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tappi.
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alcune poesie sul glicine
Il glicine di Pier Paolo Pasolini
... e intanto era aprile,
e il glicine era qui, a rifiorire.
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Prepotente, feroce
rinasci, e di colpo, in una notte, copri
un intera parete appena alzata, il muro
principesco di un ocra
screpolato al nuovo sole che lo cuoce ...
E basti tu, col tuo profumo, oscuro,
caduco rampicante, a farmi puro
di storia come un verme, come un monaco:
e non lo voglio, mi rivolto – arido
nella mia nuova rabbia,
a puntellare lo scrostato intonaco
del mio nuovo edificio.
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Tu che brutale ritorni,
non ringiovanito, ma addirittura rinato,
furia della natura, dolcissima,
mi stronchi uomo già stroncato
da una serie di miserabili giorni,
ti sporgi sopra i miei riaperti abissi,
profumi vergine sul mio eclissi,
antica sensualità . . . . . . . . .
da “La religione del mio tempo”
Garzanti 1961I glicini sono fioriti - di Lina Ferrara Toller
I glicini sono fioriti sulle spalliere dei giardini del fiume
Datemi un piccolo tema di canzone
Da suonare pizzicando i rami del glicine
Come fossero corde d'arpa ed io fossi il vento
Poiché sono fioriti i glicini e il profumo naviga sul fiume,
le nuvole d'aprile come bianchi delfini
navigano piano sulle rotte del cielo.Il glicine in fiore - di Giovanna Faro
Il glicine
lancia volute aeree
come volesse agganciarsi
al cuore del cielo.
Allaccia l'arco
in un abbraccio e
regala all'Universo
magia imperturbata
di sospese nuvole fiorite.
Nella notte
il suo profumo celestiale
inebria la luna e nasce
un dialogo lieve in sussurri
di parole mai dette.
Ascoltando in silenzio
si percepisce un fremito sommesso:
il glicine è come me,
perennemente in fuga
percorso da un'ansia d'infinito.
Da "Direttamente dalle nuvole"
Poesia selezionata per l'antologia del Premio Age Bassi 2003La stagione del glicine
Nodosi rami lungo la facciata
tessevano pastelli viola-azzurri
come la camicetta della nonna
dall'ampio seno e il tenero sorriso
sullo sfondo di cielo a trompe l'oeil
in quel salotto dove zia Clorinda
suonava il mandolino.
(Il nonno mite dagli occhiali d'oro
accompagnava i nostri movimenti
tra i mughetti dell'orto).
Anche nel porticato delle suore
le spalliere imprimevano languore
alla giostra laccata bianco-grigio
sui fiori a terra, scivolosi
per sciami di folletti divagati
al sapore di nettare scipito.
Bordure d'altro tempo,
riaffioranti romanze e sensazioni
impresse nella lastra del ricordo
da un confine ristretto,
assottigliato
fino a un punto lontano che si perde
nelle pieghe dell'anima.
Era il tempo incantevole del glicine
M. Patrizia Bianchi Cecchini ( poesia tratta da "L'avventura dei passi" ed. Baroni)
Edited by gheagabry1 - 27/4/2020, 21:26.