IL NATALE....esplode la magia

festa, tradizioni e usanze...decoupage

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  1. Lussy60
     
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    Natale1

    Una semplice storia di Natale



    Non senza sogno ne' senza speranza Giuseppe aveva venduto tutto per andare nella terra promessa. E quando vi era giunto con la sua vecchia e scassata auto l’aveva girata e rigirata senza mai trovare un buco ospitale. Non esisteva alloggio ne' vero lavoro per lui straniero ed immigrato. Guadavano con disprezzo il pancione di Maria e gli chiudevano la porta in faccia.
    Dopo qualche tempo di quella vita vagabonda nel serbatoio rimanevano pochi litri di benzina e nelle tasche neppure un soldino.
    ...
    Era imbiancata la notte!
    Non avevano mai vista la neve in vita loro e mai avevano sentito il freddo penetrare così tanto dentro alle loro ossa. Quel rudere di auto in cui si trovavano aveva il riscaldamento rotto, le suole consumate ed arrancava a fatica per la salita.
    In quelle condizioni Giuseppe aveva proprio paura a passare un'altra notte all'aperto, come tante altre volte aveva fatto, paura soprattutto per Maria e per il bimbo che doveva nascere. Necessariamente dovevano trovare un ricovero o sarebbe potuto accaduto il peggio.
    Fu allora che videro la capanna, lassù, un po' fuori strada, e Giuseppe vi si diresse subito, senza esitazione. L'auto sbandò più volte lungo il sentiero ma arrivarono senza incidenti.
    La serratura alla porta della capanna era primitiva e per lui, falegname disoccupato, fu facile entrare anche se le mani gli tremavano. Maria, sempre tenendosi il pancione con le mani, sopportava il freddo e mai disse una parola di lagnanza. Intuiva però l’avvicinarsi dell’evento.

    Non passarono inosservati. Qualcuno vide la luce del fuoco che si rifletteva nel vetro della finestra della capanna isolata sopra la vallata.
    "Hanno occupato la stalla di montagna! Quando ha smesso di nevicare ho visto le finestre illuminate. Avvertite parenti e amici! Cacceremo a bastonate quegli abusivi". La notizia volò in un lampo tra i pastori della vale.
    Più tardi , formato un buon gruppo, i pastori armati bastoni, coltellacci e cani al seguito salirono il sentiero che portava alla capanna.
    Nel tragitto percorso in silenzio recuperarono anche qualche pecora dispersa che la loro indolenza aveva dimenticato al freddo. Silenziosamente circondarono la baracca, poi ad un ceno comune qualcuno con una pedata spalancò di botto la porta e si precipitarono dentro minacciosi con i bastoni levati, pronti a tutto.

    Si bloccarono subito!
    Lui, l'abusivo, sfoderò solo un sorriso, lei, bellissima, con un neonato in braccio, si copri subito il volto con il velo ma i suoi occhi sorridevano, anche il pargolo sorrideva e nei suoi occhi brillava la Vita.
    La furia si sciolse come quella neve al sole che ora era alto nel cielo, e qualcosa colpì al cuore i pastori che ricordarono allora le loro antiche tradizioni. Posarono i bastoni e iniziarono a parlare. Ascoltarono volentieri la storia di Giuseppe e alla fine non si sentirono più tanto diversi da quel falegname vagabondo. Qualcuno allora prese del pane e, in un antico segno d'ospitalità, lo spezzò e diede i primi pezzi ai due stranieri poi lo distribuì tra i pastori.

    Il gesto restò negli occhi di luce di quel bimbo che ancora sorrideva.

    Forse il sogno non morirà...







    E' Natale (buon Natale ai bambini)




    Le vive campane del Natale,
    in ogni pur lontano cuore,
    rintocchino sempre a festa
    per portare gioia e amore.


    renne_danza

    Questo è il giorno giusto
    per fare un gesto buono,
    per dire una parola dolce
    e per chiedere il perdono.



    Non importa se fuori nevica,
    o fa un caldo tropicale,
    splenda nei nostri cuori
    la radiosa stella del Natale.


    presepe5

    BUON NATALE A TUTTI I BAMBINI

    Giancarlo cobite





    Luca e le stelle cadenti



    “Questa sera, amore mio, ti racconterò una bellissima storia di un bambino che abita dall’altra parte del mondo. Si chiama proprio come te.”
    Luca sorrise contento. La mamma gli rimboccò le coperte e gli sussurrò dolcemente: “Devi sapere, che mentre qui nel nostro paese, è inverno e cadono grossi fiocchi di neve, nel posto in cui si trova quel bimbo, anche se è Natale, fa caldo ed è estate. Infatti...” e la mamma iniziò a raccontare.
    “Era una notte calda ed afosa. Si sentiva il canto delle cicale e dei grilli. Luca e suo padre, erano seduti nel giardino di casa, con gli occhi sperduti nel cielo stellato...
    “Guarda papà! Com’è grande quella stella!”
    “Devi sapere, piccolino mio, che anche le stelle hanno un nome. Quella che mi hai appena indicato si chiama Vega, ed è quella più vicina a noi, per questo ci appare così luminosa!”
    Alla vista di un’altra stella, Luca gridò con entusiasmo: “Ne ho vista una cadere! Chissà chi è quel bimbo fortunato che è riuscito a prenderla! Voglio anch’io una stella. Questo è il mio desiderio per Natale.”
    “Sai, il tuo è un sogno così grande e complicato, amore mio, che non potrà mai realizzarsi, le stelle devono restare lì dove le vedi,” gli disse il padre guardandolo con tenerezza.
    Luca rispose prontamente: ”Ma io ho tanta voglia di averne una. Prima o poi, un’altra cadrà dal cielo, ed io sarò pronto ad accoglierla nella mia mano. Non vorrei che restasse una stella orfana. Io me ne prenderò cura.”
    Il padre sorrise e disse: “Ascolta Luca, la luce di quella stella è così potente che è arrivata fin dentro il tuo cuore.”
    “Sì sì... la sento solleticarmi con le sue punte luminose proprio qui” disse il bambino ridendo e battendo forte la manina sul petto. Poi domandò incuriosito: “Ma come ha fatto ad arrivare fin dentro di me?”
    “Perché mentre guardavi quella stella, la sua luce che viaggia nello spazio, ha attraversato in un batter d’ali i tuoi occhioni verdi illuminandoli ancora di più, poi, è scesa nel tuo cuore.”
    Il piccolo non convinto però delle sue parole, indicò con il dito una stella qualsiasi, e rispose con euforia: “Ma io vorrei toccarla, tenerla nella mia mano, e averla accanto quando mi addormento... Sì, proprio vicino al mio letto, così illuminerà la stanza ed io non avrò paura del buio!”
    Il padre commosso dalle riflessioni acute del suo bambino lo strinse a sé per rincuorarlo, e gli accarezzò i capelli finché non si addormentò. Non sapeva, però, come far comprendere al figlio, che alcuni desideri sono così
    grandi da non poterli raggiungere perché irrealizzabili.
    In quel mentre, si alzò un magico venticello, ed il piccolo sognò di volare nello spazio, dove incontrò la Luna che aveva il viso incipriato di bianco. Era vestita a festa per l’occasione, infatti, indossava un abito nero impreziosito da luccicanti diamanti. Il bimbo, all’ora, si svegliò di colpo e si accorse di essere nel suo letto. Si stropicciò gli occhi e incredulo, sorrise quando vide al suo fianco, posata sul comodino, una piccola stella che illuminava tutto ciò che era intorno.
    La osservò attentamente perché era viva e si muoveva volando da un mobile all’altro. Il piccino pensò che la stellina era felice d’averlo incontrato perché volteggiava allegra nell’aria. Aprì, così, la manina e l’insetto vi si posò sopra.
    “Oh! Come sei bella! Sei così luminosa. Tu devi essere quella stella lì, la stella Vega! Sapevo che prima o poi saresti caduta dal cielo, e saresti venuta da me per salutarmi.”
    Quando il padre sentì che il bambino stava parlando aprì la porta, e l’insetto impaurito volò via dalla finestra socchiusa.
    Il bimbo, quella notte, provò a contare tutte le stelle che erano cadute dal cielo nel suo giardino. Erano tante, ed erano lì, solo per lui. Così alla fine si riaddormentò, contento che il suo desiderio si era finalmente realizzato.”
    Anche il nostro Luca, quella notte, dopo il racconto della mamma, sognò tantissimo e nel suo sonno era felice perché era seduto su una delle renne di Babbo Natale, e la sua slitta, era piena di stelle cadenti, e ad ognuna di esse aveva dato un nome.

    byPaola





















    Immagini antiche
    scorrono nella mente
    tra sponde curve
    ed angoli smussati.

    L’aria fredda e pura
    gioca con le sensazioni
    e respiro di un tempo
    i ricordi di mani congelate
    da giochi con la neve,
    assieme ad altro bambino,
    che ora non c’è più.

    Tutto mi parla del Natale.

    Allora prendo palline e festoni,
    guarnisco, illumino, addobbo
    sottoportico, casa e albero.

    Non salverò il mondo
    ma festeggerò il Natale
    come ricorrenza simbolo
    della nostra cultura
    con mia moglie,
    la mia cresciuta bambina
    e il mio vecchio papà,
    bambino dentro
    più di me.

    ...


    Giancarlo cobite


    Edited by gheagabry1 - 3/12/2023, 17:20
     
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179 replies since 28/11/2010, 13:55   45365 views
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