Bimbi e svezzamento..cosa mangiare

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  1. Lussy60
     
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    Proteine: razionate o “in crescendo”?

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    Ridurre le proteine è il nuovo comandamento del moderno svezzamento. I nostri bambini risultano ipernutriti e si tratta di una forma di malnutrizione, non in difetto ma in eccesso, che va corretta fin dalle prime pappe.

    L'eccesso di proteine nella dieta è stato infatti correlato allo sviluppo di sovrappeso e obesità che riguarda il 34% dei bambini italiani a 9 anni, con punte del 48% in Campania.

    "Le proteine non sono però le uniche indiziate, ci sono anche altri fattori che concorrono all'aumento di peso come la scarsa attività fisica o comportamenti alimentari scorretti, ad esempio l'assenza della prima colazione", precisa Giuseppe Banderali, Direttore di Neonatologia e Patologia neonatale dell'Ospedale San Paolo di Milano. "Le proteine possono costituire un problema solo se assunte in eccesso, come quando - ad esempio - oltre alla bistecchina si dà al bambino anche un formaggino".

    No agli allarmismi. Evitare uno degli errori nutrizionali più documentati e diffusi non vuol dire però eliminare la carne, un alimento importante più ancora che per le proteine, per l'apporto di ferro e zinco necessario al bambino specie dai 6 mesi in poi. Piuttosto, significa fornire un contenuto proteico globale inferiore rispetto al presente e più variato. "La dieta va sempre pensata settimanalmente, per fare in modo che nell'arco dei 7 giorni compaiano, alternandole, tutte le principali fonti energetiche: carne 3 o 4 volte su 14 pasti e poi pesce, legumi, uova, prosciutto e formaggio", suggerisce Giuseppe Banderali. Inoltre, va evitato il latte vaccino almeno fino a 12 mesi perché considerato una fonte iperproteica (ne contiene più del triplo rispetto al latte materno, che andrebbe invece mantenuto almeno fino a quell'età).

    Livelli di Assunzione Raccomandati. La quantità di proteine "giusta" viene calcolata "pro chilo" e quindi aumenta con la crescita del bambino. Ma come fare a sapere l'esatto fabbisogno giornaliero di proteine di ogni bambino? "Si tratta di un calcolo complesso, un compito che non può spettare alle mamme. Nel 2012 usciranno i nuovi LARN, i Livelli di Assunzione Raccomandati per ogni Nutriente, elaborati dalla Società Italiana di Nutrizione Umana", spiega Giuseppe Banderali. "In caso di dubbio, basta rivolgersi al pediatra di famiglia che nel nostro Paese è a disposizione per risolvere anche tutte le problematiche legate all'alimentazione".

    Articolo di Chiara Sandrucci



    SVEZZAMENTO
    Uovo: tuorlo e albume vanno “separati”?


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    L'idea di aspettare i 10 mesi prima di introdurre le uova nella dieta del bebè per ridurre il rischio allergico non ha sufficiente fondamento scientifico.

    Anzi, le ultime ricerche sembrano suggerire il contrario: l'inspiegabile aumento delle allergie soprattutto tra i bambini potrebbe essere in parte dovuto proprio all'introduzione tardiva degli alimenti allergizzanti. Però la prudenza non è mai troppa e c'è chi suggerisce di attendere ancora prima di modificare il calendario.

    Ci vuole ancora cautela. "E' vero che la ricerca scientifica sta andando avanti in questa direzione, ma si sta ancora valutando se sia il caso o no di anticipare l'introduzione dell'uovo", afferma Giuseppe Banderali, Direttore di Neonatologia e Patologia neonatale dell'Ospedale San Paolo di Milano. "E' presto per tradurre i risultati della ricerca in indicazioni pratiche. Un po' di cautela ci vuole sempre: l'uovo non è uno dei primi alimenti da introdurre nella dieta: il tuorlo va proposto a 8-9 mesi e l'albume a 11. E' la legge della gradualità, che impone prudenza con organismi ancora così immaturi".

    Il rischio allergia. Le allergie alimentari come quella all'uovo colpiscono il 3-7% dei bambini europei tra 0 e 5 anni (ma la più frequente è quella al latte vaccino) e tendono a scomparire con l'età scolare. Nel caso dell'uovo, la reazione allergica si scatena contro alcune proteine come l'ovalbumina, contenuta nell'albume. Per questo motivo, il rosso veniva in genere introdotto prima e il bianco più tardi. Se si manifesta un'allergia (reazioni cutanee, sintomi intestinali o respiratori), va segnalata al pediatra che eliminerà l'uovo dalla dieta.

    Un alimento buono. L'uovo però non va demonizzato: è ricco di ferro, proteine "nobili" (cioè complete, ad alto valore biologico) e lipidi. Un'ottima fonte proteica da proporre una o due volte alla settimana senza patemi d'animo. Tanto che, anche se la questione è ancora dibattuta, molti pediatri già ne suggeriscono l'introduzione fin dall'inizio dello svezzamento.

    Articolo di Chiara Sandrucci

     
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