Peppino Di Capri e i suoi Rockers è il primo album di Peppino Di Capri.
Il disco
L'album, pubblicato a dicembre del 1958 dalla Carisch, ha lo stesso titolo di alcuni altri successivi: si differenzia però per il formato, che è di 25 cm (leggermente più piccolo del consueto).
Racchiude tutte le dieci canzoni che l'artista, accompagnato dal suo gruppo, I Rockers, aveva pubblicato in quel momento in cinque 45 giri: il primo, in ottobre, era stato Let me cry/You're divine dear, seguito poche settimane dopo dal secondo, L'autunno non è triste/Mambo alfabetico, dal terzo, pubblicato agli inizi di novembre, Pummarola boat/Nun è peccato, che gli porta il grande successo, grazie a Pummarola boat, scritta da Tata Giacobetti e Antonio Virgilio Savona del Quartetto Cetra, che l'avevano incisa in precedenza con il gruppo ma soprattutto grazie al brano sul lato B, Nun è peccato che diventa un evergreen della canzone italiana, dal quarto, Last train to San Fernando/Teach you to rock, pubblicato a fine mese (con sul lato A la cover di un successo di Johnny Duncan e sul retro uno di Freddie Bell & The Bellboys del 1956) e da 'mbraccio a mme/Malatia, il quinto, nei negozi in contemporanea all'album.
Peppino Di Capri con i suoi Rockers nel 1961; da sinistra a destra Pino Amenta, Mario Cenci, Peppino Di Capri, Gabriele Varano ed Ettore "Bebè" Falconieri
Il disco ebbe, come del resto i singoli, un grande successo, risultando uno dei 33 giri più venduti dell'anno successivo.
La copertina, a colori, è una fotografia realizzata negli studi di registrazione della Carisch a Milano (dove le canzoni erano state incise, tutte e dieci gli ultimi giorni di settembre), e raffigura Di Capri sulla sinistra mentre canta al microfono a giraffa mentre sulla destra i quattro rockers cantano davanti a un microfono Eiar; Amenta ha il contrabbasso in mano, Varano il sax e Falconieri le maraca.
Formazione
Peppino Di Capri: voce solista, pianoforte Ettore Falconieri, detto Bebè: batteria Pino Amenta: contrabbasso, cori Mario Cenci: chitarra, cori Gabriele Varano: sax, cori
Tracce
LATO A
You're divine dear (testo e musica di Giuseppe Faiella) Nun è peccato (testo di Ugo Calise; musica di Ugo Calise, Carlo Alberto Rossi e Silvano Birga) Mambo alfabetico (musica di Luigi Gelmini) Let me cry (testo e musica di Mario Cenci) Pummarola boat (testo di Tata Giacobetti; musica di Antonio Virgilio Savona)
LATO B
Last train to san Fernando (testo e musica di Sylvester Devere e Randolph Padmore) L'autunno non è triste (testo di Umberto Bertini e Nisa; musica di Carlo Donida) Malatia (testo e musica di Armando Romeo; testo in inglese di Caslow) 'mbraccio a mme (testo di Di Benedetto; musica di Salve D'Esposito) Teach you to rock (testo e musica di Freddie Bell e Joey Lattanzi)
Peppino di Capri e i suoi Rockers è il secondo album di Peppino di Capri.
Il disco
Al contrario del precedente con lo stesso titolo, questo disco pubblicato dalla Carisch ad aprile del 1960 è di formato normale. Due canzoni, Malatia del cantautore Armando Romeo e Nun è peccato, erano già contenute nel disco precedente, mentre le altre erano comunque tutte già state pubblicate su 45 giri. Di particolare successo erano state Voce 'e notte, rielaborazione di un classico napoletano del 1905, e Nun giurà, altra canzone di Armando Romeo; vi sono poi presenti alcune rielaborazioni di successi come È mezzanotte di Joe Sentieri e Libero di Modugno, entrambe presentate al Festival di Sanremo 1960, Marina di Rocco Granata, una delle canzoni più vendute del 1959, qui eseguita in versione inglese, e Danny Boy di Conway Twitty (basata su una musica tradizionale irlandese). Come di consueto in questo periodo nei dischi di Peppino, suonano I Rockers, che appaiono anche nella copertina del disco, seduti insieme al cantante sulla tribuna dello Stadio San Paolo di Napoli. Anche quest'album riscosse molto successo, risultando uno dei più venduti del 1960.
Tracce
LATO A
Voce 'e notte (testo di Edoardo Nicolardi; musica di Ernesto De Curtis; Edizioni musicali Bideri) Nun giurà (testo e musica di Armando Romeo Abrete Sesamo (testo e musica di Ramon Marquez e Julian Novelo Molina) Lassame (testo di Mario Cenci; musica di Mario Cenci e Marcello Scarponi) Marina (testo e musica di Rocco Granata) Malatia (testo e musica di Armando Romeo; testo in inglese di Caslow; Edizioni musicali Radiofilmusica) È mezzanotte (testo di Alberto Testa; musica di Rinaldo Cozzoli e Giulio Compare)
LATO B
Danny Boy (testo di Frederick Weatherly; musica tradizionale) Ghiaccio (testo di Alfredo Paone; musica di Lello Caravaglios e Raffaele Ronga) Il mio incubo (testo e musica di Claudio Intrieri; Edizioni musicali Chappell) Suonno (testo di Mario Cenci e Giuseppe Faiella; musica di Mario Cenci e Gino Mazzocchi; Edizioni musicali Chappell) Nun songh'io (testo di Alfredo Paone; musica di Lello Caravaglios) Nun è peccato (testo di Ugo Calise; musica di Ugo Calise, Carlo Alberto Rossi e Silvano Birga; edizioni musicali C.A. Rossi Editore) Libero (testo di Domenico Modugno e Franco Migliacci; musica di Domenico Modugno)
Nessuno al mondo è il terzo album di Peppino di Capri.
Il disco
Racchiude una serie di successi incisi dal giovane artista tra il 1959 e il 1960, tra cui ovviamente Nessuno al mondo versione italiana del brano No arms can ever hold you di Art Crafer e Jimmy Nebb, e che rimase uno dei più grandi successi di sempre del cantante. Vi sono poi altri grandi successi come Luna caprese rielaborazione di un classico napoletano del 1954, A pianta 'e stelle (di Lombardi e Paolmba), Freva (di Calderazzi e Vento) e Forget me? pubblicato l'anno precedente, ma oggi alquanto dimenticata. La copertina raffigura Peppino mentre "vola" in cielo, accanto vi è il nome dell'artista a firma e il titolo del disco, nella parte bassa vi sono i rockers seduti su un prato. Anche questo disco riscosse molto successo, rimanendo uno dei più venduti del 1960.
Tracce
LATO A
Nessuno al mondo (testo di Art Crafer; musica di Jimmy Nebb; testo italiano di Gioia e Nino Rastrelli) Freva (testo di Mario Calderazzi; musica di Pacifico Vento) Viene vicino a mme (testo di Raffaella Mura; musica di Gastone Motta) Ch'aggia ffà (testo di Mario Cenci; musica di Giuseppe Faiella) Sì turnata (testo di Ettore de Mura;musica di Mario De Angelis) Chissà pecchè (testo di Giuseppe Faiella e Ettore Lombardi; musica di Ettore Lombardi e Gino Mazzocchi) Luna caprese (testo di Augusto Cesareo; musica di Luigi Ricciardi)
LATO B
Lady (testo di Idalgo Franchini; musica di Cosimo Di Ceglie) Vicino 'o mare (testo di Mario Cenci e Giuseppe Faiella; musica di Giuseppe Faiella e Gino Mazzocchi) At Capri you'll find the fortune (testo e musica di Mario Calderazzi) Io tremmo (testo di Lello Caravaglios; musica di Alfredo Pappone) Forget me? (testo di Ettore Lombardi; musica di Gino Mazzocchi) A pianta 'e stelle (testo di Salvatore Palomba; musica di Ettore Lombardi) Mai dire mai (testo di Giancarlo Testoni; musica di Aldo Salvi)
Peppino di Capri e i suoi Rockers è il quarto album di Peppino di Capri.
Il disco
Contiene una serie di canzoni di grande successo che il giovane cantante aveva inciso con il suo complesso tra l'autunno del 1960 e la primavera del 1961. Il disco si apre infatti con I te vurria vasà rielaborazione di un classico napoletano del 1899 che in seguito divenne uno dei maggiori successi del cantante. Vi sono poi altri brani famosi come Ciento strade (di Alfieri e Boselli), Aprile a Napoli (di Crafer e Nebb), Che vita (dal film Mariti in pericolo) e Per un attimo (dal film Femmine di lusso). La canzone Let me cry era il primo brano in assoluto del cantante pubblicato nel 1958 e stampato già nel primo album dell'artista. Stranamente non è contenuta Il nostro concerto (grosso successo di Umberto Bindi), ma al contrario vi è presente il suo retro Se piangi tu. In tutte le incisioni Peppino di Capri si accompagna con i Rockers, che compaiono anche nella copertina del disco insieme al cantante su un enorme carro di buoi trainato dallo stesso Peppino.
Tracce
LATO A
I te vurria vasà (Russo/DI Capua) Che vita (testo di Mario Cenci; musica di Paolo Lepore) Te voglio stasera (testo e musica di Mario Cenci) Se piangi tu (testo di Paolo Lepore e Giovanni Martelli; musica di Luigi Naddeo) Stanotte nun durmì (testo di Sandro Tuminelli; musica di Gino Mazzocchi) Let me cry (testo e musica di Mario Cenci) Peppino (testo e musica originali di Hiketick, Callebaut e Kodo; testo italiano di Mario Cenci)
LATO B
Notte di luna calante (testo e musica di Domenico Modugno) No, nun dì ca me vuo bbene (testo di Umberto Boselli; musica di Rodolfo Mattozzi) Tu sei l'orizzonte (testo di Alberto Testa; musica di Corrado Lojacono) Ciento strade (testo di Umberto Boselli; musica di Edoardo Alfieri) Per un attimo (testo di Paolo Lepore e Luigi Naddeo; musica di Gino Mazzocchi) Nun m'aspettà chesta sera (testo di Mario Cenci e Gino Mazzocchi; musica di Giuseppe Faiella) Aprile a Napoli (testo di Art Crafer; musica di Jimmy Nebb; testo italiano di Mario Cenci)
da Wikipedia foto ebay.it
Video
I te vurria vasà
La canzone ha origine dall'amore infelice dell'autore Vincenzo Russo per Enrichetta Marchese. L'unione tra lo spiantato poeta e la ragazza, figlia di un gioielliere, era fortemente osteggiata dalla famiglia di lei, nonostante l'amore di Russo fosse corrisposto. I versi, composti sul finire del 1899 da Russo, furono musicati tra il 1 ed il 2 gennaio 1900 da Eduardo di Capua, famoso autore di 'O sole mio, nonché amico e sodale di Russo. Secondo quanto riporta la tradizione, il foglio con i versi fu consegnato da Russo a Di Capua la sera del 1 gennaio 1900 alla fine di una rappresentazione teatrale al Salone Margherita, dove si esibiva Armando Gill. Presentata al concorso "La tavola rotonda", I' te vurria vasà non ebbe immediato successo, arrivando solo seconda ex aequo. Negli anni successivi, tuttavia, il brano ebbe grandissima diffusione, e fu interpretata da una serie infinita di artisti napoletani, italiani ed internazionali, tra cui Mario Abbate, Sergio Bruni, Massimo Ranieri, Peppino di Capri, Gigi Finizio, Giacomo Rondinella,Lina Sastri, Roberto Murolo, Consiglia Licciardi, Renzo Arbore, Giorgia, Claudio Villa, Mina, Mango, Neil Sedaka. Come molte canzoni napoletane, travalicato il limite della musica leggera e popolare, I' te vurria vasà è stata inoltre inserita nel repertorio di grandissimi esponenti della musica classica quali Enrico Caruso, Tito Schipa, Giuseppe Di Stefano, Franco Corelli, José Carreras, Luciano Pavarotti e Andrea Bocelli.