VAN GOGH VINCENT

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  1. tomiva57
     
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    Van Gogh e la doppia tela: sotto la natura morta
    si celano due lottatori a torso nudo


    MILANO - Un nuovo dipinto di Vincent van Gogh è stato scoperto in un museo olandese: dopo una serie di indagini approfondite, e grazie alla tecnica della cosiddetta macro-fluorescenza a raggi X adottata dagli esperti tedeschi dell’ elettrosincrotrone di Amburgo Desy (Deutsche Elektronen-Synchrotrol) è stata trovata la tela di due lottatori a torso nudo nascosta sotto una natura morta.

    DUPLICE TELA - Il dipinto «Natura morta con fiori di campo e rose» esposto al Museo Kröller-Müller nel villaggio di Otterlo, in Olanda, risale al 1886. Fino ad oggi l’opera era stata attribuita ad un pittore anonimo. Il museo privato aveva acquistato la grossa tela (100 per 80 centimetri) nel 1974. E già allora gli esperti sospettavano che potesse essere di van Gogh (1853-1890). Tuttavia, sul dipinto mancava la caratteristica firma del famoso pittore. Il formato era inoltre insolitamente grande per i suoi quadri di nature morte. Se nel 2003 un’attribuzione al pittore fu respinta, i dubbi e i misteri rimasero.

    ANALISI - È così che il museo ha deciso di sottoporre negli anni l’opera a ulteriori analisi. Già nel 1998 una radiografia faceva intravedere sotto i fiori appassiti ed i colori malinconici della natura morta, anche lo spettro di due lottatori a torso nudo. Van Gogh li avrebbe ritratti nel 1885 o nel 1886, durante la sua permanenza presso la Scuola di Belle Arti di Anversa, in Belgio. A Parigi il pittore squattrinato avrebbe successivamente ridipinto il quadro. Ora, grazie ad una nuova tecnica di scanning - effettuata con l’elettrosincrotrone Desy nel laboratorio di fisica delle particelle fondamentali di Amburgo - un team di ricercatori internazionali ha accertato appieno il contenuto della pittura nascosta e potuto confermare così la paternità dell’opera.

    Elmar Burchia
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  2. gheagabry
     
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    Mercoledì 7 novembre 2007 a New York da Sotheby’s passò in asta
    uno degli ultimi “Paesaggi” dipinti da Vincent.
    Era stimato tra 28 e 35 milioni di dollari.
    Ed è rimasto unsold ma di certo il proprietario non può rammaricarsi molto.
    Ancora oggi ha in mano un capolavoro assoluto.




    The Fields (campi di grano) appartiene alla serie di spettacolari tele dipinte intorno al 10 luglio 1890, poche settimane prima del raccolto. E diciannove giorni prima della sua morte. Van Gogh è stato abbandonato da tutti, la sua malattia depressiva si è aggravata. Il 27 luglio del 1890 si presenta alla coppia proprietaria della locanda in cui vive. Sta molto male e confessa di essersi sparato un colpo di rivoltella in un campo accanto al cimitero nei pressi di Auvers-sur-Oise mentre dipingeva la sua ultima opera. Morirà il 29 luglio e sarà sepolto il giorno dopo in quello stesso cimitero. Al funerale parteciperanno il fratello Theo, il dottor Gachet (ritratto in un’opera oggi famosissima) e molti amici artisti. Nonostante la gravità della sua situazione mentale, Vincent sino all’ultimo non tradisce la sua pittura. Nessuno dei suoi disordini entra nei quadri che restano, sino agli ultimi realizzati, la rappresentazioni di immagini fortissime, gloriose. Vibranti celebrazioni della terra intorno a lui. Van Gogh trascorre i suoi ultimi mesi nel comune di Auvers, dove ha affittato una camera presso la piacevole Ravoux Inn. Ogni giorno si dedica alla sua pittura e porta materiali e attrezzi per dipingere sui campi coltivati nelle vicinanze, sceglie di insediarsi su un determinato posto, e assorbe pienamente se stesso nel suo lavoro. Ai primi di luglio ha iniziato una serie di paesaggi, la maggior parte di loro circa 50 centimetri di larghezza, che rappresentato il profumo e l’aria quasi onnipresente che si leva dai campi di grano. In alcuni i campi sono visualizzati in presenza di luce solare. In altri, la scena è più scura con il cielo minacciosamente nuvoloso. Nel caso di quest’opera, dato il giallo intenso del raccolto dei cereali pronti, Walter Feilchenfeldt ha proposto che esso sia stato probabilmente dipinto a metà luglio e che sia dunque uno degli ultimi paesaggi che l’artista abbia completato. Tutte queste opere sono brillantemente colorate attraverso una straordinaria composizione ritmica. Sappiamo dalle sue lettere che Van Gogh era particolarmente agitato mentre lavorava a questi paesaggi. Ma in una lettera, ottimista, scritta alla madre e alla sorella, egli si sofferma a descrivere ciò che pensava guardando questi panorami: “Io stesso sono assorbito nella immensa pianura con i campi di grano appoggiati contro le colline, senza confini come un mare di colore giallo delicato, un morbido verde e il viola delicato arato e di un pezzo di terreno. Una scacchiera a intervalli regolari con il verde di fioritura delle piante di patate. Il tutto sotto un cielo blu, bianco, rosa con toni violetti”



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  3. tomiva57
     
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    vangogh_home



    Mostra Vangogh Milano. L'uomo e la terra

    Milano- Palazzo Reale - 18 ottobre 2014 - 8 marzo 2015

    Dopo 62 anni le opere di uno degli artisti più famosi del mondo tornano nella città di Milano.



    La rassegna, a cura di Kathleen Adler, presenta una lettura dell’opera di Van Gogh del tutto inedita e si focalizza sulle tematiche legate a Expo 2015: la terra e i suoi frutti, l’uomo al centro del mondo reale, la vita rurale e agreste strettamente legata al ciclo delle stagioni.

    In un’epoca in cui la maggior parte degli artisti rivolgeva lo sguardo al paesaggio urbano, frutto dell’industrializzazione europea della fine del XIX secolo – come accadeva appunto per i neoimpressionisti Seurat e Signac – Van Gogh sposta la sua attenzione verso il paesaggio rurale e il mondo contadino. La vita e le mansioni della tradizione agreste diventano per lui materia di studio, considerando questa come soggetto dalla nobile e sacra accezione e i lavoratori della terra figure eroiche e gloriose: dai primi disegni realizzati in Olanda fino agli ultimi capolavori dipinti nei pressi di Arles, Van Gogh esprime la propria affinità verso gli umili, immedesimandosi con loro e rappresentando il loro dignitoso contegno.
    Il lavoro curatoriale ha permesso di costruire un percorso che accompagnerà il visitatore attraverso oltre 50 lavori dell’artista, alla scoperta di opere note e di altre mai viste prima, per comprendere ed esplorare il complesso rapporto tra uomo e natura, tra fatica e bellezza, rivivendo gli stati d’animo che Vincent Van Gogh ha trasferito nelle sue creazioni.

    Il corpus centrale della mostra è costituito, come per l’esposizione del 1952, da opere provenienti dal Kröller-Müller Museum di Otterlo, a cui si aggiungono lavori provenienti dal Van Gogh Museum di Amsterdam, dal Museo Soumaya-Fundación Carlos Slim di Città del Messico, dal Centraal Museum di Utrecht e da collezioni private normalmente inaccessibili: un’occasione unica per approfondire, attraverso gli occhi dell’artista, il complesso rapporto tra l’essere umano e la natura che lo circonda.

    Tra i capolavori concessi dal Kröller-Müller Museum alla mostra milanese, citiamo L’autoritratto del 1887, il Ritratto di Joseph Roulin del 1889, Vista di Saintes Marie de la Mer del 1888, la Testa di pescatore del 1883 e Bruciatore di stoppie, seduto in carriola con la moglie del 1883.

    L’esposizione godrà di una mise en scène d’eccezione: l’archistar giapponese Kengo Kuma, classe 1954, curerà il progetto di allestimento della mostra.

    L’esposizione, realizzata anche grazie al sostegno del Gruppo Unipol, è patrocinata dall’Ambasciata del Regno dei paesi Bassi a Roma e inserita negli eventi ufficiali del Van Gogh Europe, l’istituzione di recente costituzione sostenuta dal governo olandese a tutela e promozione dell’opera di Van Gogh.


    fonte:vangoghmilano.it
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17 replies since 29/1/2011, 10:29   4093 views
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