LA CHITARRA

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    La chitarra è uno strumento a corda pizzicata con un corpo che presenta una concavità centrale e fasce laterali arcuate. Esistono solo poche prove dell'esistenza dello strumento prima del 1400. Le chitarre più antiche avevano quattro o cinque cori, in Italia era in voga nel 1600 la chitarra battente (suonata con un plettro) caratteristica di questo strumento sono le corde metalliche, la tastiera ricoperta con intarsi a incastro in madreperla senza i tasti, il fondo con abbondanti decorazioni in ebano e avorio, la forma è bombata.
    Durante il XVI secolo i liutai avevano già iniziato a produrre chitarre a sei cori. Le chitarre del 1600 a cinque cori venivano accordate nei modi più disparati, ma verso la metà del XVIII secolo le accordature cominciarono ad uniformarsi seguendo il modello La/Re/Sol/Si/Mi/ corrispondente alla normale sequenza adottata per le prime cinque corde sulle chitarre moderne. Intorno alla fine del XVIII secolo i fabbricanti di chitarre tradizionali, spinti dalla moda dell'epoca diffusa soprattutto in Francia e in Inghilterra per alcuni singolari strumenti simili alla chitarra, cominciarono a passare dagli strumenti a cinque cori a quelli a sei, accordando l'ultimo in Mi basso. Da qui si passò, dapprima in Italia e in Francia,a un'ulteriore modifica dotando gli strumenti di sei corde singole: fu uno strumento il cui aspetto e suono si avvicinavano a quelli delle moderne chitarre.




    I principali Modelli di Chitarra e la loro evoluzione nella storia.

    CLASSICHE-ACUSTICHE

    Esistono due tipi di chitarra acustica: la flat-top e la arch-top, la definizione generale delle chitarre flat-top con una buca rotonda copre una vasta gamma di strumenti, dalle classiche con corde in nylon alle folk con corde metalliche. Le arch-top furono introdotte solo piú tardi e vennero ideate con lo scopo di aumentare il volume dei normali strumenti.
    Nel corso del XIX secolo la chitarra cominciò ad assumere la forma di quella che oggi viene generalmente definita come chitarra classica. Il liutaio che maggiormente contribuì a questa trasformazione fu Antonio de Torres. Intorno al 1800 gli strumenti prodotti in Europa erano passati dal modello a cinque cori a quello a sei corde singole. Torres introdusse l'uso di casse più grandi, con convessità più ampie e un disegno dell'incatenatura a "ventaglio" che si dimostrò essere il più valido per le chitarre di tipo spagnolo. Con questo sistema Torres realizzò uno strumento con un'estensione tonale più ampia, soprattutto nelle note più basse. Le teorie di Torres ebbero larga eco in tutta la Spagna e nel resto dell'Europa. Madrid divenne la capitale riconosciuta della manifattura di chitarre. Fino agli inizi del XX secolo la chitarra da flamenco rimase il modello più famoso di chitarra spagnola. L'idea di una chitarra "classica" seria cominciò a farsi strada solo negli anni Venti-Trenta, quando il grande Andrès Segovia (nella foto a destra) cominciò a tenere concerti. Da all'ora la chitarra classica è divenuta il modello più diffuso di chitarra spagnola.
    A prima vista la maggior parte delle chitarre moderne " classiche" riproducono la forma e le caratteristiche dei modelli Torres del XIX secolo . Alcuni sforzi, tuttavia, sono stati fatti per modificare la struttura interna della chitarra per migliorare il timbro e aumentare il volume dello strumento. Mentre si sono ottenuti buoni risultati per quanto riguarda il timbro, ciò che ha assillato i produttori è stato il probblema di come migliorare la qualita del volume, come dice lo stesso Segovia in un film sul grande chitarrista del 1969: "Quando entrai a far parte del mondo della musica cominciai a suonare in sale molto ampie e da quel momento tutti i liutai cercarono di realizzare uno strumento che producesse un suono più forte".
    Per i complessi negli anni Settanta l'amplificazione delle chitarre acustiche nei concerti rappresentò sempre un problema. Sistemare un microfono difronte allo strumento si rivelò ben presto inefficace, anche perchè costringeva l'esecutore a rimanere immobile. Anche il suono prodotto da un pick-up applicato su una chitarra acustica si discostava, in realta, notevolmente da quello originale dello strumento. Alla fine degli anni Settanta l'americana Ovation propose una nuova soluzione inventando l'acustica elettrificata. La Ovation fece sistemare all'interno del ponte dei suoi modelli uno speciale pick-up a sei magneti in grado di reagire al movimento meccanico delle corde e della tavola.




    Chitarre Antichi

    Vissenaire Lyon 1824







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    La chitarra è uno strumento musicale cordofono, che viene suonato con i polpastrelli, con le unghie o con un plettro. Il suono è generato dalla vibrazione delle corde, che sono tese al di sopra del piano armonico che, a sua volta, poggia sulla cassa armonica che amplifica il suono. Le corde sono tese tra il tiracorde, fissato sul ponticello, ed il capotasto, essendo fissate tra il ponticello e le meccaniche poste sulla paletta. Sul manico, la tastiera consente di accorciare la lunghezza della parte di corda vibrante e di suonare la nota o le note desiderate premendo la corda stessa appena dietro il rispettivo tasto.
    La chitarra ha avuto una storia evolutiva totalmente differente dal liuto, al contrario di quanto si suppone erroneamente. La chitarra di tipo spagnolo o andaluso ha sei corde, ma spesso esistono delle variazioni, ad esempio in Brasile è in uso un tipo di chitarra a 7 corde. Un'altra variazione comune è la chitarra a dodici corde, che però porta la medesima accordatura replicata in ottava da corde accoppiate più sottili. L'accordatura più comune, nota come accordatura spagnola, è Mi-Si-Sol-Re-La-Mi dalla corda più acuta alla più grave. Questa accordatura, in cui l'intervallo tra due corde adiacenti è di una quarta giusta (tranne che tra seconda e terza corda, che distano di una terza maggiore), si è imposta per ragioni storiche e per la sua praticità nel formare accordi mediante posizioni della mano sinistra non complicatissime. Esistono anche accordature alternative, ad esempio l'accordatura sarda, in cui le corde a vuoto suonano un Do maggiore, e le accordature aperte. Queste accordature vengono usate in alcuni particolari generi musicali. Inoltre molti compositori prescrivono particolari accordature per l'esecuzione di singoli brani.
    Di solito la mano sinistra preme le corde sul manico, mentre la destra pizzica le corde facendole vibrare. Esistono tuttavia esempi di chitarristi che tengono il manico con la mano destra; alcuni di questi scelgono di non invertire nemmeno l'ordine delle corde.


    Tipi di chitarre

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    Una prima divisione tra le chitarre riguarda il diapason, cioè la distanza tra capotasto e ponticello; vi sono infatti tipi di chitarre dette 3/4, 1/2, baritono, tenore, etc.
    Va, in ogni caso, tenuto presente che anche tra le chitarre di taglia normale (4/4) il diapason presenta una certa variabilità: ad esempio, nell'ambito delle chitarre classiche di attuale produzione il diapason standard misura 650 mm, ma spesso i modelli di livello medio-alto od alto si possono ottenere, in alternativa, con diapason più lungo o più corto: 664 mm (p.es.: José Ramírez[4]); 660, 640, 630 mm (p.es.: Manuel Contreras II); 660 o 640 (p.es.: Kohno/Sakurai); 655 mm; ecc.
    Le chitarre possono essere suddivise innanzitutto in due categorie, a seconda del modo in cui viene amplificato il suono delle corde in vibrazione:
    acustiche, con un corpo vuoto a formare la cassa armonica, quando è principalmente prevista una amplificazione che sfrutti le naturali proprietà della fisica del suono, secondo un tipo di amplificazione che potremmo definire meccanico;
    elettriche, con un corpo "pieno" e solido nella maggior parte dei casi, per le quali è necessario l'ausilio di una amplificazione elettrica (tramite collegamento ad una cassa acustica o un amplificatore che funzionano a corrente elettrica). Il suono acustico di una chitarra elettrica a corpo solido è molto debole e poco percepibile, data l'assenza di cassa di risonanza.
    Esistono inoltre vari "ibridi": chitarre acustiche elettrificate (fatte per suonare anche acusticamente, ma che montano sistemi elettronici per riprodurre il suono acustico anche attraverso un amplificatore e consentire quindi di rendere il suono chiaro e udibile anche in grandi ambienti occupati da molte persone); chitarre elettriche a "piezo" (il sistema di amplificazione utilizzato per riprodurre un suono che assuma certe caratteristiche tipiche della chitarra folk) o chitarre elettroacustiche a "magnete" (il sistema di amplificazione tipico delle chitarre elettriche); chitarre "semiacustiche" (fatte per essere suonate con amplificazione elettronica, ed amplificate tramite magnete, ma con cassa di risonanza: in questo modo si ottiene un suono principalmente elettrico ma con delle dinamiche che ricordano quelle di una chitarra acustica), ecc.
    In ogni caso le tipologie fondamentali sono le seguenti.
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    Chitarra classica: le tre corde più sottili sono di nylon; le tre più grosse sono di nylon rivestito di metallo, o talvolta di seta rivestita di metallo. In passato, le corde erano di budello di agnello). L'amplificazione è ottenuta per risonanza dal corpo vuoto a forma di otto (la cassa armonica), mentre la tavola superiore è responsabile dello spostamento d'aria. Il cavigliere (o paletta) è leggermente inclinato all'indietro. La chitarra classica si suona da seduti, poggiando lo strumento sulla gamba sinistra, leggermente rialzata tramite un apposito poggiapiede.
    Si possono anche trovare chitarre classiche a spalla mancante (c.d. cutaway) per facilitare lo spostamento nelle zone più alte della tastiera, ed amplificate, vale a dire munite di attacco jack per essere collegate ad un amplificatore. Le chitarre flamenco sono molto simili per costruzione, hanno una protezione di plastica trasparente sopra e sotto la buca (detta golpeador) per garantire l'integrità del sottile legno della tavola armonica dai colpi con le dita caratteristici di questo stile (vedi golpe e rasgueados).


    Una chitarra folk
    Chitarra folk: ha una cassa più grande della classica, ed un manico rinforzato con un'asta di ferro all'interno (detta truss rod) per resistere alla maggiore tensione dovuta alle corde metalliche. Può essere impiegata in tutti i generi moderni, come il folk, il blues, il rock, la fusion, nei balli tradizionali (es.: country), eccetera. Le corde metalliche conferiscono un suono brillante e pulito. Esistono versioni con spalla mancante (cutaway) per consentire un migliore accesso ai tasti delle note più alte, e versioni elettrificate per amplificare il suono direttamente senza l'ausilio di microfono esterno.
    Appartiene a questo tipo la chitarra battente (o chitarra italiana).
    Chitarra elettrica solidbody: ha un corpo solido, ovvero pieno, e manico rinforzato da un'anima (in genere d'acciaio, chiamata truss rod), poiché, come la folk, è munita di corde metalliche. Produce un suono debole senza amplificazione. I pick-up elettromagnetici convertono le vibrazioni delle corde in segnali elettrici che possono essere amplificati elettronicamente. Il suono viene frequentemente alterato da apparecchi elettronici (effetti), oppure distorto dalle valvole degli amplificatori tramite saturazione del segnale in ingresso. Viene usata massicciamente nel blues, nel rock and roll, nel country, nel jazz, nel jazz-rock, nella fusion, nel metal ecc.
    Chitarra elettrica semi-acustica o hollowbody: chitarra elettrica provvista di una cassa di risonanza più o meno alta, con la tavola armonica e il fondo leggermente 'bombati' e con due "f ", come il violoncello, al posto della buca; storicamente il primo tipo di chitarra elettrica, derivata dalle archtop acustiche degli anni '20. È il tipo di chitarra elettrica di solito preferito nel jazz. Esistono anche chitarre semiacustiche con cassa armonica sottile, con solitamente un blocco di legno al centro della cassa, per ridurre le vibrazioni e quindi l'effetto Larsen: queste sono molto usate nel blues e nel rock.
    Chitarra a 12 corde: anch'essa con corde metalliche e manico rinforzato, ha sei "doppie corde" (sono montate a due a due, e le corde di ogni coppia sono molto vicine), e viene usata molto nel folk (p.es. nel fado), nel rock and roll, nella fusion, ma anche in tutti gli altri generi moderni, poiché il suo suono è molto intenso. Le due coppie di corde più acute vengono accordate all'unisono, le restanti con un'ottava di intervallo.
    Esistono anche delle variazioni che servono al chitarrista per avere a disposizione chitarre in una o la necessità di ampliare le strutture armoniche. Tra le accordature per chitarra (oltre alla tradizionale E-A-D-G-B-E e a quelle aperte) va ricordata anche quella utilizzata dal 1984 da Robert Fripp, storico leader dei King Crimson. L'accordatura NST (New Standard Tuning) si sviluppa per quinte tranne l'intervallo di terza minore tra le ultime due corde: C-G-D-A-E-G, ovvero dal Do basso ad un Sol cantino la chitarra è accordata per quinte, escluso l'intervallo tra il Mi e il Sol delle corde più sottili che è di terza.
    Fra le possibili variazioni dello strumento esistono le chitarre a 7 e a 8 corde, utilizzate negli anni quaranta, usate in ambito jazz e che stanno avendo una "seconda giovinezza" negli ultimi anni, grazie al massiccio utilizzo da parte dei chitarristi di generi più aggressivi come l'Hard Rock ed il Metal. Questi strumenti aggiungono alle tradizionali 6 corde una o più corde più gravi. Le accordature più usate (dalla più grave alla più acuta) sono B-E-A-D-G-B-E (bass standard) o A-E-A-D-G-B-E (7 standard). Una variazione particolarmente curiosa riguarda la chitarra elettrica a doppio manico (chitarra sei corde - basso, sei corde - dodici corde, sei corde - sei corde, con due accordature diverse) o triplo manico (sei corde - dodici corde - basso).


    Le tecniche


    Esistono diversi modi o tecniche per suonare la chitarra. Un breve escursus fra le più famose ed utilizzate vede le seguenti. Per una trattazione più vasta ed approfondita si può consultare la categoria tecnica chitarristica.


    Fingerpicking [modifica]
    La tecnica fingerpicking (termine inglese che significa: "pizzicare con le dita") prevede che la mano destra (o sinistra per chi suona alla mancina) utilizzi solo le dita per pizzicare le corde.
    Questa tecnica permette di suonare gli arpeggi e di arrangiare i pezzi in maniera particolarmente complessa e ricca.
    Generalmente il pollice viene utilizzato per suonare la linea di basso (principalmente quindi sulle due corde più gravi), mentre indice, medio ed anulare vengono utilizzati per suonare le altre corde e sviluppare quindi, a seconda dell'arrangiamento, sia l'armonia sia la melodia.
    Le tecniche di fingerpicking sono tipiche della chitarra classica e della chitarra folk. Sono particolarmente adatte anche all'accompagnamento di pezzi melodici, del blues e di molti stili musicali. Fra i famosi chitarristi fingerpicking della musica leggera internazionale, il più famoso è forse James Taylor, mentre in Italia Alex Britti è forse il fingerpicker più noto. Il fingerpicking può anche essere usato per suonare la chitarra elettrica; fra i più noti fingerpickers "elettrici" si citano Mark Knopfler e Jeff Beck.
    Esistono comunque una serie di scuole e di stili diversi nell'ambito del fingerpicking.
    Flatpicking [modifica]
    Flatpicking è semplicemente la tecnica di suonare la chitarra con l'utilizzo di una penna (o anche plettro). Questo è sicuramente il sistema più comunemente utilizzato da tutti, anche se comunque presenta una grande diversità di approcci.
    Esistono tanti modelli di plettro, differenti principalmente per dimensioni e durezza. Comunemente si utilizzano plettri morbidi per la chitarra folk e plettri duri per la chitarra elettrica, ma questa regola è naturalmente piena di eccezioni.
    Fra le eccezioni più note si riporta che il chitarrista dei Queen, Brian May, che ha trovato il suo suono ideale suonando con l'ausilio di una monetina da sei pence britannici.
    Slide [modifica]
    Con "chitarra slide" si intende in primo luogo un modo di suonare la chitarra, vale a dire l'utilizzo di un pezzo di materiale sufficientemente pesante e liscio (ai tempi del blues delle origini, spesso un collo di bottiglia, in inglese bottleneck, o la lama di un coltello) che viene fatto strisciare sulle corde per ottenere un suono glissato. Il collo di bottiglia viene infilato su un dito della mano sinistra (anulare o mignolo) e fatto scorrere sulle corde, le dita rimaste libere suonano sui tasti nel modo usuale, anche se con minore libertà di movimento.
    A causa di questo fatto, spesso per questa tecnica sono preferite le accordature aperte, che evitano corde vuote accordate su note non appartenenti all'accordo di tonica e facilitano il modo di suonare, specialmente se si tratta di musica modale come fondamentalmente è il blues stesso.
    Un'altra tecnica consiste nell'appoggiare la chitarra in grembo (lap style), con la tavola armonica verso l'alto, e usare la mano sinistra unicamente con la tecnica slide: le dita afferrano l'oggetto liscio e pesante e non premono più sui tasti. In questo caso l'accordatura aperta è quasi obbligatoria. Sono quindi state realizzate chitarre apposite per essere suonate con questa tecnica: prive di tasti metallici e con le corde più rialzate rispetto ad una normale chitarra, usate ad esempio nel blues e nel country.
    Un importante sviluppo di questo tipo di chitarra è la chitarra indiana, usata in India e ricavata da una chitarra occidentale suonata in lap style, ma con un diverso tipo di accordatura: le corde per la melodia (fondamentalmente non si usano accordi) sono tre o quattro (accordate su tonica-quinta-ottava o tonica-quinta-ottava-quarta), e vengono affiancate da una dozzina di sottili corde di risonanza accordate sulle note della scala usata. Ci sono poi due corde di bordone accordate sulla tonica, suonate spesso per ribadire il punto di riferimento fondamentale (la tonica stessa). Questa chitarra è usata esclusivamente per la musica modale.
     
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  2. gheagabry
     
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    Guai per le Gibson, chitarre di legni in via di estinzione.
    LONDRA - In crisi un mito del rock, raid federali a Memphis e Nashville nelle fabbriche delle chitarre piu' famose del mondo: le celebri Gibson sarebbero fatte con legni pregiati ricavati da alberi in via di estinzione. Se le accuse dovessero essere confermate, sarebbe una macchia su uno strumento apprezzato dalle icone del rock and roll, da John Lennon a Jimmy Page, da Santana a Edge degli U2. L'inchiesta dell'U.S. Fish and Wildlife Service, di cui scrive oggi il quotidiano britannico Times, ha portato al sequestro di numerosi campioni di legno, hard drive di computer e decine di chitarre. Le autorita' - scrive il giornale londinese - potrebbero incriminare la Gibson per aver importato illegalmente ebano, mogano e palissandro dall'India in barba alle leggi americane che ne mettono al bando il commercio. L'azienda, che produce la SG usata ad Angus Young di AC/DC e ha realizzato la J-160E acustica elettrica usata da John Lennon oltre alla mitica Les Paul, la chitarra best-seller di tutti i tempi, ha negato ogni addebito. ''Combatteremo fino in fondo per dimostrare la nostra innocenza'', ha detto l'amministratore delegato Henry Juszskiewicz secondo cui la Gibson e' stata presa di mira ingiustamente e solo in base a un cavillo legale relativo a dove e' stato trattato il legno: ''Se fosse stato lavorato in India tutto sarebbe stato legale''. Le autorita' federali sono intervenute dopo il sequestro di una partita di ebano indiano arrivato all'aeroporto di Dallas il 22 giugno che non identificava la Gibson, ma dava invece un altro nome come destinatario finale del materiale. E' la seconda volta che le fabbriche Gibson vengono 'visitate' dagli agenti federali. Accadde nel 2009 quando l'azienda fini' sotto accusa di aver usato legni importati illegalmente dal Madagascar. In quell'occasione il caso venne archiviato senza conseguenze legali. La Gibson ha 107 anni e ogni anno vende chitarre per meno di 500 milioni di dollari, cio' nonostante di recente ha fatto 600 assunzioni. ''Abbiamo un sacco di problemi a mandar avanti la baracca. I raid federali sono stati un colpo ad cui sara' difficile riprenderci'', si e' lamentato l'amministratore delegato con il Financial Times. L'azione contro la Gibson ha diviso il mondo musicale e i commercianti di legni rari. Dick Boak, direttore delle relazioni con gli artisti della C.F.Martin and Company, ha descritto le difficolta' nel convincere i musicisti a passare a strumenti fatti con legni eco-sostenibili. Mentre Gulab Gidwani, presidente di Exotic Woods Company, e' convinto che la Gibson sia stata presa di mira ingiustamente: ''Non c'e' nulla di inconsueto in quel che stanno importando''.




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    La BIGSBY mod. MERLE TRAVIS



    La prima chitarra solid body in assoluto, quella che bruciò sul filo del traguardo la Braodcaster di Leo Fender, cioè la Bigsby modello Merle Travis costrita da Paul Bigsby per questo chitarrista famoso, nel 1947.

    Merle Travis era il più acclamato chitarrista country (ma non solo) del periodo post-war, cioè dell'immediato dopoguerra della II guerra mondiale. A lui si interessò poi anche Gibson dedicandogli una versione signature del modello di punta della casa, una superba Super 400 CES.
    Ma torniamo a bomba. Bigsby realizzò questa solid body nel 1947, rispetto alla Braodcaster di Leo aveva parecchie caratteristiche in comune quali il fatto che le corde venivano fatte passare attraverso il corpo, aveva però un pickup solo, del tipo a barra, montato direttamente sul corpo della chitarra, molto vicino al ponte. Aveva le sei meccaniche in linea montate su una paletta molto invasiva come disegno, aveva tre controlli e un selettore a tre posizioni che inserivano in parallelo al pickup, dei componenti passivi quali condensatori e resistenze, lo stesso principio della Esquire, la monopickup di casa Fender derivata dalla Broadcaster.



    A proposito, quest'ultima dovette cambiare anche il nome: prima ne fu priva del tutto per un periodo, nel 1950, e fu denominata pertanto da tutti Nocaster, e poi finalmente acquistò il nome di Telecaster, sull'onda del successo della televisione (tutto ciò per una controversia legale con la Gretsch che produceva, all'epoca, un modello di batteria chiamata Broadkaster).
    Qualcuno ha scritto, non me lo sono inventato io, che entrambi, Bigsby e Leo, avevano lavorato alle loro chitarre in California, per giunta non molto lontano tra loro. In tal senso non sono mancate polemiche su uno scopiazzamento dovuto a qualche spia industriale. Ai posteri l'ardua sentenza.



    Tutto il resto è storia, la chitarra di Bigsby era molto colorata in perfetto stile pacchiano-Statunitense ma era solid body, novità assoluta in quegli anni.
    La Gibson è un po' più sobria, ma è una hollow-body, chitarra a cassa vuota, del tipo di chitarre elettriche che, comunque, già esistevano da tempo.
    Del resto Gibson aveva già usato una leggenda della chitarra, un compianto chitarrista di colore chiamato Charlie Christian, morto di polmonite giovanissimo il 2 marzo del1942, ma la chitarra era una ES 150 hollow body che montava un pickup a barra e che prese poi il suo nome. Difatti oggi questo particolare pickup lo chiamiamo tutti "Charlie Christian" e fu montato su strumenti di gran lunga superiori da Gibson stessa, quali la ES 175 e la L5.





    (chitarre.accordo.it)

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    Basso elettrico


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    Il basso elettrico (o chitarra basso, più semplicemente noto come basso) è uno strumento musicale della famiglia dei semielettròfoni (viene chiamato così perché ha delle corde che vengono pizzicate col plettro o con le dita) dalla tessitura grave.


    Analisi dello strumento
    Corpo

    Il corpo del basso elettrico è solitamente realizzato in legno massiccio (solid body). La forma del corpo, la qualità del legno utilizzato e la tipologia di innesto del manico nel corpo condizionano la qualità del suono dello strumento, ma costituiscono anche un criterio di valutazione che viene influenzato dalle tendenze del periodo. La realizzazione del corpo a strati o in un pezzo unico influisce direttamente sulla compattezza dello strumento, e naturalmente sulla qualità sonora. Il corpo infine può essere verniciato con vernice coprente o meno, oppure rifinito con cera o vernice satinata, permettendo di apprezzarne tutta la bellezza del legno e la cura della costruzione.

    Sono presenti sul mercato anche bassi elettrici con la cassa armonica cava (hollow body).

    Manico
    Il manico ospita la tastiera dello strumento e permette il passaggio delle corde. Termina da un lato con la paletta che, per mezzo delle meccaniche, consente di porre in trazione le corde e di accordarle fino alla tensione desiderata e dall'altro con il corpo dello strumento. È di solito realizzato in diversi strati, anche più di nove. Questo consente all'elemento una sufficiente stabilità per mantenere l'intonazione e un'adeguata capacità di trasmettere le vibrazioni al corpo. Il modo in cui il manico viene congiunto al corpo infatti determina in gran parte il sustain dello strumento. Fra i metodi più diffusi vi sono il "bolt-on neck" ed il "neck through body":

    70%27s_Fender_Jazz_Bassil manico bolt-on è avvitato al corpo dello strumento nel quale è stata ricavata un'apposita sede. La precisione della fresatura della sede è determinante ai fini della qualità sonora. In molti strumenti economici, questa lavorazione permette di nascondere eventuali difetti di fabbricazione, che vengono corretti con spessori di legno interposti fra il manico ed il corpo. Questo costituisce una grave perdita di continuità delle vibrazioni.
    Il manico "neck through body" è inserito nel corpo, o meglio, costituisce la parte centrale del corpo, prolungandosi fino alla fine dello strumento. Questo metodo permette al manico un contatto molto efficace con il corpo, a tutto vantaggio della trasmissione delle vibrazioni.
    Non sempre però il manico inserito nel corpo costituisce un vantaggio in termini di trasmissione delle vibrazioni, poiché la vibrazione viene prodotta non solo dalle corde, ma anche dal manico (e dal corpo) del basso stesso. Ora, quando si ha un manico avvitato (che non è quindi un pezzo unico dalla paletta fino all'estremità inferiore dello strumento), la parte di legno sottoposta a vibrazione è più corta e determina quindi una risposta più rapida; in altre parole, un pezzo di legno di mezzo metro di lunghezza sottoposto ad una sollecitazione vibra in un tempo minore rispetto ad uno di un metro; ne consegue che un basso con manico avvitato ha una risposta di suono più immediata e quindi un attacco decisamente più rapido. In definitiva, i bassi neck-thru hanno una trasmissione delle vibrazioni buona, ma sicuramente più lenta rispetto a quelli bolt-on.

    Tastiera


    La tastiera del basso elettrico, come negli altri strumenti a corda, è quella superficie di legno su cui è possibile premere le corde per variare l'intonazione della nota prodotta. La tastiera del basso elettrico può ospitare i tasti oppure esserne priva (fretless). È oramai di uso comune indicare come fretted le tastiere provviste di tasti (frets).


    Posizione delle note su un basso a 4 corde accordato secondo la normale accordatura.
    Nel primo caso, ogni tasto definisce l'avanzamento di un semitono della nota prodotta. Il tasto è una barretta metallica inserita nella tastiera perpendicolarmente alle corde.

    Nel secondo caso invece, nei bassi elettrici fretless (senza tasti), l'altezza della nota prodotta varia spostando il punto in cui la corda viene premuta sulla tastiera. Essendo prive dei tasti, e non essendo indicate solitamente le posizioni delle note, i bassi di questa categoria (cosiddetti "bassi a tastiera cieca" o "bassi ciechi") necessitano di una buona conoscenza dello strumento per emettere suoni intonati. Tuttavia alcuni bassi fretless riportano, al posto dei tasti, degli inserti in legno di tipologia differente da quello della tastiera, che consentono all'esecutore di individuare la posizione della nota cercata. Con questa tastiera sono disponibili tecniche avanzate come uno slide più stridente e lo slittamento degli armonici stessi. Maestro di quest'arte, precursore di questa particolare tastiera, fu Jaco Pastorius.

    Le tastiere più comuni ospitano da 20 a 24 tasti o posti.

    I legni più utilizzati con cui si realizzano le tastiere dei bassi elettrici sono l'ebano, estremamente duro e liscio (perfetto per i bassi fretless), ed il palissandro, meno pregiato anche a causa della maggiore porosità del legno che a suo vantaggio offre una minore deformazione dovuta agli agenti atmosferici (variazioni di temperatura, umidità, eccetera). Altresì frequenti il palissandro brasiliano (detto anche Pao Ferro) più duro dell'africano, e l'acero. Negli ultimi anni, sulla scia dei bassi costruiti da Steinberger, è invalso l'uso di materiali sintetici, anche solo per le tastiere, come per i costruttori italiani Laurus e Manne, che usano una particolare resina fenolica.


    Corde

    Le corde del basso elettrico sono prevalentemente in acciaio, con un'anima solida, che può essere a sezione circolare o esagonale, ed un avvolgimento esterno che consente alla corda di raggiungere una massa tale da collocarla, nello spettro, all'ottava giusta. I materiali più usati sono l'acciaio o il nichel, con differenze timbriche fra le due soluzioni. In alcuni casi la corda metallica può essere rivestita in materiale sintetico. Altra importante caratteristica è il tipo di avvolgimento, cosa che determina il tipo di superficie della corda, che può essere ruvida, semi-liscia e liscia. Alcuni modelli di bassi sperimentali presentano delle corde in silicone. Il basso tradizionale, nato come "evoluzione" del contrabbasso, presenta il suo stesso numero di corde, quattro, con la medesima accordatura: Sol, Re, La, Mi (in ordine di altezza dalla più acuta alla più grave). Già negli anni settanta alcune aziende artigianali (come ad esempio l'Alembic) realizzavano bassi ad 8 corde (con ogni corda doppiata da un'altra accordata un'ottava più alta) creando un effetto simile alla chitarra a 12 corde. Sul finire degli anni ottanta, dopo diverse sperimentazioni e prototipi realizzati, iniziarono ad avere sempre più mercato bassi a 5 (Sol, Re, La, Mi, Si come consuetudine anche se qualcuno optava per Do, Sol, Re, La, Mi) e 6 corde (Do, Sol, Re, La, Mi, Si). Con l'aumentare del livello tecnico dei musicisti e l'avvento di tecniche particolari di esecuzione come il tapping (ovvero suonare con entrambe le mani sulla tastiera dello strumento) il numero delle corde è salito considerevolmente. Sono sempre più i musicisti che richiedono la realizzazione di bassi a 10 (5 in doppia corda come per l'8) o 12 corde (3 per tono addirittura), strumenti in grado di ricoprire il registro sia della chitarra che del basso tradizionale. Tuttavia, nella storia del basso elettrico si trovano anche strumenti con 2 (vedi Sleeping My Day Away dei D-A-D), 7, 8, 9, 10, 11 e 12 corde (singole, non doppiate) grazie soprattutto al livello qualitativo delle aziende artigiane, in grado di realizzare praticamente qualsiasi richiesta dei loro clienti.

    Pick-up

    Anche il basso elettrico come la chitarra elettrica ha bisogno di esser amplificato tramite dei pick-up. Esistono vari modelli di pick-up che cambiano a seconda del genere per il quale il basso è progettato.

    Il più diffuso è lo split-coil (chiamato "tipo Precision" o "P" dal nome del basso per il quale è stato ideato), composto da due bobine ognuna con 4 magneti (due per corda). Segue il single-coil (chiamato "tipo Jazz" o "J" dal nome del basso più popolare con questa tipologia di pick-up), composto da un unico corpo allungato che interessa tutte le corde.

    Col tempo, di pari passo con il variare delle esigenze sonore degli artisti, si sono aggiunte altre tipologie di pick-up: fra i più comuni ricordiamo l'humbucker tipo Music-Man (o "MM", dal nome del basso per il quale è stato ideato), costituito da due avvolgimenti paralleli con 2 magneti per corda (1 per avvolgimento, di solito di 5mm), seguono le Soap-Bar (cover più stretta di quella del MM, può contenere al suo interno qualsiasi tipologia di pickup) e i meno famosi double-coil (due single-coil posti parallelamente).

    Solitamente i pick-up sono passivi, ma alcuni modelli (come gli EMG) hanno un preamplificatore integrato che necessita di alimentazione dedicata, tipicamente una batteria da 9 V.

    Circuiteria

    Tutti i bassi elettrici dispongono di una circuiteria che permette il controllo sul suono dello strumento che può essere attiva o passiva.

    Nei circuiti passivi si fa uso di pochi componenti elettronici, come potenziometri e condensatori, che possono solo modificare il volume e applicare un filtro passivo di tipo passa-basso al segnale. Il suono dello strumento sotto forma di segnale elettrico è quindi condotto all'amplificatore per mezzo di un conduttore elettrico schermato (il classico cavo).

    Nei bassi elettrici attivi è invece presente una circuiteria elettronica alimentata da batterie. Questa permette di equalizzare il suono con sofisticati filtri attivi, capaci di aumentare o diminuire le frequenze impostate anche fino a 20 decibel. Solitamente permettono di intervenire su due o tre bande di equalizzazione e vengono alimentate da una o, più raramente, da due batterie da 9 Volt. Inoltre, il debole segnale presente all'uscita del pick-up viene amplificato dal circuito prima di essere convogliato nel conduttore elettrico che porta all'amplificatore. Questo aumenta notevolmente la reiezione del segnale elettrico ai disturbi.

    In genere questi strumenti presentano una circuteria esclusivamente "attiva" o "passiva"; ciononostante alcuni modelli sono in grado tramite un selettore di ricorrere ad entrambe le soluzioni.

    Ponte


    Il ponte la struttura alla quale si ancorano le corde ed è fissato sulla superficie anteriore del corpo nella stragrande maggioranza dei casi. Di solito è fabbricato in metallo, ma in qualche caso anche in legno. Trasmette le vibrazioni della corda al corpo e partecipa cospicuamente alla caratterizzazione del timbro dello strumento. Quanto più è massiccio, tanto maggiore è il sustain delle note suonate. La sua caratterizzazione del suono ha fatto sì che si sia creato un attivo mercato di ponti, che vanno a sostituire gli originali montati dai fabbricanti. Può incorporare un pick-up piezoelettrico sensibile alla pressione diretta delle corde che trasduce le vibrazioni di corde non metalliche, cosa che i pick-up magnetici non possono fare.

    Capotasto

    Il capotasto, detto anche "nut", è la struttura posta al termine della tastiera, dal lato della paletta, su cui appoggiano le corde all'uscita dalle meccaniche. Viene costruito in vari materiali, come l'osso, materiali sintetici o metalli come l'ottone. Ha il compito di dare alle corde la corretta spaziatura e trasmettere al manico le vibrazioni.

    Truss rod

    Il truss rod è un'asta metallica curva, di solito a concavità anteriore, contenuta nello spessore del manico che, sottoposta a tensione tramite un bullone installato ad una delle sue estremità, controbilancia la tensione esercitata sul manico stesso dalle corde evitando che si deformi, compromettendo la suonabilità e l'intonazione dello strumento.

    Le origini
    Il primo basso elettrico prodotto in serie fu sviluppato da un innovatore e costruttore di chitarre elettriche, Leo Fender all'inizio degli anni cinquanta del XX secolo. Il basso elettrico verticale esisteva già dalla metà degli anni trenta ed era stato inventato dal musicista e inventore Paul Tutmarc a Seattle, ma era goffo ed inoltre la cassa acustica di cui era dotato ne rendeva difficile l'amplificazione, in quanto il segnale poteva innescare il feedback quando si superava un certo volume. Sembra tuttavia che nello stesso periodo furono venduti anche un esiguo numero di bassi elettrici solid body realizzati da altri costruttori.

    Il basso elettrico rappresenta una radicale svolta nel panorama musicale, fornendo alla sezione accompagnamento dei complessi uno strumento facilmente trasportabile, amplificabile e più semplice da suonare rispetto al contrabbasso: l'aggiunta al basso elettrico dei tasti ha permesso allo strumento di diventare molto più facile da suonare e, soprattutto, più precisa l'intonazione della nota emessa (da qui "Precision", il nome del primo basso prodotto da Leo Fender).

    L'uso di un pickup associato al corpo solido ha reso più efficace l'amplificazione dello strumento, che si è evoluta in seguito fino alla produzione di amplificatori capaci di erogare potenze di svariate centinaia di Watt.

    Il Fender Precision Bass del 1951 fu il primo messo sul mercato con un pick-up di tipo single coil a quattro poli a singolo avvolgimento e un corpo piatto e spigoloso. Nel 1954 il corpo fu smussato ed arrotondato per migliorarne l'ergonomia. Nel 1957, il pick-up venne sostituito da uno split coil pick-up, separato in due elementi. Il battipenna subì sostanziali modifiche, come anche la paletta.

    Questo modello del 1957 diventò uno standard nell'industria della musica e per tutti i bassisti, ed è ancora disponibile sul mercato. Un modello simile, ma rivisto e modificato è il Fender Jazz Bass, che fu introdotto nel 1960 come modello Deluxe.

    Seguendo le orme di Leo Fender, altre industrie di strumenti musicali, quali Gibson, Danelectro e molte altre, iniziarono la produzione di versioni personalizzate di basso elettrico. Il contrabbasso divenne così obsoleto in molti generi musicali, lasciando spazio al più compatto basso elettrico, che permetteva al bassista una migliore agilità sul palco, e risolveva i problemi di amplificazione.


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