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    maratone nel mondo 2006




    Abbiamo raccolto tutti i risultati dell'anno 2006 delle Maratone che si sono disputate in tutto il mondo (rubrica settimanale “Finestra sul mondo” , curata da Franco Anichini pubblicate su www.podistidoc.it e gentilmente autorizzate dall'autore )


    01 gen Zurich, Neujajahrmarathon

    Pronti via! Comincia il nuovo anno e cominciano le maratone. Da qualche anno l’onore di aprire le danze se lo sono aggiudicati gli svizzeri di Zurigo, che sfidano le incertezze del clima ed organizzano una buona gara, anche grazie ai consueti ottimi ingaggi. Ottimo quindi anche il livello tecnico grazie agli africani, il migliore dei quali al traguardo è stato l’etiope Eticha Tesfaye nel tempo di 2:12.40, che ha preceduto il keniano Alfonse Yatich Kibor (2:12.55). Fra le donne vittoria per la russa Helena Tikhonova (2:39.53) davanti alla danese Annemette Jensen (2:41.17)

    05 gen Tiberias, Isr

    Nella martoriata terra di Palestina alcuni cocciuti appassionati insistono, a ragione, ad organizzare questo evento sportivo sulle sponde del Lago di Tiberiade: una fiammella di speranza per tutti quelli che pensano che i soli conflitti accettabili siano di questo tipo. John Rotich (2:15.43) e Nili Avramski (2:54.49) sono stati i vincitori sul piano agonistico.

    07 gen Punta Arenas, Antartic Ice, Cile

    Maratona organizzata sulla punta estrema del continente americano e intitolata all’antartico, che non si tocca come continente, ma al quale ci si avvicina molto come clima. La partecipazione dei turisti-corridori-estremi ha riguardato soprattutto nord-americani ed europei, fra i quali la vittoria è toccata al siberiano Evgeniy Gorskov in 5:09.18, con zaino in spalla e racchette ai piedi.

    15 gen Hamilton, Port of Spain, St.Croix

    Tutt’altro clima per il trittico delle maratone caraibiche. L’atletica dei Caraibi gode di fama mondiale grazie ai favolosi velocisti che in quelle isole nascono a ripetizione, ma da qualche anno anche la corsa lunga si è scavata una sua nicchia, raggiungendo risultati sorprendentemente buoni, come le recenti imprese delle mezzofondiste giamaicane in pista. Sulle strade di maratona una certa notorietà l’hanno conquistata alcuni atleti, come Panemos Ballantyne di Saint Vincent e Ronnie Holassie di Trinidad, che si sono messi negli anni scorsi in evidenza soprattutto nelle prove, oramai numerose, che si organizzano nelle isole della regione, ad ulteriore riprova che la popolarità di maratona non conosce più limiti.

    Quest’anno i vincitori in zona sono stati:

    Hamilton Ber Boubker Al Afoui Mar 2:23.59 Svetlana Baigulova Rus 2:47.34

    St.Croix Isv Calvin Dallas Isv 3:05.09 Theresa Harper Isv 3:57.44

    Port of Spain Tri Hillary Lelei Ken 2:22.02 Mary Akor Usa 2:49.14

    15 gen Mumbai, Lahore e New Dehli

    Trittico di gare del sub-continente indiano, collegate fra di loro in un Gran Premio (Standard Chartered) ottimamente sponsorizzato che comprende altre corse che affacciano più o meno sull’Oceano Indiano e dintorni, come le maratone di Nairobi e Hong Kong. Nella corsa di Mumbai (già Bombay) vittoria per Daniel Rono (2:12.03) e Mulu Seboka (2:33.15). A New Dehli hanno prevalso Simon Maiyo (2:17.00) e Emetesh Tedesse (2:44.29) Nella pakistana Lahore vittoria per Halefom Abebe (2:16.01) e Jane Kariuki (2:34.57)

    25 gen Marrakech

    Il Marocco è una delle nazioni più forti del settore, ma in Patria si organizzano poche gare, di cui questa è la migliore e vede una buonissima partecipazione anche ad opera dei più forti corridori locali. E’ accaduto spesso in passato che atleti all’epoca poco conosciuti si siano affacciati sulla scena mondiale proprio in questa gara, per spiccare poi il volo sulle strade del mondo. Quest’anno ha prevalso Jalal Noureddine (2:14.30) davanti a Moudouji Hamou (2:14.35) ed altri 14 sotto le 2:20. Vittoria per la conosciutissima rumena Alina Tecuta (2:43.49) in campo femminile con Amina Mhih seconda in 2:45.45.

    29 gen Osaka

    Bella e tradizionale gara invernale giapponese, che molte maratonete inseriscono nel loro calendario in avvicinamento ai campionati estivi (mondiali, olimpiadi, europei) data la grande affidabilità tecnica ed il clima favorevole, nonostante l’uso comune da quelle parti di tenere la partenza in orario molto mattutino: le sei in questo caso. Catherine Ndereba ha preceduto in 2:25.05 una schiera di giapponesi: Kayoko Obata (2:25.52), Kiyoko Shimahara (2:26.47) e altre 19 sotto le 2:50

    05 feb Beppu-Oita

    Fedeli alla loro convinzione di tenere separate le gare maschili e femminili, i giapponesi organizzano da oltre trent’anni questa corsa maschile, che ha sempre fornito risultati interessanti. Primo al traguardo il sudafricano Gert Thys (2:09.45) davanti a Tomoyuki Sato (2:11.46), Benjamin Kipchumba (2:13.11) e Yohei Sato (2:13.18)

    11feb Luxor e Tahiti

    Queste due maratone sono interessanti non tanto per il loro valore tecnico, quanto per il luogo dove si svolgono, e tuttavia non si tratta di quelle maratone “turistiche” che spesso sono gare altrimenti inesistenti che vengono organizzate appositamente per i clienti delle agenzie specializzate. In questo caso i turisti ci sono, è naturale, ma la popolazione locale è molto coinvolta e la corsa che ne risulta è una gara vera. In Egitto, a Luxor, hanno vinto l’egiziano Hassan Marzok (2:35.47) e la sudafricana Suzette Vermaak (3:10.06). Nella Polinesia pervasa da fremiti d’indipendenza si è pacificamente svolta la gara dell’isola di Moorea, con vittoria per due buoni corridori d’origine locale: Philippe Remond (2:37.44) e Sophie Gardon (2:49.13)

    12 feb Tokyo

    Versione maschile della corsa della capitale nipponica, con un eccellente riscontro cronometrico per l’etiope Ambesse Tolosa, primo al traguardo dopo 2:08.58. Secondo Toshinari Takaoka (2:09.31), terzo Sammy Korir (2:10.07) e quarto Satoshi Irifune (2:10.47).

    12 feb Hong Kong

    Anche questa gara fa parte del circuito Standard Chartered, e quindi dispone di premi appetitosi che gli africani non si sono lasciati sfuggire. Ha vinto infatti Simon Bor (2.14.18) davanti a Stephen Muchiri (2:15,23) e Moges Taye (2:17.48). L’etiope Dire Tune ha prevalso fra le donne in 2:35.15

    17 feb Dubai

    La corsa degli Emirati Arabi rientra nel vasto programma di auto-promozione di quei Paesi che utilizza a tale scopo il potente riflettore dello sport, con qualche distorsione come l’acquisizione troppo facile di atleti provenienti dall’Africa. Stavolta i vincitori indossavano la maglia del loro Paese: il Kenya. Joseph Ngeny (2:13.02) e Delilah Asiago (2:43.09) hanno occupato le posizioni di vertice.

    19 feb Nobeoka

    Stavolta si trattava di una gara esclusivamente maschile, di buon livello, vinta da Yuichi Washio in 2:11.05, seguito da Kunichi Kita (2:11.41) e Kazuya Nakamori (2:12.08)

    19 feb Peninsula, Capetown

    Nel mare magnum delle maratone sudafricane (oltre cento se ne organizzano ogni anno!) segnaliamo questa corsa che si svolge su di un percorso abbastanza pianeggiante attorno alla penisola del Capo. Bella vittoria per lo stagionato namibiano Luketz Swartbooi (2:16.12) che ha preceduto d’esperienza il giovane Subiso Mbingeleli, secondo in 2:16.55. Piuttosto valido anche il campionato nazionale, disputato sul collaudato percorso della maratona di Port Elizabeth, che ha visto mettersi in evidenza un manipolo di nomi nuovi interessanti: vittoria per George Mofokeng (2:15.06), con Mike Fokoroni secondo (2:16.14) e Moses Lepheana terzo (2:16.16). In quattordici hanno concluso in meno di 2:20. Vittoria femminile per Samukeliso Moyo (2:46.14).

    19-26 feb Valencia e Sevilla, Esp

    Una dietro l’altra due delle migliori corse spagnole, giustamente definite “popular” vista la partecipazione di massa ed il clima di festa che le contraddistingue. A Valencia ha vinto l’etiope Tesfaye Dirba (2:14.23) davanti al francese Mouhcine Akhoudaoui (2:15.27) ed a Elias Chebet (2:15.42). Modesta la gara femminile vinta da Teresa Garcia in 2:57.02. A Siviglia 2:19.12 sono state sufficienti a Christoph Kipkoech per vincere mentre la nazionale Tina Maria Ramos ha prevalso fra le donne in 2:40.20 davanti all’inglese Michaela McCallum, che conosciamo bene, in un valido 2:42.44

    04 mar: New Plymouth, Energy City Harriers, NZL

    Bella prestazione di Matt Dravitzki, che ha vinto con quasi 10 minuti di vantaggio, con un buon 2:13.02. Senza opposizione anche la vincitrice femminile, Melanie Burke, prima in 2:42.38, con la seconda sopra le tre ore.

    05 mar: Otsu, Lake Biwa, JPN

    Lo spagnolo Josè Rios ha vinto questa classica gara invernale giapponese, per la seconda volta dopo il suo felice esordio nel 2004. Rimasto solo negli ultini quattro chilometri, Rios ha tagliato il traguardo in 2:09.15, nonostante il vento contrario nell’ultima parte di gara. Alle sue spalle Takayuki Matsumiya (2:10.20) e Satoshi Osaki (2:10.49) hanno completato il podio. Buon quarto il russo Shevtsov (2:10.59), alla seconda maratona dell’anno, e il messicano Pablo Olmedo (2:11.59). Solo sedicesimo il vincitore dello scorso anno, il keniano Joseph Riri (2:16.58). Ben 21 giapponesi hanno concluso in meno di 2:20.00 In questa gara corrono solo uomini, mentre altre sono riservate alle sole donne. In questo modo in Giappone viene risolto il problema delle gare “miste” in cui la presenza dei gabbiani (spesso lautamente ingaggiati) finisce col falsare sensibilmente il risultato finale.

    05 mar: Kuala Lampur, AM Bank, MAS

    Dominio keniano in questa ricca gara malese, partita alle 5 del mattino per evitare almeno in parte l’insopportabile calura, che ha comunque condizionato pesantemente le prestazioni tecniche. Ha prevalso Samuel Tarus in 2:21.01, davanti a John Cheboi (2:22.20) e all’ugandese Joseph Nsubula (2:23.17. Primo dei corridori dell’area è stato R.Bandawa, dello Sri Lanka, sesto in 2:27.43. Fra le donne hanno prevalso invece le atlete cinesi, piazzate ai primi tre posti: Xian Mushui (2:53.32), Cheng Cheng Cui (2:53.58) e Xing Xue (2:57.14). Quarta la Chandraka, dello Sri Lanka, in 3:00.18

    05 mar: Torreon, maraton Lala, MEX

    I corridori messicani sono riusciti, questa volta, a respingere l’assalto keniano alla loro corsa più popolare. Fra gli uomini ha prevalso infatti Franco Procopio, col buon tempo di 2:14.24, davanti a Leonard Ngigi (2:15.33) e Christopher Toroitich (2:15.52). Vittoria casalinga anche in campo femminile, dove ha prevalso un nome nuovo, Maria Elena Valencia in 2:33.14. Seconda la keniana Neriah Asiba in 2:36.28 e terza la messicana Ericka Guevara (2:38.27)

    12mar: Nagoya, JPN

    E’ ancora una maratona riservata alle donne, questa che si è disputata a Nagoya, in Giappone, ed ancora una volta a trionfare sono state le atlete giapponesi, per la verità scarsamente contrastate da una risicata rappresentanza del resto del mondo. Ha prevalso Harumi Hiroyama, dopo un duello con Yoko Shibui concluso solo negli ultimi due chilometri. Eccellente il risultato tecnico: 2:23.26 per la prima e 2:23.58 per la seconda. Alle loro spalle un’altra giapponese, Chika Horie, ha prevalso per il terzo posto in 2:28.01 sulla rumena Alina Tecuta (2:29.30). Solo nona l’etiope Mulu Seboka ed undicesima la russa Alina Ivanova. Ben trenta concorrenti hanno concluso in meno di 2:50. Fra queste è arrivata al traguardo in ventiduesima posizione la campionessa del mondo 2005 dei 100km, Hiroko Syou, in 2:42.45

    12mar: Dong-A, Seoul, KOR

    Un’altra grande maratona asiatica si è disputata nella capitale coreana, sponsorizzata da una catena di grandi magazzini, e che è una delle più antiche che si svolgano ininterrottamente dalla prima edizione: infatti questa maratona risale agli anni ’50, ed ha quasi sempre avuto una grande rilevanza internazionale. Quest’anno la vittoria ha arriso al sudafricano Gert Thys, un corridore ben conosciuto che da molti anni si piazza ai vertici della specialità, brillando proprio nelle più importanti corse asiatiche. Nel 2006 il sudafricano aveva già vinto in febbraio l’altrettanto classica Beppu-Oita. In questa gara invece era stato secondo lo scorso anno. Non straordinario il tempo, condizionato dal caldo umido, 2:10.40. Alle sue spalle il keniano di turno, Jason Mbote in 2:11.40, l’etiope Araya Haregot in 2:11.56 e il locale Ji Young-joon in 2:12.08. In campo femminile si registra una straordinaria prova della cinese Zhou Chunxiu la quale, senza opposizione, ha raggiunto il traguardo in 2:19.51. Non si tratta di una sconosciuta, infatti la cinese aveva già vinto questa prova lo scorso anno sul piede di 2:23 ed aveva concluso la stagione con un bel 2:21.11, seconda alla maratona di Pechino.

    12mar Casablanca, MAR

    Nuovi marocchini in azione nella maratona di Casablanca, dove ha raggiunto il traguardo per primo Khalid Boumlili in 2:13.01, davanti a Hamou Moudji in 2.14.00 ed al keniano Firmin Kipiaget (2:16.12). Successo keniano invece nella gara femminile, vinta da Hellen Kiprop in 2:34.43

    19 mar: Commonwealth Games, Melbourne, Aus

    Gli atleti keniani proprio non ce la fanno a vincere un titolo nelle manifestazioni internazionali di campionato, neppure quando si tratta di un titolo piuttosto svalutato, come quello che si è assegnato a Melbourne, in apertura del Giochi del Commonwealth. Nella gara maschile una tranquilla cavalcata solitaria ha portato alla vittoria il tanzaniano Samson Ramadhani, col tempo non straordinario di 2:11.29, mentre il battuto keniano di turno è stato Fred Mogaka (2:12.03) e terzo l’inglese Dan Robinson (2:14.50). Molto più combattuta la gara femminile: l’australiana Kerryn McCann si è involata prima del trentesimo chilometro avviandosi verso una vittoria senza storia, ma, negli ultimi chilometri piombava in una crisi improvvisa che la costringeva a fermarsi. Spinta dal pubblico di casa e da una ferrea volontà riprendeva la corsa ed entrava per prima nello stadio, seguita a ruota dalla keniana Hellen Cherono, che la rimontava metro per metro. Sul traguardo l’australiana riusciva a mantenere comunque un paio di secondi di vantaggio, che le regalavano la vittoria e sancivano la seconda sconfitta keniana. 2:30.54 il tempo della McCann e 2:30.56 per la Cherono. Terza l’inglese Elizabeth Yelling con 2:32.19.

    19 mar: Los Angeles CA, Usa

    Questa è stata la maratona più importante del ricchissimo week-end Usa che programmava ben 14 gare, comprese le ultra. In campo maschile hanno dominato i keniani, quattro su quattro all’arrivo, con Benson Cherono primo con l’eccellente tempo di 2:08.39, seguito da Laban Kipkemboi (2:10.34), Simon Wangai (2:10.34) e Thomas Omwenga (2:11.45) seguiti dall’etiope Habte Jifar, quinto in 2:12.38. Più combattuta la gara femminile che ha visto prevalere la russa Lidiya Grigoryeva col bel tempo di 2:25.10, di poco avanti a Gete Wami (2:25.26) e a Lyubov Denisova (2:26.18). Quarta la rumena Nuta Olaru con 2:30.30. Fra le altre una nota a parte la merita l’ucraina Tatyana Pozdnyakova, aarivata sesta in 2:35.46: la brava atleta è giunta infatti al suo cinquantunesimo compleanno! Pensate che era già attiva negli anni ottanta e che, sotto la bandiera dell’Unione Sovietica, ha partecipato alle Olimpiadi di Seoul. Gli organizzatori di questa gara hanno avuto un’idea nuova e originale: hanno fatto partire le ragazze 20 minuti prima dei maschi ed hanno messo in palio un appetitoso premio in denaro per chi fosse giunto per primo al traguardo, maschio o femmina che fosse. Si trattava di 100.000 dollari, e se li è aggiudicati la Grigoryeva.

    La martona di Roma è stata la migliore della settimana, sia per numero di partecipanti che per qualità del risultato finale, ma non sono mancate altre prove interessanti di cui diamo conto, in apertura del periodo più intenso del calemdario, che mette in programma nel mese di aprile molte gare fra le più importanti dell’anno.

    25 mar: Xiamen, Chn

    Sempre molto buono il livello di questa importante maratona cinese, che viene seconda solo a quella di Pechino (Beijing). La gara si svolge sul lungomare, in un paesaggio mozzafiato, come altrettanto mozzafiato è lo smog che avvolge la città e per sfuggire parzialmente al quale la partenza è stata fissata addirittura alle 5 del mattino.

    Prevalenza degli atleti keniani invitati dall’organizzazione, col poco noto Steven Kamar arrivato in 2:10.46 davanti a Jonathan Kosgei (2:10.49) ed al cinese Deng Haiyang 2:10.50. Dominio cinese invece fra le donne, ma con prestazioni tecniche bruscamente peggiorate dopo il recente giro di vite anti-doping, che ha portato alla squalifica della più nota maratoneta cinese, Sun Jinjie. Qui ha vinto la SunWeiwei (2:26.32) davanti alla favorita Zhu Xiaolin (2:28.27) e alla Jin Man (2:29.51)

    26 mar: Barcelona, Maratò, Esp

    Rinasce la maratona della capitale catalana, dopo le difficoltà dello scorso anno che ne avevavo provocato lo spostamento in una località periferica ed il cambiamento del nome. Queste vicende hanno avuto come conseguenza una diminuzione complessiva del numero dei partecipanti, comunque molto consistente perché oltre i 4000 arrivati. Il nuovo percorso, molto turistico ma ricco di curve e di saliscendi, non ha favorito il risultato tecnico. Sei keniani ai primi posti, tutti preceduti da Jospeph Nguram in 2:12.36, davanti a Benjamin Pseret (2:13.46) e John Kipkorir Changwony (2:13.58). Modesta la gara femminile col successo dell’etiope Kebelesh Haile (2:41.23) davanti alla connazionale Gurmu Muliye Lemma in 2:42.30.

    26 mar: Cape May, Ocean Drive, Usa

    Questa maratona è una delle classiche americane, dal momento che ha visto le sue prime edizioni negli anni venti, anche se ora è piuttosto decaduta, anche a causa del percorso durissimo, ricavato interamente sulle coste dell’Oceano Atlantico, nel New Jersey. La vittoria ha arriso quest’anno a Chuck Engle, col tempo di 2.43.32. Non ci sarebbe notizia se non fosse per il fatto che Chuck è uno dei rari maratoneti che, nel proprio Paese, disputano un gran numero di gare a livello piuttosto alto, spesso vincendole, anche se spesso si tratta di prove non di primissimo piano. Chuck Engle è adesso alla sua undicesima maratona dell’anno, avendone vinte sette, compresa questa. Sembra quindi molto bene avviato a battere il suo record di otto maratone vinte in un anno, come fece nel 2005. Da noi personaggi del genere non mancano, anche con risultati migliori, quali Giorgio Calcaterra ed Emanuele Zenucchi. Allo stesso livello troviamo solo, oltre a Engle, il norvegese Helge Hafsas, il cèko Igor Heles e il belga Marc Papanikitas. Si potrebbe fantasticare di invitare questi personaggi ad una maratona autunnale per assegnare uno speciale trofeo del “più tosto”, aprendo a quanti fossero stati capaci, in un anno, di correre … diciamo 10 maratone in meno di tre ore, a titolo di qualificazione!


    02 apr: Bonn, RheinEnergie, Ger

    Tutti keniani in testa a questa maratona che apre il grande programma delle corse tedesche di primavera. Il gruppo di cinque africani si è liberato di tutti gli avversari, il migliore dei quali è risultato essere alla fine lo stagionato belga Rik Ceulemans, e si è giocato poi la vittoria negli ultimi chilometri. Senza difficoltà ha prevalso John Kirui, col tempo non trascendentale di 2:13.42. Seguono Evans Ogaro (2:15.28), Peter Chemei (2:17.00), Julius Mutai (2:17.27) e Jonah Kemboi (2:19.42). Molto modesta la gara femminile, con una sola atleta sotto le tre ore, ovvero la ben nota moldava Valentina Delion, alla quale è bastato fare 2:40.42 per vincere senza patemi.


    02 apr: Bratislava, Tatra Banka, Svk

    La Slovacchia ospita la più antica maratona europea, quella di Kosice, iniziata negli anni venti, ed ora lancia la maratona della sua capitale, la splendida città di Bratislava, che da sola merita il viaggio. Nella prima edizione ha prevalso il polacco Bogdan Dziuba (2:33.08) mentre fra le donne ha vinto la slovacca Andrea Beresova in 3:10.43. Fra i numerosi ospiti stranieri da segnalare anche un gruppetto di italiani, fra cui si è fatto particolarmente onore il nuorese Maurizio Muggianu, terzo in 2:56.08

    02 apr: Vitoria-Gasteiz, Martin Fiz, Esp

    Gli spagnoli sono talmente orgogliosi del loro campione Martin Fiz che non hanno neppure aspettato che si ritirasse completamente dall’attività per dedicargli una maratona nella sua città natale. La stessa cosa hanno fatto a Lisbona con Lopes: si vede che da quelle parti usa così!

    Quest’anno la maratona Martin Fiz era valida anche come campionato nazionale ma, come succede anche da noi, questo non è valso ad attirare la partecipazione dei migliori corridori nazionali. La vittoria è così andata al keniano di turno, James Mibei, in 2:16.33 che ha preceduto di un solo secondo il bravo maratoneta di Andorra Toni Bernardo. Terzo, e campione nazionale, Javier Diaz Carretero in 2:19.39. Rosa Maria Teresi Morales ha prevalso nella classifica femminile, in 2:49.30

    09 apr: Rotterdam, Ned

    Assoluto dominio africano nella prima grande maratona dell’anno, che con quella di Parigi apre uno dei mesi più intensi per gli emuli di Filippide. Lo squadrone kenyano è sceso in massa e facendo, come al solito, gara di gruppo ha reso vana l’opposizione degli altri africani. A forza di lepri, favoriti anche dal percorso tradizionalmente fra i più veloci al mondo, Sammy Korir ha messo a segno il miglior crono della stagione con un eclatante 2:06.38, davanti a Paul Kirui in 2:06.44 ed a Charles Kibiwott in 2:06.52. Primo dei non kenyani (in 7 nei primi dieci!) è stato l’etiope Dejene Birhanu, nettamente staccato e pur capace di chiudere in 2:08.46. La vecchia Europa si è dovuta accontentare del decimo posto dell’olandese Kamiel Maase (2:10.45). Più incerta la gara femminile, nella quale si è rivista nientemeno che Tegla Loroupe (quinta in 2:33.34): ha vinto l’etiope Mindaye Gishu in un appena discreto 2:28.30, davanti alla slava Helena Javornik (2:29.37) ed alla nuova spagnola Isabel Eizmendi in 2:31.53.

    09 apr: Paris, Fra

    L’altra grande gara di questo fine settimana si è corsa a Parigi, su di un percorso molto più spettacolare di quello di Rotterdam ma meno veloce.Questa volta l’eterna lotta fra Kenya ed Etiopia ha visto prevalere un nipotino di Bikila, il ben noto Melese Geshaw, che ha staccato il plotone kenyano ed è andato a vincere in solitudine in 2:08.03. Alle sue spalle sono arrivati Kiprotich Kemei (2:08.51) e Bernard Barmasai (2:08.52). Quarto e primo degli europei il portoghese Luis Jesus in 2:08.55. Qui era in gara anche il nostro Ottavio Andriani, che ha concluso decimo in 2:10.51, senza infamia e senza lode. Bella volata fra le russe, invece, in campo femminile, con vittoria per Irina Timofeyeva in 2:27.22 (discreto) davanti alla Natalya Volgina (2:27.32) ed alla Pamela Chepchumba in 2:29.48. Da segnalare fra i piazzati l’italiano Marco Redaelli, 35° in 2:27.17 Gli organizzatori comunicano che gli arrivati sono stati 30.739, il che rende la maratona di Parigi una delle più frequentate del mondo.

    09 apr: Zurich, Sui

    Successo etiope anche nell’importante maratona di Zurigo, con il conosciuto Eticha Tesfaye che ha prevalso in 2.12.40, praticamente in volata su Alfonse Yatich Kibor del Kenya (2:12.55) ed al tanzaniano Disdery Lucian Hombo, staccato, in 2:18.14. Successo russo nelle donne: ha vinto il notevole premio Helena Tikhonova (2:39.53), davanti alla danese Annemette Jensen (2:41.17) e alla svozzera Maja Neuenschwander in 2:44.24

    09 apr: Debno, Pol

    Il movimento polacco del fondo sta vivendo una fase di rilancio, specie organizzativo, e questa maratona di Debno è diventata in pochi anni una delle più importanti. Tutti polacchi i primi tre, nonostante la presenza di alcuni kenyani di seconda schiera e di alcuni russi. Il vincitore è stato Rafal Wojcik (2:14.11) su Pawel Ochal (2:15.49) e Marek Jaroszewski (2:16.09). Tripletta della Bielorussia invece in campo femminile: Elena Mazovka (2:36.41), davanti a Natalia Kravets (2:39.20) e Tamara Belkina (2:41.16). Gli atleti di questo Paese dell’ex Unione Sovietica frequentano moltissimo le gare della confinante Polonia, anche per ragioni storiche. Infatti parte dell loro territorio e degli abitanti appartenevano un tempo alla Polonia, dalla quale si sono dovuti staccare dopo la seconda guerra mondiale, ma la lingua e la cultura hanno mantenuto forti collegamenti ancora vivi.

    09 apr: Polo Nord

    Fra tutte le prove “pazze” che si potevano immaginare questa maratona del Polo Nord merita un posto di rilievo. Pensate che sono andati ad organizzare una maratona presso la base provvisoria polare russa, situata esattamente al Polo geografico e naturalmente alloggiata su di un lastrone di ghiaccio, data la natura leggermente oceanica dei luoghi, e perciò definita provvisoria. Gli organizzatori ci tengono a precisare che la maratona è stata accuratamanete misurata e certificata, e che la temperatura era tutto sommato accettabile, dal momento che misurava 23 gradi sotto zero. Per questo motivo è stata definita semplicemente “la più fresca del mondo”. Per la cronaca hanno partecipato 54 concorrenti, tutti arrivati, ed il primo al traguardo è stato l’irlandese Michael Collins, in 4:28.35

    22 apr Beograd, Scg

    Migliaia di partecipanti a questa manifestazione che stenta a decollare, ma solo 140 alla maratona. Dominio assoluto della pattuglia keniana, praticamanete senza apposizione, che ha occupato le prime otto posizioni nella gara maschile. Molto buona la prestazione del vincitore, Japhet Kipkorir Koskei, che ha tagliato il traguardo dopo 2:10.54. Alle sue spalle sono arrivati Festus Kioko (2:11.30) e Reuben Mtumwo (2:12.31). In campo femminile ha prevalso invece la collaudata bielorussa Halina Karnatsevich, in un appena discreto 2:34.35. Seconda Chilapong Chemokil (Kenya) in 2:36.10 e l’etiope Adenech Bayene Jemisu in 2:41.12

    23 apr Conergy Hamburg, Ger

    L’altra grande maratona di questo fine settimana era quella di Amburgo, che rivaleggia con Londra per qualità tecnica e numero di partecipanti. Pur rimanendo un gradino sotto la consorella inglese, la maratona di Amburgo ha fatto registrare 16.376 arrivati e buonissime prestazioni dei migliori. Ha vinto colui che sapevamo da tempo essere il possibile avversario più forte per i nostri ai prosismi Campionati Europei , lo spagnolo Julio Rey che ha dominato la pattuglia di keniani in 2:06.52, con un finale impressionante da vero pistard. Dietro di lui Robert Cheboror (2:07.37), James Rotich (2:09.25) e James Kigen (2:10.00). Solo settimo Danilo Goffi, autore di un incolore 2:11.09.

    La prova femminile è stata invece vinta da Robe Tola in 2:24.35, buono anche questo, su Rose Cheruiyot (2:27.09) ed Irina Permitina (2:27.35). Qui si è rivista una vecchia gloria: la portoghese Fernanda Ribeiro, ora 37enne, protagonista in pista negli anni ’90, che ad Amburgo è arrivata sesta in 2:29.48

    23 apr Twente Enschede, Ned

    L’infinita tribù dei corridori keniani ha prodotto un bel tris anche in questa gara olandese di buona tradizione. Sammy Rotich (2:12.05), John Kelai (2:12.05) e Albert Matebor (2:12.21) si sono suddivisi l’interessante monte-premi, davanti ad un terzetto di etiopi, regolato dallo sconosciuto Tekeste Nekatibebe, quarto in 2:13.05


    23 apr Donau Linz, Aut

    Buona partecipazione e bella gara anche a Linz, in Austria. Come spesso accade la “lepre” Benjamin Itok, ha tirato dritto ed è andato a vincere in 2:10.47, davanti al connazionale Ernest Kipyego (2:11.12). Dal momento che Itok portava il pettorale differenziato delle lepri, la faccenda ha suscitato aspre e non infondate polemiche, dal momento che gli altri si sono regolati di conseguenza. Quando la finiremo con questo malcostume? Regolare invece la vittoria femminile per l’ucraina Olena Samko, in 2:39.17

    23 apr Lyon, Fra

    La coincidenza con troppe gare importanti ha penalizzato la maratona della città del sud della Francia. Ha vinto l’algerino Kais Bouziane, col modesto tempo di 2:24.56, mentre un campo femminile ha prevalso Murielle Brionne, conosciuta anche nel mondo delle ultra, con 2:49.39. Si è rivista anche la migliore centista francese degli ultimi anni, Magali Maggiolini, terza in 2:55.43

    23 apr Wroclaw, Pol

    Un migliaio di partecipanti per la gara della bella città di Wroclaw, dai quali è emerso il keniano di turno, Richard Rotich in 2:18.17, davanti a Marek Poszepczynski (2:19.37). Fra le donne vittoria della praghese Ivana Martincova col tempo di 2:53.54

    29 apr Country Music, Nashville, Usa

    Oltre quattromila persone hanno preso parte alla Maratona organizzata nella patria della musica country, metà delle quali donne. Questa notevole partecipazione femminile è una caratteristica sempre più presente nelle gare nord-americane ed ha già prodotto notevoli risultati anche sul piano agonistico. In questo caso la gara femminile è stata tuttavia dominio delle atlete “ospiti”, con vittoria per la russa Tatyana Mironova (2:36.51), davanti alla keniana Anne Jelagat (2:37.23) e all’etiope Dire Tune (2:39.10). Successo etiope fra gli uomini, con vittoria per Feyisa Tusse, che ha tagliato il traguardo dopo 2:15.06 davanti a David Kirui (2:15.20) e a Fekadu Degefu (2:15.26).


    29 apr Rotorua, Nzl

    Si è svolta sul classico percorso che circonda il lago di Rotorua la più antica maratona della Nuova Zelanda, che ha visto la partecipazione di 1800 atleti, un numero considerevole per un Paese scarsamente abitato come questo. Hanno prevalso Scott Winton fra gli uomini, con 2.25.34, e Melanie Burke in 2:53.35 fra le donne, tempi buoni considerata la difficoltà del percorso.

    30 apr Madrid, Esp

    La Maraton Popular de Madrid è una gara affascinante che non ha timore di bloccare per una mattinata il centro storico di una delle più belle città d’Europa, ed è stata anche quest’anno onorata dalla partecipazione di oltre diecimila corridori. Unici assenti i migliori spagnoli, che, come accade anche in altri Paesi, evitano ormai di scontrarsi col nugolo di lepri keniane che solitamente condizionano queste prove a beneficio, talvolta esclusivo, dei connazionali. Dominio africano quindi, con vittoria per un bravo Joseph Ngolepus (2:11.30) su Silas Sang (2:11.44) e James Moiben (2:12.20).

    Successo della tanzaniana Banuelia Katesigwa in campo femminile, in 2:34.54, davanti a Florence Barsosio (2:36.03) e Beatrice Omwanza (2:37.26).


    30 apr Oberelbe, Dresden, Ger

    Gli atleti polacchi si stanno ritagliando da tempo un loro spazio nel ricchissimo panorama delle maratone tedesche, come è accaduto anche nella prestigiosa gara dell’Elba, vinta da Tomasz Wilczynski (2:25.09) in campo maschile e da Ewa Fliegert (2:56.39) fra le donne.

    30 apr Rhein Ruhr,Duisburg, Ger

    Magnus Kreth ha vinto la maratona di Duisburg in 2:30.08, davanti al turco Muharrem Yilmaz in 2.32.41. In campo femminile successo per Antje Moller in 2.56.39

    30 apr Salzburg, Aut

    Nella città di Mozart organizzano questa maratona per raccogliere fondi a favore dell’AMREF, l’organizzazione che agisce da anni in maniera efficace a favore delle popolazioni africane più svantaggiate. Viene invece da un Paese meno in crisi di altri il vincitore keniano Josephat Kiprono Rotich, che in 2:27.42 ha vinto la gara maschile, mentre in quella femminile successo per l’atleta di casa Sabine Hofer in 2:56.33

    30 apr Big Sur, Carmel, Usa

    Tremila concorrenti per la spettacolare maratona che si svolge da venti anni sulla costa mozzafiato della californiana baia di Monterey. Il percorso che ne risulta è piuttosto duro, ricco di saliscendi e con qualche passaggio fuori-strada, che condiziona il risultato tecnico. Buono quindi il tempo del vincitore, il keniano Charles Nyakundi, in procinto di acquisire la cittadinanza americana, che ha prevalso in 2:21.43, davanti a Benson Osoro (2:23.13) e Christopher Zieman (2:36.30). Successo femminile per Mary Coordt (2:59.20), davanti a Tammy Slusser in 3:01.12

    30 apr Oklahoma City, Usa

    Buona partecipazione anche per la maratona dell’Oklahoma, con quasi 2000 concorrenti. Vittoria per Jerry Faulkner (2:36.03) e Sara Pizzocchero, da Austin TX, in 3:02.07

    01 may Belfast, Nir

    Successo keniano anche nella maratona della capitale nord irlandese, con vittoria per Stephen Ndungu (2:16.51) in campo maschile e Joyce Kanda (2:43.11) in campo femminile.

    01 may Senart, Fra

    Micah Kiplagat Yato ha vinto la maratona del Senart col tempo di 2:22.01, davanti a Mohamed El Yamani (2:23.06) e Victor Rodrigues (2:24.18). Molto interessante il risultato in campo femminile della centista Laurence Fricotteaux, che ha vinto senza opposizione in 2:48.03. Era assente ai campionati nazionali dei 100km, per cui non sappiamo se farà parte della sua nazionale per Torhout, ma se dovesse esserci sarebbe un’avversaria da tenere d’occhio.

    01 may Wally Hayward Marathon, Rsa

    Il 28 aprile 2006, all’età di 97 anni, è mancato Wally Hayward, il grande protagonista della corsa di fondo degli anni 30-50, a cui questa maratona è dedicata fin dal 1986. Wally Hayward è il mitico vincitore di ben 6 Comrades, la prima delle quali nel 1931, a soli 21 anni, e la seconda vent’anni dopo. Nel 1954 fu il primo uomo a concludere la Comrades in meno di 6 ore. All’età di 80 anni Wally ha preso parte alla sua ultima Comrades, concludendola col tempo di 10.58.03 . Nel 1952 prese parte alla maratona Olimpica ed inoltre, nel 1953, vinse una London-Brighton a tempo di record. In quello stesso anno stabilì il record mondiale delle 100 miglia in pista. 3000 corridori hanno celebrato la sua figura, correndo sulle strade dei dintorni di Johannesburg. La gara è stata vinta da Paul Gabonewe in 2:31.50 e da Riana van Niekerk in 3:03.32

    07 may Vienna City, Aut

    Era questa la gara più significativa della settimana, e si è sviluppata nel duello fra keniani e resto del mondo, con vittoria stavolta per il marocchino Lahoussine Mrikik, autore di un eccellente tempo di 2:08.20, tanto gli è occorso per aver ragione di Peter Chebet, secondo in 2:08.56. Al terzo posto un altro “infiltrato”, l’ucraino Dmytriy Baranosvsky (2:10.56) davanti a Stanley Lelei (2:12.49) ed al russo Oleg Bolokhovets (2:12.53). In campo femminile bella vittoria ed ottimo tempo per la giapponese Tomo Morimoto, prima in 2:24.33 davanti alla connazionale Chieko Yamasaki (2:29.09), a Mary Ptikany (2:31.29) ed alla prima austriaca, Susanne Pumper in 2:32.21. Ottima quinta l’azzurra di corsa in montagna Rosita Rota-Gelpi, che non disdegna di fare qualche ottima puntata in maratona con eccellenti risultati come in questo caso: 2:37.48. Alle sue spalle una deludente Tiziana Alagia (2:41.19)

    07 may Geneve, Sui

    Successo etiope nella maratona di Ginevra. La vittoria è andata a Eticha Tesfaye con 2:15.31 davanti a Yami Beru Tegenu (2:26.36). In campo femminile ha prevalso la polacca Joanna Schmiel in 2:45.07

    07 may Krakow, Pol

    Gran lotta nella maratona della bella città polacca, che alla fine ha visto prevalere il keniano Mathew Kosgei dopo 2:17.17 di duello con Adam Dobrzynski (2:17.53), il bielorusso Andriy Gordeyev (2:18.16) e l’altro polacco Radoslaw Dudycz (2:18.51). Vittoria femminile per la bielorussa Elena Mazovka, in 2:43.53) su Volha Yudenkova 2:44.02

    07 may Hannover e Dusseldorf, Ger

    Due discrete maratone tedesche erano in programma domenica: come al solito ottima organizzazione e vasta partecipazione e… vittorie keniane. Ad Hannover ha prevalso David Kiptanui (2:14.13) davanti ad Augustus Kavutu (2:16.29) e Josephat Kipchoge Rop (2:16.38). L’etiope Chala Kemeni è stata prima delle donne, in 2:47.43. A Dusseldorf ha vinto Julius Kiptum Rop (2:15.56) sul tedesco Martin Belkmann (2:17.00) ed il migliore di una nutrita spedizione brasiliana, Everton Luduvice Morais (2:19.12). La tedesca di origini rumene Luminita Zaituc, ben conosciuta, ha vinto fra le donne in 2:34.53, davanti alla cinese Zhang Shujing (2:37.20). Per ora queste cinesi, quando si esibiscono all’estero, spesso peggiorano nettamente i propri personali: chissà cosa vuol dire…

    07 may, Vancouver e Cincinnati, Usa-Can

    Le due più importanti manifestazioni del Nord-America erano questa settimana in programma a Vancouver ed a Cicninnati. Entrambe le gare hanno visto la partecipazione di oltre 5000 atleti. In Canada ha vinto l’etiope “di casa” Kassahun Kabiso in 2:18.29, solo cinque secondi davanti a Joseph Kahugu, altro residente in Canada. Discreta anche la prove feeminile, vinta dalla polacca Malgorzata Sobanska (2:37.06) avanti alla favorita statunitense Mary Akor (2:45.33). A Cincinnati vittoria per l’uomo di casa Cecil Franke in 2:20.26 e di Norah Shire in 2.56.21

    13 mag Mombasa, Ken

    Pur nell’iniziale confusione organizzativa, dovuta anche allo straodinario numero di partecipanti, per lo più giovanissimi in cerca di un posto al sole, la gara africana si è poi sviluppata su ritmi molto dignitosi. Al traguardo è giunto per primo Philip Kemei in 2:11.06, tempo che costituisce, a sorpresa, la miglior prestazione ottenuta da un keniano sul suolo keniano! Alle sue spalle sono arrivati Michael Misoi (2:11.08), battuto allo sprint, e poi Joel Saitoti (2:11.35), John Maiwa (2:11.49), Julius Kiprotich (2:12.45) e altri 16 sotto le 2:20. Tutta gente di cui sentiremo riparlare. Modesta invece la gara femminile, vinta da Jane Wandahi in 2:39.53 davanti a Monica Cherop 2:44.45

    14 mag Praga, Cze

    La migliore della settimana era senza dubbio la maratona della magnifica capitale cecha, nella quale si sono infatti dati convegno oltre 3000 partecipanti provenienti da 56 nazioni diverse. Sul piano agonistico dominio africano, con vittoria del keniano del Bahrein Shami Mubarak (2:11.11) su David Kemboi (2:11.42) e Joseph Ngeny (2:13.57). In campo femminile successo della russa Alina Ivanova, una cliente difficile per tutti ai prossimi campionati europei, col bel tempo di 2:29.20, davanti a Caroline Kwambai (2:31.08) e Caroline Cheptanui (2.31.10) Moltissimi gli italiani presenti, giustamente attratti anche dal fascino della città d’oro, fra i quali si è messo in evidenza Silvio Trivelloni, decimo al traguardo in 2.22.30

    14 mag Gutemberg, Mainz, Ger

    Una diecina di maratone erano in programma in Germania fra sabato e domenica, e fra queste alcune piuttosto importanti. A Magonza si celebrava l’invenzione della stampa con la maratona dedicata a Gutemberg, vinta con un buon tempo dall’ucraino Andrei Naumov (2:13.56) davanti a Elisha Sawe (2:18.13). La romena Maria Magdalena Teodorascu ha conquistato la prova femminile col tempo di 2:43.05 sulla turca Lale Ozturk (2:48.59). A Wurzburg la pattuglia keniana ha reso del tutto evidente qual’era il suo maggior interesse dividendo fraternamente i premi, Simon Loywapet e Eliud Kurgat giunti a braccetto in 2:16.01. L’ucraina Olga Nevkapsa ha vinto fra le donne in 2:39.57

    14 mag Lille-Lens, Fra

    I campionati nazionali di maratona, non solo da noi, hanno ormai perso d’interesse e raramente forniscono risultati significativi in relazione al movimento di una Nazione. A questa regola non è sfuggito neppure il campionato francese, vinto domenica dall’esordiente Mohamed Reziga in 2:20.39, svantaggiato anche dal caldo, che ha preceduto di soli tre secondi una vecchia conoscenza dei nostri ultra-maratoneti, Pascal Fetizon, il miglior centista di Francia. Non è dato sapere se sarà presente al prossimo campionato europeo (16 giugno a Torhout), ma è certo che ha fornito una notevole prova d’efficienza. L’ex russa Svetlana Pretot ha vinto il titolo femminile in 2:43.39

    14 mag Mrt de la Meuse, Visè, Bel

    Campionato nazionale anche per il Belgio a Visè, dalle parti di Liegi, e discreto risultato per Eric Gerome (2:17.14) che ha lottato fino all’ultimo con Gino van Geyte (2:17.21). La prova femminile è andata all’etiope Alemitu Bekele (2:49.41), mentre Veerle d’Haese ha riportato il titolo femminile in 2:51.29

    20 mag Pechino, Grande Muraglia

    Se vi piace fare le scale di corsa andate alla maratona della Grande Muraglia: farete un bel viaggio ed avrete l’opportunità di correre per 42 chilometri fatti di impennate pazzesche, scale ripidissime, discese a rompicollo e perfino qualche tratto di pianura. Il tutto sul camminamento della Grande Muraglia Cinese, la più grande costruzione in muratura del pianeta, in compagnia di alcune centinaia di pazzi, innamorati della corsa come voi. Per la cronaca, quest’anno hanno vinto il britannico David Arden, in 3:38.06 e la neozelandese Margaret Stewart in 4:16.58. Spulciando l’ordine d’arrivo scopriamo anche che era presente una italiana, Lisa Iorio, quarta in 4:36.22


    21 mag Copenhagen, Den

    Man mano che il calendario procede verso l’estate le grandi maratone procedono verso nord e cominciano ad interessare le capitali scandinave. Dopo Vienna e Praga, ecco adesso la maratona della capitale danese, che a sua volta precede quelle di Stoccolma ed Helsinki. Corsa bella e spettacolare, immersa in quella particolarissima atmosfera che pervade il grande Nord all’annuncio dell’estate, tanto che anche molti turisti-podisti italiani non hanno mancato l’appuntamento. Sul piano agonistico la gara si è sviluppata senza grandi sussulti, con vittoria per il danese Juul Nielsen in 2:24.08 e la sua connazionale Katherine Tilma in 2.49.23. Fra i piazzati da notare il ritorno a buone prestazioni del centista francese Djouadi, giunto quarto 2:31.34


    21 mag Porto Alegre, Bra

    Prima maratona di un certo interesse in Brasile, in quello che per loro è l’inizio dell’inverno, Paese da tenere d’occhio viste le imprese che di tanto in tanto i loro migliori atleti sanno fornire. Clima ancora sfavorevole, caldo e umido, e quindi tempo apprezzabile per il vincitore Claudir Rodrigues, primo in 2:18.20 davanti a Eliesio Miranda (2:18.36). Vittoria femminile per Maria Sandra Pereira (2:41.55) che ha preceduto Rosa Jussara Barbosa (2:44.48).


    21 mag Melbourne, Great Ocean Road, Aus

    Gara dura e spettacolare, tutta giocata sulla strada che costeggia l’Oceano Pacifico, immersa in paesaggi mozzafiato e saliscendi… spaccagambe. Ha vinto un keniano di casa in Australia, Jemes Kariuki, nel tempo non male di 2:33.13, considerate le difficoltà del percorso. In campo femminile vittoria per Nadelle Legge in 3.15.36. La vecchia conoscenza Steve Moneghetti, ora 44enne, ha vinto la gara di contorno sui 14 chilometri, in 41.51,8: un tempo che equivale a circa 30 minuti sui 10km.

    27 mag Europe, Luxembourg

    L’Europa è forse in crisi, ma le maratone intitolate all’Europa di certo non lo sono. Dopo quella di Trieste ed altre minori in Germania, registriamo la maratona d’Europa del Lussemburgo, vinta dall’algerino Kamel Kohil in 17.28, davanti al francese Mouhcine Akhoudaoui in 2:18.22 ed altri 2000 corridori. Vittoria femminile per la ragazza di casa Pascale Schmoetten (3:04.57)

    28 mag Ottawa, National Capital, Can

    La migliore del week-end nel Nord-America è stata la maratona della capitale canadese, che ha anche il pregio di essere una delle più antiche corse del Paese. Molte discussioni all’arrivo a causa di una segnaletica confusa, ma alla fine il risultato è stato ufficializzato come riportiamo, pur con un probabile taglio di 400 metri da parte dei migliori. I vincitori sono stati dunque due: il keniano Matui, che però è stato erroneamente dirottato sul percorso sbagliato, risparmiando così 400 metri, ed il marocchino Abderrahim Bouramdane, primo fra coloro che hanno fatto il percorso regolare, in 2:12.18 davanti a Zaid Laaroussi (2:12.59). Nella classifica ufficiale risulta vincitore Amos Matui, col tempo di 2:10.32, davanti all’etiope Kasime Adillo (2:10.48) e a David Cheruiyot (2:11.08) e Firmin Kipchoge in 2:11.33. In campo femminile invece vittoria, regolare, di casa per la naturalizzata canadese Lioudmila Kortchaguina in 2:29.42, che le vale la qualificazione olimpica, davanti a Moges Zebenaiye (2:36.14) e Helena Loshangyang (2:37.43), Sesta è arrivata l’italiana Paola Ventrella, in 2:50.57 Che confusione!


    29 mag Camp Namche (Everest): Tenzing-Hillary Marathon, Nep

    La celebrazione del mito di Maratona non conosce limiti e non poteva trascurare la montagna più alta del Pianeta. Facendo perno sul tradizionale campo-base basso di molte spedizioni, a circa 5400 metri di quota, viene da qualche anno organizzata questa maratona, che definire “trail” è perfino riduttivo, intitolata ai due alpinisti che per primi salirono la vetta dell’Everest: lo sherpa Norgay Tenzing ed il neo-zelandese Edmund Hillary. Grande partecipazione di festosi giovani sherpa, per i quali correre senza pesi addosso deve sembrare una specie di gioco, e di qualche europeo. Il risultato ci dice che hanno vinto Deepak Dai, in 3:28.27 (tempo anche piuttosto buono) e la ragazza 14enne Ang Dami Sherpa in 5:06.55

    03 giu Stockholm, Swe

    Prosegue il periodo delle maratone del Nord, ed è la volta di Stoccolma. La bella capitale svedese ha ospitato una gara dalla grande partecipazione (12.943 al traguardo) e dal discreto valore tecnico. Su tutti hanno prevalso gli atleti dello Zimbabwe, che poco si vedono da noi ma che mietono allori specialmente nel vicino Sud Africa. Primo al traguardo Philip Bandawe in 2:17.01, davanti a Michael Ngaseke (2:20.05) ed allo svedese Kent Claesson (2:22.23). Al decimo posto troviamo il marciatore lettone Aigars Fadejevs, stavolta in veste di corridore (2:28.30) ed al tretatreesimo il primo dei numerosi italiani, Christian Jocher (2:40.22). Fra le donne vittoria di casa per la svedese Anna Rahm in 2:36.37, mentre seconda è arrivata l’austriaca Eva Maria Gradwohl (2:42.48) e terza la spagnola Tina Maria Ramos (2:44.03). La migliore delle italiane è stata Marina Pigoni, 48° in 3:23.03

    04 giu Christchurch, Nzl

    Diamo un’occhiata adesso all’altra faccia della Terra, per relazionare sulla maratona neo-zelandese di Christchurch, vinta da atleti asutraliani. Jeremy Horne ha prevalso in campo maschile (2:26.54) mentre Kate Seibold Crosbie è stata la prima delle donne in 2:54.07

    04 giu Salt Lake City, Usa

    La capitale dei Mormoni, nel fantastico scenario della vallata montana che la raccoglie, ha ospitato anche quest’anno una bella maratona, tradizionalmente dedicata alla chiusura della prima parte di stagione negli Stati Uniti. Dotata com’è di un ottimo monte premi non poteva sfuggire alle varie colonie di corridori basate negli States, e così è stato. Vittoria dunque per il keniano Joseph Nguran (2:16.41) che ha preceduto Philip Tarus (2:17.58) e Demissie Ashebir (2:18.23). L’ucraina Ilona Baranova, nome piuttosto nuovo, ha conquistato la gara femminile (2:38.04), secondo posto per Worknech Tola (2:42.00) e terza Delillah Asiago (2:45.50)

    04 giu San Diego Rock’n’Roll, Usa

    Si è celebrata nel sud della California una delle gare più importanti del calendario americano, anche se poco frequentata dai nostri, ovvero la maratona intitolata al Rock’n’Roll. Grande partecipazione, con 15.771 arrivati, di cui ben 8414 donne, cioè la maggioranza assoluta. Tutto africano il podio maschile e bella vittoria per l’etiope Ambesse Tolosa, in 2:10.08, un ottimo tempo considerate le condizioni ambientali non ideali. Dietro di lui una lunga teoria di keniani, con inserimento di un paio d’etiopi, in 10 sotto le 2:20. Secondo è arrivato Simon Bor (2:10.37), terzo Stephen Kiogora (2:11.45) e quarto Benjamin Kemboi (2:11.50). Successo delle atlete africane anche nella gara femminile, dove è giunta per prima al traguardo Alice Chelangat (2:28.21), dopo un duro confronto con Hellen Kimutai (2:28.44), Lyubov Morgunova (2:29.39) e Askale Tafa (2:29.47).

    04 giu Sao Paulo, Bra

    La capitale economica del Brasile ha dato vita alla sua maratona annuale, gara vissuta sul confronto fra gli atleti di casa, per nulla convinti di abbassare le armi, e l’immancabile pattuglia keniana. Hanno prevalso, come logico, questi ultimi, ma è stata gara vera, senza troppi giochetti di lepri più o meno leali. Ha vinto dunque Solomon Rotich in 2:15.15, davanti a Charles Korir (2:17.12) e Elson Alex Gracioli (218.28). In campo femminile vittoria per Margaret Karie (2:39.24), davanti a Marizete De Paula Rezende (2:41.28) e Marizete Moreira dos Santos (2:42.50)


    04 giu Plitvice, Cro

    Diamo infine conto di questa bella corsa che si disputa nel parco naturale dei Laghi di Plitvice, nella vicina Croazia. Quest’anno la vittoria ha arriso agli ungheresi, presenti in molti. Hanno tagliato per primi il traguardo Tamas Toth fra gli uomini, in 2:34.52, e Katalina Farkas fra le donne in 3:01.52 Erano presenti anche alcuni italiani, fra i quali Emanuele Zenucchi, meno brillante del solito, quinto in 2:44.50, e Stefania Cagnoli settima in 3:25.24

    04 giu: Alonissos, Gre

    L’isola di Alonissos fa parte delle Sporadi settentrionali, cioè il gruppo di isole prossimo alla baia di Volos, un angolo poco conosciuto di Grecia e per questo forse ancora più suggestivo. Raccolta attorno al suo piccolo porto di Patitiri, 1500 abitanti, l’isola tenta di cogliere al volo il trend olimpico per incrementare la sua notorietà tramite l’organizzazione di una festa della corsa, che comprende una maratona ed altre gare più brevi. Assieme a quelle di Messinis e di Cypros sta nascendo insomma un piccolo circuito di maratone che uniscono turismo e sport, a portata di mano, con risultati soddisfacenti per tutti. Le stradine dell’isola non agevolano certo lo sforzo dei corridori, con i loro saliscendi, le svolte e le scalette ma il fascino del luogo compensa ampiamente lo sforzo. Un centinaio di atleti ha preso parte alla seconda edizione della festa, di cui molti provenienti dall’estero. Pochi invece quelli che si sono cimentati nella distanza completa, dove ha prevalso il greco Balsis Karavasilis in 3:03.43. Ma il tempo non contava granchè. La serata si è conclusa a tavola, come spesso accade: ouzo e grigliate di pesce, naturalmente.

    04 giu Etang Salè, Reunion

    Sempre in tema di diffusione planetaria del mito di Maratona, diamo conto anche della maratona dello Stagno Salato dell’Isola di Reunion, una roccia vulcanica spersa nell’Oceano Indiano, facente parte dei territori d’oltramare francesi. Poco importa che il mito abbia basi storiche imprecise, che l’emerodromo Filippide percorse in realtà circa 35 chilometri, che sicuramente non stramazzò morente annunciando la vittoria e che forse non si chiamava nemmeno Filippide: la pulsione umana dell’andare, lo spostarsi in continuazione per vedere che cosa c’è dietro l’ultima collina, o dove finisce la pianura, è insopprimibile e porta alcuni a farsi sparare in orbita (azione, se ci pensate, piuttosto insensata razionalmente) ed altri a cercare questa sperduta isoletta, per celebrare anche qui il rituale antico. Un centinaio di nativi e di turisti francesi hanno dunque dato vita a questa maratona, con risultati addirittura discreti: hanno vinto Eric Lallemand in 2:25.19 (record della corsa) e Helene Tachy in 3:09.16.

    10 giu LC Alpine Liechtenstein

    Non volendo far mancare il loro piccolo Stato fra quelli che organizzano una maratona, gli appassionati del Liechtentein hanno pensato bene di mettere in piedi una “maratona alpina”, in piena coerenza con la natura dei luoghi. Operazione riuscita, si direbbe, vista la buona partecipazione di oltre 500 corridori. Per la cronaca primi al traguardo sono risultati gli svizzeri John Karl (3:08.27) e Carolina Reiber (3.46.08)

    10 giu Spitsbergen, Svalbard, Nor

    Proseguendo il giro delle maratone esotiche e insolite, visitiamo questa gara che si svolge nell’isola di Spitzbergen, nell’aricpelago norvegese delle Svalbard. Ci troviamo nel bel mezzo del Mare Glaciale Artico, sul gruppo di isole che fu anche la base per i soccorsi alla “tenda rossa” della sfortunata spedizion artica del dirigibile Italia e che ancora oggi è una base artica di notevole importanza. In questo ambiente si è svolta una maratona vinta dal cagliaritano Carlo Alberto Melis, tesserato per l’Amsicora, col tempo di 2:50.08 davanti ad una cinquantina di concorrenti fra cui altri italiani.

    11 giu Kona Keauhou, Hawaii

    Ci trasferiamo nell’Oceano Pacifico del Nord, dove troviamo l’incantevole arcipelago delle Hawaii, cinquantesimo degli Stati Uniti, dove si disputano alcune maratone fra cui la più famosa è quella di Honolulu, che si svolge in dicembre. Questa gara è più modesta ma ha il pregio di valorizzare un’isola meno conosciuta e forse per questo di grande fascino. La gara è stata vinta per la terza volta da Aaron Pierson, in 2:48.13, e da Jeannie Wokasch in 3:25.49.

    11 giu Rapa Nui, Isla de Pascua, Chi

    Ed in fine non poteva mancare una maratona nel posto più sperduto che si possa immaginare, cioè l’Isola di Pasqua, da qualche parte nel Pacifico del Sud. In questo affascinante e misterioso luogo ogni anno si danno appuntamento qualche diecina di turisti-corridori che si concedono l’esperienza unica di correre all’ombra dei moai, le grandi statue che caratterizzano quest’isola e la civiltà scomparsa che l’abitò. Abbiamo anche i nomi dei vincitori: il cileno Fernando Heredia (3:24.59) e la statunitense Dianne Kenna (3:25.32)


    11 giu Caen, Marathon de la Libertè, Fra

    Infine due maratone di buon livello tecnico e di larga partecipazione. La prima è quella con cui la città di Caen, in Normandia, celebra la ricorrenza dello sbarco in Normandia e la intitola, naturalmente, alla ritrovata libertà. D’altra parte la corsa come libera espressione d’indipendenza di volontà e di pensiero è quanto mai azzeccata e quindi la scelta appare del tutto giustificata. Bella gara, ben organizzata e ben dotata, non poteva sfuggire ai cacciatori di maratone, e così è stato. Primo al traguardo si è presentato Julius Maritim, in 2:18.15, davanti a Jacob Chesire (2:18.31) e Elias Chebet (2:19.47). Vittoria della russa Elena Kozhevnikova in campo femminile nel tempo di 2:46.25, davanti alla stagionata namibiana Elisabeth Monghudi (2:48.00)

    11 giu Edinburgh, Gbr

    La maratona di Edinburgo si è disputata quest’anno con un insolito caldo, che ha condizionato la gara ma non ha impedito a circa 4200 corridori di portarla a termine. Hanno prevalso i keniani, manco a dirlo. Primo al traguardo è stato Joseph Mutunga Mbithi (già vincitore della maratona di Istanbul) in 2:15.46, record della corsa, davanti a John Musila Kiogo (2:16.28) e Jonathon Kipsaina (2:17.01). Il caldo ha invece giocato un brutto scherzo alla favorita della corsa femminile, Monica Kibet, che è stata costretta al ritiro. Ha vinto, col personale, la 35enne Angela Howe in 2:51.41, davanti a Sharon Dow (3:08.36). Una curiosità: la vincitrice svolge professionalmente il ruolo di curatrice del Bristish Golf Museum di St.Andrews.


    17 giu : Duluth Grandma’s

    La principale città del Minnesota ospita una delle corse di massa più note degli Stati Uniti, che anche quest’anno ha visto al traguardo quasi 7000 corridori. La ricca dotazione di premi, una delle prime dieci del Nord America, attira un buon parco-partenti ed assicura un ordine d’arrivo di discreta importanza. In campo maschile ha vinto il russo Sergei Lukin (2:14.30) davanti al connazionale Pavel Andreyev (2:16.46) ed il koreano Jae Hyung in 2:18.22. Quarto Laban Moiben in 2:18.32 Bella la gara femminile,in cui ha prevalso l’ucraina Halina Karnatsevich in 2:33.39, mentre la sua connazionale Svetlana Nekrosh ha tagliato il traguardo per seconda col tempo di 2:37.33, precedendo a sua volta la peruviana Maria Portillo 2:38.20 e l’americana Mary Akor (2:39.42)

    17 giu : Baie du Mont St.Michel, Fra

    Qui ci troviamo in uno dei luoghi più famosi del mondo, immersi in una cartolina al punto che le immagini sembrano perdere il loro fascino, diventando scontate. Vi assicuro che non è così e che questo luogo è davvero straordinario, come del tutto fuori del comune è la maratona che vi si disputa, e che infatti rimane una delle maggiori di Francia, terra quanto mai ricca di avvenimenti e di suggestioni. In 3682 sono stati dentro il tempo massimo, determinato dalla marea che sommerge la baia, e su tutti ha prevalso l’ex-keniano James Theury (2.14.51) che ha così festeggiato la sua cittadinanza francese nuova di zecca, seguito da David Kemboi (2:16.36). In campo femminile buon tempo per Marta Kotu, prima in 2:37.37 davanti a Elisabeth Chemweno (2:46.21) e Svetlana Pretot (2:50.27)

    17-18 giu Le maratone del Sole di Mezzanotte

    A cavallo del solstizio d’estate, in occasione della notte più breve dell’anno nell’emisfero settentrionale, si disputano alcune maratone in sedi che permettono di correre a mezzanotte con la quasi-luce del sole. E’ un modo divenuto oramai tradizionale di celebrare in chiave podistica un rituale primordiale, cioè quello che tramite il fuoco e la conseguente esplosione di vitalità permette di esorcizzare la notte. In Europa la più nota di queste maratone è quella di Tromso, in Norvegia. Paesaggio grandioso, buonissima accoglienza, gara stimolante sono gli elementi che ne favoriscono la partecipazione anche da parte di molti italiani. Circa 300 atleti hanno preso parte alla maratona, e molti di più alle gare di contorno. Per la cronaca hanno vinto il norvegese Jens-Kristian Berg (2:43.12) e l’olandese Cinta Groos (3:18.20). L’italiano Luciano Canapini ha vinto nella categoria M45 in 3:00.46 Altra gara di larga notorietà e partecipazione è quella che si svolge nella capitale dell’Alaska, Anchorage. Quest’anno sono giunti al traguardo 1547 corridori, di cui la maggioranza erano donne (910) un fatto ormai consueto negli States. I vincitori sono stati Rich Hanna (2:36.22) e Kris Lawson (3:02.07)

    Anche la Finlandia non poteva mancare un questa rassegna, ed infatti disputa in notturna nella città settentrionale di Forssa questa sua Suvi-Ilta, una classica frequantata principalmente da atleti locali, vinta da Eero Luhtala in 2:55.17 e Helena Santamaki in 3:24.30

    18 giu Phuket, Tha

    L’incantevole baia di Phuket è purtroppo nota anche per l’immane disastro dello tsunami che ha provacato non solo la tragedia delle sue vittime, ma anche un danno all’industria del turismo dal quale si cerca faticosamente di uscire anche tramite iniziative come l’organizzazione di questa maratona C’è solo da essere contenti dunque nell’apprendere he oltre 3000 corridori, provenienti da 30 Paesi, hanno risposto all’appello degli organizzatori, suddivisi nelle diverse gare e che alcune centinaia di essi hanno portato a termine la maratona, per la cronaca vinta dal thailandese Ko Shih-chieh in 3:00.35


    24 giu: Monte Olympus, Gre

    Tutt’altro ambiente invece per questa maratona di montagna, che prevede di scalare il « Trono degli Dèi”, situato secondo tradizione sulla vetta del monte Olimpo. Si parte dal mare, si raggiungono i 2695 metri, si ritorna verso la pianura, il tutto in 42 chilometri abbondanti, con transiti nella zona delle nevi perenni. Abbigliamento ed attrezzatura da montagna. Nonostante queste particolarità ben 219 concorrenti hanno concluso la gara prima di sera, preceduti al traguardo, per la cronaca, da Nikolaos Kalofyris (4:56.23) e Irena Maliborska (6:29.18)

    24 giu: Innsbruck, Tirol Speed

    La bella capitale del vicino Tirolo ospita la sua maratona estiva, favorita dalla temperatura relativamente fresca e dalla posizione baricentrica rispetto ad una importante fetta d’Europa. Una pattuglia di keniani in vacanza ha fatto sua anche questa prova, vinta da Eric Chepkwony Kiptoon in 2:22.43, davanti ad altri due connazionali. Moltissimi gli italiani presenti, che si sono anche fatti onore sul piano agonistico. Giuseppe Veletti, torinese, è arrivato quinto in 2:40.24, mentre Marinella Curreli ha vinto la gara femminile in un buon 2:55.29, davanti alla polacca Ewa Fliegert (2:57.37)

    24 giu: Le notti bianche di San Pietroburgo

    L’antica capitale della Russia, da tempo tornata al suo vero nome, celebra anche lei il solstizio d’estate con una corsa immersa nelle sue favolose “notti bianche”. Bianche per il colore del cielo, per la frenetica vitalità degli abitanti, per le mille occasioni di distrazione e per questa corsa. Grande partecipazione internazionale e maratona fra l’altro anche piuttosto veloce, vinta infatti da Andrzej Bryzgalov in 2:20.44.

    25 giu: Maraton do Rio de Janeiro

    Da quelle parti adesso siamo in pieno inverno, ed è quindi tempo di maratone importanti, come questa della capitale brasiliana, disturbata tuttavia dal caldo. Le cronache riferiscono infatti di una temperatura di 24 gradi, un po’ troppo alta per sperare in grandi prestazioni. Ciò non ha impedito ad oltre mille corridori di dipanarsi lungo un percorso molto spettacolare ma poco tecnico. Alla fine hanno vinto Josè Pereira da Silva in 2:21.14 e Leone Justina da Silva in 2:49.58

    08 lug: Zermatt, Sui

    Panorami grandiosi, perfetta organizzazione, buona partecipazione: questi gli ingredienti della maratona di montagna che si disputa nella vicina Svizzera alle pendici del Mattelhorn, ossia della faccia nord del Cervino. La grande cordialità degli abitanti del paesino di St.Niklaus e l’ambiente veramente multi-nazionale aggiungono ulteriori elementi di piacevolezza a questa corsa, a metà strada fra avventura e vacanza. Scarso significato ha il risultato tecnico, e tuttavia informiamo che i vincitori sono stati i britannici Billy Burns, in 3:11.15, e Lizzy Hawker in 3:36.35

    08 lug: Tallinn, Est

    Dal mare magnum delle maratone nordiche che in gran numero si disputano in questo periodo, estraiamo la maratona della capitale estone, che raccoglie una buona partecipazione anche dalle vicine altre repubbliche baltiche e dalla Polonia. Anche se questo aspetto conferisce alla gara una certa importanza, almeno in zona, l’approccio dei corridori è lo stesso che caratterizza le corse scandinave: la gente parte il giorno prima, spesso col camper, si accampa sul percorso, percorre la sua brava maratona, mentre si preparano gigantesce grigliate miste a disposizione degli astanti. La giornata comprende anche giochi all’aperto, tuffi in qualche laghetto, sauna e quant’altro. Una bella festa dunque, anche nel parco nei dintorni di Tallinn dove si è corsa questa maratona, vinta dal polacco Slawomir Sztejter in 2:43.38 e dalla lettone Svetlana Ivanova in un ottimo 2:50.22



    16 lug: Torshavn, Far Oer

    Ancora più piccola questa manciata di isole sperse nel Mare del Nord, meno di cinquantamila abitanti in tutto, tuttavia molto importante come scalo provvidenziale per le rotte aeree che raggiungono l’estremo oriente scavalcando il Polo Nord. Ed infatti lo sponsor della loro maratona è la compagnia Atlantic Airways. La manifestazione ha raccolto circa 150 corridori, di cui una cinquantina nella maratona, vinta da corridori locali, piuttosto validi: Cecil Weihe (2:53.03) e Rigmor Napoleon Arge (3:16.21)


    16 lug: Pattaya, Thailandia

    L’esotica maratona di Pattaya, in Thailandia, non è sfuggita alla solita pattuglia keniana, regolata da Julius Kiptum Rop 2:33.19, davanti a Lucian Hombo (2:33.26). Vittoria thailandese in campo femminile, corsa nella quale una signorina dal nome indecifrabile ha vinto in 3:10.12 precedendo la russa Tatyana Perepelkina (3:11.37). Non siamo in grado di decifrare il nome della vincitrice a causa di una curiosa bizzarria del locale servizio championchip, che fornisce risultati con la consueta rapidità e completezza ma… anche nella pagina in inglese, trascrive i nomi locali utilizzando solo l’alfabeto thai! Roba da specialisti.

    16 lug: Recife, Bra

    Los Corredores de Recife organizzano per la sedicesima volta la maratona della loro città, primo porto della colonizzazione portoghese. Quest’anno la corsa principale è stata un po’ in tono minore ma pur sempre una delle maggiori di un Paese che è bene tenere d’occhio, perché da questa massa di corridori che spesso in patria non ottengono grandi risultati sbuca fuori di tanto in tanto gente capace di farsi ben rispettare in campo internazionale. Quest’anno i vincitori sono stati Clecio Jose dos Santos (2:22.19) e Sara Liberato de Lima (3:20.27)

    28 lug: Cartagena, dominio messicano

    Si è disputata la gara di maratona valida per i Campionati del Caribe e Centro America, svoltisi a Cartagena in Colombia. Dominio messicano, con la vittoria maschile di Procopio Franco, in 2.24.35 davanti al colombiano Cardona (2:27.43) e al guatemalteco Arevalo (2:28.27). Successo messicano anche in campo femminile, con Maria Elena Valencia in 2:45.49, davanti alla cubana Yailen Garcia (2:51.43) e alla colombiana Gonzalez (2:54.05). Rimanendo in tema di Messico, negli stessi giorni si è disputata una (circa) 100km trail, nel canon di Guachochi, stato di Chihuahua, vinta dall’indio tarahumara Roberto Ortiz che ha preceduto uno sfortunatissimo Artemio Aguirre che, dopo 100km, si è visto squalificare per essersi dimenticato di firmare il registro dei partecipanti! Il vincitore, da parte sua, ha attribuito la sua vittoria all’alimentazione a base di “atoli”, una focaccia azima di mais condita con verdure: nei giorni che precedono la gara non mangia altro: ognuno ha il suo pasta-party!


    05 ago: Nuuk, Groenlandia

    Dal Grande Nord giunge notizia di questa maratona: 43 concorrenti hanno portato a termine la gara organizzata per la sesta volta nella cittadina di Nuuk, e valida per il campionato nazionale. Hanno prevalso Stig Brahe Sorensen in 2:42.36 e Liza Tuperna Heinrich in 3:35.26. La Groenlandia infatti fa parte della Danimarca, Paese al quale è affidata la sua amministrazione, ma gode di amplissima autonomia ed è quindi in grado di assegnare un titolo nazionale, con risultati peraltro più che dignitosi.

    05 ago: Mutare, Zim

    Fuori dal Grande Nord, segnaliamo alcune interessanti gare. La prima è quella organizzata dall’Università di Mutare, nello Zimbabwe, dove si sono segnalati atleti sconosciuti in campo internazionale, che adesso prenderanno la strada delle lucrose gare sudafricane. Hanno vinto Tadiwa Chingadayi in 2:23.14 e Margaret Mahohoma in 2:52.12. Nella capitale dello stato di Panama si è disputata la maratona più antica del centro-america, ed una delle migliori della zona, per ricchezza di montepremi e numero di partecipanti, giunta alla trentesima edizione. Con temperatura costantemente oltre i 30 gradi e punte di 35, ha prevalso il peruviano Florencio Machacuay, un nome nuovo, in 2:31.50, davanti al cubano Yausvel Arbolaez (2:33.31) ed il keniano Joshua Busienei (2:34.17). Vittoria femminile per la colombiana Iglandini Gonzalez (3:06.12) pochi giorni dopo i campionati del Caribe. Seguono la connazionale Rosa Rivera (3:09.35) e la guatemalteca Margarita Conde (3:10.09) A Florianopolis, in Brasile, si è disputata la maratona di Santa Catarina. Con 28 gradi di temperatura hanno vinto Geovane de Jesus Santos (2:19.18) e Maria Do Carmo (2:46.25) Infine relazioniamo la maratona di Gdansk (Danzica) vinta da Grzegorz Gajdus, un corridore dalla lunga carriera, in 2:19.40 davanti al bielorusso Andrei Gordeyev (2:28.37) e all’ucraino Viktor Rogovoy (2:28.56). Fra le donne hanno prevalso le bielorusse Alena Vinitskaya (2:54.05) e Yuliya Bubenka (2:59.25)

    06 ago: Omsk, Rus

    La maratona principale degli sterminati territori ad est degli Urali, genericamente identificati come Siberia, si è svolta anche quest’anno ad un livello molto buono. D’altra parte è proprio da queste terre che provengono molti dei corridori russi più famosi e fra loro quasi tutti gli ultra-maratoneti. Quest’anno ha vinto Sergei Lukin in 2:16.41, davanti a Andrei Jaroslavliev (2:16.52) e Mikhail Khobotov (2:18.40), vincitore lo scorso anno e recordman della prova. Buon risultato anche in campo femminile per la vincitrice Liliya Yadzhak, al terzo successo consecutivo, in 2:38.40, davanti a Elena Kozhevnikova (2:40.49) e Venera Sarmosova (2:41.54)

    06 ago: Northwest Passage e Yukon, Can

    In tema di Grande Nord, riferiamo di due maratone canadesi che si sono svolte ben più a nord di quella fascia geografica che i canadesi stessi chiamano “Canada utile”. La prima ha ripercorso i sentieri dei cercatori d’oro sulle rive dello Yukon River, in mezzo a paesaggi grandiosi che la breve estate rende godibili. Una cinquantina i maratoneti al traguardo e William Scott (3:23.05) e Sarah Peters (3:38.32) i vincitori. Ancora più a nord si è andati sulle tracce di coloro che per decenni cercarono una rotta navale che consentisse di raggiungere l’oceano Pacifico. Si tratta del mitico “passaggio a nord-ovest” che alle fine venne trovato, ma era così tanto a nord da risultare inutilizzabile. All’inseguimento di questa epopea, una pattuglia di corridori si è data appuntamento a Nunavut ed ha disputato una spettacolare maratona, ovvero “la corsa fra la terra ed il nulla”, come loro l’hanno definita. Per la cronaca, conosciamo anche il nome del vincitore, il canadese Tessum Weber, in poco meno di 6 ore.

    19 ago: Helsinki, Fin

    Subito dopo la disputa dei campionati europei è ancora Scandinavia, con la City Marathon della città di Helsinki, una buonissima gara estiva di grande tradizione. Ben 5133 gli arrivati, tutti preceduti da Francis Komu in 2:18.26, in volata davanti a Johnstone Chebii (2:18.27) e terzo Peter Biwott (2:22.48). Settimo è finito Giorgio Calcaterra, che ci confermano presente al mondiale dei 100km di ottobre, in un tranquillo 2:35.57. Vittoria femminile per Haile Kebebush (2:52.47) davanti a Annemari Koskinen (2:55.50)

    20 ago: Noumea, Nuova Caledonia

    Ci trasferiamo infine dall’altra parte del Globo per registrare la maratona di Noumea, capitale della Nuova Caledonia. Davanti ad un centinaio di buoni corridori hanno prevalso il giapponese Tomonari Ono (2:29.02) e l’australiana Nadelle Legge (2:53.14). I migliori corridori di casa sono stati Xavier Louis (2:49.50) e Nelly Prono (3:37.12)


    27 ago: Bruxelles, Bel

    Con la maratona di Bruxelles si riapre la stagione delle grandi corse internazionali, il cui calendario avrà il suo culmine nella maratona di New York.

    L’andamento di questa corsa è quello che siamo oramai abituati a vedere sempre più spesso: lepri in azione fino alla mezza o poco più, gruppetto di keniani che via via si sfila, decisione della corsa negli ultimi cinque chilometri fra i migliori rimasti. Ben altra cosa sono le maratone “vere” cioè quelle dove nessuno ha una preponderante superiorità numerica ed i campioni si qualificano come tali non solo con le gambe ma anche, e soprattutto, con la testa.

    Nella capitale belga il vincitore è stato Stephen Loruo, in 2:11.26, che nel finale ha staccato nettamente Vincent Kiptoo (2:15.18) e lo stagionato Rik Ceulemans, risalito da dietro fino al terzo posto in 2:16.39. Vittoria femminile per Irene Mogaka in 2:42.53, davanti alla centista francese Magali Maggiolini-Reymonenq in 2:50.42

    27 ago: Quebec City, Can

    Nel continente nord-americano la ripresa autunnale è preceduta invece dalla maratona bilinque del Quebec, organizzata anche nello spirito di collaborazione fra le due principali comunità per Paese.

    Buona la partecipazione di un migliaio di concorrenti e vittoria di Fethi Oukid, canadese di origine africana, in 2:30.32 davanti a Terry Gehl (2:32.53). Vittoria femminile per Nathalie Goyer in 3:01.14

    27 ago: Hokkaido, Jpn

    In Asia c’è da segnalare la corsa della nordica isola di Hokkaido, in Giappone, collocazione geografica che spiega anche la scelta della data, insolita per quel Paese. Scarsa la partecipazione straniera, sommersa dalla massa degli ottimi corridori nipponici nonostante vi fossero buoni nomi.

    Ha vinto Tomonori Watanabe (2:17.51) davanti a Mitsuru Kubota (2:17.53) e Yusuke Kataoka (2:18.26). Ottavo il keniano John Kagwe. Fra le donne ha vinto Kaori Yasuda (2:32.53), che ha superato Mai Tagami (2:38.52) e Sachiyo Yamada (2:39.15). Solo nona Anastasia Ndereba.

    27 ago: Ciudad Mexico, Mex

    Duello Kenya-Messico nella classica maratona della capitale messicana, e risultato finale di uno a uno. In campo maschile i keniani hanno infatti prevalso con Christopher Kipyego, in 2:17.24, davanti a George Okworo (2:17.33), David Cheruiyot (2:17.51) e Jesus Primo Capula (2:18.00). Questa vittoria è stata duramente combattuta per il keniano residente nel Paese organizzatore in quanto i forti corridori locali hanno lottato alla pari fino alla fine. Rivincita messicana in campo femminile con Estela Xolaltenco che in 2:40.02 ha preceduto Liliana Merlo (2:40.45) e Susan Muthoni (2:40.51). Fra le battute anche la Akor e la Asiba. In assoluto queste prestazioni cronometriche non dicono nulla di speciale, ma assumono un certo interesse se si considera l’altitudine di circa 2500 metri a cui si trova Ciudad de Mexico. Infatti l’altura rallenta, e di molto, anche coloro che vi sono nati e cresciuti, che poi si avvantaggiano quando “scendono” ma che devono a loro volta ri-acclimatarsi quando risalgono, sia pure brevemente. Prova ne sia che il miglior tempo di maratona mai ottenuto sul suolo keniano (Paese di riferimento per queste problematiche) è superiore alle 2 ore e 10 minuti. D’altra parte alle Olimpiadi messicane del 1968, il vincitore fu il grande etiope Mamo Wolde, scudiero di Abebe Bekila, che ottenne il tempo di 2:20.26, nonostante fosse capace di correre in 2:15

    09 sett: Vilnius, Lit

    Le Repubbliche Baltiche, riconquistata la piena libertà, si sono lanciate nello sport visto come valido portavoce della ritrovata dignità, conseguendo spesso risultati più che validi, anche in atletica. Il decatleta Erki Nool, il lanciatore Virgiljus Alekna e la maratoneta Elena Prokopcuka ne sono un esempio, e colpisce inoltre la grande vitalità organizzativa. La città di Vilnius, prestigiosa sede di una antichissima università, non ha mancato di marcare la sua presenza anche nella maratona organizzando questa “Tarptautinis Maratonas” che ha raccolto adesioni anche da Polonia, Bielorussia e Finlandia, oltre che dalle altre Repubbliche. Discreto il risultato tecnico, con vittorie per il bielorusso Aliaksandr Labucenka (2:25.17) davanti al locale Dainius Saucikovas (2:28.43), e per Modesta Drungiliene con 2:55.16

    10 sett: Mosca, Rus

    E’ questa ancora oggi la migliore maratona russa, ora intitolata alla Pace ed una volta conosciuta come maratona del sindacato, anche se il suo richiamo è fortemente decaduto. Ne diamo tuttavia conto a causa del suo passato e dei grandi nomi che l’hanno illustrata. Quest’anno i vincitori sono risultati essere Andrey Naumov in 2:16.49 e Nadezhda Trilinskaya in 2:41.23. L’avvento di nuovi sponsor lascia intravvedere un rilancio negli anni prossimi.

    09 sett: Interlaken, Jungfrau

    Classicissima maratona di montagna, con 1500 metri di dislivello da superare per raggiungere il traguardo in salita, confortata da una grande partecipazione di oltre quattromila concorrenti. Ha vinto, anche qui, un etiope: il forte e conosciuto Eticha Tesfaye in 2:59.35, davanti al francese Seguej Kaledine ed al britannico Billy Burns. Fra le donne bella prova di Simona Staicu, l’ungherese vincitrice di una maratona di Roma e più volte protagonista della Comrades, davanti ad Elizabeth Hawker, altra ultramatoneta, ed alla svizzera Simone Niggli. Moltissimi gli italiani presenti. In bella evidenza Lorenzo Trincheri, colonna della nazionale dei 100km, nono al traguardo, appena davanti a Graziano Giordanengo. Discreto anche il 31esimo posto di Mario Fattore.

    09 sett: Pauillac, marathon du Medoc

    Si dice spesso, e a ragione, che i francesi sono bravissimi nel valorizzare le cose che hanno, e ciò spesso corrisponde al vero. E’ il caso del non straordinario vino del Medoc e della sua ossessiva promozione. Fra le tante iniziative, in occasione della vendemmia, ci si mette a correre per fare il giro dei più accreditati Chateux ed i tavoli di rifornimento sono ricchi di ogni ben di Dio, fra cui i poco atletici vino e patèes… Al traguardo i vincitori ricevono un premio di buon valore: il proprio peso in vino! Con queste premesse è ovvio che le difficoltà altimetriche del percorso non impressionino nessuno e che quindi ben 18.000 richieste d’iscrizione siano giunte agli organizzatori, delle quali solo 8.000 hanno potuto essere accolte. In mezzo a questa festa, non troppo sobria immaginiamo, c’era anche chi correva per cui vi diciamo che i vincitori sono stati Antoine David (2:28.07) e Nathalie Vasseur (2:58.22). Ma il vino, sarà doping?

    10 sett: Montreal, Can

    Nel nord-America la più importante della settimana è stata la gara di Montreal. Buoni sponsor, bella partecipazione ed un vincitore degno, nella persona del canadese naturalizzato Danny Kassap, origini congolesi, che ha battuto tutti in 2:20.19, seguito dal marocchino Essamali Elhoussine (2:21.40) e dal francese Mouhcine Akhoudaoui (2:22.18). Vittoria polacca in campo femminile per Wioletta Kryza, anche lei in attesa della nuova cittadinanza, che in 2:43.05 ha preceduto Aziza Louafi, del Marocco, in 2:53.51

    10 sett: Nottingham, Gbr

    La città di Nottingham ospita come ogni anno la maratona intitolata, manco a dirlo, a Robin Hood e che effettivamente tocca anche la mitica foresta di Sherwood. Quest’anno seconda vittoria per Pumlani Bangani, origini asiatiche, che in 2:30.00 ha preceduto David Krikland (2:31.28). La vittoria femminile è andata a Nicola Clay in 2:52.24

    10 sett: Munster, Ger

    Il keniano Shadrack Maru ha facilmente fatto sua la principale maratona tedesca della settimana, con il discreto tempo di 2:17.37 ottenuto in solitudine davanti al connazionale David Limo (2:23.14). Vittoria ucraina invece in campo femminile, con Olena Samko prima in 2:37.50, davanti a Selina Chelimo (2:38.03) e terza Svetlana Ivanova (2:47.38). Appena discreta la ultramaratoneta Birgit Schoenherr-Hoelscher, campione d’Europa dei 100km, solo quarta con un modesto 2:55.37

    10 sett: Yonkers, NY

    Questa gara si segnala non già per l’eccellenza tecnica o per il numero dei partecipanti, ma per essere la seconda più antica del mondo. La prima edizione si è disputata infatti nel 1907 e da allora si sono dispiegate ben 82 edizioni, quindi con solo poche interruzioni. La prima edizione venne vinta da Johnny Hayes in 2:44.45 mentre nel 1970 si è avuta la prima donna al traguardo, Nina Kulcsik in 3:16.02. L’anno successivo Hayes partecipò alle Olimpiadi di Londra ed ebbe la ventura di essere colui che venne proclamato vincitore a seguito della squalifica di Dorando Pietri. Durante la sua storia la maratona di Yonkers vanta altri vincitori di prestigio, specie negli anni sessanta, quali Johnny J.Kelley, Gosta Leandersson e Leonard Edelen. Negli ultimi anni è alquanto decaduta, sovrastata dalla vicina New York, Stato dove si trova la città di Yonkers, il cui sindaco risponde al nome Phillip Amicone e si dà molto da fare per rilanciare questa gara. Gli ultimi vincitori sono stati Retta Feyissa in 2:32.14 e Hermela Romero in 3:07.58.

    13 sett: Camp.Naz. Asia

    Diamo conto che i campionati nazionali della Thailandia (Suphan Buri) sono stati vinti da Solchai Chasakul (2:41.18) e Ketmanee Senaphan (3:11.45) mentre quelli del Vietnam (Danang) hanno visto primi al traguardo Nguyen Dang Due Bao (2:34.31) e Nguyen Thi Hoa (3:01.22)

    13 sep: Yangon, Mya

    Recuperiamo infine il risultato dei campionati nazionali del Myanmar (ex Birmania) vinti con un tempo modesto da Soe Naing in 2:41.18. Migliore il crono della Pa Pa, di gran lunga la migliore atleta del Paese, più volte medagliata nei campionati del Sud-Est Asiatico. Stavolta a vinto a mani basse in 2:50.28. Lontana la seconda, Thai Dan Cho in 3:05.52

    17 sett: Sydney, Aus

    Il keniano Julius Maritim ha vinto senza difficoltà la maratona di Sydney in un normale 2:19.51, davanti a Philip Muia (2:21.45) e Glen Guzzo (2:22.52). Bene anche il centista David Criniti, quinto in 2:31.44. Vittoria giapponese in campo femminile con Naoko Tsuchiya, facile in 2:48.44, davanti alla greco-australiana Magda Karimali Poulos (2:49.54) ed a Jenny William in 2:53.18. Moltissimi i giapponesi presenti, al punto che il sito ufficiale della maratona porta una traduzione in giapponese: se anche i siti giapponesi facessero lo stesso…

    17 sett: Varsavia, Pol

    Qualche volta i keniani non vincono! E’ successo nella bella maratona di Varsavia, che ha lo stesso sponsor di quella di Londra, dove ha vinto l’ucraino Vitaly Shafar in 2:12.29 davanti a Jonah Kemboi (2:12.34) e William Kipchumba (2:13.51). Solo quarto il sud-africano Josiah Thugwane in 2:17.11. In campo femminile la giovane russa Nina Podnebesnova ha prevalso nettamente in 2:42.43 davanti alla polacca Malgorzata Jamroz (2:43.40) e la bielorussa Tatiana Bielkina in 2:46.43

    17 sett : Odense, Hans Christian Andersen

    La sua città natale non ha mancato di intitolare una maratona al più illustre dei suoi concittadini, e d’altra parte la maratona non è forse come una fiaba ? Dominio africano in campo maschile, dove l’immancabile keniano Daniel Kiprugut Too ha preceduto i 1425 arrivati, nel tempo di 2:15.45, davanti a Phillip Bandawe, dello Zimbabwe, in 2:16.35 ed al russo Eduard Tukhbatullin, che ha avuto anche buone esperienze sui 100km, in 2:19.12 Rivincita danese fra le donne e vittoria per Lene Duus in 2:40.21, davanti a Jane Rotich (Kenya) in 2:43.21 ed alla 50enne Gitte Karlshoj, già buona maratoneta negli anni ’80, in 2:45.52.

    17 sett: Bangalore, India

    Il grande Paese asiatico comincia ad affacciarsi anche in questo settore dello sport, sia pure con un qualche ritardo, segnalandosi per ora con un deciso attivismo organizzativo ed una buona partecipazione di massa. Ne fa fede questa nuova maratona, vinta dallo sconosciuto H.A.Chinnappa in 2:25.19 davanti all’etiope Regassa Mindaye in 2:25.27.


    17 sett: New Dehli, Ind

    Dall’India arriva il risultato della maratona della capitale federale, vinta quest’anno da Satya Prakesh in 2:31.26 e da Leelamma Alphonso in 3:11.23. Sono nomi e tempi che ancora non dicono niente, ma si può essere ragionevolmente certi che entro breve tempo dalla massa uscirà anche qualche atleta interessante. In questa gara, ad esempio, gli organizzatori vantano oltre 20.000 partecipanti, sia pure distribuiti nelle diverse prove comprese quelle di contorno. Sempre in zona, recuperiamo il risultato dei Giochi dell’Asia del Sud, giunto solo adesso, la cui prova di maratona (solo maschile) si è svolta a Colombo, nello Sri Lanka, il 27 agosto che è stata vinta dall’uomo di casa, Ajith Bandara in 2:23.40 nettamente davanti al nepalese Arjun Kumar Busnet (2:28.10) e all’indiano Lyngkhoi Binning (2:29.16)

    24 sett: Real Berlin, Ger

    La maratona di Berlino è una delle maggiori del mondo quasi esclusivamente per causa degli ottimi tempi che da molti anni gratificano i vincitori, ma non per il contenuto agonistico della gara. Da qualche tempo questo tipo di gare viene definito “maratona di plastica” volendo con ciò significare lo svolgimento di una corsa costruita a tavolino ad esclusivo vantaggio di un concorrente di gran nome e del conseguimento di un grande risultato cronometrico. La corsa di quest’anno non ha fatto eccezione e grandi sono stati infatti sia il tempo che il nome del vincitore: Haile Gebrselassie in 2:05.56. Alle sue spalle bene ha fatto l’altro etiope Gudisa Shentema (2:10.43). Discreti anche il giapponese Kurao Umeki (2:13.43), l’etiope Terefe Yae (2:15.05) ed i francesi Ahmed Ezzobayry (2:15.29) e Driss el Himer (2:16.44). Migliore degli italiani è stato Pietro Cilento, 17° in 2:22.24 seguito da Hermann Achmuller (23° in 2:27.32) e Georg Brunner (52° in 2:34.56). Per curiosità riferiamo che il primo dei tedeschi è stato Elias Sansar, 31° in 2:30.43. Fra le donne c’è stata invece gara vera, anche se aiutata come al solito da lepri maschili: salutiamo il ritorno alla vittoria di Gete Wami nell’eccellente tempo di 2:21.34, seguita da Selina Kosgei (2:23.22) e Monica Drybulska (2:30.12) A proposito delle lepri maschili nelle gare femminili, facciamo notare che, a rigor di termini, tale comportamento viola i regolamenti, per cui i record così ottenuti non godrebbero dei crismi di regolarità. Occorre scendere al 61° posto per trovare la prima italiana e si tratta della simpatica veneta Marilena Dall’Anese che ha chiuso in 3:13.18, appena davanti a Elena Spallina (3:14.00)

    Sono arrivati 29.957 atleti.

    Questi i passaggi ed i parziali di Gebrselassie:

    5km 14.44 10km 29.55 15.11 15km 44.51 14.56 20km 59.30 14.39 25km 1:14.19 14.50 30km 1:29.06 14.47 35km 1:43.37 14.32 40km 1:58.57 15.21 ½ maratona: 1:02.45


    24 sett: Karlsruhe e Bremen, Ger

    Non solo Berlino nel calendario tedesco del fine-settimana, ma anche altre 6 maratone fra le quali le più interessanti sono queste. A Bremen hanno corso in 1581 ed ha vinto il polacco Jarek Cichoski in 2:22.56, con Angela Welp prima donna in 3:14.32. Ancora migliore la Baden-marathon, corsa a Karlsruhe da 1700 atleti e vinta dal keniano Bellor Yator in 2:12.32 davanti a Kulius Kiptum (2:18.34) e al brasiliano Allen Silva (2:24.56). Prima donna è stata Peris Poywo, del Kenya, in 2:42.08

    24 sett: Toronto, Can

    Dal solito vasto panorama americano estraiamo questa maratona canadese, che ha raccolto un buon numero di concorrenti (1841 gli arrivati) ed una notevole partecipazione africana. Ha prevalso, con un ottimo crono, il glorioso Daniel Rono in 2:10.15 precedendo il marocchino Aberrahmane Bouramadane in 2:10.41 e gli altri keniani: Peter Njoroge (2:14.21), Festus Kioko (2:15.11) e Laban Moiben (2:16.46). Bella gara anche in campo femminile dove ha invece prevalso un’europea, la polacca Malgorzata Sobanska in 2:34.32, davanti a Elizabeth Chemweno (2:37.41) e la messicana Jessica Rodrigues (2:41.29)

    30 sett: Kust, Oostend, Bel

    I due migliori maratoneti belgi si sono dati battaglia nella maratona di Ostenda per contendersi il titolo nazionale, alloro che in molti altri Paesi è ingiustamente poco considerato. Alla fine ha vinto quasi in volata lo stagionato Rik Ceulemans, reduce dalle amatissime maratone orientali, in 2:14.15 davanti a Gino Van Geyte in 2:14.40. Vittoria femminile per Virginie Van Doogenbroeck in 2:46.36.

    01 ott: Kosice, Svk

    Come ricordato in altre occasioni, è questa la maratona più antica d’Europa, la cui prima edizione venne celebrata nel 1924 e venne vinta da Karel Halla in 3:01.35. Nella sua lunga storia la maratona di Kosice ha annoverato vincitori di grande prestigio, come Gosta Leandersson, Evert Nyberg, Pavel Kantorek, Leonard Edelen, David Kariuki, ma soprattutto Abebe Bikila, primo nel 1961. Fra i suoi vincitori cercherete tuttavia invano il nome del più grande corridore cecoslovacco di sempre: Emil Zatopek. Infatti egli corse solo due maratone nella sua vita: quella d’esordio, alle Olimpiadi di Londra nel 1952, da lui vinta in 2:23.03 dopo gli ori nei 5000 e 10000, e quella di Melbourne 1956, dove era in fase calante e giunse solo sesto, nella corsa vinta dal francese Alain Mimoun. Fu quella l’ultima gara della sua vita.

    Quest’anno ha prevalso il keniano Edwin Kipchum in 2:12.53, davanti a Uladzimir Tsyamchik della Bielorussia (2:14.45) e David Maiyo (2:15.15). In campo femminile ancora una bielorussa in evidenza, Natalia Kulesh, prima in 2:36.47 davanti all’inglese Holly May in 2:41.48

    01 ott: St.Paul, Twin Cities, Usa

    La più importante maratona della settimana negli Usa era la corsa che unisce le città di Minneapolis e di St.Paul, nel Minnesota, e che infatti ha visto l’arrivo di 8275 corridori, di cui 3501 donne.

    Non poteva sfuggire agli africani, ed infatti è stata vinta da Mburak Hussein, un keniano da anni negli States, che ha preceduto tutti in 2:13.50, seguito da Simon Sawe in 2:14.07 e dall’americano Ryan Shay (2:14.56). Prima donna è stata la conosciutissima Marla Runyan, in 2:32.15 davanti alla nazionale Mary Akor (2:33.48) e Zoila Gomez (2:35.24). Ben 19 donne ha concluso in meno di 2:50.00

    Altra gara di massa, molto popolare negli Usa e poco conosciuta da noi, è la maratona di Portland, Oregon, dove il numero delle donne che ha raggiunto il traguardo è stato superiore a quello degli uomini: ben 4354 su di un totale di 7704 arrivati, fatto non più nuovo negli States. I vincitori sono stati Mike Heidt (2:21.52) e Danita Erickson (2:53.14).

    01 ott: Inverness, Loch Ness

    Il keniano Zakary Kihara ha battuto in velocità il … mostro di Loch Ness nella classica maratona scozzese che attira un buon numero di partecipanti, attratti dalla leggenda del lago sulle cui sponde si corre e dalla bellezza dei luoghi, che valgono comunque l’opportunità di trascorrrervi una breve vacanza. Secondo è arrivato il centista Simon Pride (2:24.05), allenato da Don Ritchie e ritornato su buoni rendimenti dopo un periodo di appannamento. In campo femminile la prima a raggiungere il traguardo è stata Hellen Cherono (2:46.54), davanti alla polacca Kryztyna Kuta (2:47.30)

    01 oct: Guayaquil, Ecu

    Lentamente si muovono anche i Paesi sud-americani diversi da Argentina e Brasile, il che allarga la penetrazione del mito di maratona anche in un territorio dove era visto con eccessivo timore. Basti pensare che fino a pochi anni orsono nei campionati sudamericani invece del titolo di maratona si assegnava quello della mezza!

    Nel piccolo Ecuador si è giunti alla quinta edizione della maratona di Guayaquil, vinta dal colombiano Juan Carlos Cardona in 2:23.17 e dalla ecuadoregna Sandra Ruales in 2:45.50: tempi discreti per due corridori che mietono allori in quella zona del mondo.

    08 ott: Koln, Ger

    Oltre 10.000 arrivati per la maratona di Colonia, vinta dall’etiope Teferi Wodajo in un discreto 2:11.24 davanti a Benjamin Itok (2:12.14) e Francis Kiprop (2:13.05). Nella gara femminile si è rivista Luminita Zaituc, che fu avversaria della nostra grande Maria Guida nei campionati europei vinti dall’italiana nel 2002, che si è aggiudicata la prova dopo dura lotta con la cinese Su Weiwei: 2:28.30 contro 2:29.45 i buoni tempi realizzati dalle due atlete.

    08 ott: Medienmarathon, Munchen, Ger

    Un’altra grande maratona tedesca è quella di Monaco di Baviera, che quest’anno ha raccolto oltre 7000 arrivati, nonostante la coincidenza con Colonia e la poca distanza dalla corsa di Berlino. Sono cifre che dovrebbero far riflettere alcuni nostri organizzatori che pensano, forse, che basti essere una importantissima città ed ingaggiare un manipolo di keniani per assicurare il successo della loro manifestazione. A Monaco il vincitore è stato Matthias Korner (2:21.55) mentre in campo femminile si è sviluppata una gara serratissima, pur se condotta su ritmi non proibitivi. Alla fine si è presentato un gruppo di una mezza dozzine di atlete, ancora tutte insieme negli ultimi chilometri, che è stato regolato da Carmen Sievert in 2:47.22. Seconda l’alto-atesina Edith Niederfrininger (2:48.10) davanti a Elke Holljesiefken (2:48.57).

    08 ott: Eindhoven, Ned

    La maratona di Eindhoven è meno nota di quelle di Rotterdam ed Amsterdam ma è altrettanto veloce, anche se si affida come al solito agli africani per ottenere grandi prestazioni. L’edizione di quest’anno non ha fatto eccezione. Per primo sul traguardo si è presentato Philip Singoei, autore di un pregevole 2:08.18. Alle sue spalle seguono Samson Barmao (2:09.28) e Luke Kibet (2:10.06). In sedici sono finiti sotto le 2:20, tutti africani ad eccezione di Jeroen Van Damme (2:19.44). Agnes Hijman ha vinto una modesta gara femminile, in 2:54.36

    08 ott: St.George Utah, Usa e Royal Victoria, Can

    Questa è un’altra di quelle belle gare nord-americane molto frequentate (quasi 5000 arrivati) e poco conosciute da noi. Discreto risultato tecnico per il vincitore, James Leander primo in 2:18.25 davanti a Steve Frisone in 2:21.55. Interessante risultato di massa nella prove femminile, vinta da Devra Vierkant in 2:37.19, davanti a Lisbet Sunshine (2:44.16) ed altre cinque sotto le 2:50 In Canada si è svolta una gara simile, per partecipazione e caratteristiche. Nella British Columbia la Royal Victoria è stata appannaggio di Steve Osaduik in 2:16.49 e la femminile di Suzanne Evans in 2:47.05, entrambi canadesi. Infine a Scranton, Pennsylvania, bella vittoria per la campionessa del corpo dei marines, Susannah Kvasnicka in 2:45.06

    08 ott: Melbourne, Aus

    Dall’altra faccia del mondo diamo notizia della maratona di Melbourne, il cui percorso ancora ricalca quello delle Olimpiadi del 1956, e che quest’anno ha visto all’arrivo 1712 corridori, il che la rende la seconda dell’Australia, dopo quella della Gold Coast. I vincitori sono stati il giapponese Kazunari Suzuki in 2:23.43 e l’oriunda italiana Karen Natoli in 2:53.06.

    14-15 ott: Baltimore, Hartford, Columbus, Long Beach,Usa e Toronto, Can

    Amplissimo, come al solito, il panorama delle gare nord-americane, da quelle più grandi a quelle… minime, come la maratona trail di Big Sur, Ca che ha contato al traguardo 43 arrivati (vinta da Mark Matyazic in 2:36.12). A Baltimora (2149 finishers) l’etiope Yirefu Birhanu in 2:16.26 ha preceduto l’ucraino Mykola Antonenko (2:16.55) e Wilson Komen (2:17.05). Rimma Dubovik ha prevalso nella classifica femminile in 2:35.44, davanti a Maria Portilla (2:36.23) e Ilona Barvanova (2:36.25). Ad Hartford, Ct (1285) bella gara vinta in volata da un altro ucraino, Mykolai Rudyk, in 2:18.39 davanti a Jonathan Ndambuki (2:18.41) e Zintu Meazo (2:18.56). Vittoria bielorussa fra le donne, con Anastasiya Padalinskaya in 2:38.46, su Alena Vinitskaya 2:39.20 e Alevtina Naoumova in 2:43.31. A Toronto, Can (1583) seconda maratona in poche settimane, vinta questa volta da Anthony Skuce in 2:34.11 e Nicole Stephenson in 2:47.10 A Columbus, Oh si è avuta la gara più numerosa con 3750 arrivati nonostante il modesto monte-premi, vinta da Cecil Franke in 2:18.13 e da Kristin Price in 2:44.09 mentre a Long Beach, Ca (2053) hanno prevalso Lionel Avalos (2:27.56) e Melissa Goude (2:58.37)

    15 ott: Amsterdam, Ned

    Bella gara, tirata e combattuta, dove l’aiuto delle lepri ha favorito il tempo nella giusta maniera senza falsare la gara. Alla fine ha vinto un esordiente in maratona: il keniano Solomon Bushendich in 2:08.52 di poco davanti a Bernard Barmasai, ben più conosciuto prima di questa gara. Alle loro spalle i piazzamenti se li è giocati un gruppetto con un tanzaniano (Bayo 2:10.47), un paio di keniani (Leleito 2:11.17 e Metebor 2:11.52) e, senti chi si risente, il brasiliano Vanderlei Lima, quinto in 2:11.36. Nella gara femminile sono rimaste in quattro a giocarsela, con un terzetto keniano che ha costretto alla resa l’etiope Leila Aman. Bella vittoria per Rose Cheruiyot in 2:28.26, davanti a Helena Loshanyang in 2:28.51, Leila Aman (2:29.32) e Emily Kimuria (2:29.56). I tempi hanno risentito della tensione agonistica, ma noi li preferiamo di gran lunga così. Fra i 5829 arrivati erano presenti moltissimi italiani, il migliore dei quali è stato lo spoletino Piergiorgio Conti, 38simo in 2:30.05

    15 ott: Budapest, Hun

    La bellissima capitale ungherese ha organizzato la sua maratona, accogliendo quasi 2000 partecipanti. Questa volta l’uomo di casa, Tamas Toth, ha preceduto gli africani (non di prima scelta) risultando vincitore in 2:25.03 davanti al tanzaniano Oswald Kahurzi in 2:25.24 ed il keniano Jackton Odhiambo in 2:26.36. La brava Judit Nagy Foldigné, che conosciamo bene anche in Italia, ha vinto la prova femminile a mani basse in 2:59.49. I tempi risultano appesantiti da un percorso bellissimo ma tortuoso, ricco di saliscendi e da una partenza caotica. Tutto il mondo è paese… Una curiosità: il finale ..né in alcuni cognomi femminili indica il cognome da sposata, il quale viene di solito rubricato per primo in un Paese dove il cognome precede sempre il nome proprio.

    15 ott: Essen, Ger

    Oltre 1500 all’arrivo della corsa attorno al lago di Baldeneysee e bella vittoria del giovane tedesco Mario Krockert, categoria M20, esordiente sulla distanza, solissimo al traguardo in 2:16.54 col secondo a quasi venti minuti. Romy Spitzmuller ha vinto la gara femminile in un normale 2:40.40.

    15 ott: Porto, Por

    Dominio keniano anche nella maratona della seconda città del Portogallo, con sei nei primi sei. Ha prevalso un ottimo Lawrence Saina in 2:09.52, secondo Joseph Nguram in 2:11.58 e terzo Kipkorir Changwony in 2:15.05. La vittoria femminile è andata a Aureliana Edmundo in 2:57.35. La prevalenza degli straodinari corridori di questo Paese africano si fa dunque sempre più netta: basti pensare che nel 2006, fino a questo momento, si contano 47 prestazioni sotto le 2:10 di cui ben 28 ad opera di atleti keniani, cioè quasi il 60 per cento!

    15 ott: Poznan, Pol

    Ben 2209 arrivati nella maratona di Pozan, un record per questo Paese. La vittoria è andato a prendersela l’uomo di casa, Jan Bialk, che in 2:16.21 ha preceduto il keniano Mark Yatich (2:17.17) e Radoslaw Dudycz (2:17.25) e altri quattro sotto le 2:20. Vittoria ucraina invece fra le donne, col primo posto di Angelika Averkova in 2:37.07, davanti a Dorota Ustianowska, di Chestokowa, seconda in 2:39.22, Arleta Meloch (2:39.34) e altre quattro sotto le 2:50

    15 ott: Reims, Fra

    Partecipazione modesta per questa gara, disertata dai francesi, e salvata dalla solita pattuglia di keniani. La vittoria è andata a Pius Maritim, conosciuto anche da noi per aver vinto la maratona di Napoli, col tempo di 2:13.55, davanti a Simon Minyuto (2:14.42) e Isaac Kiprono (2:15.00). Keniana anche la vincitrice, Martha Komu in 2:32.45, seguita da Elizabeth Mongudhi 2:47.07 e Murielle Brionne in 2:50.03.

    Segnaliamo inoltre che il recente campione del mondo dei 100km, Yannick Djouadi è tornato subito a correre, vincendo la maratona di Vannes in 2:30.15

    15 ott: Graz, Aut

    Nella vicina Graz si disputa la seconda maratona per importanza dell’Austria, che quest’anno ha contato alla fine 1133 arrivati. David Kogei e Richard Mutai hanno staccato tutti e si sono divisi i premi, col tempo di 2:14.14 e 2:15.54 rispettivamente. In campo femminile bella vittoria per l’austriaca Ewa-Maria Gradwohl in 2:37.33, senza opposizione, poiché la seconda è stata Maria-Elisabeth Penker in 2:45.09. La Gradwohl in giugno era stata seconda nella maratona di Stoccolma.

    15 ott: Tres Ciudades Patagonicas, Arg

    Una delle corse più meridionali del pianeta si è dispiegata fra le città patagoniche di Chubut, Rawson e Trelew, ed ha registrato un discreto risultato sia tecnico che di partecipazione. Omar Cretton (2:33.49) e Isabel Curruman (3:04.17), entrambi della regione, sono stati i migliori fra i quasi trecento arrivati. La corsa lunga in Argentina vanta tradizioni nobilissime che risalgono ai maratoneti degli anni quaranta-cinquanta Reinaldo Gorno e Delfo Cabrera. Dopo un periodo di appannamento il movimento vive adesso un deciso rilancio: manca ancora la figura di spicco, ma gli oltre 7000 iscritti alla prossima maratona di Buenos Aires testimoniano di una vivacità invidiabile.

    15 ott: Beijing, Chn

    Partenza da Piazza Tienanmen, con esibizione dei “danzatori del leone” e intrattenimenti vari. Temperatura a16 gradi, per 77% di umidità. Gara maschile che ha vissuto sul confronto fra giapponesi e keniani e successo finale per James Kwambai nel buon tempo di 2:10.36 davanti a David Kipkorir (2.10.46) e Takehisa Okino (2:12.24).

    Più combattuta ed incerta la gara femminile, dove le cinesi hanno fatto assaggiare alla keniana Pamela Chepchumba un po’ della medicina del 10 contro uno, che tanto spesso invece tocca agli altri deglutire. Alla fine sono arrivate nove atlete in due minuti e mezzo: con un unico interminabile volatone ha vinto la cinese Sun Weiwei in 2:34.41, davanti alla Chepchumba (2:34.51) e alla Ren Rong (2:34.57): nove atlete sono arrivate nello spazio di 2 minuti e mezzo. In questa gara si sono affacciati in campo internazionale anche atleti della Mongolia, che hanno conseguito i primati nazionali: Serod Batochir (2:20.13) fra i maschi e Luvsanlkhudeng Otgonbayar (2:50.28) fra le donne.

    22 oct: Chicago, Usa

    La migliore della settimana era naturalmente la maratona di Chicago e lo è stata davvero sia per risultato tecnico che per partecipazione. Al traguardo gli organizzatori hanno infatti potuto contare qualcosa come 33.618 arrivati, più di Londra (32.974) e di Berlino (29.957).

    Il velocissimo percorso, in gran parte ricavato sul lungo-lago Michigan, ha facilitato il raggiungimento di grandi risultati tecnici, assieme all’intelligente politica degli organizzatori che cercano ogni anno di propiziare una gara autentica, col confronto fra atleti di grande valore.

    Ne è nata una gara tiratissima ed avvincente sotto il profilo agonistico, conclusa da uno sprint drammatico ch ha visto alla fine vincitore il 28enne Robert Cheruiyot, in 2:07.35, nonostante i tatticismi di una gara dove contava soprattutto vincere. Degnissimo secondo è stato Daniel Njenga (2:07.40) seguito da Jimmy Muindi (2:07.51). Alle spalle di queste terzetto un’ottima gara l’ha fatta anche l’americano di origini africane Abdi Abdirahman, non più giovanissimo, che ha chiuso in 2:08.56 davanti a Robert Chebobor (2:09.25) ed al più giovane Brian Sell (2:10.27). Trentaquattro atleti hanno chiuso in meno di 2:20.

    Ancora migliore la corsa femminile. Le esperte rumene Nuta Olaru e Constantina Dita Tomescu hanno tentato di fare gara di testa, con l’obbiettivo di andarsene in solitudine, ma sono state contrastate da un quartetto di giovani maratonete, tutte sotto i trent’anni, che alla fine si sono giocate il ricchissimo monte-premi (anche qui eguale a quello dei maschi). Nel finale sono rimaste in due e all’ultimo chilometro la 28enne etiope Berhanu Adere ha conquistato quel piccolo margine che le ha consentito di battere la russa Galina Bogomolova, 29 anni. Formidabili i tempi, a riprova che le grandi prestazioni si possono fare anche in gare combattute: 2:20.42 contro 2:20.47. Alle loro spalle grande lotta anche per il terzo posto, conquistato dall’autraliana Benita Johnson in 2:22.36 davanti alla 26enne messicana Madai Perez, che in 2:22.59 ha stabilito il record del suo Paese. Alla fine si sono contate ben dieci atlete sotto le 2:30 appartenenti a sette Paesi diversi, 55 atlete sotto le 2:50 e ben 105 sotto le tre ore.

    22 ott: Lausanne, Sui

    Oltre all’affascinante maratona di Venezia, il calendario europeo della settimana non riservava grandi appuntamenti, anche se le gare disputate sono state moltissime. Segnaliamo questa maratona di Losanna, impostata come al solito sugli africani, che ha visto un pareggio Kenya-Etiopia dal momento che Sammy Korir (2:14.39) ha vinto la corsa maschile e Meseret Kotu ha fatto sua quella femminile (2:39.43).

    22 ott: Dresden, Ger

    Un’altra discreta gara europea è stata la maratona di Dresda: anche qui dominio africano con Joseph Talam (2:15.26) davanti a Mathew Serem (2:16.19), mentre la russa Olga Glock si è facilmente impadronita del gradino più alto del podio fra le donne, in 2:35.26

    27 ott: Chunchon, Chunilbo, Kor

    Il movimento podistico coreano sta vivendo un momento di grande espansione quantitativa (oltre 100 maratone in un anno!) ma fatica a trovare, in questo momento, degni successori dei suoi grandi campioni del passato. Ne è conferma l’andamento della maratona Chunilbo di Chunchon, una delle maggiori del Paese insieme alla Dong-A di Seoul, che potremmo definire di transizione verso l’affermarsi di nuovi talenti, che un movimento di questo tipo saprà certamente produrre. Intanto questa gara è stata vinta da Elijah Mutai in 2:13.46 davanti a Jose Amado Garcia (2:13.53), al cinese Zheng Yunshan (2:16.47), al coreano Lee Myong-ki (2:1734) e ad Alfredo Arevalo 2:18.23. Garcia ed Arevalo sono guatemaltechi: una nazione nuova che si affaccia al sempre più variegato mondo di maratona. Coreane in testa, invece, nella gara femminile, ma risultati modesti: Yun Sun-sook ha vinto in 2:36.04 davanti alla Lee Sun-young in 2:36.27

    29 ott: Nairobi, Kenia

    la maratona di Nairobi è inserita in un circuito di quattro manifestazioni sponsorizzate dalla Standard Chartered Bank, insieme a quelle di Mumbai, Singapore e Hong Kong, con classifica finale unificata e grossi premi. Naturale quindi che la manifestazione di Nairobi abbia avuto una larga partecipazione nel complesso delle gare che la compongono (oltre 17.000) e che i risultati tecnici siano stati molto buoni, considerata l’altura. Infatti quando si valutano le prestazioni dei keniani fatte a casa loro non bisogna mai dimenticare che stiamo parlando di un altopiano, la cui quota minima supera i mille e cinquecento metri.

    In questa gara ha prevalso Hosea Kiprop Rotich in 2:10.21, davvero molto buono, seguito a distanza da Kipchoge Kiplagat (2:13.06), dall’ugandese Alex Malinga (2:13.09), da Paul Limo (2:13.47) e da altri 21 sotto le 2:20. Di questi atleti non c’era traccia finora nelle liste dell’anno, per cui deduciamo trattarsi di nuova linfa per la già nutrita tribù dei corridori degli altopiani.

    In campo femminile bella vittoria per Irene Jerotich in 2:32.39 nettamente sulla cinese Zhang Xiu (2:37.26) e Beatrice Omwanza (2:39.07).

    29 ott: Guadalajara, Mex

    Quest’anno la consueta sfida fra corridori locali e keniani si è risolta a tutto vantaggio dei secondi, che hanno trionfato sia in campo maschile che femminile. Vittoria per Philip Metto Kibitok (2:15.17) davanti a Christopher Toroitich (2:15.33), Samuel Kiprotich (2:16.18) e Jesus Primo Capula Torres, primo dei messicani in 2:17.26. Fra le donne il primo posto è andato a Susan Muthoni, la maggiore di tre sorelle (le due più giovani erano in gara a Nairobi), che ha tagliato il traguardo col tempo di 2:40.02, precedendo allo sprint la messicana Judith Ramirez Hernandez (2:40.04)

    29 ott: Frankfurt, Ger

    La città che ospita la Banca Europea ha intitolato all’Euro la sua maratona, ma la manifestazione è stata pressochè ignorata dagli europei e dai tedeschi stessi, data la massiccia presenza africana, al punto che i primi dieci all’arrivo sono stati tutti africani.

    Buona gara e buon tempo per Wilfred Kigen (2:09.06), abbastanza lontano davanti a tutti, seguito da Moses Arusei (2:10.30) e Francis Bowen (2:10.49). Wilfred Kigen quest’anno era stato quarto ad Amburgo (2:10.00) e sesto a Seoul (2:12.28).

    Altra storia in una modesta gara femminile, vinta dalla russa Svetlana Ponomarenko con 2:30.05 davanti alla norvegese Kirsten Melkerk Otteru, che sta crescendo, in 2:31.20 ed alla marocchina Hafida Izem, che corre molto anche da noi, in 2:31.30

    29 ott: Buenos Aires, Arg

    Grande partecipazione per la corsa della capitale argentina, ma vittoria per l’ospite brasiliano Jesus Santos Geovane (2:18.27) davanti all’idolo di casa Oscar Cortinez (2:20.04). Sandra Torres ha conquistato la classifica femminile in 2:45.04. Complessivamente oltre 10.000 persone hanno preso parte alle diverse gare che formavano l’evento, con grande soddisfazione degli organizzatori che vedono così confermato un bel rilancio di questo sport, in un Paese fin troppo calciofilo.

    29 ott: Washington, Marine Corps, Usa

    La leggenda secondo la quale essere ammessi alla maratona di New York è più facile per un europeo che per un americano deve avere un qualche fondamento, se è vero, come è vero, che appena una settimana prima di New York è stato possibile organizzare una maratona con 20.879 arrivati. E’ accaduto a Washington, o meglio a Quantico, nella maratona organizzata per celebrare il corpo dei Marines, ma aperta a tutti.

    Si è trattato dunque di un grande evento di massa, nel quale il risultato tecnico aveva relativa importanza ed infatti non c’erano “invitati”, tuttavia ci sono stati dei vincitori: il messicano Ruben Garcia (2:21.21) e Laura Thompson (3:00.23).

    Nello stesso giorno si è corsa un’altra bella maratona nel Michigan, a Detroit, che pur schiacciata fra Chicago e New York ha visto al traguardo 3875 corridori, vinta da Josephat Ongeri (2:18.22) dopo una lunga, estenuante volata col bielorusso Andrei Gordeyev (2:18.26), mentre fra le donne la russa Elena Orlova (2:41.26) ha preceduto la polacca Wioletta Kryza (2:43.48)

    30 ott: Dublin, Irl

    La capitale irlandese celebra la sua maratona nell’ultimo lunedi di ottobre, festa nazionale, e quest’anno applaude gli atleti russi che hanno vinto l’eterna sfida con gli africani in entrambe le classifiche: Aleksey Sokolov (2:11.39) ha preceduto nettamente l’ucraino Oleksandr Kuzin (2:13.11) ed Erwin Komen (2:13.26), mentre Alina Ivanova ha fatto segnare il buon tempo di 2:29.49 per battere la britannica Hayley Haining (2:31.51) e la connazionale Larisa Zyusko (2:33.09)

    05 nov: New York City Marathon

    Questa gara è stata vista, raccontata e commentata in tutte le salse, per cui pare inutile ripertersi in queste note, necessariamente sintetiche. Aggiungiamo solo che alla fine gli arrivati sono stati ufficialmente 37.954. Completiamo però l’informazione fornendo la scheda dei due vincitori:

    Marilson Gomes dos Santos è nato il 6 agosto 1977, è alto 1.74 e pesa 58kg. Prima di questa straordinaria vittoria si era segnalato, nel 2004, nella maratona di Chicago, vinta da Evans Rutto (2:06.16), giungendo sesto 2:08.48. Agli ultimi campionati mondiali era stato 10° in 2:13.40. Vanta eccellenti primati in pista: 5000: 13.19.43 (Kassel 08giu2006). 10.000: 27.48.49 (Neefeldt 05jun2006). Nella mezza ha un primato di 1:02.12 risalente al 20 agosto 2000 a Rio de Janeiro

    Yelena è nata il 21sep1976, è alta 1.68 e pesa 51kg. La sua vittoria non è certo una sorpresa, dal momento che ha vinto questa corsa anche lo scorso anno. Inoltre è arrivata 2° a Boston in 2:23.48 ed ha vinto ad Osaka nel 2005 in 2:22.56 (primato personale). Nella mezza vanta un eccellente 1:08.11 (South Shields 18set2005) ed in pista ha primati notevolissimi: 3000: 8.42.86 (Stockholm 25jul2006), 5000: 14.47.71 (Stockholm 01ago2000), 10000: 30.38.78 (Goteborg 07ago2006)

    05 nov: Seoul, Joong An, Kor

    Subito a seguire si è disputata la maratona di Seoul, seconda per importanza fra le molte che si corrono della capitale coreana. Il solito manipolo di kenyani ha dato luogo ad una gara vera, con eccellenti risultati tecnici: il 28enne Jason Mbote ha vinto in 2:08.13, davanti a Paul Kirui (2:09.05), Philip Manyim (2:09.35), Wilson Onsare (2:09.47 e Lee Bong-Ju 2:10.49. Modesta la prova femminile vinta dalla Kim Hye-kyong 2:40.36

    05 nov: Istanbul, Eurasia

    La maratona di Istanbul si svolge tra l’Asia e l’Europa, passando sui celebri ponti cha attraversano in Bosforo. Buona la partecipazione internazionale e primo posto per Mindaugas Pukstas, lituano, che ha impiegato 2:12.52 a coprire il non agevole percorso. Alle sue spalle l’ucraino Andrei Naumov (2:12.59), il russo Sergei Lukin (2:13.08) e il tanzaniano Faustin Baha Sulle (2:13.25).

    La stagionata russa Madina Biktagirova ha fatto sua la classifica femminile in 2:28.21, ancora buono, davanti a Liliya Yadzhak, una siberiana residente in Francia, che ha impiegato 2:29.22, davanti a Natalya Volgina (2:30.07) e la prima dei locali, Mehtap Dogan in 2:31.13

    05 nov: Athina Classic

    Nota anche come la “Maratona di Maratona” è la gara che si disputa sul percorso classico, più o meno aggiustato per farlo coincidere con l’errata misurazione di matrice britannica ma che ha finito col diventare la distanza ufficiale. Si tratta di una corsa popolare, in un Paese dove il fondo popolare non è, che ha portato al traguardo 2611 corridori. Davanti a tutti sono giunti Henry Tarus in 2:14.45 e Chikako Ogushi in 2:40.45, appena discreti.

    05 nov: Blumenau, Bra

    Un migliaio di connazionali del vincitore di New York hanno dato vita ad una vivace maratona di Blumenau, una delle maggiori del Paese, disputata con temperatura elevata, anche perché da quelle parti si è in primavera inoltrata, nonostante che la partenza sia stata data alle 6 del mattino. Hanno vinto, con tempi discreti date le condizioni, Claudir Rodrigues in 2:20.15 ed Erinelda Rodrigues da Silva in 2:47.41

    05 nov: Nurnberg, indoor

    Segnaliamo infine una curiosa maratona indoor, disputata a Norinberga da 58 concorrenti, su di un percorso di 287 metri, e vinta, per la cronaca, da un certo Hannes Schmidt in 2:53.01. La voglia di correre non si ferma mai!

    05 nov: Soweto, Rsa

    Come noto Soweto è il più grande agglomerato della degradata periferia di Johannesburg, luogo simbolo della lotta di liberazione delle popolazioni di colore. Molti progressi tuttavia sono stati fatti, ed una piccola riprova ne è anche la disputa di questa maratona, una delle maggiori del Paese, che ha visto alla partenza oltre 10.000 corridori. Ha vinto Mabuthile Lebopo, del Lesotho, in 2:19.10, davanti a Jabulani Khoza (2:20.34), Graham Malinga (2:20.49) e Moses Njodzi, dello Zimbabwe, in 2:21.42. In campo femminile ha prevalso Mamorallo Tjoka, Lesotho anche lei, in 2:47.00 davanti a Gloria Baeba (2:52.11) e Margaret Mahohoma, Zimbabwe, in 2:55.16 Ricordiamo che i tempi risentono molto dell’altura, in quanto Soweto si trova sull’altopiano centrale, ad una quota di 1700 metri circa. Il Lesotho, che ha espresso i vincitori di questa gara, è un piccolo stato indipendente, immerso nella Repubblica Sudafricana, abitato da circa 1.800.000 persone per lo più di etnia Cafra ed è situato sulla catena montuosa detta Monti dei Draghi, ad una quota fra i 2000 ed i 3000 metri.

    12 nov: Monaco et des Riviera, Mon

    Anche il piccolo principato Mediterraneo, così denso di sportivi residenti, ha la sua maratona, e si tratta di una buona maratona. Anche quest’anno 1600 podisti hanno raggiunto il traguardo nel tempo massimo. Nel giorno dedicato dalla IAAF al suo Gran Gala annuale, il keniano Wilfried Cheresek ha preceduto tutti nel tempo di 2:17.21, piuttosto buono considerate le alterazioni di quota dovute alla natura dei luoghi. In campo femminile ha invece vinto la svedese Lena Gavelin (2:39.39) davanti ad Elena Samko in 2:41.27. Il migliore dei molti italiani presenti è stato Giuseppe Veletti, in 2:38.04

    12 nov: Tenero, Ticino, Sui

    Piccola e simpatica maratona del Canton Ticino, nella vicina Svizzera, a cui hanno preso parte più di trecento corridori, con molti italiani. Hanno vinto il tedesco Gerhard Schneble (2:29.30) e la svizzera Corinne Zeller (2:49.45). Il migliore degli italiani è stato Vincenzo Virgili, quinto in 2:39.25. Nella mezza, con quasi 1500 partecipanti, ha vinto Graziano Zugnoni, di Novate, in 1:07.48 mentre fra le donne Alessandra Clerici è stata seconda in 1:19.00

    18 nov: Philadelphia, Usa

    Il panorama delle gare nord-americane in questo periodo rallenta, ma non si ferma. Ne fa fede la maratona di Philadelphia, portata a termine da 6119 corridori. Davanti a tutti si è presentato sul traguardo il keniano Hosea Kimutai, dopo 2:17.09, davanti a Michael McKeenan in 2:17.50. La russa Marina Bychkova ha vinto la corsa femminile in 2:40.31: noi la conosciamo come centista molto valida, ma da qualche anno preferisce dedicarsi alle ricche maratone americane, tornando ai vecchi amori solo in occasione della Comrades, la più grande e… dotata ultra del mondo.

    18 nov: Villefranche-sur-Saone, Beaujolais Noveau

    Il Beaujolais Noveau è un vinello molto artificioso (da noi si chiama Novello) al quale non va il mio personale apprezzamento, ma è di gran moda e subito i francesi hanno pensato bene di dedicargli una maratona, nella zona di produzione. Il burundiano Pasteur Nyabenda ha così poteuto collezionare un’altra delle sue vittorie in gare di seconda fascia, in 2:27.54 precedendo altri 1189 appassionati. Curiosità: un tipo di pastorizzazione è per l’appunto alla base della produzione di questo gioioso vinello.

    19 nov: Tokyo, Jpn

    In Giappone la scelta di organizzare maratone (e non solo) riservate alle donne si fa sempre più netta, al punto che solo i risultati ottenuti in questo tipo di gare vengono tenuti in considerazione per formare le selezioni nazionali che rappresentano il Paese dei Ciliegi nelle grandi competizioni. La maratona femminile di Tokyo è una delle più importanti gare di questo tipo, inoltre per parteciparvi occorre qualificarsi ottenendo un crono di rilievo (meno di 3 ore) in precedenti prove dello stesso genere. Non si tratta dunque di una gara di massa e lo dimostra il fatto che è stata portata a termine da sole 123 atlete. Un terzetto di giapponesi, tutte molto conosciute in campo internazionale, ha prima stroncato le velleità delle straniere invitate, e poi si è giocato la vittoria. Gara quindi tattica, anche ostacolata dal maltempo, e risultati cronometrici non straordinari. Il traguardo lo ha raggiunto per prima Reiko Tosa (2:26.15) davanti a Akemi Ozaki (2:28.51) e Naoko Takahashi (2:31.22). A seguire le altre: Olivera Jevtic (2:33.11), Zivile Balciunaite (2:33.18), Mary Ptikany (2:34.31) e Jen Rhines (2:35.37). Spulciando l’arrivo troviamo al 14° posto la centista Hiroko Shou, terza al mondiale, che ha chiuso in 2:46.38, cioè un tempo peggiore di quello fatto registrare la Monica Carlin a Livorno.

    19 nov: Marabana, Cub

    Grazie alla collaborazione dell’amico argentino Gerardo Re, recuperiamo infine il risultato della Maraton de la Habana, Marabana, corsa in ottobre a Cuba. La gara celebrava quest’anno il ventesimo anniversario della sua fondazione ed è stata onorata dalla partecipazione di 2500 corridori provenienti da 76 Paesi. Si tratta più che altro di una grande festa popolare, in cui il risultato tecnico passa in second’ordine, tuttavia ci sono stati naturalmente dei vincitori: si tratta dei cubani Henry Jaen (2:29.23) e Aracelys Lamothe (3:15.12). Il record della corsa fu stabilito nel 1994 da Alberto Cuba in 2:13.37, mentre nella lista dei vincitori troviamo anche una italiana: Anna Sacchi prima nel 1993.

    19 nov: Kampala, Uga

    L’Uganda si trova accanto al Kenya, nella stessa Rift Valley e la sua capitale sorge anch’essa sulle rive del grande Lago Victoria. Il Paese ha attraversato ricorrenti crisi socio-politiche che ne hanno seriamente compromesso lo sviluppo, ma trova ugualmente la forza di organizzare la sua maratona, nella capitale Kampala. Alcune etnie sono comuni col Kenya (ne fanno fede anche i nomi dei corridori) ed è lecito aspettarsi un futuro popolato di buoni atleti. La maratona di Kampala ha avuto un buon successo, con un migliao di partecipanti, ed è stata vinta da Isaiah Kipkemei Kosgei, keniano, in 2:18.08 davanti all’ugandese Amos Masai (2:18.42) ed al keniano Peter Kioi Mugo (2:19.29). Successo per le atlete di casa in campo femminile, con l’ugandese Jane Suuto prima in 2:49.20, davanti alle keniane Tabitha Kibet (2:49.25) e Risper Maiyo (2:52.18).

    26 nov: Bangkok, Tha

    In Thailandia stanno dando un notevole impulso alle gare di corsa, anche con finalità turistiche, ma non solo, ed in effetti la partecipazione sta crescendo. Peccato che pubblichino i risultati in un curioso mélange di alfabeti (latino e thai) che in qualche caso rende problematica la decifrazione degli stessi. La maratona di Bangkok, che fa parte del circuito Standard Chartered sponsorizzato da una grande Banca, ha presentato al traguardo duemila concorrenti (elefanti compresi!) i migliori dei quali sono stati l’etiope Tesfaye Berhanu (2:28.02) e la polacca Wioletta Uryga (2:56.47) che a fine carriera ha messo radici da quelle parti e di maratone ben premiate non ne perde una.

    26 nov: Curitiba, Bra

    Teniamo d’occhio le maratone che si disputano in Brasile, in quanto costituiscono il serbatoio dal quale, con una certa frequenza, sbucano poi fuori dei personaggi che compiono imprese notevoli all’estero, come nel caso della recente maratona di New York.

    La Maraton Ecologica de Curitiba è una di queste, fra le meglio frequentate, ed stata appannaggio di Adriano Bastos, tre volte vincitore della ricca maratona Walt Disney di Orlando (Usa), qui approdato ad un discreto 2:19.10 date anche le non ideali condizioni climatiche, davanti ad Urias Yostaque de Lima (2:21.42). Fra le ragazze ennesima bella prova per Rosa Jussara Barbosa (2:47.30) facilmente prima davanti a Denise Paiva Lucas (2:52.08)

    26 nov: La Rochelle, Fra

    La cittadina portuale di La Rochelle ha organizzato questa buona maratona, nonostante la stagione avanzata, specie in quei nordici luoghi. Ha dato buona prova di sé il keniano Peter Biwott che ha concluso per primo nel tempo di 2:14.01, davanti all’etiope Hailu Abebe (2:15.40) e all’altro keniano Elijah Nyambuti (2:16.319. Sullo stesso livello la corsa femminile, vinta da Elizabeth Chemweno in 2:37.58 davanti alla francese Leopoldina Silveira (2:42.40)

    26 nov: San Sebastian, Esp

    Quasi duemila atleti hanno portato a termine la maratona di San Sebastian, o meglio Donostia, valida anche come campionato del Paese Basco. Hanno vinto il keniano William Serem in 2:16.21 e la britannica Angela Dawson Howe in 2:49.37. Il campionato nazionale del Paese Basco (Euskadi) è andato a Asier Larranaga Urigoitia (2:29.07) e ad Amaya Arana Aktanondo (2:52.57).

    26 nov: Seattle, Usa

    Negli Stati Uniti questo è stato il fine settimana dedicato alla festa del Ringraziamento, che cade sempre l’ultimo giovedì di novembre, dando così vita a un un lungo “ponte” che di solito si passa in famiglia mangiando tacchino farcito ed altre poco podistiche leccornie. Scarse le gare, dunque, data anche la stagione, ma una bella corsa si è tenuta nella nordica Seattle, conclusa da oltre 2000 corridori e vinta dai coniugi Steidl: Uli primo fra gli uomini in 2:27.54 e Trisha prima fra le donne in 3:01.36

    26 nov: Shanghai, Chn

    La capitale economica della Cina ha ospitato per la seconda volta una grande maratona internazionale, che non è una gara di massa in quanto, sull’esempio giapponese, solo un gruppo di corridori ampio ma selezionato è ammesso a correrla. L’immancabile pattuglia degli invitati keniani se l’è presa comoda, andando a dividersi fraternamente il cospicuo monte-premi, senza troppo battagliare fra di sé. Ha vinto Paul Korir in 2:15.25, stesso tempo del secondo, Jonathan Kipkosgei, mentre terzo è arrivato il giovane Benjamin Yarangura in 2:15.29. Vittoria cinese invece fra le donne, con Zhang Xin prima in 2:32.07 davanti a Harumi Hiroyama, giapponese, in 2:32.33 e Zhu Yingying in 2:32.44

    01 dec: Kisumu, Ken

    Quella di Kisumu è una delle poche maratone che si corrono in Kenya, su percorso in parte sterrato ricavato sulle spettacolari rive del Lago Victoria, sorgente del Nilo, ad oltre 1500 metri di quota. A queste gare partecipano in genere dei corridori che non si sono ancora messi in luce all’estero, anche se di solito preferiscono cimentarsi su distanze propedeutiche alla maratona. Ha vinto il 25enne Paul Manawa, etnia Kisii, in 2:16.05, davanti a Josephat Kiprotich (2:16.15) e Daniel Ongachi (2:16.25). Lydia Kurgat ha prevalso in campo femminile in 2:40.45, davanti a Sally Lagat (2:41.30) e Rael Jebytor (2:42.35)

    02 dec: Negril, Jam

    La sportivissima isola di Giamaica non è abituata a vedere persone che corrono per più di… un paio di giri di pista e tuttavia non è voluta mancare nel novero delle maratone che si corrono in giro per il mondo, ed ha quindi organizzato questa sua prova, intitolata alla musica reggae. I vincitori sono risultati essere i giamaicani Andrew Gutzman (2:45.00) e Euleen Josiah-Tanner (3:14.03)

    03 dec: Fukuoka, Jpn

    La maratona internazionale di Fukuoka, solo maschile, è la più antica del Giappone in attività, essendo stata fondata nel 1947, ed è quindi giunta alla sessantesima edizione. I risultati sono stati sempre di alto contenuto tecnico, e così non poteva non essere anche quest’anno, visto lo straordinario campo dei partenti. Dopo dura lotta, Sua Maestà Haile Gebrselassie ha imposto il proprio finale, andando a vincere nel tempo molto buono di 2:06.52, che tuttavia non rappresenta il primato della corsa, tuttora detenuto da Atsushi Fujita con 2:06.51 nel 2000. Alle spalle dell’etiope si è presentato sul traguardo il sorpendente ucraino Dmytro Baranowsky, un nome nuovo a questi livelli, che ha chiuso in 2:07.15 ed è riuscito a precedere addirittura il campione del mondo, Jaouad Gharib, terzo in 2:07.19. Alle loro spalle un manipolo di giapponesi: Wataru Okatani (2:08.49), Toshinari Suwa (2:08.52), Tsuyoshi Ogata (2:10.48) ed il redivivo inglese Jon Brown (2:11.50)

    03 dic: Lisboa, Por

    Una giornata battuta dal vento ha accolto i quasi mille corridori che hanno dato vita alla Maratona Internazionale di Lisbona, sul cui movimentato percorso ha prevalso Luis Jesus, in 2:21.08, davanti al tanzaniano Sebastian Panga (2:22.02) e Manoel Ferraz (2:22.11). In campo femminile solitaria vittoria per Fatima Silva 2:40.00 davanti alla polacca Dorota Ustianowska (2:50.54).

    03 dec: Sacramento, Usa

    La migliore della settimana nel Nord-America è stata la californiana maratona di Sacramento, dove la vittoria ha arriso al keniano Jonathan Ndambuki (2:14.58) allo sprint davanti a Kassahun Kabiso (2:14.59) e terzo il californiano Miguel Nuci (2:15.34). Fra le donne successo della rumena Camelia Alina Gherasim (2:34.23) davanti a Elena Orlova (2:37.40) e Wioletta Kryza (2:37.58). Chuck Engle prosegue nel suo tentativo di concludere 52 maratone in un anno, tutte in meno di tre ore. A Baton Rouge, sia pure affiticato dal precedente week-end, è giunto secondo in 2:41.15 ed è prossimo a farcela!

    03 dec: Mazatlan, Gran Maraton de Pacifico, Mex

    Mazatlan è una grande città dello stato di Sinaloa, situato sulla costa del Pacifico quasi di fronte alla estrema propagine della parte messicana della California, in una delle zone di maggiore attrattiva tutistica del Paese. Qui viene organizzata da oltre vent’anni una importante maratona, che ha il pregio di essere corsa al livello del mare, contrariamente alle altre messicane. Gli ospiti keniani hanno prevalso nella gara maschile, con Georges Okworo in 2:17.20 davanti a Peter Omae (2:18.14). Terzo il migliore dei messicani, Jorge Rivera, in 2:19.18. Patriottica rivincita messicana in campo femminile, con Maria Guadalupe Santana in 2:43.44 davanti a Ariana Quino in 2:56.20

    03 dec: Grand Cayman

    Neppure il piccolo arcipelago caraibico delle Cayman è voluto mancare ed ha dato vita alla sua annuale maratona, in cui si segnala una particolarità: il primo assoluto al traguardo è stata una.. prima in quanto l’americana Julie Stackhurst, della Florida, ha preceduto tutti sia pure in un non straordinario 3:06.17. Solo secondo il primo dei maschietti, Mark Hydes, in 3:09.26

    03 dec: Bridgetown, Bar

    Il Barbados Run Festival è una vera festa della corsa che comprende parecchie prove, comprese gare di velocità su strada, nell’arco di tre giorni. La gara principale è naturalmente le maratona, a cui hanno preso parte quest’anno un centinaio di atleti provenienti anche dagli Usa e dalle altre isole caraibiche. Caraibico è appunto il vincitore, Victor Ledger, originario dell’isola di Santa Lucia, che in 2:29.49 ha preceduto Pamenos Ballantyne, che viene dall’isola di Saint Vincent. L’ospite keniana Josianne Aboungono ha invece prevalso fra le donne in 3:05.16. Tutti questi atleti vantano primati personali molto migliori, il che testimonia delle condizioni climatiche non favorevoli, nonostante si sia corso in notturna.

    03 dec: Singapore

    La città-stato di Singapore difende accanitamente la propria autonomia e promuove con intelligenza il turismo, anche organizzando questa maratona. La popolazione cresce con ritmi asiatici, mentre il territorio diventa sempre più sfruttatto, al punto che la principale fonte alimentare di verdure fresche proviene dalle colture ospitate in un grande grattacielo! Buon esito per l’edizione 2006 della maratona, vinta da Amos Tirop Matui in 2:15.01, precedendo allo sprint Ashebir Demissie Jote (2:15.08), seguiti da Abel Kirui (2:15.22). In campo femminile vittoria di Salina Kosgei (2:31.55) su Irina Timofeyeva (2:34.35) e Emily Kimuria (2:38.38)

    03 dec: Lanzarote, Esp

    Lanzarote è la più orientale delle Canarie, di evidente origine vulcanica, ed è méta di un turismo di qualità in cerca di paesaggi mozzafiato, dominati dalla grande diffusione di sterlizie, che qui crescono gigantesche in folti cespugli. Arrecife, sua principale cittadina, ha ospitato l’omonima maratona, vinta dal centista Jorge Aubeso in 2:29.40 davanti al locale Jose Requejo Santos (2:34.58) e dalla norvegese Turi Malme in 3:08.01

    03 dic: Macau

    La città di Macau era una enclave commerciale portoghese in Cina, come l’inglese Hong Kong, di cui ha seguito la sorte dopo la fine dell’affitto. Negli accordi che ne seguirono le due città, pur facendo parte della Cina a tutti gli effetti, hanno mantenuto larghi spazi di autonomia fra cui la possibilità di rappresentarsi autonomamente nello sport internazionale. Per questo motivo registriamo a parte le rispettive maratone. Quella di Macau è stata vinta da Peter Kemboi in 2:18.56 davanti a Philip Bandawe (Zimbabwe) in 2:19.18 e Jeremiah Miano Mbugo in 2:19.51. Vittoria per la Corea del Nord in campo femminile con Pyo Un-Suk (2:38.27) davanti a Edyta Lewandowska, Polonia (2:39.09) e Svetlana Nekorosh, Ucraina, in 2:41.46

    10 dec: Honolulu, Hawaii

    Il quattro volte vincitore e recordman della prova, il keniano Jimmy Muindi, ha tentato per 23 miglia di staccare tutti i rivali per cogliere un ennesimo successo, ma non vi è riuscito ed è emerso l‘etiope Ambessa Tolosa, che è andato a vincere in 2:23.42. Il tempo di Muindi è stato 2.14.29 mentre terzo si è classificato Eric Wainana in 2:16.08. La russa Lyubov Denisova, delusa per il mancato invito alla maratona di New York, si è presa una bella soddisfazione facendo sua la gara che in passato fu anche di Franca Fiacconi: 2:27.19 il suo tempo. Seguono Alevtina Biktamirova (2:29.42) e Eri Hayakawa (2:32.31). Su 28.635 iscritti ben 17.905 erano giapponesi!

    10 dec: Las Vegas, Usa

    Altra vittoria keniana nel week-end americano per Joseph Kahugu, che in 2:16.23 è andato ad impadronirsi del ricchissimo premio (50.000 dollari) messo in palio dalla prima edizione della maratona della New Las Vegas. Mai una prestazione così modesta è stata tanto premiata! Alle sue spalle troviamo Noah Talam (2:17.57), mentre fra le donne ha prevalso Jemma Jelagat in 2:35.13

    10 dec: Dallas, Usa

    Terza maratona importante del week-end Usa e terza vittoria keniana con Moses Kororia (2:12.04) davanti a Eugeni Bozko, ucraino, in 2:13.13 ed il russo Pavel Andreyev (2:18.11). In campo femminile ha vinto l’ucraina Svetlana Ponomarenko in 2:29.55 con Deeja Youngquist seconda in 2:43.33. L’Ukraina sta sempre più emergendo come terza forza del Vecchio Continente (con Italia e Spagna) presentando in varie occasioni numerosi corridori di ottimo valore. Pensiamo che per loro la difficoltà sarà quella di convincerli a far parte della nazionale in gare di campionato.

    10 dec: Mallorca, Calvia, Esp

    Ultima maratona dell’anno anche per la Spagna, dove le splendide isole Baleari hanno ospitato la classica Maratò Calvia, una gara che ha conosciuto tempi migliori e che si è tentato di rilanciare facendone il campionato delle isole del Mediterraneo, tentativo che ha avuto scarsa fortuna. I vincitori sono risultati essere Josè Requejo Santos (2:27.51) e la ultra-maratoneta tedesca Astrid Benhor (3:28.43)

    10 dec: Vina del Mar, Cile

    I migliori maratoneti cileni hanno prevalso nella corsa di Vina del Mar, sulla costa del Pacifico, a circa ottanta chilometri da Santiago. Miguel Melendez Cortes ha vinto in 2:24.41 mentre Marlene Flores ha fatto il suo stagionale in campo femminile, vincendo in 2:53.21. Melendez ha corso di recente in 2:18.45, in novembre a Santiago, qualificandosi per la prima volta dopo molto tempo nelle liste mondiali. Il limite di registrazione per questo tipo di lista è da noi fissato in 2:20 e genera una lista di oltre mille risultati.

    10 dic: Monterrey, Mex

    La città di Monterrey (da non confondere con la quasi omonima città californiana) ha ospitato l’ultima maratona messicana dell’anno e lo ha fatto battendo i record del percorso sia maschile che femminile. Una coppia di keniani ha staccato tutti, giocandosi poi il successo, che ha arriso a Christopher Kipyego (2:14.43) davanti a Chistopher Toroitich, vincitore lo scorso anno, (2:14.50). Terzo il migliore dei messicani, Jesus Primo Capula (2:16.13). Fra le donne bel successo per l’atleta di casa Maria Elena Valencia, già vincitrice a Torreon e San Luis Potosì, che ha realizzato una notevole seconda parte di gara (1:17.15 contro 1:13.38) per concludere in 2:30.53. Lontane le altre, precedute dalla keniana Lucy Muhami, seconda in 2:35.03 davanti a Angelica Sanchez in 2:36.11

    12 dic: Antarctica

    Un manipolo di appassionati si sono sobbarcati un lungo e costoso viaggio al solo scopo di poter affermare di aver corso una maratona nel settimo continente, la gelida Antartide. Il tutto è accaduto ai primi di dicembre: 13 concorremti per la maratona, vinta dal francese Henri Alain D’Andria e 7 per la successiva 100km, vinta dal britannico Richard Donovan. Difficilmente questa diventerà una gara di massa…

    17 dic: Taipei, Tpe

    La grande partecipazione era il principale scopo degli organizzatori, con l’obbiettivo dichiarato di superare le 100.000 iscrizioni. Putroppo non siamo in grado di verificare la veridicità del dato a causa del fatto che la pubblicazione dei risultati completi avviene solo in scrittura cinese, ma la cosa non sarebbe sorprendente da quelle parti. Nella gara vera e propria hanno prevalso gli invitati keniani: Luke Kibet (2:11.05), Stephen Kamar (2:11.50) e Julius Sugut (2:12.32), mentre fra le donne Jane Ekimat (2:30.56) ha preceduto la tanzaniana Tabitha Tsatsa (2:32.09)


    Le ultime maratone del 2006… La fine dell’anno correndo è stata celebrata in casa nostra con la bella gara di Calderara, vinta da Claudio Leoncini e Alessandra Atti. In giro per il mondo di gare di San Silvestro ce ne sono state altre. In Norvegia, ad Alesund, Helge Hafsas ha chiuso l’annata con la sua diciottesima vittoria, fra maratone ed ultra, in 2:47.49. Vincendo la maratona di Springfield, Chuck Engle avrebbe concluso la sua rincorsa al traguardo delle 52 maratone i 52 settimane. Usiamo il condizionale perché è ancora in discussione una maratona corsa la scorsa settimana, da lui regolarmente vinta, ma sono sorti problemi a causa di una iscrizione ritardata… In ogni caso Chuck Engle ha vinto per 24 volte e per 42 volte è salito sul podio, con tempi compresi fra 2:30 e 2:50
     
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    28 aprile


    1789 - Ammutinamento del Bounty: una parte degli ufficiali si solleva contro il capitano William Bligh

    1932 - Viene annunciata la scoperta di un vaccino contro la febbre gialla

    1937 - Roma, inaugurazione di Cinecittà

    Apre il Metropolitan Museum of Art di New York

    1947 - L'etnologo ed esploratore Thor Heyerdahl parte dal Perù a bordo del Kon-Tiki: intende dimostrare che i nativi peruviani potrebbero in passato aver raggiunto le isole della Polinesia

    1952 - USA: Dwight D. Eisenhower rassegna le dimissioni da comandante supremo della NATO per candidarsi alla carica di presidente degli Stati Uniti

    1952 - Dopoguerra: Gli Stati Uniti pongono termine all'occupazione militare del Giappone

    1990 - New York: dopo oltre 6.200 recite si chiude per l'ultima volta il sipario sul musical A Chorus Line

    Il Bounty


    Con 5 film prodotti, centinaia di libri e di tesi scritte sul soggetto, l'ammutinamento del Bounty è certamente una delle storie marittime tra le più conosciute. Ma senza dubbio questa storia ci appassiona ancora molto perché evoca i rapporti a volte amichevoli e molto conflittuali del capitano Bligh e di Fletcher Christian, l'epopea incredibile di Bligh e del suo equipaggio sulla scialuppa, l'avventura degli ammutinati che cercarono di sfuggire alla giustizia e al loro destino e s'installarono su di un'isola perduta, e per finire il massacro provocato dal desiderio di possessione delle donne. Come se Fletcher Christian avesse incontrato a Tahiti una forza ammaliatrice che gli diede l'energia di lasciare tutto per fondare il suo autentico paradiso... scommessa vinta, ma con una fine tragica…..Nel dicembre 1787, la nave Bounty parte dall'Inghilterra con la missione di riportare dei frutti dell'albero del pane da Tahiti (l'Uru) per trapiantarli e farli crescere nei caraibi britannici, perché possano servire come cibo per gli schiavi delle piantagioni. In effetti la rivoluzione americana impediva ormai di inviare la farina da New York e Filadelfia, e il governo britannico decise allora di far crescere dei frutti dell'albero del pane, scoperto da Joseph Banks, il botanico che aveva partecipato 20 anni prima al primo viaggio di Cook a Tahiti…Ed è solamente 24 giorni dopo che il Bounty è partito da Tahiti che Fletcher Christian, aiutato da 8 uomini dell'equipaggio si appropria della nave all'alba del 28 aprile 1789. In effetti, per sfuggire a Bligh, aveva previsto di abbandonare da solo la nave a bordo di una scialuppa, ma si lasciò convincere dal suo amico Edward Young, un altro marinaio, a provocare un ammutinamento. Dopo la prima euforia degli ammutinati all'idea di potersi sbarazzare del capitano (e anche di ucciderlo... a cui Christian si opporrà con insistenza), segue qualche ora di grandi litigi e di tergiversazioni, poi la tragedia esplode totalmente tra Bligh e Christian, fino al parossismo, ma quest'ultimo non può più tornare indietro, suggella allora il destino di tutti i marinai presenti che devono scegliere da che parte stare. Malgrado l'intensità del dramma bisogna sottolineare che nessuno fu ucciso e infine Bligh e i suoi fedeli, ossia 19 uomini in tutto, saranno imbarcati su di una scialuppa con dei viveri, 100 litri d'acqua e un sestante.

    Il Metropolitan Museum of Art, a cui spesso ci si riferisce con il nomignolo di "The Met", è uno dei più grandi ed importanti musei del mondo. La sua sede principale si trova sul lato sinistro del Central Park a New York, lungo quello che viene chiamato il Museum Mile (cioè il "Miglio dei musei"). Nel 1937 il Museum of Costume Art si unì al Met e ne divenne il dipartimento abbigliamento e costumi. Oggi la sua collezione raccoglie più di 80.000 tra abiti ed accessori. A causa della natura delicata dei pezzi della collezione non esiste un'esposizione permanente, ma ogni anno nelle gallerie del Met si tengono due diverse sfilate ciascuna incentrata su uno specifico tema o su uno stilista. Negli anni scorsi le sfilate dedicate a celebri stilisti come Chanel e Gianni Versace hanno riscosso un grande successo….Nel 1986 è stato inserito nella lista dei National Historic Landmark. Il Met dispone anche di una sede secondaria, chiamata The Cloisters, che contiene la sezione dedicata all'arte medievale….La collezione permanente del Met contiene più di due milioni di opere d'arte, suddivise in diciannove sezioni…Sono permanentemente esposte opere risalenti all'antichità classica e all'antico Egitto, dipinti e sculture di quasi tutti i più grandi maestri Europei. e una vasta collezione di arte statunitense e moderna. Il Met possiede anche una notevole quantità di opere d'arte africane, asiatiche, dell'Oceania, bizantine e islamiche…Il museo ospita anche delle collezioni enciclopediche di strumenti musicali, abiti e accessori d'epoca e armi ed armature antiche provenienti da tutto il mondo…Nelle gallerie del museo sono sempre esposti importanti ricostruzioni d'interni, che spaziano dalla Roma del I secolo al moderno design statunitense…Oltre all'esposizione permanente, il Met organizza ed ospita grandi mostre itineranti per tutto il corso dell'anno.

    « Ogni ordigno prodotto, ogni nave da guerra varata, ogni missile lanciato significa, infine, un furto ai danni di coloro che sono affamati e non sono nutriti, di coloro che sono nudi ed hanno freddo. Questo mondo in armi non sta solo spendendo denaro. Sta spendendo il sudore dei suoi operai, il genio dei suoi scienziati, le speranze dei suoi giovani. [...]Questo non è un modo di vivere che abbia un qualsiasi senso. Dietro le nubi di guerra c'è l'umanità appesa ad una croce di ferro. »

    (Dwight David Eisenhower, presidente degli Stati Uniti, 16 aprile 1953.)


    D.Eisenhower …Per la sua competenza strategica gli furono tributati grandi onori, e il partito repubblicano statunitense lo scelse come candidato per le elezioni politiche alla presidenza degli Stati Uniti del 1952. Batté alle elezioni il candidato democratico Adlai Stevenson…Da presidente si dimostrò equilibrato sia in politica interna che in politica estera: per quanto riguarda la prima, a differenza di quanto sperato da molti conservatori, non smantellò il New Deal ma, anzi, promosse alcune riforme in politica sanitaria. In politica estera, se durante la campagna elettorale aveva accusato l'amministrazione Truman di una lotta inefficace nei confronti del comunismo (al contenimento egli opponeva il rollback, cioè un ruolo attivo nel ridurre l'influenza dell'Unione sovietica), nei fatti continuò la politica del predecessore; nel 1954 concluse la pace con la Corea del Nord…. Eisenhower, alla fine degli anni 1940 fu un convinto sostenitore della corsa agli armamenti. Alla fine del suo mandato, il 17 gennaio 1961, nel discorso d'addio (Farewell Address) alla Nazione, Eisenhower mise in guardia il mondo dal pericolo rappresentato dagli interessi commerciali dell'industria bellica, che per sopravvivere aveva sempre bisogno di qualche guerra.









    ACCADDE OGGI


    2003
    Si spegne a Roma l'attore Ciccio Ingrassia. Nato a Palermo il 5 ottobre 1923 aveva interpretato oltre 130 film gran parte dei quali con Franco Franchi insieme al quale aveva dato vita ad uno dei duo comici di maggior successo tra il 1960 e l'80.
    1992
    Si chiude il mandato di Presidente della Repubblica Italiana per Francesco Cossiga.
    1975
    L’esercito del Vietnam del Nord arriva alle porte di Saigon, costringendo le truppe americane a lasciare la penisola asiatica dopo più di 10 anni.
    1969
    Il presidente francese Charles de Gaulle presenta le proprie dimissioni.
    1945
    Il dittatore italiano Benito Mussolini e la sua compagna Clara Petacci vengono giustiziati dai partigiani mentre cercano di fuggire dal’Italia.
    1940
    Rudolf Hess assume il comando del campo di concetramento tedesco di Auschwitz.
    1932
    Viene annunciata la messa a punto del vaccino contro la febbre gialla.
    1873
    Muore 88enne l’autore de “I promessi sposi” Alessandro Manzoni.
    1789
    L’equipaggio del Bounty si ammutina lasciando alla deriva la nave inglese capitanata da William Blight nell’Oceano Pacifico.


    BUON COMPLEANNO A ...



    Paola Barale 1967, Fossano (Italia) showgilr



    Anna Oxa 1961, Bari (Italia) Cantante



    Walter Zenga 1960, Milano (Italia) ex Portiere della Nazionale - Allenatore



    Jessica Alba 1981, Pomona (California - USA) Attrice



    Penelope Cruz 1974, Madrid (Spagna)



    EVENTI DI OGGI


    Lilliput il Villaggio creativo a Bergamo



    Dal 28 aprile al 2 maggio 2010, torna a Bergamo, Lilliput il Villaggio Creativo,
    il Salone educativo per l'infanzia; una festa in cui i bambini sono protagonisti
    con i loro genitori, i loro amici e i compagni di scuola.
    Saranno gli spazi della Fiera di Bergamo ad ospitere l'evento.
    La manifestazione si rivolge alle scuole e alle famiglie con bambini
    compresi fra i 3 e gli 12 anni di età e vuole essere un punto di riferimento
    per il mondo dell’infanzia con un momento ludico,
    creativo e formativo per i bambini e per i grandi.




    Fiorella Mannoia tour ore 21.00 Teatro Apollo - CROTONE





    Edited by gheagabry - 5/1/2011, 00:31
     
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    29 aprile

    1429 - Guerra dei cent'anni: Giovanna d'Arco libera Orléans dall'assedio inglese


    1770 - L'esploratore James Cook scopre Botany Bay, Australia

    1889 - New York: si svolge una ticker-tape parade in onore del centenario della prima presidenza di George Washington

    1955 - Italia: Giovanni Gronchi viene eletto Presidente della Repubblica Italiana con 658 voti su 833; presterà giuramento l'11 maggio

    1961 - Italia: Luciano Pavarotti debutta nel mondo dell'opera nel ruolo di Rodolfo ne La Bohème, al teatro dell'opera di Reggio Emilia

    1969 - USA: il musicista jazz Duke Ellington riceve l'onorificenza Medaglia presidenziale della libertà

    James Cook, nato il 27ottobre 1728 nello Yorkshire, fu un esploratore, cartografo e navigatore britannico. Fece tre viaggi nell'Oceano Pacifico durante i quali scoprì varie isole…. nel 1766 la società incaricò di effettuare un viaggio nell' Oceano Pacifico per osservare il transito di Venere davanti al Sole. Nel 1768 salpò a bordo della nave Endeavour e un anno dopo giunse a Tahiti…. Esplorò il Pacifico del sud e si dedicò alla ricerca del mitico continente Terra Australis, sull'esistenza del quale nutriva dei dubbi ma che la Royal Society, in particolare Alexander Dalrymple, sosteneva esistesse. Grazie all'aiuto di un indigeno raggiunse la Nuova Zelanda. Cook ne tracciò le coste facendo solo errori minimi, chiamò penisola di Banks quella che in realtà era un'isola e non comprese che l'Isola di Stewart era un'isola a sé stante. Scoprì lo stretto di Cook che separa l'Isola del Nord dall'Isola del Sud e del quale Tasman, il primo europeo a essere giunto in Nuova Zelanda, non aveva intuito l'esistenza. Successivamente si recò in Australia e qui esplorò la costa orientale. Attraccò presso la Botany Bay, nella penisola di Kurnell, luogo destinato a diventare la prima colonna britannica in Australia. Cook inoltre scoprì la grande barriera corallina, sulla quale si arenò la sua nave, e navigò attraverso lo stretto di Torres (tra Australia e Nuova Guinea)…. I diari di Cook furono pubblicati al suo ritorno ed egli divenne una sorta di eroe nella comunità scientifica…La Royal Society commissionò nuovamente a Cook un viaggio alla ricerca della Terra Australis. Cook assunse il comando della HMS Resolution mentre Tobias Furneaux comandava la HMS Adventure. Cook circumnavigò il globo ad una latitudine molto meridionale e fu il primo europeo a superare il Circolo polare antartico il 17 gennaio 1773 raggiungendo i 71°10' Sud. Trascorsa la stagione invernale, nel 1774 salpò e attraversò il Pacifico Meridionale, giungendo in Terra di Fuoco, dove rimase per due settimane. Successivamente si diresse nell'Atlantico verso nord-est e avvistò una terra ricoperta di neve e ghiaccio sulla quale sbarcò il 17 gennaio 1775 in una baia riparata, che chiamò Possession Bay. Proseguendo la navigazione scoprì la Nuova Caledonia e le isole Sandwich Australi. Cook proseguì l'esplorazione del mare antartico e arrivò in prossimità dell'Antartide. In seguito attraccò a Tonga e sull'Isola di Pasqua. Il suo ritorno pose fine temporaneamente alle ricerche di Terra Australis…Tra il 1776 e il 1779, Cook compì il suo ultimo viaggio. Navigò verso nord e nel 1778 divenne il primo europeo a visitare le isole Hawaii, che lui chiamò "Isole Sandwich". Dalle Hawaii proseguì ed esplorò la costa occidentale americana attraccando presso il Nootka Sound sull'Isola di Vancouver, passando lo Stretto di Juan de Fuca. Esplorò è tracciò le mappe della costa dalla California allo Stretto di Bering.

    Una ticker-tape parade è una parata tenuta in un centro urbano, che permette il lancio di grandi quantità di pezzettini di carta dalle finestre dei vicini palazzi di uffici, sul percorso della parata, creando un trionfale effetto simile a una tempesta di neve..Il termine ha origine a New York in seguito a una spontanea celebrazione tenutasi il 29 ottobre 1886, durante l'inaugurazione della Statua della Libertà, ed è tuttora strettamente associato con New York. Il termine ticker-tape si riferisce in origine all'uso dei nastri di carta usati da macchinari controllati a distanza che venivano impiegati per fornire gli aggiornamenti delle quotazioni del mercato azionario. Oggigiorno si utilizza principalmente carta di scarto sminuzzata usando un normale tritadocumenti….A New York, le ticker-tape parade non sono eventi annuali, ma sono riservate ad occasioni speciali. Subito dopo la prima di queste parate i funzionari cittadini si resero conto dell'utilità di tali eventi e iniziarono a tenerli in occasioni trionfali, inizialmente per eventi straordinari, come il ritorno di Theodore Roosevelt dal suo safari in Africa…Fino agli anni cinquanta, venivano comunemente concesse ad ogni capo di stato in visita, ma negli anni sessanta, dopo l'assassinio di John F. Kennedy, divennero sempre più rare. Sono generalmente riservate per trionfi dell'esplorazione spaziale, onori militari e vittorie in campionati sportivi. L'ultima ticker-tape parade si è svolta il 5 febbraio 2008 in onore dei New York Giants, vincitori del Super Bowl. La sezione di Lower Broadway che attraversa il distretto finanziario di Manhattan, che serve come percorso della parata per questi eventi, viene colloquialmente chiamata il "Canyon degli Eroi". Lower Broadway a New York ha placche sui marciapiedi, ad intervalli regolari, che celebrano ognuna delle ticker-tape parade della città.

    Edward Kennedy "Duke" Ellington (Washington, 29 aprile 1899 – 24 maggio 1974) è stato un direttore d'orchestra, pianista e compositore statunitense. È stato fondamentale compositore, direttore d'orchestra e arrangiatore della storia del jazz e uno dei grandi compositori americani del Novecento, oltre ad essere stato un originale pianista….Ottenne la Medaglia presidenziale della libertà dagli Stati Uniti nel 1969 e la Legion d'onore dalla Francia nel 1973. Entrambe sono le più alte onorificenze nei rispettivi paesi…È stato, inoltre, il primo afro-americano ad apparire su un'effige di una moneta degli Stati Uniti.

    (Gabry)


    RUBRICHE

    (Mela)







    ACCADDE OGGI


    1993
    Il parlamento nega l’autorizzazione a procedere contro Bettino Craxi indagato nell’ambito di Tangentopoli.
    1991
    Un ciclone si abbatte sul Bangladesh causando 139.000 morti, e 10 milioni di senzatetto.
    1990
    Lo Shuttle Discovery rientra sulla Terra dopo aver collocato in orbita il telescopio spaziale Hubble.
    1967
    Viene pubblicato “Respect” di Aretha Franklyn.
    1961
    A Reggio Emilia debutta ne “La Boheme” Luciano Pavarotti. Ha 25 anni.
    1955
    Gronchi viene eletto presidente della Repubblica Italiana.
    1945
    A seguito dell’insurrezione del 25 Aprile, a Caserta i tedeschi sottoscrivono la resa incondizionata.
    1945
    Le milizie alleate liberano il campo di sterminio di Dachau.
    1945
    Il dittatore nazista Adolf Hitler, sposa Eva Braun.
    1784
    A Vienna viene eseguita per la prima volta la Sonata in Si bemolle di Mozart, opera K454.
    1429
    Giovanna d’Arco entra nella città di Orleans, sotto assedio inglese, guidando i francesi alla vittoria.


    NATI OGGI



    Luca Laurenti 1963, Roma (Italia) Attore



    Michelle Pfeiffer 1958, Santa Ana (California - USA) Attrice



    Uma Thurman 1970, Boston (Massachusetts – USA) Attrice



    EVENTI DI OGGI


    ROMA - ZZZ+Bud Spencer Blues Explosion@Circolo degli Artisti



    Il 29 aprile 2010, il Circolo Degli Artisti & Ambasciata
    del Regno dei Paesi Bassi a Roma
    presentano Il Sound del Giro:
    ospiti della serata ZZZ+ Bud Spencer Blues Explosion.
    La Stichting B-oost, insieme ad alcuni dei più importanti locali di
    Amsterdam e Roma promuove un ampio e variegato programma,
    dal titolo il Sound del Giro.
    Al Circolo Degli Artisti si incontreranno gli olandesi ZZZ e gli italiani
    BUD SPENCER BLUES EXPLOSION.



    Salone della Mozzarella di Bufala
    Paestum (SA), dal 29 aprile al 2 maggio 2010



    Dal 29 aprile al 2 maggio 1010, si terrà a Paestum (SA),
    nell'area archeologica, la quinta edizione del Salone della Mozzarella di Bufala
    Campana Dop e della Alimentazione merditerranea.

    Menù rigorosamente in bianco, dalle trecce ai bocconcini, passando per
    aversane e ricotte di bufala campana.
    Prestigiosi nomi dell'enogastronomia e della ristorazione nazionale
    saranno ospiti della rassegna.
    L’edizione di quest’anno, sulla scia delle precedenti, ha l’obiettivo di
    valorizzare e promuovere la Mozzarella di Bufala Campana
    e di strutturare un’offerta integrata dei prodotti tipici locali
    e dei beni culturali, ambientali e turistici.


     
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  9. gheagabry
     
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    30 Aprile


    1812 - Il Territorio di Orleans diventa il 18o stato degli USA, con il nome di Louisiana

    1900 - Le Hawaii diventano un territorio degli Stati Uniti

    1941 - Il tenore Ferruccio Tagliavini sposa il soprano Pia Tassinari

    1945 - Adolf Hitler ed Eva Braun si suicidano dopo essere stati sposati per un giorno

    1948 - La Land Rover viene presentata alla Mostra dell'auto di Amsterdam

    1973 - Scandalo Watergate: Il presidente Richard Nixon annuncia le dimissioni di alcuni consiglieri della Casa Bianca, tra cui HR Haldeman e John Ehrlichman

    1998 - La NATO si espande approvando l'ingresso di Repubblica Ceca, Ungheria e Polonia (le nazioni verranno ammesse formalmente in occasione del 50o anniversario della NATO, nell'aprile dell'anno seguente)


    Ferruccio Tagliavini….. (Cavazzoli, 14 agosto 1913 – Ospizio, 28 gennaio 1995) è stato un tenore e attore italiano. Con Beniamino Gigli e Tito Schipa ha formato un trio di tenori che ha allietato il settore della musica classica del XX secolo….Dopo aver studiato canto al Conservatorio di Parma, vinse, nel 1938, il primo premio del Concorso Nazionale di Canto Lirico che gli fece guadagnare un debutto il 27 ottobre al Comunale di Firenze nei panni di Rodolfo ne La bohème. Questo successo segnò per lui l'inizio di una splendida carriera, lunga quasi mezzo secolo….Essenzialmente tenore "di grazia", dotato di una voce calda e morbida e di un fraseggio suadente, riscosse successi nei maggiori teatri del mondo, come il Metropolitan Opera di New York, l'Opéra di Parigi ed il Covent Garden di Londra, ne Il barbiere di Siviglia, L'elisir d'amore, L'amico Fritz (quest'ultimo sotto la direzione del compositore), Tosca, La sonnambula, Rigoletto, Mefistofele, La traviata, Lucia di Lammermoor ed in opere del repertorio "lirique" francese come Werther, L'Arlesiana, I pescatori di perle e Manon……Nel novembre del 1940 conobbe a Palermo, durante le prove de L'amico Fritz, il soprano Pia Tassinari, che sposò il 30 aprile dell'anno successivo e con cui appariva spesso sul palcoscenico. Divorziò da lei alla fine degli anni ottanta per risposarsi il 1º agosto 1992 con un altro soprano, Isabella Stramaglia, che gli aveva dato nel 1974 la figlia Barbara….Il suo volto simpatico e fotogenico gli permise di ottenere qualche successo anche nel cinema, in cui debuttò con Voglio vivere così di Mario Mattoli (1941), accolto con entusiasmo dal pubblico ed in cui cantò l'omonima canzone, suo cavallo di battaglia per tutta la carriera. In seguito interpretò anche alcuni film operistici, tra cui Il barbiere di Siviglia di Mario Costa (1946), ovviamente nel ruolo del Conte d'Almaviva….Tuttavia, la carriera cinematografica di Tagliavini fu breve; infatti, egli si ritirò dal grande schermo alla fine degli anni cinquanta, dopo appena otto film, ritirandosi poi dalle scene nel 1966 ed interrompendo definitivamente le sue esibizioni nel 1981 alla Carnegie Hall di New York con l'esecuzione in forma di concerto de L'amico Fritz, la sua opera preferita.

    Eva Anna Paula Braun (Monaco di Baviera, 6 febbraio 1912 – Berlino, 30 aprile 1945) fu la compagna e, nell'ultimo giorno della sua vita, la moglie di Adolf Hitler…Nasce a Monaco di Baviera nella Isabellastraße 45, secondogenita del luterano Fritz Braun e della cattolica Franziska Kronberger, ma sia lei che le sorelle (Ilse e Gretl) vengono educate secondo la religione della madre. Dopo aver frequentato il liceo trova un impiego come commessa nello studio del fotografo Heinrich Hoffmann, amico personale di Hitler; l'incontro tra la giovane ragazza e il futuro Führer avviene nell'ottobre del 1929, ma inizialmente Eva non rimane particolarmente impressionata da quel signore «di una certa età con dei buffi baffetti». La loro relazione diventa seria intorno al 1932….In vista delle importanti elezioni del 1932, Hitler e il suo entourage girano la Germania in lungo e in largo, occupati con la campagna elettorale. Eva rimane sola per lungo tempo fino a che il 1º novembre si spara un colpo in gola. Miracolosamente salva, il suo gesto attira però l'attenzione di Hitler….Nel febbraio del 1945 Eva torna a Monaco per festeggiare con la famiglia i suoi 33 anni, ma riparte subito per Berlino per restare accanto al suo uomo, in un estremo atto di coraggio e di amore. I due si sposano il 29 aprile, alla presenza di Joseph Goebbels e Martin Bormann; la sposa indossa un vestito nero di seta ed è orgogliosa di poter scrivere sul documento ufficiale il nome "Eva Hitler"….Secondo voci diffuse, Eva Braun e Adolf Hitler si sarebbero suicidati nel pomeriggio di lunedì 30 aprile 1945.

    Lo scandalo Watergate, o semplicemente il Watergate, fu uno scandalo politico scoppiato negli Stati Uniti nel 1972, che portò alla richiesta di impeachment e alle dimissioni dell'allora Presidente degli Stati Uniti Richard Nixon…..Lo scandalo prese il nome dal Watergate Complex, il complesso edilizio di Washington che ospita il Watergate Hotel, l'albergo in cui furono effettuate le intercettazioni che diedero il via allo scandalo….Lo scandalo si sviluppò nel contesto politico del proseguimento della guerra del Vietnam, che sin dalla presidenza di Lyndon Johnson era sempre più impopolare fra il pubblico americano. Il "Watergate" fu una serie di eventi che durò circa due anni (1972-1974) e che era iniziato con l'abuso di potere da parte dell'amministrazione Nixon allo scopo di indebolire l'opposizione politica dei movimenti pacifisti e del Partito democratico… Importanti atti d'accusa furono le "carte del Pentagono" (Pentagon papers), uno studio top-secret del Dipartimento della Difesa sul coinvolgimento degli Stati Uniti nella guerra del Vietnam e su precedenti conflitti politici o militari nel Sud-Est asiatico, alla vigilia della fine dell'occupazione coloniale francese in Indocina….Il reporter del Washington Post Bob Woodward e il suo collega Carl Bernstein iniziarono un'investigazione. Molto di quello che pubblicavano era noto al Federal Bureau of Investigation e ad altri investigatori governativi - questi erano spesso le fonti di Woodward e Bernstein - ma in tal modo il Watergate si mantenne sotto la luce dei riflettori….Il 23 giugno fu registrata una conversazione tra il presidente Nixon e il Capo di Staff della Casa Bianca H. R. Haldeman (una pratica standard, ma segreta, all'epoca di Nixon) mentre discutevano un piano per ostacolare le indagini, facendo in modo che la CIA facesse credere all'FBI che si trattava di una questione di sicurezza nazionale….l 13 luglio, il vice consigliere del Comitato Watergate Donald G. Sanders chiese ad Alexander Butterfield, vice assistente al presidente, se ci fosse un qualche tipo di sistema di registrazione alla Casa Bianca. Butterfield rispose che sebbene fosse riluttante a dirlo, c'era un sistema che automaticamente registrava ogni cosa nello Studio Ovale. La rivelazione scioccante trasformò radicalmente le indagini sul Watergate…La questione dei nastri alla fine arrivò alla Corte suprema. Il 24 luglio 1974 la corte affermò all'unanimità che la richiesta di Nixon di usare il privilegio dell'esecutivo sui nastri era inammissibile e inoltre gli ordinarono di consegnarli a Jaworski. Il 30 luglio Nixon eseguì l'ordine e rilasciò i nastri incriminati……Nel mese di agosto venne scoperta una cassetta registrata il 23 giugno 1972 nella quale era conservata una conversazione tra Nixon e Haldeman, i quali pianificavano di ostacolare le indagini sullo scandalo facendo trasmettere un falso comunicato da parte della CIA rivolto all'FBI sulla necessità di copertura delle prove per motivi di sicurezza nazionale. La scoperta di questa cassetta venne definita dalla stampa una vera e propria pistola ancora fumante. Con poche eccezioni, le defezioni tra le file dei pochi sostenitori rimasti di Nixon furono complete.






    ACCADDE OGGI


    1993
    Ad Amburgo durante gli internazionali di tennis, l’atleta italiana Monica Seles viene aggredita da un folle.
    1991
    Un ciclone si abbatte sul Bangladesh uccidendo 125.000 persone.
    1990
    Gli Stati Uniti annunciano l’embargo nei confronti dell’Iran, accusato di ispirare e finanziare il terrorismo.
    1980
    Beatrice d’Olanda succede alla madre, regina Giuliana, che aveva annunciato il proposito di abdicare 3 mesi, in seguito al coinvolgimento del marito Bernardo nello scandalo Lockheed.
    1975
    La capitale Sud Vietnamita, Saigon, cade nelle mani delle forze comuniste.
    1966
    Gianni Agnelli viene nominato presidente della Fabbrica Italiana Automobili Torino, la Fiat.
    1964
    Rivoluzione nel mondo della televisione mondiale con l’introduzione della nuova gamma di frequenze UHF.
    1945
    Le truppe sovietiche conquistano Berlino, il leader nazista Adolf Hitler si suicida con la moglie Eva Braun. Avevano 56 e 33 anni.
    1876
    Viene isolato il primo batterio ad opera del medico tedesco Robert Koch.
    1803
    Gli Stati Uniti acquistano la Louisiana dalla Francia.


    NATI OGGI



    Federica Fontana 1977, Monza Modella – Showgirl



    Adriana Asti 1933, Milano (Italia) Attrice



    Burt Young 1940, New York City (New York - USA) Attore



    EVENTI DI OGGI


    NavigaMI 2010 a Milano



    Dal 30 aprile al 2 maggio 2010, si terrà a Milano, sul Naviglio Grande,
    il Salone Nautico Milanese, NavigaMI.

    L'evento torna a Milano dopo 50 anni.
    La città di Milano organizza il primo evento dedicato ai natanti e alle imbarcazioni
    fino a 12 metri: un salone galleggiante che offrirà ai visitatori la possibilità
    di salire a bordo delle barche e di provarle sul Naviglio Grande.
    Il salone dedicherà ampio spazio alla cantieristica.
    Il pubblico troverà anche aree dedicate ad accessori e attrezzature, scuole di vela,
    società di charter per il noleggio delle imbarcazioni e temporary shop di aziende di
    abbigliamento nautico.



    Comicon 2010 a Napoli



    Dal 30 aprile al 2 maggio 2010, torna a Napoli,
    presso Castel Sant'Elmo e alla Mostra D'Oltremare,
    la dodicesima edizione di Comicon, il Salone Internazionale del Fumetto.

    Il tema di quest'anno sarà il nero.


     
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  10. gheagabry
     
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    9 marzo 1562 –
    Innamorati, vi baciate in pubblico? Morirete!


    ilbaciob


    Quando ci fu l’allarme dell’influenza A, tra il 2009 e il 2010, il preside del liceo scientifico Newton di Roma impose agli studenti il divieto di baciarsi per evitare il contagio. Tale provvedimento venne preso in molte altre zone del mondo e, in ogni caso, la trasgressione di quest’insolita interdizione comportava il pagamento di una multa salata e molto discutibile.
    Il caso romano ha però dei precedenti nella storia italiana…
    Torniamo al XVI secolo. Corre l’anno 1592 e siamo nella Napoli del dominio spagnolo. È una ricca e popolosa città del mediterraneo, che sta vivendo una grande crescita culturale, tanto da far concorrenza a Venezia e alla nascente Madrid. Ed è in questo contesto che, il 9 marzo di più di quattro secoli fa, furono vietati i baci in pubblico. Con un'unica differenza rispetto al divieto dei contemporanei: per i trasgressori del 1592 la sanzione era…la pena di morte!
    Ma provate anche solo a immaginarvi la scena:
    .....il sole sta calando sulla bella città partenopea, accompagnato solo dal suono delle onde del mare. Due giovani innamorati si stanno scambiando il loro primo agognato bacio d’amore quando, dal nulla, sbuca una guardia che li addita urlando "Mascalzoni! Sfacciati! Svergognati! Senza pudore! Pagherete con la vita la vostra leggerezza!". E tutti si voltano per vedere il volto dei trasgressori impuri e si alzano urla di vecchie bigotte "Vergogna canaglie!". I due tentano la fuga, ma senza successo; vengono accerchiati da gendarmi e da ipocriti popolani, vogliosi di uno spettacolo sanguinario.
    Galeotto fu il tramonto partenopeo che spinse questi due poveretti a farsi sopraffare dalla passione e che ne causò la loro condanna a morte......

    Purtroppo non ci sono fonti che spieghino la decisione di tale divieto, ma la pena per la trasgressione credo fosse in ogni caso esagerata.
    (Chiara Bressa)



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    BOSTON TEA PARTY



    boston_tea_party


    Nel dicembre del 1773 nel porto di Boston si verificò un evento che, a causa della sua spettacolarità e del suo carattere simbolico, venne considerato come il primo atto della guerra d'indipendenza dei coloni americani nei confronti dell'Inghilterra: la storia ricorda quest'evento con il nome di "Boston Tea Party". Dalla metà del '700, i coloni della nuova Inghilterra risentivano sempre più aspramente dell'aumento delle tasse imposte dal governo reale. A Boston, New York e Philadelphia, porti dove venivano sbarcate le merci britanniche, cominciava a farsi sentire un'aria di contestazione fiscale dagli accenti patriottici. Quando, nel dicembre del 1773, il re Giorgio III avallò le nuove misure doganali sull'importazione del tè (Tea Act) - decisamente discriminatorie nei confronti dei porti americani - i coloni si sentirono definitivamente traditi dalla madre patria. Il tè occupava il terzo posto tra le importazioni dopo i prodotti tessili e quelli manifatturieri. Venne subito organizzato il boicottaggio del tè inglese. L'azione culminò il 16 dicembre, quando tre navi della Compagnia, la Dartsmouth, l'Eleonor e la Beever, bloccate nel porto di Boston da vari giorni, furono prese d'asalto di notte da patrioti americani travestiti da indiani. Il mattino, il carico di tè venne ritrovato a galla nelle acque del porto. Qualche tempo più tardi la stessa scena si ripeté a Charleston, Philadelphia, New York e Annapolis.



    teaparty4



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    26 marzo 1923

    L'Italia "inventa" l'autostrada




    Ormai le nostre automobili divorano quotidianamente chilometri e chilometri di asfalto corvino e siamo così abituati a vedercelo attorno, che quasi ci meravigliamo quando, durante un viaggio, incontriamo il verde rigoglioso delle campagne.
    Ci innervosiamo quando la nostra auto si impantana nel fango o arranca faticosamente su una salita dissestata. Per non parlare del giustificato inveire che ci viene dal cuore quando ci imbattiamo in una strada tutta buche. Insomma, il lungo e grigio rettilineo è diventato parte integrante delle nostre realtà quotidiane e non possiamo farne a meno. Questo è triste perchè sappiamo bene che, per stendere quella roccia calcarea e porosa, sono stati sacrificati rigogliosi prati verde smeraldo e sterminate campagne italiane.
    Tuttavia bisogna anche ricordare che è grazie a quei chilometri asfaltati che la viabilità è migliore e circolare non è più un grosso problema... Se ovviamente si sorvola sugli innumerevoli incidenti troppo spesso mortali e su quelle incredibili code estive che congestionano l'Italia intera come un'enorme colite e ci costringono a spegnere le auto e a scendere, ritardando il nostro arrivo a destinazione, ma permettendoci di stringere solide amicizie con gli altri sfortunati che si trovano sotto il cocente sole di luglio e sull'asfalto che si è trasformato in una rovente bistecchiera.
    Come tutti i Paesi industrializzati, anche l'Italia è ricca di tangenziali e autostrade, ma noi ci differenziamo dal resto del globo per l'enorme fantasia che abbiamo nel battezzare quei nastri d'asfalto; abbiamo l'autostrada del Sole, Serenissima, Azzurra, Dei Laghi, Verdemare, Dei Fiori, Dei Vini, Del Sale e così via. Siamo proprio un popolo fantasioso, non trovate? E anche inventivo. Infatti, la prima autostrada in assoluto la ideò e creò proprio un italiano, l'ingegnere Piero Puricelli.
    Qual è? L'unica e sola Autostrada dei Laghi. Il nostro italianissimo Puricelli nei primi anni Venti del XX secolo sentì la necessità di collegare Milano a Varese e Como e alle zone, già allora molto turistiche, del lago di Como e del lago Maggiore. La sua idea era quella di creare una via esclusivamente per i veicoli a motore (niente carri, carrozze, pedoni e via così) e con il pagamento di un pedaggio per coprire le spese di gestione. Puricelli avanzò la sua idea già nel 1921 al direttore del Touring Club di Milano che ne fu subito entusiasta. L'idea si diffuse a tal punto da raggiungere, nel 1922, le orecchie dell'allora Presidente del Consiglio Benito Mussilini, a cui il progetto piacque moltissimo.
    Fu così che il 26 marzo 1923 iniziarono i lavori per la Milano Varese, la cui realizzazione costò ben novanta milioni di vecchie lire...Quel giorno, alle 9.45 del mattino, Benito Mussolini arrivò a Lainate, il punto di inizio dell'autostrada Milano Varese. Era alla guida di un'auto scoperta ed era seguito da una lunga fila di altre autorità, compreso il nostro Puricelli. Lainate era in festa, addobbata con centinaia di tricolori e colma di giornalisti, politici e italiani. Ai lati della strada erano già pronte le costruzioni per l'inizio dei lavori che, a dire il vero, erano già cominciati. Infatti un piccolo tratto di autostrada era già stato posato, per mostrare quale sarebbe stato il risultato. In quell'occasione parlarono prima i senatori Crespi e Mangiagalli e poi Mussolini, le cui parole furono fiere e profonde:


    "Si può dire che il popolo italiano è sempre stato un grande costruttore di strade perchè è un popolo a tendenza universale. Le strade consolari che partivano da Roma e arrivavano fino agli estremi limiti del mondo conosciuto erano le strade sulle quali correva la grande civiltà . Esaltiamo il lavoro. Esaltiamo coloro che lavorano col braccio. Tutto il nostro Paese deve diventare un cantiere, un' officina. Tutti dobbiamo lavorare con passione e con fede".

    E con questo discorso breve, conciso, ma che colpì dritto all'orgoglio di coloro che presero parte a quel progetto e all'orgoglio di molti italiani di allora, venne "posta la prima pietra" per la prima autostrada in Italia e nel mondo.
    (Chiara Bressa)



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    2 marzo 1949
    Il giro del mondo ad ali spiegate



    Lucky Lady II. E' così che è stato soprannominato il Boeing B-50A che il 2 marzo 1949 ha portato a termine il primo volo intorno al mondo senza scali. Pensate, 94 ore di volo non-stop! La Lady ha iniziato il suo viaggio il 26 febbraio di quell'anno e l'ha terminato appunto il 2 marzo, ricoprendo la bellezza di 23.452 miglia (quasi 40 mila Km).
    Una distanza pazzesca da fare senza soste! Furono necessari numerosi rifornimenti in volo di carburante per permettere alla Lady di portare a termine il suo viaggio e servirono ben quattro velivoli di rifornimento per portare a termine la missione.
    Questi aerei contenenti il combustibile avevano il compito di volare sopra la Lucky Lady e farle il pieno attraverso un lungo tubo, controllato dall'equipaggio a bordo. Pensate al sangue freddo e alla lucidità che quegli uomini hanno avuto per riuscire a fare benzina a centinaia di chilomentri dal suolo! Soprattutto se pensiamo a quante volte noi abbiamo difficoltà a fare semplicemente il pieno alla nostra auto...
    E inoltre chissà com'è stato stare all'interno di uno spazio così piccolo, sospesi nel vuoto, per quasi quattro giorni senza poter scendere per andare a farsi un giro, una sigaretta o per una semplice telefonata.
    Dev'essere stata dura. Ma ne è valsa la pena, non credete? La Lucky Lady II e il suo equipaggio si sono aggiudicate un posto nella storia facendo il giro del mondo in 94 ore. Record che farebbe invidia anche a Phileas Fogg, il protagonista del romanzo di Jules Verne, che ci mise 80 giorni per circumnavigare il globo nel lontano 1873.
    (dal web)


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    Accadde il....


    30 ottobre 1938



    La paura degli estranei, o meglio degli alieni, diventa realtà il 30 ottobre del 1938, allorquando nell’ambito della trasmissione radiofonica Mercury Theatre on the Air, il 23enne Orson Welles, interpreta con estrema enfasi e grande professionalità una lettura del romanzo di fantascienza “La guerra dei due mondi”.
    L’opera di Herbert Gorge Wells, forse per il livello interpretativo, forse per una sorta di errore globale di ascolto, viene ritenuta una notizia vera. Gli americani in pratica credettero che in quel preciso momento la terra stesse subendo lo sbarco di forze marziane capaci di potenti astronavi ed intenzionate nell’opera di conquista. In verità nè Orson Wells, né i produttori della trasmissione avevano intenzione di fare uno scherzo, ma il livello di verosimiglianza ad un fatto vero fu elevato alla massima potenza. La lettura era stata impostata come un notiziario, con intervalli di altri programmi ed aggiornamenti successivi di atterraggi che si susseguivano. In verità lo stesso Wells all’inizio pensava che il programma fosse di estrema noia e non avrebbe voluto farlo, ma… Resterà nella storia una telefonata arrivata al New York Times in cui uno spaurito signore chiese con fare serio “A che ora è la fine del mondo?”. Lo “scherzo” ebbe un successo senza precedenti e il regista della trasmissione ebbe ben tre offerte per la realizzazione di altrettanti film ad Hollywood, anche se la polizia intervenne denunciando i protagonisti e sequestrando le copie dell’adattamento. Tre anni dopo, il 7 dicembre del 1941, gli americani, proprio memori di questo inganno, fecero fatica a credere che le notizie che arrivavano via radio da Pearl Harbor, dove i giapponesi avevano attaccato la base navale americana, fossero vere, ma allora i fatti erano tutta altra cosa. Nel 2005 Steven Spielberg riesce ad acquistare l’unica copia dell’adattamento da Howard Koch, che era assente alla trasmissione e ne trae “La guerra dei mondi” .

    “… sei minuti dopo che eravamo andati in onda le case si svuotavano e le chiese si riempivano; da Nashville a Minneapolis la gente alzava invocazioni e si lacerava gli abiti per strada. Cominciammo a renderci conto, mentre stavamo distruggendo il New Yersey, che avevamo sottostimato l’estensione della vena di follia della nostra America…” Orson Wells




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    Edited by gheagabry - 25/2/2012, 13:06
     
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  11. gheagabry
     
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    Il 30 FEBBRAIO



    La misurazione del tempo presuppone delle incongruità e stranezze...tutti sappiamo che nel nostro calendario ci sono dodici mesi, di questi dodici, sette contano 31 giorni (gennaio, marzo, maggio, luglio, agosto, ottobre e dicembre), quattro ne contano 30 (aprile, giugno, settembre, novembre) e uno, febbraio, non si sa, o meglio 28, 29 e, sembra difficile a credersi, talvolta persino 30! In origine, il calendario giuliano, quello introdotto da Giulio Cesare per intenderci, faceva partire l’anno dall’inizio di marzo, per cui febbraio era l’ultimo mese dell’anno e contava 29 o 30 giorni, negli anni bisestili. In onore di Cesare, quintile diventò luglio (da Iulius appunto) con i suoi bravi 31 giorni, ma quando Ottaviano salì al potere gli venne dedicato il sestomese dell’anno romano, sestile appunto, che, dal suo nome divenne agosto e contava 30 giorni. Ma Ottaviano Augusto mica poteva accontentarsi di un mese più corto di quello del suo predecessore e prozio Cesare, per cui senza pensarci due volte sottrasse un giorno a febbraio e rimpinguò il suo.
    Da allora febbraio conta 28 giorni ma, ogni quattro anni, bisogna aggiungerne uno nel cosiddetto anno bisestile (come quello in corso). Questo accorgimento si è reso necessario perché, in natura un anno solare dura 365 giorni con un avanzo di 5 ore e 48 minuti, da qualche parte bisogna pur metterli. Tutto a posto allora? Il calendario gregoriano, universalmente accettato, ha finalmente messo pace tra le varie teorie, dispute, riconteggi e calcoli sullo scorrere del tempo e la sua esatta misurazione? Macché. Tralasciamo le dicerie sull’anno bisestile portatore di sventure, anche perché se da noi si dice: anno bisesto anno funesto, nel mondo anglosassone invece questo è considerato un anno fortunato e iniziare un’attività o nascere il 29 febbraio è considerato di buon auspicio.
    Ma inventarsi un 30 febbraio... Ahimè qualcuno l’ha fatto davvero, e da posizioni di potere tali da farci chiedere senza timore: ma da che personaggi è governato il mondo?
    È accaduto, nel corso della storia, che la civilissima Svezia nel 1712, per rimettere in pari i conti, dovette introdurre un febbraio di 30 giorni. Che cos’era successo? Per far coincidere il calendario giuliano con quello gregoriano il re Carlo XII aveva deciso di eliminare gli anni bisestili, a cominciare dal 1700, fino al 1740. Poi però, in tutt’altre faccende affaccendato, tipo una guerra con la Russia, si dimenticò di promulgare gli editti relativi. Purtroppo gli archivi storici non dicono quanti nacquero in Svezia in quel trenta febbraio del 1712 né se ebbero mai modo di festeggiare il loro compleanno. Anche l’Unione sovietica, nel 1930 e 1931, introdusse un febbraio di 30 giorni perché, dopo la rivoluzione d’ottobre, s’era persa qualche giorno per strada.
    Alcune curiosità.... all’ex segretario di un Partito ticinese e ad altri membri che si erano dimessi con lui, ..... il 16 febbraio 2009, si videro recapitare una lettera di diffida che intimava il «rientro nei ranghi» entro il termine perentorio del… 30 febbraio....ben più ridicola è la firma che il presidente americano George W. Bush appose su un documento ufficiale che testualmente recitava così: «Questa mattina la mia amministrazione ha diffuso il bilancio dell’anno fiscale che è finito il 30 febbraio»! (11 ottobre 2006). In realtà l’anno fiscale finisce il 30 settembre... Insomma, la data che non esiste, in realtà ha fatto la sua comparsa a più riprese nella storia, per fortuna diventando solo oggetto di ridicolo e non fonte di tragedie.
    (Alvaro D’Emilio)
     
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  12. gheagabry
     
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    ACCADDE OGGI

    1 maggio


    1707 - L'Atto di Unione unisce la Scozia a Inghilterra e Galles, che formano così il Regno di Gran Bretagna.

    1786 - Prima dell'opera Le nozze di Figaro di Wolfgang Amadeus Mozart, a Vienna.

    1790 - Gli Stati Uniti completano il loro primo censimento

    1869 - Le Folies Bergère aprono a Parigi


    1886 - Inizio dello sciopero generale che porterà a ottenere le otto ore lavorative negli Stati Uniti. Questo evento viene oggi commemorato come Primo maggio, Festa dei lavoratori o Festa del lavoro nella maggior parte delle nazioni industrializzate. La data ricorda anche le vittime degli incidenti di Chicago che segnarono l'inizio delle lotte operaie

    1893 - Buffalo Bill mette in scena il suo primo Wild West Show

    1931 - USA: viene inaugurato a New York l'Empire State Building


    1940 - Le Olimpiadi estive del 1940 vengono cancellate a causa della guerra

    1956 - Il vaccino antipoliomelite sviluppato da Jonas Salk (v. 26 marzo 1953), viene reso disponibile al pubblico

    1978 - Il giapponese Naomi Uemura, viaggiando in slitta, diventa la prima persona a raggiungere in solitaria il Polo Nord

    1994 - Il pilota di Formula 1, Ayrton Senna muore durante il Gran Premio di San Marino

    « Io credo che Mozart sia il maestro di tutti noi, quindi Mozart va fatto sempre. Mi ricordo che c'era una persona che diceva sempre: "Io ascolto Mozart quasi tutti i giorni". Ed io rispondevo: "Male, perché andrebbe ascoltato tutti i giorni." » (Pietro Mianiti)
    Wolfgang Amadeus Mozart, nome di battesimo Joannes Chrysostomus Wolfgangus Theophilus Mozart (Salisburgo, 27 gennaio 1756 – Vienna, 5 dicembre 1791), è stato un compositore e pianista tedesco, a cui è universalmente riconosciuta la creazione di opere musicali di straordinario valore artistico. Mozart è annoverato tra i geni della musica. Dotato di raro talento[3], manifestatosi precocemente, morì a trentacinque anni di età lasciando pagine indimenticabili di musica classica di ogni genere: musica sinfonica, sacra, da camera e operistica. La musica di Mozart è considerata la "musica classica" per eccellenza; infatti Mozart è il principale esponente del "Classicismo" settecentesco, i cui canoni principali erano l'armonia, l'eleganza, la calma imperturbabile e l'olimpica serenità. E Mozart raggiunge nella sua musica divina vertici di perfezione adamantina, celestiale e ineguagliabile, tanto che Nietzsche lo considererà il simbolo dello "Spirito Apollineo della Musica", in contrapposizione a Wagner, che Nietzsche definirà l'emblema dello "Spirito Dionisiaco della Musica". Di Mozart dirà il premio Nobel per la letteratura Romain Rolland: «Nella tempesta di passioni che, dopo la Rivoluzione, ha investito tutte le arti e sconvolto la musica, è dolce rifugiarsi talvolta nella sua serenità come sulla cima di un Olimpo dalle linee armoniose e contemplare lontani, nella pianura, i combattimenti degli eroi e degli Dei di Beethoven e di Wagner e il mondo come un vasto mare dai flutti frementi»..”Le Nozze di Figaro”, ossia la folle giornata (K 492), è un'opera lirica di Wolfgang Amadeus Mozart. È la prima delle tre opere buffe italiane scritte dal compositore salisburghese su libretto di Lorenzo Da Ponte…Fu Mozart stesso a portare una copia della commedia di Beaumarchais a Da Ponte. che la tradusse in lingua italiana (ai tempi la lingua ufficiale dell'opera lirica) e che (d'accordo con Mozart) rimosse tutti gli elementi di satira politica dalla storia…L'opera fu scritta da Mozart in gran segreto (la commedia era stata vietata dall'Imperatore Giuseppe II, poiché attizzava l'odio tra le varie classi sociali). Egli impiegò sei settimane per completarla (famoso è il finale del secondo atto, scritto in un giorno, una notte e un successivo giorno di lavoro continuato). Eppure fu solo dopo aver convinto l'Imperatore della rimozione delle scene politicamente più discusse che questi diede il permesso di rappresentare l'opera. Così Le nozze di Figaro, finita di comporre il 29 aprile, fu messa in scena al Burgtheater di Vienna, il 1° maggio, 1786.

    « ... l'onorevole colonnello William Cody, che apparve ai nostri nonni, quando venne in Italia, un Achille, un Orlando o un Garibaldi, e fu ricevuto in tutte le corti europee, era solo un gigante di argilla o possedeva qualche autentica dote? E perché se fu soltanto un massacratore di bisonti e di indiani, ancora oggi l'America sbandiera i suoi vecchi poster e fonda un museo in suo onore? » (Henry Blackman Sell)
    Buffalo Bill - pseudonimo di William Frederick Cody - (Le Claire, 26 febbraio 1846 – Denver, 10 gennaio 1917) è stato un attore e cacciatore statunitense. Fu anche soldato, esploratore e impresario teatrale….Nel 1873 Ned Buntline, uno scrittore popolare che aveva scritto diversi racconti che narravano le gesta di Buffalo Bill, gli chiese di interpretare una versione teatrale delle sue novelle. Accettò di fare l'attore per undici stagioni consecutive…nel 1883 creò il Buffalo Bill Wild West Show, uno spettacolo circense in cui venivano ricreate rappresentazioni western, fra cui la battaglia di Little Bighorn, dove perse la vita il Generale Custer…Fra i protagonisti dello spettacolo, a cui partecipavano veri cowboy e pellerossa, ci furono il leggendario capo Sioux Toro Seduto, Calamity Jane e Wild Bill Hickock(ERRORE Wild Bill Hickock mori' nel 1876 e non poteva prendere parte allo spettacolo fondato nel 1883). Fu un successo negli Stati Uniti ed in Europa per più di vent'anni e fu una delle attrazioni principali a Londra durante il Giubileo d'Oro della Regina Vittoria nel 1889 e all'Esposizione Mondiale di Chicago del 1893…Fece spettacoli anche in alcune città italiane, tra cui Genova e Roma, dove l'8 marzo 1890 perse la celebre sfida nella doma di puledri contro i butteri dell'Agro Pontino capitanati dal cisternese Augusto Imperiali ….Nel 1890, pur ormai affermato showman di fama internazionale, partecipò, col grado di colonnello, alle operazioni militari contro i Sioux che aveva già combattuto nel 1876. William Cody morì nel 1917, all'età di 71 anni, e venne seppellito su sua richiesta sulla Lookout Mountain in Colorado, ad est della città di Denver.

    Dal 1931 per molto tempo l'Empire State Building è stato l'edificio più alto di New York ...L’Empire State Building, costruito nel 1931 da Shreve, Lamb & Harmon, fu concepito per essere l’edificio più alto del mondo e per offrire vasti spazi da affittare; il grattacielo è molto lineare, ma dal suo basamento l’Empire si assottiglia salendo verso l’alto per terminare con una torre su cui svetta un’antenna di metallo….L’Empire State Building è indubbiamente uno dei più famosi grattacieli di New York, anche grazie all’aiuto del cinema che l’ha reso noto prima con la famosa arrampicata di King Kong e poi con molti altri film. Questo edificio in pietra calcarea fu costruito in soli 410 giorni nel pieno della Grande Depressione e costò 41 milioni di dollari. Era il 1931, anno in cui fu inaugurato aggiudicandosi il primato di edificio più alto di New York con i suoi 102 piani e 443 metri di altezza (fino alla punta dell’antenna terminale).


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    « I ricchi non possono vivere su un'isola circondata da un oceano di povertà. Noi respiriamo tutti la stessa aria. Bisogna dare a tutti una possibilità. » (Ayrton Senna)Ayrton Senna da Silva (San Paolo, 21 marzo 1960 – Bologna, 1º maggio 1994) è stato un pilota automobilistico brasiliano, tre volte Campione del mondo di Formula 1 nel 1988, 1990 e 1991….Considerato uno dei piloti di Formula 1 più forti di tutti i tempi , si è dimostrato un campione assoluto sia in condizioni di asciutto che in condizioni di pioggia, riuscendo spesso in imprese entusiasmanti… Coniugò la capacità di portare al limite la propria monoposto, con una grande sensibilità nella messa a punto e nella scelta dei pneumatici….Particolarmente veloce sul giro in prova, Senna è stato il pilota ad avere ottenuto più pole position in rapporto ai Gran Premi disputati, ed è il secondo pilota in classifica per numero di vittorie…Morì in seguito a un incidente nel Gran Premio di San Marino 1994….Grazie alla sua attività di pilota, Senna dava in beneficenza parte del guadagno che accumulava; la sua opera di carità è stata rivelata solamente dopo la sua morte: è stata la sorella a dichiarare e ad affermare queste donazioni che il pilota tenne sempre nascoste mentre era in vita….. Nel testamento del campione brasiliano, grosse somme sono state destinate a opere di beneficenza.

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    2 maggio

    1568 - Maria I di Scozia fugge dal Castello di Loch Leven.

    1889 - Menelik II, Imperatore d'Etiopia, firma un trattato d'amicizia con l'Italia, che da all'Etiopia il controllo dell'Eritrea

    1900 - Oscar II di Svezia dichiara il supporto al Regno Unito nella Guerra Boera

    1918 - La General Motors acquisisce la Chevrolet Motor Company del Delaware


    1933 - Viene riportato il primo avvistamento moderno del mostro di Loch Ness

    1955 - Tennessee Williams vince il Premio Pulitzer per La gatta sul tetto che scotta


    1969 - Il transatlantico britannico Queen Elizabeth 2 parte per il suo viaggio inaugurale verso New York


    Mary Stuart, italianizzata in Maria Stuarda (Linlithgow, 8 dicembre 1542 – Fotheringhay, 8 febbraio 1587), fu regina di Scozia dal 14 dicembre 1542 al 24 luglio 1567, regina consorte di Francia dal 10 luglio 1559 al 5 dicembre 1560 e regina d'Inghilterra come Maria II, per i legittimisti inglesi dell'epoca che non riconoscevano Elisabetta I come legittima erede di Enrico VIII….Regina a pochi giorni di vita, consacrata per diritto divino a soli nove mesi: quella di Maria Stuart fu una vita che iniziò tragicamente e finì tragicamente. Scappata dalle guerre anglo-scozzesi, Maria fu cresciuta nell'ambiente colto e raffinato della corte francese di Caterina de' Medici ed ebbe un'ottima educazione in ambito culturale, ma non altrettanto approfondita in ambito politico, giacché la regina consorte di Francia non aveva potere effettivo…Alla morte del primo marito tornò in Scozia, dove l'attendeva lo scontro con la nuova religione calvinista, istituita durante la sua assenza. Maria fu una sovrana molto tollerante e questo non fece altro che aumentare il potere dei Lord protestanti che riuscirono a rivoltarle contro il paese approfittando della sua turbolenta vita privata. Scappata in Inghilterra, pensava di poter essere aiutata dalla regina protestante Elisabetta I d'Inghilterra, sua cugina e antitesi, che invece la imprigionò per quasi vent'anni….In questi due decenni la regina di Scozia divenne il fulcro e l'anima del cattolicesimo inglese e molti complotti furono organizzati in suo nome per assassinare Elisabetta e innalzare Maria al trono. La regina di Scozia si ritrovò dunque a essere il simbolo vivente della Controriforma e finì sacrificata nella lotta tra la Spagna cattolica di Filippo II e l'Inghilterra protestante di Elisabetta I. La sua esecuzione fu un duro colpo all'autorità divina dei sovrani: per la prima volta nella Storia una regina consacrata da Dio fu giudicata e condannata a morte.


    Esiste una creatura preistorica nelle acque di Loch Ness in Scozia? Il mostro di Loch Ness, soprannominato anche Nessie, è una creatura leggendaria che vivrebbe nel Loch Ness, un lago della Scozia. Non esiste alcuna prova dell'esistenza del cosiddetto "mostro"….. Il primo avvistamento[1] di questo mostro lacustre risale al 590, quando il monaco irlandese san Columba descrive, nella sua Vita Sancti Columbae, il funerale di un abitante delle coste del lago ucciso da una "selvaggia bestia marina" che egli scacciò con le preghiere… Le prime prove della presenza di un tale "mostro" risalgono al 1933, quando una coppia disse di avere visto "un enorme animale procedere con moto ondulatorio e poi immergersi nel lago". Da allora si sono accumulate altre testimonianze sempre molto vaghe, fotografie poco nitide e filmati ancor meno convincenti. In realtà, la fotografia più famosa del mostro, realizzata nell'aprile del 1934, si è rivelata pochi anni fa (1994) un falso per ammissione del suo stesso autore: si trattava di un modellino immerso nell'acqua. Altri documenti e "prove" hanno trovato una spiegazione ragionevole: ciò che conta, tuttavia, è che i motivi per dubitare della presenza reale del mostro sono molti. Innanzitutto, per sopravvivere oltre 70 milioni di anni, una creatura preistorica avrebbe dovuto riprodursi continuamente..quindi, nel lago dovrebbe esistere almeno più di un mostro e sul suo fondale si dovrebbero trovare le ossa di centinaia di mostri, invece nulla di tutto questo c'è nel lago. Una creatura di quelle dimensioni, poi, difficilmente potrebbe nascondersi così a lungo dentro uno spazio piccolo come quello del lago di Loch Ness. A differenza del mostro di Loch Ness, tuttavia, una reale creatura marina, che si credeva estinta da decine di milioni di anni, è stata effettivamente scoperta solo alcune decine di anni fa, si tratta di un pesce: il celacanto. Meno suggestivo di un vero e proprio dinosauro marino, certo, ma pur sempre una creatura preistorica.


    L’ultimo viaggio della Queen Elizabeth 2…raccontato dal fiumano Norman Špiler
    Ha compiuto 25 giri del mondo e oltre 800 traversate atlantiche, ospitando tantissime celebrità. E ora è andata in pensione. Una pensione di lusso. Stiamo parlando della nave da crociera britannica “Queen Elizabeth 2”, che una decina di giorni fa ha intrapreso il suo ultimo viaggio verso il Golfo Persico. Varata nel 1969, la “Queen Elizabeth 2” è stata ceduta per 75 milioni di euro all’emirato del Dubai. Verrà trasformata in un albergo galleggiante vicino a Palm Jumeirah, la più grande isola artificiale al mondo che, vista dall’alto, somiglia a una palma….L’11 novembre 2008 il transatlantico è partito dal porto inglese di Southampton, con a bordo 1.683 passeggeri e 999 membri dell’equipaggio…..“Che dire, un’emozione fantastica – ha spiegato Špiler –. Il giorno della partenza dal porto inglese, è salito a bordo il principe Filippo, Duca di Edimburgo, accompagnato dai principi William e Henry, figli di Lady Diana. Poi, ci sono stati anche numerosi ammiragli della marina militare britannica e di quella statunitense, oltre a numerosi vip di tutto il mondo”. In quasi 40 anni di servizio, la “Queen Elizabeth 2’ ha ospitato a bordo quasi tutti i grandi statisti del mondo, numerosi attori hollywoodiani, tutti i reali... Basta citarne alcuni: Nelson Mandela, Elizabeth Taylor, Gary Cooper, Walt Disney, David Niven, i Rolling Stones e, naturalmente, la Regina Elisabetta II, che la battezzò utilizzando nella cerimonia le stesse forbici d’oro usate da sua madre per il varo della prima “Queen Elizabeth” e da sua nonna per la “Queen Mary”…“Un pezzo di storia galleggiante – ha proseguito il suo racconto Norman Špiler –. Questa tesi è rafforzata dal fatto che i biglietti per l’ultimo viaggio sono stati venduti in soli 36 minuti. Un record. E dire che non costavano poco: da 6.400 dollari a persona per una cabina interna a 33.000 per una suite. Restando sui temi del passato, è opportuno ricordare che, ad esempio, la famosa famiglia ebrea Rosenberger disponeva di tre suite sul transatlantico. A bordo si sapeva sempre quando salivano, poiché offrivano da bere a tutti i passeggeri. Inoltre, c’erano diversi altri vip che vivevano sulla nave. Non va dimenticato nemmeno che la ‘Queen Elizabeth 2’ è famosa anche per aver trasportato le truppe britanniche durante la guerra delle Falkland”…..Il commodoro Ron Worwick conosce tutti i segreti del transatlantico, poiché suo padre William è stato il primo comandante della nave. Ed è proprio il commodoro la mente narrante della storia della “Queen Elizabeth 2”, che sarà raccontata in un documentario della BBC, i cui produttori sono saliti a bordo per l’ultimo viaggio….Norman Špiler ha voluto concludere affermando che con il “pensionamento” della “Queen Elizabeth 2”, “si è chiusa l’epoca dei grandi transaltlantici. Ora si costruiscono e navigano esclusivamente lussuose navi da crociera”. Mauro Bernes

     
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    3 maggio

    1497 - Consacrazione della Certosa di Pavia

    1937 - Via col vento, un romanzo di Margaret Mitchell, vince il Premio Pulitzer

    1952 - I tenenti colonnelli statunitensi Joseph O. Fletcher e William P. Benedict atterrano con un aereo sul Polo Nord geografico

    1956 - Prima edizione dei campionati del mondo di Jūdō


    1979 - Regno Unito, Margaret Thatcher viene nominata Primo Ministro

    1985 - La Microsoft lancia sul mercato Excel

    1998 - alle 00.08 Jacques Chirac e Helmut Kohl firmano l'accordo sulla nomina del presidente della banca Centrale Europea: è la nascita dell'euro. Provvisoriamente vale 1942,03 lire italiane

    La Certosa di Pavia Gra-Car (Gratiarum Chartusia) è un monastero cistercense e Santuario della Beata Vergine Maria Madre delle Grazie, situato nell'omonimo comune distante circa 8 km a Nord di Pavia. Il un monumento, risalente al XIV secolo, viene edificato nel periodo tardo-gotico italiano. Il 7 luglio 1866 il monastero fu dichiarato monumento nazionale italiano diventando così di proprietà del Regno d'Italia prima e dello stato italiano in seguito. Sono posti sotto vincolo demaniale anche tutti i beni artistici ed ecclesiastici in esso contenuti. Gli edifici che fanno parte del complesso monumentale attualmente ospitano al loro interno la sede del Museo della Certosa di Pavia e la locale stazione dei Carabinieri… La costruzione della Certosa di Pavia fu voluta da Gian Galeazzo Visconti, che inaugurò i lavori il 27 agosto 1396, ponendo la prima pietra del cantiere.. La chiesa, destinata a divenire mausoleo dinastico dei Duchi di Milano, era stata progettata con dimensioni superiori a quelle che erano state sinora realizzate, con una struttura a tre navate che non era mai stata utilizzata dall'Ordine Certosino e fu edificata per ultima. La navata fu progettata in stile gotico e la sua costruzione fu completata nel 1465. Il 3 maggio 1497 la Chiesa venne consacrata. La parte inferiore della facciata fu completata nel 1507.

    Via col vento (Gone with the Wind) è un romanzo del 1936 scritto da Margaret Mitchell. È l'unico romanzo della scrittrice americana, alla cui celebrità ha contribuito l'omonimo colossal cinematografico di Victor Fleming del 1939…Fu un vero caso editoriale senza precedenti: quasi 180.000 copie vendute in quattro settimane, un milione in sei mesi, ancora in testa alle classifiche dopo due anni…Tradotto in 37 Paesi, Via col vento ha ottenuto anche un grande successo internazionale, che lo ha portato a vendere milioni di copie, con continue ristampe che proseguono ancora oggi. Oggi ha complessivamente raggiunto la quota di 30 milioni di copie, che lo rendono uno dei romanzi più venduti di tutti i tempi….Ambientato nel Sud degli Stati Uniti durante la Guerra di Secessione, il romanzo è un potente affresco storico-melodrammatico, che unisce alle vicende dei protagonisti la tragica realtà della storia americana, vista dalla parte dei sudisti. Nel 1939 il romanzo della Mitchell è stato trasposto sullo schermo nel film Via col vento di Victor Fleming, con Vivien Leigh e Clark Gable…Nel 1991 la scrittrice Alexandra Ripley ha scritto Rossella, il seguito di Via col vento…..una frase finale che tutti ricorderanno “Domani è un altro giorno” detta da Rossella .

    Il Judo (柔道 Jūdō?, Via della Cedevolezza) è un'arte marziale giapponese formalmente nata in Giappone con la fondazione del Kōdōkan da parte del Prof. Jigorō Kanō, nel 1882. I praticanti di tale disciplina sono denominati judoisti o più comunemente judoka (柔道家 jūdōka?), con un certo abuso di linguaggio….« Il jūdō è la via (道) più efficace per utilizzare la forza fisica e mentale. Allenarsi nella disciplina del jūdō significa raggiungere la perfetta conoscenza dello spirito attraverso l'addestramento attacco-difesa e l'assiduo sforzo per ottenere un miglioramento fisico-spirituale. Il perfezionamento dell'io così ottenuto dovrà essere indirizzato al servizio sociale, che costituisce l'obiettivo ultimo del jūdō. Jū (柔) è un bellissimo concetto riguardante la logica, la virtù e lo splendore; è la realtà di ciò che è sincero, buono e bello. L'espressione del jūdō è attraverso il waza, che si acquisisce con l'allenamento tecnico basato sullo studio scientifico. » (Jigorō Kanō)…… Il jūdō è in seguito divenuto ufficialmente disciplina olimpica nel 1964, in occasione delle Olimpiadi di Tōkyō, e ha rappresentato alle Olimpiadi di Atene 2004 il terzo sport più universale, con atleti da 98 paesi.

    L'euro (EUR o €) è la valuta comune ufficiale dell'Unione europea (nel suo insieme) e quella unica per sedici stati membri che attualmente aderiscono all'UEM (Unione economica e monetaria), ovvero Austria, Belgio, Cipro, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Portogallo, Slovacchia, Slovenia e Spagna. Il complesso di questi paesi, detto informalmente Eurozona, conta oltre 320 milioni di abitanti; prendendo in considerazione anche quei paesi terzi che utilizzano divise legate all'euro, la moneta unica interessa direttamente oltre 480 milioni di persone in tutto il mondo…Ciascuna moneta è caratterizzata da un lato comune a tutti i paesi che hanno adottato l'euro; l'effigie sull'altro lato è di competenza esclusiva dei singoli stati, e pertanto sono attualmente in circolazione perlomeno 8×16=128 diverse monete, senza considerare le monete commemorative e quelle coniate da San Marino, Città del Vaticano e Principato di Monaco in virtù di accordi bilaterali con Italia e Francia.

     
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    4 maggio

    1471 - Guerra delle due rose: battaglia di Tewkesbury - Edoardo IV sconfigge l'esercito del Lancaster e uccide Edoardo, principe di Galles

    1814 - Napoleone I di Francia arriva a Portoferraio sull'Isola d'Elba, dove inizia il suo esilio.

    1930 - La polizia britannica arresta il Mahatma Gandhi e lo rinchiude nella Prigione Centrale di Yeravda.


    1949 - Torino, sulla collina di Superga si schianta l'aereo che trasportava la squadra del Grande Torino: nessun superstite. L'incidente è comunemente noto come Tragedia di Superga. A seguito dell'immane tragedia il 4 maggio viene ufficialmente considerato dalla FIFA giornata mondiale del giuoco del calcio. Prova ne è l'incisione scolpita sulla lapide di Superga.

    1959 - Vengono annunciati i primi Grammy Awards


    1990 - Firma a Groote Schuur (Città del Capo) del Groote Schuur Minute, tra Nelson Mandela del Congresso nazionale africano (ANC) e F.W. de Klerk, l'allora Presidente del Sud Africa, nonché capo del National Party. Il documento segna di fatto l'inizio dei negoziati che porteranno alla fine della apartheid in Sudafrica.

    YORK - ROSA BIANCA
    LANCASTER - ROSA ROSSA

    La Guerra delle due rose fu un conflitto che scoppiò in Inghilterra tra il 1455 e il 1485 per la successione al trono. I Lancaster, che avevano come simbolo una rosa rossa e gli York, il cui emblema era una rosa bianca, si contesero il trono. Ambedue le famiglie vantavano una discendenza da Edoardo III Plantageneto re d'Inghilterra (1327-77). La guerra si concluse nel 1485 con la vittoria di Enrico VII Tudor, conte di Richmond e capo dei Lancaster, il quale sposò Elisabetta, figlia di Edoardo VI, ultima discendente degli York, e venne riconosciuto re d'Inghilterra. Ebbe così inizio la dinastia dei Tudor.

    « Sono le azioni che contano. I nostri pensieri, per quanto buoni possano essere, sono perle false fintanto che non vengono trasformati in azioni. Sii il cambiamento che vuoi vedere avvenire nel mondo » (Mahatma Gandhi)….. Mohandas Karamchand Gandhi - è stato un politico e filosofo indiano…. Importante guida spirituale per il suo paese, lo si conosce soprattutto col nome di Mahatma (in sanscrito महात्मा, "grande anima"), appellativo che gli fu conferito per la prima volta dal poeta Rabindranath Tagore. Gandhi è stato uno dei pionieri e dei teorici del satyagraha, la resistenza all'oppressione tramite la disobbedienza civile di massa che ha portato l'India all'indipendenza. Il satyagraha è fondato sulla satya (verità) e sull'ahimsa (nonviolenza). Con le sue azioni Gandhi ha ispirato molti movimenti di difesa dei diritti civili e grandi personalità quali Martin Luther King, Nelson Mandela e Aung San Suu Kyi…In India Gandhi è stato riconosciuto come Padre della nazione e il giorno della sua nascita (2 ottobre) è un giorno festivo. Questa data è stata anche dichiarata Giornata internazionale della nonviolenza dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite… Nel 1906 fa voto di castità (brahmacharya) per affrancarsi dai piaceri della carne, elevare lo spirito e liberare energie per le attività umanitarie…Gandhi comincia proprio in questo centro di preparazione spirituale la pratica del digiuno e smette di consumare latte. Si taglia da solo i capelli e pulisce le latrine, attività che in India era riservata alla casta degli intoccabili, che Gandhi chiamava harijan, figli di Hari (Dio). Incita anche sua moglie e i suoi amici a fare la stessa cosa….nel 1915: sbarca nel porto di Mumbai dove viene festeggiato come un eroe nazionale. Il leader del Congresso indiano Gokhale gli suggerisce un anno di "silenzio politico", nel corso del quale è invitato a viaggiare in treno per conoscere la vera India: Gandhi accetta e decide di percorrere il paese in lungo e in largo, di villaggio in villaggio, per incontrare l'anima indiana e conoscerne i bisogni.. I primi grandi successi di Gandhi si realizzano negli anni 1917-1918 e si riferiscono all'abolizione dell'immigrazione indiana a termine verso il Sud Africa e alla campagna di satyagraha nel Champaran e nel Kheda…Nel Champaran, un distretto del Bihar, organizza la disobbedienza civile di decine di migliaia di contadini senza terra che sono costretti a coltivare l'indigofera, la pianta da cui si ricava l'indaco, e altri prodotti di esportazione invece di coltivare gli alimenti necessari alla loro sussistenza. …Gandhi crea un'organizzazione di volontari e col loro aiuto inizia una campagna di pulizia dei villaggi, la costruzione di scuole e di ospedali…L'autorità locale tenta di processarlo ed il culmine della crisi viene raggiunto quando Gandhi viene arrestato dalla polizia per «turbamento dell'ordine pubblico», ma l'accusa viene ritirata grazie all'efficacia dell'azione di Gandhi e alla presenza di centinaia di migliaia di manifestanti nei pressi del tribunale… Gandhi viene battezzato dal popolo Bapu (padre) e la celebrità di Gandhi si estende a tutta l'India… Gandhi allarga il suo principio di nonviolenza al movimento Swadeshi puntando all'autonomia e all'autosufficienza economica del paese, attraverso l'utilizzo dei beni locali, vedendola come una parte del più ampio obiettivo della Swaraj. "Swadeshi" significava "autosufficienza"[11] dell'India dall'economia inglese, puntando sulla produzione interna alla nazione dei prodotti necessari alla popolazione. Nel 1934 Gandhi si ritira dalla vita politica per lui ormai priva di senso, dichiarando che d'ora in poi incentrerà i suoi sforzi più per una riforma spirituale dell'India che per ottenerne l'indipendenza. La Gran Bretagna, cedendo alle pressioni del movimento anticoloniale, decide di concedere la piena indipendenza alla sua colonia e, il 24 marzo 1947, nomina viceré e governatore generale delle Indie Lord Mountbatten, che riceve il difficile compito di preparare l'indipendenza… Il 30 gennaio 1948, presso la Birla House, a New Delhi, mentre si recava nel giardino per la consueta preghiera ecumenica delle ore 17, accompagnato dalle sue due pronipoti Abha e Manu, Gandhi viene assassinato con tre colpi di pistola da Nathuram Godse, un fanatico indù radicale…. Seguendo le volontà di Gandhi, le sue ceneri furono ripartite tra varie urne e disperse nei maggiori fiumi del mondo tra i quali il Nilo, il Tamigi, il Volga e il Gange. Due milioni di indiani assistettero ai funerali, durante i quali la bara del Mahtma fu trasportata su e giù per il Gange per consentire a coloro che stavano sulle sponde di rendergli omaggio.Il 30 gennaio 2008, in occasione del sessantesimo anniversario della sua morte, sono state versate nel mare davanti a Mumbay le ceneri contenute nell'ultima urna non svuotata.


    Il Premio Grammy (GRAMMY Award) è uno dei premi più importanti degli Stati Uniti, per i risultati conseguiti nel settore dell'industria musicale. Originariamente chiamato Gramophone Award, è presentato dalla National Academy of Recording Arts and Sciences (detta anche Recording Academy), una associazione di artisti e tecnici statunitensi coinvolti nell'industria musicale. È generalmente considerato come l'equivalente dei premi Oscar nel mondo della musica. I Grammy vengono consegnati per 105 diverse categorie di contributi, suddivise rispetto a 30 generi musicali, dal pop al gospel all'hip hop. Come nel caso degli Oscar, la scelta del vincitore è affidata a una votazione di esperti (in questo caso membri della Recording Academy)….Il nome dei Grammy si riferisce al trofeo consegnato al vincitore - una statuetta che rappresenta un grammofono, realizzata a mano dalla Billings Artworks….. Tra i cantanti pop, solamente due italiani sono riusciti a vincere il Grammy. Nel 1958, Domenico Modugno, con Nel blu dipinto di blu, vinse due Grammy per il disco dell'anno e la canzone dell'anno. Successivamente, nel 2006, Laura Pausini ha vinto il Grammy per il miglior album pop latino con Escucha, edizione in spagnolo di Resta in ascolto….. La Pausini ha triplicato il successo, nei Latin Grammy Awards del 2005, 2007 e del 2009 con le versioni spagnole degli album Resta in ascolto, Io canto e Primavera in anticipo….Tra i compositori, se lo sono aggiudicato Nino Rota per le musiche de Il padrino ed Ennio Morricone per quelle de Gli Intoccabili - The Untouchable…Nell'ambito della musica classica, il riconoscimento è andato per ben 5 volte a Luciano Pavarotti.

     
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