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Vorrei incontrarti fra cent'anni
Vorrei incontrarti fra cent'anni è un album di Ron del 1996, prodotto dalla Wea. Contiene il brano partecipante a Sanremo 1996, il brano Attenti al lupo, scritto da lui per Lucio Dalla e suoi successi
Tracce:
01. Vorrei Incontrarti Fra Cent'Anni (con Tosca) 3:57
02. Musica - Al centro della musica (medley) 6:46
03. Non abbiam bisogno di parole 4:17
04. Per questa notte che cade giù 4:05
05. Anima 4:41
06. Joe temerario 4:41
07. Il gigante e la bambina 4:58
08. Attenti al lupo 4:49
09. Ferite e lacrime (You) 4:32
10. Io ti cercherò 5:19
11. Cosa sarà 4:51
12. Un momento anche per te 4:24
13. Una città per cantare 4:56
14. Il sole e la luna (remix) 4:10
15. Piazza grande 3:44
16. Non abbiam bisogno di parole 2 5:09
foto:musicstack.com
Edited by tomiva57 - 17/3/2015, 18:56. -
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Stelle
Album di Ron del 1997, prodotto dalla Wea
Ristampato nel 1998, con in più la canzone di San Remo 1998
Tracce:
Un porto nel vento 4:18
Cambio tutto 4;21
Voglio il mio nido 4;20
Se te ne vai 4;02
Pepe bar 4;30
Telefono elettronico 3;30
Amami 3;53
Stella mia 4;23
A chi tene vint'anne 5;23
Un anno senza te 4;12
Boys in time 4;00
Colomba 4;40
Sei dentro di me 3;03
Video
Un porto nel vento
Voglio il mio nido
Se te ne vai
Edited by tomiva57 - 17/3/2015, 18:53. -
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Telefono elettronico
Video
Stella mia
Un anno sena te
Edited by tomiva57 - 2/3/2014, 19:02. -
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Colomba
Sei dentro di me
Edited by tomiva57 - 2/3/2014, 19:06. -
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Ron, il disco di cover: 'Amo Damien Rice, ma tutto parte da Jackson Browne'
da.rockol.it
Tutto è cominciato con Damien Rice. O forse con Jackson Browne, e un po' di notti insonni trascorse davanti a YouTube. "Way out", il nuovo disco di Ron che esce domani nei negozi, è una collezione di dodici cover pescate nel serbatoio dei singer-songwriters angloamericani delle ultime generazioni e tradotte fedelmente in italiano: nel mazzo ci sono nomi noti come Rice, John Mayer, David Gray e Badly Drawn Boy, emergenti come Michael Kiwanuka e Amos Lee, artisti di nicchia come i Weepies o Colin McLeod alias The Boy Who Trapped The Sun. "Mi sono divertito a scoprire un sottobosco di cantautori che in gran parte neanch'io conoscevo", racconta Rosalino. "La rete, per queste cose, è fantastica: cercando su YouTube i video di Damien Rice, il mio preferito in assoluto, sono arrivato agli artisti che in qualche modo a lui venivano correlati. Così ho fatto la conoscenza di Ben Howard o di Alexi Murdoch. Ho cominciato a farmi prendere dal gioco, ad ascoltare giorno e notte". Da lì a scegliere dodici titoli soltanto il passo dev'essere stato lungo, però. "Da sempre inglesi e americani sono maestri nel creare grandi atmosfere e bellissimi suoni. Ma alcune canzoni erano intraducibili, e alcuni testi francamente brutti. Sono arrivato così alla selezione finale: mi piaceva l'idea di pubblicare in Italia una raccolta di canzoni scritte da ventenni, trentenni e quarantenni che hanno gli stessi nostri problemi, che cantano di resistenza di fronte a una crisi profonda che è anche esistenziale e di valori. Ognuno di questi brani, a suo modo, cerca una via di uscita: per questo ho chiamato il disco 'Way out' ".
Ron ha scelto per quanto possibile la strada della traduzione letterale, a partire dai titoli: cosicché "Cannon ball" di Rice è diventata "Palla di cannone", "I'm getting ready" di Kiwanuka "Mi sto preparando", "Kid" di Amos Lee "Ragazzo" e così via (solo in "Testa alta" di Ben Howard Ron ha fatto un'eccezione, preservando l'inciso in inglese: "L'ho fatto", spiega, "perché quell'espressione l'avevo già usata in 'Kid', e poi perché era un refrain difficile da tradurre in italiano"). Una sfida, rendere la metrica originale in italiano? "Una sfida, ma anche una necessità. Mi sono comportato come feci con Jackson Browne ai tempi di 'Una città per cantare" (l'originale, "The road", era di Danny O'Keefe e venne tradotto da Lucio Dalla): non mi sarei mai sognato di tradire un testo così bello per raccontare un'altra storia d'amore. E poi vorrei che i giovani cantanti italiani si rendessero conto che all'estero i ragazzi come loro suonano strumenti e scrivono canzoni, testi e musiche: da noi manca un ricambio generazionale degli autori, dai talent show escono solamente degli interpreti e questa è una grande falla del nostro panorama musicale. In America e in Inghilterra invece ognuno bada a esprimere se stesso, non solo a diventare famoso. Ascoltare questi artisti, per me, è stato come tornare al punto di partenza: io sono nato con Crosby, Stills, Nash & Young e con Joni Mitchell, con James Taylor e con Jackson Browne. E questi sono i loro figli e nipoti, ognuno di loro sa cosa sono stati gli anni Settanta e non perde d'occhio quei punti di riferimento".
Per chiunque, in "Way out", ci sarà qualche brano da scoprire, da confrontare, da riassaporare: come quella "Gran Torino" di Jamie Cullum, tra le più note in scaletta anche perché intimamente connessa nella memoria all'omonimo e celebrato film di Clint Eastwood. "Io sono un grande ammiratore di Cullum", spiega Ron, "lo considero un genio assoluto. E quando sui titoli di coda di quel film strepitoso ho sentito partire quella canzone non sono riuscito a trattenere le lacrime. Mi sono permesso di toccare qualcosa di sacro, mi rendo conto, ma l'ho fatto in maniera completamente diversa: lui l'ha eseguita con un pianoforte e un'orchestra di sessanta elementi, io con un dobro, una chitarra acustica e poco altro. Forse è più americana la mia versione della sua, rispettosa comunque dell'umore del film e della canzone".
Una versione "home made", casalinga, perché "Way out" è un disco da focolare domestico, riscaldato da un calore analogico, che Ron ha inciso in casa in presa diretta e circondandosi di amici. "Anche la copertina, uno scatto che mi vede ritratto con una mano sul cuore e che non immaginavo sarebbe stato utilizzato per questo, è perfetta per introdurre un disco sincero come questo. Non è un progetto discografico, 'Way out'. E' un progetto intimo e personale. Ero stato a New York, mi ero messo a cantare con la chitarra nei locali. Mi sono messo in gioco ed è andata bene. Lì c'è una vita che pulsa, un grande rispetto per chi fa il musicista e tutti hanno occasione di farsi ascoltare. Mi sono sentito incoraggiato e sono tornato a casa con un'energia enorme addosso. Sono ripartito da 'Una città per cantare' e dalla mia vera passione, da quel che ho sempre ascoltato. A casa ho uno studio di registrazione professionale ma non mi andava di fare un disco tutto perfetto, simile a tutti gli altri. Così abbiamo suonato in salotto senza preoccuparci dei 'rientri' degli strumenti sui microfoni della voce o di altri eventuali difetti. Ne è uscito un vero disco dal vivo, con arrangiamenti creati al momento. Ci siamo lasciati andare senza preoccuparci troppo di uscire dal seminato. Volevo che fosse un disco di Ron, con le cose che piacciono a me".
E' la stessa dimensione che l'artista lombardo sta riproponendo dal vivo in folk club e piccoli locali "da ascolto" (dopo Torino, il 26 scorso, il tour promozionale prosegue il 31 al Blue Note di Milano e poi ad Asti, Napoli, Osteria Nuova (Roma), Gioia del Colle (TA), Foggia, Salerno, Bologna e Civitanova Marche (MC) con il suo quintetto base composto da Fabio Coppini al pianoforte, Elio Rivagli batteria e percussioni, Roberto Gallinelli basso, Armando Valle chitarre e dobro, Giovanna Famulari violoncello e voce, gli stessi musicisti del disco: "E' come portare in giro per l'italia la stanza in cui abbiamo creato il disco"", spiega. Mancano solo il coro di bambini di "L'anno del topo" (la "Year of the rat" di Badly Drawn Boy) e le voci degli ospiti Omar Pedrini e Gaia Pasquali, giovane talento emerso dalla scuola di musica che Ron ha creato due anni fa nella sua Garlasco e che oggi ha una sede distaccata anche a Vigevano. "Omar", racconta, "è un amico che stimo da tempo. E siccome nella versione originale di 'Orgoglio antiproiettile', "Bulletproof pride' di K'naan, c'era Bono gli ho chiesto di fare la sua parte...Lui, che è uno che si fa coinvolgere e ama molto interagire, ha accettato subito. Gaia? Lei è molto giovane ma ha un grande talento e scrive cose anche molto belle. Alla mia scuola stanno arrivando tanti talenti, tante cose interessanti. Sono molto contento, spero presto di trovare qualcuno da produrre con la mia etichetta".
Nessuna fretta, intanto, di sfornare canzoni nuove, anche se dall'ultimo disco sono passati oltre quattro anni..."Continuo a scrivere ma l'esperienza newyorkese mi ha fatto vedere le cose da un'altra prospettiva, quella della realtà e della passione. Sanremo? In questo momento nulla di più lontano dalla mia mente. Il mio progetto adesso è un altr, e voglio presentarlo nel modo più adeguato. Questo disco mi rappresenta e mi assomiglia, dentro ci sono tante cose da scoprire e voglio portarlo in giro, perché suonare dal vivo è una delle cose che mi piacciono di più. E' quella la mia vera ricchezza".. -
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Sing in the rain - Sanremo 2014
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Sanremo, emozione sulle note di 'Cara': l'omaggio di Ron a Dalla
Nella serata dedicata alla canzoni d'autore, Rosalino Cellamare (le immagini) sceglie una canzone del suo amico di lunga data: "Era un grande riferimento per me".
Ron: "Ho nascosto per vent'anni
la lettera che mi scrisse Dalla"
L'artista, che esordì sedicenne al Festival e vinse la gara nel '96, racconta perché ha scelto Sanremo per presentare il nuovo cd. E ricorda quando all'Ariston sbagliò l'attacco di "Piazza Grande"...
Al Festival di Fazio, nella serata di venerdì 21, quella dei duetti, Ron canterà - ma da solo - Dalla. "È un brano che ho dentro, è come fosse mio, non potrei condividerlo con nessuno, a parte Lucio che idealmente sarà con me sul palco". È un omaggio, la prima esternazione pubblica dopo la morte dell'amico. Ron ha elaborato in silenzio il suo lutto e non ha dimenticato. Undici anni dopo l'esordio sanremese da cantante ragazzino, il maestro, che aveva portato al successo la sua Piazza grande gli disse: "È ora che ti scrivi i testi da solo ". Era l'81, un periodo glorioso nella carriera di Ron, al secolo Rosalino Cellamare, 60 anni - quarantaquattro in musica - e ancora quella faccia da ragazzino che battezzò il primo Sanremo degli anni Settanta con una canzone che solo due adolescenti come lui e Nada avrebbero potuto cantare.
"È vero, gli anni Ottanta furono una benedizione per me. Incisi ('79-'80), al quale partecipai come musicista e arrangiatore, e i miei miti, Jackson Browne, Joni Mitchell, Crosby Stills Nash & Young. Quell'album mi diede una nuova vita", ricorda. Con Sanremo, dove quest'anno torna in gara, ha avuto un rapporto altalenante. "Il Festival non è più un appuntamento per chi ama la musica, ai miei tempi era un'altra cosa, c'era un'attenzione micidiale per le canzoni, poi ha cominciato a prendere piede lo spettacolo, la tv ha fagocitato la gara", spiega. Il 20 febbraio, a cinque anni dall'ultimo disco d'inediti, pubblica un testo che gli scrisse Dalla, per eccesso d'amore e per pudore rimasto nel cassetto per più di vent'anni. "Scrivere canzoni mi permette di raccontarmi di più e meglio, come in un incontro tra amici quando, un po' sbronzo, dici cose che nessuno si aspetterebbe da te".
Questo disco la riporta a Sanremo, dove nel '96 trionfò con Vorrei incontrarti tra cento anni.
"Mancavo dal 2006, il Festival di Panariello. Cantavo L'uomo delle stelle"
Brutti ricordi?
"Belli e brutti. Ricordo l'emozione delle prime apparizioni, una gioia, una festa per un adolescente. Ma ricordo anche il dramma di nel '72. Accompagnavo Dalla alla chitarra e attaccai in anticipo sull'orchestra. Andammo fuori tempo. Lucio - non dimenticherò mai la faccia che fece - fu costretto a fermare l'esecuzione; avrei voluto morire. Infine il Festival dell'88: che tristezza quel Sanremo senza orchestra, a cantare sulla base, di fronte a un mazzo di fiori. Arrivai tra gli ultimi".
Cosa l'ha convinta a tornare?
"Fabio Fazio, uno che ama la musica, si circonda di persone che amano la musica e nella selezione dei brani usa esclusivamente criteri di qualità. Il suo Sanremo è uno dei pochi che non mi abbia annoiato, tranquillo, rilassato, positivo. Una buona vetrina per questo disco, che è pieno di me e di tutto ciò che mi sta a cuore. ad esempio, è ispirata alla piccola eroina afghana che ha rischiato la vita lottando per il diritto all'istruzione".
Ma c'è anche America, un testo inedito di Lucio Dalla che lei ha musicato.
"Lo scrisse per me nel '92, parole affettuose che mi indussero a riconsiderare il mestiere di cantautore, l'atteggiamento nei confronti del mondo e le aspettative in un momento in cui ero arrabbiato e deluso per mancanza di risultati. Il messaggio è: il successo arriverà quando scoprirai quel che hai dentro e lo amerai, anche se non ti piace".
Perché ha aspettato così tanto per metterlo in musica?
"Avevo bisogno di metabolizzarlo, di trovare il momento in cui farlo con passione e consapevolezza. È una lettera che Lucio mi scrisse, c'è dentro il mio modo di vedere la vita e l'amore".
Il suo destino s'intrecciò molto precocemente con quello di Dalla.
"Lo incontrai la prima volta a Sanremo, nel 1970. In effetti dovevo cantare una sua composizione, che invece fu bocciata e successivamente portata al successo da Morandi. Avevo sedici anni e mezzo, subito dopo incisi una canzone che avrebbe dovuto cantare lui. Non ho mai capito perché Lucio volle darla a me. Paola Pallottino, coautrice, non era d'accordo, ma lui insistette perché a raccontare quella terribile storia di molestie fosse un ragazzino".
All'epoca il Festival creava e distruggeva...
"Un successo precoce come quello che ebbi io può causare sbandamenti. Abitavo dove ancora vivo, a Garlasco, e subito dopo Sanremo ripresi ad andare a scuola. Arrivavo col trenino a Pavia, e un gruppo di coetanei, evidentemente gelosi, da un treno che viaggiava sul binario opposto mi gridava qualsiasi cattiveria. Ma fu anche un periodo di grandi opportunità. A Roma abitai da Sergio Bardotti; in casa sua arrivavano Vinicius de Moraes e Chico Buarque e Toquinho, si suonava fino alle sei del mattino. Poi mi trasferii da Lucio, a Trastevere. All'epoca collaborava con Roversi, grande euforia... Sono stato molto fortunato, ho vissuto in un periodo in cui sono successe tante cose, tutte importanti".
Non sono tempi facili per i cantautori della sua generazione. Come ci si sente quando gli amici cominciano ad andarsene, il mondo intorno cambia e persino la tv, alleata di sempre, riduce gli spazi della musica unicamente ai talent show?
"Come uno che non ha il ponte per raggiungere la riva opposta; ti metti a nuotare con il rischio di affogare e di non arrivare mai".
di GIUSEPPE VIDETTI
fonte: repubblica.it
Edited by tomiva57 - 17/3/2015, 18:50. -
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Adesso
Adesso è un album di Ron del 1999, etichetta Warner Music
Tracce:
01. Anna 4:06
02. My Love 4:13
03. Faccio Il Salto 5:13
04. Quanto Amore C'è 5:12
05. Piccola Valigia 4:21
06. Lucciola 4:08
07. Solo Per Te 4:46
08. Nel Silenzio 3:59
09. Pensiero Canta 4:12
10. La Sorpresa 4:32
11. Oggi E' Domenica 4:35
12. Vivere Vicino A Te ( with " Nel Silenzio " reprise / Ghost Version ) 6:12
fonte: it.7digital.com
My Love
- feat. Tosca
Quanto Amore C'è
Piccola valigia. -
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Solo Per Te
Nel Silenzio
Vivere Vicino A Te. -
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Cuori di vetro
Cuori di vetro è un album/cd di Ron del 2001
Tracce:
01. La Pace 4:34
02. Maria 3:50
03. Sei Volata Via 4:23
04. Gli Ex 4:32
05. Cuore Di Vetro 4:10
06. Le Parole (Che Non Ti Ho Detto Mai) 4:21
07. Cuori In Città 3:59
08. Cambio Stagione (Cambiano gli Uomini Come Le Stagioni) 4:36
09. Ti Leggo Nel Pensiero
10. Le Cose Che Pensano 4:29
foto:rockol.it
La Pace - feat. Raf
Tutto cambia anche l'amore non c'è più
Tutto passa il cuore non sanguina più
Tutto torna, uva e nuvole lontane
Un'idea, una luce , un'anima
Tutto muore anche speranza se ne va
Anche inverno che si perde dietro ai vetri
Fiorirà
Fiorirà
Crescerà la pace che ci avvolge
Si alzerà su tutti noi
con ali grandi
di aeroplani bianchi e lucidi
È proprio tempo
breve come un lampo
che è bugiarda
come la luna è più del vento
So che passerà
che avremo nuovi amori
ci crederò
che sia per sempre crederò
Tutto gira anche quel sole dentro al sacco
e piovve sulla sposa ma per lei fu lo stesso
Fiorirà
Si fiorirà
Crescerà la pace che ci avvolge
Si alzerà su tutti noi
con ali grandi
di aeroplani bianchi e lucidi
Conosco il fuoco e la poesia
che brucia dentro e fa cantare
conosco la tristezza e l'allegria
ma voglio vincere per te
ma voglio vincere con te
Fiorirò
Si fiorirò
Così crescerò e solo amore te lo do
Io mi alzerò sopra di noi
con ali di aquilone
via con me di porterò
E fiorirà
Si fiorirà
Poi crescerà la pace che ci avvolgerà
E si alzerà
Insieme a noi
Come in un film leggero grande voleremo
Sei Volata Via
Gli Ex
Edited by tomiva57 - 17/3/2015, 18:58. -
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Cuore Di Vetro
Le Parole (Che Non Ti Ho Detto Mai)
Cambio Stagione - feat. Carmen Consoli
Edited by tomiva57 - 17/3/2015, 19:00. -
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Ron, il passato da attore... senza veli
Foto Da video
Nel 1975 il cantante si era preso una pausa dalla musica per darsi al cinema. E concedersi in vesti decisamente inusuali...
16 marzo 2015 13:27 - Il passato che non ti aspetti. Quello di Ron per l'esattezza che, negli anni 70 aveva tentanto di muovere i primi passi nel mondo del cinema. E visto che i 70 sono stati per eccellenza gli anni della commedia erotica, eccolo protagonista nel 1975 del film "Lezioni private", dove si concede a più di una scena... senza veli.
A tirare fuori il passato "dimenticato" di Ron è stata "Novella 2000", che ha pubblicato alcuni scatti da da quel film. Tgcom24 vi offre altre sequenze. Il film, diretto da Vittorio De Sisti, vedeva come protagonista Carroll Baker, diventata celebre a Hollywood per il film "Baby Doll - La bambola viva" e poi, in età matura, protagonista in Italia di molti gialli e film erotici.
Tra questi "Lezioni private" vedeva come co-protagonista un giovanissimo Rosalino Cellamare, che aveva già iniziato la carriera di cantautore (il primo album risale al 1973 ma nel 1971 aveva scritto "Piazza Grande" insieme a Lucio Dalla), ma tra il 1975 e il '79 aveva deciso di provare a intraprendere la strada del cinema. Quattro film, di cui "Lezioni private" fu il primo, che rimasero una parentesi prima di tornare alla musica con lo pseudonimo con cui tutti l'avrebbero conosciuto. Una parentesi che però ancora oggi ha i suoi risvolti curiosi, come le scene disinibite interpretate da Ron.
FONTE:
© www.tgcom24.mediaset.it/spettacolo/...2-201502a.shtml. -
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Ti Leggo Nel Pensiero
Le Cose Che Pensano
Edited by tomiva57 - 18/3/2015, 15:31. -
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Le voci del mondo
Le voci del mondo è un album discografico del cantautore Ron, pubblicato nel 2004.
Tracce
Lisa - 5:11
Non ti credo più - 4:12
Caro amico fragile - 4:36
Ma quando dici amore - 4:24
Le voci del mondo - 4:37
Vivo - 4:41
Il profondo dell'azzurro del mondo - 4:21
Ti salverò - 5:52
Perso - 5:05
fonte: wikipedia.org
foto:youtube.com
Video
Non ti credo più
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Caro amico fragile. -
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Il profondo dell'azzurro del mondo
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Ti salverò
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Perso. -
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Ma quando dici amore
Ma quando dici amore è un album discografico del cantautore Ron, pubblicato nel 2005 e poi ristampato nel 2006.
Il disco è legato a un progetto di beneficenza che l'autore ha intrapreso assieme al Corriere della Sera, giornale con cui il disco è uscito. Gli interi ricavati dalla vendite sono andati infatti all'associazione AISLA, che si occupa di sclerosi laterale amiotrofica.
L'album è caratterizzato dalla presenza di duetti che Ron ha eseguito con importanti rappresentanti della musica italiana, reinterpretando i suoi grandi successi. Dopo la partecipazione di Ron al Festival di Sanremo 2006 con il brano L'uomo delle stelle, il disco è stato ripubblicato e ha contribuito ulteriormente al progetto benefico.
Tracce
Cambio stagione - 4:56 (feat. Carmen Consoli)
Sei volata via - 5:02 (feat. Jovanotti)
La pace - 4:44 (feat. Raf)
Ma quando dici amore - 4:17 (feat. Elisa)
Le ragazze - 4:55 (feat. Lucio Dalla)
Chissà se lo sai - 4:15 (feat. Stefano Di Battista & Nicky Nicolai)
Non abbiam bisogno di parole - 4:38 (feat. Claudio Baglioni)
Anima - 4:49 (feat. Luca Carboni)
Le foglie e il vento - 5:28 (feat. Samuele Bersani)
Catch You (Il coraggio di chiedere aiuto) - 4:11 (feat. Anggun)
Cosa sarà - 5:04 (feat. Mario Lavezzi)
Quanto amore c'è - 5:14 (feat. Tosca)
Una città per cantare - 5:15 (feat. Loredana Bertè)
Traccia rom - 4:00 (feat. Renato Zero)
fonte: wikipedia.org
Video
Cambio stagione - feat. Carmen Consoli.