Marche ... Parte 2^

ANCONA..UNA ROTONDA SUL MARE..JESI E SUOI CASTELLI…LE GROTTE DI FRASSASI …E INFINE MACERATA

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  1. tomiva57
     
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    Museo della Tessitura-Macerata



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    un particolare del telaio

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    La tela di Ginesi e Varagona

    Fra le vallate del Chienti e del Potenza, protetta da mura medioevali, Macerata domina la sommità di una collina, aprendo la vista al mare da un lato e alla montagna dal versante opposto.

    E' qui che dal 1986 nel laboratorio di tessitura "La Tela di Ginesi e Varagona" si trasmette la tipica tradizione tessile dell'entroterra marchigiano. Al di là dell'antica Porta di S. Giuliano, le stanze che si susseguono oltre l'entrata del laboratorio, raccolgono da molti anni oggetti e memorie di un'arte che è stata capace di testimoniare il progresso culturale dell'uomo nel corso dei millenni.


    Descrizione del museo

    Tre gli ambiti museali all'interno del laboratorio:


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    il corridoio degli strumenti della memoria

    l'angolo della tessitura a liccetti

    il giardino delle piante tintoree da fibra

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    L'obiettivo è quello di dare al visitatore una panoramica didattica che gli offra una chiave di lettura per l'interpretazione di quei reperti riferiti alla tessitura, visibili in molte aree museali archeologiche, di sperimentare la tipica lavorazione sapientemente custodita e tramandata nel nostro territorio e di percorrere un breve sentiero nel nostro giardino, nel quale viene presentato una piccola collezione di piante da cui si trae la fibra o il pigmento per il colore.


    I tre percorsi del Museo

    Il corridoio degli strumenti della memoria

    Oltre il cancello di ingresso in ferro battuto che costituisce si apre un vano lungo e stretto in cui sono collocati

    * gli strumenti tradizionali per la filatura come la gramola , la rocca , il fuso , l'arcolaio , l'aspo , il dipanatore , il mulinello la cui datazione si aggira intorno la fine dell'800 e i primi decenni del '900;
    * la ricostruzione di un telaio primordiale verticale a pesi e un di un telaio orizzontale a tensione simile a quello utilizzato dalle popolazioni picene nel VI sec. a.C. e di cui si hanno recenti testimonianze dagli scavi nel sito di Numana (AN) conosciuto come "La tomba della Regina";
    * Lungo le pareti è rappresentata una documentazione fotografica delle varie fasi della lavorazione artistica tessile della tradizione popolare e una collezione di motivi decorativi tessuti con l'antica tecnica dei "liccetti" (sec. XIII- XIV).


    L'angolo della tessitura a liccetti

    * E' corredato da un telaio tradizionale impostato secondo l'antico procedimento tessile che, fin dal XIII-XIV secolo, ha permesso la realizzazione su tessuto di liste figurative stilizzate per mezzo di un programma impostato manualmente sull'ordito e fissato su alcune canne pendenti fra il subbio e i licci.
    * Lungo le pareti della grande sala é allestito un breve percorso fotografico nel quale sono illustrate alcune opere di grandi artisti, presenti nella nostra Provincia, che hanno rappresentato tovagliati tessuti secondo questa preziosa tecnica.


    Il giardino delle piante tintoree da fibra

    * Nel piccolo giardino interno al laboratorio, è presente una esemplificativa collezione di piante tintorie e da fibra per esperienze di tipo didattico - comunicativo.
    Si tratta per lo più di specie erbacee ed arbustive utilizzate fin dall'antichità, sia per la coloritura dei tessuti, sia per la loro tessitura, fino alla fine dell'800 quando molte di esse vennero sostituite da prodotti di sintesi.


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    Il saltarello

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    Il saltarello è un'ampia famiglia di balli tradizionali di alcune regioni dell'Italia centrale (Abruzzo, Lazio, Marche, Umbria e Molise). Solo poche aree però conservano oggi una tradizione viva ed autentica del ballo. Dagli anni '50 l'emigrazione, l'arrivo di nuove mode di ballo e il mutamento generale dei modelli di vita hanno rarefatto la pratica del vecchio saltarello.
    La maggior parte dei repertori consiste in balli di coppia (non necessariamente uomo-donna), ma esistono forme più rare a quattro persone, in cerchio e processionali. Sul piano della struttura coreografica si ritrovano forme antiche mono-strutturate, ma il modello più ricorrente è quello a struttura bipartita o tripartita.
    Un discorso a parte merita un particolare tipo di danza tradizionale in forma di contraddanza detta anche saltarello ed attestata sul versante adriatico di alcune regioni (Emilia e Romagna, Marche, Toscana e Veneto). Nonostante il nome (che si associa a quello di ballinsei e russiano), sembra piuttosto appartenere alla famiglia delle gighe dell'Italia centro-settentrionale, poiché si balla in sei (3+3) a schiere contrapposte.


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    CENNI STORICI
    «La saltatio era un genere autoctono di ballo dei latini, di gran lunga il ballo più diffuso sin dai primi secoli di Roma, tanto che ben presto nella lingua latina saltationes e saltare hanno ampliato il loro campo semantico sino a significare in genere "balli" e "ballare". Mentre le choreae erano danze di gruppo ,di struttura circolare dall'andamento più grave e cadenzato, eseguite al suono di cantilene che gli stessi danzatori cantavano durante il ballo, le saltationes sembrano essere state fino a tutto l'alto medioevo delle danze di carattere più vivace, eseguite con varie combinazioni di ballerini e con elementi di evidente espressività erotica, tanto che non pochi interventi della chiesa in epoca tardo-imperiale e medievale hanno cercato di contenere l'uso delle saltationes durante le feste e durante gli stessi rituali liturgici. Saltarello sembrerebbe dunque derivare etimologicamente dalla saltatio latina, ma la scarsità di fonti scritte e figurative certe non ci permette una ricostruzione storico-morfologica del ballo e del suo uso popolare dalla latinità ai nostri giorni. Infatti un enigma storico ancora da chiarire sta proprio nel fatto che la maggior parte delle citazioniNel XIV sec. troviamo già alcune trascrizioni musicali di saltarello ... Nel 1465 il Cornazano lo indica come "balo da villa" molto frequente fra gli italiani. Tra il XIV e il XVII sec. il saltarello è uno dei quattro modi basilari della danza di corte italiana (bassadanza, saltarello, quaternaria, piva): gli ambienti aristocratici erano soliti ispirarsi ai balli popolari, per effettuare poi trasposizioni in stile aulico di musiche e coreografie. Nel XVIII e XIX sec. si è sviluppata per mano di numerosi artisti italiani e stranieri una ricca iconografia con scene di saltarello.

    Purtroppo le fonti letterarie oggi note non ci permettono di identificare una qualche forma dei saltarelli popolari rinascimentali, anzi si nota l'incongruenza fra le aree di diffusione del saltarello quattro-cinquecentesco prevalentemente attestato nelle corti dell'Italia centro-settentrionale e la diffusione degli ultimi due secoli delle versioni folkloriche in area centrale. Molti sono dunque i nodi da sciogliere sul piano storico.

    Nel XVIII e XIX sec. si è sviluppata per mano di numerosi artisti italiani e stranieri una ricca iconografia con scene di saltarello, osservate da viaggiatori e artisti, la cui descrizione tende però a dare più l'interpretazione del ballo secondo l'artista, che in modi obiettivi.

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    MORFOLOGIA
    In ambito popolare attuale il saltarello ha molte affinità con la tarantella dell'Italia meridionale, entrambe sono delle ampie e diversificate famiglie coreutiche, nelle quali modelli aventi lo stesso nome sono spesso morfologicamente differenti. Ambedue queste famiglie coreutiche presentano generalmente una struttura tipologica, sia musicale che coreutica, modulare: nell'esecuzione musicale piccole cellule melodiche vengono organizzate autonomamente in sintonia fra i suonatori, così come in quella coreutica i ballerini eseguono in stretta relazione fra loro i moduli cinetici tradizionali variamente organizzati. Suonatori e ballerini compongono cioè con relativa soggettività la durata e l'ordine del fraseggio coreo-melodico, cercando solo una corrispondenza ritmica fra danza e musica, ed una corrispondenza tematica nella danza".

    fonte: Comune di Macerata

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15 replies since 11/10/2010, 10:40   7663 views
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