Il garofano, pianta erbacea coltivata a scopo ornamentale e come fiore reciso.

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  1. gheagabry
     
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    L’origine storica dell’evoluzione del garofano (Dianthus spp.) si perde nella notte dei tempi, se già il filosofo greco Teofrasto, vissuto circa 300 anni a.C., nei suoi frammenti della “Storia delle Piante”, oltre a rose, narcisi e viole, cita anche questo bellissimo fiore.
    Le varietà di garofano coltivate sono oggi moltissime. Basti pensare che alla fine del sec. XV il botanico inglese John Gerard nel suo libro “The Herbal” scriveva “…Il descrivere tutte le varietà di garofani è una fatica pari a quella di Sisifo o a quella di contare i granellini di sabbia”.
    Esistono perciò garofani adatti a soddisfare tutti i gusti ed ogni esigenza: per fiore reciso, per aiuole, bordure e giardini rocciosi, di grandi dimensioni e “miniatura”, di tutte le tinte, anche bicolori. A proposito del colore, come abbiamo avuto modo di precisare in altre occasioni, sono spesso dei virus gli artefici di screziature e variegature sui petali di molti fiori, dal gladiolo al tulipano, dalla fresia all’orchidea, ecc. Non fa eccezione il garofano.

    I fiori screziati

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    Attualmente, sono noti almeno sedici virus in grado di infettare il garofano in condizioni naturali. Alcuni di essi sono detti “specifici”, in quanto infettano unicamente il garofano o poche specie affini, come il virus della “maculatura”, quello della “maculatura nervale”, delle “incisioni anulari”, della “striatura necrotica”, ed altri ancora. Questi virus causano danni non indifferenti, in quanto diminuiscono la qualità e la quantità dei fiori prodotti.
    Fra le tante sintomatologie di cui si rendono responsabili, alcune riguardano il fiore modificandone il colore in maniera più o meno piacevole. Si tratta, generalmente, di screziature biancastre presenti su petali spesso malformati. Indipendentemente dall’effetto estetico sui fiori (a cui si accompagnano alterazioni cromatiche anche sulle foglie), i garofani infetti da virus hanno minore vigore vegetativo e sono maggiormente suscettibili ad infezioni fungine.

    Virus pericolosi

    I virus più pericolosi per il garofano sono proprio quelli “specifici”: molto resistenti e trasmissibili da pianta a pianta tramite contatto diretto, terriccio, sostegni, attrezzi e le normali pratiche agronomico-culturali. Ciò vuol dire che una volta eliminati i garofani infetti dall’aiuola non c’è più alcun pericolo di contaminazione per le specie limitrofe, a meno che non si tratti di altre Caryiophyllaceae, ma niente più garofani, almeno fino all’anno successivo

    Edited by gheagabry1 - 14/4/2020, 16:43
     
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5 replies since 5/1/2011, 13:14   6409 views
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