HEDERA - EDERA.

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  1. gheagabry1
     
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    «Alta squassando Bacco la rutila vampa che sprizza dalla sua ferula.»


    L’edera

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    L’edera che avvolge gli alberi sino quasi a soffocarli (anche se in realtà non è proprio così) è una pianta che da sempre ha ispirato miti e leggende legati alla sua natura. La mitologia Greca lega le sorti dell’edera a quelle del dio Dioniso, più precisamente parla di due Dioniso, uno più antico, simbolizzato dalla vite ed un altro più recente, figlio di Semele, e spesso chiamato anche Kìssos , edera in greco. Proprio per questa duplice natura Dioniso viene anche detto il dio “nato due volte”.

    Il Dioniso della vite e quello dell’edera


    Persefone, figlia di Demetra la dea delle messi, fu una delle tante amanti di Zeus. Il dio, ammirata la sua bellezza, si invaghì di lei e prese ad inseguirla. Demetra, scoprì in Sicilia, nei pressi della sorgente Ciana,vicino a Siracusa, una grotta dove pensò di far rifugiare la figlia. Quindi Persefone alloggiò nella grotta sorvegliata da due dei serpenti che servivano alla madre per trainare il carro divino con il quale si spostava di luogo in luogo. Zeus, una volta scoperto il nascondiglio, si tramutò anch’esso in serpente e, con questo stratagemma, riuscì ad avvicinare Persefone e si accoppiò con lei. Dalla loro unione nacque Dioniso. Era, consorte del re degli dei, venne a sapere dell’ennesimo tradimento del marito e volle vendicarsi. Inviò pertanto i Titani ad uccidere il figlio illegittimo del dio. Questi colsero il bambino di sorpresa, mentre giocava e lo uccisero facendolo letteralmente a pezzi. Zeus nel frattempo, venuto a sapere dell’infanticidio si recò sul posto e con le sue saette divine bruciò all’istante i sicari inviati dalla moglie. Ne nacque un incendio terribile, incendio nel quale non solo bruciarono i titani ma anche quello che restava delle membra del fanciullo e dalle ceneri del corpo divino crebbe da quel giorno la vite, l’ultimo regalo del primo Dioniso agli uomini. Dopo che l’incendio si esaurì, molti degli dei accorsero sul luogo del misfatto, tra essi anche Atena che riuscì miracolosamente a raccogliere l’unica parte del corpo del bambino che non era stata carbonizzata: il cuore. Essa lo conservò con cura e lo consegnò a Zeus in persona. A questo punto entra in gioco la leggenda del secondo Dioniso, figlio di una principessa, Semele figlia del re Cadmo. Zeus, non riuscendo a darsi pace per la perdita del figlio ucciso dai Titani, preparò con il cuore di Dioniso consegnatole da Atena una pozione magica. Fece bere questa bevanda a Semele che da quel momento, fu incinta senza essersi accoppiata con il re degli dei. A questo punto ritorna il motivo della gelosia di Era che, venuta a conoscenza della gravidanza miracolosa, decise di vendicarsi uccidendo sia la madre che il figlio. Per far questo prese le sembianze della nutrice della principessa ed instillò in lei il desiderio di accoppiarsi con Zeus, esattamente come il padre degli dei faceva con Era. Semele era umana e come tale non poteva vedere lo splendore di un dio, a meno che questi non le si mostrasse trasformato, pena l’essere arsa viva dalle folgori scaturite dalla visione. Fu così che Zeus, acconsentendo al desiderio della poverina, finì per colpirla con le saette divine fino ad ucciderla. Il piccolo Dioniso, si salvò andandosi a rifugiare nell’edera, pianta che lo avvolse proteggendolo dal fuoco e che da quel momento gli fu sacra. L’edera avvolse anche le colonne della reggia di Cadmo, impedendo che essa crollasse a causa del terremoto provocato dal dio. L’edera e la vite quindi sono piante sacre a Dioniso e come scrive Walter Fredrich Otto:”La vite e l’edera sono sorelle, che pur essendosi sviluppate in direzioni opposte, non possono celare la loro parentela. Entrambe portano a termine una meravigliosa metamorfosi. Nella stagione fredda la vite giace come morta e nella sua rigidità somiglia a un inutile tronco, fino a quando, sotto il rinnovato calore del sole, sprigiona un rigoglioso verdeggiare e un incomparabile succo infuocato. Non meno sorprendente è quanto accade all’edera: la sua crescita mostra un dualismo che può benissimo ricordare la doppia natura di Dioniso. Dapprima essa produce i cosiddetti germogli ombrosi, i tralci rampicanti con le ben note foglie lobate. Più tardi però appaiono i germogli luminosi che crescono diritti , le cui foglie hanno una forma affatto diversa , e a questo punto la pianta produce anche fiori e frutti. Si potrebbe definire al pari di Dioniso “la nata due volte“”

     
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