DONATELLA RETTORE

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  1. tomiva57
     
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    :17.gif: grande giulyyyy











    Kamikaze rock'n'roll suicide




    Da Wikipedia

    Kamikaze rock'n'roll suicide è il sesto album di inediti di studio della cantante pop rock veneta Donatella Rettore, l'ultimo da lei pubblicato, nel 1982, per la piccola etichetta Ariston, la quale, poco dopo, pubblicherà anche la sua prima raccolta di successi, prima del definitivo passaggio dell'artista, nel 1983, al colosso CGD.


    Il Disco


    Uscito nello stesso anno della raccolta "Super-rock Rettore - Le sue più belle canzoni", antologia che racchiude tutti i suoi più grandi successi del periodo-Ariston, il lavoro, interamente scritto dalla coppia Rettore/Rego, è un concept album, i cui temi prendono spunto dalla filosofia giapponese, di cui viene rielaborata l'idea del suicidio, in particolare per onore (tipico quello dei famosi kamikaze nipponici che, nella seconda guerra mondiale, si lanciavano con i propri aerei contro il nemico, con l'unico obiettivo di uccidere, noncuranti di perdere, nell'impatto, anche la propria vita).

    Il singolo estratto è uno dei pezzi di Rettore più famosi in assoluto, l'ironica Lamette, a cui fa da lato B, Canta sempre, il penultimo brano del long playing. Tra le canzoni più note del disco, oltre alla title-track e pezzo d'apertura, l'omonima Kamikaze rock'n'roll suicide, bisogna ricordare soprattutto Karakiri, di cui non uscì mai il singolo, ma che, all'epoca, fu praticamente promosso in quanto tale.

    Forse meno conosciute, almeno dal grande pubblico, ma indubbiamente ancor di più apprezzate da critici e fans, la terza e l'ultima traccia: rispettivamente, Oblio e Giulietta.

    Giulietta, che dei 9 brani rappresenta l'unica vera ballad, chiude il 33 giri in modo memorabile: brevissimo flash, ispirato alla ben nota storia di Giulietta e Romeo, del drammaturgo britannico William Shakespeare, ne riprende liberamente il tragico epilogo, in una composizione suggestiva, soltanto per pianoforte e voce.

    Quanto ad Oblio, si tratta di un pezzo di moderno progressive, costituito da due parti ben distinte, una lenta e l'altra più movimentata, che si alternano per tutta la durata della traccia (C'è ancora un'avventura, di Anna Oxa, del 1988, può essere, almeno in parte, ricondotta alla canzone di Rettore del 1982), la più lunga del disco, di cui è celebre la chiusa del testo:

    « Giocavo con le maschere e mi han chiamato burattino »


    (Oblio, 1982)

    Ristampato in formato CD dalla BMG/Ariola, nel 2002, questo album è stato uno dei primi LP/MC di Rettore ad uscire in digitale: già nel 1989, infatti, una prima ristampa in compact disc circolava in Francia, dove il lavoro ebbe una notevole risonanza, tanto che, all'epoca della sua prima uscita, fu realizzato un videoclip della title-track, ad esclusivo uso del mercato d'oltralpe.

    La copertina, come sempre degna di nota, raffigura Rettore seduta su alcuni pneumatici, davanti a un aereo, con le tipiche eliche in primo piano, mentre, sullo sfondo, in un cielo dai colori inquietanti, tra giallognolo e verdastro, è chiaramente visibile l'esplosione di un kamikaze, tra fumo e rottami, accanto a cui, sopra uno squarcio di luce, altri aerei continuano a volare indifferenti. L'elaborazione grafica è, in generale, particolarmente ricca: oltre ai testi, come sempre riprodotti nella busta interna, il titolo di ogni brano è affiancato dalla corrispondente traduzione in giapponese, riportata in verticale, invece che in orizzontale, secondo i tipici usi nipponici - gli ideogrammi vengono utilizzati anche per il nome dell'artista.

    Sul retro del disco, invece, tra simboli ed immagini varie, compare una sezione intitolata «Le mie annotazioni sul mio disco», in cui Donatella, appena tornata da un illuminante viaggio nel paese del Sol Levante, illustra concetti e parole chiave, utilizzati nella composizione letteraria dei brani, facilitando così l'interpretazione di un lavoro semplice solo in apparenza, ma la cui innegabile oscurità ha invece finito con il condizionarne, almeno parzialmente, le vendite, leggermente in calo rispetto al precedente capolavoro "Estasi Clamorosa", con cui si era chiusa, l'anno precedente, la trilogia del periodo 1979-1981.

    Il tema conduttore nipponico, comunque, non sembra essere l'unico motivo che ha un po' frenato l'accoglienza dell'album: parlare di suicidio al ritmo scatenato di un pezzo rock, in apertura di un lavoro il cui titolo è già tutto un programma, e l'allusione all'omosessualità femminile, in Garage, non hanno di certo aiutato, senza menzionare, poi, il celebre incipit del singolo (che sul long playing apre il secondo lato):

    « Dammi una lametta che mi taglio le vene »

    (Lamette, 1982)

    Ma, soprattutto, non bisogna dimenticare che tutto questo avveniva lo stesso anno in cui Riccardo Fogli (all'epoca ancora felicemente sposato con Viola Valentino, anche lei cantante) aveva vinto il Festival di Sanremo (lo stesso in cui Viola aveva presentato Romantici), con un brano intitolato Storie di tutti i giorni, mentre secondi erano arrivati gli allora innamorati d'Italia, Albano e Romina Power, con una canzone-tormentone intitolata Felicità, mentre i pezzi del contemporaneo album di Rettore - contenente non una, ma addirittura 2 parolacce, «culo» e «deficiente», che oggi, a patto che qualcuno se ne accorga, strappano un sorriso appena - non erano di certo «storie di tutti i giorni» e, soprattutto, non cantavano affatto di «felicità»...


    Tracce

    Tutti i brani di Rettore/Rego

    Lato A

    1. Kamikaze rock'n'roll suicide - 3:48
    2. Karakiri - 4:02
    3. Oblio - 5:17
    4. Sayonara - 3:16

    Lato B

    1. Lamette - 2:48
    2. Garage - 2:53
    3. Sangue del mio sangue - 4:22
    4. Canta sempre - 3:23
    5. Giulietta - 1:48




    kamikazerettore


    LAMETTE

    Articolo di: Stefano Cafaggi 15/09/2007


    Donatella Rettore è ironica, brava, innovatrice e spesso sottovalutata. Più bella, provocante e intonata di Madonna, più punk di Cindy Lauper, e quanto a vestiti più carnevalesca del Boy Gorge dei tempi d’oro. Insomma ha una sola pecca: essere italiana.

    Ma veniamo al testo di questo suo “cavallo di battaglia”: Lamette.

    Parole abbastanza inquietanti che ammiccano ad un certa tradizione futurista, fatta di onomatopee e chissà magari anche con un toco di teatro della crudeltà.
    Versi in endecasillabi ipermetri: ABAB CCCA
    potete vedere e sentire su youTube cliccando qui
    Dammi una lametta che mi taglio le vene
    Veniamo introdotti all’azione ex abruptus. dall’imperativo “dammi” il poeta vuole tagliarsi le vene con una lametta. Non si dichiara quale sia la causa di questo istinto suicida.
    (coro) ploloploploploploploplo
    Verso onomatopeico e iterativo che temo indichi il gocciolare del sangue dalle vene.
    diventa bieca questa notte da falene
    Come ogni canzone pop degna di nota la vicenda non poteva svolgersi che di notte. Questa però è una notte particolare da falene, cioè farfalle di seconda scelta, piuttosto bruttine, alle volte fastidiose. Non è una gran nottata, è “bieca”. Visto il passatempo scelto dal poeta, non si può che concordare.
    (coro) ploloploploploploploplo
    promette bene si promette tanto bene
    Enjambement con il verso precedente, non il “ploplo” ma quello della notte bieca, nonostante sia una nottataccia il poeta intravede risvolti positivi, con un linguaggio colloquiale ci informa che l’operazione suicida (o forse la notte) sta andando per il meglio.
    ma gimme gimme gimme
    ma gimme gimme gimme
    ma gimme gimme gimme
    ma dammi una lametta che mi taglio le vene
    Ritornello poliglotta, l’inglese “gimme=give to me=dammi” sottolinea in epanalessi il desiderio di avere questa “lametta” per compiere il gran taglio.
    dammi una lametta che ti taglio le vene
    (coro) ploloploploploploploplo
    Interazione all’inizio di questo strofa, ma con un sottile variazione nel pronome, da “mi” si passa a “ti”, il poeta trasforma il taglio in un gioco di gruppo e coinvolge forse uni’ipotetico compagno e l’ascoltatre stesso: si offre di affettare le vene pure a lui.
    ti faccio meno male del trapianto del rene
    La motivazione con cui vuole tagliare le vene anche all’altro è stupefacente: gliele taglia perché è un’operazione meno dolorosa del trapianto del rene. Non possiamo che concordare con questa logica cristallina, anche se ancora sfugge il motivo di tanta sete di sangue.
    (coro) ploloploploploploploplo
    ti voglio si ti voglio tanto bene
    Il compagno di svenamenti ha una consolazione: lei prova tanto affetto per lui, non oso immaginare cosa vorrebbe compiere sul corpo dei nemici.
    ma (coro) gimme gimme gimme
    ma (coro) gimme gimme gimme
    ma (coro) gimme gimme gimme
    ma dammi una lametta che mi schioppo le vene
    Ritornello con variazione dialettale in “schioppo”, metonimia per indicare l’atto di far esplodere le vene.
    parlo già da sola
    Comincia ad avere un barlume di lucidità, si accorge che non ha interolocutori in questi propositi da macellaio.
    e disegno nell'aria
    Che cosa stia disegnando nell’aria è ignoto, possiamo ipotizzare l’atto di tagliare.
    certo ho un po' peccato ma che goduria
    Un barlume di rimorso cattolico, questo suicidio in nuce viene bollato non come un peccato mortale, ma come un peccato a metà, in quanto non c’è ancora il cadavere ma solo l’intenzione. E il peccato è ricompensato dall’immenso piacere che prova, come nelle migliori tradizioni si scelgono i terreni piaceri della carne invece di celestiali premi ultraterreni.
    mi gioco tutto con candore e furia
    Qui si mente un po’, da quanto si dice sopra di candore ce n’è ben poco, dato che si dichiara cosciente del peccato. Sulla furia non si può che essere concordi.
    e allora stop!
    E’ ora di finirla con le riflessioni sulla moralità del gesto, stop ai pensieri e che l’azione abbia inizio. Un momento di riflessione Senti come affetta questa lametta
    Dopo aver chiesto la lametta per se, ora sembrerebbe che stia tagliuzzando il misterioso compagno di giochi. Un momento di riflessione da destra verso il centro zac!
    Dall'alto verso il basso zip!
    La vivisezione è iniziata in tutte le direzioni, tra zac e zip si introduce il lago di sangue con queste simpatiche onomatopee da fumetti.
    Che gusto che innesto gimme gimme gimme!
    La sciroccata si diverte parecchio nell’operazione di taglio, l’”innesto” temo indichi la compenetrazione della lama d’acciaio nella tenera carne. In questo delirio si passa anche all’inglese slangato.
    E allora stop!
    Senti come taglia questa canaglia
    ma che poltiglia gimme gimme gimme!
    Un altro stop per sottolineare gli effetti della premiata macelleria, da notare che la “canaglia” non è lei che taglia ma la lametta. Si scaricano le colpe sull’arma e non sul braccio che la guida.Tipica dissociazione dei pazzoidi. Ormai la carne è ridotta ad una “poltiglia”.
    E allora stop!
    Vivere in fretta
    In questo lago di sangue il consiglio è vivere in fretta, al di là della portata di questa metafora, piuttosto abusata, qui il consiglio è più pratico. Qui il vivere in fretta è dovuto al fatto che oggettivamente non rimane molto da campare.
    prendere al volo
    A questo punto l’unico volo che si può prendere è quello verso la vita eterna, per ovvi motivi escluderei il paradiso.
    tutto conviene dammi dammi dammi dammi
    che cosa convenga mi risulta piuttosto oscuro, comunque notevole l’uso della rima translinguistica: gimme-dammi
    dammi una lametta che mi taglio le vene
    (coro) ploloploploploploploplo
    mi faccio meno male del trapianto del rene
    (coro) ploloploploploploploplo
    mi voglio bene si mi voglio tanto bene
    ma (coro) gimme gimme gimme
    ma (coro) gimme gimme gimme
    ma (coro) gimme gimme gimme
    ma gimme... ma gimme...
    dammi una lametta che
    (coro) dammi una lametta che
    dammi una lametta che mi sgaro le veneeeee
    Gran finale con iterazioni, epanalessi e reiterazioni gli stessi concetti: ti taglio a pezzi perché ti amo. Conclude con un altro cambiamento linguistico a favore del dialettale “sgaro” tanto per ribadire il concetto e completare il climax.
    Concludendo, se non sapete come rinnovare il rapporto di coppia e le vostre serate sono particolarmente tediose, se non siete dei vampiri o non ce ne sono tra i vostri conoscenti potete aggredirvi a colpi di lame. Secondo questo testo è particolarmente divertente. Lasciate perdere le carte, la televisione e il monopoli.








    Karakiri




    Oblio


    Edited by gheagabry1 - 3/3/2024, 15:18
     
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