IL NATALE....esplode la magia

festa, tradizioni e usanze...decoupage

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  1. gheagabry
     
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    Albero di Natale



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    Numerosi sono stati i tentativi di trovare un’antica genealogia all’albero di Natale, e diverse sono le teorie che di volta in volta lo fanno risalire ad antenati babilonesi, egiziani e druidici. L’unico vero legame con queste culture è dato dalla indiscutibile presenza dell’elemento vegetale nelle feste di mezz’inverno.

    Una storia per certi versi meglio documentata, per quanto riguarda l’origine dell’albero di Natale, la ritroviamo nella storia medievale dell’Albero del Paradiso. Tra i numerosi misteri del Medioevo, uno dei più popolari era il Dramma del Paradiso, che raccontava la storia della Creazione e l’espulsione di Adamo ed Eva dal Giardino dell’Eden. L’arredo scenico che rappresentava il Paradiso perduto era un albero, spesso un abete, a cui erano appese le mele e delle cialde rotonde ad imitazione dell’ostia consacrata. Anche quando i misteri caddero in disgrazia la gente tenne vivo il ricordo addobbando un albero del Paradiso nelle loro case il 24 dicembre, la festa dei santi Adamo ed Eva.


    Nel 1605 si ha una testimonianza di un albero di Natale addobbato con rose di carta, mele, cialde, caramelle e zollette di zucchero. Nel 1660 abbiamo la prima testimonianza di un albero con le candele.

    Dalle regioni protestanti della Germania l’albero di Natale si diffuse lentamente in tutta Europa e nel Nord America.

    Fu solo nel XIX secolo che l’albero di Natale raggiunse un enorme successo, penetrando non solo nell’Europa settentrionale e occidentale e nell’America del Nord, ma anche nell’Europa meridionale, in Scandinavia, in Europa orientale e in Russia.

    I primi alberi, che pendevano da una trave del soffitto, sembra che fossero spogli e di piccole dimensioni. Quando si cominciò ad addobbarli, essi rimasero, comunque, ancora piccoli abbastanza da stare su un ripiano del tavolo; alcune famiglie agiate avevano un albero di Natale per ogni membro della famiglia , sotto il quale c’erano i propri regali. Nel XIX secolo si diffuse la moda di alberi più grandi, ma tenerli in piedi poneva non pochi problemi. Gli alberi erano spesso inchiodati ad una base di legno o fissati in un secchio con pietre e sabbia; basi per alberi brevettate fecero il loro ingresso intorno al 1870, ma per molti anni si rivelarono inefficaci e scomodi.
    Le candele sull’albero erano belle a vedersi, ma molto pericolose. Molte famiglie le accendevano solo alla vigilia di Natale, quando l’albero veniva mostrato per la prima volta hai bambini; altre avevano pronti i domestici con secchi d’acqua e stracci bagnati per spegnere eventuali fiamme vaganti.

    Verso la fine del XIX secolo i tedeschi cominciarono a preoccuparsi dell’effetto che il commercio degli alberi di Natale stava avendo sulle foreste del paese. Coloro che cercavano gli alberi dalle forme perfette avevano cominciato a svettare le cime degli alberi più grossi, impedendo in questo modo ogni ulteriore crescita: Furono approvate delle leggi per impedire che la gente prendesse più di un esemplare, e alcuni invocarono l’abolizione dell’albero di Natale in nome della salvaguardia ecologica.

    I negozi cominciarono la vendita di modelli artificiali. Gli stili degli alberi sono cambiati nel corso degli anni e riflettono anche il gusto di un paese.


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    Edited by gheagabry1 - 13/12/2022, 20:19
     
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    CHE
    NE DICI
    SIGNORE,
    SE IN QUESTO
    NATALE FACCIO
    UN BELL’ ALBERO
    DENTRO IL MIO CUORE
    E CI ATTACCO, INVECE DEI
    REGALI I NOMI DI TUTTI I MIEI
    AMICI. GLI AMICI LONTANI E VICINI.
    GLI ANTICHI ED I NUOVI. QUELLI CHE
    VEDO TUTTI I GIORNI E QUELLI CHE VEDO
    DI RADO. QUELLI CHE RICORDO SEMPRE E
    QUELLI CHE,ALLE VOLTE RESTANO DIMENTICATI.
    QUELLI COSTANTI E QUELLI INTERMITTENTI QUELLI
    DELLE ORE DIFFICILI E QUELLI DELLE ORE ALLEGRE
    QUELLI CHE , SENZA VOLERLO HO FATTO SOFFRIRE .E
    QUELLI CHE , SENZA VOLERLO , MI HANNO FATTO SOFFRIRE.
    QUELLI CHE CONOSCO PROFONDAMENTE E QUELLI DEI QUALI
    SOLO CONOSCO LE APPARENZE. QUELLI CHE MI DEVONO POCO
    E QUELLI AI QUALI MOLTO DEVO . I MIEI AMICI SEMPLICI ED I MIEI
    AMICI IMPORTANTI I NOMI DI TUTTI QUELLI CHE SONO GIA’ PASSATI
    NELLA MIA VITA. UN ALBERO CON RADICI MOLTO PROFONDE , PERCHE’
    I LORO NOMI NON ESCANO MAI DAL MIO CUORE. DAI RAMI MOLTO GRANDI
    PERCHE’ I NUOVI NOMI
    VENUTI DA TUTTO IL
    MONDO SI UNISCANO
    AI GIA’ ESISTENTI CON
    UN ’OMBRA MOLTO GRA-
    DEVOLE PERCHE’ LA
    NOSTRA AMICIZIA SIA
    UN MOMENTO DI VERO
    RIPOSO DURANTE LE
    LOTTE DELLA VITA.















    Gli aiutanti di Babbo Natale


    Molto tempo fa, in un bosco lontano, abitavano tre piccoli gnomi. Si chiamavano Teo, Nico e Tibirò. Non si conoscevano, anzi, non si erano mai incontrati perché il bosco era molto vasto.
    Teo se ne stava in giro tutto il giorno a intagliare pezzi di legno. A Nico piaceva invece dipingere foglie e funghi e Tibirò passava le sue giornate a scrivere storie e filastrocche sulla sabbia vicino al ruscello.
    I tre gnomi si annoiavano un po'.
    - Non so far altro che intagliare legno, chi mai si potrà interessare a me?- si diceva Teo sospirando.
    - Non so far altro che dipingere foglie, chi mai si potrà interessare a me?- si lamentava Nico sedendosi sopra un mucchio di foglie colorate.
    - Non so far altro che scrivere sulla sabbia, chi mai si potrà interessare a me?- si ripeteva Tibirò, e quasi gli veniva da piangere.
    Un bel giorno passò di lì Babbo Natale in persona, cercava materiale per costruire i suoi giocattoli. Camminava lento lento ed era tanto affaticato perché costruire giochi per tutti quei bambini era un lavoro troppo duro per un vecchio come lui. Ad un tratto sentì i singhiozzi di Tibirò e gli si avvicinò dicendo:
    - Ciao piccolo gnomo, smetti di piagere e vieni con me. Ho giusto bisogno di qualcuno che mi aiuti.
    - Ma io non so far altro che scrivere sulla sabbia... - rispose Tibirò, asciugandosi le lacrime e seguendolo tra gli alberi.
    - Troveremo, troveremo qualcosa da farti fare... - diceva Babbo Natale sorridendo dolcemente.
    Sul cammino trovarono un altro gnomo che sonnecchiava sopra un mucchio di foglie.
    - Ciao piccolo gnomo, svegliati e vieni con me. Ho giusto bisogno di qualcuno che mi aiuti.
    - Ma io non so far altro che colorare foglie... - rispose Nico balzando in piedi.
    - Non preoccuparti, troveremo qualcosa da far fare anche a te!
    Poi camminando si accorsero di uno strano rumore: era Teo che toglieva la corteccia da un ramo.
    - Ciao piccolo gnomo, posa quel ramo e vieni con me. Ho giusto bisogno di qualcuno che mi aiuti.
    - Ma io non so far altro che intagliare... - rispose Teo balzando.
    - Non preoccuparti, troveremo qualcosa che fa al caso tuo!- Babbo Natale era così sorridente che i tre gnomi non dissero altro e lo seguirono.
    Arrivarono ben presto nel suo laboratorio, c'erano tanti giocattoli in costruzione, ma nessuno era ancora finito.
    Teo trovò un cavallo da intagliare. Nico trovò un trenino da dipingere e Tibirò trovò un libro da scrivere. Come per incanto i tre gnomi si misero a lavorare insieme, felici di rendersi utili. E in men che non si dica Babbo Natale trovò pronti i suoi giocattoli da consegnare.
    Da allora Babbo Natale torna in quel bosco a cercare i suoi preziosi gnomi aiutanti.
     
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    E' Natale

    di Maria Teresa di Calcutta


    E' Natale ogni volta
    che sorridi a un fratello
    e gli tendi la mano.


    E' Natale ogni volta
    che rimani in silenzio
    per ascoltare l'altro.


    E' Natale ogni volta
    che non accetti quei principi
    che relegano gli oppressi
    ai margini della società.


    E' Natale ogni volta
    che speri con quelli che disperano
    nella povertà fisica e spirituale.


    E' Natale ogni volta
    che riconosci con umiltà
    i tuoi limiti e la tua debolezza.


    E' Natale ogni volta
    che permetti al Signore
    di rinascere per donarlo agli altri.







    NATALE


    di Giuseppe Ungaretti


    Non ho voglia
    di tuffarmi
    in un gomitolo
    di strade

    Ho tanta
    stanchezza
    sulle spalle

    Lasciatemi così
    come una
    cosa
    posata
    in un
    angolo
    e dimenticata

    Qui
    non si sente
    altro
    che il caldo buono

    Sto
    con le quattro
    capriole
    di fumo
    del focolare

    Napoli, il 26 dicembre 1916







    NATALE


    di Giuseppe Ungaretti


    Non ho voglia
    di tuffarmi
    in un gomitolo
    di strade

    Ho tanta
    stanchezza
    sulle spalle

    Lasciatemi così
    come una
    cosa
    posata
    in un
    angolo
    e dimenticata

    Qui
    non si sente
    altro
    che il caldo buono

    Sto
    con le quattro
    capriole
    di fumo
    del focolare

    Napoli, il 26 dicembre 1916
     
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    Natale1

    Una semplice storia di Natale



    Non senza sogno ne' senza speranza Giuseppe aveva venduto tutto per andare nella terra promessa. E quando vi era giunto con la sua vecchia e scassata auto l’aveva girata e rigirata senza mai trovare un buco ospitale. Non esisteva alloggio ne' vero lavoro per lui straniero ed immigrato. Guadavano con disprezzo il pancione di Maria e gli chiudevano la porta in faccia.
    Dopo qualche tempo di quella vita vagabonda nel serbatoio rimanevano pochi litri di benzina e nelle tasche neppure un soldino.
    ...
    Era imbiancata la notte!
    Non avevano mai vista la neve in vita loro e mai avevano sentito il freddo penetrare così tanto dentro alle loro ossa. Quel rudere di auto in cui si trovavano aveva il riscaldamento rotto, le suole consumate ed arrancava a fatica per la salita.
    In quelle condizioni Giuseppe aveva proprio paura a passare un'altra notte all'aperto, come tante altre volte aveva fatto, paura soprattutto per Maria e per il bimbo che doveva nascere. Necessariamente dovevano trovare un ricovero o sarebbe potuto accaduto il peggio.
    Fu allora che videro la capanna, lassù, un po' fuori strada, e Giuseppe vi si diresse subito, senza esitazione. L'auto sbandò più volte lungo il sentiero ma arrivarono senza incidenti.
    La serratura alla porta della capanna era primitiva e per lui, falegname disoccupato, fu facile entrare anche se le mani gli tremavano. Maria, sempre tenendosi il pancione con le mani, sopportava il freddo e mai disse una parola di lagnanza. Intuiva però l’avvicinarsi dell’evento.

    Non passarono inosservati. Qualcuno vide la luce del fuoco che si rifletteva nel vetro della finestra della capanna isolata sopra la vallata.
    "Hanno occupato la stalla di montagna! Quando ha smesso di nevicare ho visto le finestre illuminate. Avvertite parenti e amici! Cacceremo a bastonate quegli abusivi". La notizia volò in un lampo tra i pastori della vale.
    Più tardi , formato un buon gruppo, i pastori armati bastoni, coltellacci e cani al seguito salirono il sentiero che portava alla capanna.
    Nel tragitto percorso in silenzio recuperarono anche qualche pecora dispersa che la loro indolenza aveva dimenticato al freddo. Silenziosamente circondarono la baracca, poi ad un ceno comune qualcuno con una pedata spalancò di botto la porta e si precipitarono dentro minacciosi con i bastoni levati, pronti a tutto.

    Si bloccarono subito!
    Lui, l'abusivo, sfoderò solo un sorriso, lei, bellissima, con un neonato in braccio, si copri subito il volto con il velo ma i suoi occhi sorridevano, anche il pargolo sorrideva e nei suoi occhi brillava la Vita.
    La furia si sciolse come quella neve al sole che ora era alto nel cielo, e qualcosa colpì al cuore i pastori che ricordarono allora le loro antiche tradizioni. Posarono i bastoni e iniziarono a parlare. Ascoltarono volentieri la storia di Giuseppe e alla fine non si sentirono più tanto diversi da quel falegname vagabondo. Qualcuno allora prese del pane e, in un antico segno d'ospitalità, lo spezzò e diede i primi pezzi ai due stranieri poi lo distribuì tra i pastori.

    Il gesto restò negli occhi di luce di quel bimbo che ancora sorrideva.

    Forse il sogno non morirà...







    E' Natale (buon Natale ai bambini)




    Le vive campane del Natale,
    in ogni pur lontano cuore,
    rintocchino sempre a festa
    per portare gioia e amore.


    renne_danza

    Questo è il giorno giusto
    per fare un gesto buono,
    per dire una parola dolce
    e per chiedere il perdono.



    Non importa se fuori nevica,
    o fa un caldo tropicale,
    splenda nei nostri cuori
    la radiosa stella del Natale.


    presepe5

    BUON NATALE A TUTTI I BAMBINI

    Giancarlo cobite





    Luca e le stelle cadenti



    “Questa sera, amore mio, ti racconterò una bellissima storia di un bambino che abita dall’altra parte del mondo. Si chiama proprio come te.”
    Luca sorrise contento. La mamma gli rimboccò le coperte e gli sussurrò dolcemente: “Devi sapere, che mentre qui nel nostro paese, è inverno e cadono grossi fiocchi di neve, nel posto in cui si trova quel bimbo, anche se è Natale, fa caldo ed è estate. Infatti...” e la mamma iniziò a raccontare.
    “Era una notte calda ed afosa. Si sentiva il canto delle cicale e dei grilli. Luca e suo padre, erano seduti nel giardino di casa, con gli occhi sperduti nel cielo stellato...
    “Guarda papà! Com’è grande quella stella!”
    “Devi sapere, piccolino mio, che anche le stelle hanno un nome. Quella che mi hai appena indicato si chiama Vega, ed è quella più vicina a noi, per questo ci appare così luminosa!”
    Alla vista di un’altra stella, Luca gridò con entusiasmo: “Ne ho vista una cadere! Chissà chi è quel bimbo fortunato che è riuscito a prenderla! Voglio anch’io una stella. Questo è il mio desiderio per Natale.”
    “Sai, il tuo è un sogno così grande e complicato, amore mio, che non potrà mai realizzarsi, le stelle devono restare lì dove le vedi,” gli disse il padre guardandolo con tenerezza.
    Luca rispose prontamente: ”Ma io ho tanta voglia di averne una. Prima o poi, un’altra cadrà dal cielo, ed io sarò pronto ad accoglierla nella mia mano. Non vorrei che restasse una stella orfana. Io me ne prenderò cura.”
    Il padre sorrise e disse: “Ascolta Luca, la luce di quella stella è così potente che è arrivata fin dentro il tuo cuore.”
    “Sì sì... la sento solleticarmi con le sue punte luminose proprio qui” disse il bambino ridendo e battendo forte la manina sul petto. Poi domandò incuriosito: “Ma come ha fatto ad arrivare fin dentro di me?”
    “Perché mentre guardavi quella stella, la sua luce che viaggia nello spazio, ha attraversato in un batter d’ali i tuoi occhioni verdi illuminandoli ancora di più, poi, è scesa nel tuo cuore.”
    Il piccolo non convinto però delle sue parole, indicò con il dito una stella qualsiasi, e rispose con euforia: “Ma io vorrei toccarla, tenerla nella mia mano, e averla accanto quando mi addormento... Sì, proprio vicino al mio letto, così illuminerà la stanza ed io non avrò paura del buio!”
    Il padre commosso dalle riflessioni acute del suo bambino lo strinse a sé per rincuorarlo, e gli accarezzò i capelli finché non si addormentò. Non sapeva, però, come far comprendere al figlio, che alcuni desideri sono così
    grandi da non poterli raggiungere perché irrealizzabili.
    In quel mentre, si alzò un magico venticello, ed il piccolo sognò di volare nello spazio, dove incontrò la Luna che aveva il viso incipriato di bianco. Era vestita a festa per l’occasione, infatti, indossava un abito nero impreziosito da luccicanti diamanti. Il bimbo, all’ora, si svegliò di colpo e si accorse di essere nel suo letto. Si stropicciò gli occhi e incredulo, sorrise quando vide al suo fianco, posata sul comodino, una piccola stella che illuminava tutto ciò che era intorno.
    La osservò attentamente perché era viva e si muoveva volando da un mobile all’altro. Il piccino pensò che la stellina era felice d’averlo incontrato perché volteggiava allegra nell’aria. Aprì, così, la manina e l’insetto vi si posò sopra.
    “Oh! Come sei bella! Sei così luminosa. Tu devi essere quella stella lì, la stella Vega! Sapevo che prima o poi saresti caduta dal cielo, e saresti venuta da me per salutarmi.”
    Quando il padre sentì che il bambino stava parlando aprì la porta, e l’insetto impaurito volò via dalla finestra socchiusa.
    Il bimbo, quella notte, provò a contare tutte le stelle che erano cadute dal cielo nel suo giardino. Erano tante, ed erano lì, solo per lui. Così alla fine si riaddormentò, contento che il suo desiderio si era finalmente realizzato.”
    Anche il nostro Luca, quella notte, dopo il racconto della mamma, sognò tantissimo e nel suo sonno era felice perché era seduto su una delle renne di Babbo Natale, e la sua slitta, era piena di stelle cadenti, e ad ognuna di esse aveva dato un nome.

    byPaola





















    Immagini antiche
    scorrono nella mente
    tra sponde curve
    ed angoli smussati.

    L’aria fredda e pura
    gioca con le sensazioni
    e respiro di un tempo
    i ricordi di mani congelate
    da giochi con la neve,
    assieme ad altro bambino,
    che ora non c’è più.

    Tutto mi parla del Natale.

    Allora prendo palline e festoni,
    guarnisco, illumino, addobbo
    sottoportico, casa e albero.

    Non salverò il mondo
    ma festeggerò il Natale
    come ricorrenza simbolo
    della nostra cultura
    con mia moglie,
    la mia cresciuta bambina
    e il mio vecchio papà,
    bambino dentro
    più di me.

    ...


    Giancarlo cobite


    Edited by gheagabry1 - 3/12/2023, 17:20
     
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  5. gheagabry
     
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    Consultando il calendario sembrano ancora molti e lunghi i giorni che ci separano dalla festa più attesa da grandi e piccini, ma tutto intorno a noi ci lascia percepire il contrario!!

    Non dobbiamo ormai meravigliarci se tutto ci sembra muoversi in fretta, se dal lunedì al sabato la città improvvisamente cambia aspetto: è la normalità del nostro vivere quotidiano: i giorni passano, le ricorrenze si avvicinano, e la macchina organizzativa si mette in azione






    Per strada i negozi decorano le proprie vetrine con pungitopo, vischio, angeli; dal cielo piovono cascate di lucette che si accendono e spengono ad intermittenza; i “ritardatari” si arrampicano su scale per montare il proprio filo colorato, le vetrine si tingono di rosso dorato…e perché no di qualche “spruzzetto” di neve, che a dire la verità non sono del tutto intonati con queste temperature invernali non proprio ghiacciate!!

    Da qualche balcone Babbo Natale sta arrampicandosi; nei grandi centri commerciali siamo ormai da qualche giorno già catapultati al 25 dicembre: musichette e canzoncine, luci e colori, scaffali pieni di pandori, panettoni, torroni, dolci, cioccolatini…







    Per non parlare dell’allestimento degli angoli, o degli interi reparti di decorazioni, presepi e personaggi, abeti sintetici di ogni dimensione, per grandi e piccoli spazi, fili dorati, argentati, rossi, blu, verdi, palline dalle più semplici alle più sofisticate,in vetro, dipinte, rivestite di velluto, glitterate, in porcellana, quasi dimenticate le comunissime palline di plastica…(quanto siamo diventati sofisticati, le cose semplici non ci interessano più!), alle illuminazioni con effetti ottici e sonori studiate e innovate continuamente tanto che se desiderassi comprare quelle usate l’anno prima, semplici, funzionali, ma inutilizzabili di nuovo perché molte lampadine sono andate in fumo…posso essere ben certa di non ritrovarle più!!

    Mercatini lungo le strade con proposte regalo varie, degustazioni, complessini musicali che animano i viali intonando melodie natalizie…tutto perfetto, magico!!


    dal web

    Edited by gheagabry1 - 13/12/2022, 20:26
     
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  6. gheagabry
     
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    NATALE IN SUD AMERICA





    Costumi tipici e celebrazioni di ogni genere, accompagnano il Natale in Sud America, che assume un carattere religioso e sociale molto profondo. Del resto ogni Stato ha i suoi simboli legati principalmente al credo. Da noi, intanto si comincia a preparare l’albero di Natale, mentre nelle case si fanno spazio le tradizionali decorazioni e i classici piatti a partire dallo zampone, fino ad arrivare al Ceppo di Natale, all‘agrifoglio, al vischio, alla Stella di Natale. I sudamericani, invece, vivono le feste in modo sentito: in Argentina, ad esempio, i doni vengono portati il 6 Gennaio, il “Giorno dei Tre Re”; in questa occasione i bambini lasciano le scarpe sotto il letto ed al mattino se le ritrovano piene di dolci o piccoli doni portati dai Magi, di passaggio prima di proseguire verso Betlemme.



    Le scene della Natività sono riprese continuamente sia all’interno delle case che nei luoghi pubblici e, soprattutto in Perù, dove vi è una forte componente di discendenti dei nativi americani, non è raro vedere dei piccoli presepi di grande valore perchè intagliati a mano secondo le tecniche più tradizionali. In Messico, invece, sono continue le processioni in cui viene rievocata la nascita del Cristo. Nelle città Brasiliane ancora, l’atmosfera è molto allegra e spesso si possono vedere anche i fuochi d’artificio.

    In America Latina, poi, si mettono in scena dei veri e propri spettacoli con canti di Natale, mentre chi se la sente sceglie il volontariato e la raccolta di fondi, destinati ad opere di carità. Come avviene pure da noi, nel giorno di Santo Stefano si preparano pranzi particolari. Le pietanze e le relative preparazioni, variano da Paese a Paese. La tradizione da queste parti vuole che, il Natale sia anticipato nove giorni precedenti, denominati las navidades, con celebrazioni che ricordano la gravidanza di Maria. Nello specifico, nelle case si preparano le pifiatas, grosse pentole in coccio rivestite di carta stagnola colorata ai cui lati si applicano dei coni fatti con cartoncino o carta di riso, da cui pendono striscioline multicolori.




    DAL WEB

    Edited by gheagabry1 - 13/12/2022, 20:28
     
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  7. gheagabry
     
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    C'E' POCA ARIA DI STELLE - Dino Buzzati


    Ti ricordi? - chiese, nel paradiso degli animali, l'anima del somarello all'anima del bue quella notte, tanti anni fa, quando ci siamo trovati in una specie di capanna ...
    Lasciami pensare ... Ma sì confermò il bue nella mangiatoia c'era un bambino appena nato.
    Come potrei dimenticare? Era un bambino così bello.
    Da allora - fece l'asino -sai quanti anni sono passati?
    Quasi duemila! ... E lo sai chi era quel bambino?
    Come faccio a saperlo? Era gente di passaggio ...
    L'asinello sussurrò qualche cosa in un orecchio al bue.
    Ma no! - fece costui sbalordito. -Sul serio?
    Sì. Pensa che da allora, gli uomini, ogni anno, fanno gran festa per l'anniversario di quella nascita. Tu li vedessi.
    È il tempo della serenità, della dolcezza, della pace, delle gioie familiari.
    Lo chiamano Natale. Anzi, amico, mi viene un'idea.
    Ti porto sulla Terra.
    Partirono. Lievi lievi, planarono dal cielo sulla Terra, puntando verso una miriade di lumi.
    Era una grandissima città e offriva uno spettacolo impressionante: vetrine colorate, festoni, abeti scintillanti di lumi e poi lo sterminato ingorgo di automobili e il formicolio vertiginoso della gente che andava e veniva, si accalcava nei negozi, si caricava di pacchi e pacchetti, tutti con un'espressione ansiosa e frenetica.
    A quella vista il somarello sembrava divertito.
    Il bue, invece, si guardava intorno con spavento.
    Senti, amico asinello, tu mi hai detto che mi portavi a vedere il Natale.
    Ma devi esserti sbagliato. Qui stanno facendo la guerra!
    Ma non vedi come sono tutti contenti?
    Contenti? A me sembrano pazzi!
    No, nò, è solo il Natale.
    Ce n'è troppo di Natale, allora.
    Ma ti ricordi quella notte, a Betlemme, la capanna, i pastori, quel bel bambino?
    Era freddo, eppure c'era una pace!
    È vero. E quelle zampogne lontane, che si sentivano appena.
    E la stella? Non ti ricordi che razza di stella, proprio sopra la capanna?
    Chissà che non ci sia ancora! ,
    Ho idea di no! - disse il bue. C'è poca aria di stelle qui.
    Alzarono i musi a guardare, e infatti non si vedeva niente.

    Edited by gheagabry1 - 13/12/2022, 20:32
     
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  8. ZIALAILA
     
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    una poesia di natale ...............


    LE CIARAMELLE

    Pascoli_-_Ciaramelle




    Udii tra il suono le ciaramelle,
    ho udito un suono di ninne nanne.
    Ci sono in cielo tutte le stelle,
    ci sono i lumi nelle capanne.
    Sono venute dai monti oscuri
    le ciaramelle senza dir niente;
    hanno destata né suoi tuguri
    tutta la buona povera gente.
    Ognuno é sorto dal suo giaciglio; zampognari
    accende il lume sotto la trave;
    sanno quei lumi d'ombra e sbadiglio,
    di cauti passi, di voce grave.
    Le pie lucerne brillano intorno,
    là nella casa, qua su la siepe:
    sembra la terra, prima di giorno,
    un piccoletto grande presepe.
    Nel cielo azzurro tutte le stelle
    paion restare come in attesa;
    ed ecco alzare le ciaramelle
    il loro dolce suono di chiesa;
    suono di chiesa, suono di chiostro,
    suono di casa,suono di culla,
    suono di mamma, suono del nostro
    dolce e passato pianger di nulla.

    Giovanni Pascoli

    Edited by gheagabry1 - 13/12/2022, 20:35
     
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    Natale a Zagabria



    A Zagabria la vigilia di Natale inizia ufficialmente la prima domenica dell'Avvento. In tale giorno l'albero di Natale, alto 20 metri, viene installato sulla piazza principale della città, la Ban Jelacic, mentre la fontana di Manduševac viene temporaneamente trasformata in una sorprendente decorazione natalizia, con quattro enormi candele elettriche che ne illuminano la struttura. L'albero che adorna la piazza è stato dichiarato più di una volta, come uno dei più belli in Europa. Attorno alla piazza si trovano alcuni edifici dalla squisita architettura, di epoche diverse (dal classicismo al modernismo), con l'edificio più antico (al n.15) originario del 1827. In estate, vi troviamo diverse caffetterie all'aperto, mentre in inverno il mercatino di Natale la fa da padrona.

    Per tutto il mese di dicembre, coloro che si trovano nella piazza principale saranno intrattenuti da vari gruppi culturali e artistici, cori di Natale dolcemente eseguiti da bambini, gruppi di danza, concerti, laboratori d'artigianato tradizionale e tanto altro ancora. Il mercatino di Natale di Zagabria lo troviamo sia nella via Bogovićeva, dal 30 novembre al 31 dicembre.

    Le piazze dei diciassette distretti urbani di Zagabria inaugurano l'installazione del proprio albero di Natale. La centralissima via Bogovićeva si trasforma in una via natalizia, piena di bancarelle vestite a festa, con luci e colori di ogni tipo. Babbo Natale lo troviamo aggirarsi lungo il centro storico della città non in renna, ma in tram...(incredibile)...decorato per l'occasione a tema natalizio e con partenza prevista ogni mezz'ora da piazza Ban Jelačić.

    Ogni fine settimana dell'anno, uno dei punti di riferimento di Zagabria è il mercato di Dolac, il mercato all'aperto degli agricoltori. Situato a pochi passi dietro la piazza principale della città, questo è il mercato più antico e più frequentato della capitale. A Natale non poteva non illuminarsi di nuovi colori e prodotti. Da provare alcune delle specialità gastronomiche locali, come le salsicce piccanti, il prosciutto (prsut) e il formaggio fatto in casa o anche i prodotti dell'artigianato locale.

    A causa delle diverse influenze storiche e geografiche le tradizioni natalizie sviluppatesi nel corso dei secoli sono varie nel paese, lo si denota dai canti, dalla gastronomia della stagione e dalle decorazioni. Ciò nonostante tutti i croati, da qualsiasi parte essi provengano, avranno modo di augurarvi Buon Natale allo stesso modo: “Sretan Bozic”. Le celebrazioni di Natale in Croazia sono piuttosto recenti, in quanto prima del 1989 la festività non veniva ufficialmente festeggiata. Il 24 dicembre non era festeggiato come il tanto atteso giorno dei regali, bensì era il Djed Mraz e cioè il giorno di Papà Gelo, il 1 gennaio, a portare i doni ai bambini. Ancora oggi, la minoranza serba presente in Croazia celebra la festa del Natale ortodosso alla vigilia del 7 gennaio.

    Il giorno di Santa Lucia (il 13 dicembre), le madri hanno la tradizione di piantare dei chicchi di grano in un piatto, sperando possa germinare. Alla vigilia di Natale i chicchi germinati, che sono di circa 8 centimetri di altezza vengono legati in un nastro rosso, bianco e blu, che rappresenta la nazione.

    Nonostante questo, la grande fiera di Natale di Zagabria può vantare comunque di una lunghissima tradizione: dal 1927, il centro espositivo viene trasformato a metà dicembre di ogni anno nell'area ricreativa e commerciale più grande della Croazia. Un'attrazione speciale qui presente è la parte dedicata alle terra di Babbo Natale: quasi 4.000 metri quadrati di magia dove ospiti grandi e piccoli possono fare esperienza della casa di Babbo Natale e perfino della discoteca di Babbo Natale. La troviamo presso il Božićni velesajam.

    In aggiunta al ricco programma all'aperto, che si svolgerà nelle piazze e nelle strade, il conto alla rovescia per il Natale nella capitale della Croazia è in genere accompagnato anche da teatro, lirica e balletto, annunciate come sempre dalla popolare Teatro Nazionale Croato. Potrebbe essere la volta della Carmen di Bizet oppure dello Schiaccianoci di Tchaikovsky o del concerto per piano di Maja Bakrač... buon Sretan Bozic!

     
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  10. ZIALAILA
     
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    IL VECCHIO NATALE

    di Marino Moretti

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    Mentre la neve fa, sopra la siepe,
    un bel merletto e la campana suona,
    Natale bussa a tutti gli usci e dona
    ad ogni bimbo un piccolo presepe.

    Ed alle buone mamme reca i forti
    virgulti che orneran furtivamente
    d'ogni piccola cosa rilucente:
    ninnoli, nastri, sfere, ceri attorti...

    A tutti il vecchio dalla barba bianca
    porta qualcosa, qualche bella cosa.
    e cammina e cammina senza posa
    e cammina e cammina e non si stanca.

    E, dopo avere tanto camminato
    nel giorno bianco e nella notte azzurra,
    conta le dodici ore che sussurra
    la mezzanotte e dice al mondo: È nato!



    Edited by gheagabry1 - 13/12/2022, 20:41
     
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  11. gheagabry
     
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    Cosa c'entrano le nano tecnologie, i polimeri e i microscopi a scansione elettronica con l'Albero di Natale?

    Ne sanno qualcosa i ricercatori di Scienze dei Materiali dell'Università di Milano Bicocca, che hanno realizzato l'Albero di Natale più piccolo del mondo "alto" appena sette micron, cioè sette millesimi di millimetro!!!





    Un capolavoro di nano tecnologia, realizzato con oggetti micrometrici fatti di diversi materiali: polistirene per tronchi e fronde, silice, materiale organico e polimero per le decorazioni (palline, cerchietti e stella).

    Dopo l'Albero di Natale più grande del Mondo di Gubbio e questo micro gioiellino tecnologico possiamo affermare che l'Italia è la patria dei primati natalizi!




    dal web
     
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  12. gheagabry
     
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    DSC_37650000



    Molto spesso sul web, nei cartelli pubblicitari, nei biglietti d'auguri o negli sms che si inviano nel periodo natalizio viene utilizzato il termine XMAS o X-MAS al posto di Natale.

    Ma da dove deriva l'abbreviazione della parola Christmas e perchè viene scritta XMAS o X-MAS?

    Le origini del termine sono molto antiche, nonostante tra i cattolici il termine sia considerato riduttivo o dissacrante per una festa importante come il Natale.

    In tutti i casi la "X"(chi) di XMAS è la prima lettera della parola greca ΧΡΙΣΤΟΣ ("Christos"), cioè Cristo.


    dal web

    Edited by gheagabry1 - 13/12/2022, 20:47
     
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  13. ZIALAILA
     
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    interessante ...


    quindi anche l'inglese deriva dal greco :P
     
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  14. gheagabry
     
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    CITAZIONE (ZIALAILA @ 5/12/2010, 21:23) 
    interessante ...


    quindi anche l'inglese deriva dal greco :P

    forse sola la parola è stata acquisita




    Oggi chiamato Atollo di Christmas o anche Kiritimati si trova nel Pacifico centrale e deve il suo nome al fatto che fu avvistato per la prima volta dall'esploratore inglese James Cook alla vigilia di Natale del 1777. Dopo la scoperta di Cook, divenne possedimento inglese nel 1888 e dal 1919 appartiene alla repubblica del Kiribati.

    L'atollo, che ospita circa 5000 abitanti, gode di diversi primati: è la più grande formazione corallina del mondo ed è il primo posto abitato al mondo in cui si festeggia il capodanno!





    dal web
     
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  15. gheagabry
     
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    Ecco i nomi delle otto renne di Babbo Natale:

    1 – Dasher
    2 – Dancer
    3 – Prancer
    4 – Vixen
    5 – Comet
    6 – Cupid
    7 – Donder
    8 – Blitzen

    Esiste inoltre anche la renna numero 9 Rudolph con il nasone rosso (non ufficiale), inventata nel 1993 dai magazzini Montgomery Ward a scopo pubblicitario.

    la versione italiana di tali nomi è Fulmine, Ballerina, Donnola, Freccia, Cometa, Cupido, Saltarello e Donato. Per ricordare tali nomi, in italiano esiste una nota filastrocca:

    « Non solo fanno la slitta volare
    e in ciel galoppano senza cadere
    Ogni renna ha il suo compito speciale
    per saper dove i doni portare
    Cometa chiede a ciascuna stella
    Dov’è questa casa o dov’è quella.
    Fulmine guarda di qui e di là
    Per sapere se la neve verrà.
    Donnola segue del vento la scia
    Schivando le nubi che sbarran la via.
    Freccia controlla il tempo scrupoloso
    Ogni secondo che fugge è prezioso.
    Ballerina tiene il passo cadenzato
    Per far che ogni ritardo sia recuperato.
    Saltarello deve scalpitare
    Per dare il segnale di ripartire.
    Donato è poi la renna postino
    Porta le lettere d’ogni bambino.
    Cupido, quello dal cuore d’oro
    Sorveglia ogni dono come un tesoro.
    Quando vedete le renne volare
    Babbo Natale sta per arrivare. »





    DAL WEB


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    CHI E' BABBO NATALE!!!????


    Questa leggendaria figura, divenuta cara ad adulti e bambini, da ormai molti anni, ha origini religiose e deriva dalla devozione ad un grande Samto, san Nicola, molto venerato nei secoli scorsi.

    Una leggenda racconta che nella sua città d’origine vivesse una famiglia molto povera che non poteva dare la dote alle sue tre figlie. Nicola decise di aiutarla ma senza rendere pubblica la sua generosità. Così, quando la figlia maggiore raggiunse l’età del matrimonio, una sera lanciò nella casa, dalla finestra aperta, una borsa piena d’oro… Altri affermarono che invece l’aveva gettata giù dal camino, da dove cadde in una scarpa o in una calza messa lì ad asciugare. Da qui l’usanza di mettere una calza o una scarpa sul davanzale della finestra o accanto al camino di casa, per accogliere i doni nella sera di Natale.

    Nel XVI secolo, dopo la Riforma protestante, alcuni santi vennero “declassati” e anche san Nicola venne dimenticato per un pò. Tuttavia era necessaria una figura che prendesse il suo posto di “elargitore” di doni di Natale.

    Mentre in Germania si attribuiva il ruolo di “portatore di doni” a Gesù Bambino o agli Angeli, in Inghilterra, un allegro e vecchio personaggio dei giochi dei bambini – noto come Babbo Natale – se ne assunse il compito e quando la sua tradizionale figura si diffuse venne perciò associata al Natale stesso.

    Negli Stati Uniti il suo nome divenne Kris Kringle. I primi pionieri olandesi sbarcati in America, insieme ad altre tradizioni, portarono con loro e diffusero la devozione a San Nicola, il cui nome si trasformò in St. Nikolaus, protettore dei bambini, colui che porta i doni, successivamente abbreviato in Santa Claus.

    Ma la riscoperta di questo personaggio, avvenne agli inizi del XX secolo proprio in America, grazie a Thomas Nast, disegnatore pubblicitario incaricato di realizzare la campagna promozionale natalizia della Coca Cola, negli anni successivi alla grande depressione. Trovata geniale in quel clima di recessione, quella di ridisegnare il look di un santo tanto venerato, trasformando la figura ascetica del Vescovo con il manto e la mitria in quella di un vecchietto sorridente e paffutello, con la barba bianca, il mantello e il cappuccio rossi.
    Questo favorì le vendite della bibita e portò S. Nicola in tutto il mondo.





    DAL WEB
     
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