CAPODANNO

...ed il vecchio se ne va

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  1. ringo47
     
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    Buongiorno a tutti gli amici dell’Isola. Permettetemi una breve riflessione sull’anno appena trascorso che per me, purtroppo, non è stato uno dei migliori per diversi motivi che non sto ora a descriverli innanzitutto perchè questa è un’isola dove si vive felicemente all’insegna della vera amicizia e anche per il rispetto delle altrui opinioni che è una merce molto rara nei tempi in cui viviamo. Vorrei dirvi tante cose per tutto quello che mi avete trasmesso, le tante carezze quotidiane, i sorrisi per le simpatiche battute in tag… ma poi mi mancano le parole giuste per non cadere nella facile retorica.
    Avrei voluto essere più presente sull’isola come ai vecchi tempi e partecipare attivamente alla sua vita ma poi le circostanze hanno voluto che andasse diversamente però questo non mi ha impedito che tutti voi siete stati sempre nel mio cuore pesandovi ogni giorno.
    Il mio augurio che parte dal cuore è che sia per ognuno di voi la fine di un anno straordinario e l’inizio di un 2012 ricco di gioie inaspettate e bellissime. Ve le meritate tutte!









     
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  2. ZIALAILA
     
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    CHE SIA PER TUTTI BELLO , SERENO , FELICE , SPENSIERATO, DIVERTENTE .... COME ---->


    natale

     
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  3. susacrie
     
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    BUON ANNO ISOLA :36_1_11.gif:

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  4. tappi
     
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    Buon anno a tutti





     
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    Ciao Silvana,buon anno anche a te.

    Buon anno a tutti

    buonanno2

     
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  6. arca1959
     
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    grazie Silvana.....buon Anno anche a te e famiglia!!

    buon-natale


    A TUTTI AMICI!!!!

     
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  8. lella06
     
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  9. ZIALAILA
     
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    Capodanno


    Sfoglia sfoglia tutto l’anno,
    fin che giungi a Capodanno.
    Sfoglia i giorni e le vicende,
    una fiaccola s’accende.
    L’anno nuovo eccolo qua,
    vita nuova si farà!
    L’anno nuovo con la messe
    degli auguri e le promesse;
    con i baci e le sorprese,
    con gran ceri entro le chiese;
    con preghiere e con regali,
    e ciascuno ha in cuore l’ali,
    saprà vivere in bontà:
    l’anno nuovo, eccolo qua!
    (Renzo Pezzani)




    Il-primo-giorno-dell-anno-2012

     
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  10. gheagabry
     
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    ...LA NOTTE di CAPODANNO....


    In origine il capodanno non cadeva nel passaggio tra il 31 dicembre e il 1 gennaio: queste date derivano dal calendario giuliano, adottato nel 46 a.C. da Giulio Cesare, dal quale prende il nome. Il calendario giuliano riprende e modifica il calendario egizio, e una delle modifiche è l’adozione del 1 gennaio come inizio dell’anno, mentre in precedenza cadeva il 1 marzo. Nel 1582 questo calendario è stato sostituito dal calendario gregoriano, entrato in vigore con la bolla papale Inter Gravissimas del papa Gregorio XIII, dal quale prende il nome. Il calendario gregoriano compensa lo scarto tra anno solare e anno del calendario adottando l’anno bisestile ogni 4 anni. L’adozione del 1 gennaio come data di capodanno si deve quindi ai romani, ma solo con l'adozione universale del calendario gregoriano la data del 1 gennaio come inizio dell'anno divenne comune. In questo giorno i Romani usavano invitare a pranzo gli amici e scambiarsi il dono di un vaso bianco con miele, datteri e fichi, insieme a ramoscelli d'alloro, detti strenne come augurio di fortuna e felicità. Ecco un termine diventato poi di uso comune, strenna. Ma cosa significa? Il nome strenna derivava dal fatto che i rami venivano staccati da un boschetto della via sacra ad una dea di origine sabina: Strenia, che aveva uno spazio verde a lei dedicato sul Monte Velia. La dea era apportatrice di fortuna e felicità; quindi il termine latino "strenna", presagio fortunato, forse deriva proprio dalla dea. Le tracce più antiche arrivano però dagli antichi babilonesi: si narra che cominciarono a festeggiare il capodanno circa 4000 anni fa, e cadeva in corrispondenza della prima luna nuova dopo l’equinozio di primavera. Questa è la vera origina della festa, ed ancora oggi è così per tanti popoli.
    Altre date del Capodanno- Vanno ricordati i Celti, che in passato festeggiavano nella notte tra il 31 ottobre e il 1° novembre, ossia Halloween, per celebrare il periodo in cui la terra si preparava per tornare poi a ridare i suoi frutti. In Inghilterra e Irlanda il capodanno si festeggiava il 25 marzo, nel giorno dell’incarnazione, in Francia coincideva con la domenica di Pasqua, in Spagna invece fino al 1600 circa capodanno era il giorno di Natale. Fu nel 1691 che papa Innocenzo VI, per porre fine a queste differenze locali, decretò che il capodanno dovesse iniziare per tutti il 1 gennaio (detto anche della Circoncisione).
    (corriereinformazione)

    ...le tradizioni....


    L'usanza più caratteristica come rito di eliminazione del male, fisico e morale, accumulatesi nell'anno trascorso, è lanciare i cocci a mezzanotte. L'usanza è variamente diffusa in Italia, ed è ancora viva in grandi città come Roma e Napoli, spesso con danni alle automobili in sosta e talvolta anche agli incauti passanti. Ai cocci rotti, poi, si accompagnano gli spari, col duplice significato di cacciare gli spiriti maligni, e di esprimere allegria: quest'ultimo significato ha assunto un ruolo prevalente nella coscienza popolare, durante gli ultimi anni.
    All'inizio dell'anno, queste tradizioni hanno soprattutto l’obiettivo di assicurarsi l'abbondanza, il benessere e la felicità per l’intero anno. Ciò si ricerca anzitutto attraverso la scelta dei cibi e dei dolci, tipici di quel giorno. La minestra di lenticchie, l'uva passa, secondo la tradizione popolare portano soldi.
    Un altro elemento propiziatorio è dato dalle strenne: ricevere molti regali, accumulerà l'abbondanza per tutto l'anno. L'uso presso i romani si chiamava “streniarum commercium”. In varie regioni, durante la notte di Capodanno, gruppi di giovani vanno per le strade a cantare la “strenna”, con gli auguri di un felice anno nuovo e la richiesta di doni. Così fanno i ragazzi nel Veronese: “Bon dì, bon ano, bon capo d'ano; le bone feste le bone minestre; na roca de cana, la padrona la stoga sana: a Natal un bei porzèl, a Pasqua un bei aenèi; un granar carco de tormento e formenton, una canova de vin bon, una borsa d'oro e n'antra d'argento: caro paron, feme la bona man, che mi son contento”.
    Inoltre vengono rievocati i prodigi. A Pettorano sul Gizio, in Abruzzo, vi è la credenza che, nel preciso momento in cui scocca la mezzanotte di Capodanno, l'acqua del fiume si arresti e diventi d’oro, e subito dopo torni a scorrere come prima. Una donna ignara del prodigio, si trovò ad attingere proprio in quell'attimo e invece dell'acqua portò a casa la conca piena d'oro.
    Tra i pronostici, è importante notare la prima persona che incontreremo per strada. È di buon augurio incontrare un vecchio o un gobbo, mentre se si incontrerà un bambino o un prete si avrà disgrazia. La ragione di queste credenze è nel principio dell'analogia: il vecchio, vuoi dire che vivremo a lungo; il gobbo, porta bene sempre, tanto più nel giorno in cui tutte le forze hanno il massimo potere: così in Piemonte porta fortuna incontrare un carro di fieno o un cavallo bianco.
    In Romagna, nella ricorrenza del Capodanno, si ha il principio dell'analogia e del contrasto in Romagna, dove i contadini dicono che “bisogna fare un poco di tutti i lavori perché cosi vanno a riuscire tutti bene”. Nell'Abruzzo, invece: sono le donne che danno inizio a quante più faccende è possibile fare. In altre regioni, il primo dell'anno deve trascorrere in riposo, altrimenti ci si affannerà per tutto l'anno.
    Un'altra diffusa credenza è quella delle “calende”, per la quale si ritiene che dal tempo che farà nei primi dodici giorni dell'anno si possa prevedere quello che farà nei dodici mesi. In alcune regioni, come il Friuli, si cerca una conferma estendendo l'osservazione ai successivi dodici giorni, ossia fino a S. Paolo, facendo però riferimento ai corrispondenti dodici mesi in senso inverso. Delle calende si hanno testimonianze bizantine fin dal secolo X d.C., ma dato che all’epoca l’inizio dell’anno non cadeva sempre nella data del 1° Gennaio, si assegnavano le calende tra S. Lucia e Natale, oppure tra Natale e l'Epifania.
    Un altro pronostico è quello dei contadini per prevedere quale sarà il prezzo del grano.
    Essi prendono dal pagliaio una spiga, di cui scelgono dodici chicchi e li pongono sul focolare entro un cerchio di brace. Se il chicco abbinato a un mese salta in avanti, il prezzo del grano in quel mese aumenterà: se all'indietro, diminuirà.
    Ma il bacio sotto il vischio? Anche questo è di buon auspicio. A mezzanotte, se si bacia la persona amata sotto il vischio si avrà amore per tutto l’anno. Pianta che dona prolificità materiale e spirituale, il vischio era sacro per i popoli antichi. Da non dimenticare poi la biancheria intima rossa da indossare a Capodanno: anche questo è un amuleto. L’usanza arriva dagli antichi romani, che lo indossavano come simbolo di sangue e guerra per allontanare la paura.


    ...una favola...


    Nelle valli del Comasco usavano, una volta, la notte di capodanno, appendere alla porta dei casolari un bastone, un sacco ed un tozzo di pane.
    Eccone il perché.
    Molti anni fa, al tempo dei tempi, e precisamente la notte di S. Silvestro, padron Tobia stava contando il proprio gruzzolo in un angolo della sua capanna, quando fu battuto alla porta.
    L'avaro coprì con un drappo i suoi ducati ed andò ad aprire Una folata d'aria gelata ,
    di neve lo colpì in viso.
    Era ung notte d Inferno.
    Sotto la tormenta, fra il nevischio, egli vide un pover'uomo che si reggeva a stento e che non aveva neppure un cencio di mantello.
    Padron Tobia fu molto contrariato da quella vista e domandò bruscamente allo sconosciuto:
    Che fate qui? Che volete? Chi siete?
    Sono un povero viandante sperduto e sorpreso dalla bufera, e vi chiedo in carità di poter dormire nel vostro fienile.
    Io non lascio dormire nessuno nel mio fienile. Andate, andate: non posso far nulla per voi!
    Datem,i almeno un tozzo di pane!
    Non ho pane; andate!
    Datemi un sacco, un cencio da mettermi al collo chè muoio di freddo!
    Non ho sacchi e non ho cenci!
    Almeno un bastone per appoggiarmi...
    Non ho bastoni!
    E chiuso l'uscio in faccia all'infelice, ritornò al suo gruzzolo; ma sotto il drappo, invece di ducati; trovò un pugno di foglie secche.
    Padron Tobia impazzì e terminò i suoi giorni vagando perle vallate natie e raccontando a tutti la sua disgrazia; ma, d'allora in poi, la notte di capodanno tutti appesero alla porta del proprio casolare un bastone, un sacco, un tozzo di pane.
    (Otto Cima)






    E' il 31 dicembre; fuori fa freddo e nevica.
    L'anno vecchio, tra poco, lascerà il posto al Nuovo Anno.
    Ed ecco che "den den den ..."l'orologio batte dodici colpi.
    "è mezzanotte, devo andare" esclasclama il Vecchio Anno.
    E nello stesso istante "TOC-TOC!".
    Apre la porta."Buongiorno! Sono l'Anno Nuovo."
    "Com'è giovane" pensa il Vecchio anno.
    Il Nuovo Anno ha gli occhi azzurri come il mare.
    "Bravo, bravo, ti aspettavo!"
    esclama il Vecchio Anno.
    "Tu sai che devo farti l'esame"soggiunge
    "si usa così dalla notte dei tempi"
    "Sono pronto" esclama il Nuovo Anno.
    "Per quanti giorni devi regnare?"
    "Trecentosessantacinque"
    "E quante settimane sono?"
    "Cinquantadue"
    "E mesi"
    "dodici"
    "Ultima domanda: Sai il nome delle stagioni?"
    "Inverno, Primavera, Estate, Autunno"
    "Bravo, sei promosso!
    Ti saluto, regna bene e fai felice la gente".
    (Lorenzo Taffarel)








    ...PER UN FUTURO MIGLIORE …
    ...Cala il sipario tra poche ore su un anno della nostra vita. Trecentosessantacinque giorni sono andati via lasciando dietro di se una sia di ricordi, di momenti che hanno lasciato cicatrici o carezze dentro di noi. E’come ogni anno in questo giorno, il momento dei bilanci, del tirare le somme per capire che tipo di anno è stato quello che abbiamo appena lasciato. Ci sono molti ricordi che riaffiorano dal passato in questo giorno; le riunioni familiari e le tombolate da bambino con zii e cuginetti. Quel conto alla rovescia tra risate e brindisi che veniva accolto come una liberazione. Poi i petardi, e il lungo inseguirsi nella notte di forti boati e luci che squarciavano lo scuro cielo di quella notte di dicembre. Non so dire che anno è stato quello appena trascorso; o meglio in una giornata di festa o che prelude ad un festeggiamento mi verrebbero da citare episodi non postitivi lasciati da questo 2011 che ci sta lasciando. Non so la crisi economica, piuttosto che Yara, Sarah e quant’altro … dal nostro angolo di pace e di felicità vorrei però augurare a tutti una bellissima serata condivisa in allegria con le persone care per salutare un amico che va via e accoglierne un altro che ci terrà compagnia per i prossimi trecentosessantacinque giorni. Cala il sipario, si spengono le luci sul 2011, un amico che fedelmente ci ha accompagnato, nel momento dei saluti non è né giusto né bello ricordare i momenti brutti, è invece bello cullarsi nel ricordo di quelli belli; un amico ci saluta; tutti abbiamo il sacrosanto diritto di sperare che quello che sta arrivando possa essere più bello, migliore di quello che sta andando via. Già, la speranza; quella, almeno quella nessuno può privarcene, la speranza che questa crisi che ci attanaglia possa svanire, che si possa di nuovo vedere al futuro con ottimismo e positività. Questa notte tutti per un attimo saremo sfiorati dalla stessa unisona identica carezza; tutti allo stesso istante penseremo, spereremo e ci emozioneremo pensando, sperando ad un 2012 migliore, più felice dell’anno che sta andando via. Il segreto della felicità sarà il far rimanere nei ricordi, nel cuore e nell’anima quella sensazione, quella speranza il più a lungo possibile … Sperare in un domani migliore; questo sono certo che tra un brindisi ed un abbraccio sarà il pensiero che ci unirà tutti, indistintamente tutti … .
    (Claudio)



    E' arrivato un treno carico di ...

    Nella notte di Capodanno,
    quando tutti a nanna vanno,
    è in arrivo sul primo binario
    un direttissimo straordinario,
    composto di dodici vagoni,
    tutti carichi di doni...
    sul primo vagone, sola soletta,
    c’è una simpatica vecchietta.
    Deve amar molto la pulizia
    perché una scopa le fa compagnia...
    dalla sua gerla spunta il piedino
    di una bambola o di un burattino.
    - Ho tanti nipoti -, borbotta, - ma tanti!
    e se volete sapere quanti,
    contate tutte le calze di lana
    che aspettano il dono della Befana. -
    Secondo vagone, che confusione!
    Carnevale fa il pazzerellone:
    c’è Arlecchino, c’è Colombina,
    c’è Pierrot con la sua damina,
    e accanto alle maschere d’una volta
    galoppano indiani a briglia sciolta,
    sceriffi sparano caramelle,
    astronauti lanciano stelle
    filanti, e sognano a fumetti
    come gli eroi dei loro giornaletti.
    Sul terzo vagone viaggia la primavera col vento marzolino.
    Gocce ridono e piangono sui vetri del finestrino.
    Una rondine vola,
    profuma una viola...
    tutta roba per la campagna.
    In città, tra il cemento,
    profumano soltanto i tubi di scappamento.
    Il quarto vagone è riservato
    a un pasticcere rinomato
    che prepara, per la Pasqua, le uova di cioccolato.
    Al posto del pulcino c’è la sorpresa.
    Campane di zucchero suoneranno a distesa.
    Un carico giocondo
    riempie il quinto vagone:
    tutti i fiori del mondo,
    tutti i canti di maggio...
    buon viaggio! buon viaggio!
    Giugno,
    la falce in pugno!
    Ma sul sesto vagone
    io non vedo soltanto le messi ricche e buone...
    vedo anche le pagelle:
    un po’ brutte, un po’ belle,
    un po’ gulp, un po’ squash!
    ah, che brutta invenzione, amici miei,
    quei cinque numeri prima del sei.
    Il settimo vagone è tutto sole e mare:
    affrettatevi a montare!
    Non ci sono sedili, ma ombrelloni.
    Ci si tuffa dai finestrini
    meglio che dai trampolini.
    C’è tutto l’Adriatico,
    c’è tutto il Tirreno:
    non ci sono tutti i bambini.
    Ecco perché il vagone non è pieno.
    Sull’ottavo vagone ci sono le città:
    saranno regalate
    a chi resta in città
    tutta l’estate.
    Avrà le strade a sua disposizione:
    correrà, svolterà, parcheggerà da padrone.
    A destra e a sinistra sorpasserà se stesso...
    ma di sera sarà triste lo stesso.
    Osservate sul nono vagone
    gli esami di riparazione.
    Severi, solenni come becchini...
    e se la pigliano con i bambini!
    Perché qualche volta, per cambiare,
    non sono i grandi a riparare?
    Sul decimo vagone ci sono tanti banchi,
    c’è una lavagna nera e dei gessetti bianchi.
    Dai vetri spalancati il mondo intero può entrare:
    e’ un ottimo maestro per chi lo sa ascoltare.
    Sull’undicesimo vagone c’è un buon odore di castagne,
    paesi grigi, grigie campagne
    già rassegnate al primo nebbione,
    e buoni libri da leggere a sera dopo aver spento la televisione.
    Ed ecco l’ultimo vagone,
    è fatto tutto di panettone,
    ha i cuscini di cedro candito
    e le porte di torrone.
    Appena in stazione sarà mangiato
    di buon umore e di buon appetito.
    Mangeremo anche la panca
    su cui siede a sonnecchiare Babbo Natale con la barba bianca.
    (Gianni Rodari)


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    CAPODANNO


    Capodanno nel mondo- Nel resto del mondo sono ancora molte le date utilizzate come inizio, estranee alla storia religiosa cristiana: l’esempio più famoso è il calendario cinese, che non inizia in un giorno preciso bensì nel giorno della seconda luna piena dopo il 21 dicembre (solstizio d’inverno), e quindi in un giorno compreso tra il 21 gennaio e il 21 febbraio. Ormai però anche questo grande Paese ha acquisito l’usanza di festeggiare il 31 dicembre. Il capodanno islamico si festeggia il primo giorno del mese di Muharram e può corrispondere a qualsiasi periodo dell'anno gregoriano, in quanto l'anno lunare impiegato nel calendario islamico è circa 11 giorni più breve dell'anno solare del calendario gregoriano, cosicché una data islamica si "sposta" indietro, rispetto al calendario gregoriano, di circa un mese ogni tre anni. Nel sud est asiatico sono diversi i paesi che festeggiano tra il 13 e il 15 aprile. C’è poi il capodanno ebraico, che si festeggia a settembre, così come quello etiopico, infine il capodanno indù, che si festeggia a metà novembre.
    Per quanto riguarda le usanze e i riti scaramantici, in Giappone, ad esempio, si beve il sakè e si ascoltano i 108 colpi di gong che preannunciano l’arrivo dell’anno. Perché 108? Si ritiene che il numero dei peccati che una persona commette in un anno sia questo ed in questo modo ci si purifichi. In Russia il Capodanno si festeggia due volte: il 31 dicembre, secondo il calendario gregoriano, e il 13 gennaio, secondo quello giuliano. Si usa inoltre aprire la porta al dodicesimo rintocco della mezzanotte per far entrare l’anno nuovo. In alcuni paesi dell’America Latina ci si purifica bruciando dei manichini di cartapesta. In Spagna il Capodanno è molto simile a quello italiano. Si va alle feste di gala o si celebra in strada, anche se sta tornando sempre più di moda fare il cenone in casa e poi uscire a mezzanotte. E’ usanza mangiare 12 chicchi d’uva allo scoccare della mezzanotte. In Germania il Capodanno si festeggia in maschera come a Carnevale. In Gran Bretagna si usa fare un vero e proprio veglione di capodanno, dove si mangia il tacchino ripieno di castagne e il “Christmas Pudding”. In Francia non ci sono particolari tradizioni culinarie, ma non mancano il foie gras, le ostriche, le escargot, i frutti di mare, i crostacei e lo champagne.

    ..un po' di storia..


    Le più antiche testimonianze della festa risalgono all’antica Babilonia di circa 4.ooo anni fa. Approssimativamente nel 2.000 a.C., il capodanno babilonese corrispondeva alla prima luna nuova dell’inverno dopo l’equinozio invernale, ossia il primo giorno di primavera. L’inizio della stagione primaverile, con la natura che inizia a svegliarsi dai rigori e dal letargo invernale, è un periodo logico per festeggiare il nuovo anno.
    I festeggiamenti babilonesi per il nuovo anno duravano 11 giorni. Ogni giorno aveva un suo particolare rituale celebrativo che era estremamente più scenografico, coinvolgente, esuberante dei nostri attuali...un’usanza che è nata nell’antica Babilonia dove i propositi più comuni erano di restituire gli strumenti per il lavoro dei campi presi in prestito...L’usanza di rappresentare il capodanno come un bambino in fasce è iniziata nell’antica Grecia (circa 600 a.C). All’epoca era comuni festeggiare Dioniso (il dio del vino, il Bacco romano), pregando un bambino in fasce che rappresentava la rinascita del dio stesso come lo spirito della fertilità..Anche gli antichi Egizi usavano lo stesso simbolo del neonato per indicare la rinascita.

    Sebbene nei primi secoli dopo Cristo i romani continuassero a festeggiare il capodanno, la Chiesa Cattolica lo condannava come un rituale pagano. Però, quando il cristianesimo si è esteso, la Chiesa delle origini ha introdotto una serie di rituali propri fissandoli, avvedutamente e strategicamente, in corrispondenza delle festività pagane. La stessa sorte è toccata al capodanno che corrisponde alla festa della circoncisione di Gesù. Nel Medioevo, la Chiesa ha proseguito ad opporsi alla celebrazione del Capodanno così, per esempio, nonostante il millenarismo, la sera di S. Silvestro del 999 non dovevano poi essere in molti i preoccupati per il grande passaggio. Malgrado i primi cristiani denunciassero la pratica come pagana, la popolarità del bambino come simbolo di rinascita ha costretto la Chiesa a ritornare sui suoi passi. Così, ha finalmente consentito ai suoi membri di celebrare il capodanno, che rappresentava la nascita di Gesù Bambino.




    RIFLESSIONI


    ...LA FESTA DELLA SPERANZA …
    ...Mi fa sempre uno strano effetto, si ripete ogni anno in questo giorno da quando ho imparato a scrivere. Ogni primo dell’anno provo difficoltà a scrivere il nuovo numero che identifica l’anno che è appena iniziato. Mi piace identificare questa mia piccola difficoltà di scrittura con la novità che l’inizio di un nuovo anno porta con se. E’ chiaro che però questo inizio non è la sola scrittura di una nuova cifra; in ogni inzio, lo dicevo anche ieri, si cela la speranza soprattutto. Si, se dovessi identificare con un concetto, questo giorno lo chiamerei “il giorno della speranza dei desideri”. Come un’onda che dilaga questo sentimento si diffonde e si propaga a macchia d’olio, come un coro unisono tutti si riuniscono in questo desiderata. Una montagna di desideri, di buoni propostiti spunta sull’orizzonte del mondo mentre tutti, come fossimo uniti mano nella mano, siamo accomunati da questo comune sentire. Oggi, siamo tutti uguali nel nostro desiderio, oggi forse per la sola ed unica volta siamo tutti uguali nel desiderio e nell’augurio di un’anno migliore. Non è luogo né momento per specificare differenze tra i desideri di ognuno di noi derivanti da situazioni materiali; sogniamo ancora una volta in questo nostro angolo di pace e di felicità che oggi è il giorno della speranza, è il giorno in cui tutti siamo uguali nel desiderio … come diceva il film “domani è un altro giorno … e si vedrà” … ma oggi almeno oggi che sia festa, festa di speranza per tutti, davvero tutti … BUON INZIO DEL 2012 ….
    (Claudio)



    Il giorno di Capodanno

    Il primo giorno dell'anno
    Lo distinguiamo dagli altri
    come
    se fosse
    un cavallino
    diverso da tutti
    i cavalli.
    Gli adorniamo
    la fronte
    con un nastro,
    gli posiamo sul collo sonagli colorati,
    e a mezzanotte
    lo andiamo a ricevere
    come se fosse
    un esploratore
    che scende da una stella.
    La terra accoglierà questo giorno
    dorato, grigio, celeste,
    lo bagnerà con frecce
    di trasparente pioggia
    e poi lo avvolgerà
    nell'ombra.
    Eppure
    piccola porta della speranza,
    nuovo giorno dell'anno,
    sebbene tu sia uguale agli altri
    come i pani
    a ogni altro pane,
    ci prepariamo a viverti in altro modo.
    (Pablo Neruda)



    Capodanno 2012 feste in piazza e concerti: tutte le feste in piazza d’Italia

    Capodanno 2012: pronti per il cenone dell’ ultimo dell’ anno? Avete già ideato il menù e la 1112-300x225tavola per la festa? Allora è tutto pronto!

    Invece, se fate parte della schira di quelli dell’ ultimo momento o siete ancora pieni dalle abbuffate dei giorni appena passati, ecco qualche idea per voi!

    Vi va di fare un pò di movimento magari partecipando ad un bel concerto?
    In tantissime piazze italiane, ci saranno eventi che con musica, spettacoli e fuochi d’ artificio ci accompagneranno nella notte più lunga dell’ anno!
    Ecco gli appuntamenti nelle maggiori piazze italiane:
    ROMA: Negramaro e Giusy Ferreri ai Fori Imperiali, Laura Pausini e Paola e Chiara al Palalottomatica, Claudio Baglioni all’ Auditorium Parco della Musica e Massimo Ranieri al Granteatro.
    1112-300x256Il concerto di Capodanno è diventato ormai un appuntamento tradizionale dell’ inverno capitolino. Saranno il comico romano Enrico Brignano e l’ ex partecipante di X Factor, Giusy Ferreri a scaldare il pubblico in attesa dello scoccare della mezzanotte in compagnia dei Negramaro, giovani artisti pugliesi ormai ampiamente affermati nel panorama artistico italiano.
    Il Palalottomatica invece si tingerà di rosa, ospitanto le sorelle Paola e Chiara e la straordinaria voce ormai internazionale di Laura Pausini.
    Ranieri invece festeggerà e brinderà col suo pubblico comodamente seduto al Granteatro di Saxa Rubra e Claudio Baglioni per l’ Auditorium ha riservato una delle date del suo nuovo tour ” Dieci Dita “.
    TORINO: Renzo Arbore e l’ Orchestra italiana.
    Capodanno e il 150esimo anniversario dell’ Unità d’ Italia festeggiati in un’ unica notte, attraverso le note dei più grandi successi musicali italiani interpretati da Renzo Arbore e la sua Orchestra Italiana.
    MILANO: Paolo Rossi, Don Gallo, Vinicio Capossela, Giuliano Palma e molti altri.
    Questi e molti altri gli artisti che metteranno a disposizione degli spettatori il loro talento per un Capodanno all’ insegna dell’ altruismo e della beneficenza! In Piazza Duomo si svolgerà il mega concerto ” Genova per noi ” volto a raccogliere fondi per i comuni liguri spazzati via dall’ alluvione di quest’ autunno. Quale miglior gesto per iniziare il nuovo anno se non quello di pnsare al prossimo?
    1113-300x256FIRENZE: Caparezza, musica classica e Gospel.
    Offerta variegata nel capoluogo toscano, il grande cantautore pugliese si esibirà in Piazza della Stazione, offrendo a tutti i presenti i suoi versi pungenti ed attuali conditi da ritmi trascinanti e coinvolgenti.
    Chi invece preferisce ritmi più soft potrà assistere al concerto nel Nuovo teatro del Maggio diretto da Zubin Mehta o allo spettacolo Gospel in Piazza Santissima Annunziata.
    NAPOLI: i fratelli Bennato in Piazza del Plebiscito.
    Nella grande piazza del capolungo campano che sembra abbracciare ogni suo visitatore col suo bellissimo colonnato, si esibiranno i fratelli Edoardo ed Eugenio Bennato, che per la prima volta divideranno il palco.
    SASSARI: Daniele Silvestri.
    Il cantautore romano a partire dalle 22.00 animerà la notte sassarese accompagnato dal tradizionale e suggestivo rito collettivo delle lanterne volanti.
    SALERNO: Gianna Nannini in Piazza Amendola.
    Notte all’ insegna del rock e dell’ energia con Gianna Nannini per i salernitani. Uno spettacolo per tutte le fasce d’ età con un repertorio che va dai classici ” Profumo ” e ” Bello e Impossibile ” alle recenti ballate dedicate alla figlia Penelope.
    VOLTERRA: New Moon New Year.
    Un Capodanno sicuramente originale quello che andrà in scena a Volterra! Sulla scia della saga Twilight, campione d’ incassi nelle sale cinematografiche, per una notte ci si trasformerà in vampiri! Tra tutti i partecipanti, rigorosamente con abito a tema, verranno infatti premiati anche i migliori sosia degli amati personaggi.
    PALERMO: Nino Frassica e la sua band, il gruppo siciliano i Tinturia e l’ attore Massimo Minutella.
    Tutti coinvolti negli spettacoli che coinvolgeranno Piazza Ruggero Settimo, Piazza Verdi e via Roma. Per chi ama invece la musica classica, basterà attendere la sera del 1 Gennaio per godere del talento della soprano Desirèe Rancatore che accompagnata dalla Mediterranea Chamber Orchestra si esibirà al Teatro Biondo.
    MODENA: i Modena City Ramblers in Piazza Grande.
    Nottata di festeggiamenti doppi: l’ inizio del nuovo anno e il ventesimo compleanno della famosa band. Musica, ritmo, folk ed energia, gli ingredienti necessari per accontentare sicuramente i presenti e festeggiare all’ insegna del sostegno a Libera, associazione contro le mafie.
    VENEZIA: tradizione e musica in Piazza San Marco.
    Andrà in scena in una delle piazze più belle e suggestive d’ Italia, il tradizionale bacio collettivo, ribattezzato quest’ anno ” Love 2012 ” .
    Scambio d’ effusioni di buon auspicio per l’ anno nuovo, sulle note della cantante bahiana Rosa Emilia e del percussionista cubano Josè Antonio Molina Ponce.
    BARI: Elio e le Storie Tese in Piazza Prefettura.
    Genio e sregolatezza, talento musicale e irriverenza, questa la ricetta del giudice di X Factor e della sua band per accogliere il nuovo anno, dopo l’ apertura della serata da parte dei gruppi locali Zed e 20th Century Band e le gags del duo comico Boccasile e Maretti.
    RIMINI: Franco Battiato al Piazzale Fellini.
    Il cantautore Franco Battiato intratterà i presenti con un’ Orchestra di 70 elementi e il suo repertorio sul litorale riminese e li accompagnerà nel partecipare al Capodanno più lungo del mondo! Appuntamenti sparsi lungo 10 km per scegliere tra tango, lirica, danza, musica dal vivo, teatro e liscio.
    1113-300x256RICCIONE: Orchestra Sinfonica Rossini di Pesaro.
    L’ attore e comico Dario Vergassola presenterà nella Piazza principale di Riccione il concerto dell’ Orchestra Sinfonica Rossini di Pesaro con Stefano Bollani; per chi invece preferisce la discoteca, Riccione e Rimini non perdono la loro identità danzante e offriranno nelle discoteche più rinomate della riviera, serate lunghe tutta la notte.
    BOLOGNA: Il Rogo del Vecchione.
    Tradizione bolognese in Piazza Maggiore che consiste nel bruciare ogni anno una scultura diversa, che rappresenta l’ anno appena trascorso. Quest’ anno il compito di realizzare la scultura è stato affidato all’ illustratore Paper Resistance. Chissà quale sarà il fantoccio di quest’ anno …
    Le offerte che propongono le piazze sparse in lungo e in largo nello stivale accontenteranno tutti





    un click..per una magia!!



    FELICE....

    !!!!

     
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  11. gheagabry
     
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    Per favore! Fatemi gli auguri per tutto l'anno: voglio, un gennaio col sole d'aprile, un luglio fresco, un marzo gentile; voglio, un giorno senza sera, voglio un mare senza bufera; voglio un pane sempre fresco, sul cipresso il fiore del pesco; che siano amici il gatto e il cane, che diano latte le fontane, Se poi voglio troppo, non datemi niente, ma datemi solamente l'allegria per tutto l'anno.
    (Lina Viglione, PensieriParole)




    Il Primo Giorno dell'Anno






    Il Primo Giorno dell'Anno

    Lo distinguiamo dagli altri
    come se fosse un cavallino
    diverso da tutti i cavalli.
    Gli adorniamo la fronte
    con un nastro,
    gli posiamo sul collo sonagli colorati,
    e a mezzanotte
    lo andiamo a ricevere
    come se fosse
    un esploratore che scende da una stella.
    Come il pane assomiglia
    al pane di ieri,
    come un anello a tutti gli anelli...
    La terra accoglierà questo giorno
    dorato, grigio, celeste,
    lo dispiegherà in colline
    lo bagnerà con frecce
    di trasparente pioggia
    e poi lo avvolgerà
    nell’ombra.
    Eppure
    piccola porta della speranza,
    nuovo giorno dell’anno,
    sebbene tu sia uguale agli altri
    come i pani
    a ogni altro pane,
    ci prepariamo a viverti in altro modo,
    ci prepariamo a mangiare, a fiorire,
    a sperare.

    Pablo Neruda

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  12. gheagabry
     
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    IL CAPODANNO A TAVOLA



    A TAVOLA


    A Capodanno, la tavola si riveste di simboli: lenticchie, spighe di grano e riso, melograno, noci, uva, sono solo alcuni dei cibi “propiziatori” di una buona sorte che caratterizzano la nostra tavola . L’associazione cibo-tradizioni o superstizioni fa parte della nostra cultura e non solo. In questo modo gli alimenti si trasformano in allegoria per augurarci e augurare un anno migliore.
    Tra gli alimenti che difficilmente mancheranno, sono le lenticchie: la loro forma tonda e appiattita ricorda quella delle monete e l’usanza di mangiarle a capodanno nasce da un antica tradizione che consisteva nel regalare il 31 dicembre un borsellino pieno di questi legumi con l’augurio che si sarebbero trasformati in soldi. Rappresentano anche un simbolo per augurare una crescente prosperità, questa associazione nasce proprio perché grazie alla cottura, aumentano di volume. Tra i legumi, anche le fave si rivestono di significato: in base ad una antica credenza popolare, a Camerino, le ragazze, la sera del 31 dicembre, mettevano sotto il cuscino tre semi di fava secca: uno con la buccia, un altro sbucciato a metà, il terzo senza buccia. Il primo gennaio, di buon mattino, prendevano a caso uno dei semi: se era quello privo di buccia, il futuro marito sarebbe stato povero; se aveva metà buccia, di media condizione economica; se invece aveva tutta la buccia l’uomo che avrebbero sposato sarebbe stato un ragazzo ricco. La melagrana è un frutto dall’antico valore simbolico: grazie alla spontaneità con la quale questo frutto si apre e rilascia i suoi semi rossi è diventato simbolo di fecondità e fortuna. E’ dal colore rosso dei suoi semi che deriva l’usanza di mettere indumenti intimi di questo colore. In Grecia è tradizione per Capodanno che la prima persona che entra in casa, a qualunque ora, deve gettare un melograno a terra, rompendolo. Più saranno i chicchi che si spargeranno per terra, maggiore sarà la fortuna che toccherà i padroni di casa. Il frutto del melograno è rivestito da una spessa buccia di color giallo ocra e, come tutti i frutti rivestiti da un involucro così come le noci, simboleggia l’augurio di trascorrere un nuovo anno al riparo dai problemi. Le noci venivano usate dai contadini anche come oggetti per la divinazione. Il capofamiglia prendeva 12 noci, le ricopriva con il sale e le poneva nella credenza. Il giorno dopo, a seconda quale noce fosse più secca o umida capiva quale mese del nuovo anno sarebbe stato più secco o piovoso.
    Sottoforma di cotechino o zampone, anche il maiale rappresenta un cibo benaugurale. Non solo per le sue carni gustose e nutrienti, ma anche come un vero e proprio mezzo per “trasportare” la fortuna. Non a caso i salvadanai sono a forma di maiale. Le castagne conosciute anche come “pane d’albero” rappresentavano una importante e basilare fonte di sostentamento soprattutto per le popolazioni montane che rimanevano isolate anche per mesi a causa della neve. Dalle castagne si ricava una farina che trova ottimo impiego per la preparazione di pietanze sia dolci e salate così come la polenta, le frittelle. Già nel ‘700 in Francia, nella notte di San Silvestro le donne appartenenti all’aristocrazia le donavano per augurare prosperità.
    Il mandarino, così come l’arancia, caratterizzato dalla forma tonda rappresenta anch’esso il denaro. In natura, tutto ciò che ha una forma circolare assume il significato di eternità. Nelle Filippine, affinché possa portare fortuna è necessario mangiarne 13. Il mandarino cinese è anch’esso un agrume di piccole dimensioni, con forma ovale, simile a quella dell’uva, e di color arancione molto lucido. Proprio per queste sue caratteristiche estetiche, anch’esso simboleggia la ricchezza.
    In Spagna e in Portogallo a mezzanotte si mangiano 12 acini di uva, uno per ogni rintocco della mezzanotte come buon auspicio per i 12 mesi del nuovo anno.
    In Asia e nel Nord America il pesce è un piatto tipico del cenone di San Silvestro. Il movimento che questo animale compie in acqua viene associato all’ingresso nel nuovo anno. In Germania, ma anche in Polonia, allo scoccare della mezzanotte è usanza mangiare l’aringa come pietanza portatrice di buoni auspici.
    In Giappone, non devono mancare le uova di pesce, simbolo di fertilità, e i gamberi, simbolo di longevità. In Irlanda e negli USA si usa mangiare cibi di color verde, in particolare broccoli e cavoli, perché il loro colore viene associato a quello dei dollari. In questi paesi altri cibi, portatori di fortuna e prosperità sono la torta di mais e lo zafferano, caratterizzati da un color giallo oro, ma anche i biscotti con la forma ad anello. In Asia, piatto ricco di valore simbolico sono noodles, spaghetti di grano saraceno, che vanno ingoiati rigorosamente interi, senza spezzarli con i denti, proprio perché simboleggiano longevità e salute e romperli non sarebbe di buon augurio. In particolare, in Cina si usa servire 12 portate tra le quali non devono assolutamente mancare: il pesce che rappresenta l’abbondanza, la verdura che simboleggia la longevità e la rapa che rappresenta un augurio di buona sorte.
    (Valentina Schirò - Biologa Nutrizionista)

    TRADIZIONI


    È proprio il caso di dirlo: Paese che vai, stranezze che trovi. Il viaggio, alla scoperta delle tradizioni folcloristiche che animano la notte di San Silvestro, comincia dall’Italia. Nel nostro Paese è abitudine salutare l’anno nuovo pasteggiando con cotechino e lenticchie che, secondo credenza popolare, sarebbero benaugurali e porterebbero soldi a chiunque le mangi. Allo scoccare della mezzanotte è d’obbligo il brindisi, da fare guardandosi negli occhi e pronunciando “cin cin” (in alcuni casi si deve appoggiare il bicchiere sul tavolo prima di fare il primo sorso). I festeggiamenti proseguono poi con le delizie nostrane (il panettone e il pandoro in prima fila) e con un romantico bacio da scambiarsi con il proprio partner sotto un rametto di vischio.
    In Spagna i festeggiamenti sono molto simili a quelli italiani. Qui l’usanza tipica è quella di mangiare l’uva allo scoccar della mezzanotte: si preparano 12 acini e se ne inghiotte uno ad ogni rintocco dell’Orologio della Puerta del Sol di Madrid (le sue campanadas sono trasmesse su tutte le rete tv nazionali). Come in Italia, inoltre, porta fortuna indossare un indumento intimo di colore rosso e posare un anello nel bicchiere del brindisi di mezzanotte per propiziare la buona fortuna. Dopo aver fatto tintinnare i bicchieri per tre volte consecutive, si brinda pronunciando la formula “Arriba, abajo, al centro y pa’ dentro” e bevendo tutto d’un sorso.
    In Grecia il giorno di Capodanno si festeggia San Basilio (anziché San Silvestro), che porta doni ai bambini. Una volta superata la soglia di casa, ogni ospite deve rompere un melograno, gettandolo per terra. A tavola si gusta, invece, la vassilopitta o torta di San Basilio, un pane dolce che nasconde al suo interno una monetina d’oro o d’argento: chi la troverà, avrà un anno fortunato e prospero. I dolci più gettonati sono i kurabiedes (frutta secca e dolcetti) e i melomakarona (biscotti con ripieno di miele o sciroppo). Ad accompagnare il tutto le kalanta, le tradizionali canzoni greche.
    In Inghilterra si usa fare un vero e proprio veglione di Capodanno, dove è tradizione mangiare il tacchino ripieno di castagne e il Christmas Pudding, un tipico dolce al cucchiaio molto spesso è arricchito con monete d’argento. La notte di San Silvestro, inoltre, i sudditi della Regina si divertono partecipando a diversi giochi, come pescare con le mani la frutta secca che galleggia su un liquore infiammato, saltare all’interno di un cerchio composto da 13 candele rosse disposte sul pavimento senza spegnerne nemmeno una e, infine, mangiare una mela che si trova sospesa ad un filo senza spegnere la candela inserita nell’altra estremità. Insomma, una sorta di rivisitazione del film cult “Il tempo delle mele” in chiave rigorosamente british.
    I tedeschi trascorrono il Capodanno tutti agghindati e mascherati come fosse Carnevale. Si brinda al nuovo anno con il Feuerzangenbowle, la bevanda della fraternità e delle associazioni studentesche a base di vino rosso, cannella, chiodi di garofano, bucce d’arancia e rum. Nel corso della serata si offrono noci, nocciole e uvetta a tutti i parenti, amici e conoscenti. Nelle regioni protestanti si consuma l’aringa affumicata, che sembrerebbe essere anche un ottimo toccasana per far passare la sbronza. Un’altra tipica usanza made in Germany è Das Bleigießen, letteralmente “colata di piombo”, che consiste nel versare il piombo nell’acqua fredda per conoscere il futuro (se il piombo forma una palla è un buon segno).
    La Russia è, invece, l’unico Paese dove il Capodanno si festeggia per ben due volte: il 31 dicembre secondo il calendario Gregoriano e il 13 gennaio secondo quello Giuliano (anche detto Capodanno vecchio). Il 31 si fa l’albero e si aspetta la mezzanotte scandita dalla Torre Spasskaja del Cremlino per ballare e mangiare (la specialità del luogo sono le prugne secche farcite di nocciole ricoperte di panna acida). Le portate del cenone sono accompagnate da champagne e vodka ghiacciata. Altra usanza tipica è poi quella di aprire la porta di casa al dodicesimo rintocco per far entrare l’anno nuovo.
    I giapponesi si preparano a celebrare Toshigami, la divinità dell’anno nuovo, dedicandosi alle pulizie domestiche. I festeggiamenti veri e propri hanno, però, luogo dal 31 al 3 gennaio (Shogatsu), periodo dell’anno durante il quale si ringraziano gli dei che proteggono i raccolti e si dà il benvenuto agli spiriti degli antenati. Per questa ricorrenza si usa esporre decorazioni di rami di pino e bambù (kadomatsu) e decorazioni di fili di paglia (shime-kazari) all’ingresso delle case. Allo scoccare della mezzanotte le campane dei templi buddisti rintoccano 108 volte, tanti rintocchi quanti sono gli elefanti di Bonō per confessare tutti i peccati degli uomini.
    Nel Sud America ci si veste tutti di giallo, il colore dell’oro, del sole e della luce. Anche qui si mangiano 12 chicchi di uva nera e il capofamiglia getta il contenuto di un bicchiere di vino all’indietro per allontanare da casa la sfortuna. In particolare, in Messico, per tutta la giornata si accende e si spegne il fuoco gettando tra le fiamme pietre, pestelli o mestoli di legno. Infine, in Brasile ci si agghinda tutti rigorosamente di bianco vestiti, per cavalcare le prime 7 onde dell’anno e rendere così omaggio a Yemanjá, la divinità che protegge i mari e i bambini.
     
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  13. gheagabry
     
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    ... IL CAPODANNO NELLA STORIA ...



    NELLA STORIA ....in Russia



    Il “Capodanno” non era una data così ben precisa stampata su un calendario appeso alla parete e la sua celebrazione si poteva protrarre per diversi giorni...
    Tutto questo oggi si è cristallizzato dalle tradizioni nei cosiddetti Svjatki che vanno dal Natale fino appunto al 31 dicembre ed è notevole che nel Novgorodese questo periodo si chiami ancora il periodo dei maghi (Kudjes/Кудес) proprio perché ci si rivolgeva ai maghi e agli stregoni (cioè ai volhv, in ultima analisi) per sapere se il sole sarebbe ritornato e se gli dèi avrebbero esaudito i desideri accumulati. Chi sa parlare con gli dèi il mago, il sapiente, il veggente o persino l’antenato che vaga invisibile intorno a noi è in grado di venirci incontro in questo periodo dell’anno...
    Certo, dalle Cronache medievali sappiamo che chiunque avesse fama o esercitasse il mestiere di mago era condannato dalla religione ufficiale, dal Cristianesimo, come Figlio del Demonio, ma nelle società pagane dell’Europa centro-orientale questi volhv per molto tempo conservarono un ruolo importantissimo e non scomparvero nel nulla soltanto perché apparve la nuova “magia” cristiana! In modo particolare nel volhv russo troviamo moltissime analogie nelle sue funzioni con quelle degli sciamani del mondo mistico ugro-finno-altaico sebbene, di documentato, ci sia pochissimo. Come si riconoscevano questi personaggi fra gli altri comuni mortali? Probabilmente nello stesso modo in cui gli Scandinavi dicono nelle loro saghe di riconoscere uno sciamano lappone o altaico. Tecnicamente secondo M. Eliade: “Gli sciamani vengono riconosciuti attraverso una improvvisa vocazione o scelta, per passaggio di eredità oppure per scelta personale e, più raramente, per una scelta fatta dal clan”.
    Il volhv non era solo il custode e il celebrante dei riti divini, ma doveva avere anche una funzione importante dal punto di vista igienico. Era lui a definire quali cibi erano puri e quali impuri, quali cibi servivano a far vivere bene e quali invece potevano inquinare il corpo e portarlo alla morte, quali alimenti potevano essere raccolti per curare e quali altri per inebriare etc.
    A parte ciò comunque, per quanto riguarda un’eventuale organizzazione “ecclesiastica” dei culti antico-russi e dei suoi sacerdoti, non ne sappiamo granché e vaghiamo nella nebbia. Quanto poi a sapere dove si rifugiarono i maghi e le streghe durante la persecuzione del Cristianesimo ufficiale, non è difficile immaginarlo, dato che lo stesso avvenne nel resto d’Europa: nella foresta! E qui generarono con la loro presenza leggende e miti sui tanti esseri misteriosi.
    La cosa strana che notiamo invece è che i riti per conoscere il futuro solitamente si svolgono di notte. Eppure la notte è la negazione dell’esistenza. La ragione si nasconde nel fatto che solo nel buio vagano gli spiriti che ci possono aiutare e solo essi sono capaci di squarciare i veli del tempo dandoci le informazioni richieste! Se rimaniamo svegli ecco che li potremo vedere aggirarsi e potremo interrogarli direttamente, se invece dormiamo essi ci vengono in sogno...
    I primi giorni dell’anno perciò erano riservati ai vecchi della famiglia che conoscevano tutte queste storie. Intorno ad essi ci si raccoglieva per ascoltare dalla loro lunga esperienza l’annuncio che ci sarà un buon raccolto ed altre amenità! Essi raccontavano come, parlando con le forze della natura, avevano saputo che… Nelle lunghe sere invernali tutti i giovani pendevano dalle loro labbra!
    La società contadina russa era, ed è rimasta, una comunità del parlare e del raccontare e quindi le cose che gli anziani sapevano dire con il loro linguaggio cantilenato e rimato erano ascoltate con attenzione e divertimento, tanto più che i racconti si rifacevano alle grandi imprese passate degli antenati esaltandole e infiorandole con gran diletto degli ascoltatori. E’ proprio in questo ambiente nascono infatti queste famose byline russe... Una bylina ci racconta anche sulla lunga cerimonia del primo dell’anno, di questa cerimonia importante che ancora oggi si esegue, benché in parte inquinata dalla fretta e dalla vodka e da… san Basilio. A Capodanno infatti si festeggia quest’ultimo santo e si prepara la cosiddetta kascia del santo.
    A mezzanotte la vecchia della casa si recava nell’ambar e di lì prelevava la grec’ka (Polygonum fagopyrum o grano saraceno) pulita per preparare eccezionalmente la succulenta e densa pietanza. I vecchi invece prendevano (eccezionalmente appunto) l’acqua dal pozzo e l’ha postavano in brocche di legno ben pulite e poi mescolata col latte in quantità ben determinata. La pec’ka intanto si riscaldava per potervi mettere a cuocere la kascia nel pentolone con l’acqua e latte strettamente necessaria e con un pizzico di sale. Poi tutti si allontanano per un certo tempo perché occorre che nessuno stia a guardare o ad attendere la cottura, troppo da vicino. Se così si facesse la kascia potrebbe scuocere o mandare cattivo odore di bruciato.
    Finalmente ci si riunisce di nuovo in attesa che si tiri fuori il pentolone. La sola vecchia rimaneva tutto il tempo in piedi ed è colei che aveva l’onore di servire tutti i presenti. Quando era il momento giusto, la nostra cuoca racconta quasi cantando:
    “Ho seminato, ho cresciuto la grec’ka tutta l’estate, l’ho fatta diventare bella e grande e di color bruno come deve essere. L’ho mandata poi a Costantinopoli a far visita all’imperatore e a partecipare al banchetto in suo onore. E lei ci è andata con i principi e i bojari, con l’onorevole avena e con il dorato frumento. Tutti aspettavano la grec’ka nostra . Tutti erano in attesa alle porte dagli archi di pietra. Le sono venuti incontro principi e bojari e l’hanno fatta sedere su una tavola di quercia a presiedere il banchetto. Adesso però è qui a farci l’onore di essere nostra ospite”.
    Poi prendeva il pentolone e tutti si levavano in piedi in atto di riverenza perché la kascia doveva essere pronta. I zakuski erano stati preparati e distribuiti in tutti gli angoli possibili della tavola e intanto si cantava, si giocava, si scherzava… Tutti guardavano il pentolone: Era pieno oppure no? La grec’ka si era gonfiata abbastanza?
    Se c’era odore di bruciato allora era un anno di guai. Se il pentolone non era pieno o, al contrario, traboccava era la stessa cattiva previsione… Se, addirittura, la pentola si fosse crepata era davvero una catastrofe per la casa e allora pentolone e kascia dovevano essere gettati via e la tristezza sarebbe cadutae su tutta la famiglia prima di ricorrere alle arti di una znaharka. In realtà la grec’ka ben dosata con la quantità d’acqua giusta e cotta per il tempo giusto non delude: si gonfia e rimane morbida e buona. Ad una cuoca ormai esperta come la vecchia di casa ciò non dovrebbe riservare sorprese. Salvo il colore. Prima di distribuirla, infatti, la nostra donna solleva la tovaglietta che copriva la pentola. Non è né bianca né disfatta né scotta e quindi ci sarà tanta fortuna. Fatta questa ispezione, si mangia finalmente! Si mangerà fino a raschiare le scodelle di legno. A chiederne ancora saranno specialmente i più piccoli che allegramente partecipano alla cerimonia!
    A quale avvenimento storico fa riferimento la nostra cuoca? Forse si può pensare che si riferisca al fatto che la grec’ka (o grec’a, grec’iha, da tradurre come greca) diventata popolarissima in tutta la Pianura Russa, ma solo per polente e simili piatti in eventi speciali, fu introdotta intorno al X-XI sec. proprio dalla Grecia. Oppure che la grec’ka, sebbene degna della classe nobile, è anche cibo dello smierd che la mangia proprio per iniziare bene l’anno.


    Le ragazze puberi (krasnye devizi/крaсные девицы) nella notte del giorno prima, si sono già riunite in un angolo dell’izbà in segreto con le sopradette vecchie di famiglia e col loro aiuto hanno eseguito i gadanie ossia le pratiche per indovinare come quando e con chi si sarebbero sposate. Ecco la descrizione di qualcuna:
    - Gadanie na vesc’ciah (Гадание по вещах). Qui si cerca il futuro attraverso gli oggetti preziosi dei giovani che vogliono sapere. -- Oklic’ka prohozhih i proezzhih (Окличка прохожих и проезжих). Questo rito è simile a quello della Santa Monaca in Puglia in cui si fanno delle semplici domande al primo che passa sotto la finestra a piedi o su carro. -- Podsluscivanie(Подслушивание). Qui si sta attenti, senza farsi vedere, a raccogliere le parole dei vicini che chiacchierano in casa propria e da queste dedurre il futuro. -- Gadanie na kurizah (Гадание на курицах). Questa si fa con un gallo ponendogli davanti vari tipi di cibi da becchettare e di qui si deduce il responso. -- Gadanie u vorot (Гадание у ворот). Questa è simile alla seconda poiché ci si pone appoggiati allo steccato e si chiede al primo passante. -- Gadanie basc’makom (Гадание башмакoм). Questa si compie con la scarpa sinistra che una ragazza lascia cadere davanti alla porta di casa e dalla direzione che la punta indica ne trarrà l’auspicio. -- Gadanie lucìnoju (Гадaние лучиною). Questa consiste nel correre con un ramo di betulla fresco al pozzo, bagnarlo con l’acqua e sempre di corsa tornare a casa e porlo nella pec’ka. Se il ramo brucia subito vuol dire lunga vita, se non brucia vuol dire morte e se brucia con crepitio vuol dire malattia.
    Invece del gadanie qualche ragazza, addirittura!, preparava in modo particolare un finto pranzo per il suo ancora sconosciuto promesso sposo… allo scopo di forzare gli eventi! Innanzi tutto preparava pane e sale e un pane piatto (lepjosc’ka/лепешка) per mangiarvi dentro. Accanto a questo poneva solo un cucchiaio di legno e mai il coltello (la forchetta giunse storicamente molto più tardi!). Poco prima di mezzanotte la ragazza si sedeva davanti e diceva: “O promesso vieni da me a cena!” Non appena mezzanotte fosse suonata, ecco che il promesso si sarebbe fatto vivo!
    E, se non era il promesso sposo? Beh, capitava talvolta che qualcuno arrivasse inaspettato per il primo dell’anno! Era lo Spirito della Fortuna, il Polaznik/Полазник (nella mitologia slava ha anche il nome di Badnjak ed è un giovane con la barba) che veniva a far visita! Se era proprio lui, e lo si riconosceva dal fatto che portava con sé un ceppo di legno da ardere (poleno/полено) sulle spalle, allora si intavolava subito un banchetto in suo onore poiché come spirito benigno sapeva leggere il futuro e sapeva consigliare chiunque per la riuscita di tutti i buoni propositi.
    Un rito particolare, perché ha dei riscontri nel resto della Slavia (e persino nell’antica Scandinavia!) coi primi dell’anno nuovo, è la visita ai vicini e lo spargimento delle granaglie tradizionali mentre si invoca un raccolto migliore per l’anno che inizia. Si mandavano infatti in giro per le izbe i giovani i quali con panierini fatti di scorza di tiglio intrecciata (lukosc’ko) pieni di miglio, segala e avena bussavano cantando e suonando alle porte e poi lanciavano quei chicchi per aria nell’angolo “bello” dell’izbà augurando ogni bene anche nel campo (s’ciastie i zdorovie i horoscii urazhai/счастие и здоpовие и хороший уражай). I ragazzi venivano accolti dalla padrona di casa con un’offerta di paste dolci. Oggi si offrono biscotti e cioccolatini, ma una volta erano offerti dolcetti fatti con farina e miele. In realtà in questo rito si nascondeva la venerazione dei propri antenati morti. Nella mitologia slava si è conservato il nome di Avsen’/Aвсень (probabilmente con etimo che significa il “celeste” perché portava il bel tempo, vjòdro/ведро). Lo si immaginava come un uomo-dio a cavallo che attraversa un ponte che si è costruito da sé e che in questo modo “fa entrare” tutte le feste gioiose dell’anno che arriva. Con Avsen’ è legata tutta una serie di piatti tipici : - Bliný/Блины ossia frittelle - Lepjòsc’ki/Лепешки focacce molto schiacciate - Piroghì/Пироги dolcetti - Piedini di porco arrostiti - Kàscia/Каша di varie granaglie. Come è logico non c’è nessun piatto fatto con roba fresca, poiché stiamo appena uscendo dall’inverno! Lo strano però è che non compare neppure frutta secca o seccata che era invece un cibo molto comune durante la stagione brutta...
    ( Aldo Marturano,spaziofatato.net)
     
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  14. gheagabry
     
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    LO SAPEVATE CHE …



    PERCHE' IL 1° GENNAIO?


    Torniamo indietro nel tempo fino ai Babilonesi, per i quali il nuovo anno iniziava con la prima luna nuova della primavera in quanto in tale periodo avviene la rinascita della terra. I Celti invece festeggiavano tra il 31 Ottobre ed il 1 Novembre, periodo in cui la terra si prepara per ridare i propri frutti. Anche gli antichi Romani scelsero il tardo Marzo, ma con il passare del tempo il loro calendario veniva sempre più spesso modificato dai vari imperatori, finchè con Giulio Cesare si impose una sincronizzazione. Il punto di riferimento era il Sole. Nel 46 a.C. con il primo “Calendario Giuliano” si fece coincidere l’inizio dell’anno con il primo giorno di Gennaio. In questa ricorrenza si imbandivano banchetti, si invitavano gli amici e si era soliti scambiarsi dei doni, in particolar modo un vaso di miele, datteri e fichi con le “strenne”, ovvero ramoscelli d’alloro benauguranti.
    Nel Medioevo molti usavano tale calendario, ma vi era una confusione di date abbastanza diffusa: in Inghilterra ed Irlanda si festeggiava nel giorno dell’incarnazione, il 25 Marzo, in Spagna il 25 Dicembre ed in Francia il giorno della Risurrezione. Nel 1582 Papa Gregorio XIII ideò il Calendario Gregoriano entrato in vigore con la bolla papale Inter Gravissimas, il quale riprende il calendario Giuliano compensando lo scarto tra anno solare e anno del calendario introducendo l’anno bisestile ogni 4 anni. Quasi in tutti i paesi viene mantenuta tale data, per lo più in quelli legati alla storia del Cristianesimo.
    In Cina il capodanno non coincide con un giorno preciso, ma con la seconda luna piena dopo il 21 dicembre, quindi tra il 21 gennaio ed il 21 febbraio. Per l’Islam la ricorrenza cade nel primo giorno del mese di Muharram, tra Gennaio e Febbraio, ad eccezione dell’Iran che festeggia con l’equinozio di primavera. Nel sud est asiatico si festeggia tra il 13 ed il 15 Aprile. Chi aderisce all’antico calendario Inca, festeggia il 24 Giugno, festa Mapuche. Il capodanno Ebraico ed Etiopico cadono a Settembre, mentre quello Indù a metà Novembre. Per quasi ogni mese, esiste nel mondo un capodanno.


    Aspettando Capdanno....
    Capodanno
    Nelle vallate del Comasco usavano, una volta, la notte di Capodanno,
    appendere alla porta dei casolari un bastone,
    un sacco e un tozzo di pane.
    Eccone il perché.
    Molti anni fa, al tempo dei tempi, e precisamente la notte di San Silvestro,
    padron Tobia stava contando il proprio gruzzolo in un angolo della sua capanna,
    quando fu battuto alla porta.
    L'avaro copri con un gabbano i suoi ducati e andò ad aprire.
    Una folata d'aria gelata e di neve lo colpi in viso.
    Era una notte d'inverno.
    Sotto la tormenta, nel nevischio, egli vide un pover'uomo che si reggeva a stento e
    che non aveva neppure un cencio di mantello.
    Padron Tobia fu molto contrariato da quella visita e
    domandò bruscamente allo sconosciuto:
    « Che fate qui? Che volete? Chi siete?».
    « Sono un povero viandante sperduto e sorpreso dalla bufera e
    vi chiedo in carità di poter dormire nel vostro fienile ».
    « lo non lascio dormire nessuno nel mio fienile.
    Andate, andate: non posso far nulla per voi! ».
    « Datemi almeno un tozzo di pane ».
    « Non ho pane; andate! ».
    « Datemi un sacco, un cencio da mettermi al collo,
    ché muoio di freddo! ».
    « Non ho sacchi, non ho cenci! ».
    « Almeno una fiaccola per ritrovare il sentiero; un bastone per appoggiarmi... ».
    «Non ho fiaccole e non ho bastoni! ».
    E, chiuso l'uscio in faccia all'infelice, ritornò al suo gruzzolo;
    ma sotto il gabbano, invece dei ducati, trovò un pugno di foglie secche!
    (Leggenda di Capodanno comasca)


    Le più belle poesie di tutti i tempi

    "Il giorno di Capodanno"

    Il primo giorno dell’anno
    Lo distinguiamo dagli altri
    come
    se fosse
    un cavallino
    diverso da tutti
    i cavalli.
    Gli adorniamo
    la fronte
    con un nastro,
    gli posiamo sul collo sonagli colorati,
    e a mezzanotte
    lo andiamo a ricevere
    come se fosse
    un esploratore
    che scende da una stella.
    La terra accoglierà questo giorno
    dorato, grigio, celeste,
    lo bagnerà con frecce
    di trasparente pioggia
    e poi lo avvolgerà
    nell’ombra.
    Eppure
    piccola porta della speranza,
    nuovo giorno dell’anno,
    sebbene tu sia uguale agli altri
    come i pani
    a ogni altro pane,
    ci prepariamo a viverti in altro modo.

    (Pablo Neruda)
     
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  15. gheagabry
     
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    Favole Dal Web … Carezze per Natale …

    FAVOLA DI CAPODANNO
    Ogni volta che guardava il mare, sentiva la voce di un amico e quell’amico era in sintonia con lui: non c’era stata volta che il mare non fosse stato in burrasca quando lui era turbato e piatto quando lui era in pace con se stesso. Arturo, come ogni giorno, girava poi le spalle al suo azzurro amico allontanandosi verso casa. Mentre attraversava quell’antico borgo di mare, si sentiva un fantasma ancora più antico del paese stesso. Ormai neanche le case, che lo avevano visto nascere, si degnavano di regalargli un sorriso mentre passava davanti a loro, figuriamoci persone arrivate lì pochi anni prima e con un quarto degli anni di Arturo sulle spalle.
    Arrivato a casa controllò la posta, sicuro di trovarla vuota come la sua vita. Invece trovò una busta che lo attendeva nella penombra della cassetta. La aprì convinto che il postino avesse preso un abbaglio e lesse:
    “Gentile umano. Siamo lieti di invitare la signoria Vostra, alla nostra riunione annuale, che si terrà nell’abetaia sotto la grande montagna, il 31/12 a mezzanotte. Firmato: le vostre più fedeli compagne di viaggio.”
    Rilesse, poiché forse gli occhi lo avevano tradito ma non era così: dei fantomatici personaggi lo avevano invitato la notte di Capodanno ad una riunione, lui che non passava un Capodanno in compagnia di qualcuno da almeno dieci anni. Sarebbe stato pericoloso andarci? In fondo cosa importava, a ottantacinque anni, qualsiasi svolta nella sua vita era ben accetta.
    Arrivò il trentuno dicembre.
    Il paese si preparava per far esplodere l’anno che volgeva al termine ma Arturo si sentiva fuori da questi preparativi. L’adrenalina però aveva fatto visita anche a lui quel giorno. Si sentiva elettrizzato all’idea di scalare una montagna nel cuore della notte e raggiungere un luogo dove effettivamente, non sapeva chi ci fosse ad aspettarlo.
    Alle dieci iniziò la sua scalata, ci sarebbero volute almeno un paio d’ore per raggiungere l’abetaia e a ottantacinque anni…….bè meglio stare larghi!
    Circa mezz’ora prima della mezzanotte quei sempreverdi erano lì davanti a lui, immersi in un silenzio che faceva bene all’anima. I botti e i rumori della città in festa sembravano gli echi di una lontana battaglia. Lì regnava la pace.
    Arturo si incamminò tra gli alberi, respirando l’umidità del bosco. L’oscurità aveva invaso tutto e quella luce che proveniva dal fondo del'abetaia era messa ancora più in risalto. Arturo si diresse verso la luce. Scoprì che proveniva da una grotta, di cui tra l’altro non conosceva l’esistenza. Si inoltrò nel buio iniziale della caverna, lì l’umidità si intensificò, si diresse verso il fondo, verso la luce……..
    “Benvenuto uomo!”, la voce era forte e rimbombò tra le pareti.
    Ad un lungo tavolo erano sedute delle strane creature, alcune bianche e alcune nere, simili a fate o almeno all’immagine di fata che Arturo si era fatto.
    "Ti chiederai chi siamo, Arturo. Presto detto: siamo le domande. E’ da quando sei nato che stiamo vicino a te e ai tuoi simili, da quando cominciasti a chiederti se fossi riuscito ad alzarti in piedi, aiutandoti con il divano di casa a quando cominciasti invece a chiederti se esserti alzato e camminare avesse avuto un senso. Ma non è tutto, qui sono presenti questa sera, altre sorelle, diciamo più famose. Si tratta delle domande che hanno generato grandi invenzioni. Quella che vedi seduta lì è la domanda che si è posto l’uomo quando cercò di creare qualcosa su cui trasportarsi e trasportare le cose, così nacque quella che tu conosci come ruota. Ma l’elenco sarebbe lunghissimo, non ti posso presentare tutte loro una per una, ma ti assicuro, sono tutte qui. Quest’anno abbiamo pensato ad una novità: uno della tua specie, avrebbe partecipato alla nostra riunione e arrivo subito a spiegarti il perché. Visto che sei uno degli esseri che ci ha create, forse puoi risolvere un nostro problema. Come vedi alcune di noi sono nere. Il motivo e’ che sono domande a cui non sono state trovate risposte e noi abbiamo pensato, chi meglio di un uomo può illuminarci? Perché generate alcune di noi, se poi non trovate loro un degno compagno, una degna risposta?”
    Arturo era sconcertato. Strano era che quello che lo sconcertava maggiormente non era la situazione paradossale in cui si trovava ma quell’ultima domanda, fatta da una domanda e a cui lui non si sentiva in grado di dare una risposta. Gli venne da sorridere, perché quegli strani esseri lo avevano scambiato per Dio.
    “Beh, Arturo, che tu sia comunque il benvenuto, che tu abbia o no una risposta e Buon Anno Nuovo!”
    Era mezzanotte in punto e la lontana battaglia si intensificò.
    Il mondo stava festeggiando un nuovo anno e nuove domande, che l’anno successivo avrebbero festeggiato in quella grotta. Arturo si commosse pensando che, su tutta l’umanità, fosse stato scelto proprio lui per quell’incontro anche se purtroppo non poteva essere molto d’aiuto.
    Si girò dirigendosi verso l’uscita della grotta quando si accorse che le “fate nere” si erano alzate e lo seguivano.
    Si girò e vide che lo stavano guardando con occhi pieni di speranza.
    Prese per mano le domande senza risposta e si addormentò con loro.
    Le portò con sé in un luogo dove esse divennero di un bianco lucente, dove trovarono le anime gemelle tanto cercate: le risposte a ognuna di esse, molte delle quali, in realtà risiedevano già nelle piccole cose di tutte i giorni e nelle grandi cose della vita.

    (Darkfanio, dal Web)
     
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