RENE' MAGRITTE

.........VICINO AL REALE

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. gheagabry
     
    .

    User deleted





    "Il Castello dei Pirenei" o " Le Chateau des Pyrènèes"(1959, olio su tela, 200,3x145 cm, Gerusalemme, Israel Museum, dono Harry Torczyner) Quest'opera è un aso particolare perchè fu eseguito su commissione da pate del'avvocato newyorkese Harry Torczyner, e ciò accadde per la grande amicizia esistente fra i due. Si conobbero nel 1957 e nel febbraio del 1959 l'avvocato, per via epistolare, gli chiese un'opera da mettere nel suo ufficio, l'idea iniziale fu il ritratto della moglie di Torczyner, ma venne subito abbandonata, allora l'artista avanzò tre proposte e fu scelta quella di un vecchio castello di pietra su una pietra. Il dipinto sarà concluso a maggio e Torczyner ne sarà entusiasto. Durante la realizzazione dell'opera i due si sentivano via lettera, in cui Magritte non fa mai considerazioni di contenuto, ma in una lettera accenna la durezza del dipinto: " Quanto al quadro, non è esente da rigore, addirittura da durezza. Per questa ragione, la bandierina sulla torre e gli alberi sono stati sacrificati. Il cielo, le nuvole, il castello sulla pietra al di sopra del mare rimangono necessariamente". Quando l'artista parla di durezza si riferisce anche all'atmosfera che si caratterizza per una pittura unita e precisa, inoltre questo fenomeno è anche implicato dal processo di pietrificazione che vediamo nei quadri di questo periodo. La roccia e il castello sono già di pietra, ma la loro unione e l'assenza di particolari creano una sensazione di congelamento. Infine per lo stesso motivo, che hanno altri oggetti sospesi in aria, la pietrà non sente la forza di gravità perchè è infissa in una superfice solida , sostenuta dal cristallo azzurro che la circonda.




    dal web
     
    Top
    .
  2. gheagabry
     
    .

    User deleted






    "Il doppio segreto" o "Le Double Secret" ( 1927, olio su tela, 114x162 cm, Parigi, Musée national d'Art moderne, Centre Georges Pompidou). In quest'opera domina la frammentazione del volto, due immagini distinte che possono essere riunite da un atto di violenza sulla realtà che ci troviamo davanti. Il primo segreto che ci viene rivelato è che l'immagine è qualcosa di concreto. Magritte sotto la pelle non ha posto sangue, ma ha scelto un effetto conturbante, ossia una cortecia di un albero riempita di sonagli. Un oggetto impossibile, ma che diventa reale in un quadro che vuole essere una rappresentazione dei meccanismi del pensiero, e delle storpiature a cui la realtà che si trova davanti è sottoposta.
     
    Top
    .
  3. gheagabry
     
    .

    User deleted





    "Il lume filosofico" o "La lampe philosophique" (1936, olio su tela, 50x66 cm, Collezione privata). "Le meditazioni del filosofo maniaco e distratto possono far pensare a un mondo mentale chiuso su se stesso, come qui un fumatore è prigioniero della sua stessa pipa" R.Magritte. Prima d'iniziare bisogna tener presente che per il pittore un titolo non è mai esplicativo all'opera così per i quadri, e ciò perchè quest'opera non si ferma alla denuncia dell'autoreferenzialità del pensiero. Il quadro è presentato come un'ironica riflessione da parte dell'artista su se stesso e sulla sua mente. Il fumatore che volge lo sguardo, patetico e autocommiseratorio, allo spettatore è Magritte il quale denuncia la circolarità del suo pensiero, ma contemporaneamente e indirettamente ci mostra la fertilità della sua immaginazione, unica in grado di trasformare un naso in una proboscide, la candela in una forma agile e morbida e l'atto del fumare in una metafora dell'indagine filosofica. Infine una volta il nostro pittore ha scritto che il mistero è banale, perciò l'arte di dare forma visibile al mistero, che si basa su trucchi semplici e ripetitivi, non è niente di eccezionale ma la semplicità dei mezzi non toglie nulla all'efficacia del risultato.







    "Il mondo invisibile" o "Le monde invisible" (1954, olio su tela, 195x130 cm, Houston, The Menil Collection). Magritte era un pittore della "assoluta visività", un uomo che non provava attrazione per l'invisibile e l'unica che ammetteva era quela di oggetti che non si vedono perchè coperti da altri. Quindi partendo dal presupposto che dietro un oggetto ce ne possono essere altri, possiamo pensare che dietro la pietra del dipinto in questione, ci sia un mondo invisibile. Magritte questa pietra non la fa volare, non gli da strane forme e un'immagine normalissima e perciò fa sorgere ancora più domande al quale Magritte risponde dicendo: " Domande come: che cosa significa questo quadro? Che cosa rappresenta? Sono possibili solo se si è incapaci di vedere un quadro nella sua verità, se si pensa macchinalmente che un'immagine molto precisa non mostri ciò che essa è con tanta precisione. Ciò equivale a credere che il sottinteso' ( se ce n'è uno?) valga più dell'inteso. Nella mia pittura non ci sono sottointesi". Infine quest'opera provoca disagio perchè anche se la pietra e appogiata sul pavimento nega la funzione della finestra, che è quella di mostrarci il mondo fuori, in questo modo si ostacola la visione nel momento in cui viene annunciata.


    dal web
     
    Top
    .
  4. gheagabry
     
    .

    User deleted







    "La camera d'ascolto" o "La chambre d'écoute"( 1958, olio su tela, 38x46 cm, Zurigo, Kunsthaus, donazione Walter Haefner) "L'amore dell'ignoto equivale all'amore della banalità: conoscere e pervenire a una conoscenza banale; agire è cercare la banalità dei sentimenti e delle sensazioni. Nessuna associazione di cose rivela mai che cosa possa riunire tali cose diverse: nessuna cosa rivela mai che cosa può farla apparire allo spirito. La banalità comune a tutte le cose è il mistero." In quest'opera è rappresenta una banale mela che rivela la sua esistenza occupando tutta la stanza, riguardo ciò Sylvester fa cadere l'attenzione sul carattere claustrofobico dell'immagine, e dice:"La camera d'ascolto è forse l'immagine magrittiana più pura dell'ingrandimento...La stanza non ha lo spazio per nient'altro; non è possibile entrarvi. La mela è un' invasore, una forza militare d'occupazione, un occupante a tutti i costi. Abbiamo subito una perdita di spazio. La mela...non solo occupa lo spazio del quadro ma si spinge anche nel nostro spazio, come se minacciasse un assalto". Il titolo, però, allude al tentativo di rendere visibile il suono, e la sua capacità di propagarsi riempondo lo spazio. La mela, anche in altre versioni, è di un' assoluta monocromia; infatti Magritte arriva alla saturazione acustica attraverso la saturazione cromatica, il mistero del suono attraverso la banalità della mela.






    "Giovinezza" o "Jeunesse" (1924, olio su tela, 50,5x41 cm, Berkeley, Berkeley Art Museum, University of California). "Nel 1915 cercai di ritrovare la posizione che mi consentisse di vedere il mondo in un mondo diverso da quello che mi si voleva imporre...Fu allora che, per un caso singolare, mi fu donato con un sorriso impietosito, senza dubbio con l'idea imbecille di farmi uno scherzo, il catalogo illustrato di una mostra di quadri futuristi. Ebbi così davanti gli occhi una sfida possente lanciata a quel buon senso che tanto mi irritava...Dipinsi allora, in uno stato di vera ebbrezza, tutta una serie di quadri futuristi. Non credo però di essere stato un futurista molto ortodosso, dal momento che il lirismo che volevo conquistare aveva un certo invariabile, privo di alcun rapporto con il futurismo estetico. Era un sentimento puro e forte: l'erotismo. La bambina conosciuta nel vecchio cimitero era l'oggetto delle mie fantasticherie e si trovava immersa in atmosfere movimentate di stazioni, di feste o di città che creavo per lei." "La linea della vita", R.Magritte . Ciò che il pittore ha scritto rende alla perfezione il suo Futurismo, poco ortodosso per la base poetica e perchè al movimento italiano si affiancano una molteplicità di stimoli che hanno segnato il suo percorso dal 1920 al 1925: Cubismo, Raggismo, Purismo, Astrattismo alla Van Doesburg ecc. Il Futurismo, però, sarà lo stile che avrà un ruolo decisivo nella maturazione del suo pensiero e adotta questo stile anche come sfida al cattivo e al buon gusto borghese. Inizia da qui la sua riflessione sui rapporti "di un oggetto con la sua forma, e della sua forma apparente con ciò che essa ha di essenzialmente necessario per esistere", e ciò si avrà nelle sue opere mature. Per quanto riguarda la sfera erotica, bisogna connetterla , attraverso la figura della bambina, al momento in conobbe la pittura e la sua "magia".



    dal web
     
    Top
    .
  5. gheagabry
     
    .

    User deleted





    "La grande guerra" o " La grande guerre"( 1964, olio su tela, 65x54 cm, Collezione privata). Parte del ciclo di uomini con bombetta a mezzo busto sullo sfondo di un cielo grigio e una mela verde che stà davanti il volto dell'uomo, il punto dove lo sguardo di chi osserva si posa per prima. Il pittore ha dato lo stesso titolo ad un'altro quadro che presenta una donna in abito bianco, con ombrello, borsetta e un cappello piumato, anche qui il volto è coperto, ma da un mazzo di fiori. "...abbiamo la faccia apparente, la mela, che nasconde ciò che è visibile ma nascosto, il volto della persona. E' qualcosa che accade in continuazione...C'è un'interesse in ciò che è nascosto e che il visibile non ci mostra. Questo interesse può assumere le forme di un sentimento decisamente intenso, una sorta di conflitto, direi, tra il visibile nascosto e il visibile apparente" R.Magritte. Da questa affermazione del pittore il titolo prende un senso perchè si tratta di una guerra fra le immagini nata dalla rivolta di due oggetti insignificanti che si contendono la condizione di visibilità ai due volti dei due personaggi. Questo titolo però sarà dovuto anche in parte all'evento reale della Grande Guerra, composta da trincee e da uomini spazzati via a causa di oggetti ancora più insignificati di una mela o di un mazzo di fiori, una guerra che ha annulato la personalità e dove la cancellazione del volto fa da metafora. Infine di quest'opera risalta anche la sovrapposizione perchè va contro le regole del buon senso e alle gerarchie che organizzano un' immagine di questo tipo, infatti i personggi coperti, a loro volta coprono una parte di paesaggio.






    "La grande guerra" o " La grande guerre"( 1964, olio su tela, 65x54 cm, Collezione privata). Parte del ciclo di uomini con bombetta a mezzo busto sullo sfondo di un cielo grigio e una mela verde che stà davanti il volto dell'uomo, il punto dove lo sguardo di chi osserva si posa per prima. Il pittore ha dato lo stesso titolo ad un'altro quadro che presenta una donna in abito bianco, con ombrello, borsetta e un cappello piumato, anche qui il volto è coperto, ma da un mazzo di fiori. "...abbiamo la faccia apparente, la mela, che nasconde ciò che è visibile ma nascosto, il volto della persona. E' qualcosa che accade in continuazione...C'è un'interesse in ciò che è nascosto e che il visibile non ci mostra. Questo interesse può assumere le forme di un sentimento decisamente intenso, una sorta di conflitto, direi, tra il visibile nascosto e il visibile apparente" R.Magritte. Da questa affermazione del pittore il titolo prende un senso perchè si tratta di una guerra fra le immagini nata dalla rivolta di due oggetti insignificanti che si contendono la condizione di visibilità ai due volti dei due personaggi. Questo titolo però sarà dovuto anche in parte all'evento reale della Grande Guerra, composta da trincee e da uomini spazzati via a causa di oggetti ancora più insignificati di una mela o di un mazzo di fiori, una guerra che ha annulato la personalità e dove la cancellazione del volto fa da metafora. Infine di quest'opera risalta anche la sovrapposizione perchè va contro le regole del buon senso e alle gerarchie che organizzano un' immagine di questo tipo, infatti i personggi coperti, a loro volta coprono una parte di paesaggio.


    dal web
     
    Top
    .
  6. gheagabry
     
    .

    User deleted




    "Le vacanze di Hegel" o "Les vacances de Hegel" ( 1958, olio su tela, 61X50 cm, Courtesy Galerie Isy Brachot, Bruxelles-Parigi). Opera nata da una ricerca che lo stesso Magritte ha documentato, infatti il procedimento usato parte dall'idea per arrivare al quadro, quindi ci mostra un'ispirazone nata dalla realtà. Le fonti raccontano che mentre Magritte disegnava il bicchiere notò apparire una linea che formava un ombrello, allora provò ad inserirlo all'interno del bicchiere, ma l'immagine che si creava non funzionava, così pose l'ombrello, aperto, sotto il bicchiere, rispettando in questo modo la legge degli equilibri plastici. Questa tela è l'ottimo risultato di una coincidenza tra un problema tecnico e la soluzione di questo attraverso l'immaginazione.




    "Ritratto di Pierre Bourgeois" o "Portrait de Pierre Bourgeois" (1920, olio su tela, 85x55 cm, Bruxelles,Communauté francaise de Belgique, donazione Bourgeois). Pierre Bourgeois, grande amico di Magritte negli anni dell'Accademia, intellettuale ed artista, dirige l'intervista "Au Volant", a cui magritte collabora nel 1919; probabilmente e grazie a lui se il pittore trovò il catalogo futurista, dando in questo modo una svolta allo stile di Magritte. Insieme fanno il servizio militare,( 1921-'22), nel campo di Beverloo ed infine il rapporto, con gli anni, si allentò. Magritte gli dedica due ritratti tra il 1919 e il 1920, quello che stiamo esaminando è a figura intera , vestito elegantemente, mentre fuma la pipa. Bourgeois e seduto sulla sponda si un letto, concentrato ed assorto, apparentemente immerso in una di quelle discussioni rievocate da Magritte in alcuni suoi racconti. Dal punto di vista formale vediamo che in alcune sue opere precedenti adotta un tardo Impressionismo, mentre qui la pennellata è larga, decisa e costruttiva, che sembra abbia radici nel Fauvismo più strutturato e cézanniano di Derain e Braque: e testimoniano la ricerca intrapresa da Magritte per uno "stile", tra il 1920 e il 1924, fino a rinunciare a ogni "personalità" della pittura.
     
    Top
    .
  7.  
    .
    Avatar


    Group
    moderatori
    Posts
    19,944
    Location
    Zagreb(Cro) Altamura(It)

    Status
    Offline
    grazieeee
     
    Top
    .
  8. tappi
     
    .

    User deleted


    GRAZIE
     
    Top
    .
  9. gheagabry
     
    .

    User deleted






    Il Surrealismo attenua la visione polemica dadaista e il suo atteggiamento anticonformista e ribelle verso ogni forma d’arte accademica e ogni regola estetica. Riscopre la pratica creativa e afferma la totalità dell’essere e la libertà del pensiero attraverso il segno. Per poter sviluppare la propria immaginazione l’artista deve essere un veggente e saper guardare oltre il limite del vero attraverso una verosimiglianza di natura concettuale. Magritte era affascinato dal mistero del mondo, dalla impenetrabilità della sua conoscenza e ne evoca il mistero attraverso la pittura. Il quadro non può rappresentare il reale perché la somiglianza non è la realtà. L’ispirazione rappresenta l’evento necessario affinchè il pensiero possa essere la stessa somiglianza. Egli sosteneva che “assomigliare significa diventare la cosa che si prende con sé”. “Solo il pensiero può diventare la cosa che si prende con sé”. “Non c’è immagine pittorica fino a quando l’aspetto dei colori stesi su una superficie coincidono con una immagine che era similitudine con il mondo visibile” determinata da un modo di pensare. C’è la riscoperta di una identità visiva che avvalora il pensiero della creazione come atto di conoscenza del dato oggettivo che diventa proiezione dell’idea.

    dal web
     
    Top
    .
  10. gheagabry
     
    .

    User deleted



    I sonagli nei quadri di Magritte hanno un significato iconografico ben preciso. Servono per risvegliare l’osservatore del quadro dal torpore onirico dell’opera d’arte, gli dicono “Svegliati!, questa è la realtà”.



     
    Top
    .
  11. gheagabry
     
    .

    User deleted





    Uno dei pochi autori (di quel periodo) che ha posto al centro delle sue ricerche artistiche la natura in relazione all’uomo.
    L’approccio surrealista applicato alla natura, parte dai primi e inaspettati dipinti futuristi dell’artista per passare alle immagini del periodo fra le due guerre e arrivare alle pitture più famose realizzate dagli anni Cinquanta in poi.


    Questo consente di vedere oltre a qualche lavoro noto opere meno conosciute, come “L’empire des lumières”, la casa immersa nel buio di un parco con sfondo di cielo azzurro e nuvole bianche.



    In passato si è usato ridurre parte dell'opera magrittiana ad una semplice interpretazione psicologica secondo la quale alcune delle sue opere, quelle in cui i volti sono coperti da panni drappeggiati, sono da collegare direttamente allo shock avuto dal pittore a tredici anni, quando vide recuperare il cadavere della madre suicida in un fiume, con la testa avvolta nella sua camicia da notte . Ne uscirono tre famosi dipinti: L'histoire centrale, Les amants e "le fantasticherie del passeggiatore solitario".Ma René Magritte, detto anche "le saboteur tranquille" per la sua capacità di insinuare dubbi sul reale attraverso la rappresentazione del reale stesso, non avvicina il reale per interpretarlo, né per ritrarlo, ma per mostrarne il Mistero in-definibile. Intenzione del suo lavoro è alludere al Tutto come Mistero e non, definirlo.



    I suoi quadri sono realizzati in uno stile da illustratore, a volte quasi infantile. Volutamente le sue immagini conservano un aspetto pittorico, senza alcuna ricerca di illusionismo fotografico.



    In altri quadri Magritte gioca con il rapporto tra immagine naturalistica e realtà, proponendo immagini dove il quadro nel quadro ha lo stesso identico aspetto della realtà che rappresenta, al punto da confondersi con esso.



    Di notevole suggestione poetica sono anche i suoi accostamenti o le sue metamorfosi. Combina, nel medesimo quadro, cieli diurni e paesaggi notturni. Accosta, sospesi nel cielo, una nuvola ed un enorme masso di pietra.



    Trasforma gli animali in foglie o in pietra.
    Uno dei suoi quadri icona è quel grande occhio spalancato nel cielo, o al contrario il cielo che si specchia nell'organo della vista, intitolato “Falso specchio”, piaciuto talmente a Luis Bunuel da riprenderlo, per la sua ambiguità, come una scena madre nel suo film "Un chien andalou".



    Il suo surrealismo è dunque uno sguardo molto lucido e sveglio sulla realtà che lo circonda, dove non trovano spazio né il sogno né le pulsioni inconsce. L’unico desiderio che la sua pittura manifesta è quello di "sentire il silenzio del mondo", come egli stesso scrisse.




    un autoritratto




    .
     
    Top
    .
  12. gheagabry
     
    .

    User deleted



    Tra queste tre immagini si dipana una storia d'amore, quella di Georgette e René e un percorso artistico, quello di Magritte.



    La prima è del 1922: si sono appena sposati a Bruxelles nella chiesa di Rue Royale. Lei porta una catenina con la croce al collo, quella che indosserà sempre, quella che André Breton a Parigi le rimprovererà come segno di conformismo.
    Ha la fede sotto l'anello nella mano sinistra, quella con cui tocca -con un gesto di tenerezza protettrice- la guancia di René.
    E' radiosa, bellissima. I capelli sono morbidi, alcune ciocche sfuggono, il sorriso è appena accennato.
    Lui ha l'aria più riservata, quasi timida, un fiore ( un garofano), un piccolo fazzoletto piegato nel taschino della giacca e una camicia bianca col colletto con le punte dure.
    Non si guardano: tutt'e due fissano l'obbiettivo.
    Il legame, fortissimo, si intuisce dalla posa, dalle espressioni, da quella di fidente abbandono di lui, dall'abbraccio di lei.
    D'ora in avanti lei farà parte totalmente della sua vita, sarà la modella delle sue foto, della sua pittura.



    La seconda , L'ombre et son ombre, è del 1932.
    Tutt'e due sono in posa, in piedi, con una tenda scura sullo sfondo. Anche questa volta non si guardano ma fissano l'obbiettivo davanti a loro. Georgette è in primo piano; i capelli ora sono lisci, lo sguardo sembra inquieto.
    Questa volta lui è quasi nascosto dietro di lei, la rassicura posandole una mano all'altezza del gomito e, in qualche modo, la spinge in avanti, verso la luce.
    E' un'immagine in posa ma, allo stesso tempo, un'immagine intima che rende manifesta la relazione quasi fusionale che c'è nella coppia.
    Ognuno dei due non è soltanto l'ombra dell'altro, ma, come nel titolo voluto dallo stesso Magritte, è l'ombra della sua ombra.



    La terza è nella nuova casa di Rue des Mimosas che hanno comprato: lui è ormai un pittore affermato, espone in tutte le gallerie del mondo.
    Il matrimonio ha subito una crisi, per un momento -per una tentazione, un 'amore di lui - si è incrinato.
    Ma ora la coppia si è ricomposta e posa di nuovo insieme nel 1965 di fronte alle porte finestre che si aprono su quell'interno "comme il faut" che Magritte vuole come suo sfondo: i tappeti, i soprammibili, la lampada, lo specchio con la cornice dorata.
    Lui è vestito, al solito, in pantaloni e giacca scuri e tiene tra le mani il cappello a bombetta e forse un ombrello.
    Lei in occhiali, abito bianco e scarpe bianche. Tra i due uno degli immancabili cani. Sembrano una coppia normale, comune : lui ha l'aria di un professionista, di un notaio o di un avvocato.
    La trasformazione in una banale coppia "borghese" è perfettamente riuscita. Solo alcuni particolari ( chi mai si vestirebbe in casa con bombetta e ombrello?) tradiscono l'ironia e il travestimento.
    E lei ancora una volta complice lo asseconda, completamente, come sempre.

    E' l'ultima foto ma non l'ultima immagine che ho di loro.
    Ieri sono andata con Thomas a Bruxelles al cimitero di Etteberck. Abbiamo percorso i soliti vialetti con le tombe in pietra scura, in marmo con i consueti mazzi di fiori.
    Ci siamo arrestati di fronte ad una tomba, semplicissima, senza nessuna segnalazione che la distinguesse dalle altre.
    Sulla lapide solo una scritta incisa " Georgette et René Magritte".



    dal web, senzadedica.com





    L'armadio....


    Bruxelles non è solo la Grand Place ma è anche Magritte.
    E Magritte non è solo il suo museo ma anche la sua casa e il suo armadio rosso .

    Perchè l'armadio e, soprattutto, perchè rosso? E' una lunga storia.

    All'inizio del loro matrimonio René e Georgette si stabiliscono in un piccolo appartamento a pianterreno di una tipica casetta belga a Jette, un quartiere periferico di Bruxelles.
    Qui René ha anche il suo atelier (nel giardino) dove, per sopravvivere, disegna manifesti pubblicitari; qui vivranno per venti anni, qui si riuniranno i surrealisti belgi e qui verranno dipinti i quadri più famosi.
    La modella prediletta è Georgette ma anche tutti gli elementi dell'arredo della casa trovano un loro posto: dal camino uscirà una locomotiva a vapore, la finestra diventerà un cavalletto e il telaio di un quadro, la balaustra della scala si aprirà sul nulla....

    Qui Renè perfezionerà soprattutto la sua più grande invenzione: la sua vita, tutta legata alle apparenze piccolo borghesi, il vestito scuro, la giacca, la cravatta, la camicia bianca, la bombetta, l'ombrello, i capelli tagliati con la sfumatura alta.
    Tutti dettagli che, a poco a poco, definiscono la sua figura: quello è il vero anticonformismo, non quello ostentato, quello di facciata, ma quello che consite nel rompere le convenzioni dall'interno.

    Cosi' nell'arredamento della casa, tipico degli anni '20 del Novecento (il legno intagliato, i soprammobili, il lampadario, l'inevitabile pianoforte) emergono elementi dissonanti, quelli che scardinano tutto, che ci fanno capire che in realtà siamo in uno scenario teatrale: quando entriamo in salotto scopriamo che le pareti sono azzurro vivo come i cieli dei suoi dipinti.

    E', pero', nella camera, con il letto dalla tradizionale la testata in ferro battuto e con la classica porta bianca, il particolare più sfacciato.

    E' un armadio di un vivissimo rosso sangue, che ci fa finalmente comprendere che Renè ci sta prendendo in giro, ci sta strizzando l'occhio, sta lì solo a vedere se noi ci siamo cascati, se abbiamo capito, per poi abbandonarsi finalmente alla sua ironica risata liberatoria.



    dal web, senzaddica.com
     
    Top
    .
  13. gheagabry
     
    .

    User deleted






    In quello che viene considerato il suo manifesto surrealistico, Ceci n'est pas une pipe, Magritte raffigura con plastica veridicità e perfezione di dettaglio una pipa, però ci avverte, guardate che questa non è una pipa, è un’icona, un simulacro di pipa, non si può riempire di tabacco e tirar qualche boccata. Lo ha chiarito Magritte stesso: "Se avessi scritto sotto il mio quadro: «Questa è una pipa», avrei mentito". La sua copia di una pipa è l’espressione visibile di un concetto, non appartiene alla realtà tangibile, appartiene al mondo delle idee, insomma, puro logos. Una considerazione che vale per l’opera di Magritte come per qualunque altra opera d’arte, che anche la più iperrealista sempre astratta è.

    (dal web)

     
    Top
    .
  14. carpeoro
     
    .

    User deleted


    Bellissimo post, Gabry: grazie per aver così esaurientemente descritto uno dei miei pittori preferiti. Solo a titolo di curiosità ed a conferma dell’importanza di Magritte su tutta l’arte contemporanea segnalo il pezzo meraviglioso che il grande autore e cantante pop Paul Simon ha composto nel 1983 in suo onore. Il pezzo in questione, che includo, si intitola “Rene and Georgette Magritte with heir dog after the war” ed ha trovato come spunto una vecchia foto del pittore con sua moglie scattata presumibilmente dopo la seconda guerra mondiale da Wolleh Lothar in Belgio appena dopo l'occupazione tedesca.




    E’ una gran bella canzone degna del pittore che l’ha ispirata…
    Carpeoro


     
    Top
    .
  15. gheagabry
     
    .

    User deleted


    grazie..............bellessima canzone chissà se si trova una traduzione?
     
    Top
    .
39 replies since 21/11/2010, 02:58   31280 views
  Share  
.