"Il Cavaliere Inesistente" di Italo Calvino

Riassunto libro

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    Riassunto libro "Il Cavaliere Inesistente" di Italo Calvino


    Il libro narra di un cavaliere di nome Agilulfo, che non esiste, o meglio c’è solo grazie ai suoi ideali e alla sua forza di volontà. Egli appartiene all’esercito dei paladini di Carlo Magno, è il perfetto esempio di paladino ed è di gran lunga migliore di tutti gli altri, nonostante nella sua bianca armatura ci sia il vuoto (motivo di derisione dei compagni). Mentre una notte sta vagheggiando per l’accampamento incontra un giovane cavaliere di nome Rambaldo il quale gli chiede come trovare, il giorno dopo, sul campo di battaglia l'Argalif Isoarre, autore della morte di suo padre, per vendicarlo; Agliulfo gli indica il padiglione dove può esaudire la sua richiesta e il giovane, colpito dalla sicurezza e dalla fermezza del cavaliere ne ha subito gran stima e decide di prenderlo come modello. Il giorno dopo, lungo la strada per il campo di battaglia l’esercito si imbatte in uno strano individuo che, al contrario di Agilulfo esiste ma non ha un essere proprio. Quest’uomo colpisce molto Carlo Magno, che decide di affidarlo, come scudiero, al cavaliere inesistente. Iniziata la battaglia, Rambaldo trova e uccide, anche se poco onorevolmente l’Argalif ma sulla strada del ritorno cade in un’imboscata di due arabi: durante il duello contro i due infedeli, il giovane viene aiutato da un cavaliere misterioso color pervinca; dopo averlo seguito realizza che è una donna, in quanto la vede spogliarsi in riva ad un ruscello e, chiedendo informazioni ai compagni ne scopre il nome: Bradamante. Rambaldo s’innamora pazzamente di Bradamante solo che il suo amore non è corrisposto, in quanto la ragazza è innamorata di Agilulfo. Nei giorni seguenti l’esercito rimane accampato quando una sera, a tavola, un giovane cavaliere di nome Torrismodo, mette in discussione l’identità di cavaliere di Agilulfo, in seguito alle critiche da parte di Agilulfo stesso, sulle imprese di alcuni paladini, reputate da lui non pertinenti alla realtà. Il giovane afferma infatti che la vergine salvata da Agilulfo, grazie alla quale sarebbe stato investito cavaliere, non era di fatto vergine in quanto sua madre; ma così facendo negava anche di non essere figlio dei duchi di Cornovaglia ricusando anch’egli il titolo di cavaliere, che avrebbe mantenuto dimostrando di essere stato concepito da uno dei cavalieri del San Graal. Il fatto desta molto scalpore nell’accampamento e il Re Carlo invita i due cavalieri a cercare le prove per consolidare le proprie tesi. Entrambi i cavalieri partono: Agilulfo alla ricerca della vergine Sofronia, seguito dallo scudiero Gurdulù, rincorso per amore da Bradamante, anch’ella inseguita per lo stesso motivo da Rambaldo; Torrismodo alla ricerca di suo padre. Agilulfo e lo scudiero si imbattono subito nella vedova Priscilla che li ospita per una notte: il cavaliere in sua “compagnia”, mentre Gurdulù insieme alle altre ragazze nella casa. Lasciato questo alloggio i due raggiungono il monastero, distrutto dai saraceni, che avevano rapito tutte le suore e potate in Marocco; decidono perciò di imbarcarsi ma lungo il tragitto naufragano a causa dello scontro con una balena e nonostante questo riescono comunque a raggiungere la costa africana: Agilulfo sul fondo del mare, Gurdulù a nuoto. Liberata Sofronia si imbarcano per la Francia e, sebbene naufraghino ancora, vicino alla costa, Agilulfo riesce a salvare la ragazza e a ricoverarla in una grotta. Dopo averla coricata, il cavaliere si cerca Carlo Magno per riferirgli del ritrovamento; nel frattempo Torrismodo, trova i cavalieri del Graal ma rimanendo deluso dalle loro ideologie e dal modo con cui sottomettevano i villaggi, si schiera con le popolazioni assoggettate e li sconfigge per poi cominciare a errare senza meta. Giunto nella grotta dove riposava Sofronia se ne innamora e vi si congiunge, ignorando la sua identità. Quando arrivano Agilulfo e Carlo Magno li sorprendono insieme nella grotta quindi Torrismodo come pure il cavaliere inesistente fuggono nel bosco, il primo per l’umiliazione di aver provocato un incesto, il secondo perché si sente tradito nei suoi ideali e per aver perso il suo onore. In realtà Sofronia non è la madre di Torrismodo, ma la sua sorellastra cui era stata attribuita la maternità dalla propria madre, che l’aveva concepito con un cavaliere del Graal. Dopo queste rivelazioni Rambaldo corre a cercare il suo maestro ma trova solo la bianca armatura vuota che gli era stata lasciata in dono; intanto Torrismodo sposa Sofronia e si trasferiscono in un territorio affidato loro dal Re. Rambaldo, grazie all’armatura riesce ad essere ricambiato del suo amore per Bradamante, la quale quando scopre che non si tratta di Agilulfo decide di farsi monaca; si accorge però solo allora di essere innamorata del giovane, che dopo averla cercata per anni la trova in un convento col nome di Suor Teodora (narratrice del romanzo), per poi fuggire con lei.

    Personaggi:

    Agilulfo Emo Bertrandino dei Guildinverni e degli Altri di Corbentraz e Sura, cavaliere di Selimpia Citeriore e Fez: protagonista del racconto, è un paladino modello, di Carlo Magno, pignolo e intransigente che c’è ma non esiste e riesce ad essere presente solo grazie ai suoi ideali. Egli “vive” in un’armatura bianca, che lo distingue da tutti gli altri. Fino alla fine del racconto sembra privo di sentimenti, quando, ferito nel suo orgoglio scappa e svanisce, dimostrando che non esiste un uomo, al di là del cavaliere.

    Rambaldo di Rossiglione: è un giovane appena entrato nell’esercito di Carlo Magno, ancora alla ricerca di sé stesso. Le sue illusioni sul mondo della guerra e della cavalleria crollano subito e vede in Agilulfo il modello da seguire. Con lui vorrebbe confidarsi ma ottiene solo risposte fredde fino alla fine, quando dopo essere svanito gli concede in regalo la propria armatura. E’ innamorato di Bradamante, che ricambia il suo amore solo dopo alcuni anni nei quali era stata in convento.

    Gurdulù: è lo scudiero di Agilulfo, per volontà del Re, che al contrario di lui, non ha volontà, tanto da chiamarsi in modo diverso in base ai vari paesi per i quali passa; sarà sempre al fianco di Agilulfo in ogni sua avventura ma si rivelerà un peso in molte occasioni.

    Bradamante (Suor Teodora): paladina color pervinca di Carlo Magno, bella e coraggiosa ma fredda e distante al resto dell’esercito. Ha occhi solo per Agilulfo e non considera Rambaldo; solo dopo essersi chiusa in convento scopre il suo amore per lui e fuggono insieme. Si rivela inoltre narratrice della storia Suor Teodora.

    Torrismondo: giovane cavaliere, che si rivela subito antagonista di Agilulfo mettendo in discussione la sua identità di cavaliere. Anche lui come Rambaldo è scontento dell’esercito e ha una visione pessimistica del mondo. Nel corso del romanzo però, ha un cambiamento che alla fine lo fa apparire non più come antagonista ma come personaggio buono.
     
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