non li lasciano più Ti ho guardato una volta sola ma oggi ritorno da te oggi provo a cercarti ancora ma senza capire perchè ti ho voluto una notte intera e oggi ritorno da te alla fine di questa sera io prenderò quello che c'è ma oggi ritorno oggi ritorno da te
Dammi dammi dammi della fantasia, toglimi di torno quelle cose da dimenticare, dammi una leggibile calligrafia per parlare chiaro della vita, per poter spiegare me. Dammi gioie molto piccole, dammi sempre voglia di cambiare, se ti chiamo non andartene; so cavarmela, ma è meglio se ci sei. E sotto questo cielo nero possiamo ancora respirare un po'. Se ci tieni davvero, ti vengo incontro e rimango con te; sotto questo cielo. Dammi dammi dammi delle favole, dammi delle notti lunghe senza farmi più dormire, lasciati scoprire più arrendevole, fammi indovinare il mio futuro dai sorrisi che farai. Dammi polveri benefiche, io non sono fatto per dormire. io concedo molte repliche; fammi risvegliare, fammi piangere. E sotto questo cielo nero possiamo ancora camminare un po'. Se ci credi davvero, io posso fare un pezzo di strada con te; sotto queesto cielo. Chiama quella voce dal microfono: è vicina molto più di quanto tu potrai pensare. Sono sull'elenco del telefono; in un certo senso la canzone me la stai scrivendo tu. E sotto questo cielo nero possiamo ancora respirare un po'. Se ci tieni davvero, ti vengo incontro e rimango con te; sotto questo cielo. Sotto questo cielo nero possiamo ancora camminare un po'. Se ci credi davvero, io posso fare un pezzo di strada con te; sotto queesto cielo
Ti avrò Hai mai seguito il volo di un falco o di un gabbiano? Traiettorie ardite nel vento dentro al cielo lontano io sono cosi e ho voglia di volare mentre dico che ti avrò e ti avrò. Hai osservato il pasto di un qualsiasi felino o la voglia di vivere che fa gridare il bambino? Io sono cosi e non mi posso fermare quando dico che ti avrò ti avrò. Ti avrò perché sto male se non ti sento mia ti avrò perché non posso più aspettare ti avrò perché ti voglio e con la fantasia ho costruito un mondo che dovrai guardare solamente tu. Hai mai cercato nella notte tra gli animali soli nei percorsi imprecisi o................ nei pochi colori io sono cosi e non mi posso sbagliare quando dico che ti avrò ti avrò. Ti avrò perché di certo ti conoscevo già ti avrò perché mi devo raccontare ti avrò perché non fermo la mia curiosità e voglio un posto dentro alla memoria voglio un posto dentro tè . Non mi resistere non esitare che non abbiamo tempo non lasciare consumare il momento se domani ci regalerà una fotografìa non lasciarla scolorire non buttarla via. Ti avrò perché sto male se non ti sento mia ti avrò perché non posso più aspettare ti avrò perché in futuro io ti ritroverò ti avrò perché nel libro della vita mia c'è scritto che ti avrò.
Nella copertina vengono usate esclusivamente varie sfumature di verde e si vede il volto di Ruggeri tagliato a metà e sullo sfondo una chiesa gotica. È finora l'album più venduto del cantante, con ben 4 dischi di platino.
Tracce
Tutto subito - 3:30 Peter Pan - 4:29 Trans - 4:32 Il dubbio - 4:56 Scelte di tempo - 3:51 Oggi chi sei? - 4:19 Piove su noi - 4:20 La band (con Luigi Schiavone) - 4:30 Prima del temporale - 4:09 Vola via - 4:34 Il volo di Peter Pan (versione strumentale di Peter Pan) - 4:31
Peter Pan
Di TheMally98 debaser.it
Dopo il buon successo de "Il Falco e il Gabbiano" , Enrico Ruggeri, si rimbocca le maniche e dopo due anni di attesa, ecco che esce "Peter Pan"; album che si rivelerà un gran successo (400.000 copie vendute in poche settimane) e da molti considerato l'apice artistico di Ruggeri. Il successo di quest'album non verrà mai piu' replicato dal rouge (che tutt'ora si limita a vendere pochi dischi, non superando quasi mai le 30.000 copie vendute).
L'album apre le porte con "Tutto Subito", canzone con un ritmo in pieno stile Queen, con il testo meno impegnato di tutto l'album. La canzone si apre con una citazione tratta dalla canzone seguente dell'album, cantata da un coro di bambini; il testo della canzone può apparire un po' scontato, ma penso sia voluto. Conclusa questa canzone inizia "Peter Pan", ovvero la titletrack; considerato che "Tutto subito" poteva aver fatto storcere non poco il Naso ai Queeniani, questa canzone li fa veramente incazzare: infatti in molti punti, la canzone musicalmente assomiglia moltissimo a "The Fairy Feller's Master Stroke" per appunto dei Queen. Accantonando questa considerazione, la canzone, parlando di testo, si fa valere, e a molte persone (forse) con la mente eccessivamente maliziosa, e' sembrato come avere un doppio senso (insomma un po' come la scritta "Decibel" a forma di fallo, sul suo primo album, quando ancora militava con i Decibel). Dopo questa canzone, viene la track "Trans", canzone dolcissima sia parlando di musica che di testo: è una canzone che si schiera dalla parte dei trans, che narra la vita, vista dagli occhi di un trans, che vede le persone per noi "normali", come dei mostri; Ruggeri riesce a trattare questo tema senza ne andare troppo nello Specifico, senza ne stare troppo sul leggero, canzone su cui veramente si può riflettere sopra per molto; alcuni passaggi musicali e testuali poi sono veramente bellissimi, da momenti piu' lenti ad altri piu' allegri.
La track dopo, "Il Dubbio", si apre con un buon riff di chitarra, e prosegue musicalmente discretamente, con il riff che si ripete in piu' punti della canzone. Il testo, è scritto in modo molto schietto , che inizia con un "Dubbio", ma che poi scorre molto deciso. Con questa canzone si apre la parte dell'album da molti considerata la piu debole, che poi si concluderà con "Piove su di noi"; io dico che sono tutte constatazioni tecniche, perchè tutto l'album prosegue su un livello artistico degno di Enrico. "Scelte di tempo", la traccia dopo, e' secondo me la canzone dell'album piu' carente sotto aspetto musicale, che presenta un buon assolo di Schiavone, con un coro che replica in certe parti della canzone le parole cantate da Enrico; parlando di testo rimaniamo sempre su livelli degni di Ruggeri, che nei momenti clue della canzone ama ripeterci ogni volta, una singola parola, (poi replicata dal coro) sempre diversa dalla precedente, ma che si ripete a cicli di tempo predefiniti. Proseguendo, la canzone "Oggi chi sei", si risolleva leggermente sotto aspetto musicale, con una cadenza continua, che si sviluppa con il trascorrere della canzone. Il testo e' come tutte le canzoni di Ruggeri, sempre valido e non cade mai nel banale; anche qui troviamo un coro, a partire dalla seconda parte della canzone, fino alla sua conclusione. La track dopo, "Piove su noi", e' una canzone tipicamente rockeggiante, che parla di una "terza persona singolare" realmente eccentrica.
Si cocnlude cosi' la "Quadrilogia della carenza" , cosi' definita dai "Cuccioli del Rrouge"; la nuova parte del disco si apre con "La band" canzone che presenta un buon testo, con frasi/perle come "Qualcuno mi dice che ancora non sono grande, ma gli uomini grandi non saranno cresciuti mai". La canzone e' cantata da Enrico in duetto col suo chitarrista (che lo aiuta attivamente nella composizione delle sue canzoni) Luigi Schiavone, e musicalmente presenta cadenze che si ripercuotono durante tutta la durata della canzone. La track dopo e' "Prima del Temporale", canzone che considero una delle migliori in assoluto dell'album, e di Ruggeri, con un'ottima musica, suonata principalmente dal piano. La canzone ha anche un testo fantastico, realmente emozionante, un vero e proprio cavallo di battaglia del "battagliero" Ruggeri e del suo fido Schiavone. La penultima traccia dell'album, "Vola via" e' una track di cui molti non sentivano il bisogno, ma che io ritengo una chicca, anche qui predilige il piano, e il testo e' sopra la media di altre canzoni presenti nell'album.
Per finire abbiamo "Il volo di Peter Pan", inserita da Ruggeri nel disco per avere una continuità col suo precedente Album, in cui per concludere il tutto aveva inserito una versione strumentale del brano "Ti Avrò" , che intitolò per l'appunto "Il volo del Falco e il Gabbiano". Questa track e' semplicemente una versione strumentale di "Peter Pan", più rockeggiante, che si apre come con l'apertura dell'album: il coro di bambini che ama ripeterci "Ti abbandoni, liberi le mani" (veramente weird!) e qualche frase cantata da Ruggeri estrapolata sempre da "Peter Pan".
Una delle vette più alte toccate da Ruggeri. Se dovessi consigliare a un novello nel campo "Enrico Ruggeri", gli suggerirei di iniziare con quest'album, o di iniziare coi suoi albori con i Decibel.
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Peter Pan Dicono tutti che non c'è, ma io che l'ho visto so dov'è. Forse non immagini, ma non è difficile comprendere. L'hanno lasciato in libertà, vive lontano;non è qua. Forse si nasconde in mezzo agli alberi. Vola veloce su di noi, fotografare tu non puoi. Chiede a una farfalla che gli faccia compagnia. Ti abbandoni, liberi le mani, non ti piace stare sveglio; meglio di così non saremo mai. Ti addormenti, dimmi che lo senti che ti sta toccando piano, piano quanto vuoi; come le carezze che non hai. Dicono che non tornerà, ma come lo chiamo ci sarà; mi aiutava sempre a fare i compiti. Vola veloce su di noi, cosa mi dice tu non sai; vola raccontando quando non lo sentirai. Ti confonde, dopo ti riprende, quando vuole ti cattura; sei sicura che non lo vuoi con te? Ti accompagna, mare che ti bagna, come fosse un temporale; sale dove vuoi. Se ci credi forse lo vedrai. Chis sei? Dimmi cosa vuoi. Cosa devi raccontare? Ci sei? Dimmi come sei. Moriremo crescendo. Chi sei? Dimmi come fai a girare tutto il mondo. Ci sei? Dove volerai solamente con la fantasia? Ti abbandoni, liberi le mani, non ti piace stare sveglio; meglio di così non saremo mai. Ti confonde, dopo ti riprende, quando vuole ti cattura; sei sicura che non ci credi e non lo vuoi con te? Chi sei? Dimmi cosa vuoi. Cosa devi raccontare? Ci sei? Dove volerai solamente con la fantasia? Ti abbandoni liberi le mani, non ti piae stare sveglio; meglio di così non saremo mai davvero, noi. Chi sei? Dimmi cosa vuoi. Cosa devi raccontare? Ci sei? Dimmi come sei? Moriremo crescendo. Chi sei? Dimmi come fai a girare tutto il mondo? Ci sei? Dove volerai? Chi sei? Dimmi cosa vuoi? Cosa devi raccontare? Ci sei? Dove volerai? Chi sei?Dimmi come sei