C'ERA UNA VOLTA..CAROSELLO

tutti i vecchi spot..divertiamoci..

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    Fenomenologia di Carosello


    Carosello è stato per anni l’emblema e il palcoscenico unico della pubblicità in TV. Venti anni di personaggi, slogan entrati nel lessico e nel gergo comune, spot celebri, testimonial d’eccezione da Tognazzi al pulcino Calimero. Tutti a letto dopo Carosello …

    La realtà è che molte delle marche pubblicizzate non trassero beneficio dagli spot che andavano in onda (in primis, il detersivo Ava pubblicizzato da Calimero stesso) …

    Carosello ci insegna – e lo spunto me lo dà Giancarlo Livraghi in un vecchio articolo che ho ripescato surfando – che spesso nel fare comunicazione dimentichiamo il messaggio, il cuore, la sostanza per affidarci troppo allo “spettacolo”. Aneddotica la storia dei “mercanti di caroselli” che – ai tempi belli – giravano con spot già pronti a cui dovevano solo “attaccare” un codino con il riferimento al prodotto di turno.

    L’insegnamento dovrebbe essere questo: non basta raccontare una storia qualsiasi, fare spettacolo e trambusto a tutti i costi. Il marketing è come il sesso: parte tutto dal cervello …

     
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    Prima Puntata di CAROSELLO – (1957)

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    Se siete curiosi di vedere il primo Carosello in assoluto datato 1957, siete nel post giusto.

    I quattro sketch, andati in onda durante la prima puntata di Carosello, furono i seguenti:
    - Shell: Contributo Shell per la sicurezza stradale: Giovanni Canestrini vi parla di guida a destra o guida a sinistra?
    - l’Oréal: Un personaggio per voi con Mike Bongiorno
    - Singer: Quadrante alla moda con Mario Carotenuto
    - Cynar: L’arte del bere con Carlo Campanini e Tino Bianchi

     
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    CINZANO – Carosello e Spot – (Anni 60 e 70 e 80)


    Il nome Cinzano ha origine antichissime, una delle prime registrazioni ufficiali risale al 1568 e si trova negli archivi parrocchiali del piccolo borgo di Pecetto Torinese.

    I Cinzano erano specializzati in colture di alberi da frutto e vite e producevano rosolio, un liquore derivato dal petalo della rosa, usato spesso come base per altri liquori, vini ed elisir, con proprietà benefiche.

    Già nel 1703 la fama dei rosoli e degli elisir Cinzano varcano i confini del piccolo villaggio, tanto che il Maestro Acquavitaio Giovanni Battista Cinzano ottiene la licenza governativa per distillare e vendere elisir e rosoli fino a Torino.

    Dopo questo riconoscimento gli eredi di Giovanni Battista Cinzano, Giovanni Giacomo e Carlo Stefano Cinzano, ottengono un’ulteriore licenza dalla corte Sabauda e aprono la bottega laboratorio di Via Dora Grossa, oggi via Garibaldi, nel centro di Torino.

    La famiglia Cinzano diviene molto presto una produttrice eccellente di vermouth, tanto che nel 1786 viene insignita dai reali di Casa Savoia quale miglior produttore di una specialità torinese di Vermouth (il Vermouth Rosso).

    Nel 1786 i Cinzano vengono incaricati dal Re di Piemonte e Sardegna di emulare i metodi francesi di produzione dello Champagne, nei domini reali di Santo Stefano Belbo e Santa Vittoria d’Alba. La ricerca e la sperimentazione porta alla produzione del primo spumante italiano e pone le basi per la rinomata tradizione nazionale di spumanti.

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    I Savoia continuano a incentivare le sperimentazioni dei fratelli Cinzano offrendo loro le tenute di Santa Vittoria D’Alba come base per le loro ricerche. Dagli anni Sessanta i Cinzano iniziano a produrre su scala industriale i loro prodotti, soprattutto i vermouth; negli stessi anni viene inaugurato il primo stabilimento a Santo Stefano Belbo che con Santa Vittoria d’Alba e Chambery diviene la base del successo di Cinzano nel mondo. In Europa, poi in Sud America e in Africa. In tutto il mondo, dalle origini fino ad oggi, Cinzano afferma la maestria nel “saper fare” e il carattere sempre fedele a se stesso.

    Nel settembre 1999 il marchio Cinzano viene acquisito dal gruppo Campari.

    Cinzano: precursore del marketing moderno

    Cinzano è stata una delle prime aziende italiane a sperimentare la pubblicità.

    L’esordio

    L’8 dicembre 1887 usciva sul quotidiano Il telegrafo di Livorno un annuncio, in bianco e nero, senza immagini, che pubblicizzava il Vino Vermouth della rinomata Casa F. Cinzano.

    L’arte del manifesto pubblicitario

    Cinzano-manifesto-1920

    Nel 1888, fu affisso il primo manifesto illustrato da Adolf Hohenstein, padre della grafica pubblicitaria italiana: un dio Pan che suona e danza.

    Successivamente molti talentuosi illustratori del Novecento hanno prestato la propria creatività per Cinzano. Tra i più noti Leonetto Cappiello, Mario Gros, Marcello Dudovich, fino a Guido Crepax. Venivano rappresentate scene vivaci, ricche di colori e dettagli estremamente raffinati; nell’illustrazione appariva una grande figura, spesso femminile, o una coppia, qualche tralcio di vite o dei grappoli a fare da sfondo e l’immancabile bottiglia, in secondo piano, ma strategicamente ben visibile. Alcuni di questi, come la “Giraffa” di Capiello, sono veri e propri capolavori, ricercatissimi nel mercato antiquario.

    Cinzano-manifesto-dautore-1967-Guido-Crepax-605x900

    Dai primi del ’900 alle sponsorizzazioni

    Nel 1925 Cinzano ha ideato il marchio, subito diffuso in tutto il mondo, dai colori rosso e blu, divisi dalla diagonale verso l’alto a simboleggiare lo slancio verso il futuro. Quando la radio entrava nelle case degli italiani, Cinzano trasmetteva migliaia di annunci che ripetevano quel “Cin-cin…Cinzano!” rimasto nella tradizione nazionale come brindisi.

    È del 1949 una serie di poster Cinzano con immagini di Totò costruite con uno stile fumettistico. Un’altra star che ha posato per Cinzano è stata Rita Pavone, che in una serie di Caroselli degli anni Sessanta cantava “Cin-cin cinsoda / una voglia da morir”. Negli anni Settanta era invece Joan Collins a cantare “Cin-cin / C’innamoriam”.

    Verso la fine degli anni Sessanta, Cinzano ha sponsorizzato un intero film, Il segreto di Santa Vittoria di Stanley Kramer (1969), con Antony Quinn, Anna Magnani, Virna Lisi, Giancarlo Giannini. Il film ricevette tre nomination all’Oscar, per miglior colonna sonora, per miglior film drammatico, nomination a Ernest Gold, ed infine per miglior montaggio a William A. Lyon.

    All’inizio degli anni Ottanta risalgono una serie di brevi filmati pubblicitari che ebbero grandissimo successo internazionale con protagonisti l’attore britannico Leonard Rossiter e, di nuovo, l’attrice Joan Collins. “Airliner”, uno di questi filmati, è entrato nella classifica degli spot più famosi della storia della pubblicità secondo la rivista “Brand Republic”.

    Dal 2000 al 2009 è stato sponsor del MotoGP.



    Edited by gheagabry1 - 23/1/2023, 01:15
     
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    Detersivo SUPERTRIM (AGIP) – Carosello con ANGELINO – (1958)





    Angelino venne creato da Paolo Campani (disegni) e Giorgio Garnier (testi) intorno al 1957 per conto della Paul Film di (la stessa che creò poi i pestiferi Toto e Tata ed il mitico Merendero “Miguel”) ed aveva come inconfondibile colonna sonora, la “Marcia turca” di Mozart. Le “Disavventure di Angelino” (questo era il titolo originale dei vari episodi) furono curate da Romano Scarpa che vantava una lunga collaborazione con Topolino mentre all‚animazione lavorò Secondo Bignardi.


    In pratica quello di Angelino fu in assoluto, assieme all’omino della Bialetti; uno dei primi cartoni animati trasmessi dalla televisione italiana e (nota curiosa) il prodotto reclamizzato era sì un detersivo, il Super Trim; ma era prodotto dall’Agip, nota più per la benzina.



    Edited by gheagabry1 - 23/1/2023, 01:16
     
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    NESQUIK – (In Italia dal 1971)

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    Nesquik è una bevanda prodotta da Nestlé. In Italia, con questo termine ci si riferisce generalmente al Nesquik Solubile, una polvere solubile al cacao da aggiungere al latte.

    Storia

    Nel 1948, Nestlé sviluppa negli Stati Uniti un progetto a base di latte aromatizzato a vari gusti e viene introdotto nel mercato come Nestlé Quik. Negli anni cinquanta viene introdotto anche nel mercato europeo come Nesquik. Nel 1997, il nome diventa Nesquik anche nei paesi anglosassoni.



    In Italia Nesquik Solubile venne distribuito nel 1971. Il marchio Nesquik congloba diversi prodotti, con differenze tra mercato statunitense ed italiano. Con l’aggiunta nel prodotto di alcune vitamine, il nome è stato cambiato ad inizio 2007 in Nesquik Plus.

    Nell’agosto 2004 un test di Greenpeace riscontrò la presenza di organismi geneticamente modificati in una confezione di Nesquik. Una donna cinese denunciò Nestlé, poiché l’uso di OGM nei prodotti per l’infanzia era proibito dalle leggi locali. Un secondo test condotto in dicembre diede risultati negativi.

    Quicky Bunny


    Mr. Nesquik

    Nel 1973 viene introdotta la mascotte che reclamizza il prodotto, Quicky Bunny. Si tratta di un cartone animato; un coniglio antropomorfo che veste una Q. Il suo slogan più famoso è It’s so rich and thick and choco-lick! But you can’t drink it slow if it’s Quik!. In Europa e in Canada è conosciuto come Quicky, il coniglio Nesquik.

    Francia e Grecia avevano un’altra mascotte. Si trattava di un mostro giallo e grasso, ovviamente sotto forma di cartone animato, chiamato Groquik—a (in Francia), variazione di Gros Quik (grasso Quik), creato da Yves Brunier. In Grecia invece si chiamava Quikáras (grande Quik, in greco Κουικάρας). Quest’ultimo fu sostituito da Quiky, creando forti critiche da parte degli ammiratori della vecchia mascotte che hanno protestato contro gli Stati Uniti e la mancanza di un personaggio diverso dagli altri. In Portogallo la mascotte era un canguro, Kangurik, anch’esso sostituito da Quicky tra il 1989 e il 1990. In Italia invece, prima dell’avvento del coniglio nel 1995, la mascotte era una scatola antropomorfa del prodotto (Mr. Nesquik).

    Negli Stati Uniti, nel 1999 Quik Bunny venne rinominato Nesquik Bunny e la Q fu sostituita dalla N. Appare sulle confezioni e nelle pubblicità.



    Edited by gheagabry1 - 23/1/2023, 01:22
     
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    DIXAN – Carosello con Mister X e non solo… – (1967 e spot anni 80)

    dixan



    Persil (conosciuto anche come Dixan, Wipp o LeChat, a seconda del paese) è un marchio di detersivo originariamente sviluppato e realizzato dalla Henkel & Cie. Successivamente il marchio è stato licenziato e distribuito in numerose nazioni dalla Unilever Corporation. Lanciato sul mercato nel 1907, Persil è principalmente noto come il primo detersivo per bucato “autoattivante” ad essere immesso sul mercato. Il nome, Persil, deriva da due dei suoi principali ingredienti, Perborato di sodio esilicato. È il marchio più venduto della Unilever nel Regno Unito ed in Irlanda.

    In Italia

    Dixan è stato il primo detersivo per lavatrice comparso in Italia, lanciato sul mercato nel 1957.

    Negli anni Sessanta Dixan è presente nelle case degli Italiani con i suoi fustini ma anche con lo storico Mister X, personaggio diventato uno degli emblemi di Carosello. Notevole personaggio ai confini del trash, Mister X è un eroe mascherato che difende dai cattivi la preziosissima formula dello xelene, additivo che rende il detersivo Dixan imbattibile contro lo sporco. Era interpretato da Gabriel Briand, affiancato dalla bella Susanne Loret nella parte della fidanzata, regolarmente rapita dai cattivi in ogni puntata. Andato in onda

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    La comunicazione pubblicitaria continua negli anni Ottanta con la testimonial Enza Sampò, con il viaggio nelle fibre di Andrea Giordana e più tardi di Tiberio Timperi.

    Dixan è stato il primo a proporre importanti innovazioni sostenibili nel campo della detergenza come il detersivo senza fosfati (1987) e il detersivo con azione a freddo (2002). Nel corso degli anni Dixan ha poi arricchito la sua gamma di prodotti con diverse varianti originali e innovative come ad esempio Dixan Cenere Attiva (2006).

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    LANEROSSI – Carosello e Storia –

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    Il lanificio Rossi (poi abbreviato in Lanerossi) di Schio è stato uno dei maggiori lanifici italiani

    Storia

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    La Lanerossi è stata fondata nel 1873, trasformando in S.p.a. la Industrie Rossi sorta nel 1817 per opera di Francesco Rossi. Rossi, che era originario di Santa Caterina di Lusiana, si trasferì a Schio e nel 1849 cedette la gestione del lanificio al figlio, Alessandro Rossi. Il figlio nel corso degli anni lo trasformò in una delle maggiori industrie nazionali, diventando il punto di riferimento attorno al quale ruotavano tutte le attività economiche della città scledense.

    All’inizio del Novecento il Lanificio Rossi era la maggiore impresa laniera italiana, con numerosi stabilimenti nel vicentino, di particolare importanza oltre a quelli di Schio erano quelli di Piovene Rocchette a cui si aggiunsero col tempo anche quelli di Torrebelvicino, Pieve (una frazione di Torrebelvicino), Dueville, Marano Vicentino, Vicenza, Montorio Veronese. Sulla spinta dell’impresa sorsero molte iniziative collaterali: i quartieri operai, i dopolavoro e molte opere sociali. La Lanerossi produceva tipo di tessuto di lana destinati ai più svariati scopi: dagli abiti, ai panni, coperte, filati per aguglieria e utilizzi industriali, che era in grado di commerciare in tutto il mondo attraverso una capillare rete vendita in USA, URSS, Germania, Polonia, Sud Africa, Canada, ecc.

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    Nonostante questo, in pieno boom economico, a causa di scelte di gestione sbagliate la Lanerossi visse un periodo di crisi nel triennio 1955 - 1957. Per risollevare il lanificio e ristrutturarlo venne chiamato nel 1956 a svolgere l’incarico di presidente e consigliere delegato Giuseppe Eugenio Luraghi. Luraghi riuscì in brevissimo tempo a ottenere risultati eccellenti al punto che nel 1959 il fatturato fu di 23 miliardi di lire con circa 10.000 dipendenti. I vistosi guadagni del titolo azionario nella Borsa, portarono su di esso una forte speculazione che causò dapprima la fuoriuscita dei principali azionisti guidati da Franco Marinotti, e in seguito il successo di una acrobatica e spregiudicata “scalata” borsistica condotta dal finanziere siciliano Michelangelo Virgillito. Ma nel decennio successivo la Lanerossi conobbe di nuovo un periodo di forte crisi.

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    Nel 1987 il gruppo venne acquisito dal concorrente Marzotto della vicina Valdagno, che tuttavia non investì più nel marchio Lanerossi. Vennero via via smantellati i vari stabilimenti fino alla storica chiusura di quello di Schio nell’agosto 2005.

    Lanerossi nello Sport


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    Il nome della Lanerossi è fortemente legato a quello dello sport. È stata fra le prime società italiane ad acquisire delle società calcistiche, insieme ad altre aziende vicentine come la Marzotto a Valdagno e la Pellizzari adArzignano. Negli anni quaranta le squadre di Schio e di Piovene assunsero il nome di Lanerossi.

    Ben più famoso tuttavia è un altro matrimonio fra la Lanerossi ed una società calcistica, il Vicenza. A torto è ritenuto il primo caso di sponsorizzazione in Italia, mentre si trattò di una vera e propria acquisizione. Nel giugno1953 la Lanerossi acquistò infatti la società calcistica del capoluogo berico trasformandola di fatto in una propria divisione. Da allora, fino al 1990, la squadra portò il nome di Lanerossi Vicenza portando sulla maglia la celebre “R” del simbolo dell’azienda.

    Dato la scomparsa del marchio Lanerossi, la Marzotto, attuale proprietaria dei diritti sul marchio, ha autorizzato l’uso sulle magliette della squadra del celebre simbolo a partire dalla stagione 2006-2007, come già aveva fatto nel 2002 in occasione del centenario della squadra.

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    Accadde oggi, 3 febbraio: dalla prima puntata del Carosello ad oggi, cosa è cambiato in tv?

    Carosello-Rai

    3 febbraio!

    È il 1957 quando prende il via sulla rete Rai, il contenitore Carosello che negli anni diverrà indice di cambiamento delle abitudini degli italiani. Durerà fino all’1 febbraio del 1977. In totale furono trasmessi 7.261 episodi. Carosello consisteva in una serie di filmati sullo stile del teatro leggero, seguiti da messaggi pubblicitari. Il rigido format di Carosello non subì interruzioni né errori per circa vent’anni.

    Passiamo al 1966 anno in cui la navetta sovietica Luna 9 effettua il primo allunaggio. Fu la prima sonda ad effettuare un atterraggio morbido sulla Luna e ad inviare immagini del suolo lunare. Per motivi sconosciuti, le immagini ricevute da Luna 9 non furono subito diffuse dalle autorità sovietiche. Nel frattempo, l’osservatorio di Jodrell Bank che monitorava la sonda, si accorse che il formato utilizzato per l’invio delle immagini era compatibile con lo standard internazionale di trasmissione immagini utilizzato dalle testate giornalistiche. Il Daily Express riuscì ad ottenere un ricevitore dall’osservatorio e fu in grado di pubblicare le storiche riprese.

    Concludiamo con il 1991 quando venne sciolto il Partito comunista italiano dividendosi in Partito democratico della sinistra, Pds e Partito di Rifondazione comunista. Il PCI deliberò il proprio scioglimento, con 807 voti favorevoli, 75 contrari e 49 astenuti. Il cambiamento del nome intendeva sottolineare la differenziazione politica con il partito originario accentuando l’aspetto Democratico. Una novantina di delegati della mozione Rifondazione comunista non aderì ad un’altra formazione, appunto di Rifondazione comunista.



    fonte:http://news.leonardo.it
     
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    Paul, l'uomo che inventò Carosello
    il genio di Campani in una mostra
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    Venti anni fa calava il sipario su Carosello: ma nessuno di quelli che lo hanno visto - piccoli o grandi che fossero allora - lo ha mai dimenticato. La sua sigla ottimista, quei suoi personaggi "morbidi", la sua ironia sottile e qualche volta amara, le musichette da avanspettacolo, la magia creata dai rumoristi che costruivano la scena, le scene, insieme ai disegnatori. Il Carosello ha dato la buonanotte a mezza Italia, ma più di ogni altra cosa ha segnato un'epoca. L'epoca della tv gentile, didattica, che era popolare senza essere volgare

    Pochi sanno che il Carosello lo ha inventato quasi tutto la matita di Paul Campani, classe 1923: uomo talentuoso, visionario e schivo, che era cresciuto con gli albi di Topolino e quelli di Flash Gordon (posseduto fin dal primo numero). Campani fondò una nota e pionieristica casa di produzione di spot e fumetti animati: e divenne tanto famoso che negli anni Cinquanta la Walt Disney lo notò, chiamandolo per un incarico prestigioso. Ma Paul Campani, da quell'artista schivo qual era declino gentilmente l'offerta della vita: non voleva lasciare la sua Modena

    Ora tutta la sua opera è in mostra, per la prima volta proprio a Modena: "Paul Campani, dai fumetti ai cartoon di Carosello", è visitabile al Foro Boario di Modena, fino al 28 ottobre. Ma molto, moltissimo potete vedere anche sul sito www.paulcampani.it , curato dall'Associazione culturale Paul Campani, con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena e la collaborazione del Comune. Noi ne presentiamo una selezione. Sono in tutto 400 tavole originali; dalle prime caricature giovanili (anche l'omino con baffi che è una sorta di caricatura del Cavalier Alfonso Bialetti) ai fumetti argentini, dalla genesi dei personaggi di Carosello fino ai gadget del merchandising d'epoca.

    Alla fine degli anni Trenta Paul Campani, viene notato da un giornale locale. Arrivarono così le prime commissioni che non coinvolsero il solo Paul, a cui spettava la realizzazione del disegno a matita, ma anche il fratello Ferdinando e la sorella Rosa che si occupavano rispettivamente dell'inchiostrazione delle strisce e della scrittura dei baloon. A sedici anni, nel 1939, Paul debutta sulle pagine degli Albi dell'Intrepido, edito dalla casa editrice Universo. A soli diciannove anni venne invitato a Milano dove superò la selezione per collaborare a La rosa di Bagdad, primo celebre lungometraggio animato italiano prodotto e diretto da Anton Giulio Domeneghini.

    Ma è nel 1954 che Campani apre i suoi "studios", un vero e proprio teatro di posa, costituito da un fabbricato adiacente al settore animazione in periferia, dove si realizzavano i cosiddetti "codini" dal vivo dei diversi Caroselli animati o quei Caroselli interamente costruiti sulla recitazione degli attori. Dal teatro di posa della Paul-film, passarono in tanti. Giorgio Gaber, Antonella Steni, Elio Pandolfi, Peppino Di Capri, Francesco Mulè, Isabella Biagini, Maurizio Arena, Macario, Ernesto Calindri e perfino Louis Armstrong.

    Di queste immagini in punta di china che vedete oggi su Repubblica Tv, da questi video in bianco e nero con l'audio che rimbomba, ci arriva un mondo lontanissimo. Il "Messicano Omino coi Baffi" così come "Croc, il più grandissimo pagliaccio del mondo" ci riportano ad un'epoca piena di pudore e stupore, in cui i consumatori erano tutti bambini, e le reclame tutte cartoni. "Accipicchia se ci piace..." era il claim della Motta, recitato da due adorabili bambini, Toto e Tata. Oggi "accipicchia" non lo dice più nessuno



    carosello

    Anche grazie alla pubblicità Franco e Ciccio hanno aumentato l'apprezzamento con il loro pubblico, che ricorda ancora oggi con piacere e nostalgia i bei caroselli e gli spot a cui presero parte.

    Nel 1967 Franco e Ciccio approdano anche nel mondo del carosello, l'antico appuntamento tanto amato da grandi e piccini in cui, volti noti del grande e piccolo schermo, Il manifesto della campagna pubblicitaria della cera Gray interpretavano delle scenette, della durata di 135 secondi, che reclamizzavano prodotti. L'antenato degli attuali spot pubblicitari.

    Il Carosello nacque nel 1957, ed era lo spazio che la Rai destinava alla pubblicità. Andava in onda alle 20.50 circa sul Programma Nazionale (la prima Raiuno) e ogni rubrica quotidiana raggruppava 4 o 5 filmati, divisi da siparietti animati realizzati da Artioli. Solitamente un filmato era diviso in due parti: la prima era una piccola scenetta o una breve storia in cui il prodotto non veniva menzionato, la seconda parte era invece il messaggio pubblicitario. La rubrica pubblicitaria del Carosello andò in onda fino al 1977. La durata di ogni carosello era superiore alla durata degli attuali spot pubblicitari (oggi durano in media 30'' mentre i caroselli potevano durare anche un paio di minuti).

    Franco e Ciccio furono i protagonisti del carosello della cera Gray. In questa pubblicità rivestivano i panni di Evaristo e Casimiro. Ciccio/Evaristo è un inventore strampalato, Franco/Casimiro è il suo assistente pasticcione e Calogero è il loro robot tutto-fare.

    In uno sketch Evaristo riesce a scoprire la formula per cristallizzare l'acqua in oro,Un momento del carosello della cera Gray ma purtroppo l'effetto dura pochi secondi. Casimiro non sa dell'effetto temporaneo e cerca di rubacchiare l'oro del padrone nascondendolo nel cilindro. Ma quando l'oro torna ad essere acqua, Franco si bagna e Ciccio decide di punirlo facendolo sculacciare dal suo fido robot, "Calogero". Nonostante tutto Ciccio nota che il suo compagno ha sempre una buona cera, anzi ottima come lo corregge Franco, perchè è cera Gray. Questa la semplice trama della piccola scenetta, riproposta fra l'altro all'interno dello special tv Rai "Ritratti", nella puntata dedicata appunto ai due comici. In un altro sketch invece, Evaristo mette appunto un sorprendente macchinario in grado di far rivivere per 100 secondi un grande personaggio della storia e lo prova con Casimiro facendo tornare il grande "Napoleone", ma l'esperimento degenera ed urge l'intervento di Calogero!
    Verso la metà degli anni '70, quando Franco e Ciccio decisero di "divorziare", artisticamente parlando, Ciccio fece un carosello per una ditta che produceva trenini da collezione, la Lima. Vestito da capostazione, Ciccio presentava i trenini Lima.

    Tramontato il periodo dei caroselli, e con l'avvicendamento degli spot pubblicitari e della tv commerciale, Franco e Ciccio divennero i testimonial dei rasoi Bic, uno dei primi rasoi "usa e getta" approdati in Italia. Fra il 1981 e il 1982 fu programmato questo spot in cui, F. e C., cantavano sulle biciclette la loro canzone "E mi pareva strano", con il testo opportunamente modificato in funzione del prodotto che pubblicizzavano. Fra l'altro, questa pubblicità, è stata recuperata e riproposta integralmente nel film-documentario di Ciprì e Maresco "Come inguaiammo il cinema italiano" (2004).

     
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