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Totti a Zanetti: “Javier non fare scherzi, ti aspetto per Roma-Inter”
Il capitano della Roma fa gli auguri al suo collega nerazzurro dopo il brutto infortunio rimediato contro il Palermo.Da capitano a capitano, da bandiera a bandiera. Anche Francesco Totti si è unito al coro degli auguri di pronta guarigione a Javier Zanetti, messo ko da un brutto infortunio durante Palermo-Inter. L’argentino ha riportato la rottura del tendine d’Achille, che lo costringerà ad un lunghissimo stop che rischia di compromettere la carriera della grande gloria nerazzurra alla luce della sua età non più giovanissima. Il numero 10 capitolino attraverso un messaggio postato sul suo blog ha riservato parole d’affetto per il collega, nella speranza di ritrovarsi da avversari in campo nella prossima stagione:
Javier, ahò, non fare scherzi. Mi raccomando, ti aspetto per il prossimo Roma-Inter. Il gagliardetto delle squadre io lo scambio solo con te
Il “pupone” con la sua proverbiale simpatia ha riservato un abbraccio virtuale a Zanetti, vittima della stagione davvero sfortunata dell’Inter fortemente condizionata da una serie interminabile di infortuni.
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Totti verso un biennale: giocherà in giallorosso fino a 40 anni
Era il sogno di un bambino: vestire la maglia della Roma e giocarci fino a 40 anni. Si avvererà perchè il capitano e la società sono pronti a sottoscrivere il rinnovo contrattuale.
Non finirà quest’anno l’avventura in giallorosso di capitan Totti e nemmeno l’anno prossimo con i colori della Roma. Infatti, non dovrebbero esserci problemi tra giocatore e società con la Roma che vuole prolungare il contratto a Totti (in scadenza nel 2014) ed il capitano che è pronto a sottoscrivere. Dopo un campionato come l’ultimo in cui la stella di Totti ha brillato per l’ennesima volta, il rinnovo sembra essere una semplice formalità. C’è solo da discutere la durata del contratto: Francesco Totti si aspetta un biennale, con la scadenza in estate 2016, arrivando così a giocare fino ai famosi 40 anni, la Roma vorrebbe procedere di stagione in stagione. Ma si troverà un accordo che accontenta tutti, soprattutto i tifosi.
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Francesco Totti compie 37 anni (FOTO/VIDEO)
Compleanno speciale per il capitano giallorosso, capolista in A assieme alla sua Roma.
Francesco Totti spegne 37 candeline sulla torta. Un compleanno speciale per la bandiera giallorossa protagonista di un momento magico che ha cancellato le delusioni della scorsa stagioni, compresa la cocente sconfitta nel derby di finale di Coppa Italia. Il “pupone”, fresco di rinnovo per altri due anni con la maglia della formazione capitolina, può festeggiare godendosi il primato solitario in Serie A della sua squadra a punteggio pieno dopo 5 giornate. Un risultato inaspettato che premia oltre al lavoro del tecnico Rudi Garcia, anche il capitano, protagonista come sempre dentro e fuori dal campo.
Il gol scudetto
Il capitano segna al Parma
La leggenda romanista grazie alla rete al Parma ha raggiunto quota 228 reti staccando ancora ulteriormente Nordhal, fermatosi a quota 225, e avvicinandosi ancora a Piola recordman di tutti i tempi con i suoi 278 sigilli in Serie A. Giornata di festa dunque oggi a Trigoria anche se bisogna pensare anche al match con il Bologna, con la Roma che non vuole bloccare la sua striscia di vittorie.
Totti nelle figurine Panini
Un suggestivo collage
Una vita in giallorosso. Sono passati addirittura 20 anni dall’esordio di Totti in Serie A. Il 16 marzo del 1993 nei minuti finali di Brescia-Roma, mister Boskov decide di far entrare quel 16enne che già con la maglia delle giovanili giallorosse aveva dimostrato talento e sfrontatezza dando ragione a Gildo Giannin. Il responsabile del settore giovanile della Roma nell’89 lo soffiò ai cugini della Lazio rischiando di provocare un incidente diplomatico. La prima presenza da titolare, in Coppa Italia contro la Samp e il primo gol in amichevole con il Valencia fino alla prima rete ufficiale contro il Foggia nella stagione 1994/95. Una stagione importante per Totti che con Carlo Mazzone cresce in maniera notevole anche grazie ad una gestione oculata del suo talento. Non sono mancati i momenti bui come quello legato all’arrivo del tecnico argentino Bianchi nel 1996 che relega il giocatore in panchina spingendolo quasi all’addio.
Il primo cartellino
Un giovanissimo Totti
L’inizio della Leggenda. Con l’arrivo di Zeman, Totti inizia a crescere soprattutto dal punto di vista realizzativo collezionando tra ’97 e ’99 30 gol in 70 partite. Un rendimento che stride con quello della sua squadra, altalenante e spesso deludente. La consacrazione del giocatore però è nell’aria e infatti l’arrivo di Capello coincide con l’esplosione di Totti che diventa il perno della formazione e il leader in campo della squadra con tanto di fascia di capitano ormai stabilmente attorno al suo braccio. Un ruolo che non spaventa il “pupone” che con gol decisivi e assist preziosi per Montella e Batistuta trascina la Roma sul tetto d’Italia per uno scudetto che ha il sapore dell’impresa. E’ un momento d’oro per il giocatore che viene premiato come miglior calciatore italiano e si classifica quinto nella classifica del Pallone d’Oro
Le maglie di Totti
Una collezione particolare
Il cambio di posizione per un Totti goleador. Dopo la vittoria della Supercoppa, nella stagione successiva,Totti inizia a ricoprire in campo un posizione più avanzata da centravanti puro. I risultati sono subito ottimi come testimonia il traguardo delle 20 reti in campionato nella stagione 2003/2004. Un rendimento super che fa da controaltare ancora una volta all’andamento altalenante della Roma e a qualche delusione di troppo come quella legata alla finale di Coppa Italia persa nella stagione successiva contro l’Inter.
La festa di Berlino
Totti festeggia con la coppa del mondo
La seconda giovinezza e il trionfo di Berlino. L’arrivo di Luciano Spalletti nel 2005 e gli schemi di gioco del tecnico toscano mettono il numero 10 della Roma nelle condizioni di esprimersi al meglio. Giocando come centravanti Totti firma ancora 15 reti, alcune di queste bellissime, come il cucchiaio all’Inter del gennaio 2006. Il prestigio del capitano è assoluto al punto che Pelè lo definisce “il miglior giocatore al mondo”. Nel finale del campionato però arriva la grande paura: un fallo dell’empolese Vanigli mette ko Totti per 3 mesi. Marcello Lippi, all’epoca ct della Nazionale, decide comunque di convocarlo e il giallorosso dà ragione al mister. Grazie al suo gol all’Australia negli ottavi di finale, l’Italia prosegue la sua cavalcata iridata culminata nella conquista del titolo a Berlino. Un successo che cancella la delusione per la sconfitta in finale negli Europei del 2004. E’ l’ultima avventura in azzurro del giallorosso che il 20 luglio del 2007 decide di ritirarsi nonostante un ripensamento nel 2010.
Il trionfo ai Mondiali
Totti bacia la coppa
Totti tra alti e bassi. Dopo l’infortunio e il Mondiale, Totti sembra rinato: nel 2007 si laurea capocannoniere della Serie A con 26 reti, vince la Scarpa d’Oro e regala alla Roma la Coppa Italia.
Coppa Italia 2007
La gioia del pupone
Un successo bissato nella stagione successiva che però si conclude in maniera negativa con un brutto infortunio al ginocchio che lo tiene lontano dai campi per diversi mesi.
Totti alza la Coppa Italia
Il trionfo nel 2008
Il ritorno in campo non è dei migliori per la stella romanista, nonostante nella stagione 2008/2009 riesca a raggiungere le 400 presenze in Serie A e superare Amedeo Amadei, diventando il miglior marcatore della Roma di tutti i tempi, ed entrando anche nella top 10 della classifica dei marcatori del campionato di calcio italiano.
La delusione post derby
La sconfitta nella finale di Tim Cup Golden foot
Totti premiato a Montecarlo
Il capitano giallorosso supera il record di gol di Nordhal. Nelle stagioni successive Totti continua a segnare con regolarità e con l’arrivo di Ranieri sulla panchina della Roma arriva ad un passo dalla conquista dello scudetto. Gol, assist e buone prestazioni ma anche alcuni episodi negativi come il brutto fallo su Balotelli nella finale di Coppa Italia del 2010 persa dalla Roma sull’Inter. Con l’avvento della dirigenza statunitense e le esperienze in panchina di Luis Enrique e Zeman, la Roma non riesce a confermare le aspettative, nonostante Totti continui a gonfiare la rete. Il 17 marzo 2013, contro il Parma segna su calcio di punizione il gol numero 226 superando al secondo posto della classifica dei marcatori della Serie A Gunnar Nordahl, a 48 goal da Silvio Piola. Un record che però viene rovinato dalla finale di Coppa Italia persa contro la Lazio. Una vera e propria mazzata per il capitano giallorosso.
Totti non si discute
L'affetto del popolo giallorosso
Totti ancora protagonista per una Roma da urlo. Con l’arrivo di Rudi Garcia la Roma sembra rinata e anche Totti sembra essere tornato il leader assoluto, in campo e fuori, di un gruppo nuovamente coeso. Il capitano ha messo a segno la sua prima rete contro il Parma e si gode il primato solitario a punteggio pieno della sua squadra che dopo le tante delusioni delle scorse stagioni è tornata competitiva. La speranza del “pupone” è quella di conquistare ancora altri titoli prima di appendere le scarpette al chiodo riuscendo magari anche a superare Piola nella classifica dei migliori bomber di tutti i tempi.
Totti rinnova
Il capitano con il patron Pallotta
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Roma, stop per Totti: confermata la lesione muscolare
Il capitano ne avrà per almeno tre settimane. Fra dieci giorni nuovi esami per stabilire se potrà rientrare il prossimo 24 novembre per la sfida contro la Fiorentina.
Il referto medico degli esami strumentali di questa mattina non lasciano spazio ad interpretazioni e la Roma ha diramato immediatamente un comunicato ufficiale riguardante le condizioni di salute del capitano: “Francesco Totti è stato sottoposto nella mattinata di oggi ad esami strumentali che hanno evidenziato una lesione miotendinea e muscolare degli ischiocrurali, da rivalutare tra 10 giorni. Il calciatore ha già iniziato il percorso riabilitativo”. In pratica, la Roma perde Francesco Totti per almeno tre settimane.
Appuntamento il 24 novembre con la Fiorentina - Ciò significa che Garcia dovrà fare a meno del suo giocatore più rappresentativo per quattro sfide di campionato, considerando anche che ci sarà un turno infrasettimanale di serie A. Nello specifico, i giallorossi andranno a Udine senza il capitano, che non ci sarà di sicuro anche contro il Chievo. A rischio, ma di certo non si affretteranno i tempi, anche i match in programma con il Sassuolo e contro la Fiorentina del prossimo 24 novembre. Ma proprio la sfida con i viola è l’obiettivo prefissato per rimettere in sesto il capitano, sperando che fino ad allora la Roma si confermi regina con i suoi numeri da primato. Fra dieci giorni, comunque, nuovo appuntamento con lo staff medico che potrà dire con maggior certezza quando Totti rientrerà in campo.
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. TOTTI, l'addio al campo
E' il Totti Day. L'Olimpico è pronto a celebrare il suo totem, il mondo a documentarne l'addio alla maglia giallorossa. Sarà una giornata dalle emozioni forti quella che attende oggi Francesco Totti, in campo per l'ultima volta con la n.10 della Roma.
Bandiere, maglie con il numero 10 e sciarpe giallorosse pendono dalle finestre dei palazzi in molti quartieri di Roma. Tutto in onore di Francesco Totti che oggi, dopo 24 anni e due mesi di ininterrotta militanza in prima squadra, gioca la sua ultima partita con la maglia della Roma. In particolare il tratto di via Aurelia dove passerà il pullman della Roma per andare allo stadio Olimpico appare tappezzata di bandiere e striscioni dedicati al capitano.
L'effetto Totti-day porterà lo stadio a riempiersi come non accadeva da oltre dieci anni. Sugli spalti per la gara col Genoa saranno in 67 mila a salutare il Pupone diventato gladiatore.
Non mancherà ovviamente il patron James Pallotta che - pur attendendo ancora una risposta dal n.10 riguardo al futuro - sbarcherà per premiarlo in campo dopo averlo visto giocare. "Sarà un privilegio poter essere all'Olimpico per assistere alla fine del primo volume di una carriera leggendaria. Non ci sarà mai un altro Totti. Sono certo che verrà versata più di una lacrima, sia in campo sia sugli spalti, ma domenica sarà la festa di quella che è un'icona, una leggenda nella storia dello sport. È la fine di un capitolo della sua vita e l'inizio di una nuova era".
L'ennesimo numero da ricordare lo ha scritto pochi giorni fa entrando nel derby. Quella con la Lazio è stata la sua 616/ma presenza in Serie A, un dato che lo colloca al terzo posto nella classifica all-time alle spalle di Maldini (647) e Buffon (617). E ovviamente tutte le volte che Francesco Totti è sceso in campo lo ha fatto indossando la maglia della Roma, vestita per la prima volta 25 anni fa. Da allora la carriera del n.10 si è via via arricchita di record.
In giallorosso, dall'esordio datato 28 marzo 1993 a Brescia, ha giocato 783 partite, segnando complessivamente 307 reti. In campionato ha raggiunto la cifra tonda di 250 gol, secondo marcatore di sempre, dietro solo a Silvio Piola. Il più importante resta sicuramente quello realizzato al Parma nel giorno che ha dato il via alla festa scudetto nel 2001. Il tricolore assieme a due Coppe Italia e altrettante Supercoppe italiane rappresentano il suo palmares, cui vanno aggiunti un titolo di capocannoniere (nel 2006/07 con 26 reti) e la Scarpa d'oro.
La storia di Totti con la Roma, tuttavia, è fatta anche di magliette speciali confezionate appositamente per i derby, di esultanze particolari (quella con selfie sotto la Curva Sud fa il giro del mondo), di infortuni gravi come quello subito il 19 febbraio 2006 quando la caviglia compie una torsione innaturale dopo una dura entrata del difensore dell'Empoli, Vanigli. Dopo il ko qualcuno sentenzia che la carriera del Pupone è finita, altri si limitano ad escludere la sua presenza al Mondiale, ma alla fine Totti recupera a tempo di record riuscendo poi a Berlino a sollevare la Coppa del Mondo.
Sempre in campo internazionale, poi, Totti è anche il più anziano marcatore della storia della Champions League, primato conquistato a 38 anni e 3 giorni grazie alla rete in 'scavetto' rifilata al Manchester City nel 2014.
Con il gol segnato contro il Torino Francesco Totti tocca quota 250 gol in serie A, traguardo storico a due giorni dai suoi 40 anni. A guidare la graduatoria dei marcatori di ogni tempo Silvio Piola con 274 in 25 anni distribuiti tra Pro Vercelli, Lazio, Torino, Juve e Novara. Tre anni fa Totti aveva raggiunto a 225 Gunnar Nordahl, il 'pompiere' svedese del Gre-No-Li milanista (210 al Milan, 15 alla Roma) che li segno' in 9 anni dal 1949 al 1958. Totti li ha segnati in 25 stagioni e nella stessa squadra con 605 presenze, per un globale di 306 gol in 763 presenze (38 in 98 presenze nelle coppe europee) a cui vanno aggiunti 9 reti e 58 presenze con la nazionale maggiore. Il primo gol lo ha siglato 22 anni fa, il 4 settembre 1994, Roma-Foggia 1-1.
La prima di 46 doppiette la ha realizzata in Bari-Roma 1-3 del 9 novembre 1997, l'ultima per ora col Torino il 20 aprile scorso. Due sole triplette: Brescia-Roma 2-3 il 29 settembre 2009 e Roma-Bari 3-1 il 22 novembre 2009. Dei 250 gol 71 sono su rigore, 21 su punizione e appena 10 di testa, che non è la specialita' della casa: 122 nel primo tempo e 128 nella ripresa. Il gol piu' veloce al 1' di Roma-Cesena 5-1 il 21 gennaio 2012, quelli piu' tardivi al 94' di Roma-Fiorentina 2-1 il 17 ottobre 1998, di Lecce-Roma 0-3 il 4 aprile 2004 e di Udinese-Roma 1-4 il 9 aprile 2011. Ma la zona Cesarini attrae Francesco Totti (anche perche' ultimamente entra nell'ultimo spicchio di partita) visto che oltre il 90' ha segnato 14 gol.
Questa la graduatoria all time in serie A:
1) Piola 274 gol
2) Totti 250
3) Nordahl 225
4) Meazza e Altafini 216
6) Di Natale 209
7) Baggio 205
8) Hamrin 190
9) Signori , Del Piero e Gilardino 188
12) Batistuta 184
13) Boniperti 178
14) Amadei 174
15) Savoldi 168
16) Gabetto 167
17) Boninsegna 163
18) Toni 157
19) Riva, Inzaghi e Mancini 156.
Classifica marcatori in attivita'
1) Totti 250
2) Gilardino 188
3) Cassano 113
4) Quagliarella e Pellissier 98
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. Totti, 25 anni fa il suo esordio in serie A
Francesco Totti esattamente 25 anni fa esordiva con la Roma in Serie A. Era la stagione 1992-1993 e il futuro Capitano entra nel giro della prima squadra grazie a Vujadin Boskov che lo fa esordire in Serie A a 16 anni il 28 marzo 1993, nei minuti finali della partita Brescia-Roma finita 0-2.
Da Pupone a Gladiatore, dai libri di barzellette a quelli da Cicerone nella sua città, dallo scudetto al titolo mondiale, da
ambasciatore dell'Unicef agli spot di successo pieni di ironia con la moglie Ilary Blasi, oltre a tanta silenziosa beneficenza.
Questo e molto altro c'è e c'è stato nel fantastico mondo di Totti, il romano più famoso dopo Alberto Sordi, uno dei pochi punti fermi di una città.
Ne è passata di acqua sotto i ponti del Tevere dall'esordio del predestinato sedicenne di Porta Metronia lanciato da Boskov all'epilogo di Brescia-Roma il 28 marzo 1993, che segna il primo gol con 'papà' Mazzone al Foggia il 4 settembre 1994. Il ragazzino imberbe, un po' sfacciato e indolente, si trasforma in grande professionista, affina le sue doti tecniche mettendole al servizio del collettivo con Zeman e con Capello per sbocciare come il maggiore talento italiano del nuovo millennio.
Tacchi e cucchiai ma anche visione di gioco, lanci ispirati e assist e la costante implacabile di gol a raffica che, con pochi chiaroscuri, lo hanno portato al secondo posto tra i goleador italiani. Solo Silvio Piola lo precede.
Da trequartista a seconda punta fino a prima punta con Spalletti, per poi tornare di nuovo indietro, ma con licenza di inventare.
Poi Luis Enrique, ancora Zeman, Garcia e di nuovo Spalletti in un rapporto conflittuale che si è rinsaldato e che gli spiana scampoli di carriera. Sul suo raffinato talento, plauso unanime.
Qualcosa tolgono gli improvvisi raptus (sputa a Poulsen, scalcia Balotelli, sente troppo i derby), oltre a due tremendi infortuni
e una placca che ingabbia la caviglia sinistra da dieci anni. Con l'azzurro amore intermittente: 9 gol in 58 partite, ma il cucchiaio con l'Olanda è uno scapigliato inno alla gioia e il rigore con l'Australia spiana la strada verso il titolo mondiale.
Con la Roma è identificazione totale: capitano dello scudetto, raggiunge il sogno di giocare fino a 40 anni: 305 gol in 762 presenze, 249 in 604 gare in serie A, con 2 triplette e 45 doppiette. In Europa la perla tra i 38 gol siglati in 98 partite è la bomba che ammutolisce il Bernabeu firmando il successo sul Real il 30 ottobre 2002 ma c'e' anche l'esterno chirurgico a Manchester con cui diventa a oltre 38 anni nel 2014 il marcatore più longevo della Champions.
Ma è sui campi di A che in 25 anni da' il meglio: quello che lo stesso Totti ritiene il gol più bello è il fiammeggiante cucchiaio che sfodera a San Siro (2-3) con l'Inter il 26 ottobre 2005, che va di pari passo con il colpo da biliardo dell'esterno al volo che si insacca nella porta della Samp (2-4) il 26 novembre 2006.
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Totti, festa grande al Colosseo per l'autobiografia:
''Spero che nessuno si arrabbi. Io presidente? Perché no...''
L'ex capitano della Roma presenta ''Un capitano":
"Non l'ho scritto per togliermi sassolini dalle scarpe".
Sul palco con lui i protagonisti presenti e passati, da Lippi a Cassano
ROMA - "Diventare un giorno presidente della Roma? Perché no, ma il futuro non lo so prevedere. Quello che è certo è che cercherò di fare sempre il bene di questo club, da presidente, vicepresidente o anche semplice collaboratore".Il Colosseo intorno, chissà a quanti sarà capitato di festeggiare qui il compleanno. Francesco Totti però pare a casa, due simboli di Roma, uno dentro l'altro. Come un imperatore, o un gladiatore: non a caso a introdurlo è la voce di Luca Ward, che fu proprio quella del gladiatore del film. Il sottofondo di qualche coro di tifosi, fuori. Gli sguardi di tanti che lo hanno amato da calciatore e non solo. Per presentare "Un capitano", la biografia scritta con Paolo Condò. Francesco pare anche emozionato, pure se prova a non darlo a vedere: "Ho rivissuto l'infanzia, la maggiore età, i giochi in strada. Rivivere tutto è stato emozionante. Di libri ne ho letti zero, questo è il primo ma perché sapevo come andava a finire". Come sia nato lo racconta Massimo Turchetta, direttore di Rizzoli Trade: "E' nato nella testa di Totti accertato che aveva voglia di raccontarsi. Poi in un elettrauto vicino Porta Romana a Milano io e Paolo Condò abbiamo immaginato cosa poteva diventare".
A margine qualche battuta colorita, che aggiunge pepe alla serata: "Sicuramente avrei preferito decidere con la mia testa, con il mio fisico, il momento giusto per smettere. Magari lo avrei fatto ugualmente due anni fa, ma in altri modi. Sarebbe stato diverso".
C'è Marcello Lippi con cui vinse il Mondiale e Claudio Ranieri con cui sfiorò uno scudetto, Di Francesco che guida la prima Roma senza di lui. Ma anche Delneri, che proprio bene non andò. Manca Spalletti, non era invitato e probabilmente preferirebbe pensare al campionato dell'Inter che al passato romanista. Ma pure Capello, che lo scudetto lo vinse. Ci sono gli stati maggiori della Roma, il dg Baldissoni, il ds Monchi.
Con Daniele De Rossi diventa un botta e risposta allegro: "Quando l'ho conosciuto - racconta Daniele - non aveva ancora vinto lo scudetto. C'erano tanti giocatori affascinanti, come Batistuta. Ma io guardavo lui. Poi ho smesso...". Pronta la replica di Totti: "Menomale, sennò pensavo male. Io pure notai Daniele, già in Primavera. Si parlava di lui, di altri. Andavamo a vederlo e già si vedeva che aveva un grande futuro, da capitano. Ha fatto quello che ho fatto io e mi ha aiutato perché abbiamo camminato insieme. La fascia di capitano? L'ho notata ultimamente perché gli hanno fatto la multa perché non metteva quella della Lega. Scherzando, non poteva che essere lui il mio erede". De Rossi lo sa e ne sorride: "Eredità leggerissima: ogni partita senti il coro "un capitano" e so che non dicono a me. Farlo dopo di lui è stato un onore, ma è una responsabilità importante, anche un peso. Io non cerco di essere quello che è lui per noi romanisti, ma di onorarlo. Si può essere un emblema anche senza aver fatto 300 gol".
Con Rosella Sensi i ricordi delle partite a scopa a Kapfenberg, con Mazzone, e il celebre episodio di quando il tecnico lo cacciò dalla sala stampa al grido "a regazzì vatte a fa la doccia". Totti lo racconta così: "Io portavo rispetto, ora neanche ti salutano nello spogliatoio, sono cambiati i tempi. Prima c'erano tanti romani, Carlos Bianchi faceva addirittura le partitelle romani contro resto del mondo. E tifava per il resto del mondo".
Rosella Sensi racconta poi l'episodio in cui il Real Madrid provò a comprare Totti: "Il presidente del Real Florentino Perez disse: presidente, vorrei Totti. Papà si mise a ridere. Poi capì che non era il caso. Ci ha provato tante volte ma sapeva che la famiglia Sensi non l'avrebbe mai messa la firma per venderlo". Il direttore sportivo dell'epoca, Daniele Pradè, sull'affare Totti-Real offre anche qualche dettaglio in più: "All'hotel Juan Carlos ci fu un incontro: eravamo io e Franco Baldini, ci raggiunsero gli intermediari Bronzetti e Pocetta. A Francesco l'avevano messo nella testa il Real Madrid. Secondo me Francesco ci ha pensato. Poi Rosella Sensi ce lo ha detto, la Roma non se ne sarebbe privata, ma sarebbe stato uno scontro perché Totti era all'ultimo anno di contratto. Mi ricordo bene la telefonata in cui mi disse che sarebbe rimasto, e io me la aspettavo. Il calcio era diverso, c'era un senso di identità forte, si può dire che eravamo amici. E l'amicizia è non tradire, io l'avevo capito che sarebbe rimasto".
Simbolico l'abbraccio con Lippi. "Quando vidi l'infortunio di Totti nel 2006 avevo avuto una martellata. La mattina mi svegliai presto da Viareggio per essere alle 9 a Villa Stuart dove si era operato Francesco. Quella squadra ha saputo trasformare tutto in energia positiva. Francesco mi disse "mister, mi dispiace". Ma io gli risposi "ti dispiace di che, tu ci vieni ai Mondiali. E pure i compagni dicevano "meglio Totti al 50% che un altro". Un giorno mi ha detto "io ci sono". Mi sono arrabbiato anche con lui".
Con Cassano sono Batman e Robin, così nel libro e forse nella vita: "E' il giocatore più forte con cui ho giocato - dice di lui Totti - parlavamo la stessa lingua in campo e ci siamo conosciuto fuori ventiquattro ore al giorno". "Francesco era il mio idolo - la verità di Antonio - ho rifiutato la Juve per venire a giocare con lui, per me è il calciatore italiano più forte della storia, poteva vincere un paio di Palloni d'Oro ma ha rinunciato per restare in questa città. E la mamma per me è mamma Fiorella. Mi ha trattato come un terzo figlio, lei e Enzo sono due persone speciali". L'altro compagno di avventure è stato Vincent Candela: "Con lui vivevamo insieme in campo e fuori, a Francesco auguro di vincere nella vita fuori dal campo più che in campo. Il meglio deve arrivare". Inevitabile la replica di Totti: "Sarà dura".
Claudio Ranieri deve invece ascoltare l'aneddoto sulla sua scelta. Totti racconta: "La proprietà ci chiamò e ci disse: "Volete Ranieri o Mancini?". E noi diciamo: Mancini. Alle sette torno a casa, accendo la tv e sento che l'allenatore è Ranieri". Risate generali e con il tecnico il ricordo della cavalcata che ha portato a sfiorare lo scudetto e anche l'episodio del calcio a Balotelli nella finale di Coppa Italia: "Mister, è colpa sua che non mi fece giocare". Altre risate, oltre alle scuse per "un gesto non da me".
L'epilogo spetta giustamente a Di Francesco: "La forza di Francesco è sempre stata la famiglia. Nel figlio Cristian rivedo Francesco, nella spensieratezza e nei valori. Francesco ancora non è cresciuto, deve decidere cosa fare da grande. Ha tante conoscenze, ma per poter diventare quello che può qualche libro lo dovrà leggere". Intanto, ha iniziato a scriverne.
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