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HANG
Lo hang è uno strumento musicale idiofono in metallo creato in Svizzera dalla PANArt e prodotto dal 2000.
Descrizione
Lo hang è composto da due semisfere appiattite in acciaio temperato che, unite, gli conferiscono la tipica forma a UFO. Ha un diametro di 53 cm ed un'altezza di 24 cm. Nella parte superiore troviamo una protuberanza centrale e sette piccole cavità laterali, la parte inferiore è liscia con un'apertura al centro.
Viene suonato con il polso, il palmo e le dita delle mani. La parola hang, nel dialetto di Berna, indica la mano.
Il suono è metallico ma, rispetto allo steel pan, risulta essere più caldo e leggero. Generalmente viene suonato tenendolo appoggiato sulle ginocchia, talvolta può anche essere utilizzato un supporto.
Storia
Lo hang è il frutto dell'esperienza e della ricerca di due artigiani di Berna, Felix Rohner e Sabina Schärer, che già negli anni novanta producevano steelpan e studiavano le percussioni etniche di varie parti del mondo. Nel 2000 hanno messo a punto il primo modello di hang, presentato l'anno successivo alla fiera musicale di Francoforte.
Nel corso degli anni si sono succedute almeno tre "generazioni" di strumenti, che hanno apportato numerose modifiche rispetto ai primi modelli
Disco armonico
Data la grande richiesta internazionale e la tiratura piuttosto limitata, nel corso degli ultimi anni sono nate altre imprese artigiane che producono strumenti simili allo hang, tuttavia i materiali e il suono differiscono sensibilmente da quest'ultimo. Dal momento che hang è un marchio registrato, questi strumenti vengono chiamati in italiano con il nome generico di dischi armonici, mentre nei paesi anglofoni si usa la denominazione handpan.
I più noti sono il Bellart BElls, prodotto in Spagna, il Caisa, prodotto in Germania, lo Halo, prodotto negli Stati Uniti,lo Spacedrum, prodotto in Francia e il Disco Armonico prodotto in Italia.
Video
fonte:wikipedia
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Sarangi
Il sarangi o saranghi è lo strumento principale della musica etnica indiana, sia colta sia popolare appartenente alla famiglia del cordofoni.
La storia
La leggenda vuole che il sarangi nasca in tempi antichi (attorno al XVI secolo), quando un "hakim" (medico) vagabondo, stanco si sdraia sotto un albero nella foresta per riposare e viene svegliato da un suono lontano, che scopre provenire dal vento che soffia sulla pelle di una scimmia morta e appesa tra i rami dell'albero. Ispirato da questo evento costruisce il primo sarangi. Pare che compaia ufficialmente alla corte di Mohammad Shah II (1719 - 1748), nella musica epica del classico chant khyal.
Lo strumento
Il sarangi è un antico parente del violino europeo e come esso è estremamente espressivo e difficile da suonare. Il suo nome significherebbe centinaia di colori, a indicare la gamma, la profondità e l'acutezza del suo suono. Lo strumento esprime, secondo Sir Yehudi Menuhin, "i sentimenti e i pensieri dell'animo indiano". Ha un ruolo importante nella musica del Nord dell'India, del Rajasthan, dell'Uttar Pradesh, del Pakistan e dell'Afghanistan, Nepal.
Il sarangi è una cassa di legno piatta, ricavata da un singolo pezzo di legno, solitamente cedro, con tre corde di budello (do-sol-do) e un'ordinata tavola laterale con più di 40 corde di risonanza in acciaio assicurate a chiavi laterali. Il corpo ha una tavola armonica di pelle e ponti in osso o avorio.
Lo strumento si tiene verticalmente sulle gambe e appoggiato al collo e le corde vengono bloccate non con i polpastrelli, ma con le unghie. La polvere di talco è usata sulle mani per facilitare lo scivolamento sullo strumento.
Esistono numerose varietà di sarangi, un'intera famiglia di strumenti, con lo stesso nome, struttura simile, in tutta l'area del Nord dell'India, del Pakistan e dell'Afghanistan.
fonte:wikipedia
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STRUMENTI MUSICALI
Didgeridoo
Didgeridoo (trascritto anche come didgeridù, didjeridoo o didjeridu) è una parola di origine onomatopeica con la quale gli occidentali designano un antico strumento a fiato ad ancia labiale degli australiani aborigeni.
Questo strumento in Australia viene indicato con almeno cinquanta nomi diversi, a seconda delle etnie che popolano il paese: oltre a yidaki e mago rispettivamente della Terra di Arnhem nordorientale e occidentale, troviamo djalupu, djubini, ganbag, gamalag, maluk, yirago, yiraki...
L'utilizzo del didgeridoo nasce tra gli aborigeni dell'Australia settentrionale. Non esistono fonti affidabili che ne certifichino con esattezza l'età, ma è ipotizzabile i primordi siano databili tra i duemila ed i quindicimila anni fa
Classificato come strumento musicale nella categoria degli aerofoni ad ancia labiale, il didgeridoo può avere forme variabili: le più comuni sono quelle coniche, con un progressivo allargamento della colonna interna a partire dal lato dell'ancia; molto usata è anche la forma perfettamente cilindrica.
Non è insolito tuttavia trovare strumenti che presentano forme irregolari, contorte o serpentine. La lunghezza complessiva di un didgeridoo è altresì variabile. Generalmente va da 1,50 m a 2,50 m. Va comunque considerato che ne sono stati costruiti anche decisamente più lunghi, che comportano variazioni timbriche e tecniche esecutive notevoli. Solitamente questi strumenti sono però avulsi dai legami con la tradizione aborigena e costituiscono piuttosto delle sperimentazioni "occidentali" sullo strumento.
Il didgeridoo tradizionale è ricavato da un ramo di eucalipto (pianta assai diffusa nel Nord dell'Australia), scelto tra quelli il cui interno è stato scavato dalle termiti. Scortecciato, ripulito e accuratamente rifinito, lo strumento viene poi decorato e colorato con pitture tradizionali che richiamano la mitologia aborigena. Gli aborigeni lo utilizzano non solo come strumento a fiato, nel quale soffiano e al tempo stesso pronunciano parole, suoni, rumori, ma anche come strumento di percussione, se colpito con i clap stick (bastoncini in legno usati come percussioni) o con un boomerang. Viene suonato con la tecnica della respirazione circolare.
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STRUMENTI MUSICALI
Salterio
Il salterio è uno strumento musicale a corde, la cui origine risale almeno al 300 a.C. Ci sono molte varianti di questo strumento (uno particolarmente noto è l'harpejii), stante la sua datazione e diffusione in tutto il mondo. Generalmente viene suonato pizzicando le corde come in un'arpa. Si tratta di uno strumento sufficientemente piccolo da essere portatile, quindi molto utilizzato anche per accompagnare il canto.
Il salterio a pizzico normalmente si presenta a forma trapezoidale, con due ordini di corde in corrispondenza dei lati obliqui, e le corde abbastanza distanziate per essere suonate a pizzico.
Lo spazio tra i due ordini di corde era utilizzato (e lo è ancora presso certi monasteri soprattutto femminili in Umbria e nelle Marche) per l'inserimento del libro dei salmi, che non a caso si chiama anche salterio, salmi che si intonavano utilizzando lo strumento come accompagnamento. Questo strumento è usato dal musicista statunitense Vince Conaway.
Il salterio ad arco è solitamente di forma triangolare, le corde sono molto più ravvicinate e su uno stesso piano, e si utilizza un arco simile a quello dei normali strumenti ad arco per sfregamento sulla relativa corda, raggiungibile per differenza di lunghezza dalle note adiacenti.
Un'altra modalità di produzione del suono nel salterio è percuotendo le corde con leggeri martelletti ricoperti di stoppa o cuoio: si ha così il salterio a percussione, detto anche tympanon, affine al cimbalom ungherese. Si può trovare con varianti celtiche, francesi ed italiane a partire dal XV secolo. Del periodo tra la fine del XV secolo ed all'inizio del successivo, si conoscono due forme di salterio a percussione, una a quadrangolare ed una triangolare. Entrambe avevano una cassa di risonanza piuttosto bassa, dotata di due fori di risonanza (rosette) e di corde metalliche. Essi venivano suonati orizzontalmente, posati sulle ginocchia o su un tavolo, o ancora tenuti sul petto per mezzo di una tracolla. Secondo l'illustrazione contenuta nel Syntagma musicum di Michael Praetorius, le corde erano tese alternativamente su due ponticelli, posti uno davanti all'altro, in modo da incrociarle.
Alcuni salteri hanno dei ponticelli mobili che possono essere spostati per dare alla corda particolari "ventri" di vibrazioni e quindi particolari suoni.fonte:wikipedia
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Bodhrán
Il bodhrán (IPA [ˈbɔːrɑːn] o [ˈbaʊrɑːn]; al plurale bodhráns o bodhráin) è un tamburo a cornice Irlandese, usato soprattutto nel repertorio della musica popolare irlandese.
Il bodhrán ha la forma di un cilindro sottile, dotato di un'intelaiatura circolare di legno dal diametro variabile tra i 10 e i 26 pollici (da 25,4 a 66 cm) - quelli più comunemente usati sono da 16 o 18 pollici. Il fianco del tamburo è profondo da 9 a 20 cm. Una pelle di capra, talvolta di asino (oggi spesso sostituita da pelli sintetiche o anche da pelle di canguro) viene tesa e fissata su un lato dell'intelaiatura. L'altro lato dell'intelaiatura è scoperto: il suonatore introduce una mano nell'apertura per sorreggere il tamburo e controllarne timbro e intonazione.
Retro di un bodhrán microfonato e dotato di barre incrociate
A volte all'interno del bodhrán vengono fissate una o due barre incrociate che servono a sostenere lo strumento. Alcuni strumenti professionali hanno un sistema di intonazione meccanica simile a quelli usati nei tamburi della batteria. Il musicista e costruttore irlandese Seamus O'Kane ha brevettato un sistema di tensione tramite una sola vite.
Il bodhrán viene suonato percuotendolo con un piccolo mazzuolo di legno arrotondato ad entrambe le estremità, che il suonatore tiene tra pollice ed indice. Il timbro del bodhrán è grave e trova il suo massimo impiego nelle danze a tempo veloce, tipicamente i reel.
Origine del nome
Tra le diverse possibili derivazioni del nome si hanno le seguenti:
bodhrán avrebbe avuto il significato letterale di vassoio di pelle
il nome potrebbe derivare dalla parola gaelica bodhor che significa dal suono morbido o sordo (in Nicholas Driver, "Bodhran & Bones Tutor", 1978, Suffolk, pubblicato dall'autore)
il nome potrebbe derivare dalla parola gaelica bodhar (sordo)
Derivazione dello strumento
Il bodhrán è entrato nella strumentazione della musica irlandese in un periodo relativamente recente, soppiantando completamente il tamburello. Strumenti di struttura simile si ritrovano praticamente in tutte le culture. La forte somiglianza con alcuni tamburi in uso nell'esercito spagnolo ha suggerito l'ipotesi che l'introduzione del bodhrán possa essere avvenuto ad opera di irlandesi che avevano prestato servizio in tale esercito (cosa che accadeva abbastanza di frequente), o che avevano frequentato ex-coscritti incontrati a bordo di mercantili
Altri hanno suggerito che il bodhrán derivi dai vassoi di pelle usati anticamente per trasportare la torba. Uno strumento in tutto simile al bodhrán e chiamato "riddle drum", osservato da Peter Kennedy nelle contee Inglesi del Dorset e del Wiltshire, suggerisce una derivazione comune, anche se non è facile dire quale possa essere stato l'antecedente.
Diffusione del bodhrán
Non si hanno riferimenti al bodhrán prima del XVII secolo; lo strumento in sé rimase praticamente sconosciuto fino agli anni 1950, quando il rinnovato interesse per la musica irlandese lo fece conoscere ad opera di artisti quali The Clancy Brothers.
Negli anni 1960, gruppi come i Ceoltóirí Chualann e The Chieftains fecero conoscere notevoli specialisti di questo strumento. Negli anni 1970 il bodhrán era ormai ben conosciuto, anche ad opera di virtuosi come Robin Morton (di The Boys of the Lough), Peadar Mercier e Kevin Conneff (The Chieftains), Christy Moore (Planxty) e Johnny "Ringo" McDonagh (De Danann)
Benché tradizionalmente associato all'Irlanda, il bodhrán ha trovato impiego nella musica popolare di altre regioni, e nella musica celtica in generale, soprattutto in Scozia, Cape Breton e Terranova. Nella musica popolare della Cornovaglia è in uso una versione di bodhrán chiamata crowdy crawn.
Tecnica
Vincent Pompe van Meerdervoort degli Harmony Glen mentre suona il bodhrán con una spazzola.
Il bodhrán si suona da seduti con lo strumento poggiato su una coscia (di solito la sinistra). La mano è infilata all'interno dello strumento, e controlla la tensione della pelle (e quindi l'intonazione dello strumento)tramite la pressione delle dita o dell'intera mano. La tensione cambia comunque in relazione alla temperatura e all'umidità presente nell'aria che può tendere o rilassare la pelle, perciò un esperto suonatore di bodhrán si riconosce per la capacità di portare e mantenere lo strumento alle condizioni ottimali inumidendo, o asciugando, a seconda dei casi, la pelle stessa.
La mano destra percuote lo strumento usando una bacchetta tornita e arrotondata alle estremità, chiamata "tipper", "beater", o "cipín", anticamente ottenuti da un osso di foggia appropriata, e oggi costruiti di legno duro; si usano anche bacchette a forma di spazzola. Esistono diversi stili, associati alle diverse regioni d'Irlanda: uno dei più popolari, quello di County Kerry usa entrambe le estremità del tipper; lo stile di County Limerick ne utilizza invece una sola estremità.
John-Joe Kelly, dei Flook, è uno dei principali esponenti dello stile detto "top-end" che usa strumenti piccoli, con una pelle più sottile preparata allo stesso modo di quella di un Lambeg drum (il tamburo da parata irlandese). Gli strumenti usati in questo stile non hanno in genere le barre d'impugnatura, per permettere una migliore azione di modulazione a carico della e la percussione viene effettuata essenzialmente sulla parte superiore, con un'azione più melodica. Questo stile si adatta bene al suono di un gruppo come i Flook, noti per i loro arrangiamenti ed espressività, ma può contrastare troppo con l'atmosfera più libera dei set meno formali, a meno che il suonatore non sia un buon improvvisatore.
L'uso del bodhrán in ambiti non tradizionali e nella world music in generale, ha poi portato strumentisti come Lorcan Mac Muiris, Glen Velez, John Bergamo a esplorare sullo strumento tecniche percussive derivate dalle tradizioni jazz, europee, africane e asiatiche.. -
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Muselar
Il muselar (o muselaar termine fiammingo del XVI secolo) è una variante del virginale, strumento musicale a tastiera e corde pizzicate, appartenente alla famiglia del clavicembalo.
Simile al virginale e alla spinetta italiana, per la disposizione della tastiera in rapporto alle corde, sono tutti strumenti a salterello. Il tasto ha un angolo di 10 gradi rispetto al piano della cordiera. Esiste una corda per nota e le corde consecutive sono abbinate. Vi è una corda a sinistra ed una a destra nell'arcata che regge i due salterelli alternati, il ponticello
doppio. Per esempio Mi bemolle a sinistra e Mi a destra.
La particolatità principale risiede nel fatto che il virginale e la spinetta italiana sono i soli strumenti della famiglia del clavicembalo a possedere due cavalletti vibranti.
La forma del muselar è quella di una cassa e la tastiera è contenuta in una nicchia. La spenetta italiana segue lo stesso principio ma gli angoli posteriori sono tagliati in senso obbliguo e la tastiera è sporgente coma una mensola.
Il muselar ha la tastiera a destra, contrariamente al virginale la cui tastiera è a sinistra. Vedere il dipinto di Johannes Vermeer (1632-1675) rappresentante una giovane donna che suona il muselar:
La specificità del muselar sta nel punto in cui viene pizzicata la corda: dal 50% delle note alte al 27% delle note basse. Le corde vengono pizzicate, per la maggior parte, intorno ad un terzo della loro lunghezza. Questo spiega il posizionamento della tastiera a destra.
Altra caratteristica importante: i tasti, come nel virginale e nella spinetta, hanno dei tasti di lunghezza diversa. I tasti delle note alte hanno una lunghezza doppia rispetto a quelli delle note basse e pertanto conferiscono una differenza di sensazione al tocco. Il tasto grave può essere così corto che il dito deve posarsi sul punto di incernieramento del tasto; con la corda molto molle la ripetizione è delicata.
Queste difficoltà di esecuzione hanno fatto dire ai detrattori dello strumento che il suono emesso dal muselar assomiglia al « grugnito di un maialino » (Blankenburg Elementa Musica 1739).
Questo apprezzamento è dovuto al movimento dell'arpicordum di cui è dotato il muselar. Esso consiste in un righello che costeggia il cavalletto di destra, che è azionato a volontà. Questo righello porta degli uncini metallici che venendo a contatto con le corde producono un ronzio. Questo, modifica il suono della corda producendo un effetto di bordone.
Il suono ottenuto è rotondo ed al tempo stesso chiaro e più dolce, avvicinandosi a quello di un'arpa o di un liuto.
Video
fonte wikipedia. -
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Cabasa
La cabasa, strumento idiofono di origine africana simile allo shekere, è costruito con un cilindro metallico dalla superficie ruvida su cui è arrotolata una catena di biglie d'acciaio. Lo strumento ha una impugnatura in legno o plastica. Viene utilizzato nei ritmi latini, specialmente nella bossa nova. Il suono si ottiene agitando o scuotendo lo strumento ed è simile al sonaglio del crotalo. Effetti sonori particolari vengono emessi frizionando la catena controllandone la pressione con una mano, scrollando contemporaneamente l'impugnatura avanti e dietro al ritmo desiderato.
Composizioni orchestrali recenti sono state realizzate non solamente nel jazz latino per la cabasa da Michael Markovich (Shadow Rituals 2006 Manhattan Beach Music).
wikipedia
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STRUMENTI MUSICALI DELL'INDIA
Pakhawaj
Il pakhavaj o mridang è una forma di botte, tamburo a due teste indiano, una variante e discendente della mridang. E 'lo strumento a percussione standard nel Dhrupad stile ed è ampiamente utilizzato come accompagnamento per le varie forme di musica e spettacoli di danza. Il pakhavaj ha un tono basso e morbido, molto ricco di armonici. Situato in orizzontale su un cuscino di fronte gamba attraversato il batterista, il più grande bass-pelle è giocato con la mano sinistra, la pelle alti per la mano destra. Il volto dei bassi è spalmato con la pasta di grano bagnato che funge da kiran ed è la causa del suono vivido, basso il pakhavaj produce.
Etimologia
La parola pakhāvaja o pakhavāja è di Prakrit origine, la cui sanscrita equivalente è pakṣavādya . Questo strumento è sempre conosciuto come pakhavaj e non pakshavadya . Questa parola deriva dalle parole Paksa ("un lato"), e vadya ("uno strumento musicale").
Tecnica
Come con il tabla , i ritmi pakhavaj sono tenuti da una serie di mnemoniche sillabe conosciute come bol . La tecnica di riproduzione varia da quella di tabla in molti aspetti: a fronte dei bassi, l'artista colpisce con tutto il palmo della mano al posto della punta del dito che colpisce, che è fatto di tabla. A fronte degli alti, l'artista colpisce tutto il palmo della mano con le dita correttamente posizionati sulla pelle a produrre diversi bols.
Nel stili tradizionali pakhavaj uno studente avrebbe imparato una serie di diversi colpi che producono un suono specifico. Questi sono ricordati e praticati con le corrispondenti sillabe.
La capacità di base è quello di giocare un theka in un particolare tala o ciclo ritmico, come per esempio Chautala in 12 battute:
| Dha dha | din ta | | aquilone dha | din ta | tite kata | gene Gadi |
Gli studenti avanzati imparano reela s che sono composizioni pakhavaj virtuosi.
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STRUMENTI MUSICALI DELL'INDIA
Santoor
Santur (anche santur , santur , Santoor ) ( persiano : سنتور ) è un iraniano dulcimer martellato Si tratta di un trapezio a forma di scatola spesso fatta di legno di noce o di diversi legni esotici. Il santur classica iraniana ha 72 corde, 18 gruppi di quattro.
Caratteristiche
Il nome santur è stato fatto riferimento in antica poesia persiana. A tutt'oggi non vi è mai stata la prova verificabile ciò che questo nome significa in realtà, è solo un nome e l'unico significato che ha nella lingua iraniana è questo strumento. I Mezrabs forma ovale (mazze) sono peso piuma e si svolgono tra il pollice, indice e medio dita. Un tipico santur iraniano ha due serie di ponti, fornendo una gamma di circa tre ottave . Le corde della mano destra sono realizzati in ottone o rame,, mentre le stringhe di sinistra sono in acciaio.
Due file di 9 ponti chiamati "Kharak" (totale di 18 Kharaks) dividere il santur in tre posizioni. Sopra ciascun ponte attraversa quattro corde estende orizzontalmente lungo il lato destro e sinistro dello strumento. Ci sono tre sezioni di nove posti: ciascuno per il basso, medio e alto ottava chiamato Poshte Kharak (dietro i ponti a sinistra) che comprende 27 note tutti insieme. La nota "F" top viene ripetuto due volte, creando un totale di 25 toni separate nel Santur. Il santur iraniano è principalmente sintonizzato su una varietà di differenti scale diatoniche utilizzano quarti di tono , che vengono utilizzati nei dodici dastgahs (modi) di musica classica iraniana chiamato Radif.
Derivazioni
Forme simili del santur sono stati presenti in culture vicine come l'India, l'Afghanistan, il Pakistan, l'Armenia, la Turchia, l'Iraq, la Cina, e la Grecia. Il Santoor indiano è più ampia, più rettangolare e ha più stringhe. I suoi corrispondenti magli si tengono anche in modo diverso giocato con una tecnica diversa. Il yangqin cinese e il santouri greco anche derivate dal santur. La versione est-europea del santur chiamato cimballum è molto più grande e cromatica e utilizzato come strumento di accompagnamento in musica gitana.
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BODHRAN
Si pronuncia “bow-rawn” ed è un tamburo che si tiene con una mano e si suona con l’altra per mezzo di un bastoncino. Sebbene sembri uno strumento semplice da suonare, in realtà richiede considerevole destrezza ed un infallibile senso del ritmo. Per sapere come suonarlo bisogna ascoltare un vero maestro come Johnny Ringo McDonnagh che ha arricchito molti dei dischi del gruppo De Danann.
l bodhrán (IPA [ˈbɔːrɑːn] o [ˈbaʊrɑːn]; al plurale bodhráns o bodhráin) è un tamburo a cornice Irlandese, usato soprattutto nel repertorio della musica popolare irlandese.
Il bodhrán ha la forma di un cilindro sottile, dotato di un'intelaiatura circolare di legno dal diametro variabile tra i 10 e i 26 pollici (da 25,4 a 66 cm) - quelli più comunemente usati sono da 16 o 18 pollici. Il fianco del tamburo è profondo da 9 a 20 cm. Una pelle di capra, talvolta di asino (oggi spesso sostituita da pelli sintetiche o anche da pelle di canguro) viene tesa e fissata su un lato dell'intelaiatura. L'altro lato dell'intelaiatura è scoperto: il suonatore introduce una mano nell'apertura per sorreggere il tamburo e controllarne timbro e intonazione.
A volte all'interno del bodhrán vengono fissate una o due barre incrociate che servono a sostenere lo strumento. Alcuni strumenti professionali hanno un sistema di intonazione meccanica simile a quelli usati nei tamburi della batteria. Il musicista e costruttore irlandese Seamus O'Kane ha brevettato un sistema di tensione tramite una sola vite.
Il bodhrán viene suonato percuotendolo con un piccolo mazzuolo di legno arrotondato ad entrambe le estremità, che il suonatore tiene tra pollice ed indice. Il timbro del bodhrán è grave e trova il suo massimo impiego nelle danze a tempo veloce, tipicamente i reel.
Origine del nome
Tra le diverse possibili derivazioni del nome si hanno le seguenti:
bodhrán avrebbe avuto il significato letterale di vassoio di pelle
il nome potrebbe derivare dalla parola gaelica bodhor che significa dal suono morbido o sordo (in Nicholas Driver, "Bodhran & Bones Tutor", 1978, Suffolk, pubblicato dall'autore)
il nome potrebbe derivare dalla parola gaelica bodhar (sordo)
Derivazione dello strumento
Il bodhrán è entrato nella strumentazione della musica irlandese in un periodo relativamente recente, soppiantando completamente il tamburello. Strumenti di struttura simile si ritrovano praticamente in tutte le culture. La forte somiglianza con alcuni tamburi in uso nell'esercito spagnolo ha suggerito l'ipotesi che l'introduzione del bodhrán possa essere avvenuto ad opera di irlandesi che avevano prestato servizio in tale esercito (cosa che accadeva abbastanza di frequente), o che avevano frequentato ex-coscritti incontrati a bordo di mercantili
Altri hanno suggerito che il bodhrán derivi dai vassoi di pelle usati anticamente per trasportare la torba. Uno strumento in tutto simile al bodhrán e chiamato "riddle drum", osservato da Peter Kennedy nelle contee Inglesi del Dorset e del Wiltshire, suggerisce una derivazione comune, anche se non è facile dire quale possa essere stato l'antecedente.
Diffusione del bodhrán
Non si hanno riferimenti al bodhrán prima del XVII secolo; lo strumento in sé rimase praticamente sconosciuto fino agli anni 1950, quando il rinnovato interesse per la musica irlandese lo fece conoscere ad opera di artisti quali The Clancy Brothers.
Negli anni 1960, gruppi come i Ceoltóirí Chualann e The Chieftains fecero conoscere notevoli specialisti di questo strumento. Negli anni 1970 il bodhrán era ormai ben conosciuto, anche ad opera di virtuosi come Robin Morton (di The Boys of the Lough), Peadar Mercier e Kevin Conneff (The Chieftains), Christy Moore (Planxty) e Johnny "Ringo" McDonagh (De Danann)
Benché tradizionalmente associato all'Irlanda, il bodhrán ha trovato impiego nella musica popolare di altre regioni, e nella musica celtica in generale, soprattutto in Scozia, Cape Breton e Terranova. Nella musica popolare della Cornovaglia è in uso una versione di bodhrán chiamata crowdy crawn.
Tecnica
Vincent Pompe van Meerdervoort degli Harmony Glen mentre suona il bodhrán con una spazzola.
Il bodhrán si suona da seduti con lo strumento poggiato su una coscia (di solito la sinistra). La mano è infilata all'interno dello strumento, e controlla la tensione della pelle (e quindi l'intonazione dello strumento)tramite la pressione delle dita o dell'intera mano. La tensione cambia comunque in relazione alla temperatura e all'umidità presente nell'aria che può tendere o rilassare la pelle, perciò un esperto suonatore di bodhrán si riconosce per la capacità di portare e mantenere lo strumento alle condizioni ottimali inumidendo, o asciugando, a seconda dei casi, la pelle stessa.
La mano destra percuote lo strumento usando una bacchetta tornita e arrotondata alle estremità, chiamata "tipper", "beater", o "cipín", anticamente ottenuti da un osso di foggia appropriata, e oggi costruiti di legno duro; si usano anche bacchette a forma di spazzola. Esistono diversi stili, associati alle diverse regioni d'Irlanda: uno dei più popolari, quello di County Kerry usa entrambe le estremità del tipper; lo stile di County Limerick ne utilizza invece una sola estremità.
John-Joe Kelly, dei Flook, è uno dei principali esponenti dello stile detto "top-end" che usa strumenti piccoli, con una pelle più sottile preparata allo stesso modo di quella di un Lambeg drum (il tamburo da parata irlandese). Gli strumenti usati in questo stile non hanno in genere le barre d'impugnatura, per permettere una migliore azione di modulazione a carico della e la percussione viene effettuata essenzialmente sulla parte superiore, con un'azione più melodica. Questo stile si adatta bene al suono di un gruppo come i Flook, noti per i loro arrangiamenti ed espressività, ma può contrastare troppo con l'atmosfera più libera dei set meno formali, a meno che il suonatore non sia un buon improvvisatore.
L'uso del bodhrán in ambiti non tradizionali e nella world music in generale, ha poi portato strumentisti come Lorcan Mac Muiris, Glen Velez, John Bergamo a esplorare sullo strumento tecniche percussive derivate dalle tradizioni jazz, europee, africane e asiatiche.
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Ektara
Ektara ( Bengali : একতারা , Punjabi : ਇਕ ਤਾਰਾ ; letteralmente "one-string", chiamato anche iktar , ektar , yaktaro Gopichand ) è uno strumento a una corda più spesso utilizzato in musica tradizionale dal Bangladesh , India , Egitto e Pakistan .
In origine il ektara era un normale strumento a corda di bardi e menestrelli erranti provenienti da India e viene pizzicata con un dito. Il ektara di solito ha una sola corda tesa, una pelle di animale su una testa (fatta di secchi di zucca / zucca, legno o cocco) e del collo polo o scissione collo canna di bambù.
Premendo le due metà del collo insieme allenta la stringa, abbassando così il pitch. La modulazione del tono con ogni lieve flessione del collo dà il ektara suo suono caratteristico. Non ci sono segni o misurazioni per indicare quale pressione produrrà cosa nota, quindi la pressione viene regolata a orecchio.
I vari formati di ektara sono soprano, tenore e basso. Il basso ektara , a volte chiamato un dotara ha spesso due stringhe (come letteralmente implicita da fare , "due"). Ancora un'altra versione è khamak , tamburo a una testa con un filo attaccato ad esso che viene pizzicata. L'unica differenza rispetto ektara è che nessuno di bambù viene utilizzata per allungare la stringa, che si tiene con una mano, mentre viene pizzicata da un altro.
Uso in kirtan
Questi strumenti sono comunemente usati in kirtan canto, che è una pratica devozionale indù di cantare i nomi e mantra divini in un estatico chiamata e risposta in formato. Utilizzato da sadhu, o vagando uomini santi. Inoltre, il ektara viene utilizzato per Sufi canto, nonché dalle Baul del Bengala .
Il " dotara "è stato reso popolare negli Stati Uniti da wallahs kirtan devozionali, come il occidentale sadhu Bhagavan Das , kirtan artista e autore del suo Here Now, Are You? .
Ektara è la forma più antica di strumento a corda trovata nelle parti orientali dell'India, la famiglia strumento oggetto sparsi in tutto il paese. Anche se ha una umili origini tribali, è stato associato con e reso popolare dalla tradizione ascetica e menestrello di canzoni in Bengala.
Bengali Ektara
Un tipico Bengali Ektara è costruito su una metà di un guscio di zucca essiccati che funge da cassa di risonanza, con una corda metallica che corre proprio attraverso il centro del guscio, in alto, la stringa è legato a una manopola che regola il la tensione della stringa e quindi, il tuning-la manopola e la stringa-tensione è sostenuta da due strisce di bambù, legati a due lati opposti del guscio zucca.
Lo stile di gioco di questo strumento è un coraggio simultanea e gong, che corrisponde al ritmo della musica. Il Ektara e il Ghati Baya , insieme formano un insieme completo accompagnamenti, soprattutto alle tradizioni musicali devozionali e Deolati. La stringa, come in un Dotara , è sintonizzata alla nota principale / radice della composizione.
In Sindhi e punjabi musica popolare
Oggi il ektara è ampiamente utilizzato dai cantanti folk soprattutto da cantanti sufi in Punjab e Sindh . Le forme tradizionali e moderne di bhangra a volte usano un ektara o Tumbi per accompagnare il cantante e Dhol . In occasione di "Urs" tenutosi a memoria del celebre santo e poeta mistico Hazrat Shah Abdul Latif Bhitai (1689 - 1752) a Bhitshah, vicino a Hyderabad in Sindh, che si tiene ogni anno tra il 13 e il 15 Safar, devoti cantare con fervore e frenesia suo amore-inebriato Kafis ai ceppi di ektara che sembra essere un antico strumento musicale. Menzione può essere fatta anche qui il dotar di Khorasan. Nur-Mohammad Dorpur è un famoso giocatore tradizionale dotar della regione Khorasan. Il famoso lettore Kamancheh Kayhan Kalhor che ha eseguito presso il famoso 'Hollywood Bowl' a Los Angeles, sottolinea anche i punti in comune tra le tradizioni musicali indiani e persiani che vengono portati ad un fuoco da strumenti quali il Ektara e dotar.
fonte:wikipedia. -
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grazie gabry . -
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La Marimba
La marimba è uno strumento musicale a percussione di tipo idiofono che ha origini africane, ma è diffuso anche in paesi come Guatemala, Nicaragua, Costa Rica e negli stati messicani di Chiapas e Oaxaca.
La presenza della marimba nell'area africana fu segnalata almeno cinquecento anni fa dai primi esploratori; le cronache dell'epoca narrano infatti di strumenti di legno, costruiti con questa foggia, dai differenti nomi: balafo, marimba, malimba, manza, mbila, balinga ed altri ancora.
Lo strumento è formato da una serie di piccole tavole di legno duro, sotto le quali vengono disposte, come risonatori, zucche essiccate e svuotate o grosse canne di bambù. Le prime marimba prevedevano l'utilizzo delle gambe del musicista, su cui era posta trasversalmente una barra di legno, come naturale cassa di risonanza e supporto. In Africa la marimba viene tradizionalmente suonata da uno o più suonatori, posti gli uni di fronte agli altri, con gli strumenti eventualmente appoggiati ad angolo tra di loro. Le tavole della tastiera vengono percosse con mazzuole leggere di legno e l'altezza della nota varia per molti fattori: spessore del legno, lunghezza e larghezza delle barre, gradi di durezza e peso.
La xilomarimba è una versione perfezionata dello strumento, nella quale i risuonatori sono di metallo, ed è entrata a far parte delle orchestre di musica leggera e sinfonica.
Oggi lo strumento ha conosciuto uno sviluppo tecnico notevole. Fino a qualche anno fa, i modelli di marimba in commercio erano di 4 ottave. Oggi i compositori scrivono quasi esclusivamente per 5 ottave.
La moderna marimba
Il moderno repertorio per marimba include brani solistici, ensembles di percussioni, concerti per marimba e orchestra, jazz ensembles, marching band wind ensemble o composizioni per orchestra. I compositori contemporanei hanno utilizzato sempre più spesso il suono unico della marimba, ed è ormai comune trovarla nella nuova musica per wind ensemble anche se un po' meno per orchestra. Modelli di marimba vengono prodotti dalla Adams, dalla Concorde, dalla Malletech, dalla Yamaha, dalla Lennback Music Instruments. I modelli migliori, per i concerti, sono costruiti con il palissandro dell'Honduras, chiamato anche "legno di rosa". Modelli di minore qualità vengono costruiti in padouk e in vari materiali sintetici.
Principali compositori
Il compositore Harry Partch scrisse numerose opere per marimba e modificò lo strumento per adeguarlo alle sue necessità espressive. Anche Steve Reich si è distinto per le sue composizioni per marimba, tra cui spiccano Nagoya Marimbas, Six Marimbas e Music for Mallet Instruments, Voices, and Organ (il cui organico prevede 4 marimbe oltre che il vibrafono, 2 voci femminili (soprano e contralto). Importanti concerti sono stati composti da Paul Creston (Concertino), Darius Milhaud, con il Concerto per marimba, vibrafono e orchestra e Ney Rosauro con i due concerti per marimba e orchestra d'archi. In Italia, nel 1992 Franco Donatoni ha scritto MARI per marimba sola (prima esecuzione assoluta maggio '93 a Montescaglioso - esec. Gabriele Maggi) e MARI I per quattro marimbe (prima esecuzione assoluta giugno '93 presso la Società Umanitaria di Milano - esec. Symbola Tamborrino Ensemble). Nel 1993, il percussionista e compositore Luigi Morleo ha scritto il primo concerto per marimba e archi. Frank Zappa fece largo uso della marimba per alcuni suoi pezzi, come per esempio "St. Alfonzo's Pancake Breakfast".
Presa delle bacchette
La moderna musica per marimba prevede l'utilizzo di quattro battenti simultaneamente (raramente fino a sei), permettendo di eseguire accordi e di suonare i salti agevolmente. Diverse sono i metodi di presa delle bacchette. Le più comuni impugnature sono: la tecnica Burton (Burton grip) (ideata dal popolare vibrafonista Gary Burton); l'impugnatura tradizionale (o "cross grip") e il metodo Stevens (Stevens grip) ideata da Leigh Howard Stevens. Ogni impugnatura descritta ha i suoi vantaggi e i suoi svantaggi. Per esempio, la Stevens grip è più comoda per i cambi di intervallo, mentre la Burton grip è migliore per una maggiore potenza. La scelta delle impugnature varia a seconda delle regioni (l'impugnatura Stevens e la Burton sono più popolari negli Stati Uniti d'America mentre la presa tradizionale è più comune in Giappone; varia inoltre a seconda degli strumenti, (la tecnica Burton è meno usata sulla marimba e molto più utilizzata sul vibrafono); la scelta dell'impugnatura dipende poi dal singolo esecutore e dalle varie scuole percussionistiche. Kai Stensgaard ha scritto vari brani per questa impugnatura e sta rendendo sempre più popolare suonare con sei bacchette. Alannah Currie of the Thompson Twins used it so swatter.
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gheagabry.
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Baglamas
Il baglamàs (gr. ο μπαγλαμάς) o baglamas o baglama, è uno strumento musicale greco; appartiene alla famiglia dei cordofoni, come il bouzouki, dal quale è derivato. Ha l'aspetto di un piccolo bouzouki, lungo generalmente tra i 50 e i 60 cm con una cassa armonica a forma di pera.
Il nome di questo strumento viene dal turco bağlamak (vincolare), bağlama (vincolo o nodo), da cui il sostantivo maschile greco "il baglamàs".
Esiste, d'altro canto, uno strumento della famiglia dei saz (cordofoni turchi) dal nome "bağlama" forse imparentato con il baglamàs e da cui il nome potrebbe derivare.
È principalmente uno strumento di accompagnamento, ha tre coppie di corde accordate come quelle del bouzouki tradizionale: re-la-re ma un'ottava più in su. Le coppie più acute sono all'unisono mentre la coppia più bassa è in ottava.
Il baglamàs è uno strumento a collo lungo e può essere di varie lunghezze del manico (χέρι) e della diversa grandezza della cassa di risononza (σκάφος). I tipi di legno frequentemente utilizzati sono palissandro e noce. Spesso viene decorato con madreperla.
Il baglamàs si suona adoperando il plettro e produce un suono metallico.
Agli inizi del rebetiko (ρεμπέτικο), quando questo era più un atteggiamento che non solo un tipo di musica, il baglamàs si differenziava dal bouzouki solo per la misura. Essendo uno strumento portatile era compagno fedele dei rebetes; il baglamàs talvolta veniva accordato diversamente (per esempio sol-si-mi), in modo che le corde a vuoto producessero accordi, che i rebetes - οι ρεμπέτες (vagabondi, banditi, ladri) chiamavano douzenià o baglamadodouzenià. Aveva solo cinque o sette tasti.
Quando il moderno bouzouki a quattro cori doppi si affermò, nella prima metà del novecento, come strumento principe della musica popolare greca, il baglamàs divenne uno strumento più completo, con molti più tasti (fino a 36), usato per dare colore nelle piccole orchestre di strumenti a corde, composte generalmente da due bouzouki, un baglamàs ed una chitarra.
Esiste inoltre una variante ancor più minuta di baglamàs (di 30 cm ca.), chiamato con il diminutivo baglamadàki (το μπαγλαμαδάκι). Le sue dimensioni ridotte lo rendevano molto popolare tra i rebetes, che così potevano facilmente trasportarlo e nasconderlo sotto il cappotto, soprattutto durante la prima metà del XX secolo, quando questa musica, insieme ai suoi esecutori, veniva considerata malsana e fu proibita dal governo, e gli strumenti, quando trovati, distrutti.
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