PARAFRASI

tutte quelle che servono sono qui!!!

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  1. Lussy60
     
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    LE PARAFRASI DI!


    Telemaco e Penelope-

    Il cantore famoso cantava tra di loro, ed essi erano seduti in silenzio: narrava il ritorno funesto degli Achei, dovuto all’ira di Pallade Atena. Dalle stanze superiori ne sentì il canto Penelope, figlia di Icario: scese dall’alta scala della sua camera, accompagnata da due ancelle. Quando arrivò tra i pretendenti si fermò vicino ad un pilastro, tenendo il lucido scialle davanti alle guance: da ciascun lato c’era un ancella. Piangendo si rivolse al divino cantore: “ Femio, tu conosci molte altre imprese di uomini e di dei, che affascinano gli uomini e i cantori le celebrano: cantane una tra esse, seduto tra di loro, essi in silenzio devono il vino; smetti questo triste canto, che sempre mi logora il cuore, dopo che mi colpì il crudele dolore. Questa persona infatti desidero, ricordandola sempre, un uomo famoso per tutta la Grecia:”
    Le rispose saggiamente Telemaco: “ Madre mia, perché non vuoi che il fedele cantore ci allieti come la mente lo ispira? I cantori non sono colpevoli, responsabile è Zeus, che assegna a ciascun uomo il destino che vuole. Femio non va biasimato se canta la sfortunata sorte dei greci: gli uomini ammirano il canti più nuovo. Il tuo cuore e il tuo animo sopportino di ascoltare: perché a Troia non perì solo Odisseo, ma anche molti altri. Va nella tua stanza, comanda alle ancelle di occuparsi del lavoro: la parola spetterà agli uomini, a me soprattutto, perché ho il potere qui in casa.”
    Lei era tornata stupita nella sua stanza: pensava al saggio discorso del figlio. E salita di sopra con le ancelle, pianse Odisseo, il marito, finché Atena le concesse il sonno.

    Odisseo e Calipso

    Dopo che ebbero banchettato Calipso cominciò a parlare:
    " Ulisse, quindi vuoi andartene subito verso la tua terra, verso la tua casa? Ti auguro di essere felice. Ma se solo fossi a conoscenza di tutti quegli ostacoli che ti aspettano in questo viaggio di ritorno, resteresti qui con me in questa casa, e diventeresti immortale, nonostante tu desideri rivedere tua moglie . Eppure non sono meno meno bella di lei, anche perchè le dee sono più belle delle donne mortali".

    E Ulisse rispose:
    " non te la prendere dea; queste cose le so bene anch'io. Penelope è meno bella di te. Infatti lei è mortale, mentre tu sei immortale. Ma nonostante questo desidero ogni giorno tornare a casa, e non vedo l'ora che quel giorno arrivi. Se un dio cerca di fermarmi non mi arrenderò; sono paziente giacchè ho sofferto molto per le guerre e in mare".

    Odisseo e Nausica



    Quando Nausicaa e le ancelle giunsero alla corrente bellissima del fiume, dove c'erano anche conche da cui l'acqua sgorgava abbondante, staccarono le mule e le spinsero verso l'alto fiume vorticoso per pascolare l'erba tenera. E poi tolsero le vesti dal carro e le immersero nell'acqua profonda; e le calcavano con i piedi agili. E quando le lavarono, le stesero l'una accanto all'altra, in fila, lungo la riva del mare dove le onde smuovono la ghiaia. Poi si bagnarono anche loro e, unte d'olio, presero il cibo presso la sponda del fiume, mentre i raggi del sole asciugavano le vesti. Ma quando furono sazie, Nausicaa e le ancelle si tolsero in fretta i vestiti per giocare a palla. E cominciò a giocare Nausicaa dalle braccia splendenti. Ma quando stavano già pensando di ritornare a casa, piegare le belle vesti e aggiogare le mule, Atena dagli occhi lucenti immaginò un'altra cosa: svegliare Odisseo affinché veda la bella fanciulla, che lo possa guidare alla città dei Feaci. Nausicaa lanciò la palla a una compagna ed ecco che le cadde nel fiume, in un gorgo profondo. Urlarono molto forte le fanciulle e Odisseo si svegliò. E mettendosi a sedere, pensava tra sé e sé: “Ahimè, da quali uomini sono giunto? Sono violenti, selvatici e privi di legge o ospitali e temono in cuore gli dei? Ho sentito un grido femminile, come di ragazze, di ninfe che abitano le cime alte dei monti e le sorgenti dei fiumi e i prati erbosi. Così sono vicino a esseri che parlano? Voglio provare a vedere”. Detto ciò, Odisseo uscì dai cespugli e staccò dalle piante con la mano robusta un ramo con tante foglie e lo avvolse alla vita. E venne avanti come un leone il quale scende dai monti selvatici e, sotto la pioggia e il vento, con gli occhi ardenti, assale buoi e pecore. O insegue cerve selvatiche; e la fame lo spinge ad attaccare le prede dentro i recinti; così, vinto dal bisogno; andava nudo Odisseo incontro alle fanciulle dalle chiome belle. Apparve come un selvaggio ad esse, apro di sale marino e fuggirono smarrite,chi di qua chi di là per la spiaggia. Solo la figlia di Alcinoo rimase: Atena le diede nel cuore coraggio, le tolse ogni paura. E restò ferma davanti a lui. E Odisseo fu incerto se pregare la vergine avvolgendola alle ginocchia oppure da lontano con parole dolci, se mai volesse indicargli il paese e dargli una veste. A lui parve, pensando, la decisione migliore: pregarla da lontano con dolci parole, perché l'abbraccio alle ginocchia non le muoverà sdegno.

     
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