Caratteristiche della seconda rivoluzione industriale

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    Caratteristiche della seconda rivoluzione industriale


    Nasce negli ultimi trent’anni del XIX secolo in Germania perché essa comprò i macchinari dall’Inghilterra per poi eventualmente apportare loro migliorie, diminuendo così le spese e il tempo per la progettazione.
    La seconda rivoluzione industriale è caratterizzata dalla crisi della libera concorrenza.
    Nacquero infatti le grandi associazioni(holdings) degli industriali, con i cartelli, che erano accordi sulla produzione e i prezzi fra aziende dello stesso settore, i trusts, cioè concentrazioni di imprese, che potevano essere orizzontali se riguardavano aziende operanti nello stesso settore, verticali se interessavano imprese coinvolte nelle diverse fasi della lavorazione di un prodotto.
    Per quanto riguarda le scoperte scientifiche, una delle più importanti fu l’acciaio, la cui produzione fu consentita dall’innovazione dei forni, ora più efficienti, con meno spese.
    Si sviluppò pio l’industria chimica(coloranti,gomma,cemento etc.), farmaceutica( nacquero nuove ditte come ad es. la Bayer, comparve l’aspirina, il ddt etc.), edilizia( cemento armato, costruzioni in metallo e altri nuovi materiali), elettrica( illuminazione tramite lampadine, motori elettrici), meccanica( motore a scoppio e poi automobile).

    LA SOCIETA’ DI MASSA
    Per società di massa si intende un aggregato omogeneo in cui i singoli tendono a scomparire rispetto al gruppo.
    I rapporti tra le persone diventano anonimi e impersonali, le relazioni sociali non passano più attraverso piccole comunità ma grandi istituzioni nazionali, cioè gli apparati statali, i partiti e tutte le altre organizzazioni di massa, che esercitano un peso crescente sia sulle decisioni pubbliche che su quelle individuali.

    I NUOVI METODI DI PRODUZIONE
    Per far fronte a una domanda sempre più importante, le industrie svilupparono principalmente due metodi di produzione che presero il nome di coloro che per primi li applicarono: Taylorismo e Fordismo. Lo scopo era aumentare la quantità dei prodotti e diminuire i tempi di produzione.
    Il primo consiste nello studiare i movimenti, rispetto al tempo, degli operai durante la produzione di una determinata parte del prodotto, per ridurre al minimo i movimenti inutili e per selezionare gli operai più veloci, aumentando così la produzione utilizzando meno tempo possibile.
    Il secondo consiste nella catena di montaggio, in cui ogni operaio ha soltanto un’operazione da fare, cioè un solo compito da svolgere. Questo per tutta la giornata lavorativa.

    LA SOCIETA’
    Siccome il lavoro richiedeva sempre una maggiore specializzazione, e quindi un’adeguata istruzione, nacquero così le scuole pubbliche.
    Grazie alle scuole pubbliche e all’obbligo della loro frequentazione, venne ridotto il tasso di analfabetismo, favorendo così anche una più larga divulgazione dei quotidiani, che portarono al crearsi di un’opinione pubblica sia nel campo politico che in quello sociale.
    Venne inoltre esteso, negli ultimi anni dell’ ‘800 e nei primi del ‘900, il diritto di voto, che diventò così un suffragio universale. Si formarono i primi partiti di massa, i più di ispirazione socialista, in minoranza cattolica( la cui presenza però indica come la chiesa cominciò a interessarsi anche della vita pubblica). In conseguenza alle teorie marxiste e con la pubblicazione del Manifesto del partito comunista, nacquero i primi partiti comunisti.
    E’ da rilevare negli ultimi anni dell’ ‘800, grazie anche ai partiti socialisti, la crescita del numero dei sindacati, che prima erano presenti solo in Gran Bretagna, grazie ai quali i lavoratori riuscirono a far valere i propri diritti contro le resistenze degli imprenditori, delle classi conservatrici e contro i pregiudizi della dottrina liberista, che vedeva nei sindacati un ostacolo alla libera contrattazione.

    I CATTOLICI DI FRONTE ALLA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE
    Il mondo cattolico non rimase indifferente alla nuova realtà che andava formandosi, e cercò di adeguarsi cercando di opporsi alla corrente laica dei socialisti, organizzando associazioni caritative e movimenti di azione cattolica, incoraggiando, specialmente sotto la guida del Papa Leone XIII, la nascita di partiti cattolici, affermando l’ideale della concordia fra le classi, il rispetto dei doveri delle parti sociali, cioè la laboriosità, il rispetto delle gerarchie per gli operai, la retribuzione in giusta entità, il rispetto della dignità umana per gli imprenditori.
    Tutte queste idee sono scritte nell’enciclica ‘Rerum Novarum’ del maggio 1891 di Leone XIII.
    Parallelamente, negli ultimi anni dell’ ‘800, in particolare in Francia e in Italia, nacque la democrazia cristiana, che aveva lo scopo di conciliare la dottrina cattolica con l’impegno sociale e con gli istituti della democrazia.

    NASCITA DEI PARTITI SOCIALISTI E COMUNISTI
    Alla fine dell’ ‘800 in tutti i più importanti paesi europei sorsero partiti socialisti che cercarono di organizzarsi a livello nazionale, che parteciparono alle elezioni inviando i loro rappresentanti nei parlamenti.
    Il primo di questi fu il partito social democratico tedesco che fu un esempio e un modello per gli altri partiti nazionali per la sua efficienza organizzativa, la sua compattezza ideologica fornita dal marxismo.
    I Francia si formò un partito di ispirazione marxista, ma che subito si divise in tronconi in lotta fra loro, fino alla riunificazione nel 1905.

    LA QUESTIONE FEMMINILE
    Le donne hanno da sempre lavorato, anche se a pari impiego percepivano un minore salario rispetto a un uomo. Alla fine dell’ ‘800 le donne erano escluse dall’elettorato attivo e passivo e in molti paesi anche dalla possibilità di accedere agli studi universitari e alle professioni.
    Per molto tempo l’idea di far valere i diritti delle donne era ristretto solo a minoranze operaie e intellettuali, solo nel 1902 sotto la guida di Emmeline Pankhurst riuscirono a imporsi all’attenzione dell’opinione pubblica e della classe dirigente, concentrando la loro attività sulla richiesta del suffragio( da qui suffragette ) nel 1918 la Gran Bretagna concesse il diritto di voto alle donne.
    Nel complesso però ci fu molta indifferenza alle rivendicazioni delle donne da parte di molti dirigenti socialisti, con la tendenza a privilegiare gli aspetti economico-retributivi del lavoro femminile o a vederne la soluzione nel ritorno delle donne al loro compito di casalinghe.
    Comunque oltre al suffragio( in Gran Bretagna, Norvegia e Finlandia), esse guadagnarono il diritto all’istruzione superiore e all’accesso alle professioni.
     
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