CROSTACEI E MOLLUSCHI..

...anmali con la corazza...o una casa..

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. tomiva57
     
    .

    User deleted



    Crostacei
    Invertebrati - Crostacei



    I crostacei comprendono esemplari molto noti come gamberi, scampi, aragoste e granchi e altri ugualmente diffusi ma meno conosciuti come paguri, copepodi, cladoceri, cirripedi, anfipodi e isopodi.
    Sono tutti acquatici ad eccezione di alcuni granchi e isopodi, infatti gli isopodi terrestri sono piccoli crostacei di terra dal corpo appiattito, prediligono le zone agricole, spesse volte definiti impropriamente “scarafaggi”. Gli isopodi hanno la caratteristica di appallottolarsi quando avvertono uno stato di pericolo, si osservano spesso anche sulle spiagge italiane. I cirripedi sono i così detti “denti di cane” che si trovano fastidiosamente attaccati alle conchiglie delle cozze, si contano circa un migliaio di specie e sono tra i pochi crostacei sessili, cioè che non presentano alcuna mobilità infatti tutti gli altri crostacei hanno apposite zampe (piccole appendici) per la locomozione.
    Struttura e locomozione:

    Generalizzando, per descrivere al meglio la struttura dei crostacei, possiamo dividere il corpo in due zone: un capo anteriore e una zona posteriore, data dall’addome.
    Sul capo, molte specie, alcuni esempi sono gamberi, aragoste e astici, portano una sorta di antenne, un piccolo occhio composto, due mascelle e una mandibola.
    Nel gambero già nella porzione del capo possono contarsi 5 paia di appendici che uniti a quelle addominali sono utili per gli spostamenti.
    Le appendici anteriori hanno funzioni ambulatorie, mentre quelle che si trovano nella zona dell’addome sono adatte al nuoto, eccetto le due terminali, che nelle femmine sono associate alla “coda” e costituiscono il ventaglio codale, una struttura che serve ad accudire le uova e a conservarle fino alla schiusa. Nei maschi il ventaglio codale funge da “pinna” per rendere il nuoto più rapido e meno faticoso.
    C’è da dire che la maggior parte di crostacei subiscono varie mute prima di raggiungere la struttura definitiva, la muta consiste esattamente nel cambio del loro rigido involucro esterno (esoscheletro).
    Alimentazione:

    I costacei non sono grandi predatori, si nutrono di altri invertebrati, o comunque animali già deceduti o moribondi, possono nutrirsi però anche di materiale vegetale. Una volta avvistato il cibo, si avvicinano e con le due mascelle presenti sul capo lo manipolazione, mentre con la mandibola anno vita a vere e proprie triturazioni. L’alimentazione può avvenire anche per filtrazione, ne sono un esempio i cirripedi, che filtrano l’acqua trattenendo e nutrendosi di piccoli elementi planctonici.
    Negli isopodi sono osservabili casi di parassitismo, dove un isopode marino si ancora ad un pesce e si nutre succhiandogli fluidi.
    Riproduzione e Mute:

    Sempre generalizzando, si può affermare che la riproduzione è sessuale e la fecondazione avviene appena dopo l’accoppiamento: durante l’accoppiamento il maschio si dispone con il suo ventre su quello della femmina, la quale raccoglie il seme maschile in apposite sacche. Man mano che le uova vengono fecondate avviene la deposizione nel ventaglio codale. Non c’è pericolo che le uova possano essere perse, in quanto, esse sono decisamente appiccicose quindi rimangono attaccate tra le appendici e il ventaglio codale per tutto il periodo dell’incubazione.
    Alla schiusa, nella maggior parte delle specie, gli individui nati hanno una struttura totalmente diversa da quella dei genitori, in quando vi sono stadi larvali. In molte specie sono presenti cure paternali ed è la femmina a prendersi cura dei piccoli nascituri per i primi giorni di vita.
    Come accennato in precedenza, i crostacei subiscono una serie di mute, perché durante la fase di crescita, l’involucro che li contiene (esoscheletro) diventa troppo piccolo, per questo deve essere sostituito. L’esoscheletro è una struttura molto rigida, e la sostituzione di questo dipende da una serie di ormoni della crescita. Appena uscito dal vecchio esoscheletro, il crostaceo risulta essere molto vulnerabile, in quanto ha perso tutta la sua protezione, e per generare un nuovo involucro a volte l’attesa è di giorni. In questo arco di tempo, l’animale dovrà fare molta attenzione e dovrà temere anche i suoi simili, il cannibalismo è molto diffuso e spesso i crostacei in muta possono essere aggrediti da altri crostacei della stessa specie già adulti e maturi.
    Un esempio di sviluppo diretto è osservabile nei gamberi di acqua dolce, infatti qui il giovane appena nato è un adulto in miniatura, dunque non esiste nessuno stadio larvale.



    granchio rosso

    image

    Pesca...
    Da ottobre a dicembre
    DIMENSIONI
    Fino a 8 kg e una lunghezza di carapace di 23 cm nelle acque norvegesi.

    Biologia/pesca
    Il Granchio Reale Rosso è una specie d’acqua fredda che attualmente si trova sia lungo le fasce costiere che al largo nei tratti meridionali del Mare di Barents, a profondità che vanno dai 5 ai 400 metri, secondo la stagione. Il Granchio Reale Rosso si nutre di fauna del fondo marino e molti tipi di flora, in particolare bruchi di mare e altri piccoli mitili.
    I ricercatori russi hanno introdotto il Granchio Reale Rosso nel Mare di Barents prendendolo dal Mare di Okhotsk, sulla costa pacifica della Russia, negli anni Sessanta. Il loro scopo era la creazione di valore per la popolazione di Murmansk. Da allora il Granchio Reale Rosso si è diffuso verso est e verso ovest fino ai lembi meridionali del Mare di Barents, e sembra intenzionato a restare.

    Il Granchio Reale Rosso rappresenta una risorsa da gestire in comune con la Russia. La pesca norvegese del Granchio Reale Rosso non è stata avviata fino al 1994, inizialmente a scopo di ricerca, ma dal 2002 anche per ragioni commerciali.

    Il Granchio Reale Rosso costituisce una preziosa risorsa, ma in quanto specie non autoctona, è importante che in Norvegia si presti adeguata attenzione ad evitarne la diffusione in altre zone. Pertanto, uno dei principali obiettivi del controllo del Granchio Reale Rosso è quello di contenerne per quanto possibile la popolazione ad ovest del 26° di longitudine est (Capo Nord).


    Metodi di pesca
    Nasse.

    Uso
    Generalmente venduti precotti, ma anche crudi surgelati. Le chele bollite del Granchio Reale Rosso sono considerate da molti una prelibatezza e possono essere utilizzate come guarnizione di pietanze calde o come specialità fredda. Può essere servito da solo allo stesso modo di altri crostacei. Le chele crude del Granchio Reale Rosso possono essere bollite o servite al gratin e utilizzate per la preparazione di vari piatti al pari dell’astice o dell’aragosta.

    Valori nutritivi
    La carne del Granchio Reale Rosso è una valida fonte di proteine, con uno scarso contenuto di grassi.


     
    Top
    .
  2.  
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    moderatori
    Posts
    43,236

    Status
    Offline
    grazie
     
    Top
    .
  3. tomiva57
     
    .

    User deleted


    l'aragosta

    image

    L'Aragosta mediterranea (Palinurus elephas Fabricius, 1787) è un crostaceo dell'ordine Decapoda che vive nei fondali del mar Mediterraneo e dell' oceano Atlantico oriental
    Ha una taglia medio-grande con una lunghezza media di 20-40 cm e massima di 50 cm ed il peso fino a 8 kg. Il corpo è di forma sub-cilindrica, rivestito da una corazza che durante la crescita cambia diverse volte per ricrearne una nuova. Il carapace è diviso in due parti, il cefalotorace (parte anteriore) e l'addome (parte posteriore), con una colorazione da rosso-brunastro a viola-brunastro ed è cosparso di spine a forma conica. L'addome è formato da 6 segmenti mobili.

    Anteriormente presenta due antenne più lunghe del corpo, ripiegate all'indietro, gialle e rosse a tratti, che hanno la funzione di organi sensoriali e di difesa; sulla fronte sono anche presenti due spine divergenti a V.

    La coda ha la forma di un ventaglio. Possiede diverse gambe ma solo una parte vengono utilizzate per camminare. A differenza di altri crostacei (ad esempio granchio ed astice), non ha chele.
     
    Top
    .
  4. almamarina
     
    .

    User deleted


    IL GAMBERO

    ]

    image



    Gambero è il nome generico di molti Crostacei Decapodi, di media dimensione, commestibili. Ha addome allungato alla fine del quale si trova la coda che consente all'animale di indietreggiare rapidamente. Si è soliti distinguere i gamberi dai gamberetti in base alle dimensioni (20 cm circa i primi, 7 cm circa i secondi). I gamberi di mare si distinguono in bianchi (colore rosso chiaro) e rossi (vivono a maggiori profondità rispetto ai primi). Vi sono poi i gamberi d'acqua dolce, pescati nei fiumi.

    IL GAMBERO ROSSO
    image
    Il Gambero rosso mediterraneo è un Crostaceo di taglia media, con corpo compresso lateralmente, costituito da una parte anteriore (cefalotorace, fusione tra testa e torace) ed una parte posteriore (addome) segmentata. Il cefalotorace è ricoperto di una robusta corazza (carapace) con numerose spine ed è provvisto di 13 paia di appendici, tra cui un paio di antennule, di antenne, di mandibole, 2 paia di mascelle, 5 paia di arti per la locomozione (o pereiopodi). Quattro paia di pereiopodi terminano con una piccola pinza.Il cefalotorace è seguito dalla regione posteriore o addome, che è costituita da 6 segmenti articolati, lisci ed intersecati longitudinalmente da una piega, di cui i primi 5 sono muniti ciascuno di un paio di appendici per il nuoto (pleopodi) ed il sesto è formato da appendici a lamelle (uropodi) e termina con un venta-glio (telson o coda). Il carapace è armato da un rostro munito nella parte superiore di tre denti. Il rostro presenta un dimorfismo sessuale (più lungo nelle femmine), particolare che permette una sommaria identificazione del sesso. I grossi occhi sono localizzati su un peduncolo sotto il rostro e che sormonta l'apparato boccale.La colorazione del corpo è rosso-chiara o rosea, con sfumature violacee nella parte superiore del carapace e lungo le giunture dei segmenti dell'addome. La lunghezza massima di questa specie è di circa 22 cm, comune a da 10 a 18 cm


    IL GAMBERO DI FIUME
    image
    In molti paesi europei viene soprannominato "Gambero dai piedi bianchi" per la caratteristica colorazione degli arti e del ventre in contrasto col resto del corpo che si presenta dal bruno rossiccio fino al verde scuro a volte con tinte più chiare vicine al giallastro. Particolarmente tozzo e dal carapace robusto, può raggiungere gli 11-12 cm di lunghezza e i 90 g di peso. I maschi sono più grandi delle femmine.Vive nei torrenti e nei rii particolarmente ossigenati. Preferisce i letti ghiaiosi o sabbiosi ma dotati di rive in cui siano presenti anfratti e luoghi sicuri, rappresentati spesso da fronde di alberi caduti o foglie, per potersi nascondere e riposare. Essendo un organismo stenotermo freddo, predilige le acque fresche con un optimum vicino ai 15 °C e un range che si discosti di pochi gradi, sopportando al massimo la temperatura di 23 °C.
    È un animale tipicamente notturno. Si nutre di qualunque cosa: dalle alghe alle piante acquatiche, dai vermi ai molluschi, alle larve di insetti.
    Si dimostra particolarmente aggressivo nella difesa del suo territorio e nelle lotte sessuali, come dimostrano le catture di esemplari con arti o chele parzialmente o totalmente mutilate.La specie è diffusa in Europa ( Portogallo, Spagna, Francia, Gran Bretagna, Irlanda, Austria, Svizzera, Italia, Slovenia, Bosnia-Herzegovina e Croazia).La specie è considerata vulnerabile in base ai criteri della IUCN red list.
    I fattori che più ne minacciano la sopravvivenza nelle nostre acque sono:
    la presenza di Crostacei esotici (cioè non autoctoni) introdotti dalle attività umane, in particolare sfuggiti ad allevamenti. Tali specie in particolare sono: Procambarus clarkii, Orconectes limosus di origine americana e Astacus leptodactylus di origine turco-asiatica. La più pericolosa è la prima.
    La loro presenza ha due effetti:
    competizione per le risorse
    introduzione di malattie sconosciute alla specie autoctona e quindi molto meno tollerate. In particolare con i Gamberi "americani" ha fatto la sua comparsa anche il fungo Aphanomyces astaci che ha causato un'elevata moria nell' Austropotamobius pallipes
    altro grave fattore è rappresentato dall'inquinamento organico che diminuisce il tenore di ossigeno nelle acque, rendendo impossibile la presenza del gambero
    l'inquinamento inorganico dovuto principalmente ai metalli pesanti contenuti negli anticrittogamici.
    La sottospecie italiana Austropotamobius pallipes italicus è a forte rischio di estinzione ed in molte zone non è più stata rintracciata. Ai fattori sopra elencati, si aggiunge quindi un pericoloso frazionamento dell'areale e delle popolazioni che potrebbe portare ad un indebolimento genetico e ad una rapida estinzione sul nostro territorio

     
    Top
    .
  5. tomiva57
     
    .

    User deleted


    grazie marina

    image

    SCAMPO

    Ha uno scheletro rigido esterno, una colorazione rosata con sfumature giallo-arancione. Può raggiungere una lunghezza massima di 24 centimetri ma e piuttosto comune in taglie di 10-19 centimetri. Vive nei fondali fangosi o sabbiosi tra i 20 e 800 metri di profondità. Si nutre all'alba e al tramonto
    mentre il resto del tempo lo passa in gallerie scavate da lui stesso nel fondo. Lungo il corpo dello scampo sono presenti delle appendici con differenti funzioni: le antenne fungono da sensori, le appendici masticatorie per manipolare l'alimento, le chele per la presa dell'alimento. Le appendici locomotorie servono, invece, durante l'accoppiamento e nelle femmine per trasportare le uova; quelle natatorie formano la coda. La pesca degli scampi avviene soprattutto in primavera e in estate, al tramonto o nelle notti di plenilunio.

    E' un crostaceo, stessa famiglia dell'astice, molto apprezzato da noi per la sua carne pregiata dal gusto delicato , morbido e gustoso.
    Ha il corpo allungato e snello, nella parte anteriore del corpo il carapace è coperto di spine da cui partono 13 paia di appendici, la coda è a ventaglio ed è provvisto di 2 chele lunghe e sottili con spine.
    Ha colore rosato con sfumature bianco-giallo-arancio.
    Raggiunge la lunghezza di circa 25-30 cm. ma i scampi normalmente pescati non superano i 20 cm.
    Il maschio si può riconoscere per la presenza sotto l'addome di due appendici a forma di spina, la femmina porta le uova sotto l'addome fino alla schiusa.
    Vive fino ad una profondità di 80 m. nascosto in gallerie scavate sui fondi sabbiosi.
    Lo possiamo trovare nel Mar Adriatico e Mar Tirreno e si pesca con reti a strascico, rapidi e reti da posta.




    MOECA

    image


    Con il termine moeca (al plurale moeche) si identifica in dialetto veneto il granchio locale in fase di muta quando cioè, liberatosi dall'esoscheletro allo scopo di accrescersi, si presenta ancora tenero apprestandosi ad acquisire una nuova "corazza". La pesca del granchio ripario per la produzione di moeche e un'attività esclusiva delle lagune venete, e in tale contesto acquisisce una grande rilevanza economica ed occupazionale. L'attività dei moeccanti e concentrata per lo più in due periodi dell'anno: da fine gennaio a maggio e da fine settembre a fine novembre. Questa delimitazione temporale può variare a seconda delle condizioni metereologiche, che influenzano il momento e la durata del periodo di muta dei granchi e in base al sesso della moeca. La produzione e generalmente concentrata sulle moeche di granchio maschio (considerata più redditizia di quella effettuata con le femmine) la cui muta avviene in autunno ed in primavera. Le femmine, invece, mutano durante la stagione riproduttiva (l'estate) essendo necessario che la corazza sia morbida perché il maschio le possa fecondare I granchi vengono pescati per mezzo di reti da posta fisse, le trezze
    .
     
    Top
    .
  6.  
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    moderatori
    Posts
    43,236

    Status
    Offline
    grazie
     
    Top
    .
  7. gheagabry
     
    .

    User deleted



    Che mai sarà una chiocciola? Poco più di un moscerino.
    Ma se prendiamo una lente di ingrandimento e diamo un'occhiata alla chiocciola di questa storia,
    scopriremo attorno a lei un mondo molto più complesso.
    E anche la chiocciola stessa ci sembrerà più simile a noi...



    LA CHIOCCIOLA




    La chiocciola è un mollusco, uno dei pochi che si è adattato a vivere in ambiente terrestre. È rimasta però affezionata all’acqua, adora gli ambienti umidi (in campagna dopo un temporale se ne vedono a centinaia) e in caso di siccità si rinchiude dentro la conchiglia. Le chiocciole che vivono nel deserto possono rimanere sigillate dentro la loro casetta per oltre due anni.
    Sembra lenta… ma non lo è! Con il suo movimento instancabile procede più velocemente di quello che sembra. Non ha gambe (ma solo il capo e il tronco) e si muove per scivolamento, grazie alla bava vischiosa che produce per eliminare l’attrito e non risentire delle irregolarità del terreno.
    È vegetariana: va matta per la lattuga e l’insalata in genere. Per questo motivo non è molto amata da chi coltiva un orto... Ha una specie di lingua, detta radula, costellata di denti microscopici,che strofina sulle foglie per grattugiareil cibo prima di ingoiarlo e quattro tentacoli sulla testa. Sulle due antenne più grandi, comunemente dette “corna”, ci sono gli occhi, su quelle più piccole ci sono gli organi di senso. Tra le chiocciole, non ci sono maschi e femmine!
    La chiocciola, infatti, è un animale ermafrodito, che possiede sia gli organi maschili che quelli femminili: può fecondare le uova oppure deporle.
    La chiocciola è un gasteropode polmonato ciò significa che prende aria da un foro sotto la conchiglia. L'accoppiamento è guidato dall'olfatto, quando si incontrano, inizia il corteggiamento, prima si accarezzano con la radula, poi si posizionano faccia a faccia tenendo in posizione quasi verticale la parte davanti del corpo dopo di che si accoppiano. La chiocciola nasce sotto terra, protetta nel muco, le uova sono bianche di piccole dimensioni 5 mm di diametro circa, quando si schiudono, vengono alla luce le chioccioline delicate e trasparenti, ma già formate in tutte le sue parti. Prima di uscire all’aperto, per quattro settimane si nutrono della terra che li racchiude: in questo modo assorbono le sostanze organiche di cui hanno bisogno per accrescersi e per irrobustire il guscio.





    .....la storia....



    Le chiocciole sono uscite dal mare e in 500 milioni di anni hanno conquistato la terraferma avanzando con piccoli passi. Con la loro ingombrante conchiglia a spirale e la tipica andatura lenta, le chiocciole hanno attraversato quasi 500 milioni di anni di cambiamenti della Terra. Passando indenni attraverso stravolgimenti climatici, estinzioni di massa, nascita di nuove specie animali. Protette dal loro guscio, la cui forma è rimasta immutata, hanno inventato la bava che fa da sigillante, nutrimento, adesivo, arma di difesa. L’uomo trovò la lumaca 3 milioni di anni fa e se ne approfittò subito per la facilità di raccoglierla e consumarla in cucina. La mitologia conferma che la lumaca era già usata in cucina ai tempi dei Greci e dei Romani. Fu per scommessa che le lumache entrarono nella cucina francese; fu Talleyrand a farle servire allo zar di tutte le Russie e da allora entrarono trionfalmente nella prima cucina del mondo, collocandosi su un piedistallo aristocratico. In Italia, invece, le lumache sono sempre state considerate per tradizione un alimento povero.



    NELL'ISTANTE in cui guardi una cosa, essa ti rapisce, ti trasporta subito nel suo mondo.
    Alle prime piogge autunnali si rinnova quasi dappertutto un'antica tradizione, quasi un rito, la raccolta delle lumache...Si entra, il più delle volte inconsciamente, in un mondo accattivante e un po’ misterioso. Un mondo poetico. Attraversando le strade si vede una abbondanza di mezzi parcheggiati in fila lungo gli argini e una moltitudine di persone cammina accovacciata sotto la pioggia, persone vestite con pesanti incerati vagano chinate per i campi, munite dell'immancabile sacchetto di plastica, talvolta anche al buio, muniti di torce, alla ricerca dei preziosi quanto gustosi molluschi.
    Il letargo delle lumache è terminato. L'umidità ha sciolto il velo bianco delle chiocciole “in
    sonno”, i varmaturi, e così eccole riapparire sulla faccia della terra. Con la lentezza proverbiale di sempre. Perché la storia delle lumache è antichissima e si perde nella notte dei tempi.
    Di storia, la lumaca, ne ha più dell'uomo, dato che vagabonda su questa terra da più di duecento milioni di anni. Ammassi di gusci “pulitissimi” di chiocciole sono stati ritrovati nelle
    caverne preistoriche, nei sepolcri e nelle catacombe. All'arrivo dell'umanità nel bacino del
    Mediterraneo, culla della civiltà occidentale, la lumaca c'era già da tempo. Un innocuo e simpatico mollusco, singolare per conformazione fisica, assurto a simbolo della lentezza, non per pigrizia o distrazione, ma per il carico della dimora, che si porta appresso.
    Una conferma della loro notorietà antica viene dalla mitologia, dove la lumaca non poteva mancare. Vi è entrata con lo storico Apollodoro di Atene e con Sallustio (La guerra contro Giugurta).
    Successivamente la lumaca è entrata anche nella cucina dei Greci e dei Romani, che la allevavano, come ricorda Apicio, famoso cuoco-gastronomo nell'antica Roma, che era solito preparare degli ottimi manicaretti ... E' così antica tanto che Plinio il Vecchio riferisce sul grado di apprezzamento delle lumache nell'antica Roma. Da allora non s'è mai smesso di mangiar lumache. Persino Mosè ha nominato le lumache nella Bibbia, definendole “alimento impuro”. E qua si entra nel mondo dei sogni, anche se il piccolo ed umile animale raramente colpisce l'immaginazione umana che sta nell'universo onirico. La lumaca è abbastanza singolare nel suo modo di proporsi, nel suo avanzare strisciando lentamente, lubrificando il terreno con l'umore vischioso che emette, nel portare sul dorso la sua chiocciola protettiva, casa e rifugio in cui ritirarsi. Ama l'umidità notturna, la pioggia e il fresco, e perciò viene associata al simbolismo delle acque. E' timida ed estremamente vorace, vulnerabile
    e tenera ed ha la caratteristica straordinaria di essere ermafrodita.
    A parte tutto, lasciando stare la “scomunica” biblica, la chiocciola ha sempre avuto estimatori: anche nei periodi più bui della sua storia, vale a dire nei secoli XVII e XVIII. Sempre presenti nei ricettari delle massaie, per lo più mogli di contadini, e dei maestri gastronomi della scuola italiana, le lumache provenienti direttamente dalla cucina popolare, solo nell'Ottocento fanno onore anche sulle tavole
    altolocate che fino ad allora le avevano disdegnate. E la chiocciola diventa così “cibo per tutti”. Le
    lumache, dal racconto degli anziani calabresi, venivano chiamate "cibo dei poveri", e ce n'erano di diversi tipi. C'erano quelle che si raccoglievano dopo le prime piogge, alla fine dell'estate, quelle più conosciute, ma una volta i contadini preferivano quelle “zigrinate”, cucinate nel periodo della potatura degli ulivi, dal mese di dicembre fino a febbraio, perché se ne trovavano molte nei tronchi cavi di questi alberi o sotto le pietre.
    La lumaca è pure terapeutica. La bava di lumaca fa bene alla pelle, fanno sapere gli anziani
    dei paesi calabresi, per curare lesioni cutanee superficiali e contro l'eritema, tosse e bronchite. Una volta, in caso di bruciori persistenti allo stomaco il medico ordinava di ingoiare una lumaca .
    (FRANCESCO SORGIOVANNI)





    ...una chioccola virtuale.....



    Non era semplice dare un nome univoco a quel simbolo, quella specie di "a" minuscola con la zampa così lunga che le si avvolge intorno. Infatti non ci si è riusciti: in Germania lo chiamano "scimmia", in Turchia "rosa", in Russia "cagnolino", in Grecia "paperella", in Cina "topolino", in Norvegia "coda di maiale" e lì vicino, in Finlandia, possono scegliere tra "coda di gatto", "coda di scimmia" e "segno del miao", mentre in Israele la buttano sul dolce, denominandolo "strudel". Nella maggioranza delle lingue, però, il segno @ viene identificato come "chiocciola" ed è entrato nel patrimonio alfabetico del miliardo di utenti di Internet come una delle parole più importanti della comunicazione di oggi.
    La chiocciola, o meglio il suo utilizzo per la posta elettronica, si avvia a compiere trentacinque anni. Era la fine del 1971 quando l'ingegnere americano Ray Tomlinson riuscì a spedire un messaggio da un computer all'altro, ricorrendo al magico mollusco come elemento di separazione tra il nome dell'utente e il computer destinatario.
    La scelta della @, usata per separare il nome utente dal dominio del provider che ci permette tale servizio, fu quasi obbligata perchè Tomlison cercò un carattere che non fosse impiegato per altri scopi. Scelta casuale, quella di Tomlinson: "Mi serviva un segno per separare i due elementi dell'indirizzo - racconta in un'intervista a Il Sole 24 Ore - e cercavo sulla tastiera un carattere che non apparisse in nessuna parola, per non creare confusione. Non avrei mai pensato che quella chiocciola potesse diventare qualcosa di più di un modo pratico per comunicare con gli altri ricercatori".Se si guarda a tempi meno recenti: la @ compare durante l'epoca romana per rappresentare la parola "ad" che, in latino, serve per descrivere un complemento di moto a luogo. In realtà, al giorno d'oggi, andrebbe letta come "at" dal linguaggio anglosassone...La chiocciola ha una storia antica, soprattutto in ambito commerciale: compare in alcune lettere di mercanti veneziani nel Cinquecento, come abbreviazione di "anfora", unità di peso e capacità di remote origini. Come tale era presente in tutto il bacino del Mediterraneo e nel mondo arabo. Nell'area anglosassone di Sette-Ottocento passò a significare at a price of ("al prezzo di") e così rimase fino all'intuizione di Tomlinson. Da quel giorno la chiocciola ha tradito la sua proverbiale lentezza ed è arrivata in tutto il mondo: ogni volta che scriviamo una modernissima e-mail, diffondiamo con essa un simbolo vecchio di secoli.
    (Francesco Mecucci)





    .....una fiaba.....



    Una mattina di primavera, con la rugiada che brilla sui fili d'erba, in un prato di campagna, una chiocciolina scivolava piano piano,con la casetta sulla schiena e un fagottino legato sul guscio.
    Non era difficle seguire il suo cammino in mezzo all'erba, perchè Argentina lasciava una scia di bava luccicante... tutte le chiocciole lo fanno, ma Argentina lasciava una scia argentata, per questo aveva quel nome.
    -Ehilà, lumachina! Dove te ne vai così presto, questa mattina? - Una cavalletta verde come le foglioline primaverili si era appesa a un filo d'erba e si lasciava dondolare, come sull'altalena.
    - Non sono una lumaca! - Rispose offesa Argentina. - Le lumache non hanno il guscio! Non sono eleganti come una chiocciola, avvolta nel solido e sicuro guiscio-casetta! Comunque ho fretta, sto andando ad una riunione di famiglia: vado a trovare la mia cugina chiocciola MARUZZA (nome comune per helix aspersa) che abita vicino al mare e mi incontro anche con VIGNAIOLA BIANCA (nome comune per helix pomatia) la mia cugina che arriva dai boschi!
    -Non mi sembra che tu vada di fretta! Avanzi lenta lenta... perchè non fai come me che salto? Chiese la cavalletta con un tono un po' scherzoso. - Ah, dimenticavo di presentarmi: sono Verdissima!
    La cavalletta non riusciva a credere che la chiocciola avesse tanta fretta. Quando una cavalletta ha fretta spicca dei salti alti e lunghi, molto atletici, usando le due lunghe zampe posteriori.
    - Vado di fretta a modo mio, anche se non ho due zampe lunghe come pertiche! Io scivolo col mio corpo e la bava che lascio mi serve proprio per scivolare meglio e non farmi male sull'erba e sul terreno. - Rispose Argentina, un po' scocciata!
    Ma la cavalletta aveva voglia di giocare e voleva che Argentina si fermasse un po' con lei.
    -Dai fermati un po' con me, che ti suono una bella canzonocina!
    - Perchè, tu suoni?
    -Certo che suono, faccio la musica sfregando queste due alette che ho sulla schiena, senti: FRIN FRIN FRIN FRIN... non hai mai sentito nel prato l'orchestra che si esibisce? Quando siamo tutte insieme, io le mie amiche, facciamo un gran concerto!
    Argentina ripensò allora a tutte le volte che per avere un po' di tranquillità aveva dovuto ritirarsi nel suo guscio, per non sentire il frastuono delle cavallette.
    - Ecco, adesso ho capito chi non mi lascia mai riposare tranquilla! Sono costretta a chiudermi nel mio guscio e aspettare che il concerto finisca, tutte le volte che tu e le tue amiche fate festa! per fortuna che il mio guscio è confortevole, ci sto proprio bene! Così tranquilla che quando fa freddo mi rintano dentro e sonnecchio per tutto l'inverno! Ma adesso devo proprio andare, ho molta fretta! -Ma dai, resta con me, Argentina! Poremmo farci un buono spuntino di foglioline tenere ! -
    La cavalletta si sporgeva dalla foglia e si lasciava penzolare sul musetto di Argentina e la fissava con i suoi grandi occhi sporgenti, che facevano un po' paura perchè erano fatti di tanti piccoli occhietti messi insieme. Argentina, un po' incuriosita e un po' preoccupata ritirò le sue antennine, che avevano sfiorato la testa della cavalletta. Le chiocciole hanno infatti due paia di antennine, due sono un po' più lunghe delle altre. In cima hanno delle palline che sembrano occhi, ma in realtà sono... un po' come delle manine...sì, per capire bene che cos'ha intorno, la chiocciola protende queste antenne-manine per toccare... Se provate a toccare le antennine, però, scoprirete che le ritira. Per questo appare un po' buffa! Argentina ci pensò sù... in fondo andare fino al mare ad incontrare le sue cugine era una cosa piuttosto lunga... ci avrebbe messo tanto tempo che rischiava di arrivare a festa finita... e poi la cavalletta Verdissima era simpatica...e l'idea di fare un buon pranzetto la attirava davvero...
    - ma sì, dai, andiamo a farci un spuntino! - disse allora alla cavalletta.
    Da allora, Argentina e Verdissima sono diventate amiche. Se, passando in un prato, vi capitasse di osservare una cavalletta che si comporta in modo un po' strano: che salta avanti e indietro, in attesa di essere raggiunta da una lenta chiocciolina... bè allora potete sicuramente salutarle con i loro nomi: Ciao Argentina! Ciao Verdissima!
    (Chiara Grattoni)





    .
     
    Top
    .
  8. gheagabry
     
    .

    User deleted






    scatto di Magdalena Wasiczek


     
    Top
    .
  9. gheagabry
     
    .

    User deleted



    UN ASTICE BLU




    Ne esiste uno su due milioni. Rari come le perle nelle ostriche e ugualmente abbaglianti agli occhi di chi ha la fortuna di imbettersi in uno dei pochissimi esemplari di astice blu. È quanto è accaduto a Bobby Stoddard, 51 anni, pescatore della Nuova Scozia, in Canada. Una variazione genetica fa sì che il crostaceo produca una proteina in modo così eccessivo da generare questo particolare colore. "È l'unico esemplare che io abbia mai visto in 33 anni di attività", ha detto il pescatore alla Cnn. Evidentemente la fortuna deve essere nel dna di famiglia dal momento che, ha precisato Stoddard, "anche mio padre è stato un pescatore per ben 55 anni e ne ha catturata uno simile circa 45 anni fa". "Catturo fino a 3.000 astici in una giornata, ma stavolta è stato diverso". Inizialmente ha messo in vendita online il crostaceo per 200 dollari ma, dopo avere ricevuto alcune telefonate in cui veniva rimproverato del fatto di volersi liberare di una creatura così rara, ha deciso di fermare la vendita. "Sono una persona timida - ha detto - catturare astici è ciò che faccio nella vita e ora voglio fare la cosa giusta. Non so cosa sia meglio, forse sarebbe opportuno ridarlo all'oceano, ma vorrei che fosse visibile a più persone possibili".



    repubblica.it
     
    Top
    .
  10. gheagabry
     
    .

    User deleted



    Cozza cavallo


    102401022-06b48afa-4b36-43aa-bbe6-761f2d16f636
    Fotografia per gentile concessione Scottish Natural Heritage

    Questa cozza cavallo (Modiolus modiolus) circondata da anemoni è una delle specie "bellissime e bizzarre” scoperte nei mari scozzesi nel 2011.

    Il più grande agglomerato di cozze cavallo della Scozia, detto claddbydhhu, o "enorme bocca nera" in gaelico, è stato scoperto vicino Noss Head. Questo mollusco bivalve è a crescita lenta, può vivere fino a 50 anni e raggiungere i 20 centimetri di lunghezza.



    national geographic
     
    Top
    .
  11. gheagabry
     
    .

    User deleted



    154029720-b0a7712e-5289-478d-9b94-4df3541fcd03
    Mark W. Moffett

    Il granchio d’acqua dolce Socotrapotamon socotrensis è endemico dell’isola. In assenza di specie di pesce autoctone antagoniste, questi granchi predatori occupano il vertice della catena alimentare acquatica.

     
    Top
    .
  12. gheagabry
     
    .

    User deleted





    105155168-bdb966d3-805e-4fcc-9e72-bf47a42a0683
    Fotografia per gentile concessione di Mrinalini, Bangor University

    Orde di di granchi rossi (Gecarcoidea natalis) in migrazione si riuniscono sulle spiagge di Christmas Island, Australia.

    Una nuova ricerca getta luce su un mistero che ha sempre incuriosito gli studiosi: come mai una specie così pigra e sedentaria trova il coraggio e la forza di “sobbarcarsi una delle migrazioni più difficili al mondo?”, come si è chiesta la coautrice della ricerca Lucy Turner.

    Ogni anno, quando arriva la stagione delle piogge a Christmas Island, milioni di granchi rossi dell'isola intraprendono un viaggio dalle foreste pluviali degli altopiani verso le spiagge dell'Oceano Indiano dove si riproducono dentro tane scavate a riva.

    “È un'impresa stupefacente: questi animali, che in genere non sono in grado di muoversi per più di 10 minuti, si mettono in marcia per chilometri e chilometri”, dice Turner, biologa della University of Bristol in Gran Bretagna.

    Conducendo alcune analisi sul fluido circolatorio - l'equivalente del sangue - dei granchi migranti, Turner e colleghi hanno scoperto che un aumento dell'ormone iperglicemico - o glucanone - dei crostacei, combinato con il glucosio, uno zucchero che produce energia, procura la forza necessaria per l'epica traversata dell'isola. Il sistema endrocrino dei granchi accumula una quantità di zuccheri sufficiente per consentire il loro ritorno a casa nella foresta pluviale.



    Lo studio è pubblicato su Journal of Experimental Biology.
     
    Top
    .
  13. gheagabry
     
    .

    User deleted



    ACHATINA FULICA



    L’Achatina Fulica è la chiocciola gigante originaria dell’Africa orientale inserita nell’elenco delle 100 specie aliene all’habitat in cui si trovano più dannose del mondo. Moltissimi esemplari di questa specie di chiocciole hanno invaso diversi paesi del Sudamerica e lo stato statunitense della Florida. Questa chiocciola di grandi dimensioni – può arrivare fino a 15 centimetri – ha la capacità di moltiplicarsi molto velocemente. Ha un guscio di colore marrone, ha una forma allungata ed è in grado di ricreare il proprio guscio se viene rotto senza danneggiare gli organi interni. Si tratta della chiocciola africana più diffusa del mondo e si nutre, in generale, di tutte le verdure.
    Questa chiocciola è un ermafrodita molto invasivo, soprattutto in un ambiente diverso da quello originario: la sua voracità, la sua riproduttività (può produrre da 80 a 200 uova al mese) e la sua adattabilità possono essere pericolosi per l’agricoltura locale causando infestazioni in breve tempo. Nella città colombiana di Buenaventura, dall’inizio dell’invasione due anni fa, ne sono state raccolte per più di 8mila chili. In Ecuador il problema è così diffuso che le chiocciole sono state trovate in più della metà delle 24 province in cui è suddiviso il paese, incluse le isole Galapagos. Oltre all’agricoltura hanno creato problemi anche nelle città invadendo i marciapiedi e staccando l’intonaco delle case. Achatina Fulica non è soltanto un parassita sgradevole: in alcune circostanze può anche uccidere.

    4602718_orig

    Nelle zone tropicali queste chiocciole giganti africane possono portare e trasmettere il “nematode“, una specie di parassita. Questo parassita, se ingerito, può raggiungere il cervello tramite la circolazione sanguigna e provocare la meningite eosinofila. I sintomi di questo tipo di meningite possono variare: dal mal di testa al formicolio alla flessione involontaria dei muscoli, fino al coma e alla morte nei casi più gravi.
    Le chiocciole hanno causato tre morti in Ecuador, su più di cento casi nel paese. Altri malati ci sono stati in Venezuela, Perù e Brasile. Nella zona dell’Asia orientale, dove queste chiocciole vengono mangiate crude o poco cotte, il numero delle persone infettate è stato ancora più alto. Luz Elena Velasquez, una professoressa dell’Università di Antioquia in Colombia, ha detto che nei casi più frequenti «la gente tocca le chiocciole e poi tocca il cibo, questo è sufficiente per essere infettati». Il rischio maggiore si ha con le chiocciole che sono ancora piccole e che possono finire nella lattuga.
    Se preparate correttamente o cotte a lungo, anche queste chiocciole sono commestibili. In Sudamerica mangiare questo tipo di chiocciole è anche una pratica molto diffusa perché «molti credono che la loro melma aiuti a curare le ferite e combatta le allergie», ha detto Juan Camilo Restrepo dell’Agenzia ambientale di Antioquia. Sempre in Sudamerica, a metà degli anni Novanta, si era diffusa la convinzione che la bava delle chiocciole avesse proprietà curative, tanto che sono state messe in commercio molte creme “miracolose” da parte di aziende che trasformavano la bava delle chiocciole. Le creme vengono usate soprattutto per curare le vene varicose e la pelle. Secondo Rob Cowie, un professore dell’Università delle Hawaii, «se questi prodotti vengono lavorati nelle fabbriche, i vermi sono eliminati».
    In Colombia il livello di infestazione è a tale che le autorità mediche hanno detto che probabilmente non si può fare più nulla per ridurlo. E quindi, forse, Achatina Fulica rimarrà in Sudamerica per sempre: «dobbiamo imparare a gestire il problema, l’eliminazione completa non è più possibile», ha detto la professoressa Velazquez. Anche nello stato della Florida, negli Stati Uniti, si stanno organizzando per evitare che la chiocciola gigante africana si diffonda.
    Già nel 1960 Achatina Fulica era arrivata in Florida dopo che un ragazzo ne aveva portate tre in regalo a sua nonna, dopo un viaggio alla Hawaii. Ci sono voluti nove anni di disinfestazione e un milione di dollari per debellarla, e fu uno dei pochi programmi riusciti in tutto il mondo in grado di scacciare questo tipo di chiocciola. Denis Feiber, funzionario del ministero dell’agricoltura in Florida, ha detto che in quest’ultimo periodo ne sono state raccolte 72 mila. Ma per risolvere il problema, «data la loro capacità di riprodursi così rapidamente, ci vorranno ancora molti mesi. Se non addirittura anni».

    Achatina_Fulica_by_jorigrafix



    ilpost
     
    Top
    .
  14. gheagabry
     
    .

    User deleted



    091549838-d8826332-fa63-4aad-adf9-25ec005fa427


    Il variopinto crostaceo, battezzato Insulamon palawanense, è una delle quattro specie recentemente scoperte del genere Insulamon descritte in un nuovo studio.

    Il colore vivace della specie potrebbe forse avere la funzione di farla riconoscere dai suoi simili, spiega l'autore della scoperta Hendrik Freitag,del Museo di Zoologia Senckenberg di Dresda, in Germania.

    "La particolare colorazione violetta potrebbe essersi evoluta per caso, e non avere una funzione specifica oltre a quella di costituire un segno di riconoscimento", spiega Freitag, che ha descritto la sua scoperta sulla rivista Raffles Bulletin of Zoology.

    091614917-fe2cb8b5-c9e9-4d80-be0b-1566acf7b58b

    Come la già nota I. unicorn, tutte e cinque le specie del genere Insulamon sono esclusivamente creature d'acqua dolce che trascorrono il giorno nascoste in buche fangose da cui emergono la notte per nutrirsi.

    È uno stile di vita piuttosto inusuale per un granchio, spiega Freitag: in genere questi animali a un certo punto migrano verso il mare per deporre le uova.

    091654273-5c6d8e9c-2186-4ba7-933c-b61ce9392336

    I maschi del genere Insulamon più grandi, come questo esemplare di I. johannchristiani, una delle nuove specie scoperte, sfoggiano una colorazione rossastra, forse un segnale del loro potere, dice Freitag. I maschi più piccoli e meno dominanti, e le femmine, osserva lo studioso, sono viola.

    I granchi che appartengono alla famiglia Hexapodidae, della quale fanno parte anche le nuove specie, sono diffusi in tutto il mondo, e sono in genere abbastanza simili fra loro.

    "Ciò probabilmente indica che la loro morfologia è un perfetto adattamento agli habitat fluviali" dice il ricercatore.

    Ad esempio, il carapace di un granchio Hexapodidae è più piccolo e rotondo rispetto ad altri granchi, il che gli rende più facile rintanarsi nel fango.

    091722541-a0043e6f-796e-4147-bb1f-93638f202e0c

    La nuova specie I. magnum (nella foto) deve il suo nome alle dimensioni relativamente grandi, circa 6 centimetri di ampiezza.

    Non è chiaro chi siano i possibili predatori delle nuove specie Insulamon, ma "a Palawan, uno di questi è certamente l'uomo", dice Freitag.

    In genere per questi animali il momento di maggior pericolo è durante la muta, quando il loro guscio è estremamente morbido".

    091806564-474dd5b3-3618-487e-9f66-f989dc3a44c1

    I granchi del genere Insulamon, tra cui I. magnum, non più a rischio di altri granchi d'acqua dolce in quanto il loro habitat è ristretto a corsi d'acqua specifici, spiega Freitag.

    A Palawan, gli agricoltori stanno disboscando tratti di foresta e prosciugando i corsi d'acqua, uccidendo così i granchi. Allo stesso modo, le attività in programma di estrazione mineraria potrebbero minacciare i fiumi a causa dell'inquinamento.



    Christine Dell'Amore
    fotografie per gentile concessione Hendrik Freitag
    National Geographic
     
    Top
    .
  15. gheagabry
     
    .

    User deleted




    DIANE VERNER

     
    Top
    .
18 replies since 28/6/2010, 16:11   9313 views
  Share  
.