Abruzzo ... Parte 1^

TERAMO..MARTINSICURO..GIULIANOVA..PARCO NAZIONALE DEL GRAN SASSO..

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  1. tomiva57
     
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    Mosciano S. Angelo


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    Cenni Storici

    Antico borgo medioevale, situato a circa 10 Km dalla costa adriatica ed adagiato sulla dorsale collinare tra le vallate dei fiumi Tordino (a sud) e Salinello (a nord), ricordato già in un documento dell' 897 nel quale si accenna ad una "res Musiani" a proposito di una vertenza sulla giurisdizione del locale feudo. Narra lo storico Vincenzo Bindi che "i Monaci Benedettini, attratti dalla tranquillità ed amenità del sito, vi edificarono il monastero di S.Angelo, con l' annessa Chiesa, intorno a cui sorsero case ed abituri, cinti da mura merlate, che costituirono un piccolo castello, con ampio e profondo fossato, un' unica porta di accesso e un ponte levatoio.

    Il Cenobio e la Chiesa furono retti da un Preposito, che ebbe cura di anime, e, nei primi tempi, anche la civile giurisdizione sugli abitanti, fino a che il Cenobio stesso, col Castello e la Chiesa , non caddero in potere degli Acquaviva. Una torre, che ancora resta in piedi, ricorda questo dominio e chi la fece costruire, con una epigrafe, importante per la storia patria. Gli Acquaviva ottennero poi, come da una bolla di Bonifacio IX, il patronato sulla Chiesa e la facoltà di nominare (...) gli Abati Commendatari, i quali se ne stavano lontani, pur godendosi le pingue rendite, e lasciando la cura delle anime ad un povero prete, provvisto di meschino assegno. Perciò la Badia di S.Angelo, un dì ricca e florida, con giurisdizione quasi episcopale, miseramente decadde. Il piccolo castello, abbattute le mura negli anni successivi, a poco a poco si ampliò, si arricchì di case e di palazzi, ebbe ampie piazze e comode strade e crebbe di popolazione, da diventare oggi una delle più ricche, floride, belle ed industriose cittadine della Provincia di Teramo.


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    A mezza strada tra Mosciano e Giulianova, in sito amenissimo e ricco di ogni sorta di prodotti, in vasto e pittoresco orizzonte, sorgeva in tempi remotissimi un Fano, che in appresso venne convertito in Chiesa cristiana, dedicata ai Santi Sette Fratelli, figliuoli di S.Felicita. Nel medioevo vi furono eretti un Monastero ed un Casale de' Cassinesi, ricordati dalle memorie del tempo, nelle lamine delle porte di bronzo di Montecassino e nelle bolle di Urbano II, Pasquale II, Alessandro III, Innocenzo III ed in altri documenti successivi: venivano retti dal Preposito di S.Liberatore, vicario in queste parti dell'Abate Cassinese. Anche questo Cenobio e l'annessa Chiesa caddero sotto gli Acquaviva, che nominavano i preposti a loro talento. Deperito ed abbandonato il Monastero, il Cardinale Ottavio Acquaviva restaurò e quasi interamente rifece il Cenobio, destinandolo a sede de' Minori Osservanti: dell'antica Chiesa rimase in piedi solo una parte, e in piedi rimase l'antica torre e l'immagine della Madonna del Casale: il Guardiano ebbe la cura delle anime. Divenuto in seguito Commenda, e primi Commendatari ne furono gli stessi Acquaviva, il Guardiano continuò ad esercitare la spirituale giurisdizione, fino a che, per estinzione del ramo ducale dell'illustre famiglia, la chiesa venne riunita a quella di S.Angelo di Mosciano ed a Mosciano si addisse la cura religiosa. La prepositura, divenuta regia, il diritto di nomina venne in appresso esercitato dal Re".

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    municipio




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    montone




    Quanto a Montone - narra ancora il Bindi -"fu anche esso un castello (...) con circostante casale, soggetto, come tante altre terre degli Abruzzi, alla casa Ducale Acquaviva. Costruito su amena collina, vi si gode uno stupendo e meraviglioso panorama, che abbraccia il vastissimo orizzonte, dall'Adriatico all'Appennino (...). Non vi resta oggi altro di notevole che la Chiesa di S.Antonio Abate, a cui nel XVI secolo era annesso un Convento appartenuto a' Monaci Celestini (...). La grancia fu nel 1656, per volere di Giosia III, duca di Atri, annessa a S. Maria dello Splendore in Giulianova. Il Padre Giuseppe Bardi, Priore dello Splendore, cedette la Chiesa alla famiglia de' Bartolomei, la quale già, per antecedenti permute, possedeva le vicine abitazioni. Questa famiglia vi fece collocare, togliendolo dall'antica Chiesa di S.Giacomo, il monumento sepolcrale, che il fondatore di questa chiesa stessa, ridotta a cimitero, Bucciarello di Giacomo di Bartolomeo, erasi fatto costruire. E' pregevole l'opera dell'arte nostra per gli intagli e le sculture che vi si ammirano, condotte con non comune magistero. Venne eseguita nel 1390, come da epigrafe ivi esistente"- (Brani tratti da una monografia redatta da Vincenzo Bindi - cfr. Le Cento Città D'Italia Illustrate Giulianova La Posillipo degli Abruzzi- pag. 16. Ristampa a cura della Galleria D'Arte Moderna di C. Limoncelli & C. sas, Teramo).


    I monumenti

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    La Torre Acquaviva, posta sul lato sinistro della facciata della Chiesa Madre, è costruita interamente con mattoni, è a base quadrata, larga sei metri e alta 28. Gli spigoli sono rinforzati da blocchi di pietra squadrata fino a quasi metà altezza e la sommità è coronata da quattro serie di quattro merli di foggia ghibellina.
    La sua costruzione, avvenuta dopo quella della cinta muraria, completava tutto il sistema difensivo, che prima mancava di un adeguato mezzo d’osservazione lontana e di difesa estrema.
    La torre infatti, disponeva, un tempo, di cunicoli segreti. Di questi il più conosciuto è quello che la collegava alla casa parrocchiale, accessibile fino a pochi decenni or sono.
    Dall’alto, essa offre un panorama incantevole dall’Adriatico al Gran Sasso; da Atri, Castellalto, sino alle valli del Salinello e della Vibrata, costellate da una fastosa corona di ridenti paesi e borgate.
    A circa sei metri da terra è infisso, sulla facciata est della torre in parola, un bassorilievo in pietra, che reca scolpite figure simboliche in tre settori sovrapposti.
    Nel settore superiore troneggia la figura di S. Michele Arcangelo, con le ali spiegate in tutta la loro ampiezza, in atto di protezione del paese a cui ha dato il nome nonché alla Chiesa; il busto dell’angelo poggia su un capitello dorico a triplice ordine di volute; nella parte intermedia, notansi un drago, simbolo di prudenza nella famiglia Acquaviva, strettamente associata alla forza, rappresentata - in basso – dalla figura di un leone rampante con sopracimiero coronato: l’arme della famiglia stessa.
    Secondo lo storico Antinori, il leone rampante, di cui allo stemma posto al centro, sarebbe quello della famiglia Cantelmi, imparentata con gli Acquaviva; l’altro (a sinistra di chi guarda) rappresentante uno scudo traversato da fascia orizzontale con tasselli ornamentali a tutta la periferia, sarebbe lo stemma della famiglia Tomacelli avendo, Andrea Matteo, duca di Atri (in onore del quale fu innalzata la torre stessa) sposato Caterina, nipote di Papa Bonifacio IX; il terzo stemma, una banda diagonale a tre ordini di tasselli scompartiti a scacchiera, era lo stemma dei S. Severini (a motivo di Jacopa, ava dello stesso Andrea Matteo).
    L’Arcangelo svolge da ciascuna mano, lungo i suoi fianchi, due pergamene nelle quali sono scolpite le seguenti iscrizioni in caratteri longobardi:

    (pergamena di sinistra, guardando)

    + L’ANNO MCCCXCVII
    PER MISERICORDIA DIVINA DOMINANTE
    BONIFACIO IX
    E REGNANTE IL SERENISSIMO RE LADISLAO
    RE DI GERUSALEMME, SICILIA E UNGHERIA
    E VIVENTE
    IL CELESTE UOMO ANDREA MATTEO
    DI ACQUAVIVA DUCA DI ATRI
    E CONTE DI SAN FLAVIANO
    (pergamena di destra)

    FECE COSTRUIRE QUESTA TORRE
    FRA MATTEO ANGELO DA MORRO
    DELL’ORDINE DI SAN BENEDETTO
    PREPOSTO NEL SUMMENZIONATO TEMPO
    DI QUESTA CHIESA DI SANT’ANGELO
    IN MUSANO

    In seguito all’ampliamento della chiesa, il mastio, costruito a circa due metri di distanza, venne accorpato ad essa ed adattato a campanile con apertura di finestroni ad arco sotto lo sporto.
    In data imprecisata, molto probabilmente intorno al XVII secolo, all’interno della torre venne collocato l’orologio meccanico, tutt’ora esistente.


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    la Chiesa dell'Addolorata (1828/41)La chiesa dell'Addolorata definita unanimamente la chiesa più bella del paese. La sua costruzione risale al 1828, l'anno dopo il decreto del 10 settembre 1827, con cui Francesco I di Borbone aveva concesso il permesso di edificarla. Dopo tredici anni la nuova chiesa, progettata dall'architetto Federico Dottorelli, fu inaugurata il 23 maggio 1841 da un monaco delegato da Mons. Berrettini, Vescovo di Teramo. Inizialmente la chiesa era lunga appena tredici metri, poco più di una cappella. Nel 1862 la confraternita incaricò l'architetto Giuseppe Lupi di Teramo per ampliare la chiesa e abbellirla internamente. Questi fece demolire la vecchia abside ed allungò la chiesa di altri sei metri, creando lo spazio per la costruzione della cupola centrale del campanile e della sagrestia. Internamente fece costruire le colonne con capitelli corinzi e la struttura dell'organo a canne sulla porta d'ingresso. Non fu possibile invece, a causa dell'eccessivo costo, la ricostruzione della facciata che prevedeva quattro lesene e la trabeazione in stile neoclassico.

    Durante l'ampliamento della chiesa dell'Addolorata, furono eseguite delle pregevoli decorazioni con lo stucco dallo scultore ascolano Domenico Farnese e i dipinti dei quattro Evangelisti, nelle lunette della cupola, e della vita di Gesù, sulle pareti, dall'artista Berardino dei Conti Delfico. Tra il 1874 ed il 1876, su commissione del sindaco Pietro Sabatini, il pittore teramano Gennaro Della Monica dipinse i due quadri posti sugli altari laterali della chiesa e le eroine del vecchio Testamento: Debora, Ester, Giuditta e Sara. Nel 1889 gli artisti romani Filippo Fiorentini e Salvatore Giorgi la decorarono con oro cornici, lesene, pilastri ed altari. Il 27 gennaio 1888, il sommo pontefice LEONE XIII, con lescritto della sacra congregazione, concesse l'indulgenza plenaria "toties quoties" a tutti i fedeli che nella terza o quarta domenica di settembre avrebbero visitato le chiese appartenenti all'ordine dei servi di Maria, al terzordine francescano e alla confraternita di Maria Santissima Addolorata (1).

    Nel 1894 il commendatore Pasquale Ventilii fece intervenire il prof. Prospero Piatti dell'Accademia vaticana, per dipingere il trittico dell'Adorazione nell'abside della chiesa. Agli inizi del 900 per la presenza di falde acquifere nel sottosuolo, fu eseguito un rilevamento geologico. Si resero perciò necessarie delle opere di consolidamento, affinchè la chiesa non subisse gravi danni. Infine furono realizzati, nel 1923, dei sottomurati sulla parete Est ed eseguiti dei concatenamenti, con piastre di ferro, su tutto il perimetro della chiesa, i quali ancora oggi sono visibili dall'esterno. Dopo tanti anni, nel 1977, la chiesa dell'Addolorata fu restaurata completamente. Sotto la direzione tecnica di chi scrive venne smantellata e ricostruita tutta la copertura. Il pavimento in marmo Carrara, logorato dal tempo, fu restituito alla bellezza originale. Il pittore giuliese Venanzio Tentarelli, restaurò gli stucchi originali delle colonne, dei capitelli e delle pareti e alcuni affreschi rovinati dalle infiltrazioni d'acqua piovana.

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    la Chiesa di Maria SS. del Rosario (1853/1876);Nel novembre del 1985 l'esplosione di una stufa a gas danneggiò gravemente l'abside, la pavimentazione, gli infissi e il tamburo della cupola. Si deve al grande zelo di don Giuseppe Picchini se la chiesa è stata ristrutturata e restituita, in breve tempo, alla gente di Mosciano S.Angelo con lo splendore di un tempo. L'artista moscianese Dante Barlafante, che da giovane era stato allievo del Patella ed aveva aiutato il maestro a pitturare la chiesa del Rosario, ha ridipinto, con mirabile destrezza, tutto il trittico superiore dell'abside e restaurato le altre pitture danneggiate dallo scoppio.
    La congrega del SS.Rosario, la più antica del nostro paese, risale agli inizi del XVII secolo. Essa possedeva un altare presso la Chiesa Madre, ma non aveva una chiesa propria. Verso il 1850, per un posto d'onore in processione, si accese una lite fra i confratelli dell'Addolorata e quelli del Rosario, che venivano accusati dagli "avversari" di non avere una chiesa propria. Dopo ventisei anni i confratelli del Rosario ottennero con R.D. 21-7-1852 di Ferdinando II, la possibilità di costruire la sospirata chiesa (1). L'architetto Giuseppe Lupi di Teramo realizzò un progetto simile al Pantheon di Roma. Nel 1853 fu inaugurata la prima pietra da Padre Bernardino dei Minori Osservanti, alla presenza del Vescovo Milelli. Nella prima domenica del 1876, con memorabili festeggiamenti, fu inaugurata la bella chiesa del SS. Rosario.
    La chiesa, a pianta circolare, realizzata tutta in mattoni e con cupola in pozzolana, sorge nel luogo che era denominato "Largo della Croce". Durante gli scavi fu ritrovata una bellissima croce d'argento, finemente cesellata e attribuita a Benvenuto Cellini. La congrega del SS. Rosario, per far fronte alle spese, vendette per 400 ducati ad un antiquario capitato a Mosciano, la preziosa croce, che sarebbe andata poi ad arricchire il museo di Pietrogrado .
    Nel 1908 su progetto dell'Ing. De Panicis di Mosciano S.Angelo fu ristrutturata la cupola e nel 1958, grazie a don Nicola Di Matteo, venne realizzata la trabeazione esterna sul portale dell'ingresso principale, dove venne collocata la statua della Madonna del SS.Rosario. Nel 1958 il pittore Francesco Patella affrescò l'abside con un trittico superiore, al cui centro vediamo la Vergine del Rosario con in grembo Gesù Bambino ed una corona di angeli; a destra S.Caterina da Siena e le suore del suo ordine; a sinistra la figura di S.Domenico ed i suoi discepoli. Al centro del trittico inferiore vi è l'Agnello di Dio; nella parte di destra il pontefice Pio XII ed in quella di sinistra l'Arcangelo Gabriele.

    Nelle quattro nicchie delle pareti circolari il Patella dipinse i quattro evangelisti, mentre nelle lunette, formate dalle colonne che ornano l'altare maggiore, affrescò due grandi angeli che annunciano la diffusione del rosario. Rispetto al progetto originario, che prevedeva dei porticati dinanzi ai tre ingressi, la chiesa non è stata completata.

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    le Torri dell'antica cinta muraria;
    L'antico borgo di Montone ebbe nome ed origine dal castello del feudatario e conserva ancora oggi parte della cinta muraria fatta erigere nel 1390. Di questa cinta muraria restano oggi solo tre torri. La maggiore venne eretta nella parte più elevata del borgo, dietro la chiesa di S.Antonio Abate, ed è simile alla torre Acquaviva di Mosciano S.Angelo, dalla quale si differenzia per l'assenza di merlatura. La costruzione è tipica di quest'area alla fine del XIV secolo, con paramenti in mattoni a vista, di ottima fattura La minore delle due esistenti è a pianta quadrata, marcata in due piani da una doppia fila di mattoni; nella parte superiore della facciata è situato l'orologio, da cui prende il nome la torre. E' coronata da archetti a tutto sesto che sorreggono quattro merli a scaletta; le porte e le finestre sono chiuse ad arco con mattoni, mentre in origine avevano architravi lignei. La tessitura muraria è quella tipica dell'area teramana alla fine del sec. XIV, in ciottoli e mattoni con ammorsature d'angolo e le rifiniture in laterizio, ma eseguita con diverse incertezze. I beccatelli sono, anche se con uno sviluppo molto più limitato, dello stesso tipo di quelli della torre grande, che si ritrovano anche nelle porte da Mare e da Monte di Ancarano, nella porta di Bellante, nella porta est di Castelbasso e nella torre di avvistamento di Ripattoni.

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    i resti delle mura turrite, la Chiesa di S.Antonio Abate ed un Sarcofago gotico del N.H. Bucciarello di Giacomo di Bartolomeo (1390) nella Frazione di Montone;


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    il Monastero dei Santi Sette Fratelli
    (IX^ sec.) con l'attiguo Santuario di S.Maria degli Angeli, sormontato da un pregevole soffitto ligneo del sec. XVII^ (sono da ammirare in detto convento anche gli affreschi sulle lunette del chiostro ed alcune statue lignee seicentesche come quelle di S.Maria del Casale, Patrona dell'Agro Moscianese e di S.Reparata).


    Convento Santi Sette Fratelli

    La chiesa è costituita da una sola navata di stile tardo-rinascimentale. Di notevole pregio è il soffitto ligneo dipinto nel XVII secolo, che raffigura la gloria della Madonna, Regina dei Martiri, con Gesù sulle braccia e una palma in mano; in basso, S.Felicita che presenta i suoi sette figli, i Santi Sette Fratelli Martiri. Fanno corona alla Madonna, da un lato S.Pietro, S.Antonio da Padova, S.Giacomo della Marca, S.Pasquale Baylon; dall'altro S.Francesco, S.Chiara, S.Giovanni da Capestrano, S.Bernardino da Siena, S.Domenico, S.Vincenzo Ferrer e S.Rosa da Viterbo. Nei piccoli riquadri laterali sono raffigurati la Trinità, il Battesimo di Gesù, S.Giuseppe, la Maddalena e S.Margherita da Cortona .

    La chiesa è dedicata ai Santi Sette Fratelli e alla Madonna del Casale, Regina degli Angeli, di cui si conserva la stupenda statua lignea del 1688.
    Sul lato Est della chiesa si trova il bellissimo chiostro con colonne esagonali e capitelli dorici. La torre a base quadrata, costruita con mattoni e pietra ed elevata per ricavarne la cella campanaria, presenta, sulla facciata Ovest, un bel rosone in misto di laterizio e pietra lavorata.
    Infine occorre ricordare due importanti avvenimenti:
    Il primo è il III centenario di S.Maria del Casale, celebrato solennemente il 22 maggio 1988 e reso ancora più prestigioso dalla presenza del cardinale Corrado Ursi, Arcivescovo Emerito di Napoli, cittadino onorario del comune di Mosciano S.Angelo (conferimento del 26 novembre 1989);
    Il secondo del 1989. In questo anno, grazie al continuo interessamento dei PP. Carmine Serpetti, guardiano, e Giacomo Quaglia, parroco, vengono finalmente portati a termine, sotto la direzione della Sovrintendenza per i beni ambientali, architettonici, artistici e storici dell'Abruzzo, i lavori di restauro del soffitto ligneo della chiesa e vengono inoltre effettuati dall'artista moscianese Dante Barlafante alcuni lavori di ripulitura sul resto della chiesa.


    MUSEO DELLE SCIENZE NATURALI, SEZIONI PALEONTOLOGICA, MINEAROLOGICA E METEORITICA. COMPLESSO MULTIDISCIPLINARE AVENTE LA SUA SEDE PRESSO L' OSSERVATORIO ASTRONOMICO COLLE LEONE

    Si tratta di un centro culturale dove è possibile toccare con mano la multidisciplinarità e le strette connessioni tra campi distanti del sapere umano. La sezione paleontologica porta alla luce la continuità storica della vita sul nostro pianeta, mentre quella minearologica presenta campioni di buona qualità scientifica.

    La collezione dedicata ai meteoriti completa idealmente l’itinerario scientifico tra ambiente terrestre ed extraterrestre.
    Il museo è una esposizione a carattere scientifico, divulgativo e didattico.
    La struttura è molto attiva nel campo della didattica e della divulgazione, e organizza anche programmi per le scuole di ogni ordine e grado.



    Tra gli uomini illustri moscianesi meritano particolare menzione:
    i patrioti risorgimentali Aurelio Saliceti (triunviro della Repubblica Romana nel 1849), Domenico del Zoppo e Francescantonio Rossi;
    lo storico Francesco Savini;
    il pittore Francesco Patella; il musicista Angelo Ciccarelli.




    Importante centro agricolo e commerciale, Mosciano ha conosciuto, nel dopoguerra, un considerevole sviluppo economico, grazie soprattutto alla produzione del mobile, che ha meritato alla cittadina l'appellativo di Cantù dell'Italia centro meridionale. Oggi, la presenza sul territorio di oltre 400 aziende (di cui alcune note ed apprezzate sia in Italia che all'estero) hanno reso questa cittadina uno dei piu importanti poli artigianali ed industriali d'Abruzzo. Non mancano iniziative anche a livello turistico, in funzione di una valorizzazione sempre più ampia del territorio, delle sue bellezze paesaggistiche e dei prodotti tipici locali.

    Restano attivi anche la produzione ed il commercio di prodotti agricoli e del bestiame. Assai sviluppata è la coltura dell'olivo e della vite. Sul territorio insiste un Osservatorio Astronomico in c.da Colle Leone- noto a livello nazionale e meta di studiosi e scolaresche provenienti anche dalle regioni limitrofe.

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    chiesa Madonna degli Angeli -annessa al convento Santi Sette Fratelli


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    osservatorio astronomico


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    (Notizie tratte dai libri: Mosciano Ieri-Oggi di Gaetano Zenobi, Edizioni C.E.T.I. Teramo e Mosciano Sant’Angelo Immagini e Ricorsi di Tonino Di Matteo , Editoriale ECO srl).
    dal web.: comune di mosciano S. Angelo
     
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