VENEZUELA

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    Mount RORAIMA, Venezuela



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    Ogni cosa che puoi immaginare, la natura l’ha già creata.
    (Albert Einstein)


    I TEPUI, MONTE RORAIMA



    Il Tepui o Tepuy (pronuncia tepuì) è un tipo di montagna a cima piatta (simile alla mesa) che si trova solo nell'altopiano della Guayana in america del sud, specialmente in Venezuela presso il confine con il Brasile e la Guyana. La parola "tepui" significa casa degli Dei nella lingua dei Pemon, gli indigeni che abitano la Gran Sabana. I tepui sono generalmente isolati e non collegati in catene montuose, e l'isolamento ha favorito lo sviluppo di fauna e flora endemica. Alcuni dei tepui più importanti sono Autana, Auyantepui e il monte Roraima. Sono composti da blocchi di arenaria e quarzite del periodo Precambriano. Auyantepui è la sorgente delle cascate di salto Angel....Queste grandi montagne sono ciò che rimane di grandi altipiani di arenaria che un tempo coprivano la base di granito tra la foresta amazzonica e il fiume Orinoco, e tra la costa atlantica e il Rio Negro. Con il passare del tempo l'altopiano venne eroso e si formarono i tepui dai monadnock rimasti.Nella zona della Gran Sabana, nella regione sud-orientale del Venezuela, vi sono 115 tepui, la maggior parte dei quali si trova nella zona di confine tra Venezuela, Brasile e Guyana. Le montagne arrivano a una altezza fino a 1000 metri e sulla loro cima vi si trovano foreste con orchidee, bromeliaceae e su alcuni di questi piante carnivore come drosere ed heliamphore.
    A causa della loro età geologica, alcuni tepui mostrano alcune caverne tipiche in rocce solubili nell'acqua come il calcare. La caverna di Abismo Guy Collet è la più profonda caverna in quarzite. Alcuni tepui hanno dei "cenote" profondi e larghi fino a 300 metri, scavati dall'acqua e il cui soffitto ha ceduto nel tempo.



    La Gran Sabana è forse una delle regioni più belle ed emozionanti di questo magico paese dai panorami naturali sconfinati. Si estende lungo la parte sud orientale del paese e dal punto di vista geologico si tratta di un altipiano erboso sopra ai 1400 mt per una superficie di 35.000 kmq, tutti ricompresi nei confini del Parco Nazionale Canaima. L'unica città della regione è Santa Elena quasi al confine con il Brasile. La popolazione è prevalentemente formata dagli indios Pemon distribuiti in piccoli insediamenti e villaggi. La Gran Sabana è caratterizzata dagli altissimi tepuis, cime dalla vetta piatta, in lingua pemon significa genericamente "montagna",ma è stato adottato per descrivere questo particolare tipo di rilievi. Queste mesas di arenaria, sono quanto è rimasto di uno strato di sedimenti risalenti a 3 miliardi di anni fa. Con il tempo e per effetto dell'erosione degli agenti atmosferici, sono rimaste queste isole di rocce. Quindi la distanza che si è forzatamente venuta a creare tra queste formazioni rocciose, dei profond canyon hanno permesso l'evoluzione indipendente di flora e fauna da una cima all'altra. Ogni tepui ha una sua specifica vegetazione, diversa da quella degli altri. Ricercatori botanici hanno mostrato che delle 2000 specie di piante trovate in cima ai tepuis la metà è endemica, ma sono ancora moltissimi i tepui ove l'uomo non è mai andato quindi che queste cifre si riferiscono ad una piccola ricerca limitata alle cime conosciute e raggiunte.E' interessante sapere che la Gran Sabana viene anche chiamata "il Paradiso Perduto" come il famoso racconto di Sir Arthur Conan Doyle che proprio in questo luogo ambientò il suo libro di natura e dinosauri. Ma come faceva il padre di Sherlock Holmes a conoscere il Venezuela ed in particolare la Gran Sabana? Ebbene Sir Conan Doyle seguì una serie di conferenze tenute a Londra dal botanico Everard Ihm Thurn, primo a salire sulla sommità piatta del Tepui Roraima nel 1884, e rimase talmente affascinato dai racconti del botanico che decise di ambientarvi il suo "Lost World"..



    Nel luogo in cui si incontrano i confini del Venezuela, della Guyana e del Brasile, si estende un gruppo di grossi altipiani rettangolari che i locali chiamano,"tepuis". Il Monte Roraima alto circa 2800 metri, lungo sedici chilometri e largo cinque, è il più imponente. La sommità appiattita che scompare tra le nubi, le pareti nude e perpendicolari, di quarzite vecchia milioni di anni, solcate da alcune altissime cascate, danno l'impressione di una montagna inespugnabile, una specie di luogo preistorico dimenticato e sconosciuto. Arthur Conan Doyle si ispirò proprio al Roraima per scrivere il romanzo “Il mondo perduto”. Giunti faticosamente sulla vetta, il paesaggio è lunare, disseminato di strane formazioni di roccia molto scura che le forze della natura hanno scolpito in modo grottesco, c'è anche un'area ricoperta di quarzi chiamata "la valle dei cristalli”.
    Ci sono moltissimi tipi di piante endemiche tra le quali molte carnivore, si trovano delle piccole rane nere che non saltano. Il clima molto piovoso inibisce invece l'esistenza di forme di vita più complesse.


    Il Roraima è ricchissimo d’oro e molti altri minerali, le sue foreste sono considerate tra le più bio-diverse del mondo, ed è inoltre una delle zone del pianeta dove si trova in abbondanza (miliardi di tonnellate), la sostanza più preziosa in assoluto per l’uomo: l’acqua.
    Fin dal tempo dei conquistadores spagnoli il Roraima ha attratto decine di avventurieri, che avevano lo scopo di appropriarsi delle enormi ricchezze aurifere, ma le difficoltà orografiche, ambientali e logistiche per conquistare e sfruttare questa porzione di Amazzonia, sono state tanto grandi che quasi tutte le spedizioni organizzate sono fallite. Gli indigeni raccontavano di un grande lago detto Manoa (in lingua Arawak), o Parime (in idioma Caribe). Entrambe le parole significavano grande lago, ma alcuni ricercatori sostengono che Manoa potesse significare “porto di Noè” o “acqua di Noè” o semplicemente: “diluvio”.
    Gli autoctoni raccontavano ai conquistadores che nella zona del grande lago vi era una civiltà progredita che faceva grande uso d’oro. Gli spagnoli pensarono subito al famoso mito dell’El Dorado, leggenda che si originò nell’attuale Colombia, presso il lago di Guatavita.



    "Il cuore rallenta, la testa cammina...E le gambe la seguono.
    Questa montagna è fantastica, ma tutti qua sanno che manca qualcosa: sole, calore, corpo secco e asciutto. Svegliarsi con un sorriso e saltare fuori dalla tenda in due secondi, felici di avere un altro giorno di conoscenza unico ed irripetibile.
    E così anche stamattina ci aspetta fuori dall'accampamento solo acqua e nebbia, la rinomata coppia guastafeste. Oggi si scende dalla montagna magica.
    Il dolore per non averla potuto conoscere a fondo è grande. Si infilano nuovamente i freddi piedi nei calzini di ghiaccio, e poi nelle scarpe di fango, ormai esauste per il tanto camminare in questo pazzo mese amazzonico-venezuelano. Tanta acqua e tanti chilometri macinati come mai in vita mia.
    E poi si parte, si comincia a scendere il magnifico tepui con il sorriso amaro e i vestiti fradici da giorni appiccicati al corpo stanco. Voglio il caldo sole sudamericano, basta pioggia.
    Ma dopo un'ora di cammino, giunti ai bordi del dirupo, qualcosa nel cielo comincia a cambiare. Uno squarcio azzurro nel cielo e la speranza, quella vera, , quella liberatoria, mi gonfia il petto.
    Apriti cielo. I nuvoloni battono in ritirata. Siiii.... urli e goduria in cima di una cascata che mi indica il cammino in discesa.
    L'azzurro prende forza sopra di me, e una scala psichedelica mi illumina gli occhi ciechi da giorni... AR-CO-BA-LE-NO. Si, alla carica colori forti e accesi. sbaaaaaam... si vede
    Sopra la mia testa la imponente parete multicolore del tepui, sotto di me una immensa e verde vallata mi sussurra: "guarda bene dove sei, guarda cosa hai scalato. Vivi. Ora"
    E allora ringrazio la cascata e l'arcobaleno, bacio il sole e il mio amuleto, e corro giù per il pendio. Giù, giù, franando su pietre rosate e muschi preistorici.
    Con la splendida sensazione di essere un cieco che vede il mondo per la prima volta, ammiro estasiato il paesaggio tropical-lunare che mi circonda. Gli occhi mangiano i mille colori, le gambe volano, il cuore rallenta...E la testa cammina.
    Con le spalle protette dal Roraima e dal Kukenan, i mistici gemelli tepui di questa Gran Sabana, mi sento caldo e forte, pronto per qualsiasi prova. Scorrono veloci le pietre sotto i miei scarponi rotti, mi allontano rapido dalle montagne violabiancherosarancioni che tutto sanno da milioni di anni. Ma la loro potente energia immobilizza con sempre più frequenza il mio corpo rinvigorito dal sole. E ogni volta mi obbliga a girare la testa verso di loro. Ipnotizzato, occhi a pesce e bocca aperta ogni volta che le guardo, come sotto effetto di una droga.
    Per tutta la discesa mi fermo a contemplare l'immensità delle due rocce, ormai ogni venti passi.
    Ora il sole dei duemila metri picchia forte sulla testa. Ma io realmente non lo sento . L'unica cosa che faccio ormai da ore è marciare rapido verso la valle, per poi fermarmi di colpo, girarmi e contemplare.
    Non sono incantato dai due tepui: sono letteralmente incatenato a loro. Una forza invisibile mi obbliga a voltare il viso di continuo. Gli occhi infatuati ne vogliono ancora, e poi ancora, e ancora. Scatto centinaia di foto identiche come un cretino. Ma so bene che non potranno mai descrivere la verità delle due montagne."
    (Stefano Presutti)




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  3. tomiva57
     
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    La magia del delta dell'Orinoco

    Il Delta dell'Orinoco è il secondo del continente con i suoi 25.000 kmq,dopo quello del Rio delle Amazzoni.

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    Il fiume verso il delta raggiunge i 20 m. di larghezza e si divide in una quarantina di canali che si aprono a raggio verso ilmare interessando un lato di costa di 360 km. Il canale più grande è chiamato Rio Grande e viene utilizzato dalle grandi navi per raggiungere Ciudad Guayana.


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    Questo delta si è formato nei millenni e continua la sua trasformazione con i sedimenti che il fiume porta a valle. La vegetazione è lussureggiante, ninfee, mangrovie, la palma moriche. Questa zona è abitata dagli Indio Warao, che con i loro 24.000 membri sono il secondo gruppo indigeno più grande del Venezuela dopo i Guajiro.

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    Vivono su palafitte lungo i canali e dal fiume traggono il loro sostentamento, del resto il loro nome significa letteralmente popolo della canoa.


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    Oggi molti si sono dedicati al turismo accompagnando i visitatori lungo il fiume, inoltre sono abili artigiani di oggetti in vimini, o con la fibra della palma moriche, ed intagliano il legno di balsa ricavandone statuette.
    Il Delta è umido e caldo con una temperatura che varia di poco restando attorno ai 26 gradi, ma ci possono essere notevoli escursioni tra il giorno e la notte, le precipitazioni sono consistenti, il periodo secco è tra gennaio e marzo, ma per visitare la zona è meglio evitare questo periodo.
    Un aspetto certamente di grande interesse sono i colori dei fiumi venezuelani cha variano dal grigio chiaro al giallo al marrone scuro fino al nero. Questa gamma di colori varia a seconda di vari fattori quali reazioni chimiche dei minerali presenti nelle rocce, i diversi tipi di piante che crescono sulle loro rive, il clima, la stagione.

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    Generalmente il colore scuro è dovuto a scarsa decomposizione organica, dovuta a insufficiente nutrimento della terra, come nella foresta pluviale oppure dagli acidi prodotti dal lento processo di decomposizione di sostanze organiche in mancanza di calcio. E' interessante notare che nei così detti "fiumi neri" non ci sono nè zanzare,nè altri insetti, nè caimani tutte specie che differentemente popolano "fiumi bianchi".
    Il colore dell'Orinoco dipende dai suoi tanti affluenti, a Puerto Ordaz, si può vedere molto bene il punto in cui il Rio Caronì un "fiume nero" si immette nell'Orinoco per un poco i due flussi di acqua procedono paralleli poi poco alla volta i due colori si mischiano. Gli affluenti "neri" dell'Ornoco sono il Rio Caronì, il Rio Atabapo ed il Rio Sipapo, mentre invece quasi tutti i fiumi che attraversano gli Llanos sono "fiumi bianchi" come il Rio Apure ed il Rio Arauca. Mentre si avvicina alla foce l'Orinoco man mano si schiarisce.

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    fonte: carreblu.travel
    foto web



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    Los Llanos

    Il regno degli animali

    Il termine significa le pianure che con la sua savana ricopre la regione centrale del Venezuela, ed è il risultato del lento e perpetuo deposito di argilla, sabbia e fango dei fiumi nel corso di milioni di anni. Queste pianure sono prevalentemente ricoperte di uno strato erboso, mentre lungo i corsi d'acqua la vegetazione è di tipo foresta a galleria mentre sparsi qua e là macchie boschive. I fiumi durante la stagione delle piogge di ingrossano notevolmente (Apure, Meta, Arauca e Capanaparo affluenti dell' Orinoco) e straripano creando immense lagune, con l'arrivo della stagione secca, il sole cocente asciuga la terra inaridendola ed il vento ne solleva la polvere.


    Il panorama piatto può dare ad una prima analisi superficiale l'idea di essere monotono ma chi desidera incontrare il patrimonio faunistico venezuelano non può che venire qui negli Llanos, durante la stagione secca e sarà un tripudio di emozioni.


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    Fauna degli Llanos.

    Sono circa 350 le specie di uccelli in maggioranza acquatici e trampolieri come ibis, aironi, cormorani, garzette jacana, gallinette d'acqua, aringhe. Durante la stagione secca colonie di corocoro (ibis scarlatto - Eudocimus ruber) attraversano il cielo terso con la loro livrea rosso fuoco ed il contrasto dell'azzurro intenso del cielo lo spettacolo è mozzafiato, negli Llanos vivono circa tre quarti dell'intera popolazione di ibis scarlatto di tutto il Venezuela.


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    Il capibara è il più grande roditore al mondo raggiunge persino i 60 kg di peso, ricorda il porcellino d'india, ma il suo manto ricorda quello dell'orso, si trova a suo agio indifferentemente sia sulla terra ferma che sull'acqua e si nutre di piante acquatiche. E' facilmente avvistabile negli Llanos insieme alle immancabili mandrie di zebù.

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    Altri mammiferi sono l'armadillo, il formichiere, il tapiro, il pecari, l'opossum, il gattopardo, il giaguaro.

    Negli affluenti dell'Orinoco si possono avvistare i tonina o delfino d'acqua dolce, il manatì o lamantino, entrambe specie in via d'estinzione.

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    Altro animale a rischio di estinzione è il Caimano dell'Orinoco che può raggiungere l'incredibile lunghezza di 8 mt dalla coda alla testa, molto più numeroso è il caimano dagli occhiali che raggiunge la lunghezza massima di tre metri.


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    fonte:carreblu.travel
    foto web
     
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    Venezuela: la funivia di Merida, la più alta del mondo



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    Certo non è consigliabile a chi soffre di vertigini, ma bisogna ammettere che la “Cableway of Merida” regala panorami spettacolari, salendo fino a quota 4765 metri dal livello del mare e collegando la città di Merida, in Venezuela, con la cima di Pico Espejo, nelle Ande, distante circa 10 km dalla città.

    L’ascesa verso il picco richiede circa 2 ore, ed è consigliabile partire di mattina presto per cercare di evitare le nuvole che solitamente nel primo pomeriggio cominciano a formarsi limitando fortemente la visuale. Per quanto possa incutere timore, è probabilmente un modo “comodo” per raggiungere una delle vette più alte del Venezuela, che regala un panorama indimenticabile, tra l’altro ad un prezzo contenuto in quanto il biglietto costa attorno ai 28 dollari, poco più di 20 euro al cambio attuale.


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    funivia_merida_03

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    Scritto da: carmine
    fonte: travelblog.it
     
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    foto:Italiani.li Magazine


    Salto Angel, Venezuela


    Salto Angel sono delle cascate del Venezuela (da noi conosciute come cascate paradiso) famose per essere le più alte del mondo: 979 m ed una lunghezza di caduta ininterrotta di 807 m. Salto Angel è una delle mete più gettonate dai turisti che scelgono il Venezuela per le proprie vacanze, sebbene il viaggio per raggiungere le cascate non sia affatto dei più semplici.

    Il nome viene dal suo scopritore, il pilota americano, Jimmie Angel. Gli indigeni la chiamavano “Parakupa-vena” o “Kerepakupai merú” ed era considerata insieme alla montagna un luogo sacro. La cascata si trova nel cuore della foresta amazzonica dello Stato di Bolívar, nel sud del Venezuela e per raggiungerla occorre fare un’escursione di due giorni attraverso il fiume oppure sorvolare la zona con piccoli aerei.
    Per gli indigeni è, insieme alla montagna, un luogo sacro ma gran parte della sua leggenda è legata all’aviatore americano James Crawford Angel che negli anni ’30 sorvolò la zona alla ricerca di un bacino minerario. Fu in quella occasione che scoprì la meravigliosa cascata che porta il suo nome e che custodisce, come suo ultimo desiderio, anche le sue ceneri.
    A questo celebre personaggio è dedicato il libro “Cielo Verde” del documentarista Folco Quilici.

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    foto:Il Giardino degli Illuminati

    Le cascate sono infatti situate all’interno di una jungla isolata e la prima tappa per raggiungerle è un volo con partenza da Puerto Ordaz o Ciudad. Tramite questo viaggio si potrà raggiungere campo Canaima, che è il punto di partenza per le spedizioni lungo attraverso il fiume fino alla base delle cascate; tali viaggi prendono, generalmente, luogo tra giugno e dicembre, quando i fiumi sono abbastanza profondi da permettere alle curiaras, imbarcazioni di legno usate dalle guide Pemon, di navigare agevolmente. Durante la stagione secca (tra marzo e dicembre) c’è meno acqua degli altri mesi rendendo la navigazione più difficoltosa.


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    foto:Babele


    fonte :supersamik.wordpress.com
    - magazine.italiani.li
    -babelemagazine.com
     
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