Parafrasi nubi - L’acquazzone di govoni

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  1. Daniela19
     
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    Aiutooooooooooooo parafrasi della poesia "NUBI"
     
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  2. gheagabry
     
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    L’acquazzone

    Di nubi grigie a un tratto il ciel fu sporco;
    e il tuono brontolò con voce d’orco.
    Si cacciò avanti, lungo lo stradone,
    carta foglie ed uccelli. il polverone.
    Si udirono richiami disperati,
    tonfi d’imposte e d’usci sbatacchiati.
    Si videro donne lottare in un prato
    con gli angeli impauriti del bucato.
    Poi seminò la pioggia a piene mani
    tetti e vie di danzanti tulipani;
    tagliò il paesaggio, illividì ogni cosa
    in un polverio d’acqua luminosa.

    Quando si stava inebetiti e fissi
    come sull’orlo d’infuocati abissi
    dove il mondo pareva andar sommerso:
    il cielo sulle case era già terso,
    e nei vetri appannati del tinello
    risorrise il paese ad acquarello:
    sulla campagna dolcemente crespa
    ronzò la chiesa d’oro come vespa.

    Non rimaneva dell’orrendo schianto
    che il gocciare di musicale pianto
    della gronda, già buono già tranquillo:
    lo raccolse morente il bruno grillo.
    Coi tamburini gracili di pelle
    le rane lo portarono alle stelle.

    di Corrado Govoni

    Il cielo improvvisamente si sporcò di nubi grigie ed il tuono brontolò come fosse un orco.
    Si posizionò davanti allo stradone trascinando tutto ciò che incontrava alzando un polverone.
    Si sentirono urla disperate e lo sbattere di finestre e porte.
    Si videro donne lottare nel prato con il bucato che sembravano angeli impauriti.
    Poi la pioggia seminò a piene mani spazzando via tetti e tulipani danzanti, sbiancò quello che incontrò e trasformò tutto in un massa di polvere d'acqua luminosa.

    Si stava tutti a guardare frastornati come se si fosse sull'orlo di un abisso infuocato dove il mondo sembrava sommerso.
    Poi il cielo si fece più terso sulle case e dai vetri di casa appannati, il paese sorrise come in un acquarello perché è ancora intriso di vapori, dalla recente pioggia portati e dal sole innalzati e di un campanile d'oro riecheggiano i rintocchi come il ronzio di una vespa.

    Del grande frastuono rimase solo il gocciolio musicale della gronda
    ormai tranquillo, che cola a dissetare un grillo. Nel morire quel pianto dona vita e le rane lo esaltano con loro sacche sonore portandolo fino alle stelle.
     
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1 replies since 24/3/2014, 15:38   34883 views
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