La locandiera di Carlo Goldoni, riassunto

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    La locandiera di Carlo Goldoni, riassunto

    La commedia de "La locandiera" è composta in tre atti, ognuno dei quali suddiviso in diverse scene.

    TRAMA

    Il protagonista della commedia è Mirandolina, una giovane e bella proprietaria di una locanda. Di lei si innamorano perdutamente due nobili, il conte d'Albafiorita e il marchese di Forlipopoli; il primo sempre impegnato a fare costosi regali a Mirandolina, il secondo alle prese con le sue ristrettezze economiche che gli impediscono di prevalere sul conte.
    Il comportamento dei due contendenti non è per niente compreso dal cavaliere di Ripafratta, il quale odia le donne, le disprezza e le evita perchè le considera creature ingannatrici, e si vanta con tutti di non essere mai stato innamorato.
    Mirandolina è naturalmente contenta di questa situazione, in quanto riceve i costosi regali del conte e si diverte a fare dei propri amanti tutto ciò che vuole. Ma il conte d'Albafiorita e il marchese di Forlipopoli non sono i soli ad amare la locandiera, infatti anche Filippo, il cameriere di Mirandolina, è innamorato della sua padrona ed è il suo promesso sposo; infatti Mirandolina aveva promesso al padre, in punto di morte, di sposare il giovane cameriere.
    Ma Mirandolina è molto sorpresa del comportamento del cavaliere di Ripafratta, in quanto non riesce a capire per quale motivo sia l'unico a non prestarle attenzioni; e promette a se stessa di farlo innamorare.
    Approfittando dell'entrata in scena di due commedianti, Ortensia e Dejanira, che si divertono a spacciarsi per dame e che attraggono gli interessi dei due nobili; Mirandolina si dedica completamente al cavaliere riempendolo di attenzioni, infatti lo serve in tavola, gli prepara personalmente da mangiare, gli procura biancheria pregiata e si intrattiene amabilmente con lui. Il cavaliere rimane suo malgrado folgorato dai modi gentili della locandiera e nel giro di poco tempo si innamora perdutamente di lei.
    Ciò scatena le gelosie di Filippo, del conte e del marchese che individuano nel cavaliere di Ripafratta l'interlocutore privilegiato di Mirandolina. La locandiera si accorge ben presto
    di aver esagerato, infatti il cavaliere diviene sempre più invadente e pretestuoso nei suoi confronti, quindi per risolvere la situazione decide di sposarsi con Filippo e consiglia a tutti i suoi contendenti di andarsene e di ricordarsi di lei ogni volta che si trovassero nelle medesime condizioni.

    CONSIDERAZIONI

    Scritta nel 1752, "la Locandiera" è una delle più felici ed equilibrate commedie di Goldoni, mirabile per la giustezza del ritmo, la precisione e l'acutezza con cui sono ritratti l'ambiente e i personaggi. L'intera commedia è centrata sul personaggio di Mirandolina, un'affascinante incarnazione dell'eterno femminino, della civetteria, della malizia e della furbizia delle donne.
    Mirandolina è una donna d'affari, una tipica esponente della borghesia in ascesa nel '700, solida, concreta e senza grilli nobiliari per la testa, che a contee, cavalierati e marchesati preferisce un prosaico ma sicuro matrimonio con un uomo del suo ceto, capace di aiutarla nella conduzione della locanda. Una frase che riassume la mentalità del personaggio è facilmente individuabile quando afferma: "Mi paice l'arrosto e del fumo non so che farmene".
    La commedia termina con un lieto fine, ma tuttavia con un monito di cui non si deve credere che Goldoni credesse sinceramente alla funzione didascalica e morale della commedia. Si tratta invece di un finale grazioso e simpatico (un classico lieto fine con matrimonio), che sembra esaltare le arti della civetteria femminile più che ammonire a sfuggirle.

    Trama:

    L’intera commedia è centrata sul personaggio di Mirandolina, una locandiera molto affascinante, che è corteggiata da due nobili, il conte d’Albafiorita e il marchese di Forlipopoli. Il primo sempre impegnato a farle costosi regali e il secondo appartenente a quella parte di nobiltà decaduta e ormai senza mezzi, tenta di conquistarla con promesse di protezione. Anche Fabrizio, cameriere della locanda, che le era stato suggerito come marito dal padre prima che morisse, è innamorato di lei. Nella locanda viene ospitato anche il cavaliere di Ripafratta, un convinto misogino che si vanta di essere immune al fascino femminile ed anzi sostiene di essere “nemico delle donne”. Approfittando dell’ arrivo di due commedianti, Ortensia e Dejanira, che attraggono gli interessi dei due nobili, Mirandolina decide di voler conquistare per ripicca il cuore del cavaliere a lei ostile e punire la sua superbia misogina. Mirandolina, grazie al suo fascino seduttivo, gioca equivocamente con i suoi corteggiatori, e senza troppe difficoltà riesce a far innamorare il cavaliere, causando gelosie e liti tra i tre pretendenti. Riuscita nell’intento di far capitolare il cavaliere, ella però ne rifiuta l’amore così come prima aveva rifiutato la corte dei due nobili e concede la propria mano al cameriere della locanda Fabrizio.
    Tematiche:
    Le tematiche di questa commedia sono la differenza sociale evidenziata dall’opposizione tra il “denaro” del Conte e la “protezione” del Marchese e la differenza tra i sessi evidenziata dalla misoginia del Cavaliere di Ripafratta. In questa commedia l’autore presenta la vicenda del Cavaliere come un esempio di “superba presunzione” cioè un caso di comportamento asociale e irrazionale che, come tale, deve essere punito. Mentre attraverso il personaggio di Mirandolina ha voluto mostrare la “crudeltà” con cui certe donne si burlano di poveri uomini, affinché siano avvertiti dei pericoli che corrono.
    Il personaggio di Mirandolina è l’incarnazione della civetteria, della malizia e della furbizia delle donne. Essa è una donna intraprendente e abile costruttrice del suo destino. Le piace giocare coi sentimenti altrui, infatti stuzzicata dalla misoginia del cavaliere, desidera prendersi una sana rivincita in nome del sesso femminile che acquisterà un significato esemplare e un valore di emancipazione.
    Dal suo carattere emergono varie componenti che caratterizzano l’ambiguità di questo personaggio: il bisogno di affermazione, la rivalsa sociale e di sesso, lo sfrenato narcisismo e il desiderio di conquista e di dominio sugli uomini.
    Mirandolina è una donna d’affari, una tipica esponente della borghesia in ascesa nel 700 che a conti, marchesi e cavalieri, preferisce una prosaico ma sicuro matrimonio con un uomo del suo ceto, capace di aiutarla nella conduzione della locanda.
    Goldoni , con la figura di Mirandolina, a parer mio, vuol far notare ai lettori come la figura della donna sia cambiata nel corso dei secoli. La protagonista infatti è una donna sicura di se, che non ha bisogno dell’uomo per costruirsi una vita, contrariamente a quanto succedeva prima del 700 quando le donne avevano sempre bisogno di una figura maschile: il padre e il marito. Così l’autore fa notare la libertà di Mirandolina, la donna che vive al meglio la sua vita senza essere “schiava” dell’uomo.

    MIRANDOLINA:

    E' la vera protagonista della più tipica commedia di carattere goldoniana, a tal punto che tutti i personaggi sono visti quali piedistalli su cui ella s’innalza o quali figure in controluce, sottoposti ai suoi capricci (come il Cavaliere misogino) o alla sua ironia (come il Marchese parassita) o alla sua vanità femminile (come il Conte danaroso) o alla sua volontà (come Fabrizio) o al suo divertito buonumore (come le due comiche avventuriere). E' lei che dà loro luci ed ombre. Scaltra, sa fare gli interessi suoi personali e della locanda. Fra gli aspetti del suo carattere che predominano notiamo la vivacità, la caparbietà, la furbezza e la moralità. La naturale vivacità di spirito la rende immediatamente simpatica e femminile, Mirandolina è nel complesso equilibrata ma molto orgogliosa di sé e del suo sesso. Questo suo carattere si rispecchia pienamente in quel puntiglioso ripicco di far innamorare il Cavaliere, attorno al quale ruota tutta la trama della commedia.
    La sua tattica dell'innamoramento che utilizza con il Cavaliere è perfetta:
    in un primo momento ella si mostra timida, poi umile ma anche vivace e spiritosa, poi diventa sempre più enigmatica fino ad arrivare al colpo di grazia con il suo svenimento. Alla fine della commedia, invece, ella si mostra irrequieta, insolente e quasi crudele nel disprezzare il vinto.
    Rientra poi nella regola e anche lei ricava dalla commedia un insegnamento: pure lei ha bisogno di qualcuno, perché è pericoloso tenere la locanda da zitella. è la locandiera.E’ una donna intraprendente e abile costruttrice del suo destino. Le piace giocare coi sentimenti altrui, infatti stuzzicata dalla misoginia del cavaliere desidera prendersi, attraverso la seduzione, una sana rivincita sull’ importanza della figura femminile nel microcosmo sociale. Grazie al suo fascino riesce ad attirare alla locanda molti uomini. Riesce facilmente a tenere in guardia i suoi corteggiatori. Rappresenta la borghesia, in altre parole l’unica classe che in quell’epoca aveva potere e denaro.
    Goldoni, con la figura di Mirandolina, a parer mio, vuole far notare ai lettori come la figura della donna sia cambiata nel corso dei secoli . La protagonista infatti è una donna sicura di se, che non ha bisogno dell’ uomo per costruirsi una vita al contrario di come accedeva prima del ‘700, quando le donne avevano bisogno di una figura maschile : il padre ed il marito. Così l’autore, fa notare la libertà di Mirandolina, la donna che vive al meglio la sua vita senza essere “schiava” dell’uomo.
    A cominciare dal personaggio di Mirandolina, che non e` piu` la "servetta" intrigante della commedia precedente, il tipo della "donnina brillante e capricciosa", ma è una locandiera con i suoi affari, i suoi interessi, un personaggio ben definito non solo caratterialmente, ma anche socialmente. È un personaggio radicato in una precisa realtà sociale, il cui comportamento è dettato non da caratteristiche fisse ed immutabili, ma dalle sue esperienze e dalla sua posizione sociale. Mirandolina e` una persona scaltra e calcolatrice, un’ approfittatrice sfrontata, specula sulla sua bellezza e sul suo fascino per attrarre nobili clienti nella sua locanda, non solo, con questi mezzi fa anche loro accettare un trattamento alberghiero scadente (infatti il cavaliere, all’inizio immune alla sua civetteria, chiede che gli venga cambiata la pessima biancheria), ricavandone notevole profitto. Notiamo anche che la donna non ha alcuna predilezione verso gli ospiti: “M’inchino a questi cavalieri. Chi mi comanda di loro signori?”. Ma non e` disposta ad accettare il ruolo di serva, nonostante sia sempre gentile: “Signore, ve ne sara` di meglio [di biancheria: il cavaliere ha richiesto di sostituirla]. Sara` servita, ma mi pare che la potrebbe chiedere con un poco di gentilezza”. Questo ci basta a farci avvertire l’autocontrollo che distingue Mirandolina e la lucidita` delle sue scelte: “La nobilta` non fa per me. La ricchezza la stimo e non la stimo. Tutto il mio piacere consiste nel vedermi servita, vagheggiata, adorata”. Poi riferendosi al cavaliere di Ripafratta dice: “E` nemico delle donne? Non le puo` vedere? Povero pazzo! Non avra` ancora trovato quella che sappia fare. Ma la trovera`. La trovera`. E chi sa che non l’abbia trovata.” E sottolineando quanto vale essere donna esclama “Siamo la miglior cosa che abbia prodotto al mondo la bella madre natura”. Il fascino di Mirandolina è rappresentato quindi dalla sua civetteria e dalla sua modernità, dal suo essere diversa dalle altre, proprio perché donna d’affari oltre che femmina.

    CAV. RIPAFRATTA:

    Il Cavaliere misogino è protagonista per contrasto e la vittima più illustre della locandiera. Egli vuole apparire scettico, ma in fondo il suo scetticismo è una maschera di difesa, perché egli è un uomo impulsivo, collerico, nervoso e fiero.Egli non è uno sciocco, né del tutto fatuo come gli altri due aristocratici ed in lui possiamo notare un fresco ed ottimistico senso della libertà.Anche lui è vittima di Mirandolina, ma si differenzia in ogni caso dagli altri due spasimanti in quanto cede poco a poco terreno, anche se in modo irreparabile. Disprezzatore delle donne, si imbatte nella gentilezza e bellezza di Mirandolina, che abilmente lo porta alla pazzia d’amore.

    Il marchese di Forlimpopoli:

    Il marchese di Forlimpopoli è forse la figura meglio caratterizzata e meglio definita della commedia. E' un personaggio un po’ vile e un po’ spaccone, cavaliere e ladro, megalomane e parassita, ma soprattutto spiantato, povero e superbo.La famosa frase: "Son chi sono...e mi si deve portar rispetto" è la scappatoia tipica nelle difficoltà, la forma di rispetto delle convenzioni e delle apparenze, il richiamo alla nobiltà del titolo.Il secondo dei suoi punti caratteristici è la sua, non meno famosa ma senz'altro inutile, "protezione" che egli accorda a tutti quanti: è pure questo un residuo di un mondo vecchio e duro a morire. Nobile ma senza denaro. Finge di disprezzare il denaro e promette a Mirandolina protezione. E’ il simbolo della società aristocratica decaduta. Lui pensa quasi che Mirandolina sia un suo possesso e non vuole che nessun altro la corteggi.

    Il conte d’Albafiorita:

    Il conte d'Albafiorita è il nuovo ricco, nobile per titolo e non per casato; non ha perciò signorilità alcuna. La superbia di questo aristocratico è perciò grossolana e rozza e rappresenta bene questo tipo di personaggio, che vuole apparire sempre galante.Siamo dunque in presenza di un personaggio superficiale, senza idee, ricco e spendaccione.a differenza del marchese, è un uomo molto ricco che cerca di conquistare Mirandolina con i gioielli. Molto interessanti i “ligiti” tra il conte e il marchese, che rendono la storia ancora più movimentata.

    Fabrizio:

    il padre di Mirandolina prima di morire disse che lui era il marito giusto per Mirandolina. In realtà Fabrizio è un servitore molto fedele (e geloso) che sopporta questa donna dagli atteggiamenti intraprendenti. Sopporta i corteggiatori che si avvicinano a lei e alla fine risulta l’uomo più fortunato tra i tanti della locanda. E' il capocameriere della locanda di Mirandolina, interessato al buon nome, agli interessi e alla continuità della locanda. D'intelligenza modesta, Fabrizio ha le sue idee, anche se pochine e la sua filosofia, anche se "terra terra", è sicura: Mirandolina, infatti, alla fine sceglierà lui. E' geloso della bella locandiera perché l'ama; è stato spesso giudicato un buon semplicione, paziente, modesto e un po’ ingenuo.Ad ogni modo si possiamo notare come la sua presenza sia importante all'interno della commedia: senza di lui Mirandolina non sarebbe quella che è, Fabrizio per lei è il punto finale di una bella avventura, qualcosa di sicuro, che rimane fermo per aspettarla.

    LE COMMEDIANTI:

    Ortensia e Dejanira sono due commedianti piuttosto maldestre, che recitano soltanto la loro parte. Ortensia appare più spregiudicata, petulante e in definitiva più sofisticata e incallita, Dejanira, invece, si mostra più giovanile e sorridente, più spontanea e quindi più simpatica.Entrambe sono senza dubbio un po’ sciocche, anche se in modo differente da alcuni altri personaggi, sono due donne avide di regali e di avventure, un po’ civette e parassite.Sono due commedianti che giocano a fare le dame. Sono spettatrici di fronte a Mirandolina, ma allo stesso tempo acquistano un loro spazio nella commedia attraverso alcuni dialoghi brillanti. Attrici di attrici. Una commedia all’interno della commedia. Le due commedianti fingono già dall’inizio di essere delle nobili usando un linguaggio barocco e dei gesti manierati; tutti cascano nel loro tranello tranne Mirandolina e il Cavaliere.

    Personaggi:

    E` necessaria una riflessione sul sistema dei personaggi, infatti quest’ultimi sono tutti rappresentativi dei fondamentali ceti. Il marchese di Forlimpopoli e il conte d’Albafiorita rappresentano le due varianti della societa` nobiliare del tempo, la nobilita` di sangue ormai decaduta e la nobilta` di recente acquisto. La vecchia nobilita` sta passando un momento di crisi, continua a pensare che nulla sia cambiato e che il mondo debba prostrarsi ai suoi piedi in quando erede e tenutaria di titoli nobiliari. Lo squattrinato marchese pretende ancora di esercitare antiche funzioni, come la protezione continuamente offerta a Mirandolina, di godere di antichi privilegi (ritiene l’amore della donna come atto dovuto), di sfoggiare il lusso (pensiamo al dono del fazzoletto). Questa posizione si scontra con quella del conte che ostenta continuamente la sua ricchezza. Ma anche il cavaliere di Ripafratta pensa che tutto gli sia dovuto solo perche` e` nobile, come nel caso della biancheria.
    Mirandolina, risottolineo, incarna la figura della padrona di locanda attenta ai suoi interessi e rimanda al tipo del borghese, del “mercante”. Goldoni si identifica con questa borghesia in ascesa, sostenendone le aspirazioni e le idealità, come ad esempio nel matrimonio tra Mirandolina e Fabrizio, dove sottolinea la superiorità di una nuova concezione borghese del matrimonio, fondata sul buon senso, e non sull’interesse. Infatti per la nuova concezione borghese, l’amore non è semplice attrazione e soddisfazione dei sensi, bensì la via che conduce al matrimonio, alla costituzione di una famiglia, cioè del nucleo sociale fondamentale. Mirandolina e` la donna goldoniana che si sceglie il marito, facendo trionfare non l’amore ma l’onorabilita`, la vita, la liberta` interiore.
    Una conclusione che conferma come, aldilà del piacere per una storia ben congeniata, molti siano i temi di quest'opera. L'irrompere sul palcoscenico di valori borghesi, quali l'operosità, il senso della misura, l'attenzione al guadagno, non rappresenta il solo motivo di interesse che questa commedia propone: non va tralasciata infatti la parte di "eroe positivo" che la donna ricopre all'interno de “La locandiera” come pure in altre commedie di Goldoni. La societa` di quegli anni dibatteva ampliamente sulla necessità di un nuovo e più importante ruolo per la donna e l'autore veneziano ne rende testimonianza fedele nel suo teatro, aderendo anche in questo caso a quelle spinte modernizzatrici che stavano scuotendo l'ancien régime in tutta Europa. Tanti elementi diversi che però non fanno che confermare la validità e la godibilità di questa commedia ancora oggi a più di due secoli di distanza dalla sua stesura.



    Edited by Lussy60 - 22/12/2012, 12:28
     
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  2. chIARA223
     
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    ciauuuu
     
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  3. Rachele5
     
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    gz nn sapevo cm fr la relazione e mi hai aiutato molto :17.gif: :23.gif: e :a108.gif:
     
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    Riassunto de "La Locandiera” di Goldoni
    Le vicende della commedia si svolgono a Firenze nella locanda di Mirandolina.

    Personaggi:
    Il Cavaliere di Ripafratta: ricco Cavaliere che disprezza le donne.
    Il Marchese di Forlipopoli: nobile di nascita, le sue ricchezze sono state dissipate da lui e dal padre.
    Il Conte d'Albafiorita: ricco borghese che si è comprato una carica nobiliare.
    Mirandolina, la locandiera: di umili condizioni, ma col suo fascino fa innamorare tutti gli uomini che incontra.
    Ortensia, comica: attrice di umili origini che si finge una nobile dama.
    Dejanira, comica: attrice di umili origini che si finge una nobile dama.
    Fabrizio, cameriere della locanda: il padre di Mirandolina ha espresso il desiderio che sua figlia si sposasse con lui.
    Servitore, del Cavaliere: personaggio privo di personalità.
    Servitore, del Conte: personaggio privo di personalità.

    Atto I
    Nella prima scena il Marchese di Forlipoli e il Conte di Albafiorita si dichiarano entrambi innamorati della locandiera: Mirandolina. Il Marchese cerca di conquistarla attraverso la sua nobiltà e la sua protezione, mentre il Conte cerca di attirare la sua attenzione tramite costosi regali. Ai due si unisce un terzo: il Cavaliere di Ripafratta il quale snobba i due compagni per il loro puerile interessamento verso la donna e li invita a fare come lui, al quale le donne non fanno né caldo né freddo e per niente al mondo perderebbe la sua libertà con il matrimonio.
    Quando giunge Mirandolina, il Conte le regala degli orecchini ornati da diamanti. La locandiera cerca di rifiutare, ma alla fine cede accettando il dono. L'unico a rimanere indifferente al fascino di Mirandolina è il Cavaliere che, per non sopportarla più, se ne esce dalla stanza ordinandole di fargli avere biancheria più fine.
    Scioltasi la compagnia inizia un piccolo monologo della donna nel quale si prende beffa dei suoi spasimanti e decide di voler conquistare per gioco il cuore del Cavaliere a lei ostile. Per dare il via al suo intento decide di portargli di persona la biancheria richiesta.
    Entra dal Cavaliere Mirandolina, egli è contrariato che gli abbia portato di persona la biancheria ed è convinto che lo faccia per attirare la sua attenzione. La locandiera si difende dicendo che ogni volta che fa bene il suo lavoro i clienti credono che lo faccia per interesse e tutti, lusingati, le fanno la corte, ma lei, ribadisce, lo fa solo per fare bene il suo lavoro e quegli uomini sono solo degli effemminati, perché lei non cederebbe mai la libertà della nubiltà. Prosegue dicendo che il Cavaliere è il primo uomo che si comporti come tale e seguitando in questo modo riesce a trovare il suo favore e a strappargli l'invito di poterlo andare a trovare ancora.
    Entrano in scena nuovi personaggi: Ortensia e Dejanira le quali pur essendo commedianti si segnano alla locanda come dame. Mirandolina capisce subito l'imbroglio e promette di chiudere un occhio. Entra nella stanza anche il Marchese che vanitosamente sfoggia un prezioso fazzoletto, che dona a Mirandolina. Le false dame invitano il Marchese per il pranzo. Arriva però il Conte con una preziosa collana in diamanti che regala a Mirandolina che con finta titubanza accetta. Il Conte invita a mangiare Ortensia e Dejanira, che accettano mandando a monte il pranzo con il Marchese.
    Alla fine, con un monologo, Mirandolina ribadisce di non aver interesse per quegli uomini facili e si promette di concentrare le sue forze per far cadere l'ostilità del Cavaliere.

    Atto II
    Il servitore porta il pasto al Cavaliere ed egli manda a ringraziare Mirandolina. Parlando con il servitore il Cavaliere viene a sapere che il Conte ed il Marchese sono a tavola con due dame che hanno appena conosciuto. Li critica per la loro debolezza nei confronti delle donne. Poco dopo arriva anche Mirandolina a servire il Cavaliere, i due fanno un brindisi con un buon vino. Arriva il Marchese all’improvviso, si unisce al brindisi e si siede a tavola con loro. Il Marchese inizia a mangiare ciò che Mirandolina ha preparato e le fa tanti complimenti, tanto da venir schernito da Mirandolina e dal Cavaliere. Il Marchese tira fuori una piccola bottiglia di vino, che egli definisce di alta qualità, lo offre ai presenti, ma risulta essere “lavatura di fiaschi”. Il Marchese si vanta del fazzoletto che ha prima regalato a Mirandolina e dichiara nuovamente il suo amore nei suoi confronti. Arriva una bottiglia di vino di qualità offerta dal Conte, il Marchese si irrita e se ne va sdegnato (con la bottiglia). Poco dopo se ne va anche Mirandolina.
    Nel frattempo il Conte è rimasto con le due “dame”, e stanno discorrendo del Marchese. Il Conte le convince a continuare a fingere di essere dame, e poi gli parla del suo amore per Mirandolina. Le “dame”, venute a sapere che il Cavaliere disprezza le donne, decidono anche loro di cercare di sedurlo. Il Conte lo manda a chiamare.
    Quando arriva, il Conte, fingendo di avere un impegno, se ne va. Il Cavaliere si trova in imbarazzo e cerca di congedarsi; dopo un breve discorso le dame rivelano la loro vera identità, ed il Cavaliere, trascurando ogni formalità, se ne va sdegnato ed ordina al servitore di preparare i suoi bagagli per andarsene. Mirandolina gli prepara il conto e glielo porta, facendo finta di piangere per la sua partenza. All’inizio il Cavaliere rimane impassibile, ma quando vede Mirandolina svenire si scioglie, e decide di non partire più. Sopraggiungono anche il Conte ed il Marchese, ma il Cavaliere li scaccia violentemente.

    Atto III
    Mirandolina sta nella sua camera dove era andata per riprendersi dallo svenimento. Giunge il servitore del Cavaliere con in dono una boccetta d’oro contenente un ricostituente. Mirandolina assaggia il liquido ma rifiuta la boccetta d’oro. Poco dopo arriva il Cavaliere in persona rattristato per il rifiuto del suo regalo. Mirandolina lo accusa di essere la causa del suo svenimento e continua a rifiutare aspramente il suo regalo. Alla fine il Cavaliere dichiara il suo amore e confessa la sua gelosia nei confronti di Fabrizio. Mirandolina non se ne cura e se ne va. Giunge il Marchese e, dopo una breve discussioni, capisce che il Cavaliere si è innamorato e non vuole riconoscerlo. Se ne va e al suo posto arriva Dejanira. Il Marchese trova la boccetta d’oro e la regala alla donna, raccomandandole la massima segretezza al riguardo. Dejanira se ne va e giunge il Conte. Entrambi decidono di andarsene in un’altra locanda per fare uno sgarbo a Mirandolina, il Marchese viene a sapere che le due “dame” sono solo due commedianti e corre a riprendersi la boccetta che aveva regalato.
    Cambia la scena: il Cavaliere bussa vigorosamente alla porta di Mirandolina, interviene Fabrizio per difenderla. Sopraggiungono anche il Conte ed il Marchese, quest’ultimo litiga col Cavaliere tanto da arrivare alle armi, ma non rimedia altro che una spada rotta. Mirandolina li vede con le armi in pugno e, spaventata, dichiara di voler sposare Fabrizio. Il Cavaliere, tormentato dalla gelosia, se ne va.. Gli altri due nobili le fanno dei regali per il matrimonio, me lei rifiuta, e gli chiede di andare a risiedere in un'altra locanda. I due accettano e Mirandolina si sposa con Fabrizio.

    PRESENTAZIONE DELL’OPERA
    La commedia de La Locandiera è stata scritta nel 1753 ed è considerata una delle più felici ed equilibrate commedie di Goldoni, esemplare per la giustezza del ritmo, la precisione e l’acutezza con cui sono Ritratti ambiente e personaggi. Inoltre lo stesso Goldoni dichiara di ritenere La Locandiera la più morale, utile ed istruttiva tra le proprie commedie scritte fino a quel momento. Le ragioni dell’utilità e delle moralità stanno per il Goldoni nella denuncia dell’ipocrisia femminile e della sua pericolosità (cfr. L’autore a chi legge). Con quest’opera egli ebbe dunque una duplice intenzione: quella di denunciare un aspetto del comportamento femminile senza negarne il fascino, ma senza per questo approvarlo.
    La dimensione descritta in quest’opera è quella tipica del 1700: si osserva una crisi profonda della vecchia nobiltà, che continua a pensare che nulla sia cambiato e che il mondo debba prostrarsi ai suoi piedi in quanto erede e tenutaria di dignità nobiliari. Questa posizione mal si concilia in un tempo in cui allo statico potere della nobiltà sta subentrando il ben più concreto potere del denaro, nuovo valore prettamente borghese. La Locandiera esemplifica infatti in modo altamente tipico ed efficace il problema dei rapporti tra borghesia e nobiltà, nel momento storico in cui la nuova classe si affianca e si sostituisce all’antica nel ruolo di classe egemone, soprattutto a Venezia dove, in anticipo rispetto al resto dell’Europa, una borghesia mercantile si inserisce tra un popolo ancora privo di voce autonoma e un’aristocrazia esautorata e sempre più evidentemente parassitaria. Goldoni si identifica con questa borghesia in ascesa, sposandone le aspirazioni e le idealità, come ad esempio nel matrimonio tra Mirandolina e Fabrizio, dove sottolinea la superiorità di una nuova concezione borghese del matrimonio, fondata su un solido e realistico buon senso, indifferente alle suggestioni dei marchesati e delle contee.
    Oltre alla tematica della contrapposizione tra nobiltà e borghesia, è presente nell’opera, in modo quasi predominante, il tema dell’amore e del matrimonio. Per la nuova concezione borghese, l’amore non è semplice attrazione e soddisfazione dei sensi, bensì la via che conduce al matrimonio, alla costituzione di una famiglia, cioè del nucleo sociale fondamentale.
    Un altro tema affrontato è quello delle nuova figura femminile, che nel ‘700 comincia la sua lotta per l’uguaglianza. In quest’opera questa nuova figura è rappresentata da Mirandolina (cfr. Analisi dei personaggi).
    STRUTTURA: A livello strutturale si differenzia dalle rappresentazioni classiche formate da cinque atti, essendo composta di tre atti. Gli atti sono divisi in scene; all’inizio di ogni atto e di ogni scena sono indicati il luogo e la situazione.
    La scena è ambientata a Firenze.
    ANALISI DEI PERSONAGGI
    MIRANDOLINA: Tutta la commedia si svolge attorno alla figura di Mirandolina, bella e sagace locandiera di 30 anni circa, nubile (segno di una personalità forte, capace di provvedere a se stessa), che se da un lato ricorda la servetta furba ed assennata della commedia dell’arte, dall’altra rivela una figura femminile che ben sa reggere il confronto con il mondo e gli uomini del tempo. Elle infatti è una donna sicura di sé che non ha bisogno di un uomo per costruirsi una vita, al contrario di come accadeva prima del ‘700, quando le donne necessitavano di una figura maschile al loro fianco (il padre o il marito). Mirandolina è una donna d’affari, una tipica esponente della borghesia in ascesa nel ‘700, solida, concreta, senza grilli nobiliari per la testa, che a contee, cavalierati o marchesati preferisce un prosaico ma sicuro matrimonio con un uomo del suo ceto, capace di aiutarla nella conduzione della locanda. Una frase che riassume la mentalità del personaggio è facilmente individuabile quando afferma: <>.
    Mirandolina è però anche l’affascinante incarnazione della femminilità, della civetteria, della malizia, della furbizia, della frivolezza, della crudeltà e della provocazione delle donne.
    Caratterizzazione del comportamento di Mirandolina è la sua assoluta assenza di implicazioni e complicazioni sentimentali: <>. Un’idea dell’opinione che Mirandolina ha degli uomini si può trovare nell’atto I, scena IX.
    Il fascino di Mirandolina è rappresentata quindi dalla sua civetteria e (soprattutto) dalla sua modernità, dal suo essere diversa dalle altre, proprio perché donna d’affari oltre che femmina.
    CAVALIERE DI RIPAFRATTA: E’ un misogino che disprezza le donne con tutto se stesso. Secondo la sua opinione le donne sono pericolose, infide, frivole, false e bugiarde; una donna per lui non vale un quarto di un buon cane da caccia (cfr. A.I. sc. IV). Se però paragoniamo le sue dichiarazioni antifemministe al comportamento degli altri due nobili, non sembra che la sua situazione di misogino incallito sia poi tanto più riprovevole o esagerata dell’assiduità con cui il Marchese ed il Conte corteggiano Mirandolina.
    Alla fine solo Mirandolina con la sua gentilezza riesce a fargli cambiare in parte idea e a farlo innamorare di lei.
    IL MARCHESE DI FORLIPOPOLI: E’ un altezzoso senza denaro che per amore di Mirandolina s'indebita maggiormente. Egli pensa quasi che Mirandolina sia un suo possesso e non vuole che nessun altro la corteggi. La cosa che ripete più spesso alla locandiera è che lui può darle protezione.
    IL CONTE D’ALBAFIORITA: E’ un parvenu, un nuovo ricco che si è comprato il titolo nobiliare e ritiene che il denaro sia l’unica fonte della sua superiorità sociale. Riempie di regali Mirandolina, della quale è innamorato. E’ convinto che Mirandolina abbia bisogno di denari. Il conte è andato apposta a Firenze ed in quella locanda per vederla. Non pretende, comunque, che Mirandolina lo corrisponda.

    FABRIZIO:
    E’ uno dei camerieri della locanda, anch’esso innamorato di Mirandolina ed è molto geloso di lei. Secondo il defunto padre di Mirandolina è il marito ideale per lei.

     
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  6. struttura
     
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    CITAZIONE (Lussy60 @ 12/11/2010, 20:49) 

    La locandiera di Carlo Goldoni, riassunto

    La commedia de "La locandiera" è composta in tre atti, ognuno dei quali suddiviso in diverse scene.

    TRAMA

    Il protagonista della commedia è Mirandolina, una giovane e bella proprietaria di una locanda. Di lei si innamorano perdutamente due nobili, il conte d'Albafiorita e il marchese di Forlipopoli; il primo sempre impegnato a fare costosi regali a Mirandolina, il secondo alle prese con le sue ristrettezze economiche che gli impediscono di prevalere sul conte.
    Il comportamento dei due contendenti non è per niente compreso dal cavaliere di Ripafratta, il quale odia le donne, le disprezza e le evita perchè le considera creature ingannatrici, e si vanta con tutti di non essere mai stato innamorato.
    Mirandolina è naturalmente contenta di questa situazione, in quanto riceve i costosi regali del conte e si diverte a fare dei propri amanti tutto ciò che vuole. Ma il conte d'Albafiorita e il marchese di Forlipopoli non sono i soli ad amare la locandiera, infatti anche Filippo, il cameriere di Mirandolina, è innamorato della sua padrona ed è il suo promesso sposo; infatti Mirandolina aveva promesso al padre, in punto di morte, di sposare il giovane cameriere.
    Ma Mirandolina è molto sorpresa del comportamento del cavaliere di Ripafratta, in quanto non riesce a capire per quale motivo sia l'unico a non prestarle attenzioni; e promette a se stessa di farlo innamorare.
    Approfittando dell'entrata in scena di due commedianti, Ortensia e Dejanira, che si divertono a spacciarsi per dame e che attraggono gli interessi dei due nobili; Mirandolina si dedica completamente al cavaliere riempendolo di attenzioni, infatti lo serve in tavola, gli prepara personalmente da mangiare, gli procura biancheria pregiata e si intrattiene amabilmente con lui. Il cavaliere rimane suo malgrado folgorato dai modi gentili della locandiera e nel giro di poco tempo si innamora perdutamente di lei.
    Ciò scatena le gelosie di Filippo, del conte e del marchese che individuano nel cavaliere di Ripafratta l'interlocutore privilegiato di Mirandolina. La locandiera si accorge ben presto
    di aver esagerato, infatti il cavaliere diviene sempre più invadente e pretestuoso nei suoi confronti, quindi per risolvere la situazione decide di sposarsi con Filippo e consiglia a tutti i suoi contendenti di andarsene e di ricordarsi di lei ogni volta che si trovassero nelle medesime condizioni.

    CONSIDERAZIONI

    Scritta nel 1752, "la Locandiera" è una delle più felici ed equilibrate commedie di Goldoni, mirabile per la giustezza del ritmo, la precisione e l'acutezza con cui sono ritratti l'ambiente e i personaggi. L'intera commedia è centrata sul personaggio di Mirandolina, un'affascinante incarnazione dell'eterno femminino, della civetteria, della malizia e della furbizia delle donne.
    Mirandolina è una donna d'affari, una tipica esponente della borghesia in ascesa nel '700, solida, concreta e senza grilli nobiliari per la testa, che a contee, cavalierati e marchesati preferisce un prosaico ma sicuro matrimonio con un uomo del suo ceto, capace di aiutarla nella conduzione della locanda. Una frase che riassume la mentalità del personaggio è facilmente individuabile quando afferma: "Mi paice l'arrosto e del fumo non so che farmene".
    La commedia termina con un lieto fine, ma tuttavia con un monito di cui non si deve credere che Goldoni credesse sinceramente alla funzione didascalica e morale della commedia. Si tratta invece di un finale grazioso e simpatico (un classico lieto fine con matrimonio), che sembra esaltare le arti della civetteria femminile più che ammonire a sfuggirle.

    Trama:

    L’intera commedia è centrata sul personaggio di Mirandolina, una locandiera molto affascinante, che è corteggiata da due nobili, il conte d’Albafiorita e il marchese di Forlipopoli. Il primo sempre impegnato a farle costosi regali e il secondo appartenente a quella parte di nobiltà decaduta e ormai senza mezzi, tenta di conquistarla con promesse di protezione. Anche Fabrizio, cameriere della locanda, che le era stato suggerito come marito dal padre prima che morisse, è innamorato di lei. Nella locanda viene ospitato anche il cavaliere di Ripafratta, un convinto misogino che si vanta di essere immune al fascino femminile ed anzi sostiene di essere “nemico delle donne”. Approfittando dell’ arrivo di due commedianti, Ortensia e Dejanira, che attraggono gli interessi dei due nobili, Mirandolina decide di voler conquistare per ripicca il cuore del cavaliere a lei ostile e punire la sua superbia misogina. Mirandolina, grazie al suo fascino seduttivo, gioca equivocamente con i suoi corteggiatori, e senza troppe difficoltà riesce a far innamorare il cavaliere, causando gelosie e liti tra i tre pretendenti. Riuscita nell’intento di far capitolare il cavaliere, ella però ne rifiuta l’amore così come prima aveva rifiutato la corte dei due nobili e concede la propria mano al cameriere della locanda Fabrizio.
    Tematiche:
    Le tematiche di questa commedia sono la differenza sociale evidenziata dall’opposizione tra il “denaro” del Conte e la “protezione” del Marchese e la differenza tra i sessi evidenziata dalla misoginia del Cavaliere di Ripafratta. In questa commedia l’autore presenta la vicenda del Cavaliere come un esempio di “superba presunzione” cioè un caso di comportamento asociale e irrazionale che, come tale, deve essere punito. Mentre attraverso il personaggio di Mirandolina ha voluto mostrare la “crudeltà” con cui certe donne si burlano di poveri uomini, affinché siano avvertiti dei pericoli che corrono.
    Il personaggio di Mirandolina è l’incarnazione della civetteria, della malizia e della furbizia delle donne. Essa è una donna intraprendente e abile costruttrice del suo destino. Le piace giocare coi sentimenti altrui, infatti stuzzicata dalla misoginia del cavaliere, desidera prendersi una sana rivincita in nome del sesso femminile che acquisterà un significato esemplare e un valore di emancipazione.
    Dal suo carattere emergono varie componenti che caratterizzano l’ambiguità di questo personaggio: il bisogno di affermazione, la rivalsa sociale e di sesso, lo sfrenato narcisismo e il desiderio di conquista e di dominio sugli uomini.
    Mirandolina è una donna d’affari, una tipica esponente della borghesia in ascesa nel 700 che a conti, marchesi e cavalieri, preferisce una prosaico ma sicuro matrimonio con un uomo del suo ceto, capace di aiutarla nella conduzione della locanda.
    Goldoni , con la figura di Mirandolina, a parer mio, vuol far notare ai lettori come la figura della donna sia cambiata nel corso dei secoli. La protagonista infatti è una donna sicura di se, che non ha bisogno dell’uomo per costruirsi una vita, contrariamente a quanto succedeva prima del 700 quando le donne avevano sempre bisogno di una figura maschile: il padre e il marito. Così l’autore fa notare la libertà di Mirandolina, la donna che vive al meglio la sua vita senza essere “schiava” dell’uomo.

    MIRANDOLINA:

    E' la vera protagonista della più tipica commedia di carattere goldoniana, a tal punto che tutti i personaggi sono visti quali piedistalli su cui ella s’innalza o quali figure in controluce, sottoposti ai suoi capricci (come il Cavaliere misogino) o alla sua ironia (come il Marchese parassita) o alla sua vanità femminile (come il Conte danaroso) o alla sua volontà (come Fabrizio) o al suo divertito buonumore (come le due comiche avventuriere). E' lei che dà loro luci ed ombre. Scaltra, sa fare gli interessi suoi personali e della locanda. Fra gli aspetti del suo carattere che predominano notiamo la vivacità, la caparbietà, la furbezza e la moralità. La naturale vivacità di spirito la rende immediatamente simpatica e femminile, Mirandolina è nel complesso equilibrata ma molto orgogliosa di sé e del suo sesso. Questo suo carattere si rispecchia pienamente in quel puntiglioso ripicco di far innamorare il Cavaliere, attorno al quale ruota tutta la trama della commedia.
    La sua tattica dell'innamoramento che utilizza con il Cavaliere è perfetta:
    in un primo momento ella si mostra timida, poi umile ma anche vivace e spiritosa, poi diventa sempre più enigmatica fino ad arrivare al colpo di grazia con il suo svenimento. Alla fine della commedia, invece, ella si mostra irrequieta, insolente e quasi crudele nel disprezzare il vinto.
    Rientra poi nella regola e anche lei ricava dalla commedia un insegnamento: pure lei ha bisogno di qualcuno, perché è pericoloso tenere la locanda da zitella. è la locandiera.E’ una donna intraprendente e abile costruttrice del suo destino. Le piace giocare coi sentimenti altrui, infatti stuzzicata dalla misoginia del cavaliere desidera prendersi, attraverso la seduzione, una sana rivincita sull’ importanza della figura femminile nel microcosmo sociale. Grazie al suo fascino riesce ad attirare alla locanda molti uomini. Riesce facilmente a tenere in guardia i suoi corteggiatori. Rappresenta la borghesia, in altre parole l’unica classe che in quell’epoca aveva potere e denaro.
    Goldoni, con la figura di Mirandolina, a parer mio, vuole far notare ai lettori come la figura della donna sia cambiata nel corso dei secoli . La protagonista infatti è una donna sicura di se, che non ha bisogno dell’ uomo per costruirsi una vita al contrario di come accedeva prima del ‘700, quando le donne avevano bisogno di una figura maschile : il padre ed il marito. Così l’autore, fa notare la libertà di Mirandolina, la donna che vive al meglio la sua vita senza essere “schiava” dell’uomo.
    A cominciare dal personaggio di Mirandolina, che non e` piu` la "servetta" intrigante della commedia precedente, il tipo della "donnina brillante e capricciosa", ma è una locandiera con i suoi affari, i suoi interessi, un personaggio ben definito non solo caratterialmente, ma anche socialmente. È un personaggio radicato in una precisa realtà sociale, il cui comportamento è dettato non da caratteristiche fisse ed immutabili, ma dalle sue esperienze e dalla sua posizione sociale. Mirandolina e` una persona scaltra e calcolatrice, un’ approfittatrice sfrontata, specula sulla sua bellezza e sul suo fascino per attrarre nobili clienti nella sua locanda, non solo, con questi mezzi fa anche loro accettare un trattamento alberghiero scadente (infatti il cavaliere, all’inizio immune alla sua civetteria, chiede che gli venga cambiata la pessima biancheria), ricavandone notevole profitto. Notiamo anche che la donna non ha alcuna predilezione verso gli ospiti: “M’inchino a questi cavalieri. Chi mi comanda di loro signori?”. Ma non e` disposta ad accettare il ruolo di serva, nonostante sia sempre gentile: “Signore, ve ne sara` di meglio [di biancheria: il cavaliere ha richiesto di sostituirla]. Sara` servita, ma mi pare che la potrebbe chiedere con un poco di gentilezza”. Questo ci basta a farci avvertire l’autocontrollo che distingue Mirandolina e la lucidita` delle sue scelte: “La nobilta` non fa per me. La ricchezza la stimo e non la stimo. Tutto il mio piacere consiste nel vedermi servita, vagheggiata, adorata”. Poi riferendosi al cavaliere di Ripafratta dice: “E` nemico delle donne? Non le puo` vedere? Povero pazzo! Non avra` ancora trovato quella che sappia fare. Ma la trovera`. La trovera`. E chi sa che non l’abbia trovata.” E sottolineando quanto vale essere donna esclama “Siamo la miglior cosa che abbia prodotto al mondo la bella madre natura”. Il fascino di Mirandolina è rappresentato quindi dalla sua civetteria e dalla sua modernità, dal suo essere diversa dalle altre, proprio perché donna d’affari oltre che femmina.

    CAV. RIPAFRATTA:

    Il Cavaliere misogino è protagonista per contrasto e la vittima più illustre della locandiera. Egli vuole apparire scettico, ma in fondo il suo scetticismo è una maschera di difesa, perché egli è un uomo impulsivo, collerico, nervoso e fiero.Egli non è uno sciocco, né del tutto fatuo come gli altri due aristocratici ed in lui possiamo notare un fresco ed ottimistico senso della libertà.Anche lui è vittima di Mirandolina, ma si differenzia in ogni caso dagli altri due spasimanti in quanto cede poco a poco terreno, anche se in modo irreparabile. Disprezzatore delle donne, si imbatte nella gentilezza e bellezza di Mirandolina, che abilmente lo porta alla pazzia d’amore.

    Il marchese di Forlimpopoli:

    Il marchese di Forlimpopoli è forse la figura meglio caratterizzata e meglio definita della commedia. E' un personaggio un po’ vile e un po’ spaccone, cavaliere e ladro, megalomane e parassita, ma soprattutto spiantato, povero e superbo.La famosa frase: "Son chi sono...e mi si deve portar rispetto" è la scappatoia tipica nelle difficoltà, la forma di rispetto delle convenzioni e delle apparenze, il richiamo alla nobiltà del titolo.Il secondo dei suoi punti caratteristici è la sua, non meno famosa ma senz'altro inutile, "protezione" che egli accorda a tutti quanti: è pure questo un residuo di un mondo vecchio e duro a morire. Nobile ma senza denaro. Finge di disprezzare il denaro e promette a Mirandolina protezione. E’ il simbolo della società aristocratica decaduta. Lui pensa quasi che Mirandolina sia un suo possesso e non vuole che nessun altro la corteggi.

    Il conte d’Albafiorita:

    Il conte d'Albafiorita è il nuovo ricco, nobile per titolo e non per casato; non ha perciò signorilità alcuna. La superbia di questo aristocratico è perciò grossolana e rozza e rappresenta bene questo tipo di personaggio, che vuole apparire sempre galante.Siamo dunque in presenza di un personaggio superficiale, senza idee, ricco e spendaccione.a differenza del marchese, è un uomo molto ricco che cerca di conquistare Mirandolina con i gioielli. Molto interessanti i “ligiti” tra il conte e il marchese, che rendono la storia ancora più movimentata.

    Fabrizio:

    il padre di Mirandolina prima di morire disse che lui era il marito giusto per Mirandolina. In realtà Fabrizio è un servitore molto fedele (e geloso) che sopporta questa donna dagli atteggiamenti intraprendenti. Sopporta i corteggiatori che si avvicinano a lei e alla fine risulta l’uomo più fortunato tra i tanti della locanda. E' il capocameriere della locanda di Mirandolina, interessato al buon nome, agli interessi e alla continuità della locanda. D'intelligenza modesta, Fabrizio ha le sue idee, anche se pochine e la sua filosofia, anche se "terra terra", è sicura: Mirandolina, infatti, alla fine sceglierà lui. E' geloso della bella locandiera perché l'ama; è stato spesso giudicato un buon semplicione, paziente, modesto e un po’ ingenuo.Ad ogni modo si possiamo notare come la sua presenza sia importante all'interno della commedia: senza di lui Mirandolina non sarebbe quella che è, Fabrizio per lei è il punto finale di una bella avventura, qualcosa di sicuro, che rimane fermo per aspettarla.

    LE COMMEDIANTI:

    Ortensia e Dejanira sono due commedianti piuttosto maldestre, che recitano soltanto la loro parte. Ortensia appare più spregiudicata, petulante e in definitiva più sofisticata e incallita, Dejanira, invece, si mostra più giovanile e sorridente, più spontanea e quindi più simpatica.Entrambe sono senza dubbio un po’ sciocche, anche se in modo differente da alcuni altri personaggi, sono due donne avide di regali e di avventure, un po’ civette e parassite.Sono due commedianti che giocano a fare le dame. Sono spettatrici di fronte a Mirandolina, ma allo stesso tempo acquistano un loro spazio nella commedia attraverso alcuni dialoghi brillanti. Attrici di attrici. Una commedia all’interno della commedia. Le due commedianti fingono già dall’inizio di essere delle nobili usando un linguaggio barocco e dei gesti manierati; tutti cascano nel loro tranello tranne Mirandolina e il Cavaliere.

    Personaggi:

    E` necessaria una riflessione sul sistema dei personaggi, infatti quest’ultimi sono tutti rappresentativi dei fondamentali ceti. Il marchese di Forlimpopoli e il conte d’Albafiorita rappresentano le due varianti della societa` nobiliare del tempo, la nobilita` di sangue ormai decaduta e la nobilta` di recente acquisto. La vecchia nobilita` sta passando un momento di crisi, continua a pensare che nulla sia cambiato e che il mondo debba prostrarsi ai suoi piedi in quando erede e tenutaria di titoli nobiliari. Lo squattrinato marchese pretende ancora di esercitare antiche funzioni, come la protezione continuamente offerta a Mirandolina, di godere di antichi privilegi (ritiene l’amore della donna come atto dovuto), di sfoggiare il lusso (pensiamo al dono del fazzoletto). Questa posizione si scontra con quella del conte che ostenta continuamente la sua ricchezza. Ma anche il cavaliere di Ripafratta pensa che tutto gli sia dovuto solo perche` e` nobile, come nel caso della biancheria.
    Mirandolina, risottolineo, incarna la figura della padrona di locanda attenta ai suoi interessi e rimanda al tipo del borghese, del “mercante”. Goldoni si identifica con questa borghesia in ascesa, sostenendone le aspirazioni e le idealità, come ad esempio nel matrimonio tra Mirandolina e Fabrizio, dove sottolinea la superiorità di una nuova concezione borghese del matrimonio, fondata sul buon senso, e non sull’interesse. Infatti per la nuova concezione borghese, l’amore non è semplice attrazione e soddisfazione dei sensi, bensì la via che conduce al matrimonio, alla costituzione di una famiglia, cioè del nucleo sociale fondamentale. Mirandolina e` la donna goldoniana che si sceglie il marito, facendo trionfare non l’amore ma l’onorabilita`, la vita, la liberta` interiore.
    Una conclusione che conferma come, aldilà del piacere per una storia ben congeniata, molti siano i temi di quest'opera. L'irrompere sul palcoscenico di valori borghesi, quali l'operosità, il senso della misura, l'attenzione al guadagno, non rappresenta il solo motivo di interesse che questa commedia propone: non va tralasciata infatti la parte di "eroe positivo" che la donna ricopre all'interno de “La locandiera” come pure in altre commedie di Goldoni. La societa` di quegli anni dibatteva ampliamente sulla necessità di un nuovo e più importante ruolo per la donna e l'autore veneziano ne rende testimonianza fedele nel suo teatro, aderendo anche in questo caso a quelle spinte modernizzatrici che stavano scuotendo l'ancien régime in tutta Europa. Tanti elementi diversi che però non fanno che confermare la validità e la godibilità di questa commedia ancora oggi a più di due secoli di distanza dalla sua stesura.



    quali sono gli elementi strutturali della locandiera?
     
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    1 quali sono gli elementi fondamentali della commedia riformata?
    2 com'è strutturata la locandiera? com'è scritta e a chi è dedicata?
    3 quali sono le caratteristiche più importanti del personaggio di Mirandolina? Perchè si può definire una donna moderna?
    4 "fra voi e me vi è qualche differenza" è la prima battuta della commedia, rivolta dal Marchese al Conte.Spiega il significato della frase chiarendo il rapporto che si stabilisce tra i due fin dall'inizio
    5 per quale motivo, secondo te, Mirandolina ignora le attenzioni del Conte e del Marchese e cerca invece di conquistare ill Cavaliere?


    RISPOSTE!!!
    1. Viene data grande importanza al testo. Gli attori non hanno più solo una trama su cui tessere liberamente delle battute (la bravura stava nell'improvvisare), ma un testo con delle battute da imparare a memoria (la bravura sta nell'interpretare). I personaggi non sono più delle maschere con sempre lo stesso ruolo (es.: Pulcinella, Arlecchino...) ma si ha una commedia di carattere: ogni personaggio ha la sua psicologia. La comicità non scade più nella volgarità, ma tende all'ironia. La storia è lineare, e non più un intreccio di vicende non sempre verosimili.
    2. è una commedia, quindi contiene le battute dei vari personaggi.
    3. è una borghese acuta e femminista. Si può definire una donna moderna perchè difende la sua libertà, è autonoma (è una donna che dirige la sua locanda) e indipendente.
    4. Il marchese vanta la sua superiorità sul conte in quanto ha ereditato il titolo nobiliare. Sin dalle prime battute si capisce che il marchese fa sfoggio del suo casato (pur essendo uno squattrinato) e offre a Mirandolina la sua protezione, mentre il conte si vanta dei suoi denari (pur non avendo ereditato un titolo nobiliare, ma avendolo comprato) e offre a Mirandolina la sua ricchezza.
    5. Perchè in amore vince chi fugge. Il cavaliere misogeno è l'unico a non sopravvalutarla, e lei prende questo disinteresse come una sfida alla sua capacità di affascinare gli uomini.

     
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