ANIMALI RARI BUFFI E STRANI DEL MONDO..

quello che..non vi capitera' mai di vedere...

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  1. gheagabry
     
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    ...sono animali del tutto particolari anche perché tutti le conoscono,
    ma ben pochi le hanno viste .....


    LA TALPA




    La Talpa romana è un mammifero appartenente all'Ordine degli Insettivori ed alla Famiglia dei Talpidi. E' una specie endemica dell'Italia centrale e meridionale.
    Può raggiungere i 130 mm e pesare poco meno di un etto. Ha corpo cilindrico, con corte zampe rosate con peli radi e provviste di unghioni. Le zampe anteriori, robustissime, somigliano a palette e sono specializzate per lo scavo e il riporto della terra. La pelliccia è corta, nera, lucente, e morbidissima, come velluto. Il pelo non ha un senso definito, ma si dispone secondo il senso di marcia dell'animale, non ostacolando la talpa nei suoi movimenti nelle gallerie, anche a "marcia indietro". Non ci sono grandi differenze di colore fra addome e dorso. La coda è breve e rosata. Il muso è lungo, rosato all'estremità e provvisto di baffi sensibili. Il naso è rosato e supporta un senso dell'odorato sviluppatissimo. I denti sono numerosi e appuntiti. Gli occhi risultano permanentemente chiusi da una leggera membrana. Le orecchie sono minuscole.

    E' una specie fossoria e territoriale. Vive permanentemente sotto terra in un complesso ed individuale sistema di gallerie. Con le zampe anteriori scava ed all'occorrenza spinge la terra sulla superficie, creando i caratteristici monticelli. Crea tunnel e fra questi camere dove si riposa o partorisce i cuccioli, da tre a quattro, in primavera. Il nido può essere rivestito di materiale vegetale. I maschi possono combattere fra di loro durante il periodo degli accoppiamenti, unico momento nel quale le talpe intessono brevi relazioni sociali.
    Vive e caccia sotto terra, nutrendosi di lombrichi, larve di coleottero, lumache e altri piccoli invertebrati del sottosuolo. Come tutti gli insettivori di piccole dimensioni, deve mangiare continuamente per mantenere il giusto calore corporeo ed ha un metabolismo elevato. Può morire se non mangia per 10-12 ore. Sembra che costituisca delle scorte alimentari costituite da vermi immobilizzati dal morso. E' attiva sia di giorno che di notte.
    Può emettere piccoli squittii e sbuffi.
    Benchè raramente si avventura fuori del suo mondo sotterraneo, può uscire allo scoperto in caso di siccità o inondazioni ma generalmente solo i giovani in fase di dispersione possono essere ritrovati all'aperto. Vive 3 - 4 anni.

    La loro presenza in un prato o nel giardino è resa palese dalla comparsa di montagnole di terra frutto dell’attività sotterranea di questi piccoli mammiferi.Il problema talpe è molto comune nei campi di golf, nei campi di calcio, nei parchi pubblici e nei giardini privati ma anche nei terreni coltivati. Ma attenzione! Le talpe non mangiano le radici delle piante, ma semplicemente le scalzano o le spezzano durante il loro lavoro di escavazione. Il danno arrecato è diverso da quello dei topi, anche se spesso viene genericamente confuso.



    Talpa



    ...miti e leggende....



    Alla prima occhiata la talpa fa uno strano effetto: il suo corpo è stranamente grosso davanti e assottigliato dietro e, in apparenza, non si vedono né occhi né orecchie. Questi elementi hanno sempre creato una sorta di mistero intorno all'animale. Fino al secolo scorso si credeva che la talpa fosse completamente cieca, sorda, e anche un tantino tonta. Sulla sua scarsa vista, in effetti, si può essere d'accordo, considerato che la talpa è appena in grado di distinguere la luce dal buio; sull'udito e sull'intelligenza, invece, i pregiudizi popolari sono del tutto infondati: la talpa ha un udito finissimo e riesce a percepire vibrazioni e rumori che altri animali neppure avvertono. L'adattabilità ai diversi ambienti e situazioni, e la scaltrezza nello sfuggire ai cacciatori, sono poi la prova del suo ingegno.
    Questi pregiudizi sulla talpa sono però talmente diffusi, d'avere generato numerosi luoghi comuni." Addormentato come una talpa" agli uomini stupidi e poco avveduti, o che affrontano la vita senza mordente. Con lo stesso significato anche il detto romagnolo "È ignorante come una talpa"

    'cieco come una talpa!'. Deriva dalla mitologia egiziana, la talpa era simbolo di cecità perché si credeva che l’animale fosse cieco e sordo. Nella cristianità la talpa era considerata simbolo
    della terra e dell’avarizia. Nel folclore medievale, se un uomo mangiava il cuore di una talpa rimosso dall’animale appena morto, poteva prevedere il futuro




    Una talpa e un topo andarono un giorno a
    far baldoria nell’osteria del ghiro.
    Il ghiro preparò per loro un magnifico
    spezzatino.
    Mentre mangiavano nella stessa scodella,
    la talpa, col pretesto di essere quasi cieca,
    continuamente rimestava lo spezzatino con
    la forchetta. Quando poi trovava grossi pezzi
    di carne, subito l’infilzava e se li mangiava.
    Così a lei toccava la polpa, al topo gli ossi.
    - Fratello – diceva la talpa – è
    una grande disgrazia quella di non vedere!
    E il topo: – Sorella, a me poco vale il vederci bene.
    A mangiare con te c’è da rimanere con gli occhi
    pieni e con la pancia vuota.
    (L. Fiorentini)



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    Edited by gheagabry1 - 16/1/2023, 22:43
     
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  2. arca1959
     
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    grazie Gabry
     
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  3. gheagabry
     
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    L'OAR FISH


    L'oar fish è un pesce che può raggiungere gli 11 metri di lunghezza, spesso è scambiato per un mostro di mare.
    In Italia è chiamato "re delle aringhe"(di seguito una ricostruzione) perchè talvolta viene avvistato mentre nuota tra i banchi di arringhe, l'oar fish è un pesce serpentiforme chiamato Regalico e un altro nome che gli viene attribuito è "pesce remo"e si dice sia un Regalico, nome derivante probabilmente dal nome scientifico del pesce stesso.
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    Nome scientifico: Regalecus glesne Famiglia: Regalecidae
    Ordine: Lampridiformi
    Descrizione: appartiene ad una famiglia di pesci di taglia assai grande con corpo nastriforme e privi di squame. E' privo di vescica natatoria. La forma allungata e le enormi dimensioni che alcuni esemplari sembra possano raggiungere, si parla di molto oltre sette metri di lunghezza, fanno pensare alle descrizioni dei mitico serpente di mare, anche perché può nuotare in superficie.
    Abitudini: specie batipelagica vive tra la superficie ed i 3000 mt. di fondo. Si cattura occasionalmente in profondità con reti pelagiche o palangresi ed in superficie con fiocine.
    Dimensioni: sembra possa superare di molto i sette metri di lunghezza.
    Distribuzione: raro, segnalato nel Mediterraneo occidentale, specialmente nel Tirreno.



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    fonte dati:italia sub

    Edited by gheagabry1 - 16/1/2023, 22:48
     
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  4. gheagabry
     
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    il POLPO "DUMBO"



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    Un polpo che raramente riesce ad essere avvistato muoversi cosi maestosamente nel suo habitat naturale nel profondo dell’oceano. Questi polpi particolari sono dotati di due alette sulla testa che li fanno apparire come i Boos, i famosissimi avversari fantasma del famoso video gioco di Super Mario.


    Grazie alle due alette che ha sulla testa, che sebbene possano sembrare delle orecchie sono in realtà delle pinne, questa particolare creatura si è aggiudicato il titolo di polpo dumbo.
    Per riuscire ad ammirare Grimpotheuthis bathynectes, questo il nome scientifico del particolare animale, è stata immersa a circa 1250 metri di profondità del Pacifico, a circa 2000 metri dalla costa degli Stati Uniti, una telecamera telecomandata. I ricercatori dell’Università di Washinton sono cosi riusciti a registrare il filmato pilotando il sub-robot. La ricerca era stata effettuata nel 2005 ma solo recentemente, sarebbe stato rilasciato il video.



    Il polpo dumbo è un animale assai raro d’avvistare e questo particolare rende il successo della ricerca abbastanza grandioso. Questo polpo vive in prossimità dei vulcani sottomarini nel nord-est dell’Oceano Pacifico. Sono gli unici, nella famiglia dei cefalopodi, a vivere cosi profondamente; Questo cefalopode si muove molto lentamente al fine di risparmiare le energie, per spostarsi ricorre al classico sistema di propulsione adottato da tutti i tipi di polpi mantenendo anche dei movimenti sincronizzati con le proprie pinne. Generalmente questi polpi vivono tra i 100 e i 4000 metri di profondità e si nutrono di molluschi di vario genere e crostacei.
    Come la maggior parte degli abitanti degli abissi marini, i polpi Dumbo non hanno pigmentazione visto che non hanno alcuna colorazione da utilizzare negli ambienti senza luce. Per la mancanza di luce solare, che non riesce a raggiungere livelli così profondi, questi animali si sono ambientati a sistemi di visibilità assai ridotti e con i loro grandi occhi sono in grado di rilevare solo la luce di lampi.



    Edited by gheagabry1 - 16/1/2023, 22:50
     
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  5. gheagabry
     
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    L’anguilla cieca, che vive nelle falde acquifere sotterranee delle montagne di Cape Range(Australia), non ha bisogno degli occhi per sopravvivere nel suo habitat naturale: la totale oscurità.

    Il pesce cieco è stato anch’esso rinvenuto nelle medesime falde acquifere sotterranee dell’anguilla cieca, nelle montagne di Cape Range. Lungo appena 5 centimetri e mezzo è straordinariamente versatile: durante le varie fasi della sua vita, dicono i ricercatori, riesce a vivere sia in acqua dolce che di mare.

    dal web

    Edited by gheagabry1 - 16/1/2023, 22:53
     
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  6. gheagabry
     
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    Non c'è altro come vivere a stretto contatto con gli animali, avendo la possibilità, ma soprattutto la voglia, di osservarli, conoscerli, capirli e interagire con loro, per comprendere quanto sia importante e salutare averli accanto. Perché la loro innocenza, la loro assoluta mancanza di egoismo, la loro capacità di amare senza condizioni o condizionamenti possono insegnarci giorno dopo giorno l'essenza delle cose di questo mondo, la grandezza che c'è nel piccolo. E darci tanta, tanta serenità.
    -- Diana Lanciotti --


    L'ARMADILLO


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    Gli armadilli sono mammiferi e appartengono all'ordine degli sdentati (maldentati): ciò non significa che siano totalmente privi di denti (come i formichieri), ma che mancano di denti non visibili dall'esterno.
    I loro denti, infatti, sono costituiti da molari molto semplici, privi di radici e di smalto e presenti talora in gran numero (per esempio l'Armadillo gigante ne ha anche un centinaio).
    Data l'assenza di incisivi, il cibo viene afferrato dalla lingua cilindrica e vischiosa...Ma la caratteristica più rilevante di questa famiglia è il rivestimento costituito da placche cornee, tipo corazza, formanti tre parti distinte: uno scudo cefalico, sulla testa; uno scudo scapolare che protegge la parte anteriore del corpo; uno scudo pelvico che riveste la parte anteriore. Tra lo scudo scapolare e quello pelvico, le placche sono disposte in bande trasversali articolati tra loro e sufficientemente mobili da permettere in qualche caso all'animale di avvolgersi a palla.
    Anche gli arti sono talvolta parzialmente ricoperti da scaglie che rivestono anche la coda.
    Le zampe sono plantigrade e munite di 4 o 5 robusti unghioni atti allo scavo, mediante i quali gli armadilli possono interrarsi molto rapidamente sottraendosi alla vista del nemico; essi scavano anche per prepararsi una tana e le unghie servono pure per portare allo scoperto vermi, insetti o altre piccole prede di cui si cibano. Sono spesso vittime di cani, pecore o coyote, contro i quali la loro corazza di scaglie non è una difesa sufficiente. Incapaci di correre cercano di sotterrarsi e se non ci riescono si fingono morti.
    Gli armadilli presentano il fenomeno della poliembrionia; la femmina infatti partorisce 4 piccoli dello stesso sesso e perfettamente simili. Si tratta di 4 gemelli formatisi dalla divisione di uno stesso uovo, e perciò attaccati a un'unica placenta: nascono in febbraio o in marzo. I piccoli sono perfettamente sviluppati e vengono allattati dalla madre per alcune settimane: intorno ai sei mesi raggiungono la maturità sessuale.
    (maialino.it)



    Tutte le 20 varietà di armadillo, eccetto una, vivono in America Latina. Il ben noto armadillo a nove fasce è l’unica specie che ha il suo habitat negli Stati Uniti. “Armadillo” è un termine spagnolo che significa “piccolo corazzato” e fa riferimento alle placche ossee che coprono il dorso, la testa, le gambe e la coda della maggior parte di queste creature dall’aspetto bizzarro. Sono gli unici mammiferi viventi che posseggono tale corazza. Strettamente imparentati con i formichieri e i bradipi, gli armadilli hanno un muso appuntito o “a forma di pala” e occhi piccoli. Variano ampiamente per dimensioni e colori, dall’armadillo di 15 cm color rosa-salmone (il clamidoforo troncato) all’armadillo gigante di colore marrone scuro, lungo 1.5 metri. Altri sono di colore nero, rosso, grigio o giallastro. Contrariamente a quanto si crede, non tutti gli armadilli sono in grado di rinchiudersi nelle proprie corazze. Infatti, l’unico che ha questa capacità è l’quello a tre fasce, che ritira la testa e i piedi posteriori, e si richiude in una palla dura che disorienta i possibili predatori.
    Questi animali vivono in habitat miti e temperati, che includono foreste pluviali, praterie e zone semi-desertiche. A causa del loro basso indice metabolico e della mancanza di riserve di grasso, il loro nemico principale è il freddo, e un picco di temperature rigide può annientare intere popolazioni. Molte specie scavano buche e dormono a lungo, fino a 16 ore al giorno, mentre la mattina presto e la sera vanno in cerca di scarafaggi, formiche, termiti e altri insetti.
    Hanno una vista debole e per cacciare utilizzano l’olfatto, che è particolarmente sviluppato. Zampe forti e grandi artigli anteriori sono usati per scavare, e le lingue lunghe e vischiose per estrarre formiche e termiti dalle loro gallerie. Oltre che di insetti, gli armadilli si nutrono anche di piccoli vertebrati, di piante e di alcuni frutti, così come, raramente, di carogne. Quasi tutte le specie sono minacciate dalla distruzione del loro habitat e dalla caccia massiccia. Molte culture americane consumano carne di armadillo, che si dice assomigliare, per sapore e consistenza, a quella del maiale. Attualmente, l’unica popolazione in via di espansione è quella dell’armadillo a nove fasce, mentre alcune specie, tra cui quella dell’armadillo rosa (Chlamyphorus truncatus), sono seriamente in pericolo.
    (National Geographic)


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    ...una favola....


    C’era una volta un armadillo che amava la musica più di ogni altra cosa al mondo.
    Dopo ogni pioggia, l’armadillo trascinava la sua corazza verso il grande stagno pieno di rane e ascoltava le rane verdi cantare. ”Oh,” pensava l’armadillo, “Oh, come vorrei poter cantare”. L’armadillo si metteva sul bordo dell’acqua e osservava le rane saltare e nuotare in un frenetico balletto verde. Gli piaceva ascoltare la musica anche se non capiva le loro parole, ed era decisamente meglio così – visto che le rane ridevano di quel buffo animale che desiderava così tanto cantare come una rana. ”Non essere ridicolo”, cantavano le rane. “Gli armadilli non possono cantare”.
    Un giorno una famiglia di grilli si trasferì in una nuova casa vicino all’armadillo, e lui fu stupito di sentirli cinguettare e cantare allegramente, come le rane. Si mise vicino a casa loro e li ascoltava tutto il giorno e tutta la notte per i loro suoni musicali. ”Oh,” sospirava l’armadillo, “Oh, come vorrei poter cantare”. ”Non essere ridicolo”, cantavano i grilli nelle loro tonalità melodiose. “Gli armadilli non possono cantare”. Ma l’armadillo non riusciva a capire la loro lingua, e così sospirava di desiderio e ascoltava le loro belle voci ridere di lui.
    Poi un giorno un uomo venne giù per la strada con una gabbia di canarini. Cinguettavano e cantavano canzoni che erano anche più belle dei grilli e delle rane. L’armadillo ne fu rapito. Seguì l’uomo con la gabbia, tanto velocemente quanto le sue gambette gli consentivano, ascoltando il canto dei canarini. ”Oh,” ansimava l’armadillo, “Oh, come vorrei poter cantare”. All’interno della gabbia, i canarini cinguettavano e ridacchiavano. ”Non essere ridicolo”, cantavano svolazzando qua e là, “Gli armadilli non possono cantare”.
    Il povero armadillo, stanco, non riusciva a tenere il passo con l’uomo, e infine cadde esausto davanti alla porta del grande mago che viveva nella zona. Rendendosi conto di dove si trovava, l’armadillo decise di chiedere un favore al mago. Timidamente, l’armadillo si avvicinò al mago, che era seduto davanti alla sua casa e gli disse: “Grande mago, il mio più profondo desiderio è imparare a cantare come le rane, i grilli e i canarini.” Le labbra del mago si contrassero in una smorfia divertita, perchè quando mai si era sentito di un armadillo che cantava. Ma subito si accorse che il piccolo animale era serio. Allora si piegò a terra e lo guardò dritto negli occhi.
    “Posso farti cantare, piccolo armadillo”, disse. “Ma non vorrai pagarne il prezzo, perché significherebbe la tua morte.”
    “Vuoi dire che se muoio sarò in grado di cantare?” chiese l’armadillo con stupore. “Sì, è così”, disse il mago.
    “Allora io voglio morire in questo momento!” disse l’armadillo. “Farei qualsiasi cosa per essere in grado di cantare!”
    Il mago e l’armadillo discussero la questione per molte ore, perchè il mago non voleva uccidere l’armadillo. Ma la creatura insisteva, e così il mago lo uccise, e dalla sua corazza ricavò un meraviglioso strumento musicale, e lo diede al migliore musicista in città...A volte il musicista suonava il suo strumento vicino allo stagno, e le rane lo fissavano con gli occhi spalancati e dicevano: “Ahi ahi, l’armadillo ha imparato a cantare”.
    A volte il musicista suonava il suo strumento vicino alla casa dei grilli, che uscivano fuori con gli occhi spalancati e dicevano: “Ahi ahi, l’armadillo ha imparato a cantare”.
    E spesso il musicista andava a trovare il suo amico che possedeva la gabbia piena di canarini – ed era anche lui un musicista – e i due uomini suonavano i loro strumenti insieme, mentre gli uccellini guardavano svolazzando e cinguettando con stupore: “Ahi ahi, l’armadillo ha imparato a cantare”.
    E così fu. L’armadillo aveva imparato a cantare alla fine, e la sua voce era la più bella del paese. Ma, come i migliori musicisti al mondo, l’armadillo aveva sacrificato la sua vita per la sua arte.
    (dal web)


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    Edited by gheagabry1 - 16/1/2023, 23:00
     
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  7. gheagabry
     
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    PESCE NASTRO

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    Il pesce nastro (Trachipterus trachypterus Gmelin, 1789) è un pesce d'acqua salata appartenente alla famiglia Trachipteridae... è diffuso nell'Atlantico orientale e nel Mediterraneo occidentale. È una specie batipelagica: abita le acque comprese tra i -100 e i -600 metri di profondità.
    Presenta un corpo allungato, molto compresso ai fianchi, con muso schiacciato, fronte alta e lunga pinna dorsale, della quale i primi raggi sono più sviluppati. Le pinne pettorali sono piccole, così come le ventrali, alte e lunghe. La pinna anale è al vertice della coda, dove spunta anche una strana pinna caudale, rivolta verso l'alto. La livrea è semplice, con un fondo grigio con riflessi argentei, pinne rosate. La pinna caudale, semitrasparente, è molto simile ad un ventaglio e normalmente mantenuta eretta. Le pinne pelviche hanno 5 raggi. Raggiunge una lunghezza massima di 3 metri.


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    Edited by gheagabry1 - 16/1/2023, 23:15
     
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  8. arca1959
     
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    grazie gabry
     
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  9. gheagabry
     
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    Il FORMICHIERE


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    Il formichiere fa parte della famiglia dei maldentati ovvero privi di denti. Presenta un muso lungo e sottile a forma di tubo che termina in una bocca minuscola che fa passare una lingua lunghissima che può misurare fino a un metro. La lingua è fondamentale per catturare formiche e termiti di cui l'animale si nutre. I formichieri hanno un abbondante pelliccia, occhi e orecchi minuscoli e coda molto lunga. I formichieri vivono nell'America centrale e del sud.
    Il formichiere gigante è solito vivere in ampi spazi aperti dell'America Centrale e Meridionale: paludi, boscaglie e praterie della savana sono il suo habitat. Il numero di esemplari per chilometro quadrato è variabile in modo direttamente proporzionale alla quantità di cibo disponibile. Ad esempio dove abbonda è possibile trovarne fino a due per chilometro quadrato mentre dove il cibo scarseggia anche 200 volte meno frequentemente.

    Ha un naso molto allungato di forma cilindrica di una sensibilità eccezionale.
    Rompe termitai e formicai con i suoi artigli uncinati, utili anche per la difesa da nemici.
    Per nutrirsi infila la lingua appiccicosissima nel formicaio per oltre due volte al secondo, catturando fino a 300'000 insetti in un giorno.
    Ha una temperatura corporea media di 32,7 °C: una delle più basse di tutti i mammiferi.
    Le termiti soldato producono dalla proboscide secrezioni il cui unico obiettivo è respingere i formichieri. Questo mammifero non potrebbe cacciare senza il suo eccezionale olfatto: con esso può individuare facilmente termitai e formicai abitati dalle specie di maggiore dimensione; riesce anche ad evitare quelli dove vi sono insetti a lui nocivi, come quelli delle termiti dalla proboscide (che rilasciano un liquido tossico), delle formiche tagliafoglie e delle legionarie. Il formichiere però non distrugge totalmente il formicaio attaccato, ne preleva solo un centinaio e poi passa ad un altro.
    Un animale di queste dimensioni che si ciba di insetti (animali dal basso contenuto energetico) deve fare molta attenzione a come usa le proprie energie; infatti si muove a 14 m/min e i suoi processi vitali sono molto più lenti di altri animali della stessa taglia. Nelle sue 15 ore di riposo giornaliere si nasconde sotto la sua coda e resta all'erta per paura di giaguari e puma. Il formichiere gigante è solitario, non ha un particolare senso del territorio e ignora i suoi simili. Non gli piace nemmeno scontrarsi e se può scappa, ma in caso di pericolo inevitabile si alza sulle zampe posteriori e colpisce l'avversario con i suoi terribili artigli.

    Non molto si sa su come avvenga la riproduzione di questo animale: siamo a conoscenza del fatto che può avvenire in qualunque periodo dell'anno e che la gestazione dura circa 190 giorni, dopo i quali la femmina partorisce il piccolo (del peso di 1,3 Kg) reggendosi sulle zampe posteriori e la coda, formando una specie di treppiedi. Dopo due mesi il piccolo è già in grado di camminare ma nonostante ciò preferisce rimanere sul dorso della madre fino a 6-9 mesi; non abbandona comunque la madre per i primi due anni di vita o fino alla successiva gravidanza.
    (Maria Terraroli)


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    ...una leggenda africana ...


    La Terra in orogine era arida e avvolta dalle tenebre: non c'era ancora il Sole. Nelle tenebre viveva Mtumbi, il Formichiere, grande cacciatore. Un giorno inseguendo un topo, Mtumbi si infilò in una buca. Cammina,cammina, si inoltrò sempre di più nella galleria che sembrava non dovesse finir mai. All'improvviso Mtumbi sbucò in un posto pieno di gente e di luce: era il mondo di Dio. Mtumbi fu ammirato nel vedere quel mondo scintillante; chiese subito a Dio che anche la terra fosse piena di luce e di vita e Dio volle accontentarlo. Quando lo rimandò sulla terra gli diede come compagni un uomo e una donna. Appena furono nel mondo buio della Terra, l'uomo sfregò due piccoli bastoni e ne scaturì il fuoco. La donna aveva portato con sè una cesta: l'aprì e ne fece uscire il Sole. Subito questo si alzò nel cielo. A notte dalla cesta uscirono la Luna e le Stelle e anch'esse si levarono brillanti nella volta del cielo. Spaventato da quei prodigi, Mtumbi corse a nascondersi nella tana; da allora ebbe timore ad uscire. E anche gli uomini ebbero i loro guai: offesero Dio che vole punirli terribilmente. Diede loro due ceste e li obbligò a sceglierne una: nella prima c'era la vita, nella seconda c'era la morte. Gli uomini scelsero quest'ultima e da quel giorno furono costretti a morire. Il serpente, che per caso passava di lì, si impadronì della cesta rimasta, quella della vita, e divenne immortale. Ancora oggi il serpente cambia la pelle, ma non muore mai.




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    Edited by gheagabry1 - 16/1/2023, 23:20
     
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  10. gheagabry
     
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    La rana-Pinocchio, una rana dal curioso muso allungato in una sorta di naso da burattino; il più piccolo wallaby del mondo; un pipistrello che si nutre di nettare; un gecko che somiglia ad un gargoyle; queste sono solo alcune delle nuove creature scoperte nelle Montagne Foja, in Indonesia.

    Questi animali sono stati identificati per la prima volta durante una ricerca durata quattro settimane all'interno della foresta pluviale indonesiana, che notoriamente riserva sorprese ogni volta che ci si addentra in essa a colpi di machete e resistendo alle difficili condizioni di un ambiente così umido e intricato.

    Le montagne Foja sono classificate come santuario della fauna selvatica, e si trovano nella provincia di Papua sull'isola della Nuova Guinea, e comprendono più di 300.000 ettari di foresta pluviale inalterata da millenni.

    In totale sono stati scoperti diversi mammiferi, una nuova specie di rettile, un nuovo anfibio e circa una dozzina di insetti, oltre ad un nuovo piccione.
    Conservation International, l'associazione che si è occupata della spedizione, sostiene che l'esemplare più curioso, la rana-Pinocchio, abbia una protuberanza sul muso in grado di sollevarsi o di abbassarsi in base all'attività dell'anfibio.

    "Mentre animali e piante vengono spazzati via in tutto il mondo ad un ritmo mai visto in milioni di anni, la scoperta di queste forme di vita assolutamente incredibili è una notizia positiva" afferma Bruce Beehler, riercatore del Conservation International e membro della spedizione in alle Foja Mountains.
    "Posti come questo rappresentano un futuro sano per tutti noi, e mostrano che non è troppo tardi per fermare l'attuale crisi di estinzione delle specie".

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    La rana-Pinocchio, del genere Litoria, la cui protuberanza sul naso si solleva quando effettua il suo richiamo.



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    Il wallaby nano, il più piccolo del mondo



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    Gecko Cyrtodactylus



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    Topo arboricolo (Pogonomys) che si trova solo in Indonesia, Nuova Guinea e Australia.







    dal web

    Edited by gheagabry1 - 16/1/2023, 23:33
     
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  11. gheagabry
     
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    La rana trasparente
    Fotografia su gentile concessione di Eli Greenbaum

    Piena di uova, questa rana gravida dalla pelle trasparente è una delle cinque specie di anfibi "scomparse" riscoperte recentemente nella Repubblica Democratica del Congo.

    Individuata per la prima volta nel 1950, questo esemplare di Hyperolius leucotaeniu è stata trovata nuovamente sulle sponde del fiume Elila nel sud est del Paese Africano.

    Le condizioni delle cinque specie, individuate per la prima volta tra il 1950 e il 1952, erano un mistero fino a quando non sono state riscoperte nel corso delle recenti spedizioni, svolte tra il 2009 e il 2011.

    "Come la maggior parte delle specie di anfibi scomparsi, questi esemplari non sono stati più avvistati da decenni, e non sapevamo nulla delle loro condizioni" afferma Eli Greenbaum, leader della spedizione e biologo dell'Università del Texas a El Paso.

    La spedizione è stata realizzata grazie all'impegno di Conservation International e dell'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura.

    L'annuncio della nuova scoperta delle rane del Congo "è una buona notizia" stando a quanto riporta Greenbaum, il cui lavoro è stato parzialmente finanziato dalla commissione della National Geographic Society impegnata nei settori ricerca ed esplorazione.

    "Le scoperte del mio team confermano che queste giungle sono ancora poco esplorate" ha affermato Greenbaum, "C'è una grande abbondanza di biodiversità lì, e ancora non è troppo tardi per intensificare gli forzi che servono a preservarla".



    national geographic

    Edited by gheagabry1 - 16/1/2023, 23:47
     
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    Il Proteo

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    Benché sia stato classificato nel 1768, non si può dire che il Proteo (Proteus anguinus) sia un animale particolarmente conosciuto, anche perché vive in un ambiente assolutamente esclusivo come quello sotterraneo e, anzi, è l'unico vertebrato troglobio – che vive soltanto nelle grotte – del continente europeo.
    Chi scrive queste note ha un passato di speleologo ed ha sempre sperato di imbattersi in un proteo o, meglio ancora, in una sua sottospecie sconosciuta, ma questo animale affine alle salamandre (ordine degli Urodela), che può raggiungere una lunghezza massima di 25-30 cm, ha una diffusione geografica ben delimitata: le grotte carsiche del triestino, della Slovenia meridionale, della Croazia sud-occidentale e dell'Erzegovina..... una sottospecie sconosciuta del Proteo è stata effettivamente scoperta in tempi piuttosto recenti: il Proteo nero (Proteus anguinus parkelj). Identificato nel 1986 da una spedizione dello Slovenian Karst Research Institute nella Slovenia sud-orientale, al confine con la Croazia, è stato classificato soltanto nel 1994.
    Il proteo nero, a differenza del P. anguinus anguinus, è pigmentato ed è molto scuro (grigio, bruno o nero), ha mascelle più robuste e può arrivare a 34-35 cm (anche se la sua coda, in rapporto alla lunghezza totale, è più corta); infine, ha occhi decisamente più sviluppati e ciò fa supporre che abbia lasciato i fiumi di superficie in epoche più recenti rispetto al proteo bianco.



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    Edited by gheagabry1 - 16/1/2023, 23:56
     
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    DUGONGO

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    Il dugongo (Dugong dugon) è il solo mammifero erbivoro esclusivamente marino ed è la sola specie superstite della famiglia Dugongidae. Non va quindi confuso con il più conosciuto lamantino, che appartiene alla famiglia Trichechidae e che vive anche in acqua dolce.
    Il dugongo raggiunge una dimensione massima di 3 metri ed un peso di 400 Kg (alcune fonti indicano 900 Kg). Non esiste dimorfismo sessuale, ma sembra che la femmina raggiunga dimensioni maggiori del maschio.
    Il corpo massiccio termina con un'ampia coda piatta simile a quella delle balene, con due lobi allungati, a differenza della coda del lamantino, che è di forma arrotondata.
    La testa ha una forma caratteristica, tondeggiante, il collo è corto e non visibile. Il muso è rivolto verso il basso per facilitare la raccolta delle piante acquatiche dai fondali. I maschi di oltre 12 anni hanno gli incisivi superiori trasformati in zanne, presenti a volte anche nelle femmine di età avanzata.

    Il comportamento del dugongo è stato osservato soprattutto in Australia, che vanta la maggiore popolazione. Tendenzialmente ama vivere in piccoli gruppi, ma sono stati osservati branchi di centinaia di individui. Ovviamente questo non può avvenire nelle località dove gli esemplari superstiti sono ridotti a poche unità su centinaia di chilometri di costa.
    Il dugongo passa gran parte del suo tempo mangiando. Questo avviene generalmente in acque basse (1-6 m.). Si stima che il suo fabbisogno sia di circa 30 Kg. al giorno. La sua dieta è composta quasi esclusivamente da fanerogame (piante marine) delle famiglie Potamogetonaceae, Hydrocharitaceae e Cymodoceaceae. Quando possibile, sradica completamente queste piante, altrimenti si limita a mangiare le sole foglie. Nella sua dieta è molto selettivo, scegliendo cibi ad alto contenuto nutritivo e di facile digeribilità...Questa selettività nell'alimentazione fa si che non tutte le praterie di fanerogame siano idonee all'insediamento di comunità di dugonghi. Alcuni studi mostrano come questa attività di alimentazione alteri, su base locale, la composizione di queste praterie, migliorandone la qualità se paragonate ad altre il cui tasso di rotazione e di riciclo dei componenti nutritivi sia basato solo su fattori naturali...Questa selettività nell'alimentazione fa si che non tutte le praterie di fanerogame siano idonee all'insediamento di comunità di dugonghi. Alcuni studi mostrano come questa attività di alimentazione alteri, su base locale, la composizione di queste praterie, migliorandone la qualità se paragonate ad altre il cui tasso di rotazione e di riciclo dei componenti nutritivi sia basato solo su fattori naturali.


    ...miti e leggende...

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    Il dugongo e il lamantino vengono messi in relazione al mito delle sirene, tanto da essere classificati nell'ordine Sirenia (o Sirenidi). Il mito delle sirene, che risale alla civiltà greca, è antico così come lo sono i dugonghi, di cui sono stati ritrovati resti che risalgono a 6.000 anni fa.
    Il più noto riferimento alle sirene è forse quello tratto dall'Odissea, meno noto, l'incontro di Giasone e degli Argonauti con le sirene, di cui ci narra Apollonio Rodio ne 'Le Argonautiche'. In questo caso fu Orfeo a salvare i marinai dal canto delle sirene, suonando a sua volta in maniera così melodiosa che gli uomini ascoltarono lui e ignorarono le sirene che, deluse e umiliate, si suicidarono gettandosi da una rupe.
    Come è stato possibile che il dugongo (o il lamantino), animali socievoli e non certo avvenenti, siano stati scambiati per sirene, dotate invece di grande fascino, crudeli e dal canto ammaliatore? Pare che anche Cristoforo Colombo, alla vista di tre lamantini, abbia espresso tutto il suo disappunto per la bruttezza di quelle 'sirene'!... La prima curiosità riguarda il nome attribuito al dugongo in vari paesi (al lamantino, in Brasile):
    Egitto: Arusa el bahar = la fanciulla, la bella del mare
    Kenia: Queen of the sea = la regina del mare;
    Indonesia: Putri duyung = principessa dugongo;
    Brasile: Peixe mulher = pesce donna (ma anche Peixe boi = pesce bue).

    In tutti questi casi, il nome fa sempre esplicito riferimento alla figura femminile.
    Non solo, ma i nomi hanno sempre termini elogiativi: non dimentichiamo che le sirene, pur nella loro crudeltà, erano esseri dotati di poteri sovrumani, figlie o generate da dei.
    Altra curiosità, in Indonesia si crede che i dugonghi siano reincarnazioni di donne e sono considerati spiriti benigni, così come c'era la credenza che le sirene fossero incarnazioni di spiriti che non avevano avuto accesso all'Aldilà (spiriti maligni, in questo caso). Una leggenda thailandese narra di una donna trasformata in dugongo per la sua smodata passione per i baccelli di alcune piante acquatiche. Da allora le lacrime di dugongo sono considerate una potente pozione amorosa, come avviene in Indonesia. Alle lacrime di dugongo mischiate con del profumo, così come al consumo della sua carne, viene attribuito, da alcune popolazioni, il potere di attrarre il sesso opposto, ricordando in questo il potere di attrazione delle sirene.
    Molte popolazioni considerano il dugongo un porta sfortuna, attribuendogli una connotazione negativa, come negative erano le sirene. Anche nelle Filippine viene considerato un porta sfortuna e per questo vengono fabbricati, con le sue ossa, amuleti contro gli spiriti maligni. In Cina, al contrario, per secoli il dugongo è stato considerato un animale dai poteri 'miracolosi' e la sua uccisione causa di sfortuna. In molti villaggi di Sabah, nel Borneo malese, i pescatori associano al dugongo credenze superstiziose e non lo cacciano, rimettendolo in libertà se resta impigliato nelle loro reti.
    (robertosozzani.it)


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    Edited by gheagabry1 - 17/1/2023, 00:00
     
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