ANIMALI DEL DESERTO

fauna e vita..oltre la sabbia

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    DESERTO

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    Un clima arido con precipitazioni annue inferiori a 25 cm è caratteristico della zone desertiche. La scarsità di acqua, le alte temperature del giorno, la notevole escursione termica diurna, per i deserti caldi anche oltre 40°C, annua per i deserti freddi, rendono molto difficile la vita. I deserti più estremi sono pressochè privi di vita, queste aree ricevono meno di 10 cm di pioggia annua e molte non ricevono pioggia per molti anni consecutivi. Sono poche le specie adatte a questo ambiente; oltre ai microrganismi estremofili troviamo piante xerofite e animali di piccola taglia: insetti, rettili, aracnidi, scorpioni e piccoli mammiferi, generalmente notturni. Questi organismi hanno adottato interessanti adattamenti. Le piante, spesso hanno le foglie trasformate in spine, strategia utile sia a diminuire la superficie traspirante sia a difendere la pianta dall'attacco di animali che potrebbero privarla dei pochi liquidi che riesce a trattenere. Gli animali stanno generalmente nascosti sotto la sabbia o le pietre ed escono solo nelle ore più fresche; alcuni producono l'acqua necessaria attraverso particolari metabolismi. I maggiori deserti sono situati in una fascia a 20°N che va dall'Africa settentrionale (deserto del Sahara), attraversa la fascia del mar Rosso e del golfo Persico (deserto Arabico), e arriva in Mongolia al deserto di Gobi. Nell'America meridionale sono presenti in Perù, in Cile e in Australia.
    I deserti possono essere rocciosi (Serir), ciottolosi (Hammada), sabbiosi (Erg).

    EUBATTERI

    alabama-hills
    Metallogenium sp. e Pedomicrium sp.
    Deserto di Varnish, le Alabama Hills in Owens Valley. Si possono notare le incrostazioni delle rocce dalla tipica colorazione rossastra dovuta alla presenza di colonie di batteri filamentosi del genere Metallogenium e Pedomicrium. Questi sono organismi dalle cellule sferoidali dalle dimensioni di 0.4-2 micron, che ossidano il manganese ed il ferro originando così i composti colorati.

    EUBATTERI
    Microcoleus vaginatus
    Le incrostazioni desertiche sono ricche di questo cianobatterio, Microcoleus vaginatus. I filamenti di questo microrganismo sono incastonati in un rivestimento minerale.I filamenti più piccoli si accrescono in direzione della zona della crosta quando questa assorbe acqua per diversi giorni.

    LICHENI
    Caloplaca saxicola
    In questo basalto del Plateau di Santa Rosa nel sud della California si possono individuare diversi tipi di licheni, tra i quali la colorazione arancio di Caloplaca saxicola, quella gialla di Candelaria e Candelariella, quella grigia di Xanthoparmelia.

    LICHENI
    Acarospora scheicheri
    Incrostazioni di licheni in rocce ignee della Coast Ranges (Sud California). I licheni gialli sono Acarospora schleicheri, quelli marroni Acarospora bullata e infine quelli grigi Dimelaena radiata.



    Animali cahe vivono nel deserto

    FENNEC

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    Il fennec è la volpe del deserto.
    Le sue orecchie sono dei radiatori per disperdere il calore che l'animale accumula durante le calde giornate del deserto.
    Come ogni animale del deserto, il fennec preferisce uscire di notte, quand'è più fresco.
    Di giorno se ne sta rintanato nella sua tana sottoterra, al riparo dal sole.
    Il suo pelo è folto e lungo.
    Come i suoi parenti (lupi e volpi) il fennec vive in branchi da 10-12 individui, nella stessa tana.
    Il fennec si nutre per lo più di lucertole, topi, cavallette, locuste e altri insetti, difende le prede dai compagni del branco, a meno che non ci siano cuccioli da nutrire.


    Edited by gheagabry1 - 23/1/2023, 23:14
     
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    La fauna del deserto
    Egitto > La fauna e la flora > La fauna del deserto

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    Il primo animale al quale si pensa evocando l'Egitto è senza dubbio il dromedario. E a giusto titolo, poiché viene utilizzato molto per gli spostamenti da parte degli egiziani. Tuttavia altre specie animali vivono su quelle distese di sabbia. Tra queste ghepardi, gatti della sabbia, fennec e stambecchi della Nubia. Un tempo il deserto ospitava una gran varietà di mammiferi, come la iena, il ghepardo o l'orice e perfino dei leoni, al tempo dei faraoni. Alcune specie sono totalmente scomparse, mentre altre sono in via d'estinzione a causa della caccia.

    L'ambiente dei deserti

    L'ambiente dei deserti ardenti è caratterizzato da un clima caldo-arido, da una vegetazione scarsissima e da una fauna altrettanto scarsa. Vi si trovano grandi mammiferi erbivori, cammelli e dromedari allevati dall'uomo come animali da trasporto. Altri piccoli mammiferi carnivori ed erbivori come il fennec, il topo-canguro, lo sciacallo e la lepre del deserto, vivono spontaneamente in questi luoghi. Conducono vita notturna traendo acqua dal loro cibo. Vi sono inoltre varie specie di rettili come il crotalo, la vipera del deserto, il camaleonte e molti invertebrati come ragni, scorpioni e insetti. gli animali del deserto manifestano speciali adattamenti al tipo di habitat in cui vivono: pietraie, dune, oasi. Ad esempio rettili, insetti hanno rivestimenti esterni tali da impedire la traspirazione e i loro escrementi sono privi di liquidi. Altri anfibi compiono un accelerato ciclo di crescita prima che la poca acqua piovana di una pozza evapori sotto il sole cocente. E' interessante osservare che gli animali del deserto hanno sviluppato caratteristiche simili in zone separate da isolamento geografico, come America, Asia, e Australia. Gli animali del deserto entrano nel ciclo della catena alimentare.


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    FENNEC

    Il fennec è la volpe del deserto.
    Le sue orecchie sono dei radiatori per disperdere il calore che l'animale accumula durante le calde giornate del deserto.
    Come ogni animale del deserto, il fennec preferisce uscire di notte, quand'è più fresco.
    Di giorno se ne sta rintanato nella sua tana sottoterra, al riparo dal sole.
    Il suo pelo è folto e lungo.
    Come i suoi parenti (lupi e volpi) il fennec vive in branchi da 10-12 individui, nella stessa tana.
    Il fennec si nutre per lo più di lucertole, topi, cavallette, locuste e altri insetti, difende le prede dai compagni del branco, a meno che non ci siano cuccioli da nutrire.


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    felini del deserto


    Il serval o servalo e il caracal sono due felini simili e strettamente imparentati fra di loro, sono predatori abbastanza diffusi nella zona del deserto del Sahara, Sono tipi di felini che raggiungono una lunghezza di 90 cm, senza contare la lunga coda di una quarantina di cm, hanno una corporatura agile e snella con delle lunghe gambe, il loro manto è di un colore marrone arancio, con grandi macchie nere. Più che altro nel deserto si trovano in quei posti dove il territorio è quasi una savana, e qui cacciano roditori, piccole antilopi e uccelli. Durante il periodo della riproduzione fanno delle cucciolate in genere di 5 cuccioli, in America questi animali sono stati oggetto di positivi tentativi di usarli come animali domestici.




    Edited by gheagabry1 - 23/1/2023, 23:11
     
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    scorpione del deserto

    scorpione

    Le caratteristiche generali degli scorpioni

    L'aspetto generale degli aracnidi che compongono l'ordine degli scorpioni è familiare a molti. si riconoscono immediatamente dai pedipalpi molto sviluppati, costituenti che le molto robuste, e dalla coda formata dagli ultimi 5 segmenti dell'addome e terminate con un aculeo collegato a ghiandole velenifere.

    Spesso la puntura dello scorpione provoca arrossamenti e un gonfiore locale ma talora possono provocare la morte anche dell'uomo oppure può sopravvenire vomito,gravi convulsioni e delirio che però scompaiono in breve tempo. Le specie tropicali sono molto pericolose specialmente quelle del genere centrurus del Messico la cui puntura è spesso mortale, anche per l'uomo (soprattutto se la sua resistenza fisica è debole).





    Il veleno degli scorpioni è un liquido trasparente che paralizza il sistema nervoso,il cuore e il cervello.

    Gli scorpioni si possono trovare sotto i sassi o su una corteccia di legno ,nei buchi delle muraglie e altri luoghi oscuri . Essi non attaccano mai l'uomo ,ma lo pungono se si sentono minacciati.
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    Gli scorpioni si nutrono di insetti che cacciano o che incontrano avvertendone la presenza attraverso il tatto più che alla vista,la quale è assai modesta:esso incurvando la coda sul dorso,punge la sua vittima con l'aculeo velenifero.









    cammelli e dromedari....



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    Marocco e Sahara. Un’esperienza da vivere.

    Attraverso i ricordi, le emozioni e i sogni continui, vi racconterò di un viaggio, di un’esperienza che raccoglie alcune informazioni di una tradizione lontana, sia dal punto di vista geografico, sia dal punto di vista culturale. L’arrivo in Marocco, la vita con i cammelli, a fianco agli Imazighen.

    Cammelli e dromedari, essenziali per alcune popolazioni, e soprattutto per le popolazioni nomadi, possono trasportare una media di 150 kg ciascuno. Gli Imazighen (gente libera) hanno una lunga tradizione nomade, di cui vanno orgogliosi.

    Durante le ore più calde del giorno gli Imazighen montano le tende per ripararsi dal sole. La conversazione è l’unico intrattenimento. Alcuni di essi viaggiano fin da bambini, per settimane, attraverso lunghe rotte commerciali, trasportando merci verso il nord Africa. E in questi casi la figura del cammello si rivela essenziale: per sopravvivere bisogna far affidamento su di essi. Per questo gli Imazighen hanno un’inclinazione al benessere e alla cura dei loro animali. Tolleranti e pazienti, i cammelli instaurano forti legami con i loro padroni. Nonostante questa loro caratteristica in alcune circostanze possono diventare estremamente pericolosi.

    I cammelli sono animali ben organizzati; le loro narici si chiudono per non far entrare sabbia o polvere durante i viaggi; anche le ciglia sono fatte in modo che sabbia e polvere non entrino negli occhi dell’animale. Nelle loro gobbe (serbatoi) vi sono grandi riserve d’acqua che consentono loro di stare a lungo senza bere.

    Al tramonto gli Imazighen allestiscono le tende per la notte, e i cammelli sono liberi di girare (ma non si allontanano mai).

    I turbanti che gli uomini usano per coprirsi il capo sono indumenti fondamentali dell’abbigliamento del deserto. La testa viene protetta dal sole cocente; occhi e bocca dalla sabbia.

    D’estate le temperature raggiungono oltre i 40° all’ombra, ma i cammelli si adattano con facilità. Il paesaggio desertico cambia spesso aspetto, ma caldo e aridità restano sempre. I pozzi d’acqua sono alimentati da sorgenti sotterranee, una vera salvezza per chi viaggia! Secondo la legge del deserto, i pozzi appartengono a tutti.

    Ogni famiglia nomade vive unita. La tenda adibita a cucina è separata dalla dimora principale, in cui la famiglia vive e dorme. Nonostante l’apparenza, la donna nomade desidera tutte le comodità della città: tv, frigorifero e acqua corrente. Alcuni uomini invece non lascerebbero mai completamente il deserto.






    Dromedario - Camelus dromedarius

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    Origini e caratteristiche del Dromedario
    Classe: Mammiferi
    Ordine: Artiodattili
    Famiglia: Camelidi
    Genere: Camelus
    Specie: dromedarius
    Il Dromedario è diffuso in Asia, Africa settentrionale e, introdotto dall'uomo, anche in Australia. Durante la dominazione araba era presenta anche in Sicilia e Spagna (Andalusia).
    In base ai resti fossili ritrovati, l'animale popolava alcuni millenni or sono anche l'America del Nord, ma è assai probabile il suo addomesticamento sia avvenuto nella Penisola Araba tra il IV e il V millennio a.C., diventando indispensabile per i nomadi beduini delle aree steppose e desertiche (per la soma e per la produzione di latte, carne e pellame).
    Di esso si utilizza pressoché tutto: carne (molto digeribile), grasso (molto apprezzato quello della gobba), latte (2-14 litri al giorno), pelle (elastica e morbida), pelo (per la produzione di tessuti pregiati) e sterco (disseccato al sole, viene impiegato come combustibile).
    In molti Paesi arabi del Golfo, il dromedario viene impiegato come animale da corsa, su percorsi molto lunghi e rettilinei, in quanto non ama effetuare rapide evoluzioni e curve.
    La riottosità dell'animale non lo ha reso particolarmente adatto all'impiego bellico e ad esso gli Arabi hanno quasi sempre preferito il cavallo (i guerrieri arabi giungevano sui luoghi della battaglia cavalcando il dromedario e trascinandosi dietro il cavallo, per montare questo al momento del combattimento).
    Il mantello può assumere le più diverse sfumature del beige, giungendo a tonalità assai scure, fin quasi al nero o al contrario, assai chiare, fino al bianco ed al pezzato. Le femmine sono particolarmente apprezzate per il carattere meno irrequieto e per la produzione di latte. Può vivere fino a 40-50 anni.


    Edited by gheagabry1 - 23/1/2023, 23:04
     
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    euryxanthus Micruroides (Kennicott, 1860)
    ARIZONA serpente corallo


    CITAZIONE
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    SONORAN CORALSNAKE Micruroides euryxanthus
    Velenoso

    DESCRIZIONE: A (fino a 615 mm o 24 "in totale) di lunghezza, snello piccoli, dai colori vivaci con serpente, giallo o crema, rosso e nero anelli che circondano completamente il corpo scale. rossi Le bande giallo il tocco in bande. Il la parte dorsale delle bande rosse hanno spesso bordi neri la creazione di un simile modello di rete sul rosso. Alcuni esemplari sono marcati con pesanti screziature nere o chiazze nella parte dorsale delle bande rosse. La testa e il muso sono di colore nero. La coda di solito manca di bande di rosso. scute cloacale è di colore rosso su campioni di Arizona. La testa smussata è appena distinto dal collo e la coda è relativamente corta e smussata. Le pupille sono rotonde e le scale sono lisci e lucidi. Il suo muso nero che distingue questo da serpente il simile cerca

    image


    ISTRIBUZIONE: Questo serpente si trova nella maggior parte della porzione meridionale dello stato di seguito circa 6.000 'di elevazione. La sua distribuzione nei deserti basso della parte occidentale di Arizona è omogenea e il poco conosciuto.
    HABITAT: la Sonora Serpente di corallo si trova in comunità che vanno sotto forma di Sonora, Mohave, e desertscrubs Chihuahuan, attraverso semidesertica prateria, e nel corso inferiore dei boschi. E di solito si incontrano soprattutto gli appartamenti in o vicino o ghiaioso drenaggi rocciosi, allineati mesquite lava, e canyon.

    COMPORTAMENTO: Questa abitazione terra-serpente è principalmente notturno o crepuscolare, ma può essere attivo tutto il giorno quando le condizioni sono favorevoli. Va in letargo durante i mesi freddi del tardo autunno e inverno. Quando è minacciata questo serpente nasconde la testa sotto le spire, riccioli e presenta la coda (esponendo il brillante cloacale scute rosso), e fa un rumore popping dalla eversione della mucosa della cloaca. Questo display è presumibilmente destinato a distogliere l'attenzione del predatore per la coda al posto della testa.

    DIETA: Come Elapids altri questo serpente nutre principalmente ectotherms. Esso utilizza il suo veleno neurotossico per domare una serie di piccoli serpenti compresi threadsnakes, groundsnake, e la testa serpenti neri. Ha inoltre nutre occasionalmente su piccole lucertole.

    RIPRODUZIONE: Una frizione di un massimo di 3 uova è prevista durante il monsone estivo (luglio-agosto).

    COMMENTO: T è il suo unico rappresentante in Arizona, dal Elapidae, una famiglia di serpenti che comprende mamba, cobra, kraits e Taipans. Offre veleno neurotossico attraverso fisso, zanne vuoto nella parte anteriore della bocca. Non ci sono stati morti segnalate dal suo morso in Arizona, ma questo serpente dovrebbe essere considerato pericoloso e non dovrebbe essere gestita.

     
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  7. gheagabry
     
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    "...i cammelli, regali, maestosi, solenni veleggiano con sdegno
    lasciando sul sentiero solo un'impronta leggera come una foglia.
    I cammelli, instancabili e intelligenti, che sanno il loro nome
    e riconoscono la voce dei loro cammellieri; nobili creature..."
    Tratto da 'La Notte dei Leoni'
    di Kuki Gallmann



    IL CAMMELLO



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    Il cammello si distingue dagli altri camelidi perché possiede due gobbe, formate da masse di tessuto adiposo, una sulle spalle e una sul groppone. Il pelame folto, lanoso, rossiccio-bruno, forma una lunga frangia sotto il collo e nella parte alta delle zampe anteriori.
    Nei cammelli il corpo è sorretto da gambe lunghe ed esili, terminate da piedi in cui due sole dita sono funzionali, e poggiano al suolo, mediante un largo cuscinetto elastico calloso. Non vi sono veri zoccoli, ma piuttosto unghie. Piedi fatti in questo modo, sono perfettamente adatti per camminare sulle sabbie desertiche e scalare ripidi pendii scivolosi.
    Pare che i pochi branchi di cammelli che vivono tuttora liberi nel deserto di Gobi siano costituiti da animali selvatici; ma all'infuori di questi pochi , il cammello è noto solo allo stato domestico.
    I cammelli sono erbivori. Le loro piante preferite sono asciutte, spinose, salate o amare. Quando altre sorgenti nutrienti non sono disponibili, il cammello può alimentarsi di ossa, pelle di altri animali, o comunque di generi differenti di carne. Nelle circostanze più estreme, può mangiare corda, sandali e perfino le tende. La capacità del cammello di alimentarsi con una vasta gamma di alimenti gli permette di vivere nelle zone con vegetazione disseminata Ha la bocca dura in modo da poter spezzare gli oggetti taglienti quali le spine.
    Questo mammifero è' una specie molto resistente al freddo, ed è capace di stare per parecchi giorni senza acqua. Quando l' acqua è disponibile, bevono per sostituire soltanto la quantità che manca nel loro corpo. Questo quantitativo può variare da niente a 100 litri. Per bere 100 litri di acqua gli occorrono soltanto dieci minuti.
    Il cammello ha la capacità di soddisfare ugualmente la sua sete con acqua salata. Nei mesi invernali le piante riescono a fornirgli l' acqua necessaria.
    L' habitat del cammello è costituito principalmente dai deserti dell' Asia. Le temperature vanno dai -29 gradi in inverno ai 38 in estate.
    La gravidanza dura circa un anno, il nato è sempre unico. L' età della maturità sessuale varia, ma solitamente la raggiungono intorno ai tre - cinque anni. La femmina può dare alla luce un cammellino ogni anno. Il piccolo è precoce, avendo la capacità di mettersi in piedi e camminare solo dopo alcune ore dalla nascita. Il giovanotto rimane con la propria famiglia per tre - cinque anni, fino a che non raggiunge egli stesso la maturità sessuale.
    Il cammello è fonte di nutrimento, mezzo di trasporto e di scambio per il nomade. La dote di una donna o la ricchezza di uno sceicco, vengono calcolati in base ai cammelli. I beduini si dissetano con il latte di cammella, mangiano la sua carne, si coprono con la sua pelle si fanno la tenda con il suo pelo. In casi d' emergenza gli si introduce in gola un' asticella per fargli rigettare acqua. Le corse del cammello sono uno sport popolare nel Marocco.



    cammello



    Secondo una credenza popolare molto diffusa, i cammelli userebbero le curiose gobbe che hanno sul dorso per conservare l’acqua, così da consentire a queste “navi del deserto” di percorrere grandi distanze sotto al sole cocente senza alcun bisogno di bere. Le gobbe dei cammelli non sono riserve d’acqua, ma veri e propri serbatoi di emergenza in cui conservare il grasso, da cui possono trarre le energie quando il cibo scarseggia. La maggior parte dei mammiferi immagazzina il grasso in eccedenza in uno strato omogeneo, generalmente collocato intorno agli organi vitali, così da proteggerli e mantenerli al caldo. I cammelli, però, vivono in ambienti aridi caratterizzati da temperature diurne molto alte e, a differenza di molti altri loro colleghi mammiferi, hanno la continua esigenza di eliminare il calore in eccesso...L’evoluzione di questa specie li ha messi in grado di sviluppare un sistema alternativo per accumulare il grasso. Invece di essere distribuito in maniera più o meno omogenea lungo tutto il corpo, nei cammelli il grasso viene immagazzinato sul dorso: in due gobbe per i cammelli Asiatici, in una soltanto per i dromedari arabi.
    I mammiferi sono esseri viventi a sangue caldo e hanno quindi la necessità di mantenere una temperatura corporea costante. Per questo motivo, gestiscono con molta attenzione la loro esposizione al sole, evitando una permanenza eccessivamente prolungata ai raggi solari. Come gli esseri umani, alcune specie possono anche fare affidamento sulla sudorazione per regolare la temperatura. Costretti a vivere in ambienti molto caldi, i cammelli passano buona parte della loro vita sotto al solleone con temperature che oscillano tra i 30°C e i 50°C. Per sopravvivere i cammelli sudano ma, anziché perdere umidità dal circolo sanguigno come accade agli esseri umani e a moltissimi mammiferi, perdono uniformemente l’acqua da tutti i tessuti del loro corpo. Così facendo, un cammello può perdere fino al 25% del proprio peso corporeo prima di rischiare la propria salute. Raggiunta un’oasi, il cammello può poi rifocillarsi bevendo fino a 200 litri d’acqua in pochissimi minuti.



    ......il latte.....



    Nel mondo arabo è molto diffuso, ma potrebbe presto diffondersi anche nei paesi occidentali. Il latte di cammello secondo gli esperti ha delle proprietà importanti per la salute...In Tunisia la gente percorre centinaia di chilometri per procurarsene un po’....In Etiopia ed in Somalia i pastori, soprattutto le donne, sono disposti a viaggiare 12 ore per andare a venderlo a Gibuti,
    In un’altra parte del globo è considerato un potente toccasana contro parecchie malattie, e nei paesi del Golfo si crede abbia addirittura poteri afrodisiaci.
    A Dubai esiste un’azienda che commercializza tavolette di cioccolato al latte di cammella , si chiama Al Nasma che significa la quale brezza, una piacevole brezza per i viaggiatori del deserto....è la prima compagnia al mondo a realizzare questa prelibatezza, che fino a poco tempo fa era ad appannaggio esclusivo dei buongustai arabi.



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    Gli uomini sono animali molto strani: un miscuglio del nervosismo del cavallo,
    della testardaggine di un mulo e della malizia di un cammello
    (Thomas Henry Huxley)



    ......nella storia.....



    Il Cammello rappresenta, nelle regioni in cui viene allevato, il simbolo dello stato di benessere: fin dai tempi biblici la ricchezza di un individuo e di una tribù veniva calcolata dal numero dei cammelli posseduti(era usanza dare cammelli in cambio di una moglie).
    La diffusione di questo animale ha origini antiche (su un bassorilievo di Babilonia sono raffigurati uomini nell’atto di porre un carico sul dorso di un cammello) e si deve alla sua adattabilità perché si ambienta velocemente e si riproduce con facilità...La via della seta, importante rotta commerciale fra il Mediterraneo e l’Estremo Oriente, fin dai tempi di Alessandro Magno, era possibile grazie al cammello battriano, almeno nei tratti più difficili. Nel 955 a.c. la regina di Saba che andava in visita a Re Salomone fece il viaggio sui cammelli. Nel 577 a.c. la carica di 300 cammellieri dell’esercito di Ciro decise le sorti della battaglia di Timbra da lui combattuta contro Creso.



    Non bastano tutti i cammelli del deserto per comprarti un amico.
    - proverbio arabo -



    .....miti e leggende....



    “…Si può vivere sotto una tenda, ma è meglio dormire sotto il cielo e guardare le stelle negli occhi.”
    Potrebbero essere i versi di un poeta romantico, invece solo le parole di un antico proverbio Tuareg. Nomadi per natura, i Tuareg sono figli del vento e delle stelle; la volta celeste è per loro una sorta di mappa che li guida nei loro spostamenti e li aiuta a prevedere la stagione delle piogge. Seduti sulle dune osservano il cielo ... I Tuareg hanno una profonda conoscenza del cielo stellato e, come molti popoli nel mondo, hanno individuato delle costellazioni cui hanno associato una serie di miti e leggende. Le principali non hanno nomi di segni zodiacali, né nomi rubati alla mitologia greca, ma prendono quello dagli animali più familiari ai Tuareg - come il cammello e il cane-, o dalla fauna selvatica- come avvoltoio, gazzelle, scorpione.
    L’Orsa Maggiore, ad esempio, è detta “la cammella” e l’orsa minore “il piccolo cammello”; una leggenda narra che la cammella Fakrou, del profeta Salih, venne uccisa da alcuni malvagi e trasformata in costellazione, mentre i suoi uccisori sarebbero stati trasformati, per punizione, in animali....Un’altra leggenda riconosce nella Grande e Piccola Orsa, la cammella e il suo cammellino che succhia il latte e che ogni sera, prima del ritorno delle cammelle, viene attaccato con la zampa anteriore a un picchetto in legno infisso vicino alle tende.



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    Gesù allora disse ai suoi discepoli: «In verità vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli. Ve lo ripeto: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno dei cieli»..... San Girolamo, traduttore del testo, interpretò la parola "Kamel", come il cammello, quando in realtà il greco "Kamel" è una corda spessa con la quale le navi sono ormeggiate alle banchine.



    Siamo tra la fine del 1060 e gli inizi dell'anno 1061. I normanni intendono perseguire un ambizioso obiettivo: liberare l'isola dal dominio saraceno e restituirla alla Chiesa di Roma...L'occasione per invadere l'isola viene offerta al Conte Ruggero d'Altavilla, quando nel febbraio del 1061 si trova in Calabria, a Mileto. È quì, infatti, che riceve la visita di Ibn at-Timnah, che chiede aiuto per combattere il forte esercito del cognato signore di Enna (Ibn al Awas) presso cui si è rifugiata la moglie Maimuna. In cambio dell'appoggio, Timnah offre a Ruggero il dominio su tutta la Sicilia. La leggenda vuole che Ruggero, battuto il piccolo drappello che proveniva da un vicino castello, entrasse nella città di Messina a dorso di un cammello sottratto ai saraceni. Di tale cammello si sarebbe conservata in città la pelle per alcuni secoli. Riferiscono i cronisti che il simbolo di un cammello, per molti anni, venne portato in processione durante le feste dell'Assunta e durante le feste patronali i genere. La tradizione rivive soprattutto in agosto, in occasione della passeggiata dei "GIGANTI" Mata e Grifone.



    "Affida il tuo cammello alla provvidenza di Dio, ma legalo prima ad un albero"
    proverbio arabo


    ...una fiaba araba.....



    Una volta un cammello, mentre attraversava la steppa, vide ai suoi piedi nell’erba una minuscola formica. La piccolina trasportava un grosso fuscello, dieci volte più grosso di lei.
    Il cammello restò un bel pezzo a guardare come la formica si dava da fare, poi disse:
    - Più ti guardo e più ti ammiro. Tu porti sulle spalle, come se niente fosse, un carico dieci volte più grosso di te. lo invece non porto che un sacco, e le ginocchia mi si piegano. Come mai?
    - Come mai? – rispose la formica, fermandosi un momento. – Ma è semplice: io lavoro per me stessa, mentre tu lavori per un padrone.
    Si rimise il fuscello sulle spalle e riprese il suo cammino.



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    Edited by gheagabry1 - 23/1/2023, 23:01
     
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  8. gheagabry
     
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    L'amore per l'uomo non esclude quello per gli animali, e viceversa,
    perché l'amore non è mai fonte di separazione né di giudizio.
    Chi ama, ama e basta. Chi ama e separa, non ha mai iniziato a farlo.
    (Susanna Tamaro)



    I SURICATI





    I suricati sono dei piccoli animali diurni dal peso medio di circa 730 grammi ... Il loro corpo è snello e allungato e l’aggiunta della coda che ha una lunghezza che varia dai 17 ai 25 cm. La coda è piuttosto lunga e sottile e diminuisce di ampiezza verso la punta..la utilizzano come una terza gamba, gli serve a mantenere l’equilibrio quando deve stazionare a lungo durante il suo turno di guardia.
    Come i gatti, i suricati hanno la visione binoculare, con una grande gamma di periferiche, una notevole percezione della profondità, e gli occhi posti sulla parte anteriore del loro muso. Il manto dei suricati è colorato in modo da mimetizzarsi con il terreno circostante generalmente chiaro e polveroso..Il ventre è scarsamente ricoperto di pelo e si nota la pelle nera sotto..... usano il ventre per assorbire il calore mentre stanno in piedi sulle zampe posteriori, nelle prime ore del mattino dopo le fredde notti del deserto. I suricati si cibano principalmente di insetti, ma non disdegnano le lucertole, i serpenti, gli scorpioni, i ragni, alcune piante, le uova, dei piccoli mammiferi, i millipiedi, i centopiedi e, più raramente i piccoli uccelli. Sono parzialmente immuni dai veleni di molti animali, e completamente immuni al veleno dello scorpione...Non avendo scorte di grasso nel loro corpo devono alimentarsi quotidianamente. Sono animali molto sociali, vivono in colonie in media dai 20 ai 30 membri...e regolarmente si puliscono reciprocamente al fine di rafforzare i legami sociali... vivono in grandi reti sotterranee con più ingressi che lasciano solo durante il giorno.sono anche noti per condividere le loro tane con la mangusta gialla e lo scoiattolo di terra, specie con le quali non sono in concorrenza per le risorse alimentari. Se sono sfortunati, a volte essi condividono la loro tana anche con pericolosi serpenti. Recentemente è stato rilevato che i suricati usano dei suoni con degli specifici significati, che possono indica l’avvicinarsi di serpenti, uccelli rapaci, o di altri predatori.

    Quando il gruppo è alla ricerca di cibo, mentre una parte scava freneticamente nel terreno alla ricerca delle varie prede, alcuni, a turno fanno da sentinelle per l’avvistamento dei loro predatori, principalmente gli uccelli rapaci.... il turno di sentinella dura circa un ora. Quando un suricata avvista un pericolo si mette a fischiare ed a emettere dei versi tipo l’abbaiare per mettere in guardia tutto il gruppo....La maggior parte dei suricati appartenenti a un gruppo sono tutti fratelli o figli della coppia alfa.
    I suricata dimostrano un comportamento altruistico nelle loro colonie, uno o più suricato stanno di vedetta, mentre altri stanno cercando il cibo o giocano, per avvertirli in caso di pericoli. Quando un predatore è avvistato, la sentinella dà un avvertimento, e gli altri membri del gruppo corrono a nascondersi in una delle numerose entrate delle tane che sono sparse in tutto il loro territorio. Il suricato che fa da sentinella è il primo a riapparire dalla tana e a controllare se ci sono predatori, se ne avvista abbaia costantemente per far stare gli altri al sicuro nelle tane. Se non vi è alcuna minaccia, la sentinella smette di segnalare e gli altri membri sono sicuri di poter uscire tranquillamente.




    I cuccioli non seguono il gruppo fino a quando non hanno circa un mese, e quando gli adulti partono per le battute di caccia rimangono nella tana, sotto la cura di un membro anziano e affidabile del gruppo che fa loro da baby sitter. ..... I cuccioli sono autorizzati a lasciare la tana a tre settimane, quando sono pronti ad emergere dalla tana, l’intero clan di suricati li segue e presta loro attenzione.
    La coppia dominante può anche esiliare una femmina che ha avuto una prole. I nuovi gruppi di suricati sono spesso costituiti da femmine esiliate che si abbinano con maschi vagabondi.
    Le femmine che non hanno mai avuto cuccioli propri spesso allattano i cuccioli della coppia alfa, mentre la matriarca si allontana con il resto del gruppo. E se stanno facendo da baby sitter proteggono i cuccioli dalle minacce, spesso mettendo a repentaglio la propria vita. All'avviso di pericolo, la baby sitter porta i giovani nella tana ed è pronta a difenderli se il pericolo li insegue. Se nel sotterraneo la ritirata non è più possibile, la o il baby sitter raccoglie tutti i cuccioli dietro di se e affronta con coraggio qualsiasi predatore. I suricati insegnano attivamente ai loro cuccioli. anche se gli esemplari giovani della maggior parte imparano solo osservando gli adulti. Per esempio, gli adulti insegnano loro come mangiare uno scorpione velenoso, insegnandogli a rimuovere il pungiglione velenoso e a imparare a gestire la preda.



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    ..........il nome...........



    Meerkat, il nome con cui è conosciuto a livello internazionale, proviene dall’olandese, ma con degli errori di identificazione. Meerkat in olandese e Meerkatze in tedesco fanno riferimento alle guenon, un tipo di scimmia del genere dei Cercopithecus. La parola Meerkat è olandese e significa “lago gatto”, ma il suricata non è una famiglia di gatti, né i suricata né le scimmie guenons sono attratti dai laghi; la parola probabilmente era un adattamento olandese di un derivato della lingua sanscrita markaţa che significa scimmia. Gli operatori della compagnia olandese delle Indie avevano familiarità con le scimmie, ma i coloni olandesi hanno collegato il nome di sbagliato all’animale. Il suricata è chiamato stokstaartje, che significa piccolo bastone-coda, in olandese e Erdmännchen che significa, po ‘di terra-uomo, in tedesco. Il nome scientifico suricata viene dalla lingua swahili e significa, roccia gatto. In base alla credenza popolare africana, principalmente in Zambia e nello Zimbabwe, il suricato è anche conosciuto come il sole angelo, il protettore dei villaggi, quando c’è la luna dal lupo mannaro che si crede attacchi il bestiame bovino.


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    Hakuna Matata, ma che dolce poesia! Hakuna Matata, tutta frenesia!
    Senza pensieri la tua vita sarà. Chi vorrà vivrà in libertà. Hakuna Matata!
    (Timon, Pumbaa)



    .......Timon.........



    Timon e Pumbaa sono i due comprimari nel film d'animazione della Disney Il re leone. Si tratta di un minuscolo suricato ed un grosso facocero. Il loro motto è racchiuso nella, oramai, conosciuta e apprezzata frase africana Hakuna Matata, che significa "senza pensieri"....Timon e Pumbaa fanno la loro prima apparizione nel film Il re leone quando salvano il piccolo di leone Simba da un branco di avvoltoi. Nonostante si tratti di un cucciolo del più temibile carnivoro della Savana e in breve tempo egli sarà addirittura in grado di cacciarli e mangiarseli, lo accolgono come un fratello in difficoltà. Grazie alla loro spensieratezza e filosofia di vita riescono in poco tempo a distrarre il cucciolo dal dramma appena subito. Hakuna Matata è il loro motto: nessun pensiero, tutto è poesia e si vive alla giornata.

    "Pumbaa: Timooon!
    Timon: Sì?
    Pumbaa: Ti sei mai domandato cosa siano quei lumicini lassù?
    Timon: Pumbaa, io non mi faccio domande. Io le cose le so!
    Pumbaa: Oh! E che cosa sono?
    Timon: Sono delle lucciole. Lucciole che sono rimaste attaccate a quella grande cosa nero-bluastra!
    Pumbaa: Oh sì? Io ho sempre pensato che fossero masse gassose che bruciano a miliardi di chilometri di distanza!"

    - dal film "Il re leone" disney -



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    Edited by gheagabry1 - 23/1/2023, 22:27
     
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  9. gheagabry
     
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    La MANGUSTA

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    Gli erpestidi o manguste sono animali notturni (per la maggior parte dei casi), la cui caratteristica fondamentale è la capacità di attaccare i serpenti essendo immuni parzialmente o completamente al loro letale veleno.
    Imparentato con i felini da un canto e con le ienidi dall’altro, la mangusta è un carnivoro opportunista, cioè si adatta a nutrirsi delle prede disponibili sul territorio.
    In natura l’aspettativa media di vita di una mangusta è di circa un decennio, mentre in cattività riescono a vivere anche il doppio del tempo.
    Esistono molte specie di manguste ( se ne annoverano quasi 40 ), che si differenziano per il comportamento: alcune sono specie solitarie e preferiscono le foreste e la vita notturna; mentre altre specie più sociali preferiscono di gran lunga gli spazi aperti e sono visibili durante il giorno.



    l principale habitat naturale delle manguste è costituito dal continente africano, in tutta la sua estensione. Alcune specie popolano la penisola iberica e parte dell’Asia meridionale. Sono mammiferi per lo più terrestri, ma alcune varietà hanno abitudini semi-acquatiche e altre sono ottime arrampicatrici, a proprio agio sui rami degli alberi. La loro lunghezza varia dai 18 centimetri della mangusta nana fino ai 60 di quella egiziana.
    Questi mammiferi dal pelo lucente hanno tutti corpo allungato, zampe corte e il muso affusolato. Hanno generalmente una pelliccia color marrone o brizzolata e un certo numero di specie fa mostra di un manto a strisce o di una graziosa coda inanellata.
    Le manguste vivono all’interno di tane e sono predatrici onnivore che si nutrono indiscriminatamente di roditori, uccelli, rettili, rane, insetti e vermi. Alcune specie aggiungono alla loro dieta frutti, noci e semi. Hanno la fama di essere cacciatrici creative: per rompere il guscio delle uova d’uccello, ad esempio, le manguste usano le loro zampe anteriori per scagliarle contro un oggetto solido. Oltre che di ingegno, le manguste danno prova anche di una certa audacia: alcune specie attaccano senza indugi serpenti velenosi quali il cobra. La più celebre tra tutte è la Rikki-tikki-tavi del Libro della giungla, nata dalla penna di Rudyard Kipling, che prese spunto per la sua storia da un’antica leggenda. Nel corso dell’Ottocento le manguste furono introdotte in varie isole delle Hawaii e nelle Indie Occidentali per controllare le popolazioni di roditori che infestavano le coltivazioni di canna da zucchero. A distanza di due secoli le manguste, da salvifiche, si sono rivelate una minaccia per molte specie native, soprattutto di uccelli. Tuttavia, nei loro habitat naturali, le manguste corrono a loro volta seri rischi a causa dei cambiamenti ambientali.
    (national geographic)

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    Edited by gheagabry1 - 23/1/2023, 22:20
     
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    La fiera dei cammelli


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    Ogni anno, nella cittadina di Pushkar dello stato indiano del Rajasthan, si svolge per una settimana la più grande fiera di cammelli al mondo. Prevista dal 2 al 10 novembre, quest’anno l’evento ha già attirato decine di migliaia di visitatori dall’India e dall’estero: migliaia di mercanti di bestiame hanno portato con sé oltre 25mila cammelli da scambiare, vendere o far partecipare alle gare di velocità, tra menestrelli, turbanti sgargianti e ipnotizzatori di serpenti. Ogni sera, poi, i clan si riuniscono intorno al fuoco nella pianura adibita a immensa tendopoli intorno alla città.Pushkar sorge sulle sponde dell’omonimo lago, il più sacro per gli indù. I fedeli arrivano a Pushkar per venerare il creatore Brahma e chiedono l’assoluzione dei peccati immergendosi nelle acque del lago (si dice nato da una sua lacrima). A Pushkar è presente il più famoso tempio dedicato a Brahma, l’unico del paese aperto ai non indù, mentre in altre zone d’India la sua venerazione è stata soppiantata dalle altre due entità della Trimurti, la Trinità indù: Shiva e Vishnu. Nei secoli scorsi, Pushkar è stato uno snodo fondamentale delle grandi vie commerciali calcate delle carovane. La fiera dei cammelli risale al XVI secolo ed è diventata sempre più famosa grazie alla coincidenza con il pellegrinaggio religioso del Kartika Purnima, il plenilunio di Kartika, mese del calendario indù che cade generalmente tra ottobre e novembre
    (dal web)

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  11. gheagabry
     
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    Il GUNDI

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    La scoperta “ufficiale” della prima specie di gundi, il Ctenodactylus gundi, risale al 1774, quando M. Rothmann trovo’ e descrisse il primo “Mus gundi” (come lo chiamo’ lui, gundi e’ il nome locale dell’animale) 80 km a sud di Tripoli, in Libia. Dopodiche’ naturalmente i gundi furono dimenticati dagli occidentali per oltre un secolo e mezzo, salvo naturalmente il fatto che tutti i tuareg sapevano che erano li’ nel deserto. Esistono cinque specie di gundi in quattro generi, vivono tutte ai bordi o nel deserto del Sahara e di almeno due di queste specie si sa davvero pochissimo. Non e’ stato sempre cosi’. I Gundi sono parenti degli Hystricomorpha, cioe’ il gruppo di roditori che comprende gli istrici, le cavie e i chinchilla (e questo spiega il loro aspetto da porcellino d’india) pur stando per conto loro. Si sono separati prestissimo dalla linea ancestrale dei roditori, probabilmente qualcosa come 40 milioni di anni fa o prima, quando vivevano in Asia. Poi, pian pianino, si sono espansi e hanno conquistato l’Africa. Doveva anche essere un Ctenodactylide il fortunato vincitore della lotteria che prese un traghetto di mangrovie dall’Africa e fini’ in sud America circa 30 milioni di anni fa, dando origine a tutti i roditori sudamericani, dal capibara alle nutrie. All’epoca i roditori di questa famiglia non erano particolarmente specializzati a vivere in uno specifico ambiente, come oggi accade in sud America dove i caviomorfi sono molto diversificati, e ve n’erano decine di specie. I cinque gundi superstiti sono invece delle specie relitte, e’ tutto quello che rimane di una grande famiglia. Come Ozymandias “Which yet survive, stamped on these lifeless things” , i gundi sono li’ a ricordarci che il tempo che passa porta alla caduta e all’estinzione. I gundi superstiti devono probabilmente la loro sopravvivenza alla loro ultraspecializzazione da deserto dove non hanno molti competitori. Contrariamente agli altri roditori, i denti dei gundi mancano dello spesso smalto duro e protettivo di color arancione tipico di praticamente tutti gli altri roditori per cui rosicchiano poco e mangiano solo erbe, fiori e semi delle piante del deserto, che di solito sono succulente, nel senso botanico del termine, e quindi tenere. I gundi sono delle macchine da sopravvivenza nel deserto. Hanno dei reni ultramodificati con dei tubuli renali lunghissimi che riassorbono praticamente tutta l’acqua, fanno pochissima pipi’ e non hanno bisogno di bere perche’ prendono l’acqua di cui hanno bisogno unicamente dal cibo. Hanno inoltre un pelo densissimo e finissimo che li isola perfettamente sia dal caldo del giorno che dal freddo della notte.
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    I gundi vivono tutti in strutture rocciose del deserto, su cui si arrampicano agilmente grazie ad unghie arcuate ed affilate. Unghiacce del genere rovinerebbero il pelo delicato e morbido, per cui per tenerlo in ordine hanno dovuto inventare uno stratagemma: dalle due dita centrali delle zampe posteriori (hanno solo quattro dita per zampa, avanti e dietro) sporgono numerose setole rigide che i gundi impiegano come un pettine per lisciarsi il prezioso mantello: Ctenodactylidae significa infatti “dalle dita a pettine”. Ci sono resoconti aneddotici dei primi esploratori “bianchi” di gundi che si pettinano dolcemente alla luce della luna. Peccato che non sia vero perche’ i gundi non sono notturni, come si pensava erroneamente per via degli enormi occhioni sognanti a perlina. A dire la verita’ non sono neanche diurni: hanno lo stile di vita di una lucertola. All’alba i gundi escono dagli anfratti tra le rocce dove hanno passato la notte tutti ammassati per proteggersi dal freddo notturno del deserto e prendono il sole come le lucertole. Quando la temperatura arriva intorno ai venti gradi si avviano alla ricerca di cibo e per trovare erba, fanno un breve pasto dopodiche’ si appiattiscono sulle rocce mettendo a contatto la pancia con le rocce che si intiepidiscono per attivare la digestione. Quando la temperatura dell’aria arriva intorno ai 32 gradi C i gundi si fermano nel primo anfratto roccioso a disposizione, all’ombra, e aspettano che la temperatura scenda, al tramonto. In ogni caso, non si allontanano mai piu’ di 100 m dalle rocce per evitare i predatori. Nel deserto l’erba scarseggia e a volte gli tocca percorrere anche un km per trovarne, che per un gundi da 250 grammi e 20 cm di lunghezza e’ tanto. Camminare affatica e riscalda per cui di solito si avviano sotto il sole, quando si sono surriscaldati vanno all’ombra a rinfrescarsi, quando si sono raffreddati si riavviano, alternando, esattamente come i rettili.

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    Per potersi infilare negli anfratti rocciosi piu’ stretti i gundi hanno la gabbia toracica disarticolata che si appiattisce all’occorrenza...Insieme ad una gabbia toracica rigida i gundi hanno anche rinunciato alle tipiche orecchie da topo, per potersi infilare ovunque. Nella specie piu’ deserticola di tutte, Massoutiera mzabi, le orecchie sono contornate da una frangia di pelo bianco che protegge il canale uditivo dalla sabbia. Nonostante le piccole orecchie, i gundi ci sentono benissimo perche’ hanno un enorme orecchio interno, in proporzione molto piu’ grande del nostro. L’udito gli serve per avvertire l’avvicinamento di un predatore o per sentirsi tra di loro.
    I gundi infatti cantano, a frequenze udibili anche da noi a distanza. Massoutiera mzabi e’ il gundi piu’ taciturno, perche’ e’ l’unico gundi solitario: nell’alto deserto algerino il cibo e’ troppo scarso per consentire una struttura sociale, ma anche lui di tanto in tanto cinguetta. Felovia vae, che vive nelle regioni aride e rocciose di Mauritania, Mali e Senegal, emette un secco “chee chee” , sonoro e persistente, quando e’ in pericolo per avvertire i conspecifici. Pectinator spekei, che vive in Etiopia, Djibouti ed Eritrea, forma grandi colonie ed ha una vasta gamma di vocalizzazioni che vanno dal cinguettio al balbettio al fischio. E’ sicuramente il gundi piu’ canterino ed ha un richiamo per ogni occasione: ad esempio richiami brevi ed acuti avvisano della presenza di rapaci e permette a tutti i gundi a portata di udito di infilarsi al sicuro tra le rocce. Chi da’ l’avviso anziche’ scappare e’ il gundi che si espone piu’ al rischio, in un esempio da manuale di “kin selection” per cui il bene della comunita’ viene prima del bene del singolo individuo. Richiami piu’ lunghi avvisano della presenza di un predatore di terra e comunicano al predatore che e’ stato visto per cui gli conviene girare al largo. Ctenodactilus gundi e Ctenodactylus vali vivono entrambi in Marocco, Tunisia, Libia ed Algeria, in simpatria. Per evitare di sbagliarsi e rispondere al richiamo della specie sbagliata hanno diversificato i suoni per cui la prima specie cinguetta, e la seconda fischia. In aggiunta ai richiami i gundi battono un piede per terra come i conigli se sono in pericolo, perche’ il suono si trasmette meglio e piu’ lontano se passa attraverso unmezzo compatto come il suolo anziche’ attraverso l’aria. Cosa si dicano i gundi tra loro rimane un segreto. I piccolini, uno o due di solito, hanno anche un richiamo particolare per chiamare la mamma. Dal giorno in cui lascia la tana per andare a cercare cibo la prima volta dopo il parto smette di allattarli, perche’ latte significa acqua, una risorsa che non si puo’ sprecare. In alternativa svezza i piccoli con vegetali semidigeriti ed in un mese sono pronti per affrontare il deserto e cercarsi il cibo da soli, cantando sotto la sabbia.
    (lorologiaiomiope.com)


    Edited by gheagabry1 - 23/1/2023, 22:13
     
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  12. gheagabry
     
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    IL GERBOA MONGOLO

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    Il gerboa dalle lunghe orecchie vive nel piu’ aspro dei deserti del pianeta: il deserto del Gobi, in Mongolia e Cina, con temperature che vanno da -40^C in inverno a +40^C in estate e una media di 100 mm di pioggia all’anno, con zone in cui non piove per 2-3 anni di fila. Di questa specie si sa pochissimo. L’habitat e’ costituito da aree desertiche, sabbiose e con bassi cespugli, ma e’ stato individuato anche nel Qing-Zang Plateau, freddo e ad elevata altitudine. Nonostante il clima freddo, il pelo e’ corto e fittissimo. Le zampe sono ricoperte da setole che aumentano la superficie di appoggio ed impediscono a questo topino saltellante di sprofondare nella sabbia friabile. La funzione di queste zampe cosi’ grandi non e’ solo di impedire t di sprofondare nella sabbia, ma anche di consentirgli di fare salti altissimi e contrariamente a quanto accade negli altri gerboa, topi canguro e similari, il motivo di questi salti non e’ evitare i predatori ma predare: il gerboa dalle lunghe orecchie e’ infatti in grado, come i pipistrelli, di localizzare la posizione di insetti alati dal suono e una volta individuata una preda che passa su di loro compiono grandi balzi in alto per catturarla.

    The_long_eared_jerboa_is_a_nocturnal_mouse-like_rodent_found_in_the_deserts_of_China_and_Mongolia


    Questi gerboa sono infatti cosi’ unici che hanno non solo un genere, Euchoreutes, tutto loro, ma anche una sottofamiglia (Euchoreutinae). Gli altri gerboa infatti sono per lo piu’ granivori e vegetariani, e questa e’ l’unica specie che si pensa sia quasi esclusivamente insettivora. Si suppone che, come gli altri gerboa, anche gli Euchoreutes naso siano notturni e, sempre per similitudine con gli altri gerboa, facciano dei bagni di sabbia per lasciare tracce odorose per comunicare con i conspecifici. D’inverno il gerboa mongolo iberna in tane scavate sotto la sabbia per resistere alle bassissime temperature e gli accoppiamenti avvengono in estate due volte l’anno, con cucciolate di 2-6 piccoli. Si sa che e’ un grande ingegnere, e sa scavare almeno quattro tipi di tane diverse sotto la sabbia: una temporanea come rifugio diurno, una temporanea come rifugio notturno, una permanente per partorire e svazzare i cuccioli e una permanente per il letargo. Le tane vengono sigillate dall’interno per impedire al caldo e ai predatori di entrarvi.
    La specie e’ nella lista rossa della IUCN classificata come Endangered, a rischio.(lorologiaiomiope)


    Edited by gheagabry1 - 23/1/2023, 22:07
     
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