Il carnevale....

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    Vestiti di Carnevale per bambini

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    Carnevale è una Festa bellissima per i bambini, perché attraverso i vestiti e le maschere possono dare sfogo a tutta la loro fantasia e creatività. Possono giocare a “fingersi” un personaggio completamente diverso da loro, e volare letteralmente con l’immaginazione. Per questo è bello vivere insieme a loro i giorni clou dei festeggiamenti carnevaleschi, soprattutto il giovedì e il martedì grasso, quando in ogni città e paese d’Italia è tutto un fiorire di sfilate in maschera e feste danzanti. Per risparmiare qualche soldino e allo stesso tempo per essere davvero in sintonia con lo spirito goliardico del Carnevale, proviamo a realizzare con le nostre mani i costumi per i piccoli di casa. Vediamo tre simpatiche proposte facili facili.


    Costume da Puffetta



    Per poter realizzare il costume da Puffetta, amatissimo personaggio dei cartoons (e ora anche dei film), vi basterà avere un paio di leggings e una maglia del blu classico dei Puffi. Va bene anche una tuta pesante, della stessa tonalità, se partecipate ad una festa all’aperto. Per il vestitino (se non avete nulla nell’armadio che possa essere usato!), consigliamo della stoffa bianca, leggera per un party in casa, più pesante per una sfilata all’aperto. E non dimenticatevi la parrucca bionda. La stoffa va tagliata su un modello di vestito scamiciato che sicuramente avrete a casa: unite il fronte e il retro con ago e filo e il vestito è pronto. Per il cappello, invece, utilizzate sempre il panno usato per il vestito, dando la forma desiderate e mettendo della gommapiuma in cima, cucendo poi il tutto nello stile della foto qui sopra. Il viso andrà truccato con i colori ad acqua dedicati appositamente al make up dei bambini: vietato usare altre colorazioni.

    Costume da girasole




    Ecco un costume facile facile per i nostri bambini di tutte le età, il costume da girasole! Per realizzarlo serve del cartoncino non troppo pesante color marrone dal quale ritaglierete un cerchio della grandezza del viso del vostro bimbo disegnando anche occhi, naso e bocca. Con le forbici ritagliate dei fori in corrispondenza di queste parti, in modo da creare una vera maschera. Procuratevi anche della carta crespo arancione e ritagliatela a forma di grossi petali rotondeggianti. Con l’ausilio della cucitrice (in alternativa usate la colla vinilica), attaccate i petali tutti intorno al cerchio-faccia. Fate ora due forellini ai lati della maschera di cartone e legate due pezzettini di spago o di nastro giallo da fissare dietro alla testa del bimbo. Per completare il costume da girasole, procuratevi altra carta crespo verde e ritagliate un lungo rettangolo che ripiegherete in due ritagliando un foro per la testa. Fatelo indossare al bambino, tagliatelo all’altezza delle ginocchia e cucitelo lateralmente con alcuni lacci di fettuccia verde. Una calzamaglia verde potrebbe ricreare il prato fiorito se vi applicherete, attaccandoli con la colla, dei semplici fiorellini di cartoncino. Et voila, il bellissimo costume da girasole è pronto!

    Costume da Ape Maia



    Sempre in auge e molto amato dai più piccini (e facile da fare) il costume dell’Ape Maia. Per realizzarne uno last minute, munitevi di calzamaglia nera che avvolgerete (creando le classiche strisce alternate) con del nastro adesivo giallo. Per quanto riguarda le ali, la soluzione migliore e più veloce è quella di costruirle con l’aiuto della carta crespo, in alternativa andranno bene sia del tulle giallo che del cartone ritagliato e attaccato alle spalle con delle bretelle nere. Per realizzare le antennine dell’Ape Maia procuratevi un cerchietto per capelli nero e due pezzi di filo di ferro flessibile, alle cui estremità infilerete due grosse palline gialle. La vostra deliziosa Ape Maia sarà ora pronta per sfilare!



    Edited by gheagabry1 - 17/9/2018, 20:32
     
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    Come fare un costume da pupazzo di neve

    La figura del pupazzo di neve è, da sempre, accostata al Natale. Nell'immaginario collettivo, il Natale autentico è quello vissuto guardando cadere la neve, affacciati alla finestra. Quando nevica, infatti, sia grandi che piccini, vengono rapiti dal desiderio, dal gusto, dalla curiosità di realizzare un bellissimo pupazzo. Esso è il simbolo dell'inverno intero. E' un immagine che ci fa sognare, che ci fa tornare bambini, che ci ricorda che la vita è fatta anche di sorrisi e di scherzi, non solo di lavoro e responsabilità. Di seguito, vogliamo darvi delle semplici indicazioni per fare un costume da pupazzo di neve, da poter indossare non solo a Carnevale, ma anche il giorno di Natale. In tal modo potrete stupire i vostri cari, soprattutto i più piccoli, indossando qualcosa di diverso dal classico costume da Babbo Natale. Vediamo insieme come.

    Scopri come fare:



    1

    Innanzitutto, ci occorre della stoffa bianca. Scegliamola a nostro piacimento, ma è preferibile qualcosa che dia un po' di volume, come ad esempio del feltro o del velluto. Possiamo procedere in vari modi, in base al nostro personalissimo gusto. Possiamo creare una tuta molto ampia, che ci ricopra dalla testa ai piedi. Fissiamo un elastico alla base del collo, per ricreare l'effetto della testa del pupazzo. Possiamo usare dei guanti bianchi e delle scarpe o stivali bianchi. In alternativa, copriamo, con la tuta, anche le mani e i piedi, inserendo un elastico ai polsi e alle caviglie, per dare maggiore volume.


    2
    Se l'idea della tuta intera non ci convince, perché vogliamo dare più vivacità al costume, andiamo a creare un vestito a palloncino. Inseriamo un elastico alla base di esso, oppure eseguiamo un'arricciatura. Il vestito potrà essere lungo al ginocchio, oppure più corto, se ad indossarlo è una ragazza. Potrà avere le maniche, o essere smanicato e provvisto di un lupetto a maniche lunghe. Indossiamo delle calze coprenti bianche. In alternativa, per dare un tocco di brio, indossiamo calze nere e scaldamuscoli bianchi.

    3

    Per creare un vero costume da pupazzo di neve, dobbiamo prestare particolare attenzione ai dettagli. E' d'obbligo indossare un cappellino di lana e una sciarpa al collo.

    A Natale va benissimo anche il classico cappello da Babbo Natale. Aggiungiamo dei pon-pon al vestito, per ricreare i bottoni. Non dimentichiamo la scopa e il naso finto. Quest'ultimo potrà essere riprodotto con un semplice cartoncino arancio, ripiegato a cono. Applichiamo ad esso, un elastico sottile..
    Consigli:
    Per creare un costume da pupazzo di neve, occorre lasciare spazio alla fantasia e farsi aiutare dai piccoli di casa, per trasformare un lavoro in divertimento



    Edited by gheagabry1 - 17/9/2018, 20:33
     
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    Storia di Arlecchino - Leggenda popolare

    arlecchinobaby

    C'era una volta un bimbo tanto carino e buono, di nome Arlecchino, al quale tutti volevano un gran bene.
    Era il tempo di Carnevale e tutti i bambini pensavano alle loro mascherine. Le mamme cucivano e misuravano le belle stoffe lucide per preparare i costumi più belli ai loro figlioletti. Anche nella classe di Arlecchino tutti i compagni parlavano della loro prossima festa.
    -E tu, come ti mascheri?- chiese uno di essi ad Arlecchino.
    -Io?...Io non non mi maschererò - rispose il bimbo piegando la testa con tristezza. - I miei genitori sono poveri e non posso spendere.-
    Il giorno dopo ogni bambino portò un pezzetto di stoffa per aiutare a fare il vestito al bimbo più povero. Ma i pezzi erano di tanti colori perchè ognuno aveva portato pezzi diversi.
    -Non fa niente!- disse Arlecchino. -La mia mamma è così brava che saprà farmi lo stesso un bel vestitino, vedrete! E io sarò contento che sia di tanti colori, perchè ogni colore mi ricorderà un amico.-
    Il giorno di martedì grasso, infatti, Arlecchino indossò il suo strano costumino che piacque moltissimo a tutti. Essendo formato di tanti vivaci colori, fu il più allegro e il più ammirato dagli scolari.

     
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    Le maschere di carnevale tradizionali

    Arlecchino

    arlecchino
    Bergamo
    Nato nella Bergamo bassa, Arlecchino lo ritroviamo sempre nelle vesti del servo umile e del facchino. Le sue origini sono remote, da ricercare nelle leggende medioevali. Il suo costume famosissimo e tradizionale è composto da una maschera nera e fiammante e un vestito fatto di losanghe lucenti multicolori.
    E' il fortunato emblema della comicità ed è un servo-facchino scaltro che cerca di spillare quattrini a padroni avari e stupidi. Ha una notevole ricchezza espressiva, è afflitto da una fame cronica ed è amorale.


    Balanzone

    Dottor+Balanzone
    Bologna
    Il dottor Balanzone rappresenta il personaggio comico di un "dottore" soltanto di nome, a volte medico, a volte notaio. E' una maschera presuntuosa, superba, amante di sproloqui, lunghe "prediche" con citazioni in latino quasi sempre fuori posto: quando comincia a parlare è quasi impossibile interromperlo e quanto viene chiamato in causa sfoggia le sue dotte "cognizioni" di latino. Una delle caratteristiche del dottore è la sua obesità.

    Brighella

    brighella1
    Bergamo
    E' la maschera di un servo astuto, ingegnoso, che sa aiutare ma anche ingannare il padrone. Non ha scrupoli e si adatta a qualsiasi lavoro: può essere oste, soldato, primo servitore o ladro patentato, è il servo furbo della commedia dell'arte. Questa maschera è nata nella Bergamo alta e si distingue dal servo sciocco e cialtrone della Bergamo bassa. La sua parlata è in dialetto bergamasco ma con singolari accentazioni che rendono spiritoso il suo modo di parlare. E' una maschera molto antica e il suo nome appare per la prima volta in un testamento burlesco nel 1603 e appare addirittura sulle scene francesi intorno alla metà del 1600. Il suo costume tradizionale si compone di una livrea bianca, completata da giubba e braghe a strisce verdi.
    Il suo nome deriva da "briga" e infatti impersona il servo tuttofare intrigante.


    Colombina

    colombina
    Venezia
    E' l'unica maschera femminile. E' vivace, graziosa, bugiarda e parla veneziano. E' molto affezionata alla sua signora, altrettanto giovane e graziosa, e pur di renderla felice è disposta a combinare imbrogli su imbrogli. Colombina schiaffeggia senza misericordia chi osa importunarla mancandole di rispetto. Anche Colombina è una maschera molto antica, la sua figura era già menzionata nel 1530 nei testi degli Accademici Intronati di Siena.

    Gianduia

    gianduia.gif
    Torino
    Si muove con eleganza, agitando il suo caratteristico codino rivolto all'insù. Ama lo scherzo ed i piaceri della vita. Gianduia ha finezza di cervello e lingua arguta che adopera per mettere in ridicolo i suoi avversari. Gianduia é un tipo pacifico e non cerca la rissa, né ama complicarsi la vita, ma non rinuncia al suo senso di schiettezza che fanno parte del suo carattere piemontese, gentile ma sincero. La sua generosità d'animo e l'innato senso di giustizia lo hanno sempre spinto dalla parte dei deboli e degli oppressi.
    E' in onore della maschera che prende il nome di Gianduiotto, il rinomato cioccolatino torinese di cioccolato e nocciole. La loro forma, a barchetta rovesciata, si rifà al copricapo di Gianduja.


    Meneghino

    meneghino.gif
    Milano
    Impersona un servitore rozzo ma di buon senso che, desideroso di mantenere la sua libertà, non fugge quando deve schierarsi al fianco del suo popolo. E' abile nel deridere i difetti degli aristocratici. Meneghino é la tipica maschera dei milanesi e come loro è generoso, sbrigativo e non sa mai stare senza far nulla.
    Ama la buona tavola. Vestito di una lunga giacca marrone, calzoni corti e calze a righe rosse e bianche, cappello a forma di tricorno sopra una parrucca con un codino stretto da un nastro, ancora oggi, assieme alla moglie Checca, trionfa nei carnevali milanesi.


    Pantalone

    Pantalone
    Venezia
    Pantalone è un vecchio mercante, spesso ricco e stimato anche dalla nobiltà, mentre altre volte è un vecchio mercante in rovina. E' un vecchio del tutto particolare perchè nonostante l'età è capace di fare le sue "avances" amorose che non si concludono mai in modo positivo.
    E' un uomo di grande vitalità negli affari, al punto di sacrificare la felicità dei figli e l'armonia familiare pur di combinare qualche matrimonio vantaggioso.

    Peppe Nappa

    peppe-nappa
    Sicilia
    Peppe Nappa presenta più di un'affinità con il Pierrot francese, sia per il costume che indossa che per alcuni aspetti caratteriali. Beppe Nappa rappresenta un siciliano fannullone, intorpidito da un sonno perenne che lo costringe a sbadigliare continuamente. E' il pigro servitore di un padrone che può essere un commerciante, un innamorato, o un vecchio barone. In realtà non svolge il suo lavoro in modo efficiente, anzi passa dal sonno,alla ricerca di cibo,aiutato da un fiuto infallibile, per tornare poi al suo mondo di sogni.

    Pulcinella

    pulcinella
    Napoli
    Pulcinella è un servitore sciocco e chiacchierone. Assume personalità contraddittorie: può essere infatti tonto o astuto, coraggioso o vigliacco. Pulcinella è la personificazione del dolce far niente. Ha una gestualità vivacissima, tipica dei napoletani. La maschera ha il volto bianco e nero e indossa un largo camice bianco. Il nome Pulcinella deriva probabilmente dal napoletano "pollicino", che significa pulcino, a sottolineare il timbro buffonesco come di un roco chiocciare. Pulcinella è dotato di una insaziabile voracità. Diceva che la frittata di maccheroni è molto buona ma che lui non la poteva mai mangiare perché la pasta non gli avanzava mai. E' estremamente impigliato nei più minuti problemi del cibo, sempre alle prese con l'ostinato problema della sopravvivenza, delle necessità elementari che aguzzano il suo ingegno e la sua fantasia, alla ricerca di espedienti per sfuggire alla sopraffazione dei potenti, all'ingordigia dei ricchi. E' goffo e sfrontato, ma è anche universale, comico e drammatico, come ben sapeva Eduardo De Filippo e anche tutti gli altri attori che hanno indossato casacca e maschera sul palcoscenico.
    Nel Settecento è stato trasformato in burattino e nel 1600 Pulcinella è stato "adottato" dagli inglesi con il nome di Punch.


    Rugantino

    rugantino
    Roma
    Rugantino è una maschera che impersona il popolano romano, sconclusionato e attaccabrighe. Rappresentò il tipo di popolano violento ma generoso, vero e proprio antenato del moderno bullo di periferia sempre pronto a sbeffeggiare il potere costituito e a difendere coloro che la miseria finisce col porre fuori legge. Il suo nome deriva dal verbo dialettale romanesco "rugà", che significa comportarsi con arroganza.
    Il costume tradizionale di Rugantino comprende un alto cappello da gendarme, il frac rosso, il panciotto, i calzoni rossi, ed è completato da calze bianche a strisce orizzontali. A parte le calze, tutti gli altri indumenti sono gli stessi che fanno parte della divisa dei soldati del Bargello romano, e qui prende l'ipotesi, quasi una certezza, che la maschera rappresenti la caricatura dei soldati. Il suo carattere è sostanzialmente quello di un attaccabrighe vanaglorioso, ma fondamentalmente è pavido, e non è privo anche di una certa bonomia, anche se è ben nascosta. Rugantino è fanfarone e contaballe e rischia spesso di pagare di persona. E' disposto a prenderne fino a restare tramortito pur di avere l'ultima parola.

     
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    Come fare una farfalla con il truccabimbi

    Cari mamme e papà di bimbi appassionati di Carnevale, questo post è per voi! Negli articoli precedenti dedicati all’arte del truccabimbi, abbiamo visto come disegnare sul viso dei nostri piccoli un leone (vi ricordo che nel post su come fare il leone col truccabimbi troverete tutte le informazioni necessarie a guidarvi nella scelta dei colori più giusti per la delicata pelle dei bambini) e un cagnolino, adatti sia per i maschietti che per le femminucce, ma anche una maschera sicuramente molto amata dai vostri ometti, quella dell’Uomo Ragno.
    Per par condicio, oggi ci concentreremo sulle signorine, proponendo una maschera che si può abbinare a molteplici costumi, basta che abbiano un paio di ali: la farfalla.
    Come ormai sapete, le idee che proponiamo sono sempre molto semplici e alla portata di tutti, anche di quelli con scarsa manualità, gli unici requisiti richiesti sono infatti tanta buona volontà e voglia di sperimentare! Partiamo quindi con il tutorial, specificando che il video, che potete guardare cliccando qui, propone un determinato accostamento di colori che voi, ovviamente, potete modificare a vostro piacimento, a seconda delle tinte che meglio si abbinano al costume della vostra bambina.

    Come fare una farfalla con il truccabimbi – occorrente:

    Pennello a lingua di gatto di medie dimensioni
    Pennello a punta tonda piuttosto sottile
    Colore compatto verde
    Colore compatto celeste
    Colore compatto viola
    Colore compatto nero
    Colore compatto bianco
    Glitter oro
    Istruzioni:
    Come prima cosa, tracciate i contorni delle ali della vostra farfalla, usando il pennello a lingua di gatto e il colore celeste. Iniziate dall’estremità interna di un sopracciglio, allargatevi sulla fronte e arrivate fino a metà zigomo, poi ripartite da lì per la metà inferiore dell’ala, che arriverà fino a metà guancia e si chiuderà sul naso. Completate con una piccola virgola sull’estremità inferiore dell’ala
    Ripetete gli stessi passaggi anche sull’altra metà del viso, cercando di essere quanto più simmetrici possibile
    Ora colorate la metà superiore dell’ala sempre utilizzando il celeste, riempiendo bene tutti gli spazi, anche intorno agli occhi
    Colorate la parte inferiore dell’ala con il colore viola
    Ora passate a rifinire i contorni della farfalla, usando il pennello a punta tonda e il colore nero. Ripassate quindi accuratamente i bordi delle ali
    Ora disegnate la testa della farfalla, tracciando un punto nello spazio tra le sopracciglia, e il corpo, che si allungherà per quasi tutta la lunghezza del naso. Non dimenticate le antenne!
    La versione semplice della farfalla è finita e, per iniziare, potrebbe essere davvero perfetta però, se la tecnica vi riesce bene e avete voglia di fare qualcosa di più elaborato, potete aggiungere dei dettagli come delle virgole che rifiniscano e delimitino meglio i contorni delle ali
    Con il pennello a punta tonda e il colore verde, potete disegnare una sorta di piccola goccia nella metà inferiore dell’ala, per creare un ulteriore contrasto cromatico, e tamponarla con un po’ di glitter oro
    Sempre con il verde, potete creare dei puntini per decorare le ali e colorare anche le labbra della vostra “modella”. Se volete, potete aggiungere del glitter anche sulle labbra
    Se proprio volete esagerare, potete creare delle sfumature sui contorni neri, ripassandoli con il pennello e il colore bianco
    Il vostro lavoro è finito! Niente di complicato ma dall’effetto davvero suggestivo! Le vostre bimbe ne saranno orgogliose, quindi cosa aspettate? Provateci anche voi!



    Edited by gheagabry1 - 17/9/2018, 20:50
     
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    Carnevale: come truccare i bambini da clown

    carnevale-come-truccare-i-bambini-da-clown

    Un grande classico di Carnevale è il trucco da Clown. Sempre amato da grandi e piccoli, si tratta della maschera riprodotta con più frequenza e con più varianti in occasione della festa più pazza e colorata dell’anno. Sarà perché è una delle più divertenti e, allo stesso tempo, delle più semplici da realizzare? Provate a dare uno sguardo al nostro tutorial!

    pagliaccio-con-gote-verdi

    Gli strumenti
    Per trasformare il vostro bambino in un bel pagliaccio sorridente, molto utili sono le matite per gli occhi – sì, non siate gelose, vanno bene anche quelle che usate voi mamme per rifarvi il look! – meglio se a punta grossa, i rossetti e i blush.

    trucco-da-clown-multicolore
    Per un effetto ancora più bello, si può spugnettare il suo viso con ceroni o polveri brillanti e solo in un secondo momento potrete procedere all’utilizzo della matita con cui delineare i contorni delle forme e usarla anche per disegnare delle grandi ciglia intorno agli occhi del vostro bimbo.

    make-up-da-pagliaccio-tradizionale
    La tecnica migliore sarebbe quella di abbozzare sempre con polveri colorate o blush diversi il disegno che si vuole eseguire e successivamente definirne meglio i contorni con la matita.
    Procedimento
    Potete iniziare la vostra opera tracciando con la matita blu una specie di arco al di sopra dell’occhio e oltre le sopracciglia. Poi disegnate con la matita rossa il contorno della bocca, tracciando gli angoli esterni ad una distanza di circa quattro centimetri dalle narici.

    pagliaccio-giallo-e-blu
    Colorate di rosso la bocca del vostro pagliaccio e, se volete abbondare con i colori, potete scegliere di colorare anche l’arco delle sopracciglia per esempio utilizzando del blu.
    trucco-da-pagliaccio-originale
    Vi consigliamo di utilizzate un’abbondante dose di trucco e di procedete con molta cautela.
    trucco-da-pagliaccio-glitterato
    Potete anche truccate di bianco le palpebre, in modo da creare un cerchio intorno agli occhi con l’ausilio di un pennellino a punta piatta.
    Quando truccherete le palpebre del vostro bambino, chiedetegli di rivolgere gli occhi al soffitto: in questo modo potrete stendere con più facilità il make-up nell’area intorno alla palpebra inferiore, che è particolarmente sensibile.
    face-painting-da-clown-azzurro-e-rosso

    Per finire, dipingete di rosso il naso e le gote, fate indossare al vostro pagliaccio una parrucca rossa oppure multicolore e un simpatico papillon…ed ecco che la trasformazione è completata.

    look-da-clown-stile-mimo
    Vi ricordiamo sempre di fare attenzione ad utilizzare prodotti cosmetici e colori per il viso pensati appositamente per la pelle delicata dei più piccini e quindi a prova di allergie: con la loro salute non si scherza mai, nemmeno quando si tratta di giocare a travestimenti e trucchi vari!

    make-up-da-pagliaccio-nero-e-rosso


    make-up-da-bambola-pagliaccio


    accessori-per-il-look-da-pagliaccio

    make-up-da-clown-forme-geometriche

    trucco-da-pagliaccio-a-cuore

    trucco-da-clown-con-lentiggini

    pagliaccio-con-trucco-arcobaleno

    maquillage-da-clown-colorato


    trucco-da-pagliaccio-semplice

    trucco-da-clown-con-lacrime

    make-up-da-pagliaccio-con-elementi-decorativi

    make-up-da-clown-gote-rosse

     
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    Come fare scherzi di Carnevale con il PC



    A Carnevale, si sa, ogni scherzo vale ed oggi uno dei mezzi più efficaci per farli è il computer. Ammettetelo, anche voi morite dalla voglia di fare scherzi di Carnevale con il PC ai vostri colleghi di lavoro, al partner o ai vostri amici… e allora che aspettate? Leggete gli scherzetti che abbiamo da proporvi in questo post e metteteli subito in pratica per divertirvi come matti.

    La finta formattazione
    Uno degli scherzi di Carnevale con il PC più divertenti ed efficaci che si possono fare è far credere alla vittima che l’hard disk del proprio computer si stia formattando, cancellando tutti i dati di lavoro e i file personali in maniera irreversibile. Per fare ciò, vi basta scaricare il programmino gratuito Fake Format ed avviarlo sul computer della persona a cui volete fare lo scherzo. Il software simulerà l’utility di gestione dischi di Windows effettuando una finta formattazione che solo alla sua fine si rivelerà per quello che realmente è, un innocuo scherzo che non cancella nemmeno un’icona dal desktop!

    Il mouse ballerino
    Un altro scherzo molto cattivo che si può fare ad amici e colleghi di lavoro è far muovere il mouse del loro PC in maniera “impazzita”. Il programmino Mouse Move permette infatti di far muovere casualmente il puntatore del mouse su Windows in modo che si sposti in maniera autonoma senza che l’utente possa fermarlo. La vittima dello scherzo di sicuro non vi ringrazierà!


    Il Desktop immobile
    Un grande classico che rimane uno degli scherzi di Carnevale con il PC più efficaci e divertenti del mondo. Fate così: nascondete la barra delle applicazioni di Windows (click destro sulla taskbar > Proprietà > Nascondi automaticamente > OK), create uno screenshot del desktop premendo il tasto STAMP sulla tastiera e incollando il risultato in Paint, imposta l’immagine ottenuta come sfondo del desktop e create una nuova cartella in cui trascinare tutte le icone del desktop. In questo modo, la vittima dello scherzo avrà l’impressione di usare un desktop “bloccato” quando in realtà sia la barra delle applicazioni che le icone sono state semplicemente nascoste e sostituite da un wallpaper che simula la presenza di tutti gli elementi su schermo.

    Il gioco spaventoso
    Avete presente quei video su YouTube in cui si vedono ragazzi, ragazze e bambini che mentre giocano ad un gioco di labirinti saltano in piedi dalla paura perché sullo schermo compare una foto spaventosa? Bene, potete ottenere lo stesso risultato facendo giocare i vostri amici e colleghi di lavoro a Scary Maze Game. E se volete, sullo stesso sito ci sono altri giochi per far morire di paura chiunque ci giochi.

    BSOD per tutti
    La schermata blu della morte (BSOD abbreviato) è uno dei principali incubi degli utenti Windows. Quando si vede una di queste schermate, infatti, significa che il computer non funziona correttamente e che bisogna spegnerlo per riprendere a lavorare (ammesso che ci si riesca). Questo simpatico screensaver gratuito simula la comparsa delle BSOD su Windows, in modo da far correre spaventata verso lo schermo del PC la vittima dello scherzo. Cattivello ma ha sempre il suo perché!

    Insomma, come vedete, ci sono davvero tantissimi modi per prendersi gioco dei propri amici che lavorano o studiano al PC senza danneggiare realmente il sistema o dover perdere chissà quanto tempo. Scegliete lo scherzetto che più vi sembra simpatico e mettetelo in pratica… poi però non lamentatevi se amici, colleghi o parenti vorranno vendicarsi sfruttando la stessa arma. A Carnevale ogni scherzo vale, anche quelli più cattivi e irritanti. Non dimenticatelo!



    Edited by gheagabry1 - 17/9/2018, 20:50
     
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    Come fare il costume da Pulcinella per Carnevale

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    Oggi torniamo a parlare di costumi di Carnevale fai da te e continuiamo con quelli classici della tradizione italiana; dopo Arlecchino che abbiamo visto ieri, oggi è il turno di Pulcinella, una maschera napoletana della Commedia dell’Arte conosciuta in tutta Italia. Fare un costume da Pulcinella per Carnevale con il fai da te non è difficile, bastano pochi materiali.

    Occorrente: una maglietta rossa a maniche lunghe, un paio di pantaloni bianchi, una casacca bianca a maniche lunghe, scampoli di stoffa bianca, espadrillas nere e una mascherina nera.

    Realizzazione

    Per quanto riguarda la maglia per il costume da Pulcinella, una comune maglia rossa a maniche lunghe andrà benissimo; per quanto riguarda i pantaloni invece, che devono essere bianchi e larghi, vi conviene cercare in un negozio che vende abiti da lavoro e attingere ai pantaloni da pasticcere o da inferir mere. Per la casacca potete acquistare un camice bianco dello stesso materiale dei pantaloni sulla quale andrete a cucire delle maniche lunghe che andranno ad allargarsi verso i polsi.

    Se la casacca non ce l’ha già, create un’apertura a V fino a meta del collo e collegate le due aperture con dei laccini bianchi. Per le scarpe potete indossare delle comuni espadrillas nere da indossare con dei calzini pesanti, soprattutto se dovrete indossare il costume all’aperto.

    Sicuramente la parte più impegnativa della realizzazione del costume da Pulcinella è il cappello; potete cercarlo nei negozi di giocattoli o nelle cartolerie che vendono anche accessori per il Carnevale, oppure ricorrere a un comune cappello bianco dalla forma allungata o, ancora, procedere con il fai da te.

    Se scegliete questa opzione, per prima cosa prendere le misure della testa di chi dovrà indossare il costume, dopodiché prendete un pezzo di stoffa bianca e create un triangolo con la base lunga quanto la circonferenza, che vada a stringersi via via che si allunga, e arrivi a una lunghezza di circa 50 centimetri; cucite insieme i due lati e anche il cappello da pulcinella sarà pronto.

    Per quanto riguarda il trucco, sarà sufficiente indossare una mascherina nera di quelle gli elastici, meglio se già dotata del naso aquilino di Pulcinella, in alternativa potete crearne uno voi di cartapesta e poi attaccarlo alla maschera con la colla a caldo; ecco che, con pochi tocchi, il vostro costume da Pulcinella sarà pronto per la sfilata delle maschere di Carnevale.

    fonte:comefaretutto.com/

     
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    Come fare le chiacchiere di Carnevale al forno

    chiacchere-carnevale

    Frappe e Castagnole: tra qualche giorno le nostre tavole si riempiranno di dolci tipici del Carnevale, per la disperazione del nostro fegato che dovrà fare i conti con una montagna di frittura difficile da smaltire. Ma chi ha detto che i dolci del Carnevale debbano essere necessariamente cotti in olio bollente? Ci sono delle leccornie adatte alla cottura in forno, senza per questo perdere nulla in fatto di gusto.

    Parliamo ad esempio delle Chiacchiere di Carnevale al forno, dolci gustosissimi e facili da preparare, ma anche più leggeri dei fritti e dunque particolarmente indicati per coloro che in questo periodo dell’anno amano abbuffarsi. Prepariamole per i nostri bambini nei giorni del Carnevale e gustiamole senza preoccuparci della salute del nostro fegato. Dopo il salto, la ricetta delle Chiacchiere di Carnevale.

    Cominciamo dagli ingredienti delle Chiacchiere di Carnevale:

    250 grammi di farina
    20 grammi di zucchero
    25 grammi di burro
    2 uova
    la scorza di mezzo limone
    mezza bustina di lievito per dolci
    sale
    zucchero a velo
    liquore (rum o Marsala)
    Quando avremo a disposizione tutti gli ingredienti, partiamo con la preparazione, a cominciare dal burro, che deve essere messo in un pentolino e lasciato sciogliere a fuoco lento. Ora prepariamo una specie di vulcano con la farina e mettiamo nel mezzo il burro, le uova, la scorza grattugiata di un limone, un pizzico di sale e lo zucchero. Aggiungiamo del Marsala o del rum per dare un tocco si sapore in più alle Chiacchiere di Carnevale e poi amalgamiamo per bene.

    Quando l’impasto avrà raggiunto una certa consistenza, mettiamolo a riposare per una mezz’ora e poi stendiamo la pasta con un matterello (va bene anche la macchina per la pasta). Tagliamo poi la pasta in rettangoli, utilizzando un coltello o l’apposita rotella tagliapasta per creare dei bordi ondulati.

    A questo punto accendiamo il forno e portiamolo ad una temperatura di 180°C; mettiamo poi i rettangoli di pasta su una teglia e lasciamo cuocere per una quindicina di minuti, prima di spolverare il tutto con dello zucchero a velo. Fatto: le nostre Chiacchiere di Carnevale al forno sono pronte per essere gustate!

     
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    Anche io le faccio al forno!! sono friabili e meno disgustose inzuppate nel cioccolaccio... Grazie Lussy
     
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  11. ZIALAILA
     
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    Il girotondo delle maschere
    G. Gaida



    E’ Gianduia torinese
    Meneghino milanese.
    Vien da Bergamo Arlecchino
    Stenterello è fiorentino.
    Veneziano è Panatalone,
    con l’allegra Colombina.
    Di Bologna Balanzone,
    con il furbo Fagiolino.
    Vien da Roma Rugantino:
    Pur romano è Meo Patacca.
    Siciliano Peppenappa,
    di Verona Fracanappa
    e Pulcinella napoletano.
    Lieti e concordi si dan la mano;
    vengon da luoghi tanto lontani,
    ma son fratelli, sono italiani.





    maschera3



    Edited by gheagabry1 - 17/9/2018, 20:51
     
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  12. gheagabry
     
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    Carnevale in Italia.

    La crisi ma anche l'ambiente e Giuseppe Verdi fra i temi delle edizioni 2014. Tempo di Carnevale in Italia. Di qui al Martedì Grasso, che quest'anno cade il 4 marzo, si possono programmare brevi gite fuori porta per assistere a qualcuna della miriade di feste e parate disseminate lungo lo Stivale. Quelle di Venezia, Viareggio, Putignano, Ivrea, Foiano sono le celebrazioni più antiche e famose, ma i festeggiamenti sono un'occasione per scoprire anche tradizioni meno note ma altrettanto suggestive. Da Verrès in Valle d'Aosta, Sauris e Grimacco in Friuli Venezia Giulia, dalla Marca trevigiana percorrendo le Marche, la Sardegna, l'Umbria, la Basilicata, la Calabria. Ecco una carrellata di alcuni degli eventi in programma.

    A Venezia la festa tra campi e campielli inizia il 14 febbraio, offrendo un ottimo spunto anche per una mini-vacanza romantica per San Valentino. L'edizione 2014 è dominata dal tema "La natura fantastica", mentre fra le novità c'è l'apertura dell'arsenale della Serenissima per tutte le sere della settimana grassa con giochi di luci e fontane d'acqua, musica e intrattenimento itinerante. Numeri da record per Viareggio: con il quinto Corso Mascherato del Carnevale 2014, la storia della manifestazione raggiunge la cifra di 400 sfilate di carri allegorici programmate dal 1873. In questi 141 anni hanno visto la luce 766 carri grandi, 476 carri di seconda categoria, 858 mascherate in gruppo e 738 maschere isolate. Foiano si fregia di essere il Carnevale più antico d'Italia, con notizie che risalgono al 1539. Svelati il 9 febbraio i quattro carri allegorici che raccontano di un'Italia alle prese con la crisi, ma non solo. Aria di festa tra flash mob di coriandoli e musica il 16, 23 febbraio, 2 e 9 marzo. A Ivrea come di consueto la festa è iniziata nel giorno dell'Epifania: la tradizione trae origine dalla ribellione a un tiranno da parte di una giovane, seguita da tutta la cittadinanza. La rivolta rivive nella famosa Battaglia delle Arance.

    Anche borghi più piccoli riservano interessanti sorprese. È il caso di Verrès, in Valle d'Aosta, patria di un Carnevale storico "condito" da serate danzanti e cene al castello (dal primo al 4 marzo). È rievocazione di un fatto accaduto nel lontano 1449 – il ballo di Caterina di Challant – riproposto con costumi d'epoca, sfilate nel borgo storico e cene con serate danzanti all'interno dell'antico castello. In Friuli Venezia Giulia si rinnovano particolari tradizioni carnevalesche, un mix di contaminazioni culturali germaniche, slave e mediterranee. Come la Notte delle Lanterne del Carnevale di Sauris (con le maschere di legno), il tradizionale Püst della Val Resia (la particolarità sono gli elaborati cappelli delle maschere) o le sfilate sul mare a Monfalcone e Muggia. A Grimacco, nel cuore delle Prealpi Giulie, nella località Clodig si celebra il mercoledì delle ceneri il Funerale del Carnevale: un corteo, accompagnato da fisarmoniche, porta un pupazzo rappresentante il Carnevale che, dopo un cerimoniale, viene posto al rogo. In Trentino Alto Adige è di grande impatto la tradizione dei Matoci (il primo marzo in Val di Fiemme), ma non solo. In molti centri si svolgono feste di piazza, sfilate di carri allegorici, rievocazioni di personaggi bizzarri o di figure prestigiose come quella della Principessa Sissi. In Val di Fassa è in scena il Carnevale Ladino, mentre a Madonna di Campiglio c'è il raffinato Carnevale Asburgico (dal 27 febbraio al 7 marzo).

    Nella Marca Trevigiana il Carnevale è una gioiosa festa che coinvolge decine di borghi. Per le famiglie può essere interessante il Carnevale dei Bambini di Tezze: due chilometri di percorso lungo le vie del paese e con il passaggio nel suggestivo Borgo Malanotte. A Treviso a ridosso del Martedì Grasso si svolge anche la maratona cittadina.

    Il Carnevale si celebra nelle terre di Giuseppe Verdi, a Busseto, in Emilia Romagna, con quattro domeniche di festa al via il 16 febbraio a base di banda itinerante, spettacoli e attrazioni per i bambini, sfilate e carri giganti di cartapesta a tema ambientale. Nella regione, che quest'anno sarà orfana del celebre Carnevale di Cento, si potrà comunque partecipare a festeggiamenti a Scandiano, con un'edizione provocatoria dedicata all'abbondanza, a Castelnovo di Sotto, coi carri in cartapesta, e a Persicetano, che vanta una tradizione ultracentenaria. Nelle Marche abbondano le celebrazioni: a Fano dal 16 febbraio si comincia col Carnevale dei Nonni, un mercatino e i primi carri mascherati, ma ci sono anche i Carnevali storici di Offida e Piceno. Sfilate ad Acqualagna, nei pressi della Gola del Furlo, terra di tartufo. Febbraio è il mese dedicato al tartufo nero e quest'anno anche il Carnevale sarà a tema, con tanto di "lanci di tartufo", al via il 23 febbraio. Tante opzioni in Umbria, dove i festeggiamenti sono iniziati già a metà gennaio. Alcuni centri si trasformano in vere e proprie "città del Carnevale", come Sant'Eraclio di Foligno col suo Carnevale dei Ragazzi. Sfilate dei carri allegorici pure ad Acquasparta, Todi, San Sisto e Spoleto. Nel Lazio una menzione va al Carnevale di Ronciglione, dal 23 febbraio, col suo "Tradizionale Saltarello", ballo in piazza della Nave.

    L'arte della cartapesta trova delle eccellenze in Puglia, dove le opere prodotte trovano la massima espressione e visibilità nel Carnevale di Putignano che quest'anno rende omaggio a Giuseppe Verdi nel bicentenario della sua nascita. Le iniziative partono il 23 febbraio e si protraggono fino al 9 marzo. I sette carri allegorici sono tutti dedicati a composizioni verdiane opportunamente "riviste": "La Travagliata", "LAida dinastia", "Ride bene chi ride la risata final", "Rigoletto", "Un ballo in maschera", "Va pensiero" e "Va sull'ali dorate". Idea singolare quella di rinnovare appuntamenti a tema nei giovedì: ci sarà il giovedì delle donne sposate (il 20 febbraio) e il "giovedì dei cornuti" (27 febbraio), un momento ironico e di satira sociale. Due sono i siti di richiamo in Basilicata: Tricarico, con tanto di partenza di mandria per la transumanza, e Satriano, dove gli uomini si travestono da alberi diventando Rumit (eremiti) che la domenica mattina prima del martedì grasso, girano casa per casa bussando alle porte e lasciando un buon auspicio in cambio di un dono. Nei luoghi del Pollino, in Calabria, il Carnevale di Castrovillari è l'occasione per un'escursione al Parco Nazionale.

    In Sardegna alle maschere si aggiunge il fascino del folklore sardo. Le origini si perdono nel calendario agrario, nella cultura contadina, con danze propiziatorie e costumi che evidenziano il legame con la Madre Terra. A Mamoiada vanno in scena le maschere tradizionali: i Mamuthones e gli Issohadores. A Oristano c'è la Sartiglia, manifestazione con cavalieri in costume: la figura centrale è quella di Su Componidori, un cavaliere che dopo un rituale di vestizione si trasforma nel re della festa. Carri allegorico-grotteschi saranno protagonisti nell'altra grande isola italiana, in Sicilia, ad Acireale. La maschera siciliana protagonista è Peppe Nappa, un servo sciocco. Le danze quest'anno si aprono il 15 febbraio. (Ansa)
     
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    “Semel in anno licet insanire”
    “Una volta all’anno è lecito non avere freni”


    CARNEVALE A VENEZIA

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    In origine il Carnevale era molto più lungo durava sei settimane e cominciava il 26 dicembre per finire il Mercoledì delle Ceneri, anche se i festeggiamenti talvolta iniziavano la prima domenica di ottobre per intensificarsi il giorno dopo l’Epifania e culminare nei giorni che precedevano la Quaresima, oggi il Carnevale ha la durata di circa dieci giorni in coincidenza del periodo pre-pasquale.
    Le origini del Carnevale di Venezia sono antichissime: la prima testimonianza risale ad un documento del Doge Vitale Falier del 1094, dove si parla di divertimenti pubblici e nel quale il vocabolo Carnevale viene citato per la prima volta. Il primo documento ufficiale che dichiara il Carnevale di Venezia una festa pubblica è un editto del 1296, quando il Senato della Repubblica dichiarò festivo il giorno precedente la Quaresima.
    L'istituzione del Carnevale da parte delle oligarchie veneziane era attribuita alla necessità della Serenissima, come già avveniva nell'antica Roma (panem et circenses), di concedere alla popolazione, e soprattutto ai ceti sociali più umili, un periodo dedicato interamente al divertimento e ai festeggiamenti, durante il quale i veneziani e i forestieri.
    Attraverso l'anonimato che garantivano maschere e costumi, si otteneva una sorta di livellamento delle classi sociali con l'autorizzazione e persino la pubblica derisione delle autorità e dell'aristocrazia. Concessioni largamente tollerate e considerate un necessario sfogo alle tensioni e ai malumori che si creavano inevitabilmente all'interno della Repubblica di Venezia, che aveva limiti molto rigidi su questioni come la morale comune e l'ordine pubblico dei suoi cittadini.


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    Un tempo il Carnevale consentiva ai Veneziani di lasciar da parte le occupazioni per dedicarsi totalmente ai divertimenti, si costruivano palchi nei campi principali, lungo la Riva degli Schiavoni, in Piazzetta e in Piazza San Marco. Le attrazioni erano le più varie come i giocolieri, i saltimbanchi, gli animali danzanti, gli acrobati; trombe, pifferi e tamburi venivano quasi consumati dall’uso, i venditori ambulanti vendevano frutta secca, castagne e fritòle (le frittelle) e dolci di ogni tipo, provenienti anche da Paesi lontani.
    Alcuni Carnevali sono passati alla storia. Nel 1571, in occasione della grande battaglia di Lepanto, la domenica di Carnevale venne allestita una sfilata di carri allegorici: la Fede troneggiava col piede sopra un drago incatenato ed era seguita dalle Virtù teologali, la Vittoria sovrastava i vinti ed infine la Morte con la falce in mano per significare che in quella vittoria anche lei aveva trionfato.
    Nel 1664 in occasione delle nozze in casa Cornaro a San Polo, si organizzò una grandiosa e divertente mascherata a cui parteciparono molti giovani patrizi. Una sfarzosa sfilata attraversò Venezia e fece tappa in due dei più famosi monasteri della città: quello di San Lorenzo e quello di San Zaccaria, dove risiedevano le monache di nobile stirpe.
    Nel 27 febbraio 1679, il Duca di Mantova sfilò con un seguito di indiani, neri, turchi e tartari che, lungo il percorso sfidarono e combatterono sei mostri, dopo averli uccisi si cominciò a danzare.
    Nel 1706: giovani patrizi si mascherarono da Persiani e attraversarono la città per poi esibirsi nelle corti e nei parlatoi dei principali monasteri di monache (San Zaccaria e San Lorenzo).
    Venezia divenne l’alta scuola europea del piacere e del gioco, della maschera e dell’irresponsabilità. Venezia si fece grande virtuosa delle metamorfosi e il carnevale fu il suo exploit.


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    Per molti giorni all’anno, il mondo sembrava non opporre più resistenza, i desideri diventavano realizzabili e non c’era pensiero o atto che non fosse possibile. Questa era la Venezia nel '700, era il mondo di Giacomo Casanova, un mondo superficiale, festante, decorativo e galante, il mondo di pittori come Boucher e Fragonard, Longhi, Rosalba Carriera e Giambattista Tiepolo, la patria del padre della Commedia dei Caratteri, uno dei più grandi autori del teatro europeo e uno degli scrittori italiani più conosciuti all’estero: Carlo Goldoni
    Nel XIX secolo, invece, Venezia e il suo Carnevale incarnano il mito romantico internazionale e la città della Laguna, con le sue brume e l’aspetto paludoso, diventa meta di artisti, scrittori, musicisti, avventurieri e bellissime dame di tutto il mondo: Sissi d’Austria, Wagner, Byron, George Sand, Ugo Foscolo.
    Il Carnevale ebbe un momento di stasi dopo la caduta della Repubblica di Venezia perché malvisto dalla temporanea occupazione di austriaci e francesi. La tradizione si conservò nelle isole, Burano, Murano, dove si continuò a festeggiare. Solo alla fine degli anni Settanta del XX secolo alcuni cittadini e associazioni civiche si impegnarono per far risorgere il Carnevale che venne inaugurato nel 1979.


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    Con il Carnevale, a Venezia fin dal 1271 nacque dal nulla e si sviluppò gradualmente un vero e proprio commercio di maschere e costumi. Cominciarono ad essere prodotti gli strumenti per la lavorazione specifica dei materiali quali argilla, cartapesta, gesso e garza. Dopo la fase di fabbricazione dei modelli, si terminava l'opera colorandola e arricchendola di particolari come disegni, ricami, perline, piumaggi e quant'altro. I cosiddetti "mascareri", che divennero veri e propri artigiani realizzando maschere di fogge e fatture sempre più ricche e sofisticate, vennero riconosciuti ufficialmente come mestiere con uno statuto del 10 aprile 1436, conservato nell'Archivio di Stato di Venezia.
    Uno dei travestimenti più comuni nel Carnevale antico, soprattutto a partire dal XVIII secolo, è la Bauta. Questa figura, prettamente veneziana, indossata sia dagli uomini che dalle donne, è costituita da una particolare maschera bianca denominata larva sotto un tricorno nero e completata da un avvolgente mantello scuro chiamato tabarro. La bauta era utilizzata diffusamente anche a teatro, in altre feste, negli incontri galanti ed ogni qualvolta si desiderasse la libertà di corteggiare od essere corteggiati, garantendosi reciprocamente il totale anonimato. A questo scopo la particolare forma della maschera sul volto assicurava la possibilità di bere e mangiare senza doverla togliere.
    Un altro costume tipico era la Gnaga. Era costituito da indumenti femminili di uso comune e da una maschera con le sembianze da gatta, accompagnati da una cesta al braccio che solitamente conteneva un gattino. Il personaggio si atteggiava da donnina popolana, emettendo suoni striduli e miagolii beffardi. Interpretava talvolta le vesti di balia, accompagnata da altri uomini a loro volta vestiti da bambini.
    Molte donne invece, indossavano un travestimento chiamato Moretta, costituito da una piccola maschera di velluto scuro, indossata con un delicato cappellino e con degli indumenti e delle velature raffinate. La Moretta era un travestimento muto, poiché la maschera doveva reggersi sul volto tenendo in bocca un bottone interno (era chiamata anche servetta muta).


    ll Carnevale diede la possibilità, a tutti, di celare completamente la propria identità sotto un costume e ciò portò inevitabilmente a qualche eccesso. Sfruttando i travestimenti, qualche malintenzionato ne approfittò per escogitare e compiere una serie di malefatte, più o meno gravi. Per questo motivo le autorità dovettero introdurre a più riprese e per decreto delle limitazioni, dei divieti e delle pesantissime sanzioni contro l'abuso e l'utilizzo fraudolento o non ortodosso dei travestimenti. Già a partire dal 22 febbraio 1339 si decreta il divieto notturno di circolare in maschera per la città.
    Un altro abuso era quello di approfittare delle mentite spoglie per entrare nei luoghi sacri, nelle chiese e nei monasteri, per compiere atti indecenti e libertini anche con le religiose. Con decreto del 24 gennaio 1458 si proibì l'ingresso in maschera nei luoghi sacri, al fine di evitare che fossero compiute multas inhonestates.
    Un altro pericolo per la pubblica sicurezza poteva derivare dalla possibilità degli ampi mantelli come i tabarri, molto diffusi ed utilizzati in abbinamento a varie maschere, di poter nascondere facilmente armi e oggetti pericolosi, con l'intento di offendere. Si decretarono atti ufficiali che stabilirono e ribadirono di continuo il divieto assoluto di portare con sé qualunque oggetto di natura pericolosa per l'incolumità altrui. Le pene per questi reati erano molto pesanti, sia pecuniarie, con sanzioni salate, che di reclusione, con la comminazione di diversi anni di galera.
    La professione di prostituta fu da sempre contrastata e allo stesso tempo tollerata all'interno della Repubblica, talvolta addirittura incentivata e richiesta da molti veneziani e stranieri, ma considerata sempre fonte di perdizione e malcostume, nonché origine di pericolose malattie. Per questi motivi le meretrici dovevano sottostare a numerose limitazioni, rigidamente imposte. Anche le prostitute, però, potevano facilmente confondersi con le maschere ed esercitare la loro professione aggirando i limiti stabiliti. Si arrivò quindi a regolamentare ulteriormente la materia e a stabilire il divieto della prostituzione in maschera, con pene piuttosto severe.
    Con la diffusione delle case da gioco si registrarono episodi in cui alcuni giocatori d'azzardo, in maschera, sfruttavano l'anonimato per sfuggire ai creditori. Nel 1703 fu quindi totalmente proibito di recarsi in maschera presso questi luoghi.
    Più tardi, nel 1776, venne invece proibito alle donne sposate di recarsi a teatro senza maschera, al fine di proteggerne l'onorabilità.
    Dopo la caduta della Serenissima, avvenuta nel 1797, si arrivò infine alla proibizione definitiva dei mascheramenti, ad eccezione di quelli durante le feste private nei palazzi e del Ballo della Cavalchina al Teatro la Fenice. Come conseguenza, iniziò velocemente il declino del Carnevale e le manifestazioni e feste si spensero gradualmente.


    Edited by gheagabry1 - 15/2/2020, 12:06
     
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    I dieci Carnevali più insoliti del mondo.

    Antiche tradizioni, sfide storiche e battaglie in maschera per esorcizzare le paure. Arance, spade e rose al posto dei coriandoli diventano armi di battaglie teatrali che allontanano il buio e sconfiggono il male. Eserciti di soldati in abiti napoleonici e di uomini travestiti da animali o in costume di Pierrot, uno identico all’altro, contrastano enormi pupazzi e figure ancestrali che rappresentano il diavolo. Sono numerose le feste di Carnevale, soprattutto nel vecchio continente, che si allontanano dai più convenzionali cortei in maschera o dalle divertenti e colorate sfilate di carri allegorici e si avvicinano alle tradizioni più arcaiche e popolari di ogni singolo Paese. Ecco un tour tra le dieci feste carnevalesche più strane e insolite, alcune famosissime e altre ancora da scoprire.

    Québec
    Giochi, sport e spettacoli folcloristici sotto la neve sono i protagonisti del Carnevale di Québec, in Canada, che fino al 13 febbraio ospita concerti, balli in maschera e feste per grandi e bambini in un paesaggio tipicamente invernale. Nato nel 1894 per celebrare l’arrivo della primavera e allontanare le rigide temperature dell’inverno, anche quest’anno il Carnaval de Québec accoglie nel gigantesco palazzo del ghiaccio numerose sculture di neve, realizzate da artisti canadesi e internazionali, presentate dalla celebre mascotte Bonhomme, un pupazzo di neve che indossa un cappello rosso e una sciarpa colorata. Scenografica è la parata notturna dei carri allegorici che si svolge il 6 febbraio nel quartiere di Charlesbourg ma gli eventi più amati sono i tornei sportivi, in particolare le gare di hockey, la corsa in canoa sul fiume ghiacciato san Lorenzo e la suggestiva corsa con le slitte trainate dai cani. Infine, c’è attesa anche per il 13 febbraio quando decine di partecipanti in costume da bagno si tufferanno nell’acqua ghiacciata.

    Ivrea
    Il momento clou dello storico Carnevale di Ivrea, riconosciuto come “manifestazione italiana di rilevanza internazionale”, è la suggestiva e spettacolare battaglia delle arance: frutti grossi e succosi vengono lanciati dagli aranceri sui carri ai cittadini a terra, le squadre a piedi, che rispondono con le stesse armi. Per evitare di essere bersagliati dal lancio dei frutti è bene indossare un berretto rosso per tutte e tre i giorni della storica battaglia che rappresenta, sotto forma di allegoria, la rivolta dei cittadini a un barone tiranno e la conquista della libertà con le sole armi a loro disponibili. Simbolo della vittoria è il corteo della Mugnaia, dai cui carri si lanciano dolci e regali alla popolazione. Durante la manifestazione carnevalesca, che segue un programma rigoroso e complesso, si svolgono ogni giorno numerosi appuntamenti, parate in costume, mostre, spettacoli teatrali, concerti, fiaccolate, degustazioni e mercatini. Il Carnevale della città piemontese termina il 10 febbraio con spettacolari giochi pirotecnici e la premiazione delle squadre degli aranceri e dei carri vincitori.

    Colonia
    Tagli di cravatta e lanci di rose dai carri sono i gesti che contraddistinguono il Carnevale della grande città sul Reno, più simile a una parata storica che a una festa in maschera. Quest’anno il Carnevale di Colonia, che risale al Medioevo, inizia il 4 febbraio con l’immancabile festa delle donne che al grido di Kölle Alaaf! tagliano le cravatte ai malcapitati uomini, chiedendo loro un bacio sulla guancia. La Weiberfastnacht dà l’avvio al periodo carnevalesco chiamato “Quinta stagione dell’anno”, che terminerà il 10 febbraio, mercoledì delle ceneri, con l’immancabile e benaugurante banchetto a base di pesce. Sempre il giorno d’apertura vengono nominati i protagonisti del Carnevale: il “Principe”, il “Fante” e la “Vergine” che ricevono le chiavi della città e aprono ufficialmente i festeggiamenti. Da allora, di giorno e di notte, è un susseguirsi di cortei e sfilate in costume per le strade e nei locali; tra gli appuntamenti più attesi c’è il raduno di sabato in piazza Neumarkt, dove tra balli, maschere e gustose pinte di birra si assiste alla sfilata storica degli uomini vestiti con le giubbe rosse, che ricordano i soldati di Colonia. Il momento clou del Carnevale, tuttavia, è il “lunedì delle rose”, Rosenmontag, quando un corteo di migliaia di persone attraversa la città su carri allegorici da cui lanciano rose e dolci alla gente assiepata dietro le transenne. Il martedì grasso, penultimo giorno di Carnevale, si assiste al rogo del Nubbel, uno spaventapasseri di paglia che rappresenta l’inverno, tenuto appeso in diverse birrerie della città e solo alla fine esposto in piazza per essere bruciato.

    Mundaka
    Nel villaggio basco di Mundaka, famoso come ritrovo di surfisti, si svolge un antico Carnevale, Arauste, che vede come protagoniste le donne del borgo travestite da streghe con una parrucca bionda. La festa si apre domenica, 7 febbraio, con il corteo degli uomini, gli atorrak, vestiti di bianco e con una federa in testa, che percorrono le strade di Mundaka accompagnati da musica e canti. Poi è il turno delle donne, completamente vestite di nero, che rappresentano la lamia, antica figura mitologica basca metà umana e metà animale, i cui arti inferiori sono quelli di una capra o di un’anatra se proviene dalle regioni interne o di una sirena se arriva dalla costa. La festa è stravagante e misteriosa, proprio come le radici e le tradizioni di questa regione della Spagna settentrionale.

    Binche
    Un esercito di colorati Pierrot, agghindati con un enorme collare di pizzo, zoccoli ai piedi e una maschera di cera bianca che copre il volto, sfilerà dal 7 al 9 febbraio per le vie di Binche, cittadina vallone a 60 chilometri da Bruxelles. Sono i Gilles, antiche maschere carnevalesche che danno vita a una festa dall’organizzazione rigorosa: il martedì grasso percorrono la città con una banda, preceduti dal ritmico rullio dei tamburi e dei pesanti zoccoli che colpiscono il selciato, mentre la domenica precedente i protagonisti sono i cittadini, vestiti di stracci e con i volti nascosti sotto inquietanti maschere che rappresentano il diavolo, con le quali esorcizzano l’inverno. Lunedì un corteo di Pierrot, Arlecchini, clowns e zingari scende per le strade, ballando e facendo festa, mentre i fuochi d’artificio annunciano l’arrivo del martedì, il giorno della grande sfilata conclusiva dei Gilles.

    Mamoiada
    Per Carnevale la cittadina di Mamoiada nel cuore della Barbagia, in Sardegna, mette in scena un’antica festa, suggestiva e ricca di simboli, che racchiude i misteri della civiltà agropastorale d’età nuragica, dove drammatici riti pagani si uniscono all’allegorico rapporto tra animali e uomini, tra sconfitti e vittoriosi. La festa consiste nella processione e nell’incontro teatrale tra gli Issohadores, personaggi vestiti in modo colorato e brioso con giubbe rosse di foggia femminile, pantaloni bianchi e bottoni in oro, e i Mamuthones, uomini coperti da pelli di pecora, da 40 campanacci di varie dimensioni tenute insieme come collane e con bellissime maschere di legno, assicurate al viso con cinghie in cuoio. Entrambe le fazioni sfilano per le vie del borgo la domenica: i Mamuthones, che rappresentano la sconfitta e la prigionia, si dispongono su due file parallele di dodici (come i mesi dell’anno), sei per fila; gli Issohadores, i vittoriosi, invece, si sistemano accanto alle file degli antagonisti e sfilano con loro, inscenando l’eterna lotta tra il bene e il male.

    Gozo
    Gli ingredienti sono gli stessi di un classico Carnevale: la tradizionale sfilata di carri allegorici e delle maschere provocatorie, divertenti e colorate. Eppure il Carnevale di Nadur, villaggio di Gozo, piccola isola dell’arcipelago maltese, ha un differenza sostanziale: qui i protagonisti in maschera sfilano in silenzio, quasi a voler rafforzare il proprio travestimento e il proprio anonimato; da qui il soprannome di Carnevale silenzioso. E’ una festa spontanea, senza regole né organizzazione: tutti scendono in piazza con una maschera irriverente e pungente o con un cappuccio per non essere riconosciuti. I costumi sono stravaganti e satirici, divertenti e alcuni storici; i carri sono per lo più rottamati dalle aziende locali, eppure arricchiti da un lungo lavoro creativo. Il Carnevale di Nadur quest’anno si svolge dal 5 al 9 febbraio.

    Allein
    In Val d’Aosta, nel comune di Allein o Coumba Freida, si svolge una festa di Carnevale misteriosa e ricca di storia, dove la tradizione unisce la nascita del Carnevale al passaggio di Napoleone attraverso il Colle del Gran San Bernardo durante la campagna d’Italia.
    Le landzettes, le originali maschere dei protagonisti, sono infatti costumi colorati che ricordano le uniformi dell’esercito napoleonico: gli abiti sono confezionati con paillette e specchietti che riflettono la luce e allontanano gli spiriti maligni, così come il colore rosso delle uniformi simboleggia la forza ed esorcizza le avversità. Le landzettes hanno il volto coperto da una maschera di legno, in mano tengono una coda di cavallo e un campanello per scacciare gli spiriti avversi; accompagna la sfilata principale un orso che rappresenta l’avvicinarsi della primavera. Durante il corteo le maschere entrano nelle case, ballano per strada e mangiano ciò che viene loro offerto nelle piazze del borgo.

    Solothurn
    In Svizzera, dal 3 al 10 febbraio, nella città barocca di Solothurn si svolge un’insolita festa di Carnevale, che i cittadini chiamano “hawaiano”. Per un’intera settimana Solothurn, seguendo il principio carnevalesco del sovvertimento e della ribellione alle regole, cambia il suo nome in Honolulu, il sindaco viene destituito e la strada del Municipio diventa “via dell’Asino”. Tutto è stravolto e ogni cosa è il suo esatto contrario; pare, infatti, che la cittadina svizzera si trovi esattamente agli antipodi delle Hawaii o almeno ne sono convinti dal 1853 i suoi abitanti, che da allora fino al mercoledì delle ceneri stravolgono i nomi. Il Carnevale comincia all’alba del giovedì grasso, 4 febbraio, con il Chesslete, il chiassoso corteo armato di fiaccole e di strumenti assordanti, che attraversa la città vecchia svegliando chi dorme e si conclude la sera del mercoledì delle ceneri, il 10 febbraio, con l’incendio del pupazzo di paglia Böög che rappresenta l’inverno.

    Strání
    Nel sudest della Repubblica Ceca c’è un modo assai originale di festeggiare il Carnevale: a Strání, città ceca della Moravia, all’apice dei festeggiamenti si celebra la lotta all’inverno e al male con la folcloristica danza delle spade. Durante questa tradizionale danza, che si svolge nei boschi di Strání, i protagonisti ballano con sciabole di legno borchiate e dotate di cerchi metallici. La danza termina con un grande banchetto dove si cucinano piatti tradizionali a base di maiale.
    (Ansa)
     
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    RICICLO E TANTA FANTASIA

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