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aiutini

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    Adolescenza


    L’adolescenza è un’età di Grandi trasformazioni soprattutto fisiche: è il momento dello sviluppo sia per Ragazzi che per le ragazze; alcuni ingrassano fino a sfiorare l’obesità, altri diventano secchi come chiodi, alcuni diventano molto alti, altri rimangono bassi; Insomma l’organismo assume in questo momento la sua forma definitiva. Certe ragazze presentano una rapidissima comparsa di seni prosperosi su un fisico che è ancora infantile, altre, invece non svilupperanno affatto il seno; alcune avranno gambe magrissime e legnose, altre gambe simili a colonne.
    Per quanto riguarda i ragazzi alcuno sviluppano una voce profonda e altri continuano a parlare un canarino. Ad Alcuni ragazzi nel gir di pochi mesi si riempie la faccia con una folta ed ispida barba, mentre altri possono rimanere lisci come la buccia di una mela. Nel periodo dell'adolescenza può veramente succedere di tutto: spesso i genitori si preoccupano di questo terremoto evolutivo nel quale non riconoscono più i propri figli a causa soprattutto degli sbalzi umorali, ma i primi ad essere preoccupati dei loro cambiamenti sono gli stessi ragazzi: le femmine in genere per ragioni estetiche, i maschi per la loro virilità.


    Un altro problema gravissimo che coinvolge in questo periodo è quello dell'accettazione fisica che può degenerare nella bulimia e nell'anoressia, che devono essere considerate, e sono oggi considerate dagli studiosi, come delle vere e proprie malattie. Certi adolescenti sembra che vivano solamente in funzione di un costante riempimento dello stomaco. Si buttano in ogni momento su ogni vivanda o bevanda con voracità irrefrenabile. Sono i cosiddetti bulimici. La bulimia è,infatti, caratterizzata da episodi di iperalimentazione esagerata. E’ una forma che riguarda soprattutto le ragazze e che insorge più spesso nella tarda adolescenza. Un disturbo non sempre individuabile perché individuabile perché la persona che ne soffre cerca di appagare i propri impulsi divoratori in segreto, e dopo si dedica spesso all’espiazione vomitando e riducendo la propria dieta . Solo raramente la bulimia porta all’obesità.
    Ma quali sono i motivi che spingono l’adolescente verso le crisi di voracità? La causa principale della bulimia è probabilmente quella di attenuare le ansie e di compensare la depressione. Certi ragazzi denunciano esplicitamente il loro senso di solitudine e di vuoto. Ecco pertanto l’importanza determinante degli affetti, quindi dei genitori, per l’adolescente. L’introduzione forsennata di alimenti nel corpo non è altro che una fuga, una ricerca di rifugio. C’è chi mangia troppo e in qualunque momento, e c’è chi non vuol mangiare nulla, mai, e specialmente fra le ragazze. In effetti quel rifiuto categorico di ogni alimento, che viene chiamato anoressia mentale. E’ un comportamento che si manifesta e si consolida in un periodo di tempo che dai tre ai sei mesi circa.
    Le ragazze anoressiche giunte a una fase di malattia evidente presentano un aspetto ovviamente deperito, sono magrissime a volte addirittura scheletriche. Non solo l’aspetto ma anche il funzionamento dell’organismo presenta alterazioni, la temperatura del corpo si mantiene su livelli molto bassi, il cuore presenta un ritmo molto rallentato delle pulsazioni. La passione che prevale rimane sempre quella dell’odio per il cibo. Secondo gli esperti l’anoressia potrebbe nascere, almeno in parte, da una insufficiente fiducia nei genitori, ma sono solo ipotesi fatte dagli psichiatri e dagli psicologi e come ipotesi non sempre sono dimostrabili, fermo restando che le figure di madre e padre esercitano e continuano ad esercitare nella società un’influenza molto incisiva sui comportamenti della ragazza.
    Una rapida lettura ai vari quotidiani è sufficiente per rilevare la drammatica realtà della società attuale, basti pensare a quegli articoli che raccontano di una neonata trovata in una discarica, o quelli che parlano di immigrati clandestini che annegano sognando l’Italia. o di quei ragazzi uccisi in discoteca per uno sguardo concesso ad una ragazza con un fidanzato troppo violento. Oggi purtroppo non esiste alcun valore solido: la società, la famiglia, la scuola, la politica non riescono ad offrire modelli di riferimento sicuri. Certo, per fortuna ci sono giovani che sentono il bisogno di uscire allo scoperto di impegnarsi socialmente, invece molti altri giovani trascinano la loro vita inutilmente segnati dalla noia, dalla mancanza di interessi reali, pertanto l’unica uscita è quella di darsi all’alcool, alla droga o a una folle corsa in auto, proprio per placare ansie e paure quotidiane. La crisi della famiglia, l’assenza di ideali e di valori, la ricerca del benessere ad ogni costo hanno contribuito a creare un certo malessere, i giovani si sentono amareggiati, privi di prospettive. Alcuni si avvicinano alla droga cercando di sfuggire alla realtà, altri invece si avviano sulla strada della delinquenza pur di raggiungere rapidamente la ricchezza. Il fenomeno della criminalità giovanile è favorita dalla crisi occupazionale, ma la responsabilità di ciò che accade è causa di una società che esalta il denaro e il successo. Nel 2000 si contano più di 300.000 coloro che usano droghe pesanti di cui i morti sono stati 1016.
    Del problema droga si discute con tenacia soprattutto dopo la scoperta del terribile morbo dell’AIDS ma l’indifferenza va combattuta con energia, perché la tossicodipendenza è un male della società di fronte al quale nessuno può sentirsi estraneo.
    Le droghe in effetti non sono altro che dei farmaci usati impropriamente o in dosi superiori a quelle che l’organismo è in grado di sopportare senza scompensi. Esse in realtà non fanno latro che modificare le condizioni psichiche dell’individuo, queste determinano un iniziale stato di benessere e sono dotate di un’azione eccitante che prova euforia ed una visione più rosea delle cose. Si tratta però di venefici momentanei alla fase di benessere e di eccitazione segue infatti uno stato di depressione per vincere il quale diviene necessario assumere nuove dosi di droga. In questi ultimi anni si sono diffusi tra i giovani altre sostanze mortali quali l’ecstasy e il crack. Il primo può portare a gravi stati depressivi perché distrugge una sostanza che fa parte del cervello. Questo viene venduto soprattutto nelle discoteche sotto forma di pasticche. Purtroppo il suo consumo nel 2001 è aumentato del 400% rispetto all’anno precedente. Le cause di questo preoccupante fenomeno sociale vanno ricercate in un disagio nel mondo dei giovani, il dramma della droga interessa giovani tra i 16 e i 24 anni senza distinzione di classe sociale. Lo Stato purtroppo si è reso e si rende ancora oggi colpevole per non aver garantito a tutti una migliore qualità della vita e la certezza del futuro. Le comunità terapeutiche che si sono andate moltiplicando grazie all’opera di laici e religiosi. Le più note sono quelle di don Mario Picchi, di don Luigi Ciotti e di don Piero Gelmini.
    La comunità più nota è comunque quella di San Patrignano, un paesino in provincia di Forlì.
    La comunità è organizzata come una grande azienda dove i giovani imparano un mestiere per essere poi inseriti nella società.


    Adolescenti aggressivi e figli padroni senza idea sul futuro


    Educare i propri figli non è un compito facile, soprattutto al giorno d’oggi. In questi ultimi tempi, infatti, come emerso dall’ottavo rapporto EURISPES sui giovani italiani, questi ultimi rivelano una “sofferenza di vivere” che era sconosciuta agli adolescenti di 30 o 40 anni fa, che non possedevano quasi nulla, vivevano in un ambiente familiare e sociale povero, autoritario e fortemente impositivo e non avevano certo di fronte a loro grandi prospettive di lavoro e di successo. Viene allora il sospetto che i giovani siano, in realtà, più poveri oggi di allora, senza voglia di fare, senza un’idea del futuro, senza nessun rapporto con il passato, incapaci di comprendere e di accettare il mondo degli adulti. Il periodo dell’adolescenza è infatti caratterizzato da cambiamenti fisici ma in particolare psicologici, cambia anche il modo di vedere la figura dei genitori con i quali spesso si iniziano a creare conflitti causati dalla voglia di indipendenza. Dal mio punto di vista i genitori di oggi non sono all’altezza di educare i propri figli; appaiono molto spesso assenti a causa del lavoro e della vita frenetica che conducono. Questo porta ad un vero e proprio capovolgimento dei ruoli, contraddistinto dal timore dei genitori di subire attacchi verbali o fisici da parte dei figli. Anziché rimproverarli molti preferiscono soddisfare le loro richieste con la convinzione che in fondo si tratta di piccoli capricci ai quali non conviene opporsi. La nuova generazione è quella del tutto e subito, che porta con sé due aspetti, uno positivo e l'altro negativo .

    Se da un lato, infatti, è un bene che la conoscenza, contrariamente al passato, passi da figlio a padre, vista l'abilità dei ragazzi a utilizzare le nuove tecnologie, dall'altro, merita attenzione il fenomeno della sempre più crescente intolleranza dei figli nei confronti dei pari, dei professori e dei genitori stessi.L’idea di rispetto verso una persona più grande va ormai via via perdendosi ed è quindi un dilagare di maleducazione ovunque. Tuttavia anche l’uso della tecnologia,che può essere visto come un punto positivo,può diventare negativo nel caso in cui non se ne faccia un buon uso.Negli ultimi tempi abbiamo visto come gli adolescenti abbiano usato i cellulari e internet per divulgare su youtube video di vita scolastica ,spogliarelli nei bagni, bullismo, e altre situazioni che di certo non ci fanno onore.Inoltre hanno più facilità a parlare in chat che guardando negli occhi una persona, e hanno un rapporto quasi ‘morboso’ con le nuove tecnologie. L’unico modo per affrontare il problema è restituire importanza ai valori che da sempre erano alla base di una buona educazione,valori trasmessi da padre in figlio.Rilevante poi l’importanza del dialogo tra genitori e figli,ormai del tutto assente. Spesso i genitori pensano di poter colmare la loro assenza riempiendo il proprio figlio di regali inutili, accontentando ogni suo capriccio ovvero viziandolo ma delle volte vale molto di più una buona chiacchierata di qualsiasi altro desideratissimo regalo, che porta solo l’adolescente a credere che tutto gli sia dovuto, invece di imparare a guadagnarsi da solo ciò che chiede. Fortunatamente il rapporto con i miei genitori non ha mai attraversato momenti di crisi, in quanto basato su stima e fiducia reciproca. Loro sono sempre stati presenti, consigliandomi in molte scelte e aiutandomi nei momenti difficili. Se ho un problema prima di chiedere consiglio a qualsiasi altra persona so di poter contare su mia madre ,sempre molto paziente nell’ascoltarmi e soprattutto cosciente che ciò che ai suoi occhi può apparire un problema futile per me può non essere così quindi non sottovaluta ciò che mi rattrista ma anzi cerca di darmi conforto e di trovare una soluzione insieme a me. Sicuramente non è confortante pensare che i giovani di oggi sono il futuro del nostro paese in quanto se continuano così, mancheranno senso di responsabilità e capacità decisionali. È il caso quindi di rendersene conto e di prendere in tempo provvedimenti.


    TEMA SULLA CRISI DELL’ADOLESCENZA


    Citando lo psicologo Kestemberg “l’adolescente non è allo stesso tempo un bambino ed un adulto”.
    Sappiamo che per adolescenza (da “adolescere” = crescere) si intende quel periodo della vita che va dai 12 ai 22 anni circa, e vede l’individuo impegnato ad affrontare una serie di cambiamenti che interessano il suo sviluppo fisiologico, morfologico, sessuale, infine sociale. Esso inizia con la pubertà e si conclude con l’ingresso nel mondo degli adulti, che avviene perchè si assumono responsabilità (consapevolezza identitaria), perché si fanno cose tipiche della maturità (la condotta) e perché la società ci riconosce come tali (riconoscimento sociale).
    I conflitti si presentano in diversi piani.
    • Il primo è quello legato allo sviluppo fisico dell’adolescente, trasformazioni corporee rapide e vistose che influenzano la coscienza ed il comportamento, insieme all’autostima e al confronto con i coetanei rappresentano i primi problemi che insorgono nell’adolescente. Il rimanere indietro viene interpretato dall’adolescente come indice del costituirsi di una inferiorità permanente. Nei maschi lo identifichiamo con la mancanza di peso e bassa statura (i ragazzi più forti sono più popolari dei meno forti ed anche meglio adattati all’ambiente), oppure anche con il ritardo dello sviluppo (ciò sviluppa infatti sentimenti di inquietudine, insicurezza e dubbi sulla propria efficienza fisica che possono permanere nel tempo). Nelle femmine invece identifichiamo il problema legato allo sviluppo fisico con il peso e la statura ritenuti eccessivi, di cui sentiamo spesso parlare, oppure lo sviluppo precoce che costituisce uno svantaggio psicologico nelle ragazze adolescenti.

    • Altra parte costituente della crisi adolescenziale è il conflitto psicologico relativo allo sviluppo sessuale ed è dal modo in cui queste fasi sono superate che derivano gli stessi conflitti
    • Ulteriore problema fondamentale della crisi adolescenziale è il conflitto psicologico relativo allo sviluppo intellettivo. Infatti tra l’11° e il 14° anno si verificano dei progressi nello sviluppo intellettuale: dal pensiero infantile della fanciullezza si passa al pensiero astratto della mentalità adulta (ipotetico-deduttivo).
    Questo però può favorire l’insorgenza di conflitti interiori: uno di questi è l’insoddisfazione di fronte ad pensieri e regole del mondo degli adulti, inculcate senza una spiegazione.
    Le soluzioni più drammatiche intraprese dall’adolescente sono l’abbandono scolastico, le fughe, e nel peggiore dei casi, il suicidio.
    Altro conflitto conseguente ai fattori della crisi adolescenziale, è quello della marginalità sociale, ovvero il vedere gli adulti come “ambigui” che a volte richiedono all’adolescente comportamenti da adulti, altre volte lo escludono dal mondo adulto.
    Insomma, l’adolescente non è né carne né pesce, non appartiene né all’infanzia né agli adulti.
    Questo pone l’Adolescente in una situazione di incertezza che, indebolisce l’identità personale, sessuale, sociale e determina un senso di inutilità e disistima.
    Un adolescente, essendo nella piena crisi, tenta di difendersi: rigetta le immagini dei genitori, rifiuta le precedenti identificazioni perché vuole affermarsi al di fuori della famiglia. Questo però produce ulteriore marginalità psicologica e sociale.
    Ci sono Adolescenti che evitano le scelte fondamentali dell’esistenza (ideologiche, politiche, religiose, ecc.) e accettano le indicazioni della famiglia o del loro gruppo sociale.
    Altri Adolescenti rifiutano le scelte preconfezionate perché vogliono dare un senso nuovo ed originale alla propria vita oppure vogliono raggiungere una propria identità.
    Questo però porta a dei costi, quali l’ascetismo, l’intellettualizzazione, il narcisismo o la scissione dell’adolescente. Con l’ascetismo abbiamo un timore verso le richieste istintive, e un rigetto ai desideri, viste le proibizioni imposte dai genitori. L’istinto dell’adolescente ascetico dice “io desidero”, mentre l’io interiore lo proibisce. Vi è quindi uno slittamento verso gli eccessi opposti, di colpo l’individuo si concede ciò che prima i genitori gli proibivano, facendolo con esagerazione. Con l’intellettualizzazione l’adolescente trasferisce il conflitto dal piano emozionale a quello del pensiero, crede di essere un conquistatore o un divo, fantastica o sogna ad occhi aperti. Ascetismo e intellettualizzazione insieme comportano una difesa contro gli oggetti d’amore dell’infanzia, allontanano dalla famiglia e dai valori che essa ha rappresentato. Con il narcisismo vi è il tentativo di valorizzare il proprio Io, di farne il centro dell’universo. Con esaltazioni dell’autostima che permettono di affrontare molte difficoltà. Ciò favorisce la rottura dei legami coi modelli comportamentali del passato.
    L’ultimo “costo” della crisi è la scissione dell’adolescente, quando si riporta l’Io ad una situazione predepressiva, dove gli oggetti buoni erano separati da quelli cattivi. Da una parte l’adolescente reclama l’indipendenza (come uscire la sera), dall’altra vuole essere accompagnato in situazioni banali. Vi è una sorta di identificazione con l’onnipotenza e l’onniscienza una volta attribuita ai genitori. C’è la tendenza a mostrarsi cinici, spietati, arroganti e a coltivare interessi artistici.
    A questo punto della crisi fa il suo ingresso il “gruppo”, lo spazio ideale per l’evasione dai problemi. Due sono i tipi di gruppi: quello omosessuale-paranoide (11-15 anni), costituito da soli maschi o da sole femmine, e quello eterosessuale-depressivo, dove avviene un processo di “integrazione” vero e proprio, e al centro di questo gruppo c’è la coppia.
    Esistono ovviamente dei fattori di rischio, che possono anticipare la crisi adolescenziale, e sono molteplici: le condizioni esistenziali del ragazzo o del suo ambiente quali la coppia incompleta di genitori (ragazza madre), la separazione parentale, la malattia cronica di un genitore, le separazioni precoci, la condizione precaria della famiglia ecc…
    Però, senza la crisi, i problemi che la compongono rimangono fissati alle antiche identificazioni tipiche dell’età dell’infanzia, producendo delle adolescenze mancate, abortite, ritardate, prolungate o sacrificate.
    A volte durante questi processi, l’adolescente incombe in problemi gravi quali l’uso di droghe (adolescenza tossicodipendente) o l’asocialità (adolescenza dissociale).
    L’adolescenza “tossicodipendente”, una delle più comuni, si consuma all’interno del gruppo, e genera senso di appartenenza e di identità. Con l’assunzione di sostanze stupefacenti si aumenta la capacità di relazionarsi con gli altri, c’è il distacco dalla sofferenza, e ciò dà una sensazione di amore universale. Delle figure parentali ci si vuole liberare, ma contemporaneamente le si vuole conservare. Quindi l’assunzione di droghe per l’adolescente non è più liberatrice di fantasie, ma determina l’assenza di fantasie.
    Più un adolescente manifesta un comportamento patologico o deviante, più le sue relazioni con i genitori risultano essere insoddisfacenti, conflittuali e insignificanti.
    I conflitti con i genitori avvengono per tre principali problemi:
    • Può essere una conseguenza della crisi adolescenziale. In quanto l’adolescente rimette in causa la personalità dei genitori, deve convincere i suoi genitori e se stesso di non aver più bisogno di loro.
    - L’Adolescente può aver bisogno di svalutare i suoi genitori, ma non si augura di distruggerli in quanto modello; la stima che egli ha per se stesso è collegata alla stima che egli ha per i suoi genitori.
    • Può essere dovuto sia a difficoltà nell’adolescente ad accettare la sua crescita e la sua autonomia, sia a difficoltà nei genitori a superare quella che viene chiamata “crisi di mezza età”.
    • Può essere considerata anche come una conseguenza di atteggiamenti patologici dei genitori, come le famiglie fragili che non sopportano gli sforzi di separazione.
    I genitori solitamente reagiscono al conflitto dell’adolescente giudicandolo incapace, incompetente o irresponsabile. Poiché la famiglia è organizzata intorno a credenze fondamentali o presupposti di base che la rendono un gruppo unito e molto difeso, quando questa unità viene minacciata, l’adolescente perde fiducia nella stessa, benché ne rimanga sempre parte integrante.
    Penso che la crisi adolescenziale sia qualcosa che prima o poi venga affrontata da ogni ragazzo, in modi e tempi differenti, condizionato forse dai mass media che possono influenzare maggiormente la crisi. Si parla tanto di crisi, ma non si parla mai di risoluzione dei problemi che la compongono. Se forse si cercasse di affrontare determinati problemi, a mio parere si potrebbero risolvere parti cruciali della crisi di un adolescente. Se non fosse lo stesso adolescente che cerca la crisi, forse per non sentirsi troppo “escluso” dalla caotica società odierna.





    Tema svolto sull'adolescenza, vista come una “bella età” ma pur sempre come un’”età difficile”, il tema vuole inquadrare questo periodo così contrastante.

    Tema sull'adolescenza
    Ritengo che l’adolescenza sia uno dei periodi più difficili della vita. In questa fase della vita noi giovani dobbiamo affrontare molti problemi e molte responsabilità. Capita spesso che noi adolescenti non riusciamo ad affrontare con successo le preoccupazioni. In noi nascono situazioni di disagio che non riusciamo sempre ad esprimere, certe volte i nostri genitori, distratti dal lavoro o da altre preoccupazioni, non colgono i messaggi di noi figli e quindi non riescono ad aiutarci. A volte cerchiamo aiuto nei coetanei, ma non sempre troviamo chi riesce a capire il nostro disagio interiore. Può accadere anche che l’amico più caro ci tradisca e questo può causare forti depressioni da cui è difficile uscire senza l’aiuto di qualcun altro che spesso viene respinto per paura di subire un’altra delusione. Altri problemi dipendono dalla difficile accettazione del proprio fisico: spesso il nostro corpo cresce non proprio come noi stessi volevamo. Anche l’ambito scolastico può diventare fonte di insoddisfazione, a volte capita che il disinteresse per alcune materie porta l’adolescente a risultati insoddisfacenti. I giovani di oggi vengono anche accusati di essere privi di ideali, forse questo è vero per alcuni giovani che non devono lottare per ottenere quello che vogliono e che ottengono con pochi sforzi, tanto da farli diventare superficiali e scettici sui grandi valori. Negli ultimi anni sono anche aumentati episodi di anoressia, bulimia, vandalismo, bullismo e uso di droga. Penso che risolvere del tutto questi problemi non è facile, ma almeno si può cercare di evitare che giungano ad un punto critico. Occorre far capire a noi adolescenti che la diversità rispetto ad un modello visto in TV o dal “gruppo” non è un difetto ma un valore. Dobbiamo imparare ad accontentarci di quello che siamo senza dare troppa importanza all’aspetto esteriore. Un’altra strada per affrontare bene quest’età è quella di selezionare le amicizie in modo da privilegiare il rapporto con le persone che davvero dimostrano di volerci bene. Penso che la crisi adolescenziale sia qualcosa che prima o poi venga affrontata da ogni ragazzo, in modi e tempi differenti.




    Adolescenza: età unica e affascinante, ma anche molto complessa


    Adolescenza

    Traccia:
    Nessuna età dell’uomo è così ricca di risorse e, nello stesso tempo, di problematiche come l’adolescenza. Prova a delineare le caratteristiche che la rendono un’età unica e affascinante, ma nello stesso tempo complessa per lo sviluppo sano ed equilibrato di un individuo.
    Svolgimento:

    L’adolescenza (termine che deriva dal latino “adolesco” = crescere) senz’altro è uno dei periodi più difficili della vita. In questa fase della sua crescita il giovane deve affrontare molti problemi e molte responsabilità. Se fosse in grado di superare le prove di questa età, potrebbe diventare una persona adulta, ma capita frequentemente che l’adolescente non riesca ad affrontare con successo le preoccupazioni. Pertanto in lui nascono situazioni di disagio che egli non riesce sempre ad esprimere. La famiglia, così, non può aiutarlo a superare quei momenti, anche se certe volte i genitori, distratti dal lavoro o da altre preoccupazioni, non colgono i messaggi impliciti dei figli.


    Allora il giovane cerca aiuto nei coetanei, ma non sempre trova chi può capire il suo disagio interiore. Talvolta accade che l’amico più caro lo tradisca, magari andando a raccontare un segreto che gli era stato confidato proprio a colui che non doveva conoscerlo. Questo può causare forti depressioni, da cui è difficile uscire senza l’aiuto di qualcun altro, che spesso viene respinto per paura di subire un’altra delusione.

    Anche il rapporto con l’altro sesso non aiuta, e spesso il giovane si coinvolge troppo in storie che non si rivelano affatto serie come lui pensava.

    Altri problemi dipendono dalla difficile accettazione della propria persona. Infatti i cambiamenti di un adolescente sono anzitutto fisici. Spesso il corpo cresce non proprio come noi stessi volevamo, oppure non rispecchia i modelli che gli amici, la società e talvolta anche i genitori ci impongono. Questi sembrano solo problemi soprattutto femminili, ma risulta che oggi anche i maschi ne soffrono molto più di un tempo.

    Anche l’ambito scolastico è spesso fonte di insoddisfazione. L’adolescente ha la volontà di affrontare lo studio per raggiungere gli obiettivi prefissati, ma poi la mancanza di interesse per materie scolastiche che egli vede sempre più lontane dalla sua sensibilità e dal mondo in cui vive lo porta a risultati insoddisfacenti.

    Inoltre molti accusano i giovani di oggi di essere privi di ideali. Forse questo è vero, nel senso che i giovani di oggi non devono lottare per ottenere quello che vogliono, ma spesso se lo trovano a disposizione senza grandi sforzi, e questo li rende superficiali e scettici sui grandi valori. Forse questa mancanza di ideali è dovuta al fatto che gli adulti cercano di inculcare valori di cui poi non sono esempio concreto per i ragazzi. In genere sono proprio i figli di genitori magari ricchi, ma assenti, a covare un’insoddisfazione che poi esplode in gesti estremi. Sono infatti drammaticamente aumentati i tentativi di suicidio fra adolescenti, soprattutto nelle grandi città, mentre gli episodi di autolesionismo, anche se meno grave, di anoressia, bulimia, vandalismo, bullismo, ecc… sono all’ordine del giorno.

    Come abbiamo visto, le preoccupazioni degli adolescenti sono parecchie, a dispetto di chi pensa a quest’età come spensierata e serena. Ma è proprio impossibile risolvere questi problemi?.

    Forse risolverli del tutto non è sempre facile, ma almeno si può cercare di evitare che giungano ad un punto critico. Anzitutto bisogna far capire all’adolescente che la diversità, rispetto a un modello mutuato dalla tv o dal “gruppo”, non è un difetto, ma un valore. Bisogna provare ad accontentarsi di quello che si è, senza dare troppa importanza all’aspetto esteriore, ma potenziando gli elementi positivi. Ogni persona ha le sue carte da giocare nella società per quello che è, non necessariamente per il ruolo che ricopre o per la maschera che indossa. Un’altra strada per affrontare bene quest’età è quella di selezionare le amicizie e gli adulti di riferimento, in modo da privilegiare il rapporto con le persone che davvero dimostrano di voler bene alla persona nella sua integrità. In questo modo il ragazzo acquisterà maggiore fiducia nelle proprie potenzialità e scoprirà una passione cui dedicarsi con impegno e costanza. Forse, senza neanche che se ne accorga, a quel punto avrà già imboccato e iniziato a percorrere la strada per un’effettiva maturità.
     
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