Marche ... Parte 2^

ANCONA..UNA ROTONDA SUL MARE..JESI E SUOI CASTELLI…LE GROTTE DI FRASSASI …E INFINE MACERATA

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  1. tomiva57
     
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    Montecassiano




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    Il nome
    Castrum Montis Sancte Marie è il primitivo toponimo del paese come risulta dal primo documento conservato nell’Archivio Comunale e datato 5 Luglio 1151, per poi apparire trasformato a partire dal 1200 in “Montis Sancte Marie in Cassiano”.


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    La Storia
    - III secolo A.C: Nei pressi della collina dove sorge Montecassiano, che si affaccia sulla pianura lambita dal fiume Potenza, gli abitanti di Ricina edificano il tempio del “genius loci” ossia Venere Ericina e accanto ad esso uno dei magistrati ricinesi costruisce la sua “domus rusticationis”.
    - 408 D.C.: Le invasioni dei Visigoti di Alarico e le guerre gotiche causano danni enormi a tutto il territorio, provocando la morte per fame e stenti di oltre cinquantamila abitanti del Piceno. I pochi scampati si arroccarono sulle colline più vicine ribattezzate successivamente con il nome di Castrum Montis Urbani (Monte Libano) e Castrum Colline (Collina): loro centro principale era l’altura sulla quale sorgeva il tempio di Venere che, come sopra detto, faceva capo alla “domus rusticationis” del vecchio magistrato i cui discendenti, con il trascorrere dei secoli, fondarono una famiglia di così detti “Conti rurali” ossia i Cassini.
    - 1151: Pietro, figlio del Conte Cassiano, quale signore del luogo, conferma l’enfiteusi che Pagano Barone aveva ottenuto già in precedenza sulla quarta parte del Castrum Montis Sancte Marie, su un aliud castrum e sulla quarta parte ancora della chiesa di Santa Maria. Con il tempo però la potenza dei Cassi viene meno.
    - Gennaio 1165: sia Pietro sia i figli di Pagano Barone che gli abitanti di Castrum Colline si dichiarano a loro volta enfiteuti dei Benedettini cistercensi, insediati sin dal 1142 nella valle del Fiastra, obbligandosi a versare loro, quale riconoscimento di sudditanza, un canone annuale.

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    - 1202: Il Comune di Mons Sancte Marie in Cassiano partecipa, come Comune indipendente, alla Pace di Polverigi, così come il vicino Castrum Montis Urbani che gravita nella sfera della potentissima Osimo anche se in seguito gli abitanti del paese, sfuggendo alla tenaglia osimana e alle angherie dei vicini, decidono di trasferirsi a Macerata precisamente presso il “borgo San Salvatore”. A Monte Santa Maria si appoggia invece il vicinissimo Castrum Colline che preferirà invece inurbarsi nel Monte stesso.
    - 1225: Anno della stesura dello Statuto di Montecassiano che risulta essere uno dei più antichi delle Marche.
    - 1239: Nuncastro o Novum Castrum (ora Valle Cascia e Palazzetto), residuo di un borgo a est di Ricina a sinistra del Potenza, viene incluso nei confini del Comune di Macerata, su concessione dal re Enzo, figlio di Federico II, come ringraziamento per l’aiuto ricevuto nella lotta antipapale. In verità, anche se la contrada verrà ancora menzionata nel catasto maceratese del 1268-1269, il Comune di Macerata si disinteressa di quella zona lontana dalla città, posta oltre il fiume e il castello finisce per essere inglobato nel territorio di Monte Santa Maria.
    - 1234: l’Abate Giasone decide di riedificare la chiesa madre dell’attuale Montecassiano, forse anche per rinsaldare i vincoli enfiteutici e per legare il comune alla politica pragmatica dell’ordine cistercense ora guelfa, ora ghibellina a seconda delle circostanze, come annotava un cronista dell’epoca.
    - 1334: il comune di Montecassiano è condannato al versamento degli arretrati dei canoni derivanti dai vincoli enfiteutici, dopo aver tentato invano di sciogliersi dagli stessi evitando talvolta di versare il canone oppure cedendo in enfiteusi terre che appartenevano ai cistercensi;
    - 1348: come anche gran parte del resto d’Europa, Montecassiano viene colpito dalla “peste nera” e la sua popolazione decimata tanto che, a seguito di altre vessazioni, nel 1357 viene definita “civitas parva” contando all’incirca solamente mille abitanti.
    - 1378/1417: Il Comune di Montecassiano partecipa alle lotte fra Papi ed Antipapi seguendo o le parti dei Varano o dei Malatesta e talvolta degli avventurieri come Braccio da Montone. Placatesi le lotte e dopo il Concilio di Costanza, il nuovo Papa Martino V nel 1418 assolve il paese da ogni irregolarità compiuta durante lo scisma d’occidente.
    - 1434: giunge nella Marca Francesco Sforza che impone a Montecassiano i suoi Podestà, esattori di balzelli. Inizia un periodo di relativa pace.
    - 1437: costruzione delle mura castellane.
    - 1445, dopo un breve periodo di dipendenza da Osimo, Montecassiano entra a far parte della ormai pontificia “Marca d’Ancona”. Solo allora grazie all’intervento sia pure interessato del Legato Cardinal Rodrigo Borgia, Commendatario di Fiastra, tra il 1456 ed il 1457, Montecassiano riesce a liberarsi completamente da ogni legame con l’Abbazia di Fiastra, recuperando la “libertas ecclesiastica”.
    - 1451/1527: periodo ricco di committenze artistiche ed eventi civili e religiosi, come il dossale in maiolica robbiano, la sistemazione della chiesa di Salimbeni, l’istituzione della Festa di Santa Croce e la proclamazione di San Giuseppe a protettore del paese (1521). All’ambiente umanistico dell’epoca si deve la formazione culturale di Nicolò Peranzoni, poeta petrarchesco ed autore del “De laudibus Piceni” fonte di non poche notizie sulla provincia maceratese. Vicino agli ambienti della riforma cattolica fu invece il Venerabile Giovanni da San Guglielmo, agostiniano morto in odore di santità a Batignano (GR).
    - 1586: Montecassiano si libera della tutela ecclesiastica di Osimo: Papa Sisto V infatti, per rendere più importante la nuova diocesi di Loreto-Recanati, stacca il territorio montecassianese da quello osimano, aggregandolo al vescovato lauretano.
    - 1741: Oltre alla carestie e alle saltuari pestilenze si verifica una serie di terremoti che comportano la caduta della cuspide del campanile della chiesa madre.
    - 1836: epidemia di colera che spinge la popolazione a rivolgersi alla Madonna del Buon Cuore, la cui immagine viene trasportata dalla chiesetta di Salimbeni nella Collegiata. A questa decisione si attribusce la salvezza della popolazione dal morbo.

    - 8 settembre 1860: Montecassiano viene occupato dai piemontesi e nell’ottobre dello stesso anno lungo la cinta muraria sfila il corteggio di Vittorio Emanuele II. Secondo la tradizione, il sovrano abbevera il suo cavallo alla “Fontana dei cavalli”, ripristinata di recente nel sito originario a fianco della Porta Battisti.

    - 4-5 novembre 1860: Plebiscito a seguito del quale Montecassiano entra a far parte del Regno d’Italia. In questo periodo vengono realizzati importanti lavori pubblici relativi all’acquedotto ed all’installazione dell’energia elettrica; viene inoltre inaugurato, nell’ex convento degli Osservanti, un nuovo Ospedale. Si restaurano chiese e, principalmente, quella di Santa Maria.
    - 1925/1939 vengono realizzati degli interventi urbanistici da parte dei Podestà che amministrano il paese quali lo sventramento di Via Monreale, l’abbattimento delle case di Via Catena per far posto ai giardini comunali, le manutenzioni straordinarie del settecentesco Giardino Ferri e la costruzione della Chiesa di Sambucheto. Sempre nella prima metà del novecento si restaurano la chiesa dell’Annunziata adibita a sacrario dei caduti della prima guerra mondiale e il Palazzo dei Priori.



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    Palazzo dei Priori

    Il palazzo del Podestà insieme con l’adiacente collegiata di Santa Maria fanno da scenografica quinta per chi giunge nel borgo di Montecassiano, caratterizzato dalla struttura a spirale del tessuto urbanistico. Il palazzo, risalente al XII secolo, venne ricostruito nella seconda metà del ‘400. L’alta facciata merlata è percorsa da un portico a cinque arcate su pilastri ottagonali al piano inferiore, mentre al piano superiore si aprono tre bifore con archetti trilobati.

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    la cattedrale




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    Il palio dei Terzieri
    Una rievocazione in costume dell'antico borgo, l'apertura di taverne con gustose pietanze e vini tipici del luogo, spettacoli itineranti, animazioni medievali, botteghe delle arti, mercatini tipici: questo il menu proposto dal Palio dei Terzieri di Montecassiano, a due passi da capoluogo Macerata.

    Ambientato nella metà del secolo XV, il Palio rievoca gli eventi storico-culturali e le scene di vita medievale che infondono un´aura di magia alle contrade del paese, le quali, per l´occasione, si riappropriano del loro antico nome dei Terzieri. Lo scenario principale dei giochi popolari e delle numerose iniziative è il centro storico.

    Il Palio dei Terzieri è la rievocazione storica che assume la sua denominazione dal nome degli antichi borghi nei quali era suddiviso Montecassiano durante il Medioevo.
    La rievocazione vuole essere non soltanto un momento di aggregazione popolare, ma soprattutto una occasione di riscoperta e di valorizzazione del centro storico, del territorio e della sua identità culturale.

    L'occasione che ha dato vita alla rievocazione risale al 18 ottobre 1418, quando Montecassiano, dopo alterne vicende politiche, elesse dodici uomini appartenenti ai Terzieri, per riformare gli antichi Statuti comunali, con facoltà di correggerli e modificarli sotto il controllo dell'autorità ecclesiastica.

    Nell'edizione moderna, il paese e le contrade sono stati ripartiti in funzione di un ideale appartenenza agli antichi terzieri di San Salvatore (colori bianco/rosso), San Nicolò (giallo/azzurro), San Michele (verde/nero).

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    porta di S. Croce



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    foto :perle italiane .luoghi incantevoli




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    la torre



    Il Paesaggio
    La straordinaria bellezza artistica e paesaggistica, le numerose tradizioni, la vivacità associazionistica e il notevole sviluppo economico e demografico degli ultimi decenni rendono Montecassiano una cittadina tra le più vivibili, accoglienti e d’interesse turistico-culturale del maceratese.

    Originato, secondo la tradizione, da nobili sfuggiti alla distruzione di Helvia Recina, Montecassiano si è sviluppato nei secoli intorno al nucleo storico di Castrum Montis Sancte Marie (dove ancora oggi si trovano gli edifici più importanti) con un’armonia tale da conservare intatta e unitaria la struttura urbanistica medievale.

    Attraverso vicoli e piagge si scoprono i tesori custoditi nel cuore del paese seguendo un percorso rimasto inalterato nel corso dei secoli. Le porte di ingresso delle mura si aprono su scorci di panorama intenso, che può essere apprezzato pienamente con lunghe e rilassanti passeggiate. Viali freschi e alberati circondano l’esterno delle mura e si snodano sugli spalti delle stesse, assicurando una veduta a tutto tondo sulla valle del Fiume Potenza che scorre ai piedi della collina. Dal nucleo urbano in un attimo si è in aperta campagna, ancora venata da ombrose stradine dove è piacevole passeggiare. Durante il lento camminare non di rado ci si imbatte in solitarie e antiche chiesette rurali, con vecchie campane suonate a mano, e in edicole sacre, che custodiscono immagini ed effigi venerate. Ovunque ci si trovi basta alzare lo sguardo e subito riappare a poca distanza la sommità del colle di Montecassiano, con il campanile che svetta sulle abitazioni.

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    Il prodotto del borgo
    A Montecassiano viene prodotto olio extravergine di oliva, secondo una versione affabile e rustica, con certificazione biologica, che sprigiona sapori e odori della migliore terra marchigiana. L’olio viene utilizzato anche per la conservazione di verdure, come pomodori secchi, peperoni grigliati, cipolle balsamiche ed olive con mandorle, secondo ricette tradizionali. Altre produzioni locali sono legate al miele, al vino, alla farina ed alla pasta.


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    Il piatto del borgo

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    Sono tanti i piatti che rimandano alle tradizioni contadine: una lunga lista di prelibatezze locali...Tutte da assaggiare. L'aspetto è quello della classica polenta. Ma di questa, i “sughitti”, conservano solo uno degli ingredienti principe – la polenta appunto - e insieme le antichissime origini contadine. Il piatto tipico di Montecassino è infatti, un dolce, realizzato con pochi, semplici elementi: polenta dolce, farina di mais, mosto e noci. Una ricetta che racconta di sapori che rimandano indietro nel tempo e che si legano, in maniera indissolubile, alla vita di queste colline maceratesi.

    Il piatto tipico è quello dei “sughitti”, un dolce, per certi aspetti simile ad una polenta dolce, realizzata con farina di mais, mosto e noci. Il procedimento per la preparazione prevede di far bollire il mosto per 30 minuti, di aggiungere successivamente lo zucchero, la farina e le noci e di continuare a mescolare per un’altra mezzora. Al termine delle operazioni il dolce deve essere versato su un piatto e lasciato raffreddare. Ai “sughitti” viene dedicata, sin dagli anni ’20, una sagra che si svolge nel mese di ottobre di ogni anno.
    Ma le tradizioni legate ai sapori di questo borgo maceratese non finiscono qui. Altri esempi di piatti tradizionali sono la crescia e il pane con i grasselli, le pizze di formaggio pasquali, il ciauscolo (salame con lardelli), le fave e il finocchio falso, la fava cotta e in porchetta, il carciofo con finocchio falso, quello in porchetta e fritto, i pomodori sulla graticola.

    Ancora i dolci della zona: i cavallucci (pasta frolla ripiena di cioccolato e noci), gli scroccafusi, la cicerchiata di carnevale, le ciambelle con l'anice e quelle con il mosto.

    Un borgo incantato, dunque, anche dalle prelibatezze enogastronomiche, dove vale la pena sostare almeno una volta per sublimare il gusto, assaporando piatti in grado di esprimere un'arte culinaria, che affonda le sue radici in una tradizione contadina lunga secoli. Ma che non smette mai di catturare i nostri sensi.




    da: borghitalia .it
     
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15 replies since 11/10/2010, 10:40   7663 views
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