ANIMALI D'AUSTRALIA..e NUOVA ZELANDA

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    ANIMALI D'AUSTRALIA..

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    Si ritiene che in Australia vivano circa 300.000 diverse specie di animali, di cui solo 100.000 sono state censite: 260 sono le specie conosciute di mammiferi, 649 quelle di uccelli, 748 di rettili e 216 di pesci d’acqua dolce; il resto è rappresentato da specie di invertebrati.


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    Si tratta di una fauna tipica, presente in Australia fin dall’epoca in cui il continente era ancora parte del Gondwana, con molte caratteristiche comuni alla fauna della Nuova Guinea e a quella del Sud Africa. Molte specie, tuttavia, sono esclusive dell’Australia, tra cui sette famiglie di mammiferi e quattro famiglie di volatili. Soprattutto i mammiferi testimoniano l’appartenenza dell’Australia all’antico continente del Gondwana, data l’assenza della maggior parte degli ordini che vivono negli altri continenti. Dal Gondwana derivano gli unici mammiferi ovipari al mondo, i primitivi monotremi: l’ornitorinco, che oggi vive nei fiumi dell’Australia sudorientale, e l’echidna che è presente anche in Nuova Guinea.



    Nonostante vivano anche in America meridionale, sono caratteristici dell’Australia i mammiferi marsupiali, dei quali il più noto è il canguro, di cui esistono circa 50 specie, diffuse nella zona temperata e nella zona tropicale. Originariamente creatura delle foreste e delle macchie semiaride, è uno dei pochi animali ad aver tratto vantaggio dall’espansione dei pascoli, al punto che oggi è necessario limitarne la riproduzione ricorrendo alla caccia. Tipici dell’Australia sono anche marsupiali più piccoli come i falangisti, una specie erbivora che vive tra gli alberi; tra questi vi sono l’opossum e il koala: cibandosi unicamente di foglie di eucalipto, quest’ultimo è stato gravemente minacciato dalla distruzione dei boschi ed è specie protetta in tutta l’Australia. Altri noti marsupiali sono il vombato, il bandicoot, il numbat (Myrmecobius fasciatus) e varie specie di dasiuri. Il diavolo di Tasmania è un marsupiale carnivoro che vive unicamente sull’isola della Tasmania.



    I soli mammiferi placentati che vivono in Australia – roditori, pipistrelli e il dingo, o cane selvatico – sono di origine asiatica; si ritiene che possano essere stati gli aborigeni a portare nella regione il dingo, un predatore notturno che si nutre soprattutto di pecore.

    Tra i rettili presenti nel continente figurano due specie di coccodrilli, il più piccolo dei quali vive in acque dolci, mentre il più grande popola le paludi costiere settentrionali e gli estuari e raggiunge i 6 m di lunghezza. Tra le varie specie di lucertole vi sono il geco e lo scinco dalla lingua blu (Tiliqua scincoides). In Australia si trovano circa cento specie di serpenti velenosi, quali il testa di rame e il trigonocefalo.



    I mari australiani ospitano una grande varietà di pesci e di mammiferi acquatici. Nelle acque meridionali si trovano numerose specie di balene, mentre la foca abita la costa meridionale, le isole nello stretto di Bass e la Tasmania. Nei mari settentrionali vivono il dugongo, l’oloturia e l’ostrica perlifera. Nelle acque australiane vivono circa 70 specie di squali, molte delle quali pericolose per l’uomo. Il dipnoo del Queensland è una delle più antiche specie animali dell’Australia, addirittura precedente alla formazione del Gondwana; chiamato talvolta “fossile vivente”, è un pesce che respira con un unico polmone anziché con le branchie.
    Anche tra gli invertebrati vi sono numerose specie, tra cui insetti, ragni e lombrichi. Le termiti giganti dell’Australia meridionale costruiscono enormi nidi, che possono raggiungere i 6 m d’altezza. Molte specie di ragni sono velenose.



    L’avifauna australiana comprende alcune classi primitive, come l’emù e il casuario, che non volano, e altre specie più sviluppate, tra cui l’uccello lira, il kookaburra o dacelide, famoso per il verso rauco simile a una risata, e diverse varietà di cacatua e di pappagalli. Le acque interne sono abitate dal cigno nero, dalla spatola, dall’airone e da diverse specie di anatra. Tra gli uccelli più piccoli figurano lo scricciolo, il fringuello, la cinciallegra, l’allodola e la rondine. Gli uccelli marini più comuni sono il gabbiano, la rondine marina, la sula, l’albatro e il pinguino.
    Molta preoccupazione desta il futuro di diverse specie: dall’epoca della colonizzazione europea si sono infatti estinte circa 20 specie di mammiferi e 16 di uccelli, mentre altre 15 specie di volatili e 38 di mammiferi sono attualmente in pericolo di estinzione. A minacciare la loro sopravvivenza sono la distruzione dell’habitat naturale e l’introduzione di specie provenienti da altri continenti, in particolare conigli, volpi, felini predatori, maiali, pecore, capre, cavalli, bovini, cammelli e il bufalo asiatico.

    Particolarmente dannoso è stato l’arrivo nel continente del coniglio europeo, introdotto nel paese nel 1788; grazie all’ambiente favorevole i conigli si riprodussero rapidamente, raggiungendo i 500 milioni di esemplari nei primi anni del Novecento; come contromisura, nel 1951 fu introdotto il virus letale della mixomatosi (vedi Poxvirus), al quale i conigli divennero poi immuni. Oltre a causare la distruzione dell’habitat delle specie native, i conigli provocano l’erosione del suolo ed enormi danni alle coltivazioni. Per le stesse ragioni sono stati predisposti programmi di controllo biologico e piani regionali di eliminazione anche per volpi e cani; nelle zone monsoniche dell’Australia settentrionale, il forte incremento della popolazione dei bufali sta provocando l’erosione del suolo e la distruzione dell’habitat naturale degli acquitrini.





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    Clamidosauro


    Il clamidosauro è un animale australiano. Si distingue dai suoi simili per la membrana scagliosa dai bordi dentellati posta sotto il capo, normalmente è ripiegata sui fianchi come un mantello che avvolge il corpo, ma che può aprire quando si sente minacciato, ciò gli conferisce la tipica forma a ventaglio aperto che gli aumenta di circa quindici centimetri il volume apparente della testa dandogli un aspetto terribile con lo scopo di allontanare il predone. Nell'eventualità che questo tentativo finisse vanamente il clamidosauro tenta di fuggire sulle sue gambe posteriori fino ad un posto sicuro o ad un albero per mimetizzarsi.
     
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    Coccodrilli

    Vi sono due specie di coccodrillo in Australia: il coccodrillo d'acqua salata (saltwater crocodile), che a dispetto del nome popola anche i fiumi, ed il coccodrillo d'acqua dolce (o freshwater crocodile), più piccolo e mansueto(!?).



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    Termiti & formiche

    Le termiti costruiscono termitai giganti orientati secondo il sole. Alcune formiche sono dotate di ghiandole che secernono un liquido al gusto di limone/miele.



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    Aquile
    Una black kite -non documentata- mi ruba letteralmente il toast dalla mano!


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    Varano (Monitor)

    Possono superare 1,5 m di lunghezza. Meglio non avvicinarsi troppo: se impauriti, potrebbero scambiarvi per un albero sul quale rifugiarsi e tentare di scalarvi con le loro unghie!


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    Canguri

    Naturalmente non poteva mancare l'animale simbolo dell'Autralia, ne abbiamo incontrati di diverse specie e taglie: quello grigio, quello di kangaroo island, il wallaroo, il wallaby...
    Se guidate al tramonto o all'alba, è vivamente consigliato di moderare la velocità, o avrete modo di "incontrarne" parecchi.


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    Delfini

    A Monkey-Mia, due volte al giorno, sotto lo sguardo attento dei rangers, i bottle-nose dolphins vengono in spiaggia a nuotarti tra i piedi.


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    Pellicani
    Enormi, se ne stavano sulla spiaggia a dormire e, di tanto in tanto, spiccavano il volo.

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    Quokka

    Simili a toponi, questi piccoli marsupiali vivono esclusivamente a Rottnest Island, al largo di Perth.

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    Koala

    Stanno apparentemente tutto il giorno sugli alberi a mangiare foglie di eucalipto e dormire.


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    Leoni marini

    A Kangaroo Island vive una colonia super protetta di questi bestioni.

     
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  3. gheagabry
     
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    Non volendo pensare a quello che mi porterà il domani, mi sento libero come un uccello
    (Mohandas Karamchand Gandhi)



    L' EMU'


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    Il nome significa "piede veloce australiano" in quanto novahollanda è il nome latino per Australia. Il nome EMU invece pare derivare da una parola araba che indica i grossi uccelli, in seguito questa parola fù usata dagli esploratori portoghesi per identificare questo bestione....ne esistono 3 sottospecie.
    Arriva a quasi 2 metri di altezza, circa 1,3 metri al dorso, e un peso fino a 60kg. Dunque è il più grande uccello nativo dell'australia, e nel mondo è secondo solo allo struzzo. Hanno un collo lungo e delle zampe molto lunghe e molto molto forti, inoltre hanno un lungo e molto accuminato artiglio sulle zampe, che serve per scacciare predatori e altri emù. Ha abbastanza forza da spezzare tavole di legno e tranciare le reti di fil di ferro....Hanno un piumaggio dal bruno al grigio-bruno, più scuro e fortemente striato nei giovani. Il colore cambia nei vari ambienti.
    Riescono a correre molto velocemente, fino ai 50km/h.... Una falcata in piena velocità è lunga quasi 3 metri.
    Hanno un ottimo sistema di termoregolazione, che gli permette di resistere alle ore più calde del giorno e di resistere a grandi sbalzi di temperatura.
    Non dormono con continuità, fanno invece brevi (massimo 120 minuti) ma frequenti sonnellini durante la notte. In tutto dormono 7 ore al giorno. Sono animali molto curiosi e abbastanza sfacciati, possono fissare le persone, seguirle, sbeccottarle e anche rubargli le cose.

    Si spostano in coppie, alle volte singolarmente e alcune volte formano enormi branchi, che però sono una condizione atipica dovuta solo al comune bisogno di muoversi da una zona all'altra in cerca di cibo.
    Vivono circa 20 anni, in cattività possono vivere molto di più.

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    I suoi predatori naturali sono volpe, dingo e rapaci vari. Le volpi cercano prevalentemente di rubare le uova in incubazione, i dingo attaccano gli adulti ma non hanno vita facile perchè come detto gli emù hanno delle gambe potentissime e artigliate, e possono saltare molto in alto per colpire il dingo alla testa. Controi rapaci invece l'emù non ha armi, dato che i calci non funzionano. Allora l'unica soluzione è correre via, cercare di entrare in una selva oppure correre all'impazzata cambiando direzione repentinamente per cercare di fuggire alle picchiate.

    L'alimentazione dell'emù è molto varia, può mangiare di tutto: radici, fiori, frutti, semi, bruchi, cavallette e persino piccoli vertebrati. Per aiutare la digestione inghiottono addirittura piccoli sassi!...riescono a digiunare per molto tempo, anche settimane, e bevono solo una o due volte al giorno, anche meno, però quando bevono lo fanno ininterrottamente per 10 minuti.
    Nel periodo della riproduzione il maschio dell'emù, animale prettamente monogamo, prepara il nido in un avvallamento del terreno dove la femmina depone dalle 5 alle 15 uova di un bel colore verde scuro che pesano circa 600 gr. l’uno. Il maschio e la femmina si alternano alla cova che dura circa 8 settimane, ma è soprattutto il maschio che si occupa delle uova girandole alternativamente. Durante tale periodo la coppia, mangiando meno perché occupati a covare, sfrutta il grasso accumulato appositamente nel periodo precedente. I piccoli appena nati hanno un morbido piumaggio di colore grigiastro con strisce più chiare e sul capo hanno piccole macchie nere irregolari. A tre mesi sono quasi indipendenti ma costantemente vigilati dal padre che li difende ferocemente colpendo l'eventuale aggressore con le zampe e con il becco, al contrario della madre che si disinteressa completamente della prole... Le femmine non sono però monogame e possono accoppiarsi con più maschi durante la stagione degli amori, e deporre quindi più covate di padri diversi e in momenti diversi, ma spesso sempre nello stesso nido.

    L'Emù è l'equivalente australiano dello struzzo africano, più piccolo di dimensioni ma altrettanto veloce nella corsa e in più buon nuotatore.
    Negli anni il suo numero si è notevolmente ridotto a seguito della caccia spietata da parte dei coloni che lo ritenevano un animale molto dannoso perché "rubava" l'acqua a bovini e pecore e danneggiava le coltivazioni. Anche gli indigeni da parte loro lo cacciavano, non solo per la carne, ma anche per il grasso ritenuto un ottimo medicamento per varie malattie. A seguito di questo sterminio il governo australiano ha creato delle aree di protezione per non estinguere la specie.



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    .....nella preistoria.....



    Un dipinto di arte rupestre, rappresentante un uccello che si estinse oltre 40.000 anni fa, è stato trovato in Australia settentrionale, questo fa ritenere che potrebbe essere il più antico dipinto d’arte rupestre situato nel paese. Un dipinto in ocra rossa, che mostra due uccelli alti vagamente simili all’emu, è stato trovato in un riparo roccioso superficiale due anni fa da un gruppo di aborigeni che documentano i siti d’arte rupestre in Arnhem Land, nel Territorio del Nord. Gli archeologi, che lo hanno visitato questo mese, hanno detto che è più probabile che sia un uccello gigante estinto, piuttosto che un emu. “L’animale non è un emu. Sembra il genyornis uccello appartenente alla megafauna, con dita dei piedi enormi e gambe corte. “Abbiamo mostrato la foto ad un paleontologo che ha risposto che presenta tutte le caratteristiche del genyornis. “E cio’ significa che il genyornis è stato dipinto mentre era ancora in vita e quindi ha vissuto più a lungo di quanto pensassimo”, ha detto Gunn. Si tratta di un uccello incapace di volare, che probabilmente assomigliava a un anatra o ad un’oca – potrebbe essere un altro uccello gigante ancora sconosciuto alla scienza.
    L’Archeologo Bruno David, della Australian Monash University , ha detto che ci potrebbero essere centinaia di migliaia di pitture rupestri di arte aborigena in attesa di essere scoperte in tutto il paese.
    “Dobbiamo prendere questa scoperta con grande cautela. La probabilità di avere un dipinto sopravvissuto così a lungo al di fuori delle grotte è molto piccola”, ha detto celebre esperto d’arte su roccia Robert Bednarik, che risiede in Australia.
    Il dipinto si trova in un’area remota accessibile solo in elicottero.



    ......miti e leggende......

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    Molte tribù australiane adoravano Dinewan, una divinità dalle sembianze di emù che esprimeva la sua volontà attraverso il tuono, rumore che ricorda il verso che emette l'emù nel periodo degli amori, che somiglia al rullo del tamburo o a un grugnito, e che può essere udito fino a 2 km. di distanza!
    Nei tempi dei tempi il sole non esisteva. In cielo splendevano soltanto la luna e le stelle.
    Ora avvenne che un giorno l’emù e la gru, facendo una passeggiata, cominciarono a litigare, tanto che la gru infuriata, corse verso il nido dell’emù, afferrò una delle grossa uova e la scagliò con tutta la sua forza verso il cielo.
    Lassù l’uovo cadde sopra una catasta di legna e si ruppe. Il tuorlo giallo colò sul legno e lo accese, cosicché tutto il mondo fu rischiarato da una luce viva, fra lo stupore generale.
    In cielo dimorava uno spirito buono; vide quale aspetto magnifico aveva il mondo illuminato da quella luce radiosa e pensò che sarebbe stato bello accendere ogni giorno un fuoco simile.
    Così ogni notte, con l’aiuto dei suoi servi, radunò una gran quantità di legna. Quando il mucchio era quasi pronto mandava fuori la stella del mattino per avvertire la gente sulla terra che presto sarebbe stato acceso il fuoco.
    Tuttavia non tardò ad accorgersi che quel segnale non bastava, perché la gente che dormiva non lo scorgeva. Pensò che occorreva qualche strepito per annunciare l’arrivo del sole e destare i dormienti, ma non sapeva a chi affidare il delicato incarico.
    Una sera, udendo echeggiare la risata del gallo esclamò: “Ho trovato!”
    Chiamò il gallo e gli spiegò ogni cosa. Da allora, ogni alba, allo scolorirsi della stella del mattino e allo spuntare del nuovo giorno, il gallo ride per destare i dormienti prima che si alzi il sole.
    Se i gallo non ride, lo spirito non accende più il fuoco e la terra ritorna nel buio.



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    Edited by gheagabry1 - 15/1/2020, 12:49
     
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  4. gheagabry
     
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    La compassione e l'empatia per il più piccolo degli animali
    è una delle più nobili virtù che un uomo possa ricevere in dono.
    (Charles Darwin)


    IL KIWI


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    Il kiwi, anche se non è avvistato spesso è molto conosciuto: appunto dal nome di questo uccello deriva il soprannome degli abitanti della nuova zelanda, che sono chiamati "i kiwi". è un volatile relativamente riservato, vive soprattutto di notte ed è sempre più raro vederlo in liberta, visto che la sua specie non in cattività è in via di estinzione e si calcola che tra circa vent'anni con l'aumento del sovrappopolamento della superficie della terra e con lo sfruttamento delle risorse il kiwi non avrà più luoghi dove poter vivere libero e sarà costretto alla cattività per evitare l'estinzione.
    I kiwi vivono relativamente a lungo per un uccello, gli studi più recenti non hanno ancora dato una precisa indicazione riguardo alla vita dei kiwi ma la media di quelli in libertà è circa tra i 20 e 30 anni di vita. I kiwi allevati in cattività vivono più a lungo di quelli in libertà e appunto alcuni questi possono raggiungere i 40 anni di vita: eccezionale durata per un uccello. Ci sono due specie di Kiwi in Nuova Zelanda: il "Brown" che si trova prevalentemente nell'entroterra dell'isola nord, mentre gli "Spotted kiwi" si trovano verso il mare aperto sia nell'isola nord sia nell'isola sud. Esistono anche 3 sottospecie di "Brown" e "Spotted": The Haast Brown, North Island, Brown Okarito Brown, Great Spotted, Little Spotted e Stewart Island Brown.

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    La sua voce è stridula ed è dal verso che il i Maori lo chiamano kiwi. Il maschio emette un lungo e prolungato richiamo fischiato mentre il verso della femmina è più breve e gutturale e durante l'alimentazione emettono suoni nasali. L'uccello è notturno, senza coda e non capace di volare ed è l'unico uccello con le narici esterne alla base del loro lungo becco ed il loro olfatto è fortemente sviluppato. Grazie all'olfatto il kiwi localizza a grandi profondità insetti, larve e ragni. Colpiscono la terra leggermente con i loro becchi e spingono il loro becco circa 15 centimetri sotto terra e catturano così insetti, vermi e lumache. Si nutrono inoltre di bacche locali sopratutto presenti nel sottobosco new zelandese. A volte fanno un suono nasale, poiché espellono l'aria tramite le loro narici mentre si alimentano. A differenza di molti uccelli i kiwi costruiscono la propria tana sotto terra, con una sola entrata, e passano molto tempo a costruire i cunicoli per l'inverno. I kiwi vivono in coppia per tutta la loro vita: durante la stagione degli accoppiamenti il kiwi maschio combatte vigorosamente per una femmina, che sarà poi la sua compagna per tutta la vita....Durante il periodo di cova il maschio copre il nido con ramoscelli e foglie ogni notte (a volte anche di giorno) e esce alla ricerca di cibo per procurare calore alle uova. Questo però rende la nidiata vulnerabile ai predatori come i serpenti, che durante le assenza dei genitori sono liberi di agire. Quando questi sono però presenti i predatori non si avvicinano per via degli artigli affilatissimi... Appena nati, i piccoli si nutrono del liquido altamente nutriente contenuto nelle uova per circa una settimana. In seguito i cuccioli escono dal nido per prendere confidenza con l'ambiente circostante e per più di due settimane, durante il giorno, la madre tiene il cucciolo con sé, mentre la notte uno dei due genitori sta sempre accanto a lui. La femmina incomincia a lasciare il cucciolo quando questo ha circa due mesi e anche il cucciolo comincia ad allontanarsi dal nido durante la notte, sopportando sempre meno la presenza dei genitori. Il cucciolo lascia i genitori al raggiungimento di sei mesi d'età e si unisce ad altri kiwi fino a quando non trova un territorio da occupare, diventando in questo completamente autonomo.
    I kiwi sono molto forti e spesso di cattivo carattere: gli uccelli adulti nella maggior parte delle volte si difendono ma sporadicamente attaccano con i loro artigli affilati come rasoi. Estremamente legato al suo territorio, lo proteggono accanitamente.



    ...nella storia...


    Il più antico uccello della Nuova Zelanda, il kiwi, si è evoluto 70 milioni di anni fa da un antenato già senza capacità di volo proveniente dal grande continente a sud del Gondwana. fa parte della famiglia dei ratiti e si pensa che possa anche derivare dalla famiglia degli struzzi (infatti i kiwi sono dei piccoli struzzi in miniatura), come anche l'emu e il rhea e l'ormai estinto moa.....una sorta di uccello preistorico notturno, senza ali, e con un caratteristico becco che utilizza per cercare cibo in profondità, nella terra. L'evoluzione ha portato quest'animale a ridursi di dimensioni, diventando grande circa quanto un gatto; tuttavia non sono diminuite le dimensioni delle sue uova che quindi appaiono sproporzionate rispetto al corpo. I Maori cacciavano i kiwi di notte con l'aiuto dei cani e delle torce e usavano le loro pelli come imbottitura per i loro mantelli, tutt'ora ancora di valore nei loro mercati. I Maori credevano che il kiwi fosse sotto una speciale protezione del dio Tane e lo chiamavano Te manu a Tane: l'uccello che Tane tiene nascosto.

    La Nuova Zelanda è ricca di uccelli che non volano, che si sono evoluti grazie all’assenza di mammiferi predatori sul terreno. Negli ultimi decenni, però, sono stati introdotti nel paese diversi animali come gatti ed ermellini che riconoscono facilmente il forte odore secreto dagli uccelli, e li stanno decimando...Una delle specie in pericolo è proprio il kiwi, il simbolo della Nuova Zelanda, le cui piume hanno un forte odore di funghi o di ammoniaca facilmente riconoscibile.


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    Edited by gheagabry1 - 15/1/2020, 12:55
     
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    Puoi conoscere il cuore di un uomo già dal modo in cui egli tratta gli animali.
    (Immanuel Kant)


    L’ORNITORINCO


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    L'ornitorinco si trova solo nei fiumi, nei laghi dell'Australia e in Tasmania…….è un mammifero, ricoperto di peli che nutre i suoi piccoli con il latte mammario. La femmina non possiede però mammelle e allatta i suoi piccoli tramite delle fessure che si trovano sul ventre, i piccoli leccano così il latte dal pelo della madre. Anche se mammifero, l'ornitorinco depone le uova, da cui nasce un piccolo ad uovo.
    Un ornitorinco misura circa 60 cm, di cui 15 di coda. La sua pelliccia, molto morbida e ricercata è formata da una fitta lanetta grigiastra e da lunghi peli setolosi bruno-nerastri. Questa folta pelliccia gli permette di non soffrire il freddo.
    I maschi possiedono all'interno delle zampe posteriori uno sperone collegato ad una ghiandola velenifera, usata probabilmente nei combattimenti con gli altri maschi durante la stagione degli amori. Il veleno, non può uccidere un uomo ma provoca un dolore molto acuto.

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    L'ornitorinco è ben adattato ad una vita in parte acquatica e in parte terrestre. La sua coda piatta e i piedi palmati lo rendono un abilissimo nuotatore. Gli arti anteriori, muniti di forti unghioni gli servono per scavare profonde tane sulle sponde dei fiumi, dove rimane rintanato tutto il giorno. Le entrate delle tane si trovano a ldi sopra del livello dell'acqua, a circa 2 metri, la galleria presenta numerose curve, proseguendo per parecchi metri, alcune anche oltre i 25. All'interno vi abitano da uno a due esemplari, che vi trascorrono le ore più calde. Di notte esce per cibarsi, le sue prede sono molluschi, vermi, crostacei e altri piccoli animali acquatici, che ricerca nel limo del fondo con il suo lungo e sensibile becco. In acqua la vista non viene usata da questi animali che coprono gli occhi, uniti al condotto uditivo, con un'apposita piega della pelle. L'ornitorinco adulto non possiede denti; all'interno della bocca ha delle lamelle cornee che gli servono per triturare il cibo prima di inghiottirlo. Anche sabbia e sassolini, introdotti con il cibo, lo aiutano a frantumarlo…….vive in media dai 10 ai 15 anni.
    Il nome scientifico del genere Ornithorhynchus (come quello italiano ornitorinco) è formato da due parole greche: "ornis =uccello” e "rynchos = muso” per via del becco….Il nome scientifico del genere Ornithorhynchus (come quello italiano ornitorinco) è formato da due parole greche: "ornis =uccello” e "rynchos = muso” per via del becco
    L'ornitorinco stava diventando un animale assai raro a causa della caccia per la sua pelliccia, da tempo è rigidamente protetto. Oltre ai cacciatori, i nemici degli ornitorinchi, sono le volpi, recentemente introdotte in Autralia, anche i conigli europei sono un problema per questi animali, visto che scavano numerose e profonde buche. Solo raramente sono vittime di serpenti o varani.

    Ornitorinco


    L' ornitorinco è la dimostrazione che perfino il Padreterno ha un sense of humour. Tra tutte le strane creature che si incontrano in natura, questo mammifero australiano semiacquatico, palmato, potentemente velenoso, con il becco, che depone uova, ma poi allatta i piccoli, e che ha una temperatura corporea piuttosto bassa, è forse la più strana di tutte. È sintomatico che, quando il capitano John Hunter inviò alla Royal Society di Londra, nel 1798, una pelliccia di ornitorinco e un disegno accurato dell' intera bestia, gli scienziati pensarono si trattasse di uno scherzo. Non a caso, sia il filosofo americano Jerry Fodor che Umberto Eco, in un suo magistrale saggio (Kant e l' Ornitorinco), sostengono che, in un mondo in cui esiste tale creatura, forse tutto è possibile. Adesso, interi laboratori di biologi australiani, tedeschi ed americani ne hanno sequenziato il genoma ed è di questi giorni la pubblicazione congiunta su Nature e su Genome Research di una serie di scoperte microscopiche non meno sbalorditive di quelle macroscopiche, quelle date dalla semplice, superficiale vista dell' animale intero. I mammiferi normali, come è noto, hanno una coppia di cromosomi sessuali, XX nelle femmine, XY nei maschi. Ebbene l' ornitorinco ha ben 10 cromosomi sessuali, cinque paia di X nelle femmine, cinque X e cinque Y nei maschi. E ha in tutto la bellezza di 52 cromosomi, contro i nostri 46. Anche al livello genetico fine, si identifica un misto di discendenze, da altri mammiferi, certo, ma anche dai rettili e dagli uccelli. I cromosomi sessuali, per esempio, sono derivati evolutivamente dagli uccelli, mentre il feroce veleno dell' ornitorinco, iniettato da due speroni posti dietro ai gomiti posteriori, contro il quale non esistono per ora antidoti, replica l' evoluzione del veleno dei serpenti. Derivati entrambi originariamente da sostanze anti-batteriche, questi veleni offrono un caso esemplare di evoluzione convergente, cioè di come rami divergenti dell' albero evolutivo abbiano trovato, per così dire, una stessa soluzione dopo essersi separati…….il gene ancestrale della famiglia dei «rilassinici» si è scisso in due famiglie distinte, una famiglia presiede alla discesa dei testicoli nei maschi, mentre l' altra famiglia presiede alla formazione della placenta, delle mammelle, delle ghiandole lattee e dei capezzoli nelle femmine. Questi tessuti molli, ovviamente, non lasciano testimonianze fossili, ma la ricostruzione dei geni ha rivelato che c' è stato, milioni di anni fa, uno sdoppiamento: una famiglia di geni, d' un tratto, ha prodotto due famiglie di geni che potevano pilotare due tipi di eventi. In sostanza, potevano permettere la comparsa dei mammiferi dotati di placenta. L' ornitorinco, mammifero privo di placenta e di mammelle, ma con la femmina dotata di latte che viene secreto attraverso la pelle, era l' anello mancante, il ponte evolutivo che adesso connette tutti questi remoti e subitanei eventi evolutivi. Hsu dichiara testualmente: «È difficile immaginare che processi fisiologici tanto complessi e tra loro intimamente compenetrati (discesa dei testicoli nei maschi, placenta, mammelle, capezzoli e ghiandole lattee nelle femmine) possano avere avuto un' evoluzione per piccoli passi, attraverso molti cambiamenti scoordinati». Come dire, ma questo Hsu non lo dice in queste parole: ornitorinco uno, Darwin zero.
    (Piattelli Palmarini Massimo,corriere.it)


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    ……nella storia……


    La scoperta dell'orntorinco, ritenuto da sempre uno "strano animale" risale al 1799, quando un funzionario del British Museum, ricevette la pelle di uno strano animale trovato in Australia. Il corpo era ricoperto di pelo, le zampe erano palmate e il muso sfoggiva un tipico becco d'anatra. Il funzionario pensò si essere stato vittima di uno scherzo, in realtà questo animale coì strano esiste realmente: è l'ornitorinco…Gli evoluzionisti considerano che l’ornitorinco, insieme al suo compagno monotreme l’echidna, si siano evoluti in isolamento quando la Gondwana si è divisa a formare il continente d’Australia circa 225 millioni di anni fa. Questo concetto dell’evoluzione in casi d’isolamento risulta da l’ipotesi di Darwin che avrebbe studiato l’ornitorinco durante il suo viaggio sulla nave Beagle. Comunque, la scoperta nei primi degli anni 90 di 3 denti di platypus in Sud America da parte del paleontologo autraliano Dott. Michael Archer ha ribaltato quell’ipotesi perché sono quasi identici a denti fossili d’ornitorinco trovati in Australia. Una volta si pensava che pure i marsupiali fossero esclusivi dell’Australia, ma anche i loro fossili sono stati trovati su ogni continente. L’ornitorinco adulto non ha i denti, ma la scoperta di fossili d’ornitorinco in Australia conferma che i loro antenati avessero denti molto particolari.



    ....una favola....


    Un simpatico ornitorinco, era proprio di buon umore. Passeggiava spensierato lungo la riva del lago addentrandosi ogni tanto nella spiaggia riscaldata dal sole. Cantava la sua canzoncina preferita imparata chissà dove muovendo a ritmo il suo becco d'anatra. Egli si vantava spesso con gli altri abitanti del lago, della sua capacità di poter vivere tranquillamente sia dentro che fuori dall'acqua. E quelli, senza nascondere un pizzico d'invidia, lo osservavano camminare tranquillamente sulla terraferma. Ogni volta però, il buon ornitorinco riportava ai suoi amici pesci un grazioso ricordino delle sue escursioni. Ma quel mattino egli non ne voleva proprio sapere di rientrare in acqua. Il cielo era tanto limpido e sereno, soffiava una leggera brezza che gli accarezzava il mantello morbido e soffice.... così scavò una piccola buca nella sabbia e si sdraiò a pancia all'aria ad ammirare le nuvolette bianche che si rincorrevano nel cielo azzurro.
    Nello stesso giorno, un leone affamato per aver saltato il pasto quotidiano, si aggirava lungo il lago in cerca di qualcosa da mangiare. Camminava brontolando quando vide, quasi per caso, l'ignaro ornitorinco fermo sulla sabbia a contemplare il cielo.
    Il leone incuriosito gli si avvicinò e con un balzo gli piombò proprio davanti. Il povero ornitorinco si prese uno di quegli spaventi memorabili che rimangono impressi nei ricordi per tutta la vita e, rimettendosi dritto sulle sue zampette palmate cercò di indietreggiare.
    Il leone aveva deciso di mangiarselo in un sol boccone pur non sapendo bene di che animale si trattasse. Fortunatamente l'ornitorinco, riavutosi dalla paura, riuscì a respingere il suo nemico sfoderando l'aculeo appuntito nascosto sotto la coda e pungendogli il muso. Il leone dolorante se la diede a zampe levate! Dopo la fuga del leone sconfitto, l'ornitorinco si tuffò in acqua e andò a raccontare la sua brutta avventura agli amici dicendo che aveva capito quanto fosse più sicuro vivere nel fiume!
    Cristina Corsi


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    Edited by gheagabry1 - 15/1/2020, 13:03
     
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    IL KOKAKO


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    Il Kokako (Callaeas cinerea) è un uccello endemico della Nuova Zelanda. Il piumaggio è di un grigio azzurro, con due evidenti bargigli blu cobalto ai lati del becco. Un tempo gli uccelli col bargiglio come l'Huia (Callaeidae), abitavano le foreste della Nuova Zelanda. Oggi sono tutti scomparsi, tranne il Kokako del Nord dell'isola (Callaeas cinerea wilsoni). A Sud esisteva un'altra sottospecie dello stesso animale, caratterizzata dal bargiglio arancione o giallo (Callaeas cinerea cinerea) ma oggi si teme che sia estinto.
    Il Kokako si è evoluto nella fitta foresta ed ha robuste zampe, con una limitata capacità di volare: le sue ali sono molto corte e gli consentono solo brevi voli, ma la caratteristica che più lo distingue da tutti gli uccelli del mondo è il canto: uno dei più melodiosi e forti in assoluto, composto da note simili al suono di un flauto. Ogni esemplare ha una melodia diversa, che varia di volta in volta: non esiste mai un canto uguale ad un altro. I Kokako si riproducono da Novembre a Marzo; la prole rimane nel nido per 50 giorni e ha bisogno di altri quattro mesi per raggiungere la piena indipendenza. Le coppie, dopo essersi riprodotte una volta, possono aver bisogno di anni prima di riprodursi di nuovo. Oggi esistono meno di 400 coppie di Kokako: il DOC (Department Of Conservation) sta tenendo sotto controllo gli animali importati.

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    Una leggenda Maori narra che la dea del flauto fosse una falena, ma il Kokako le rubò la voce e se ne impossessò. Oggi questa farfalla è muta, perchè il Kokako le rubò questo dono.
    Un'altra leggenda racconta che il Kokako, riempiendosi i bargigli di acqua, dissetò Maui durante la sua lotta contro il Sole. Maui lo ricompensò donandogli zampe lunghe e forti, per permettergli di correre e saltare alla ricerca di cibo. I Kokako preferiscono arrampicarsi e saltare da un ramo all'altro, piuttosto che volare: si nutrono di frutta ed insetti, liberando gli alberi dai parassiti e diffondendo i loro semi. Cervo ed opossum, importati dall'uomo, rubano loro il cibo. Ratti, ermellini e donnole, anch'essi importati, li predano; anche lui insomma, è una specie in via di estinzione a causa di minacce esterne.
    (dal web)


    Edited by gheagabry1 - 15/1/2020, 13:07
     
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    IL TORDO NERO

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    Il Tordo Nero (Petroica traversi) è un uccello insettivoro della Nuova Zelanda, endemico delle isole di Chatham. E' molto simile ai nostri pettirossi, ma è tutto nero. La sua storia è interessante, perché è stato per molti anni l'uccello più raro del mondo: nel 1981 erano rimaste in vita solamente due coppie di questa specie. Il salvataggio del Tordo Nero dall'estinzione, è stato uno dei più grandi successi di salvaguardia e conservazione di specie selvatiche in pericolo di estinzione.
    Dal 1900 il Tordo Nero sopravviveva solamente in una piccola isola, chiamata Little Mangere, piccola ed impervia, con cime rocciose alte più di 200 metri, dove batteva un forte vento: un luogo difficile da raggiungerenon solo per l'uomo, ma anche per il Tordo Nero, che non riusciva a riprodursi facilmente.

    Nel 1972 erano rimasti solamente 18 esemplari della specie. In quel periodo la foresta di Little Mangere iniziò a mutare: si sviluppò un rampicante che soffocando gli alberi li indeboliva, permettendo al vento di abbatterli facilmente. Anche gli uccelli marini, scavando buche per nidificare, favorivano l'erosione. Il cibo del Tordo Nero scompariva quindi, insieme agli alberi della foresta. Tempestivamente intervenne il Wildlife Service che acquistò la vicina isola di Mangere, e vi piantò 120.000 alberi: se la situazione fosse peggiorata, si sarebbe reso necessario il trasferimento degli ultimi Tordi Neri in altre zone.


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    Nel 1975 erano rimasti solamente otto esemplari, e l'anno successivo ne morì un altro. Nel 1976 Don Merton e il suo team effettuarono il trasferimento, sperando che, in una nuova foresta ricca di cibo e posti stabili per la nidificazione, la specie potesse riprendersi. Ma nel 1981 il numero di Tordi scese a 5 soggetti, di cui solo 2 femmine. I Tordi Neri abitualmente crescono un solo pulcino per stagione: nidificano una sola volta e depongono due sole uova, di cui una è quasi sempre sterile. Don Merton allora tentò di far nidificare i tordi neri più volte in una stagione, sottraendo loro le uova e affidandole ad una balia: l'Usignolo delle Isole di Chatham. Questo uccello covò regolarmente il primo uovo di Tordo Nero, ma il piccolo morì di freddo, al decimo giorno di vita a misusa del nido la cui forma non era adatta ad accogliere un Tordo Nero.
    Dal 1982 si scelse la Cincia, che si rivelò un' ottima balia. I Tordi allevati in questo modo, però, assumevano il comportamento delle Cince, rifiutando di accoppiarsi con esemplari della loro specie. Il problema venne risolto restituendo i piccoli Tordi ai loro genitori naturali, prima dello svezzamento, una strategia che salvò il Tordo Nero dall'estinzione. Attualmente ci sono più di 250 Tordi Neri. Si sta lavorando per liberare l'isola di Pitt da ratti e gatti, dare ai Tordi un'isola più grande e per reintrodurli a Little Mangere, la loro isola di provenienza, dove la vegetazione si sta lentamente ripristinando.
    (dal web)


    Edited by gheagabry1 - 15/1/2020, 13:12
     
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    Il KEA


    Il Kea (Nestor notabilis) è un pappagallo che vive nelle zone montuose (1500-2000 metri di altitudine) dell'isola del Sud. Al contrario di altri esseri, non è in pericolo di estinzione ed il numero di soggetti esistenti è sconosciuto. Si pensa che ne sopravvivano dai 1000 ai 5000 uccelli. Il Kea vive in ambienti ostili; è considerato uno degli uccelli più intelligenti del mondo e, grazie alla sua curiosità, riesce a trovare sempre nuove fonti di cibo( vegetali, larve e insetti) anche quando questo scarseggia. Il problema nasce dal fatto che questi curiosi esseri attaccano anche pecore vive; ecco perché gli allevatori hanno chiesto ed ottenuto dal dal Governo il permesso di sterminare i Kea. Oggi si sta cercando di limitare i contatti tra uomo e pappagallo, eliminando le fonti di cibo a cui possono attingere: se i kea non trovassero cibo facilmente, dovrebbero passare tutto il tempo a cercarlo nelle foreste, e non farebbero più nessun danno nei centri abitati.


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    Il KAKA


    Il Kaka (Nestor meridionalis) è un grosso pappagallo di due differenti sottospecie: il Nestor meridionalis septentrionalis che vive a Nord della Nuova Zelanda, ed il Nestor meridionalis meridionalis), isediato a Sud. Il Kaka si nutre di bacche, semi e nettare. Il suo ruolo è importante nell'impollinazione dei fiori.

    Dal 1930 gli uccelli sono rimasti in poche aree e oggi il numero dei soggetti sta ancora diminuendo. Poiché hanno bisogno di molto spazio per sopravvivere, la distruzione delle foreste e l'introduzione di specie autoctone, hanno inciso negativamente sulla specie. Purtroppo il pappagallo si è evoluto in un ambiente privo di mammiferi, e quindi è una facile preda per donnole e gatti.


    IL KAKI


    Il Kaki è nativo della Nuova Zelanda, completamente nero tranne le lunghe zampe, color magenta. Per i Maori questa era una specie sacra di cui oggi sono rimasti pochi esemplari: nel 1981 erano rimasti solo 23 Kaki in tutto il Paese.

    Da quel momento iniziò un intenso programma per salvare la specie, come è successo per altri esseri: vennero catturati degli esemplari per farli riprodurre in cattività, mentre tutte le uova vennero incubate artificialmente, reintroducendo i piccoli dopo 3-9 mesi.


    Edited by gheagabry1 - 15/1/2020, 13:27
     
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  10. gheagabry
     
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    LA BECCACCIA DI MARE DELLE ISOLE CHATHAM


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    Questa beccaccia di mare vive solo nelle isole Chatham, ed è una specie ad elevato rischio di estinzione come molti animali in Nuova Zelanda a causa della predazione dei mammiferi importati. E' completamente nera, con il petto bianco, ha zampe e occhi vermigli. Gli adulti misurano 48 cm di lunghezza e si nutrono di molluschi marini, vermi ed invertebrati di vario genere.

    Dal 1998 si è dovuto procedere a un massiccio intervento, poiché erano rimasti in vita solo un centinaio di esemplari: si contano più di 170 esemplari; sono ancora pochi ma è già un primo passo per la salvezza di questo particolare trampoliere.
    I piani per la salvaguardia della Beccaccia di mare delle Isole Chatham, consistono in un costante monitoraggio dei nidi tramite telecamere, l'eliminazione dei predatori, l'incubazione e l' allevamento dei piccoli in cattività, il ripristino degli habitat ed un più accurato controllo del bestiame, impedendo agli animali di entrare nelle zone di nidificazione. Attualmente si vorrebbe aumentare il numero degli esemplari a 250, in modo che la specie possa raggiungere una certa stabilità.


    Edited by gheagabry1 - 15/1/2020, 13:33
     
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  11. gheagabry
     
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    "Si sentiva un verso che sembrava quello della scimmia, ma noi sapevamo che in Australia e soprattutto in una citta' come Sydney non potevano esserci scimmie. Ci hanno spiegato che quel suono veniva emesso dal Kookaburra, uno strano e simpatico uccello detto anche Laughing Kookaburra (in quanto il suo verso e' simile ad una risata)"


    Il KOOKABURRA

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    La parola Kookaburra deriva dall'analogo termine nella lingua degli indigeni Wiradjuri guuguubarra, parola onomatopeica per il verso di questi uccelli. Gli stessi aborigeni usano riprodurre col loro strumento tipico, il Didjeridoo, il verso del Kookaburra. I Kookaburra appartengono all'ordine dei Coraciformi, lo stesso a cui appartengono le varie specie di Martinpescatore; per questo motivo tali uccelli vengono chiamati anche martin pescatori australiani. La famiglia si divide in quattro specie, tutte distribuite solo in Australia, Nuova Guinea e nelle Isole Aru:
    • Kookaburra di Roufus (Dacelo gaudichaud)
    • Kookaburra dalle ali blu (Dacelo leachii)
    • Kookaburra sghignazzante (Dacelo novaeguineae)
    • Kookaburra ornato (Dacelo tyro)
    Di queste, il Kookaburra sghignazzante ed il Kookaburra dalle ali blu sono i più diffusi e conosciuti; queste due specie condividono gran parte degli areali e dei modelli comportamentali, ponendosi per questo frequentemente incompetizione. Questo fatto ha portato ad ipotizzare che le due specie possano essersi evolute a partire da un progenitore comune, e differenziatesi per speciazione allopatrica in seguito ad un periodo di isolamento,presumibilmente quando l'Australia e la Nuova Guinea erano maggiormente distaccate. Secondo questa teoria, le due specie sarebbero poi rientrate in contatto solo in tempi geologici relativamente recenti, in seguito al riavvicinamentogeologico delle due isole. Tutti i kookaburra sono carnivori ed insettivori; si nutrono principalmente di lucertole, piccoli serpenti, insetti e topi. Spesso predano anche i pulcini di altri uccelli, rapendoli dai nidi. Non è raro che alcuni esemplari abbastanza socievoli -o coraggiosi- accettino cibo dagli uomini, giungendo a nutrirsi dalle mani tese; in alcune situazioni arrivano anche a rubare carne cruda o cotta lasciata all'aperto e non sorvegliata.

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    La grande distribuzione dei kookaburra, presenti anche nelle zone abitate, la loro assenza di timore verso gli esseriumani ed i loro richiami penetranti hanno reso questi uccelli molto popolari in Australia, dove sono considerati allastregua di un simbolo nazionale.
    Un kookaburra fu una delle tre mascotte ufficiali della XXVII Olimpiade, che si svolse nel 2000 a Sydney (le altre due erano un'echidna e un ornitorinco); inoltre, un kookaburra campeggia su unaserie speciale di monete emessa dal governo australiano a partire dal 1990. Esiste inoltre una canzone per bambini,molto celebre in Australia, dedicata proprio a questo uccello.
    (dal web)


    Edited by gheagabry1 - 15/1/2020, 13:36
     
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    Il CAUSARIO AUSTRALIANO

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    Questi uccelli, così come gli struzzi, gli emù e i nandù, non sono in grado di volare, ma possiedono delle zampe molto potenti. Il piumaggio è completamente nero. La pelle della testa e del collo è blu e rossa. Sulla testa è presenta una cresta particolarmente accentuata, utile per muoversi nella densa vegetazione. Non si osserva alcun dimorfismo sessuale, il maschio e la femmina sono quindi molto simili. Il Casuario Australiano è più alto di quello di Bennett, raggiungendo i 160 cm contro i 110 cm.
    Questo uccello, inetto al volo, ha sviluppato una spiccata capacità nella corsa. Conduce una vita solitaria per la maggior parte dell’anno, ad eccezione del periodo riproduttivo. In questa fase il maschio corteggia la femmina mettendo in evidenza il vaporoso piumaggio ed emettendo dei particolari richiami sonori. Solitamente la femmina visita i territori di maschi diversi accoppiandosi di volta in volta e lasciando ad ognuno di essi l’onere della cova e della cura dei pulli. La vita solitaria viene meno nella stagione riproduttiva. Il nido è realizzato a terra e sono deposte dalle 4 alle 8 uova verdastre (così da confondersi con il suolo). Il casuario si nutre di insetti, di frutti e di piccoli vertebrati che scova nelle forestali esplorate. La cresta cornea posta sul capo serve proprio a rimuovere le foglie e scovare il cibo.(dal web)


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    L’educazione dei cuccioli? È un lavoro da maschi. Almeno così pensano le femmine del casuario australiano (Casuarius casuarius), il secondo uccello più grande al mondo dopo lo struzzo. Le” signore” sono troppo indaffarate a cercare nuovi partner con i quali accoppiarsi – in genere due o tre esemplari a stagione – per badare alla prole. Tanto a covare le uova ci pensa il futuro papà che, dopo una sessantina di giorni di paziente attesa, assiste alla schiusa e incontra finalmente i suoi pulcini. I piccoli rimangono accanto al padre, che li sfama e li protegge dai predatori, fino al raggiungimento della completa indipendenza, conquistata nove mesi dopo la nascita. Soltanto allora il genitore li abbandona al loro destino.
    (focus)


    Edited by gheagabry1 - 15/1/2020, 13:39
     
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    Kiwi bianco

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    Kiwi bianco
    In Nuova Zelanda nel centro di Pukaha, a nord della capitale Wellington, è nato un raro Kiwi di colore bianco. All'esemplare che non è un albino, è stato dato il nome di Manukura ed è il primo kiwi bianco nato in cattività.
    >Altri animali bianchi o albini< partendo da questo link e cliccando: "post più vecchio" a piè di pagina, potete vedere, a partire dalla splendida tigre bianca, molti eseplari bianchi di varie specie.

    Uccelli con colori sgargianti




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    Lo HI HI

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    Lo hihi (Notiomystis cincta) e’ un passeriforme endemico della Nuova Zelanda, bellino, colorato, ma abbastanza insignificante per un osservatore occasionale non appassionato di bird-watching. Ciononostante e’un uccello praticamente unico al mondo per un paio di caratteristiche davvero peculiari, anche se non parla come il tui, non e’ sfortunato come il kiwi e non e’ stato pubblicizzato da Douglas Adams come il kakapo, anche loro uccelli endemici della terra piu’ remota del mondo.
    Innanzi tutto bisogna dire che lo hihi e’ quasi estinto, ne restano poco piu’ di duemila esemplari disseminati su tre isolotti al largo della Nuova Zelanda e due riserve sull’Isola del Nord. La specie sopravvive fondamentalmente grazie ad un intenso programma di riproduzione, reintroduzione e ripopolamento che va avanti da oltre un decennio. L’ultima popolazione di hihi era infatti sopravissuta su un isolotto al largo dell’isola del Nord, Little Barrier Island, mentre tutti gli altri hihi si erano estinti sotto la pressione predatoria dei soliti noti, ratti, gatti, cani, donnole etc introdotti dai coloni europei: essendosi evoluto in assenza di mammiferi predatori lo hihi e’ infatti completamente incapace di difendere i suoi nidi.

    Gli hihi fanno generalmente coppia, il maschio e la femmina stabiliscono il nido dentro le cavita’ degli alberi ed entrambi i genitori si prendono cura dei pulcini. Il particolare interessante e’ che il 35% dei pulcini non e’ figlio del maschio della coppia ma e’ stato concepito col vicino, col lattaio, con l’idraulico, con uno qualunque dei maschi del quartiere, insomma, non importa se single o accoppiati a loro volta, una caratteristica condivisa con altri uccellini nostrani come le cince. Se state pero’ pensando che la femmina dello hihi e’ un po’ ninfomane vi sbagliate di grosso. La poveretta di suo sarebbe virtuosa e fedele, ma appena entra nel territorio di un altro maschio qualunque che non sia il suo partner viene affiancata da questi, buttata a terra, girata pancia su e praticamente stuprata. Si, avete letto bene, girata pancia su: lo hihi e’ l’unico uccello al mondo capace di accoppiarsi come noi umani, faccia a faccia. Col partner ufficiale per la verita’ gli accoppiamenti avvengono come nel resto del mondo piumato. Ma siccome la femmina dello hihi e’ virtuosa, strilla e si dibatte quando subisce questi tentativi non richiesti di accoppiamento (senza antropomorfizzare, lei il maschio che ritiene adatto lo ha gia’ scelto e non desidera accoppiarsi con un altro partner che magari trasmette geni meno efficienti alla progenie), per il maschio e’ piu’ comodo bloccare la femmina a terra pancia su, in modo che non riesca a volar via. Del resto i maschi sono molto piu’ grossi e forti delle femmine. Mentre la sua compagna viene stuprata il maschio dello hihi che fa? Lungi dal giurare faide di sangue per le prossime generazioni in genere e’ occupato a guardarsi intorno per vedere se trova anche lui una femmina qualunque di passaggio da violentare.
    Il sistema pero’ evoluzionisticamente funziona e contribuisce ad aumentare la diversita’ genetica della progenie della coppia, quindi in un certo senso conviene anche alla femmina perche’ i suoi piccoli, coi suoi geni, avranno in mano piu’ biglietti per vincere la lotteria della sopravvivenza.

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    lI secondo fatto interessante relativo allo hihi e’ che questi uccellini non sono imparentati con nessuno. Il loro nome scientifico, Notiomystis, significa “mistero meridionale” segno che gia’ da molto tempo questo uccellino inquietava. Sin dalla sua scoperta tuttavia lo hihi fu classificato nella famiglia dei Meliphagidae, che significa mangiatori di miele, una famiglia non endemica alla Nuova Zelanda in quanto uccelli di questa famiglia si trovano in altre zone dell’Oceania tra cui l’Australia. La scoperta dell’unicita’ dello hihi e’, come spesso accade, del tutto casuale. Nel 2001 Amy Driskell, una studentessa di dottorato americana, stava lavorando per la sua tesi ad un albero filogenetico dei Meliphagidae e si fece mandare dalla Nuova Zelanda, tra gli altri, dei campioni di DNA dello hihi. Si rese conto pero’ che il DNA dello hihi non assomigliava per nulla a quello degli altri componenti della famiglia e quindi fu necessario riguardarne tutta la posizione tassonomica. Oggi lo hihi e’ classificato da solo in una famiglia tutta sua, quella dei Notiomystidae. Gli unici parenti, seppure alla lontana, dello hihi, sono altri passeriformi della Nuova Zelanda della famiglia dei Callaeidae che comprende due sole specie (la terza nota e’ estinta): i kokako e i tieke. Non si ha idea da quale ramo dei passeriformi si siano distaccate queste due famiglie 80 minioni di anni fa, quando la Nuova Zelanda si separo’ dal Gondwana, ne’ di chi siano i loro parenti piu’ prossimi al di fuori della Nuova Zelanda: non sono ne’ corvoidea ne’ passerida. Fatto sta che per convergenza evolutiva gli hihi assomigliano molto ai Meliphagidae, sia come forma del becco e struttura generale sia come abitudini alimentari.


    Nota di Folklore: i maori cacciavano gli hihi per l’equivalente maori della polenta e osei, nel senso che pur essendo molto piccoli li mangiavano egualmente cuocendoli in forno. Walter Buller (1888) riporta che ai suoi tempi lo hihi era gia’ molto raro nell’isola del nord (mentre non e’ a conoscenza della sua presenza nell’isola del sud). Il capo Topine Te Mamaku dei Wanganui, tuttavia, gli racconto’ che ai tempi della sua gioventu’ con la parte gialla delle piume dello hihi era stato decorato un mantello indossato da un capo dell’epoca. Considerando che i mantelli dei maori erano interamente ricoperti di piume, che lo hihi e’ grosso piu’ o meno quanto un passero, che il piumaggio giallo e’ presente solo sulle ali e che le piume sono piccolissime, significa che ci son voluti centinaia di hihi per fabbricare il mantello. Fortunatamente per lo hihi i mantelli piu’ pregiati erano quelli di kiwi (il che ha fatto quasi estinguere il poveretto), ma questo mantello era cosi’ degno di rispetto che il capo lo chiamava in segno di distinzione kahu-hihi. Hihi del resto significa “luce del sole”, in una delle lingue maori.
    (orologiaiomiope)


    Edited by gheagabry1 - 15/1/2020, 13:51
     
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  15. gheagabry
     
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    Il kiwi bianco nato in Nuova Zelanda
    Si chiama Manukura e non è albino, ha semplicemente tutte le piume bianche ed è nato insieme a una dozzina di altri pulcini

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    Quest’anno la stagione delle nascite di nuovi esemplari di Kiwi dell’Isola del Nord (Apteryx mantelli), gli uccelli caratteristici dell’Isola del Nord in Nuova Zelanda, è stata particolarmente ricca al Pukaha Mount Bruce, un centro che si occupa della protezione delle specie che vivono nell’area. Tra i nuovi nati c’è anche un raro esemplare dal piumaggio completamente bianco, nato lo scorso primo maggio.

    Il pulcino è stato chiamato Manukura e non è affetto da albinismo, ma ha semplicemente tutte le piume bianche. Secondo Bob Francis, il responsabile del Centro, si tratta del primo esemplare completamente bianco mai nato in cattività. Manukura è nato da una coppia di kiwi originari di Little Barrier Island, una piccola isola di 28 chilometri quadrati che si trova nella parte settentrionale dell’Isola del Nord. Nella zona erano stati avvistati uccelli dal piumaggio parzialmente bianco, ma i responsabili del Centro non immaginavano che potesse nascere un pulcino come Manukura.

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    Esistono sei diverse specie di kiwi e sono tutte endemiche della Nuova Zelanda. Questi animali sono a rischio di estinzione e la loro popolazione è diminuita del 6 per cento negli ultimi anni, principalmente a causa della proliferazione di ermellini (Mustela erminea), che cacciano questo tipo di uccelli. I Kiwi dell’Isola del Nord appartengono alla specie che se la sta cavando meglio con circa 35 mila esemplari. Il Kiwi bruno di Okarito rischia l’estinzione e si stima che ci siano meno di 300 esemplari appartenenti a questa specie.

    Manukura sarà nutrito dai veterinari del Centro almeno fino alla fine di giugno e sarà poi mantenuto in cattività per altri quattro – sei mesi. Quando sarà sufficientemente cresciuto, sarà rilasciato insieme agli altri nati nella riserva naturale sull’Isola del Nord. Quest’anno sono nati 14 pulcini, il numero più alto da quando è stato lanciato il piano di protezione della specie nel 2003. Un passo avanti significativo, se si pensa che tra il 2005 e il 2010 i veterinari sono riusciti a far nascere solamente dieci esemplari.



    www.ilpost.it

    postato da arca1959

    Edited by gheagabry1 - 15/1/2020, 13:56
     
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