CAFFE'

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    10 cose che (forse) non sai sul caffè

    di: Eugenio Spagnuolo

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    Ogni giorno al mondo si consumano quasi 1,6 miliardi di tazze di caffè. Una cifra impressionante. E non è l'unica curiosità: perché se c'è una bevanda che nella sua storia ha collezionato record, ricerche scientifiche e aneddoti, questa è proprio il caffè.

    1. Al freddo se ne consuma di più
    Il paese dove si consuma più caffè è la Finlandia, con 12 kg l'anno pro-capite. Mentre quello dove se ne consuma meno è Portorico, con 400 grammi di caffè per ogni persona.
    L'Italia è solo al dodicesimo posto della classifica, con 5,9 kg di caffè pro-capite, dopo Svizzera, Canada, Danimarca, Austria, ecc… La media di consumo mondiale è di 1,3 kg all'anno per persona.

    2. Può essere velenoso
    La caffeina può uccidere. Ma bisogna bere tra le 80 e le 100 tazze di caffè in un tempo ristretto (circa 4 ore).

    3. Non contiene solo caffeina
    Ci sono almeno 1000 di composti chimici nel caffè. Alcuni di essi sono continua fonte di scoperta per la scienza e potrebbero essere usati in futuro per curare malattie cardiache e insonnia. Ma secondo alcuni studi il caffè potrebbe contenere in dosi minime anche una ventina di sostanze cancerogene.

    4. È una medicina
    Uno studio del 2008 dell'Università di Lund in Svezia ha dimostrato che bere caffè ridurrebbe il rischio di cancro al seno, almeno per le donne che hanno una variante relativamente comune del gene CYP1A2, che aiuta a metabolizzare estrogeni e caffè.
    E nel 2011, la Harvard School of Public Health ha riferito di uno studio su 48.000 uomini, che bevendo sei o più tazze al giorno di caffè hanno ridotto del 60% il rischio del cancro alla prostata.
    L'ultima notizia in ordine di tempo segnala il potere del caffè come "antidepressivo": sempre secondo l'Harvard School of Public Health, le persone che consumano dalle 2 alle 4 tazzine di caffè al giorno hanno il 50% di possibilità in meno di togliersi la vita rispetto alle altre.

    5. Si chiama così perché...
    Intorno all'anno 1000 alcuni commercianti arabi portarono dai loro viaggi in Africa dei chicchi di caffè da cui traevano una bevanda eccitante per ebollizione che chiamavano qahwa ("eccitante"). Da qui alla parola turca kahve e all'italiano caffè il passo è stato breve. Ma c'è chi sostiene che il nome in realtà derivi da Caffa, regione dell'Etiopia dove cresce spontaneamente.

    Il caffè si diffuse in Europa soltanto nel XVII secolo con il nome provvisorio di “vino d’Arabia”, per merito
    dei soliti mercanti veneziani, di casa a Istanbul (capitale dell’Impero ottomano).

    Bollato dalla Chiesa come “bevanda del diavolo”, per le sue proprietà eccitanti, fu per anni (preparato “alla turca”, sciolto nell'acqua) una bevanda da taverna. Almeno fino all'alba del ’700, quando i caffè divennero luoghi di ritrovo frequentati da filosofi

    6. Non tutti… lo assumono bevendo.
    Il Principe Carlo d'Inghilterra, appassionato di terapie mediche alternative, è un fervente sostenitore dei clisteri di caffè come cura anticancro (fanno parte della cosiddetta cura Gerson che prevede tra l'altro iniezioni di vitamine, ndr).

    7. Piace agli artisti
    Al compositore Johann Sebastian Bach il caffè piaceva così tanto da dedicargli una cantata: il Kaffeekantate, eseguita a Lipsia, in Germania, tra il 1732 e il 1735.

    8. …e agli sportivi
    Secondo uno studio dell'Università del Queensland, pubblicato sul Journal of Science and Medicine in Sport, 14 ciclisti che avevano assunto il caffè un'ora prima di una corsa guadagnavano il 2% in termini di velocità.

    9. Quello decaffeinato... non lo è del tutto.
    Esiste un'unica variante di caffè decaffeinato naturalmente: la Coffea charrieriana, originaria del Camerun. Il resto del caffè viene decaffeinato in modo artificiale. Ma in realtà è impossibile eliminare del tutto la caffeina. Secondo uno studio dell'Università della Florida, in 5/10 tazze di caffè decaffeinato si troverebbe lo stesso quantitativo di caffeina presente in una-due tazze di caffè. Dunque in media in una tazzina di decaffeinato ci sarebbe l'equivalente di un quinto o un decimo di quella contenuta in una tazzina di espresso normale.

    10. Perché quello che si beve in alcuni luoghi (per esempio Napoli) è più forte?
    Dipende in parte dalla miscela. Le due principali specie di caffè, la robusta e l'arabica non hanno le stesse caratteristiche organolettiche. La robusta può avere il doppio di caffeina dell'arabica (che è più pregiata, ma meno "forte"). E in parte dipende dalla tostatura (o torrefazione) del caffè, il processo di arrostimento.




    www.focus.it

    Edited by gheagabry1 - 9/9/2021, 00:35
     
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    ER CAFFETTIERE FILOSOFO
    Giuseppe Gioachino Belli

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    L'ommini de sto monno sò ll'istesso
    Che vvaghi de caffè nner mascinino:
    C'uno prima, uno doppo, e un antro appresso,
    Tutti cuanti però vvanno a un distino.

    Spesso muteno sito, e ccaccia spesso
    Er vago grosso er vago piccinino,
    E ss'incarzeno, tutti in zu l'ingresso
    Der ferro che li sfraggne in porverino.

    E ll'ommini accusì vviveno ar monno
    Misticati pe mmano de la sorte
    Che sse li ggira tutti in tonno in tonno;

    E mmovennose oggnuno, o ppiano, o fforte,
    Senza capillo mai caleno a ffonno
    Pe ccascà nne la gola de la morte.



    Edited by gheagabry1 - 9/9/2021, 00:38
     
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    Ispresso, il caffè italiano
    per la prima volta nello spazio


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    Argotec, Lavazza e
    Agenzia Spaziale lanciano capsule
    in orbita



    Un caffè che manda in orbita, e non in senso metaforico: tra i passeggeri della Missione Futura, oltre alla prima donna italiana a salire a bordo della Stazione spaziale internazionale, l'astronauta dell'Esa e capitano dell'Aeronautica militare Samantha Cristoforetti, potrebbe fare il suo esordio anche il vero espresso italiano.

    La sfida ai limiti delle leggi della fisica è stata raccolta da Argotec, azienda ingegneristica specializzata in sistemi aerospaziali e nell'alimentazione degli astronauti, e da Lavazza, storico marchio del caffè made in Italy. Due industrie d'eccellenza, entrambe torinesi, che hanno lavorato al primo sistema a capsule in grado di funzionare in orbita: il sistema è stato battezzato 'ISSpresso', dalla sigla della Stazione spaziale internazionale (ISS), ed è stato selezionato dall'Agenzia spaziale italiana per un'opportunità di utilizzazione nella Missione Futura.

    In questi giorni una squadra di giovani ingegneri di Argotec sta mettendo a punto il sistema, sottoponendolo agli ultimi test per rispondere ai rigidi requisiti della Nasa. "La macchina deve resistere alle forti sollecitazioni in fase di lancio - spiegano -, operando in condizioni di microgravità e di fluidodinamica completamente diverse da quelle sulla Terra". Il sistema è stato quindi riprogettato integrandosi con l'esperienza di un leader nei sistemi di estrazione a capsule come Lavazza. Il risultato, che una volta ultimato passerà alle fasi di qualificazione di Finmeccanica - Selex ES per essere mandato in orbita, è un concentrato di tecnologia, un sistema che potrà erogare l'espresso italiano già conosciuto ed apprezzato nei 4 angoli del pianeta.

    Intorno alla sofisticata macchina del caffè, forse gli uomini e le donne della missione spaziale si sentiranno più vicini a casa: "L'unica cosa che mi manca è un espresso italiano", aveva confessato con una battuta Luca Parmitano, nel giugno 2013, a una settimana dalla sua partenza per lo spazio. L'astronauta non poteva ancora immaginare che nei laboratori di Argotec il team fosse già al lavoro per 'spedire' la bevanda a 400 chilometri dalla Terra. "Ai due attori principali - rivela oggi David Avino, managing director dell'azienda ingegneristica aerospaziale - mancava un terzo partner fondamentale, arrivato con l'Agenzia spaziale italiana". C'è molto orgoglio italiano in questo progetto: "E' la voglia di accettare nuove sfide e di dimostrare la nostra competenza - osserva Giuseppe Lavazza, vicepresidente del gruppo torinese - a permetterci di realizzare anche i prodotti in apparenza impossibili".




    Fonte:
    © www.ansa.it/lifestyle/notizie/rubri...618b7fbd13.html,
    web,www.diregiovani.it,www.jngconsultancy.nl,www.ispresso.nl


    Edited by gheagabry1 - 9/9/2021, 00:39
     
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    Prospero Alpini, medico e botanico di ritorno dall’Egitto, porta in occidente la pianta del caffè e la consegna al senatore Costantino Garzoni, a cui racconta dell’uso diffuso a Istanbul, “La sublime porta” di bere “una certa acqua negra” in locali pubblici. Fiutato l’affare, la Serenissima avvia l’importazione. Il caffè è una bevanda ottenuta dalla macinazione dei semi di arbusti tropicali del genere Coffea, le cui più diffuse sono l’arabica e la robusta. La parola araba Gahwa (in turco Kahve) diviene in Italiano caffè. Pellegrino Artusi (1820-1911) la descrive così:

    “V’è chi ritiene il caffè originario della Persia, chi dell’Etiopia e chi dell’Arabia Felice; ma di qualunque posto sia, è certamente una pianta orientale sotto forma di un arboscello sempre verde il cui fusto si innalza dai 4 ai 5 metri e non acquista per ordinario più di 5 ad 8 centimetri di diametro. Il miglior caffè è pur sempre quello di Moka, il che potrebbe convalidare l’opinione esser questo veramente il suo luogo nativo. Si dice che un prete musulmano, a Yemen, avendo osservato che quelle capre le quali mangiavano le bacche di una pianta di quelle contrade, erano più festevoli e più vivaci delle altre, ne abbrustolì i semi, li macinò e fattane un’infusione scoprì il caffè tal quale noi lo beviamo (…) Venezia per i suoi rapporti commerciali in Oriente fu la prima a far uso del caffè in Italia, forse fin dal secolo XVI”
    (La scienza in cucina e l’arte di mangiare bene, 1891).



    Dopo la prima guerra mondiale il caffè si diffonde anche nel Sud Italia, soprattutto nel napoletano. L’Istituto Nazionale Espresso Italiano:

    “il cappuccino di qualità e rispettoso della tradizione è composto da 25 ml di espresso e da 100 ml di latte montato con vapore. Alla base del Cappuccino Italiano Certificato c’è sempre un Espresso Italiano Certificato, preparato in conformità alle regole previste nella certificazione a marchio Espresso Italiano (CSQA n. 214 del 24/9/1999, DTP 008 Ed. 1). Da un punto di vista sensoriale il Cappuccino Italiano Certificato si presenta di colore bianco, ornato da bordo marrone più o meno spesso nel cappuccino classico, con disegni che vanno dal marrone al nocciola nel cappuccino decorato. La crema ha maglie strette con occhiatura molto fine o assente. Ha un aroma intenso in cui, ai soffusi sentori di fiori e di frutta si, aggiungono quelli più intensi di latte, di tostato (cereali, caramello), cioccolato (cacao, vaniglia) e frutta secca. Sono assenti odori empireumatici e biochimici negativi. Il corpo è importante e si esprime con una sensazione suadente, di panna e di elevata percezione sferica, supportato da un sapore amaro tenue e da una bilanciata acidità, quasi impercettibile. L’astringenza è praticamente assente”.

     
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    La ricetta del caffè
    secondo Carlo Goldoni



    "Ecco il caffè, signore, caffè in Arabia nato,

    E dalle carovane in Ispaan portato.

    L'arabo certamente è sempre il caffè migliore;

    Mentre spunta da un lato, mette dall'altro il fiore.

    Nasce in pingue terreno, vuol ombra e poco sole.

    Il frutto, non è vero, ch'essere debba piccino.

    Anzi dev'esser grosso, basta che sia verdolino.

    Usarlo indi conviene di fresco macinato,

    In luogo caldo e asciutto, con gelosia guardato.

    A farlo vi vuol poco:

    Mettervi la sua dose, e non versarla al fuoco.

    Far sollevar la spuma, poi abbassarla a un tratto

    Sei, sette volte almeno, il caffè è presto fatto."



    (La serva Curcuma al Padrone, nella commedia "La sposa persiana")

     
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    La cannella e il cacao per il caffè di Rosalia




    CAFFÈ di Rosalia o del "parrino"


    ... gli ingredienti ...


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    la polvere del caffè già utilizzata («il tufo») di tre o quattro caffettiere moka da 3-4 tazze
    una tazza da tè di caffè rimasto (se c' è)
    4 o 5 cucchiai di polvere di caffè fresca
    1 litro abbondante di acqua
    1 stecca di cannella
    1 pugno di chiodi di garofano (circa 40)
    4-5 cucchiai di zucchero
    2 cucchiai di cacao in polvere (amaro o dolce, a scelta)
    1 bustina di vanillina


    ... la preparazione ...


    Mettere in un pentolino a bordi alti: la polvere del caffè già utilizzata, l' acqua, la stecca di cannella e i chiodi di garofano, quindi cuocere a calore medio per 15-20 minuti, fino a quando il liquido diventa scuro e abbastanza denso.
    Spegnere, far riposare almeno un' ora, poi filtrare e gettare la cannella, i chiodi di garofano e la maggior parte della polvere di caffè.
    Rimettere il liquido nel pentolino, aggiungere la vanillina, lo zucchero e il cacao e cuocere per altri 10 minuti a fuoco medio.
    Aggiustare di zucchero, mescolare e servire.

    (01 aprile 2011)



    Fonte:
    © http://ricerca.repubblica.it/repubblica/ar...r-il-caffe.html,
    web,it.dreamstime.com,www.thinkdonna.it
     
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    Un articolo postato da M-i-r-r-o-r
    view post Inviato il 18/10/2009, 03:30



    Parliamo di caffè?

    Il “marocchino” è, ormai, una piaga nazionale. Dal MonBianco alla Trinacria, con i più svariati appellativi, esso rappresenta al meglio quel che di più terribile possa affliggere un moderno barista: l’aggettivazione.

    L’aggettivazione è il male baristico di questo ultimo decennio, in un mondo che prevede di svolgere il proprio lavoro male e lentamente, pretendendo dagli altri l’esatto contrario: bene e subito.

    Parliamone, invece di bearci di presunte ricette originali conservate nei municipi dei nostri orticelli, parliamone seriamente.

    Un tempo, quando avevamo tempo, andavamo al bar e le opzioni erano: caffè, cappuccino, succo di frutta. Di gusti ve n’erano esclusivamente tre: pera, pesca e albicocca, e ancora non c’era stata l’invasione dei “senza zuccheri” (illusoria e truffaldina, giacché subito dopo la parola zuccheri c’è “aggiunti” il che significa che quelli propri del frutto te li becchi tutti). Nessun creativo del marketing si era ancora azzardato a proporre il pesca/mango, il banana e mela, il mirtillo e limone ed altre aberranti associazioni. I più “in” si lasciavano andare al Campari. Qualche operaio sceglieva la sambuca o lo stravecchio.

    Il bar serviva per socializzare, per perdere un po’ di tempo con gli amici prima di tornare a casa, per fare colazione quando la moglie o la mamma erano malate. Oggi, che non esiste più una tavola comune, il bar serve, tra una pausa e l’altra dei mille impegni quotidiani, per nutrirsi rapidamente e senza sforzi. Avete presente quei tizi che ordinano un aperitivo e prima ancora che il barista poggi il bicchiere sul bancone proferiscono queste parole: ce l’hai qualche tramezzino, le arachidi, le patatine, i pistacchi, due spiedini? Ecco, questa è gente che torna a casa, si siede sul divano, guarda la foto della ex moglie e dice: hai visto, cosa ci vuole per cenare?

    Oggi, solo per un caffè, (70 centesimi di euro al centro italia) si pretende di scegliere: tipo di tazza, tipo di caffè, tipo di latte, tipo di zucchero, temperatura di tazza, latte, caffè, qualità della macchia, solo latte, solo schiuma, misto. Moltiplichi tutto questo per i venti clienti al bancone e non ti domandi più perché, oggi, i baristi sono tra le categorie più a rischio per quanto riguarda uxoricidi et similia. 20 caffè per tre aggettivi a bevanda fanno 60 bevande diverse, da ricordare e preparare in circa due minuti.

    Tutto ha un limite, memoria e pazienza quelle che lo hanno più limitato. In tazza o in vetro. Lungo o ristretto, macchiato caldo o freddo. Macchiato con schiuma o senza. Con latte scremato. Ad alta digeribilità. Zucchero bianco, di canna, dolcificante dietetico, aromatizzato. Caffè decaffeinato, caffè d’orzo (contraddizione in termini che nessuno si sogna di contraddire, ma il caffè è un ingrediente, così come l’orzo, non il nome di un cocktail).

    Un tempo c’era la zuccheriera gigante, con dentro due cucchiaini, sempre aperta e alla mercé di tutti. Poi il ministero della salute deve aver ricevuto dati sulle morti bianche (dovute allo zucchero bianco esposto) ed ha inventato le bustine. Bustine di ogni tipo e colore, carta sprecata gettata a tonnellate ogni giorno, insieme alle bustine mezze piene di zucchero che vengono quotidianamente gettate nel secchio......

     
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    Black Ivory Coffee, il caffè degli elefanti



    Ogni giorno dopo il bagno mattutino, gli elefanti fanno colazione con un pastone fatto di banane, sale, riso e un ingrediente fondamentale, le bacche di caffé. Tutto ha inizio con la selezione dei migliori chicchi di Arabica thailandesi che sono stati raccolti a una quota oltre i 1500 metri.
    Vengono raccolti circa 10.000 bacche di caffé che servono per ogni chilogrammo di caffè tostato. In tempi di siccità, elefanti asiatici sono attratti piantagioni di caffè e mangiano regolarmente le bacche, come per la frutta. Inoltre il guscio del chicco agisce come una barriera protettiva agli olii caffè che sono all'interno; al fine di estrarre la caffeina, è necessario il calore. Per questo che il caffè viene tostato a circa 200C e fermentata a 93C. A differenza dei carnivori, gli erbivori hanno bisogno maggior tempo di digestione, questo permette una maggior fermentazione. Blake Dinkin, il fondatore del Black Ivory Coffee, un’azienda vicino alla città di Chiang Saen, al confine nord con Laos e Cambogia, spiega: “La fermentazione è importante per il vino e per la birra e anche per il caffè, perché fa uscire lo zucchero" E sarebbe proprio questa il segreto: "Dopo la fermentazione, l'aroma è di cioccolato ma con un tocco floreale. È come se ci fosse anche un po' di ciliegia ma, non c'è il sapore amaro ed è molto leggero, come il tè. Ecco, potrebbe essere una via di mezzo tra il tè e il caffè". Una volta ingeriti, il passaggio nel tratto intestinale degli animali elimina il sapore amaro dei chicchi poichè come indica la ricerca del Dr. Marcone dell'Università di Guelph, durante la digestione, gli enzimi degli elefante eliminano le proteine ​​caffè. Dal momento che la proteina è uno dei principali fattori responsabili amarezza nel caffè, meno proteine ​​significa quasi senza amarezza.Nello stomaco dell'animale le bacche vengono digerite ma il chicco resta intatto. Una volta depositati dai elefanti, i singoli chicchi vengono raccolti a mano, lavati ed essiccati. Per avere un chilo di Black Ivory un elefante deve ingerire 33 kg di bacche, mescolati con i consueti pasti di riso e banane.
    Nel 2015 sono stati prodotti 150 kg di questo caffè, al costo di 1800 dollari per kg (circa 1600 euro): circa 13 dollari per una tazzina.



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    La tazza del caffè che il dà il bacio
    del mattino: il gadget impazza sul web








    Un bacio al caffe': il gadget impazza sul web (Olycom)


    ROMA - Un coperchio per il caffè davvero bizzarro, a forma di naso e bocca. E' il bacio del mattino, ideato dal designer Jang Woo-Seok, che dà l’illusione di star bevendo il caffè bollente dalla bocca di un'altra persona.

    Secondo il designer ai comuni coperchi del caffe' mancava il fascino, bisognava garantire insieme al caffè il bacio del mattino, che non sempre è assicurato alle persone. Insomma, perché non coccolarsi un po? In più il contenitore tiene calda la bevanda.

    Venerdì 28 Agosto 2015 - Ultimo aggiornamento: 16:12

    www.corriereadriatico.it/ATTUALITA/...e/1536939.shtml



    FONTE:
    © www.corriereadriatico.it/ATTUALITA/...e/1536939.shtml
     
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    Paese che vai, caffè che trovi: il giro
    del mondo in 10 tazzine



    Irish coffee, eiskaffee, mazagran, cafe de olla, caffè frappè… Un tour di gusto oltre confine, con tanto di ricette da provare. Siete convinti che il migliore sia l’italico espresso? Potreste cambiare idea


    Pianeta caffè. Lungo, lunghissimo, ristretto, rinforzato con il tuorlo d’uovo, arricchito con cannella o spezie. E ancora, bollente o ghiacciato… Sono tante le versioni del caffè nel mondo. Il clima, come le culture e le abitudini, influenzano le modalità di preparazione della bevanda. La più diffusa del globo, dopo l’acqua: ogni giorno se ne consumano quasi 1,6 miliardi di tazze e il suo volume d’affari globale è secondo solo a quello del petrolio. Una passione senza confini, al punto che c’è un evento internazionale tutto dedicato a questo oro nero… in grani: World of coffee, manifestazione europea itinerante che quest’anno atterra proprio in Italia, a Rimini Fiera, dal 10 al 12 giugno. Ma siete convinti che il migliore caffè sia l’italico espresso? Date una sbirciatina a questa panoramica dei caffè più famosi. Potreste cambiare idea.

    Mentre i russi, per combattere il freddo pungente, amano correggere il loro “caffè alla russa” con robuste dosi di vodka, a Lisbona, contro la calura, si sono inventati il mazagran, un caffè con ghiaccio e l’aggiunta (un po’ azzardata) di succo di limone. I tedeschi, invece, durante l’estate si rinfrescano con il calorico eiskaffee, a base di gelato alla vaniglia, panna, cacao. Altrettanto invitante è l’Irish coffee, inventato in Irlanda nel 1942 per consolare i passeggeri di un volo rimandato per il brutto tempo: nel bicchiere, oltre al caffè, ci trovate whiskey, zucchero di canna e panna.

    La bevanda nera nazionale greca è il caffè frappè, caffè istantaneo shakerato con acqua fredda, servito con ghiaccio e, a scelta, zucchero e latte. Per una bella scossa energetica l’ideale è il viennese Wiener melange, caffè rinforzato con il tuorlo d’uovo. La cifra identificativa del caffè messicano, il cafe de olla, è invece la stecca di cannella.

    Ma non è tutto. Il consumo di caffè è legato a riti e simbologie ogni volta diverse. Se amate la cartomanzia, ad esempio, non potete non cimentarvi nella lettura dei fondi del caffè turco: la polvere del caffè che si deposita nella tazzina assume forme particolari, che vengono interpretate secondo la pratica della “caffeomanzia”. Lo yuanyang, il tipico caffè cinese (composto da un mix di tè nero, latte condensato e caffè), si beve invece rigorosamente in coppia. Il suo nome deriva dalle anatre, che in Cina sono il simbolo dell’amore coniugale.

    (09 giugno 2014)

    www.oggi.it/cucina/news-cucina/2014...affe-che-trovi/



    FONTE:
    © www.oggi.it/cucina/news-cucina/2014...affe-che-trovi/
     
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    El Niño spaventa Uganda e Kenya: caffè a rischio


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    (afp)


    Quest'anno si prevede un intensificarsi del fenomeno. Il riscaldamento del Pacifico e le seguenti piogge torrenziali mettono a rischio i raccolti delle regioni africane: sono il primo e il quarto esportatore del continente


    MILANO - Potrebbe essere il peggior effetto causato da El Niño dall'inizio delle rilevazioni, negli anni Cinquanta. Il riscaldamento della zona equatoriale del Pacifico, con le susseguenti forti precipitazioni, rischia di mettere in ginocchio le produzioni di caffè in Uganda, Kenya, Tanzania, Rwanda e Burundi. L'allarme è stato lanciato dall'agenzia umanitaria delle Nazioni unite nei giorni scorsi. Secondo i produttori di caffè di Uganda (che è il maggior esportatore africano) e Kenya, le piogge intense potrebbero danneggiare pesantemente il raccolto. Per di più, favorirebbero l'attecchire di funghi dannosi per le piante.

    L'Uganda ha esportato 3.02 millioni di sacchi di caffè da 60 chili, tra ottobre e luglio, facendo del Paese il settimo maggior esportatore del chicco al mondo. Il Kenya ne ha invece consegnati 616mila, al quarto posto nel continente. In Uganda, dove si produce la varietà robusta ma anche l'arabica, il timore è che le piogge possano interferire con la normale raccolta e i successivi processi necessari per il caffè. Il periodo cruciale per il raccolto cade tra ottobre e febbraio, prima con la robusta e poi con l'arabica.

    L'allarme sul fenomeno atmosferico è partito già nel pieno dell'estate, con campanelli d'allarme quali la temperatura dei mari sudamericani due gradi sopra la media, piogge intense e tornadi in Texas e Oklahoma, il livello del mare intorno all'Indonesia 20 centimetri al di sotto della norma. Sono segnali che, secondo un report di Credit Suisse, indicano la possibilità che si verifichi un El Niño di forte intensità nella seconda metà dell'anno.

    L'impatto de El Niño non si ferma alle soft commodity. Le variazioni della piovosità influenzano la produzione e i prezzi dell'energia idro-elettrica e di conseguenza la domanda di petrolio e carbone, domanda che a sua volta aumenta perché la siccità spinge verso maggiori consumi di energia, l'analista del Credit Suisse Trina Chen prevede un aumento del 4% della domanda di carbone in Cina in estate a causa del maggior uso di condizionatori, con la possibilità di arrivare a un incremento fino al 7,5% in agosto, se il fenomeno dovesse manifestarsi in forma più grave. Un paper del Fondo Monetario Internazionale ha misurato gli impatti macroeconomici del fenomeno nel periodo 1979-2013: tra i paesi maggiormente colpiti, in maniera diretta o indiretta, c'è l'Indonesia, con un impatto negativo dello 0,91% del Pil reale, a trarre maggiore vantaggio è la Thailandia con un incremento dell'1,5% del suo Pil.

    http://www.repubblica.it/economia/2015/09/...chio-122052056/

    (02 settembre 2015)



    Fonte:
    © http://www.repubblica.it/economia/2015/09/...chio-122052056/
     
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  12. gheagabry
     
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    UN CAFFE' ALTERNATIVO



    caffè ghiacciato con cannella e latte condensato




    Caffè macchiato con latte, nutella e panna




    Latte macchiato con caffè e caramello




    Il Barranquito, tipica ricetta delle Isole Canarie,
    con caffè, limone, liquore e latte condensato




    Cappuccino con due cucchiaini di gelato al caramello e noce frullata




    Caffè Borgia ... caffè, latte, cacao e una buccia di arancia




    Caffè versato su una dose di sciroppo di menta con ghiaccio




    Caffè con latte, zucchero di canna, mandorle tritate
    e un cucchiaio di sciroppo di mandorla



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26 replies since 16/1/2011, 14:35   9667 views
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