DONATELLA RETTORE

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    :17.gif: grande giulyyyy











    Kamikaze rock'n'roll suicide




    Da Wikipedia

    Kamikaze rock'n'roll suicide è il sesto album di inediti di studio della cantante pop rock veneta Donatella Rettore, l'ultimo da lei pubblicato, nel 1982, per la piccola etichetta Ariston, la quale, poco dopo, pubblicherà anche la sua prima raccolta di successi, prima del definitivo passaggio dell'artista, nel 1983, al colosso CGD.


    Il Disco


    Uscito nello stesso anno della raccolta "Super-rock Rettore - Le sue più belle canzoni", antologia che racchiude tutti i suoi più grandi successi del periodo-Ariston, il lavoro, interamente scritto dalla coppia Rettore/Rego, è un concept album, i cui temi prendono spunto dalla filosofia giapponese, di cui viene rielaborata l'idea del suicidio, in particolare per onore (tipico quello dei famosi kamikaze nipponici che, nella seconda guerra mondiale, si lanciavano con i propri aerei contro il nemico, con l'unico obiettivo di uccidere, noncuranti di perdere, nell'impatto, anche la propria vita).

    Il singolo estratto è uno dei pezzi di Rettore più famosi in assoluto, l'ironica Lamette, a cui fa da lato B, Canta sempre, il penultimo brano del long playing. Tra le canzoni più note del disco, oltre alla title-track e pezzo d'apertura, l'omonima Kamikaze rock'n'roll suicide, bisogna ricordare soprattutto Karakiri, di cui non uscì mai il singolo, ma che, all'epoca, fu praticamente promosso in quanto tale.

    Forse meno conosciute, almeno dal grande pubblico, ma indubbiamente ancor di più apprezzate da critici e fans, la terza e l'ultima traccia: rispettivamente, Oblio e Giulietta.

    Giulietta, che dei 9 brani rappresenta l'unica vera ballad, chiude il 33 giri in modo memorabile: brevissimo flash, ispirato alla ben nota storia di Giulietta e Romeo, del drammaturgo britannico William Shakespeare, ne riprende liberamente il tragico epilogo, in una composizione suggestiva, soltanto per pianoforte e voce.

    Quanto ad Oblio, si tratta di un pezzo di moderno progressive, costituito da due parti ben distinte, una lenta e l'altra più movimentata, che si alternano per tutta la durata della traccia (C'è ancora un'avventura, di Anna Oxa, del 1988, può essere, almeno in parte, ricondotta alla canzone di Rettore del 1982), la più lunga del disco, di cui è celebre la chiusa del testo:

    « Giocavo con le maschere e mi han chiamato burattino »


    (Oblio, 1982)

    Ristampato in formato CD dalla BMG/Ariola, nel 2002, questo album è stato uno dei primi LP/MC di Rettore ad uscire in digitale: già nel 1989, infatti, una prima ristampa in compact disc circolava in Francia, dove il lavoro ebbe una notevole risonanza, tanto che, all'epoca della sua prima uscita, fu realizzato un videoclip della title-track, ad esclusivo uso del mercato d'oltralpe.

    La copertina, come sempre degna di nota, raffigura Rettore seduta su alcuni pneumatici, davanti a un aereo, con le tipiche eliche in primo piano, mentre, sullo sfondo, in un cielo dai colori inquietanti, tra giallognolo e verdastro, è chiaramente visibile l'esplosione di un kamikaze, tra fumo e rottami, accanto a cui, sopra uno squarcio di luce, altri aerei continuano a volare indifferenti. L'elaborazione grafica è, in generale, particolarmente ricca: oltre ai testi, come sempre riprodotti nella busta interna, il titolo di ogni brano è affiancato dalla corrispondente traduzione in giapponese, riportata in verticale, invece che in orizzontale, secondo i tipici usi nipponici - gli ideogrammi vengono utilizzati anche per il nome dell'artista.

    Sul retro del disco, invece, tra simboli ed immagini varie, compare una sezione intitolata «Le mie annotazioni sul mio disco», in cui Donatella, appena tornata da un illuminante viaggio nel paese del Sol Levante, illustra concetti e parole chiave, utilizzati nella composizione letteraria dei brani, facilitando così l'interpretazione di un lavoro semplice solo in apparenza, ma la cui innegabile oscurità ha invece finito con il condizionarne, almeno parzialmente, le vendite, leggermente in calo rispetto al precedente capolavoro "Estasi Clamorosa", con cui si era chiusa, l'anno precedente, la trilogia del periodo 1979-1981.

    Il tema conduttore nipponico, comunque, non sembra essere l'unico motivo che ha un po' frenato l'accoglienza dell'album: parlare di suicidio al ritmo scatenato di un pezzo rock, in apertura di un lavoro il cui titolo è già tutto un programma, e l'allusione all'omosessualità femminile, in Garage, non hanno di certo aiutato, senza menzionare, poi, il celebre incipit del singolo (che sul long playing apre il secondo lato):

    « Dammi una lametta che mi taglio le vene »

    (Lamette, 1982)

    Ma, soprattutto, non bisogna dimenticare che tutto questo avveniva lo stesso anno in cui Riccardo Fogli (all'epoca ancora felicemente sposato con Viola Valentino, anche lei cantante) aveva vinto il Festival di Sanremo (lo stesso in cui Viola aveva presentato Romantici), con un brano intitolato Storie di tutti i giorni, mentre secondi erano arrivati gli allora innamorati d'Italia, Albano e Romina Power, con una canzone-tormentone intitolata Felicità, mentre i pezzi del contemporaneo album di Rettore - contenente non una, ma addirittura 2 parolacce, «culo» e «deficiente», che oggi, a patto che qualcuno se ne accorga, strappano un sorriso appena - non erano di certo «storie di tutti i giorni» e, soprattutto, non cantavano affatto di «felicità»...


    Tracce

    Tutti i brani di Rettore/Rego

    Lato A

    1. Kamikaze rock'n'roll suicide - 3:48
    2. Karakiri - 4:02
    3. Oblio - 5:17
    4. Sayonara - 3:16

    Lato B

    1. Lamette - 2:48
    2. Garage - 2:53
    3. Sangue del mio sangue - 4:22
    4. Canta sempre - 3:23
    5. Giulietta - 1:48




    kamikazerettore


    LAMETTE

    Articolo di: Stefano Cafaggi 15/09/2007


    Donatella Rettore è ironica, brava, innovatrice e spesso sottovalutata. Più bella, provocante e intonata di Madonna, più punk di Cindy Lauper, e quanto a vestiti più carnevalesca del Boy Gorge dei tempi d’oro. Insomma ha una sola pecca: essere italiana.

    Ma veniamo al testo di questo suo “cavallo di battaglia”: Lamette.

    Parole abbastanza inquietanti che ammiccano ad un certa tradizione futurista, fatta di onomatopee e chissà magari anche con un toco di teatro della crudeltà.
    Versi in endecasillabi ipermetri: ABAB CCCA
    potete vedere e sentire su youTube cliccando qui
    Dammi una lametta che mi taglio le vene
    Veniamo introdotti all’azione ex abruptus. dall’imperativo “dammi” il poeta vuole tagliarsi le vene con una lametta. Non si dichiara quale sia la causa di questo istinto suicida.
    (coro) ploloploploploploploplo
    Verso onomatopeico e iterativo che temo indichi il gocciolare del sangue dalle vene.
    diventa bieca questa notte da falene
    Come ogni canzone pop degna di nota la vicenda non poteva svolgersi che di notte. Questa però è una notte particolare da falene, cioè farfalle di seconda scelta, piuttosto bruttine, alle volte fastidiose. Non è una gran nottata, è “bieca”. Visto il passatempo scelto dal poeta, non si può che concordare.
    (coro) ploloploploploploploplo
    promette bene si promette tanto bene
    Enjambement con il verso precedente, non il “ploplo” ma quello della notte bieca, nonostante sia una nottataccia il poeta intravede risvolti positivi, con un linguaggio colloquiale ci informa che l’operazione suicida (o forse la notte) sta andando per il meglio.
    ma gimme gimme gimme
    ma gimme gimme gimme
    ma gimme gimme gimme
    ma dammi una lametta che mi taglio le vene
    Ritornello poliglotta, l’inglese “gimme=give to me=dammi” sottolinea in epanalessi il desiderio di avere questa “lametta” per compiere il gran taglio.
    dammi una lametta che ti taglio le vene
    (coro) ploloploploploploploplo
    Interazione all’inizio di questo strofa, ma con un sottile variazione nel pronome, da “mi” si passa a “ti”, il poeta trasforma il taglio in un gioco di gruppo e coinvolge forse uni’ipotetico compagno e l’ascoltatre stesso: si offre di affettare le vene pure a lui.
    ti faccio meno male del trapianto del rene
    La motivazione con cui vuole tagliare le vene anche all’altro è stupefacente: gliele taglia perché è un’operazione meno dolorosa del trapianto del rene. Non possiamo che concordare con questa logica cristallina, anche se ancora sfugge il motivo di tanta sete di sangue.
    (coro) ploloploploploploploplo
    ti voglio si ti voglio tanto bene
    Il compagno di svenamenti ha una consolazione: lei prova tanto affetto per lui, non oso immaginare cosa vorrebbe compiere sul corpo dei nemici.
    ma (coro) gimme gimme gimme
    ma (coro) gimme gimme gimme
    ma (coro) gimme gimme gimme
    ma dammi una lametta che mi schioppo le vene
    Ritornello con variazione dialettale in “schioppo”, metonimia per indicare l’atto di far esplodere le vene.
    parlo già da sola
    Comincia ad avere un barlume di lucidità, si accorge che non ha interolocutori in questi propositi da macellaio.
    e disegno nell'aria
    Che cosa stia disegnando nell’aria è ignoto, possiamo ipotizzare l’atto di tagliare.
    certo ho un po' peccato ma che goduria
    Un barlume di rimorso cattolico, questo suicidio in nuce viene bollato non come un peccato mortale, ma come un peccato a metà, in quanto non c’è ancora il cadavere ma solo l’intenzione. E il peccato è ricompensato dall’immenso piacere che prova, come nelle migliori tradizioni si scelgono i terreni piaceri della carne invece di celestiali premi ultraterreni.
    mi gioco tutto con candore e furia
    Qui si mente un po’, da quanto si dice sopra di candore ce n’è ben poco, dato che si dichiara cosciente del peccato. Sulla furia non si può che essere concordi.
    e allora stop!
    E’ ora di finirla con le riflessioni sulla moralità del gesto, stop ai pensieri e che l’azione abbia inizio. Un momento di riflessione Senti come affetta questa lametta
    Dopo aver chiesto la lametta per se, ora sembrerebbe che stia tagliuzzando il misterioso compagno di giochi. Un momento di riflessione da destra verso il centro zac!
    Dall'alto verso il basso zip!
    La vivisezione è iniziata in tutte le direzioni, tra zac e zip si introduce il lago di sangue con queste simpatiche onomatopee da fumetti.
    Che gusto che innesto gimme gimme gimme!
    La sciroccata si diverte parecchio nell’operazione di taglio, l’”innesto” temo indichi la compenetrazione della lama d’acciaio nella tenera carne. In questo delirio si passa anche all’inglese slangato.
    E allora stop!
    Senti come taglia questa canaglia
    ma che poltiglia gimme gimme gimme!
    Un altro stop per sottolineare gli effetti della premiata macelleria, da notare che la “canaglia” non è lei che taglia ma la lametta. Si scaricano le colpe sull’arma e non sul braccio che la guida.Tipica dissociazione dei pazzoidi. Ormai la carne è ridotta ad una “poltiglia”.
    E allora stop!
    Vivere in fretta
    In questo lago di sangue il consiglio è vivere in fretta, al di là della portata di questa metafora, piuttosto abusata, qui il consiglio è più pratico. Qui il vivere in fretta è dovuto al fatto che oggettivamente non rimane molto da campare.
    prendere al volo
    A questo punto l’unico volo che si può prendere è quello verso la vita eterna, per ovvi motivi escluderei il paradiso.
    tutto conviene dammi dammi dammi dammi
    che cosa convenga mi risulta piuttosto oscuro, comunque notevole l’uso della rima translinguistica: gimme-dammi
    dammi una lametta che mi taglio le vene
    (coro) ploloploploploploploplo
    mi faccio meno male del trapianto del rene
    (coro) ploloploploploploploplo
    mi voglio bene si mi voglio tanto bene
    ma (coro) gimme gimme gimme
    ma (coro) gimme gimme gimme
    ma (coro) gimme gimme gimme
    ma gimme... ma gimme...
    dammi una lametta che
    (coro) dammi una lametta che
    dammi una lametta che mi sgaro le veneeeee
    Gran finale con iterazioni, epanalessi e reiterazioni gli stessi concetti: ti taglio a pezzi perché ti amo. Conclude con un altro cambiamento linguistico a favore del dialettale “sgaro” tanto per ribadire il concetto e completare il climax.
    Concludendo, se non sapete come rinnovare il rapporto di coppia e le vostre serate sono particolarmente tediose, se non siete dei vampiri o non ce ne sono tra i vostri conoscenti potete aggredirvi a colpi di lame. Secondo questo testo è particolarmente divertente. Lasciate perdere le carte, la televisione e il monopoli.








    Edited by giufab62 - 28/1/2011, 17:10
     
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    Super-rock Rettore - Le sue più belle canzoni


    da wikipedia

    Super-rock Rettore - Le sue più belle canzoni è la prima raccolta di successi ufficiale della cantante veneta Donatella Rettore, pubblicata, nell'autunno del 1982, dall'etichetta Ariston, con cui l'artista chiuderà qualche mese più tardi.


    La raccolta

    La collection del 1982, distribuita dalla Ricordi, il cui copyright SIAE per le edizioni musicali appartiene quasi per intero proprio alla partnership Ariston/Senso Unico (tranne, ovviamente, i due pezzi in inglese, di cui sono responsabili Intersong e RCA), si colloca, all'interno della discografia di Rettore, tra il 6° e il 7° album dell'artista, esattamente tra l'ultimo LP edito dalla Ariston, il concept giapponese "Kamikaze rock'n'roll suicide", audacemente dedicato al tema del suicidio per onore, e "Far West", il primo lavoro pubblicato dalla nuova etichetta CGD, con cui Donatella realizzerà due soli 33 giri.

    La raccolta, nel complesso arrangiata e diretta dal fedele Pinuccio Pirazzoli e prodotta dall'altrettanto fedele (almeno fino ad un certo punto del percorso artistico di Rettore) Roberto Danè, comprende 10 brani, di cui 2 inediti, usciti anche in formato 45 giri, e 8 grandi successi del periodo 1979 - 1981.

    I due nuovi brani, This time e M'è scoppiata la testa costituiscono, rispettivamente, il lato A e il lato B del singolo, che è anche la colonna sonora portante del film "Cicciabomba", interpretato dalla stessa Rettore (che fu un flop clamoroso, solo di recente ripubblicato su dvd). Mentre la movimentata M'è scoppiata la testa, uno dei brani più ironici e meno conosciuti della cantante, viene scritto dalla collaudata coppia Rettore/Rego, che firma difatti 8 dei 10 brani inseriti nella compilation, il popolarissimo lato A, This time, è un'intensa ballata per pianoforte e voce, la seconda di una trilogia di pezzi in lingua inglese, i primi due dei quali portano la firma di Elton John mentre l'ultima ha la firma anche di Gary Osborne, all'epoca paroliere del cantante inglese.

    La trilogia, iniziata nel 1981, con l'uscita di Remember (originariamente scritta per Frank Sinatra, tratta dal long playing "Estasi Clamorosa", e reinserita anche nella compilation del 1982, si concluderà nel 1983, con la pubblicazione dell'ultima delle tre ballate, Sweetheart on parade, posta in chiusura dello sfortunato album "Far West". Interpretata dalla calda voce di una Rettore al meglio della forma, This time porta la firma di Kerr e Osborne e viene collocata invece come pezzo di apertura della collection.

    Gli 8 grandi successi che completano questo primo Greatest Hits sono tratti dalla splendida trilogia di album del triennio 1979-1981, i cui titoli collettivi sono caratterizzati dall'unione di un aggettivo con un sostantivo, leggermente modificati a seconda dei casi, a loro volta tratti dai titoli di due brani contenuti in ciascuno dei tre album: nascono così 3 LP indimenticabili.

    Da Brivido e Divino Divina trae origine il primo dei tre lavori, "Brivido Divino", del 1979, da cui provengono Eroe (che segue This Time nella track listing della raccolta), la stessa Brivido e l'epocale Splendido splendente (che invece la chiudono).

    Nel 1980, è la volta di "Magnifico Delirio", nato dall'unione di Magnifica e Delirio, di cui, nella compilation del 1982, troviamo soltanto due brani, che da soli valgono però l'intero disco: la censuratissima Benvenuto, posta a metà del lato A, e un altro brano epocale e altrettanto censurato (almeno nelle intenzioni e nella frase finale, «Quando amo», ma solo nella riproduzione del testo nella busta interna dell'LP), Kobra, riproposta in apertura del lato B del Greatest Hits.

    Infine, "Estasi Clamorosa", del 1981, nasce dall'accostamento di Estasi, uno dei brani in assoluto più riusciti di Rettore, e Clamoroso, lato B dello stralunato singolo che trionfa al Festivalbar di quell'anno, l'autobiografica e auto-celebrativa Donatella, uno dei primissimi e pochissimi esempi di ska cantati in italiano. Completano la track listing della raccolta proprio Estasi e Donatella, che, seguendo l'audace Benvenuto (qui riproposta, tra l'altro, nella versione meno discussa), chiudono il lato A della raccolta, e il primo dei tre brani che compongono la trilogia in inglese, la ballad Remember, collocata a metà del lato B, tra due pezzi molto tirati, quali M'è scoppiata la testa e Brivido, tracce dignitose, ma indubbiamente di statura ben minore, che mettono però ancora di più in risalto, se possibile, l'interpretazione morbida e suadente di un'artista in evidente stato di grazia (nonostante qualche tentennamento nella pronuncia, che a tratti lascia un po' perplessi).


    Tracce

    Lato A

    1. This time - 3:44 (Kerr/Osborn)
    2. Eroe - 3:12 (Rettore/Rego)
    3. Benvenuto - 4:13 (Rettore/Rego)
    4. Estasi - 3:48 (Rettore/Rego)
    5. Donatella - 3:12 (Rettore/Rego)

    Lato B

    1. Kobra - 3:24 (Rettore/Rego)
    2. M'è scoppiata la testa - 3:04 (Rettore/Rego)
    3. Remember - 4:10 (Taupin/Elton John)
    4. Brivido - 4:15 (Rettore/Rego)
    5. Splendido splendente - 3:24 (Rettore/Rego)



    ...clikka sul titolo per evidenziare i video


    Edited by gheagabry1 - 3/3/2024, 15:19
     
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    I suoi baci negli occhi

    E dalle spalle scendeva il profumo di maggio
    e portava al mio seno le sue dolci parole
    di amori taciuti, di sguardi in silenzio scambiati
    i suoi baci negli occhi per farti dormire
    i suoi baci negli occhi per non farmi vedere..
    e mi guardavano attenti, pronti già a condannare
    e qualcuno di loro sorridendo diceva
    che con te c'ero stata e che ti avevo stregato

    con due baci negli occhi per farmi dormire
    con due baci negli occhi per non farmi vedere
    quanto tempo ti sei portato via
    mi lasci qua ma ti uccide il pensiero
    e donna donna donna donna mia..

    e ti sento più vero franco e leale
    ma più bello ti vedo più mi sento male
    quante cose ti sei portato via
    mi lasciavi qua ma gridavi
    e donna donna donna donna mia

    e dalle spalle scendeva il profumo di maggio
    e portava alla pelle le sue dolci parole
    di fiori non colti di sguardi in silenzio abbasati

    e i suoi baci negli occhi per farmi dormire
    i suoi baci negli occhi per non farmi vedere..
    ma il mio letto era pieno di spine e di ingiuste distanze..
    quanto tempo ti sei portato via
    mi lasci qua ma ti uccide il pensiero
    e donna donna donna donna mia..

    e ti sento più vero franco e leale
    ma più bello ti vedo più mi sento male
    quante cose non ti sei portato via
    mi lasciavi qua ed ero
    donna donna donna donna tua


     
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    farwest




    Far West (album)



    Da Wikipedia



    Far West è il settimo album di inediti di studio della cantante pop rock veneta Donatella Rettore, pubblicato nel 1983, il primo di due 33 giri realizzati per la casa discografica CGD, con la quale chiuderà i rapporti dopo l'uscita di "Danceteria", LP del 1985. I rapporti con la CGD iniziarono nel novembre 1982 quando si diffusero voci, allora infondante, di un'imminente chiusura della Ariston, la casa discografica che l'aveva resa famosa pubblicando tutti i suoi successi dal 1978 al settembre 1982. La CGD ha sempre puntato a modificare l'immagine dell'artista ritenuta ormai usurata cercando di eliminare l'utilizzo del look e propondendo testi non più trasgressivi, ma romantici. In un primo momento, con il successo "Io ho te" gli eventi sembrano dare ragione a Rettore, contraria al cambiamento, successivamente le vendite ritenute scarse di Farwest faranno accelerare lo scontro con la casa discografica che culminerà nel mancato rinnovo del contratto nel 1986. Il confronto tra Rettore e i vertici raggiunge il culmine nel febbraio 1984 con il rifiuto di Rettore a partecipare al Festival di Sanremo e alla mancata pubblicazione dell'album "Cleopatra". Il singolo successivo, Amore stella, del 1986 (con l'inedita Dea sul lato B, unico brano di Rettore mai incluso su nessuno dei suoi long playing), presentato al Festival di Sanremo del 1986, uscirà infatti per l'etichetta Ricordi.

    Il disco

    L'album del 1983 esce in autunno inoltrato, anticipato dal 45 giri estivo intitolato Io ho te, splendida ballata romantica, uno dei capolavori massimi dell'artista, promossa nel corso del Festivalbar di quell'anno. Per la terza volta consecutiva Rettore inserirà nel disco un brano scritto per lei da Elton John "Sweetheart on parade". Il lavoro nella sua totalità doveva fare da colonna sonora all'omonimo musical, ma il progetto non ha mai visto la luce. Probabilmente, questo è uno dei motivi per cui il 33 giri, privo dell'aspetto visivo, quanto mai necessario, nel racconto di una storia tipicamente western, come quella qui presentata, tra cow-boys, indiani e cantanti da saloon, non è riuscito a soddisfare le aspettative, e dopo aver risalito assai rapidamente la classifica delle vendite, è ridisceso altrettanto velocemente.

    Come "Danceteria" (il secondo e ultimo album inciso per la CGD, nel 1985) e l'omonimo "Donatella Rettore" (suo secondo album in assoluto, pubblicato nel 1977), l'LP di Rettore del 1983 non è mai stato ristampato in formato compact disc nella sua totalità. Per quanto riguarda i brani Io ho te e Il ponte dei sospiri, sono disponibili delle versioni alternative rispettivamente in "Concert/Il concerto" del 1996, e sul CD singolo Lupi del 2002 (quest'ultimo, peraltro, in edizione limitatissima, allegata a una rivista, praticamente introvabile). Il ponte dei sospiri si può riascoltare anche in una cover del tributo "ClonAzioni - Tutti pazzi per Rettore", nella re-interpretazione di Enrico Sognato.

    Curiosamente, l'edizione in vinile e quella in cassetta dell'album, pur composte entrambe dagli stessi 9 brani, li presentano in ordine diverso, con tre costanti: in tutti e due i casi, il lato 1 è aperto da Rodeo e chiuso da Can can, mentre il disco finisce sempre con la ballata Sweetheart on parade, ultimo brano del lato 2, nonché pezzo che chiude la trilogia di inediti in inglese (composti da Elton John e dal suo entourage, esclusivamente per Rettore), apertasi con Remember, nel 1981, e continuata con This time, nel 1982.

    La polemica con la CGD e il tentativo di rilancio dell'album

    Sia il concept album che il meno tematico, ma omogeneo Danceteria sono stati realizzati da Donatella, come accennato, durante il periodo in cui era sotto contratto con la CGD, tra 1983 e 1985. Accusati dalla cantante di non aver promosso adeguatamente i suoi lavori, i responsabili della casa discografica, tempo dopo, insoddisfatti anch'essi delle scarse vendite di entrambi gli LP, hanno fatto uscire, per la nota serie economica «MusicA», disponibile in vinile e in musicassetta, una compilation, semplicemente intitolata "Rettore", contenente, sulla prima facciata, 6 brani tratti dall'album del 1983 - mancano soltanto Vera, Can can e Ranch (Lola Pink), lato B del 45 giri Io ho te - e, sulla seconda facciata, ben 7 da "Danceteria" (solo 2 i pezzi omessi, tra cui quello che contiene il titolo del disco!), per cercare di recuperare un po' sulle deludenti vendite, ovviando anche al problema della difficile reperibilità dei due long playing, diventati introvabili già poco tempo dopo essere stati pubblicati.

    Tuttavia, oltre a non risolvere la questione (tutt'ora aperta), della mancanza di un'edizione digitale dei due 33 giri, anche la raccolta stessa è diventata, già all'epoca, molto rara e, dunque, praticamente inutile allo scopo di tramandare la sottovalutata colonna sonora dell'omonimo musical mai realizzato, che avrebbe dovuto avere come protagonista "una zingara in un accampamento indiano": sono parole del patron storico del Festivalbar, Vittorio Salvetti, che così salutava, durante la finale del 1983, all'Arena di Verona, l'interprete di Io ho te, visibilmente commossa dall'affettuoso abbraccio di un pubblico particolarmente caloroso (non bisogna dimenticare che Donatella è nata a Castelfranco Veneto), dopo l'esecuzione del brano in questione.

    Nel 2005, comunque, venne finalmente editata dalla Warner Stategic una compilation su CD intitolata "Le più belle canzoni di Rettore", nella quale trovarono posto ben 7 tracce dell'album - sono escluse la title-track Far West e il lato B del singolo Io ho te, intitolato Ranch (Lola Pink) - assieme ad altre 4 tracce prese da "Danceteria" del 1985 e ad un duetto con Caterina Caselli, Little Drummer Boy del 1987. Il titolo è fuorviante e alquanto generico, perché si tratta in realtà di una raccolta contenente canzoni tratte dal periodo 1983-1985, durante il quale Rettore era sotto contratto con la CGD, poi acquistata dalla major Warner, che dispone quindi soltanto di questo materiale relativo all'artista veneta, composto durante quello che viene all'unanimità definito come «il periodo della crisi».

    Limiti e punti di forza del lavoro

    Oltre al fatto di costituire la colonna sonora di un musical mai realizzato, un altro dei limiti dell'album contenente la splendida ballad estiva, che ne rappresenta, allo stesso tempo, anche il suo punto di forza, consiste forse nella mancanza di un piccolo glossario (come già in "Kamikaze rock'n'roll suicide", il concept nipponico del 1982), che, vista l'indubbia familiarità del pubblico italiano con l'argomento in generale - soprattutto grazie ai film di John Wayne, ma anche ad altre fiction dell'epoca, quali "La grande vallata" - più che singole parole, spieghi magari meglio alcuni concetti e nomi propri, appartenenti al mondo dei cow-boys e degli indiani. Dell'idea che doveva essere alla base del perduto musical, oltre alla citazione di Salvetti durante il Festivalbar, resta una traccia minima nella copertina dell'album e nel gadget di turno, stavolta rappresentato da un semplice poster (che riprende, in grande, la foto di copertina), come di consueto allegato al disco, la cui scarna didascalia, menzionando i protagonisti del cast, riporta: «Rettore nella parte dell'eroina inseguita, Fearle Stuart nella parte del difensore, Mick Brill e Claudio Rego nella parte dei brutti ceffi». Una storia come tante, insomma.

    È vero che, sul retro di copertina, si fa un fugace riferimento a Louis L'Amour, che viene definito «prolifico e fortunato autore di decine di best-sellers western», ma, se tutti, senza dubbio, grazie alla popolare storia di Tom Sawyer e del suo compagno di avventure Huckleberry Finn, conoscono il Mississippi, altri nomi rimangono avvolti un impenetrabile velo di fastidioso mistero: chi sono, per esempio, Laramie e Lola Pink? Di quest'ultima, è Rettore stessa a fornirci un breve profilo, apparentemente esauriente, ma che, in ultima analisi, lascia dei dubbi se si tratti di un personaggio reale o fittizio, che l'artista identifica comunque con la sua «cantante del saloon» (dall'omonima ballad, La cantante del saloon, una delle tracce più intense dell'intero lavoro).

    Così scrive l'autrice in proposito:

    « "In ognuno di noi c'è un cow-boy", dice Louis L'Amour, prolifico e fortunato autore di decine di best-seller western. Anch'io, oggi, sono un cow-boy e vivo per la sfida, e sfidarsi, essere sfidato, sfidare è un'emozione insostituibile. Questo Far West è più del suo stesso mito: non è contro gli indiani, non è contro la legge, non contro i fuorilegge; non parlo di ieri, questo è un Far West di domani. Anche dentro di te c'è un cow-boy? Sfidati, sfidali, sfidami... e amami...!
    La cantante del saloon oppure, a scelta, Lola Pink »


    (Donatella Rettore, dall'album Far West, 1983)

    Oggi, noi sappiamo chi è la fittizia Lola Pink, ma non è comunque detto che tutti sappiano invece chi è lo storico generale Custer. D'altronde, è ancora Rettore, l'autrice stessa di questa confusione, a fornirci una chiave di lettura, per interpretare il tutto con maggiore chiarezza, nella citazione di cui sopra, in particolare nella frase «Questo Far West è più del suo stesso mito»: partendo da questa interpretazione, infatti, non ha più importanza sapere con esattezza chi sia la dubbia Lola Pink, la misteriosa Laramie o il famoso Custer, oppure chi siano i vari incerti "Gatto Selvaggio" e "Sole Che Scotta", non meglio identificati indiani di turno, che rappresentano però un valore ben preciso, un'idea ben definita, perché il lavoro trova la sua giustificazione proprio al suo interno («non parlo di ieri, questo è un Far West di domani», scrive la cantante, anzi «la cantante del saloon», calandosi direttamente dentro all'opera), dove i simboli si risistemano, come tessere di un mosaico raffigurante una prospettiva, in rimandi elastici, meno ancorati al significato storico, e più orientati verso metafore contingenti e attuali, legate le une alle altre.

    Ecco perché quello che è il limite dell'album diventa anche il suo punto di forza: solo così, quello che si è perso con la mancanza dell'elemento visivo, costituito dalle scenografie del musical mai realizzato, si è potuto, in parte, recuperare, investendo di valore simbolico intrinseco degli elementi compiuti, che non necessitano così di rimandi esterni; anche se, purtroppo, tutto questo sforzo non è è comunque bastato, perché, dopo il grande successo del 45 giri Io ho te (forse il momento più alto mai raggiunto da Donatella Rettore, dal punto di vista musicale, in particolare, e artistico, in generale, al livello di sound e innovazione), il long playing non riesce a vendere come i precedenti - tra l'altro, il 33 giri esce molto in ritardo rispetto al singolo, quando gli echi del suo successo si sono ormai spenti - dando ufficialmente inizio al periodo di crisi dell'artista veneta, che da questo momento entrerà in un tunnel più o meno lungo e oscuro, dal quale non riuscirà ad uscire del tutto prima di un decennio (Di notte specialmente, al Festival di Sanremo 1994, e l'album Incantesimi notturni segnano la sua, seppur momentanea, rinascita, a metà degli anni novanta).


    Tracce

    Tutti i brani di Rettore/Rego, tranne Sweetheart on parade di Gary Osborne/Elton John.

    Edizione su vinile (LP)

    Lato A

    1. Rodeo - 3:56
    2. Far West - 4:00
    3. La cantante del saloon - 4:26
    4. Ranch (Lola Pink) - 3:30
    5. Can can - 3:22

    Lato B

    1. Il ponte dei sospiri - 3:45
    2. Io ho te - 4:30
    3. Vera - 4:30
    4. Sweetheart on parade - 3:58