L'infinito è un concept album del gruppo musicale italiano Le Orme registrato nel 2004. Come i due precedenti album, l'infinito è ricco di sequenze strumentali nella migliore tradizione del progressive rock; infine i brani si susseguono senza soluzione di continuità. Le tendenze classicheggianti affermatesi in precedenza sono confermate dal supporto sporadico di un quartetto d'archi. Come nel caso de precedente album, la copertina è opera di Paul Whitehead. Nel complesso, l'infinito è strettamente collegato ai due precedenti (Il fiume ed Elementi) sotto diversi punti di vista. Dopo l’uscita dei due ultimi album, il gruppo fu incoraggiato a proseguire sulla strada intrapresa e si formò così una trilogia. Se l'album Il fiume descriveva la presa di coscienza dell’individuo nei confronti della propria vita, quest'ultima veniva estesa, in Elementi, alle interazioni tra l'uomo ed il pianeta in cui vive. L’infinito compie il passo successivo, per estendere l'ambito terreno della coscienza umana a quello dell’universo. Una conseguenza dell'espandersi di questa prospettiva esistenziale è il ritorno all'introspezione, che riemerge chiaramente nell'ultimo verso della "suite": L'infinito è in me.
Tracce
Testi di Tagliapietra. Musiche di Tagliapietra, Dei Rossi, Bon e Bassato
Il tuono e la luce - 3:01 La voce del silenzio - 4:22 Shanti - 2:43 L'infinito - 5:33 Si può immaginare - 3:49 Il tempio sul lago - 3:16 Questo è il mattino - 0:40 Canto - 4:53 La ruota del cielo - 5:41 Tra la luna e il sole - 4:08 Come onde sull'oceano - 2:23 L'infinito - 2:34
La Via Della Seta è un concept album del gruppo musicale italiano Le Orme registrato nel 2011, il primo dopo l'uscita di Aldo Tagliapietra.
Tracce
L'alba di Eurasia Il Romanzo di Alessandro Verso Sud Mondi che si Cercano Verso Sud (ripresa) Una Donna 29457, l'Asteroide di Marco Polo Serinde Incontro dei Popoli La Prima Melodia Xi'an - Venezia - Roma La Via della seta
Ritornano Le orme con La via della seta
Di Redazione VicenzaPiù | Domenica 13 Marzo 2011
Le Orme - Come l' Araba Fenice, come il Gatto dalle Sette Vite, come un Highlanders LE ORME rinascono e ritornano ogni volta più straordinari ed emozionanti che mai. Alcune incomprensioni avevano minato l'esistenza del gruppo progressive più longevo della storia ma con un incredibile colpo di coda il batterista Michi Dei Rossi ha ripreso in mano e ben saldamente la situazione dando nuova vita ad una delle più stupefacenti leggende che la musica italiana ricordi. LE ORME, che con l'ellepi Collage (1971) hanno dato inizio alla musica progressive ed una svolta epocale al costume italiano, risorgono dalle loro ceneri con un entusiasmante concept album come da decenni non se ne sentivano e vedevano dal titolo chiaramente evocativo, LA VIA DELLA SETA in uscita a metà Aprile e presentazione in anteprima alla stampa il 21 marzo all' Hard Rock Cafè - Via Veneto 62 A/B Roma - (parteciperanno Michi Dei Rossi, Jimmy Spitaleri e Dino Gasperini, Assessore alla Cultura del Comune di Roma) e concerto il 22 marzo alla Casa del Jazz sempre a Roma.
La via della seta LE ORME arricchiscono il loro straordinario percorso creativo con l'ennesima opera che prosegue, inarrestabile, il cammino lungo le strade del rock sinfonico, romantico e progressivo; questo percorso che, in 45 anni di attività, ha partorìto album capolavoro come Collage, Uomo di Pezza, Felona e Sorona, Contrappunti, Florian... oggi è più vivo, attuale, che mai. Tutto questo a dimostrazione che il Progetto LE ORME, grazie all'affetto che i fans hanno dimostrato in tutti questi anni, continuerà ancora per molto, molto tempo con la qualità che lo contraddistingue. Ieri, oggi, domani semplicemente LE ORME!
LA VIA DELLA SETA - Cd /Lp /LP+Cd
"...Palazzi ricoperti d'oro e umili capanne, uomini di scenza e uomini di viaggio, predicatori e mercanti, mentitori incalliti e uomini di fede. La Grande Muraglia, Gengis Khan e Tamerlano, tesori e miti, la Torre di Burana e il cammino di Alessandro Magno. Il sogno di Eurasia e quello di Marco Polo. Oriente e Occidente, due mondi che si cercano...una storia lunga migliaia di anni ..." L'album in uscita a metà Aprile ha molti motivi per essere ricordato e passare velocemente alla storia. Innanzitutto è il primo del "nuovo corso" de LE ORME guidate dall' inossidabile Michi Dei Rossi ma coadiuvato da 5 eccellenti musicisti. Quindi perchè ritorna la storica visione del concept-album; questo, e lo si intuisce già dal titolo, è dedicato all'incontro dei popoli che sin dall'antichità, quindi ben prima di Marco Polo, hanno trovato giusta dimensione sulla Via della Seta. Una metafora sull'uomo alla ricerca della distensione culturale e religiosa. Infine perchè verrà editato in cd ma contemporaneamente in vinile, non solo, ma le prime 99 copie dell'ellepì (gatefold cartonato/lucido - vinile in 180 grammi) saranno numerate e conterranno anche il cd in foglia dorata dello stesso lavoro e destinato alla ristretta cerchia dei fans. Un autentico pezzo unico da collezione !!! Inoltre l'uscita del nuovo lavoro sarà sostenuta da un corposo tour che porterà LE ORME da nord a sud partendo da Roma e toccando Napoli, Lecce, Rieti, Treviso, Trieste, Ferrara, Torino, Milano, Venezia e molte altre località.
Michi Dei Rossi, batteria storica delle Orme ma anche di tutto il progressive italiano, è alla guida della band veneziana da quasi 45 anni. Gli alti (anni 70) e i bassi (anni 80) della carriera delle Orme non hanno mai fatto perdere di vista l'obiettivo della buona musica e minato l'incrollabile fedeltà alla più grande band italiana. Ora il Guerriero della Musica è di nuovo on the road. Michele Bon, diplomato in teoria e solfeggio al Conservatorio Pollini di Padova, collabora con Le Orme sin dalla fine degli anni "80 ma entra come tastierista fisso nel 1990 sostituendo Tony Pagliuca. Quindi da più di 20 anni è l'alter-ego del vulcanico drummer e colonna sonora delle Orme. Fabio Trentini, nativo di Roma ma ha conosciuto i suoi grandi successi come produttore in Germania (Guano Apes, Subway to Sally. Nina Hagen etc.). Al nuovo progetto de LE ORME collabora da tempo come bassista e chitarrista apportando la sua esperienza internazionale. Jimmy Spitaleri, ci vorrebbe un volume per raccontare la storia del fantastico cantante. Diciamo semplicemente che con Metamorfosi, band progressive degli anni "70 realizzò 2 Lp, autentici e introvabili gioielli (...E fu il sesto giorno, Inferno) che il mondo prog ancora adesso ci invidia. Dopo anni di progetti personali, ha accettato con entusiasmo l'offerta di Michi per la voce solista ne Le Orme più rabbioso e grintoso che mai. E' al secondo tour con la band veneziana. William Dotto, direttore del Modern Music Institute di Treviso è un perfezionista della chitarra (specialista nel chordal tapping) oltre che ottimo violinista e pianista. Sarà di nuovo in tour con la storica band. Federico Gava ha solo vent'anni di età ma un'esperienza da navigato musicista. Ottavo anno al Conservatorio a Venezia, ha suonato in giovani progressive band e in una celebrazione all'album Collage delle Orme dove appunto è stato notato per la perfezione del suo contributo. Ha una venerazione per King Crimson, Genesis e, ovviamente, per le Orme con cui è al secondo tour come pianista.
IL - MICHI DEI ROSSI - PENSIERO Michi, perchè portare avanti ancora e con testardaggine il Progetto LE ORME ? Perchè amo la libertà di espressione che mi fà vivere la musica progressive... perchè essere progressive significa avere in sè tutto quello che manca alla musica trasmessa in radio e che corrode le classifiche... perchè la band attuale è fantastica... perchè i fans ci amano e i nostri concerti sono sempre una gran festa per le orecchie, gli occhi, il cuore... perchè abbiamo ancora tante idee e tanti progetti... perchè noi e i fans siamo diventati una famiglia e in questi tempi senza valori la famiglia è un gioiello da tenere ben stretto... perchè spero e credo nel futuro... perchè questo nuovo corso mi ha ringiovanito di 20 anni e mi ha dato energia per altri 20 anni... perchè, perchè, perchè nella mia vita ho ancora troppi perchè...
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Il Romanzo di Alessandro
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Verso Sud[/color]
Siamo in pace qui al momento, nel nostro mondo, resteremo pronti così, perchè il vento porta il suo commento su gente che ama la guerra, cambierà la storia, costruiremo vie diverse e verso sud, esplorando le intenzioni di quei vandali figli del diavolo, sì lo fermeremo per sempre il flagello errante.
Le Orme tornano in tour in giro per l’Europa Dopo un giro italiano in coppia coi New Trolls, il gruppo è partito da Rotterdam alla riscoperta del vecchio continente. Formazione rimaneggiata: c’è la sicurezza di Michele Bon alle tastiere col nuovo Fabio Trentini a voce
MARCO ZATTERIN da:lastampa.it
La verità si avvicina quando salta fuori il concetto di “tempo zoppo”. Michi Dei Rossi lo sfodera per descrivere “Al mercato delle pulci”, il brano strumentale che chiude “Storia o leggenda”, disco pubblicato dalle Orme nel 1978. Un “sette ottavi”, precisa, un tempo dispari che rende perfettamente il senso dell’incedere sghembo e casuale dei passanti in cerca di tesori. Manca qualcosa, un ottavo, ed è questa l’assenza che rende la traccia speciale, svela un formicaio urbano, la vita che insegue la vita. Cassa pulsante. Suono pieno. Melodia romantica e ossessiva. Fantastico. “Eeehhh.. – sospira il batterista veneziano, come se riabbracciasse un amico che non vede da anni -. L’abbiamo costruita intorno alle mie marimba. Eravamo a Parigi a registrare l’album, e quella mattina avevamo fatto un giro fra le bancarelle delle cose vecchie. Germano Serafin (il chitarrista del gruppo prematuramente scomparso nel 1992) trovò un violino con una sola corda, lo prese in mano e sembrava averlo suonato da sempre; col tempo imparò a maneggiarlo in modo straordinario. Tornati in studio, su un giro improvvisato abbiamo finito il pezzo. E’ praticamente dal vivo. E ha il “empo zoppo”. Quello che cambia il senso della vita filtrata dalla orecchie. Il battito che incrina la vita ordinaria e svela i miracoli.
Michi racconta tutto questo mentre sorseggia una birra bruna seduto sulla piazza di Verviers, sotto il primo sole caldo dell’anno che riscalda il pavé dell’ex capitale tessile del Limburgo. Ha i capelli lunghi e bianchi, gli occhi luminosi, una sciarpa per tenere a bada gli acciacchi del tempo incerto del Nord. Le Orme sono nel mezzo di un tour europeo, il primo da anni. Dopo un giro italiano in coppia coi New Trolls, sono partiti da Rotterdam alla riscoperta del vecchio continente. Il gruppo è nuovamente rimaneggiato, c’è la sicurezza di Michele Bon alle tastiere col nuovo Fabio Trentini a voce, basso e chitarra. Solidi e precisi.
“Va tutto molto bene – ammette Michi –. Le serate italiane sono state spesso tutte esaurite. C’era gente che non ci aveva mai visti, ci hanno ringraziato entusiasti”. Lo farà anche un belga figlio di italiani venuto da Liegi, a fine concerto. “Mio fratello li ha visti quando era in vacanza a Spilimbergo nel 1974 – racconta – e da allora ha comprato sempre i loro dischi. Ero piccolo, per me assistere a uno spettacolo delle Orme è sempre stato un sogno”. Lo stesso assicura un altro fan, una trentina di anni. Ha la maglietta dei Motorhead, ma in una busta di plastica cela tutti i vinili delle Orme. “Li adoro – confessa – vorrei farmeli firmare”. Ci riuscirà, quando la musica sarà finita.
Intanto Michi beve la sua bruna. Si salta da un argomento all’altro, è come sfogliare l’album delle foto di famiglia. Inevitabile parlare degli anni Settanta, “quando tutti i gruppi erano di sinistra e il pubblico pure. Ci gridavano “buuuuu” perché “Giochi di bimba” era entrata nella Hit parade. Lo vedevano come un tradimento. Noi non eravamo di destra, solo che non lo dicevamo. E poi basta leggere i nostri testi, l’emarginazione, il rifiuto delle megalopoli, l’omosessualità, per capire dove ci collocavamo”. Con Uomo di Pezza e Collage, il gruppo – che allora vedeva Alda Tagliapietra al basso e voce, e Toni Pagliuca alle tastiere – viene elevato all’empireo della musica popolare del paese. La rivista Ciao 2001 gli attribuisce il migliore disco del 1972 e anche il migliore tastierista, lo definisce per la seconda migliore band col secondo miglior batterista. A fine anno vanno in tournée e si portano come supporter Peter Hammill, leader degli appena disciolti Van der Graaf Generator, altro gruppo da numero uno per la penisola. Si raccontano meraviglie delle jam session celebrate prima dei concerti…
“Peter mi insegnava l’inglese – ricorda Michi –, lo chiamavo “Teacher”. Io gli passavo l’Italiano, che poi ha imparato come si deve. L’idea di “Felona e Sorana” nacque anche grazie a lui”. Fu il disco del 1973, per molti un capolavoro. Hammill convinse la Charisma, la casa discografica dei Genesis, a farne una versione in inglese. Non sfondò. “Forse non era adatto alla platea britannica il modo di cantare di Aldo”, prova a dire il batterista. Il disco è molto raro e in effetti la versione in italiana è più bella da ascoltare. Però quella inglese è incisa meglio, più dinamica e cristallina. “Avevano delle macchine che da noi potevamo solo immaginare”, concorda l’uomo dei tamburi. Comunque sia, le Orme erano in quei giorni una band che aveva dei mezzi. “Una sera eravamo ad Aosta e decidemmo di andare a vedere Emerson Lake & Palmer a Londra. Trovammo una Mercedes, guidammo notte e giorno e arrivammo all’Odeon poco prima del concerto. Ci portava Armando Gallo, un giornalista nostro amico. Dopo il concerto andammo a cena nello stesso ristorante di Emerson e gli facemmo avere una bottiglia di champagne. Siamo divenuto amici. Quando sono scesi in Italia, ci siamo rivisti”. Successe a Genova, nel giugno 1972.
Felona e Sorona, l’album concept dei due pianeti in armonia, esce il 10 aprile del 1973, poche settimane dopo “The dark side of the Moon” dei Pink Floyd . Per il tour che segue Michi assembla una batteria monstre, una Ludwig nera progettata su sue istruzioni, con una lunga serie di tamburi melodici, un Supersensitive di legno fatto su misura (“il primo mai costruito”), e il Moog Drum Controller, il tamburo sintetizzatore, mai visto. “Ce l’avevamo solo Carl Palmer ed io”, sorride il batterista. Il pubblico si gode sinfoniette e spettacolo. Esce il primo “live” del rock italiano. Salvo che “Contrappunti”, il disco successivo, è troppo ambizioso e difficile. Formidabile per pochi. Vende meno, il che non impedisce una cavalcata coraggiosa e di successo per tutto il decennio. Con gli anni Ottanta si cambia, e nulla sarà più lo stesso. Se ne va il talentuoso Pagliuca, poi alla fine mollerà anche Tagliapietra. Michi tiene viva la fiamma, quarant’anni e passa anni sulla scena e non sentirli.