Marche ... Parte 1^

IL MONTE TITANO..SAN MARINO..URBINO..PESARO E INFINE..GIUNGIAMO A FANO ...

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. tomiva57
     
    .

    User deleted





    SantAngeloinVado2

    S.ANGELO IN VADO




    Cenni storici

    Sant'Angelo in Vado sorge sulle rovine della antica Tiphernum Mataurense denominazione che deriva da tipher o tifia, pianta acquatica che si sviluppa nelle zone paludose. Lo studio della pianta della Tiphernum, ricostruita in base alle informazioni ottenute con le operazioni di scavo e con le recenti interpretazioni aerofotografie, porta alla constatazione che la città aveva forma quadrata, con i classici cardo e decumano che si incrociavano nella via principale. L'esistenza dell'antico municipio romano è attestata dai molti reperti archeologici ritrovati e oggi conservati nell'Antiquarium della città. Si ritiene che questa, dopo l'avvento del cristianesimo, fosse sede vescovile.
    La lunga guerra tra Bizantini ed Ostrogoti (VI secolo) interessò anche il territorio della Tiphernum Mataurense che subì la totale distruzione. I Longobardi ricostruirono il nuovo abitato sulle rovine della città romana quasi completamente ricoperte dai terreni alluvionali, e lo dedicarono all'arcangelo Michele, di qui


    urbania

    il nome di Sant'Angelo. La seconda parte del nome "in Vado" fu aggiunta successivamente e sarebbe da attribuire al fatto che per raggiungere i due tronconi della città adagiata sulle rive del fiume, si dovesse "guadare" il Metauro. Secondo un'altra interpretazione invece la parola è collegata al "guado" una pianta che cresce piuttosto abbondante lungo le rive del fiume e dalla quale, attraverso un opportuno procedimento, si estraeva un inchiostro scuro utilizzato per stampe e la tintura dei tessuti.

    Sullo scorcio del Medio Evo Sant'Angelo in Vado fu capitale della "Massa Trabaria", Provincia forestale dello Stato della Chiesa. Qui si radunava il Parlamento della Provincia di Massa Trabaria che comprendeva il territorio incluso tra Cagli - Urbino e l'Appennino.
    Nel 1636 Papa Urbano VIII elevò Sant'Angelo al rango di "Città" e la promosse a Diocesi.
    Nel luglio del 1849 di qui passò Giuseppe Garibaldi in fuga dopo la caduta della Repubblica Romana.

    Nel 1860-61 viene a far parte del Regno d'Italia.

    Personalità legate a Sant'Angelo in Vado

    Francesco Mancini (1679-1758), pittore barocco e rococò nativo di Sant'Angelo in Vado.

    Ottaviano Volpelli (XVI secolo) giureconsulto del Ducato di Urbino e scrittore italiano rinascimentale, nativo di Sant'Angelo in Vado.

    Taddeo Zuccari e Federico Zuccari, una coppia di fratelli pittori originari di Sant'Angelo in Vado.

    Luca Dini, giornalista

    Mario Spezi, giornalista e scrittore

    Antonio Podrini, orologiaio

    cattedrale-s-angelo-vado-1
    cattedrale

    JPG


    domus4

    A 25 km da Urbino, più precisamente a Sant’angelo in Vado è venuta alla luce la famosa “Domus del Mito”, il più importante ritrovamento archeologico degli ultimi 50 anni.Ampia circa 1.000 metri quadrati, la Domus è ricca di mosaici figurati bicromi e policromi. I pavimenti conservati con ottima cura, esibiscono vari soggetti che mostrano l’inserimento dell’antica città di Tifernum Mataurense (Campo della Pieve) nel circuito di cartoni e maestranze specializzate e la presenza in essa di una committenza colta e raffinata.

    Fra i temi raffigurati, tutti legati alla mitologia classica, ci sono: Nettuno ed Anfitrite sul Carro del Trionfo condotto da cavalli marini che accolgono i visitatori, Dioniso che li inebria e la bella Medusa che li pietrifica.Poi ne seguono tanti altri ancora, il riquadro con Scena di Caccia, la Lotta Marina dove è raffigurata la murena che morde il polipo che, a sua volta, agguanta l’aragosta e tutt’attorno quaranta medaglioni figurati in uno sfondo di motivi geometrici in bianco e nero. Concludiamo dicendo che aldi là del valore artistico-culturale, la “Domus del Mito” rappresenta per Sant’Angelo in Vado una notevole valenza turistica e didattica.


    sant-angelo-01


    Sant’Angelo in Vado è così chiamata in onore di San Michele Arcangelo. Il nome dell’antico municipio romano, Tifernum Mataurense, distrutto nel VI secolo dai Goti poi fu ricostruito dai cittadini superstiti che cinsero cinsero di mura mura la città e imposero la denominazione attuale.

    Sant’Angelo in Vado fu capoluogo della Massa Trabaria, antica regione appenninica composta da paesi di Umbria, Marche, Toscana e Romagna, ad est fino al Monte Carpegna, a nord e a sud era formata dalle valli del Marecchia ad ovest comprendeva il rilievo dell’Alpe della Luna fino a Sansepolcro e a sud raggiungeva il massiccio del Monte Catria.

    Sant’Angelo in Vado divenne feudo dei Brancaleoni dalla metà del XIV secolo, i quali rimasero fino al 1497 dopo che il paese passo sotto il ducato di Urbino a causa del matrimonio fra Gentile Brancaleoni e Federico da Montefeltro.

    I Montefeltro dominaronoSant’Angelo in Vado fono 1631, anno della Morte di Francesco Maria II della Rovere, ultimo duca di Urbino.

    Poi Sant’Angelo in Vado entra a far parte dello stato pontificio che lo incluse nella legazione di Pesaro e Urbino. La sovranità papale si concluse nel 1861, alle soglie dell’Unità di’Italia.

    santangeloinvadogostoli

    tifernum_mataurense_05
    Sant’Angelo in Vado: area archeologica di Tifernum Mataurense.



    ha dato i natali a figure di prestigio quali i pittori Taddeo e Federico Zuccari (1529-66; 1542-1609), Francesco Mancini (1679-1750) e i fratelli Dionisio, Giacomo e Girolamo Nardini (secolo XVI); l’intagliatore Giampietro Zuccari, cugino dei pittori citati; gli architetti Bartolomeo Breccioli (attivo 1627-34) e Giuseppe Sardi (1680-1753); il musicista Agostino Mercuri (1839-92); il giurista Prospero Fagnani (1598-1678)Sant’Angelo in Vado


    Piena

    4 Novembre 1980 ore 22 (Località S. Angelo in Vado)

    La piena aveva superato le arcate del ponte (foto ripresa il mattino del giorno seguente ore 10). Verso le 21 della sera precedente, dopo le piogge, il fiume comincia a gonfiare; verso le 22 il fiume raggiunge la portata massima con danni gravi ed impensabili. Dalla riproduzione è facile notare il livello raggiunto dalla piena; sulla destra ancora muri bagnati, l'acqua entrava dalle porte delle cantine. Le fogne rigurgitavano le acque del fiume e sono stati presi pesci vivi passati attraverso "i cisternini" sulla via che fiancheggia questo lato del fiume.


    Fiume1

    11 Gennaio 1981 (Località S. Angelo in Vado)

    Gelata del fiume Metauro. Foto 1 (ore 11), dopo il gelo prima giornata di sole ma temperatura di circa -7 °C. Foto 2, vista integrale della "Balza", cascata di circa 11 metri, una gelata simile si ricorda nel 1929. Foto 3, particolare della cascata, solo in questo punto l'acqua riesce a scorrere. Nel maggio dello stesso anno la cascata è stata livellata ed ora l'acua può scorrere su quasi tutta la larghezza del fiume; ottima soluzione per riportare il fiume nel suo alveo naturale.


    Dolcetti

    Nel centro storico di Sant’Angelo in Vado, in provincia di Pesaro-Urbino, si svolge “Dolcie20“, un gustosissimo evento per conoscere le proprietà organolettiche del cioccolato puro e dei suoi più originali abbinamenti.

    Tra i numerosi stand che allieteranno il paese, i visitatori potranno gustare il cioccolato artigianale realizzato, con ingredienti genuini e di altissima qualità, da importanti maestri cioccolatieri italiani. Per l’occasione sarà proposto anche un abbinamento Arte e cioccolato con la presentazione del cioccolatino “Il Tartufo Dolce di Sant’Angelo in Vado” realizzato con il vino passito vadese e dedicato alla Dinastia degli Zuccari. La Manifestazione sarà animata da concerti musicali per adulti e bambini e a sorpresa porterà in piazza una dolcissima e famosissima ospite. Maestri artigiani provenienti da diverse parti d’Italia proporranno le loro dolci creazioni in cioccolato purissimo e con gli abbinamenti più arditi tanto da accontentare davvero tutti!






    Il tartufo bianco
    (Tuber magnatum) è presente in tutte le province del territorio marchigiano, ma i tuberi più pregiati provengono da Acqualagna e Sant’Angelo in Vado, nel Pesarese. Li si può trovare da ottobre a dicembre e, solo ad Acqualagna e tra dicembre e febbraio, si possono trovare anche i tartufi neri. Presenta all’esterno colore chiaro, con sfumature tendenti al giallo, al nocciola pallido o al grigio. Anche il suo interno è chiaro e ha tonalità rosa, beige o marrone con venature chiare e sottili. L’odore è intenso, forte, gradevole, vagamente agliaceo; il suo sapore è al contempo intenso e delicato. Il tartufo bianco può arrivare a pesare fino a 400 grammi, ma generalmente è di dimensioni piuttosto piccole. Prima dell’utilizzo, i tartufi vanno puliti con una spazzolina e un panno di cotone. Se conservati erroneamente si disidratano e perdono le loro caratteristiche aromatiche.


    In cucina

    In cottura perde parte del suo gusto e aroma; va dunque servito crudo, affettato a lamelle sottili con il tagliatartufi direttamente sui piatti da condire: uova al burro, risotti e tagliatelle, oltre che insalate, per esempio di porcini crudi.


    foto: borghiautenticiditalia.it



    Edited by tomiva57 - 8/7/2014, 19:12
     
    Top
    .
20 replies since 5/10/2010, 10:19   10414 views
  Share  
.