Marche ... Parte 1^

IL MONTE TITANO..SAN MARINO..URBINO..PESARO E INFINE..GIUNGIAMO A FANO ...

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  1. tomiva57
     
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    fossombrone


    FOSSOMBRONE


    La cittadina di Fossombrone è il maggior centro della media val Metauro ed è caratterizzato da un centro d'impronta medievale disteso sul pendio di un colle e dominato da una Cittadella e dai ruderi della Rocca malatestiana. La parte moderna del paese si estende sulla pianura su entrambi i lati del fiume Metauro mentre la zona industriale si trova lungo la via Flaminia, dopo la località San Martino del Piano in direzione di Fano.


    La frazione Calmazzo, che si trova sulla vecchia strada Flaminia poco prima della gola del Furlo, è sede di antichi ritrovamenti dell'epoca romana. Nel 1989 uno scavo effettuato nella zona dall'Università di Urbino ha portato alla luce il recinto sepolcrale della famiglia Cissonia.

    La Riserva Naturale Statale Gola del Furlo, istituita nel 2001, occupa una superficie di 3.600 ettari circa tra boschi, pascoli e cime incontaminate, e comprende la gola formata dal fiume Candigliano poco prima della confluenza nel Metauro.. Si trova in provincia di Pesaro-Urbino ed è compresa nei territori dei Comuni di Acqualagna, Cagli, Fermignano, Fossombrone, Urbino.

    Gola del Furlo Riserva Naturale Statale Gola del Furlo



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    foto:parks.it

    La Gola del Furlo è formata dalle pareti scoscese dei monti Paganuccio e Pietralata che stringono il corso del torrente Candigliano. In questo passaggio obbligato tra il versante tirrenico e la costa medioadriatica i romani, e prima di loro gli etruschi, realizzarono opere imponenti - sostegni, muraglioni, tagli di roccia e gallerie - in modo da farvi transitare la via Flaminia. Nel 76, sotto Vespasiano, fu realizzata la "galleria grande" (forulus, da cui "Furlo"), che ne sostituiva una più piccola, ancor oggi attraversata da chi prende la vecchia statale anzichè la variante a scorrimento veloce. Il paesaggio è grandioso: le pareti rocciose prodotte dall'erosione fluviale si innalzano per centinaia di metri, formando un canyon spettacolare.
    Nel periodo del fascismo, la località fu spesso meta del duce Benito Mussolini che fece anche realizzare il suo profilo sul Monte Pietralata successivamente parzialmente distrutto dai partigiani. Costituisce un prezioso serbatoio naturale da proteggere e valorizzare la cui gestione è stata affidata alla Provincia di Pesaro e Urbino e all’ufficio unico Sadaf (Servizio aree demaniali e aree forestali) creato dalle tre Comunità montane di Cagli, Fossombrone e Urbania e che ha sede a Cagli.

    Flora e fauna

    La vegetazione che ricopre le cime del massiccio è costituita in prevalenza da leccio. Nelle zone meno asciutte e con suolo più profondo, il leccio cede il posto a formazioni boschive caducifoglie formate in prevalenza da orniello, carpino nero, roverella, acero minore, sorbo, corbezzolo, bagolaro. Fra le specie erbacee si riconoscono piante rare come il miglio verdolino, la trabbia maggiore e la carice mediterranea m anche bucaneve, dentarie, viole e festuca altissima. Si può osservare l’aquila reale, il falco pellegrino, il gufo reale, il picchio muraiolo, la rondine montana, il rondone maggiore e il gracchio corallino e inoltre lupi, istrice, puzzola, caprioli, daini e cinghiali. Gli anfibi presenti sono tritone crestato, rana agile e ululone ventre giallo anche i rettili popolano l'area con numerose specie, tra cui il cervone, il saettone, la vipera comune, la natrice tessellata. Nelle acque del Candigliano troviamo diverse specie di ciprinidi, gobidi e la trota fario.


    Storia

    L'abitato di Forum Sempronii, a 164 miglia da Roma, era situato più ad est dell'attuale Fossombrone, in località San Martino del Piano, fu presto elevato al rango di municipio (I secolo a.C.) e conobbe un periodo di splendore in epoca imperiale. Plinio il Vecchio (II secolo d.C.) nella sua Naturalis historia chiama i suoi abitanti Forosempronienses. L'antica città fu devastata dai Goti guidati da Alarico, in transito verso Roma nel 409 d.C. Erano oltre centomila persone tra uomini, donne e bambini con le loro masserie, che depredavano e distruggevano quanto trovavano lungo il cammino. Durante la ventennale guerra gotica, ci fu un continuo passaggio di eserciti e dopo la vittoria dei bizantini di Narsete su Totila (552 d.C.), entrò a far parte dell'Esarcato di Ravenna, componendo la cosiddetta Pentapoli annonaria assieme ad Urbino, Cagli, Gubbio e Jesi.Dopo tante rovine gli abitanti costruirono il nuovo centro sul colle che sovrasta l'attuale città. In epoca longobarda il suo territorio fu teatro di una dura battaglia tra il re Liutprando e il ribelle duca di Spoleto Trasmondo che vinto, fu deposto e chiuso in un convento.

    Fossombrone come risulta dai documenti scritti, rimase fuori dal dominio della chiesa fino al 999, dopo di che passò sotto il potere di papa Silvestro II. Durante i primi decenni del XIII secolo sotto il pontificato di Innocenzo III la città fu feudo di Azzo VI d'Este, passando successivamente al figlio Aldobrandino e poi ad Azzo VII. Nel 1228 la famiglia Este per meglio tutelare il proprio dominio su Fossombrone dalle mire espansionistiche dei signorotti vicini subinfeudarono la città al vescovo Monaldo. Nei primi anni del XIV secolo lo Stato della Chiesa investì la famiglia Malatesta a signori della città, e nel loro duro governo provvidero alla costruzione di imponenti fortificazioni. Nel 1444 Galeazzo Malatesta, signore di Pesaro, vendette la città al conte Federico da Montefeltro, sotto la cui signoria, Fossombrone godette di un periodo di prosperità per il fiorire di produzioni di lana, carta, seta e per il rinnovamento edilizio. A Federico succedette il figlio Guidobaldo che vi dimorò quasi costantemente a causa dell'amenità del luogo e per il clima salubre, successe Francesco Maria I della Rovere nipote di Guidobaldo. Sotto i duchi Della Rovere la città fu notevolmente ampliata, Francesco Maria II nel 1616 fece espandere l'abitato nella zona pianeggiante al disotto del colle fino a toccare il fiume Metauro. Nel 1631 essendosi estinta la famiglia Della Rovere l'intero ducato d'Urbino, e quindi anche Fossombrone, passò sotto il diretto controllo della Chiesa, del cui stato fece parte sino al 1860 anno di annessione al Regno d'Italia di cui seguirà d'ora in poi le vicende storiche.

    Toponimo

    Il nome Fossombrone deriva certamente da Forum Sempronii nome dell'antico centro romano legato a sua volta alla figura del tribuno Gaio Sempronio Gracco capitato in queste zone nel 133 a.C. per l'applicazione della legge agraria.

    Monumenti


    Danno un certo rilievo a Fossombrone alcune vie e quartieri del centro storico nati intorno al XV e XVI secolo, nel periodo in cui la cittadina fu eletta residenza di campagna della famiglia Della Rovere. Grande rilievo assume corso Garibaldi per i suoi palazzi quattro-cinquecenteschi come palazzo Staurenghi, Cattabeni, comunale e vescovile anche se hanno perso molto del loro antico splendore eccezion fatta per la Corte alta. Tra gli edifici ecclesiastici sono degni di nota le chiese di San Filippo, San Francesco, Sant'Agostino, Sant'Aldebrando sulla cittadella e la Cattedrale. Degno di nota il monumento "il gemellaggio",fusione in bronzo dell'artista Andrea Corradi.

    Corso Garibaldi

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    All'ingresso della via si apre largo Sempronio Gracco con un cippo dedicato all'omonimo personaggio, proseguendo per l'arteria si trovano palazzi monumentali tra i quali quattro con facciata a bugnato mentre sulla destra si estende la parte più antica della città.

    Chiesa di San Filippo

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    L'edificio si trova sul lato sinistro del corso, fu edificato tra il 1608-13 dai forsempronesi per voto pubblico alla nascita del duca Federico Ubaldo figlio di Francesco Maria II Della Rovere. La facciata della chiesa è rimasta incompiuta mentre l'interno barocco ha stucchi attribuiti al plasticatore Tommaso Amantini. Questa chiesa barocca è utilizzata come ambiente per concerti e manifestazioni artistico-culturali promossi dal comune e dall' Associazione Vernarecci: che ne cura attualmente la gestione.


    Chiesa di Sant'Agostino


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    foto:lavalledelmetauro.org

    La chiesa si trova sempre sulla sinistra di corso Garibaldi, edificata nel XIV secolo mentre alla fine XVIII secolo fu ampliata e sopraelevata. La facciata a capanna è caratterizzata da un grande portale d'arenaria e di due finestre murate del Seicento, si trova anche lo stemma malatestiano e quello della corporazione Delli Spetiali (XIV secolo), il portone in legno possiede le statue di Sant'Agostino e Santa Monica risalenti al XVII secolo. L'interno ad una navata e movimentato da alte colonne, recentemente riportato alla sua originale colorazione, conserva l'altare principale del 1802, la tela della Natività opera di Federico Zuccari, sopra l'ingresso vi è la tela rappresentante Madonna e santi di scuola bolognese secolo XVIII. Nel primo altare a sinistra si trova la rappresentazione della Madonna della cintura coi Santi Monica e Agostino tela di Giovanni Francesco Guerrieri.



    Corte Bassa


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    foto:lavalledelmetauro.org

    Fu una delle residenze forsempronesi dei duchi di Urbino, situata quasi di fronte S.Agostino è una costruzione cinquecentesca con porticato, finestre scolpite in arenaria, portale a bugnato piatto che pur avendo perduto molto del suo antico splendore conserva ancora la pregevole cappella privata del cardinal Giuliano Della Rovere con all'interno stucchi attribuiti al Brandani.


    Palazzo Ducale (Corte Alta)


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    foto:federicoviaggia.it

    Questo edificio rinascimentale XVI secolo fu costruito con interventi di Francesco di Giorgio Martini e di Girolamo Genga per il cardinale Giuliano Della Rovere fratello del duca Guidobaldo II. Il palazzo possiede un cortile interno sopraelevato, con portali rinascimentali, un elegante ballatoio e un sottostante ninfeo opera di Ludovico Carducci; interessante è anche la cappellina del cardinal Giuliano. All'interno del palazzo le sale possiedono soffitti a cassettoni, vi è lo studio della duchessa Eleonora. Nel salone delle feste fu data la terza rappresentazione dell'Aminta del Tasso dopo quelle di Ferrara e Pesaro.

    Chiesa di San Francesco

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    foto:eliorossicittaeborghi.altervista.org


    La chiesa situata di fronte piazza Dante e al parco fu edificata nel XVIII secolo al posto di un'altra dedicata a Santa Francesca Romana. L'alta facciata incompiuta conserva nella lunetta del portale un bassorilievo in arenaria, opere di Domenico Rosseli (XV secolo) raffigurante la Madonna con Bambino e i Santi Francesco e Bernardino purtroppo gravemente danneggiato durante l'ultimo conflitto. L'interno della chiesa ad una navata è in stile neoclassico e conserva sull'altare maggiore la tela del Guerrieri raffigurante Gesù Crocifisso coi Santi Francesco e Girolamo e un crocifisso ligneo del XVII secolo.

    Palazzo Cattabeni


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    foto:mondimedievali.net

    Cinquecentesco palazzo lungo la sinistra di corso Garibaldi detto anche del Monte di Pietà, la sua facciata è a bugnato con un portico a tre arcate e con tre alte finestre in pietra liscia. La famiglia Cattabeni originari di Ferrara, si imparentò con i Seta-Rufo grazie al matrimonio del cavalier Flaminio ereditando così il sontuoso palazzo cinquecentesco. L'edificio fu interamente restaurato e consolidato dopo i danni subiti durante la guerra, racchiude una cappella decorata a raffaellesche e sale con soffitti lignei e cassettoni.

    Palazzo Dedi

    Si trova poco oltre palazzo Cattabeni, sulla destra di corso Garibaldi, edificato alla fine del XV secolo, la facciata è in bugnato piatto, con portico a tre arcate su robusti pilastri e finestre adornate da piccoli piastrini sormontate da trabeazione.

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    Palazzo comunale


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    Il palazzo fu opera di Filippo Terzi nel XVI secolo, la facciata a bugnato in arenaria e il portico a quattro arcate con alti pilastri, dopo un fregio in pietra liscia possiede un ordine di finestre a fronti triangolari.

    Palazzo vescovile

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    L'edificio è situato dopo il palazzo Comunale, fu eretto a partire dal 1479 per volere dell'allora vescovo di origine urbinate Gerolamo Cantucci che chiamo a lavorarvi maestranze già impegnate nella costruzione del Palazzo Ducale di Urbino tra i quali Domenico Rosselli. Il palazzo nel tempo ha subito notevoli rimaneggiamenti ma ancora oggi la facciata a bugnato conserva l'originario stile rinascimentale, questa un tempo provvista di portico è divisa da una cornice che funge da balconcino alle finestre del primo piano le quali sono sormontate da un fregio e da timpani triangolari e semicircolari in alternanza. L'interno è caratterizzato dal grande salone d'onore con fregio a ghirlande e stemmi di tutti i vescovi fossombronesi e dalla cappellina privata che conserva una Crocifissione, affresco attribuito a Bartolomeo di Gentile datato al 1493.

    Cattedrale

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    foto:fotoalbum.virgilio.it


    Costruita nella parte occidentale della città sul luogo di un precedente edificio romanico su disegno dell’imolese Cosimo Morelli, presenta un’ampia facciata tripartita, scandita da coppie di lesene, ed un interno a tre navate in stile neoclassico, ravvivato dalla policromia degli altari, opera degli scalpellini e marmisti di S. Ippolito. I disegni degli altari sono del forsempronese Nicola Vici. Il pavimento della navata destra è attraversato da una meridiana tracciata dal matematico Sempronio Pace (1780). Fra le opere d’arte si segnalano: Madonna col Bambino e i SS. Giuseppe e Francesco; S. Caterina da Siena entrambe opere di G. F. Guerrieri (terza cappella a destra); Madonna col Bambino, S. Anna e S. Aldebrando di C. Ridolfi e Madonna col Bambino e S. Anna di G.F. Guerrieri (quarta cappella a destra). Le formelle della Via Crucis sono del ceramista A. Biancini. Notevole nella sacrestia la grande ancona scolpita nel 1482 da Domenico Rosselli , concepita come un grande polittico scultoreo dalla rigorosa architettura rinascimentale. Nelle nicchie suddivise da eleganti lesene sono scolpite ad altorilievo le immagini della Vergine col Bambino e dei Santi Aldebrando, Pietro, Paolo e Biagio.


    Corte alta

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    La costruzione dell'edificio fu iniziata nel XIII secolo e rimaneggiata per volere del Duca Federico da Montefeltro con interventi di Luciano Laurana, Francesco di Giorgio Martini e Girolamo Genga. La parte centrale dell'edificio in principio gotica fu trasformata in stile rinascimentale con l'apertura di finestre e sedili su colonnine e stipiti in pietra, il soffitto di legno fu modificato a carena di nave e i pavimenti rifatti sul modello di quelli del Palazzo Ducale di Urbino. La loggia sul lato est offre una vista panoramica sulla città e gran parte della valle, pregevole è anche la sala del Trono detta anche Teatro Ducale. Nel 1508 vi morì il duca Guidobaldo che la elesse quasi a sua dimora abituale.

    Rocca Malatestiana

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    foto:culturaitalia.it/


    La rocca del XIII-XV secolo oggi mostra solo i suoi ruderi, ma si possono riconoscere i possenti torrioni angolari, il mastio e la caratteristica pianta pentagonale dovuta all'intervento del architetto senese Francesco di Giorgio Martini.

    San Aldebrando

    La chiesetta si trova nel cortile della vecchia rocca risale al XVIII secolo e nonostante le sue forme barocche conserva in una cappella, resto dell'antica omonima cattedrale, gli affreschi di Antonio Alberti da Ferrara narranti le storie del santo e databili alla prima metà del XV secolo; da questo punto si può ammirare il panorama di tutta la val Metauro dal Furlo al mare. In fondo alla navata destra si può trovare un bellissimo calendario solare dove, ogni giorno a mezzodì, un raggio di sole indica in quale segno zodiacale ci si trova e l'altitudine del sole stesso sull'orizzonte

    Musei


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    foto:zerodelta.net


    Museo archeologico e pinacoteca Augusto Vernarecci

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    Fossombrone
    foto:webalice.it

    La Corte alta attualmente sta ospitando il museo e la pinacoteca fondate dall'omonimo studioso forsempronese nel 1901, questa sede venne stabilita negli anni sessanta in seguito al danneggiamento della prima durante la guerra. Il museo negli ultimi decenni ha subito una grande espansione a causa dei ritrovamenti fortuiti e delle campagne di scavo a Forum Sempronii, ciò ha reso necessario nel 1997 il totale riallestimento delle sale del museo che mostrano il susseguirsi delle culture umane nella zona.

    La pinacoteca che si trova dal 1993 nella Corte alta è una prestigiosa collezione nata grazie ancora ad Augusto Vernerecci ed ampliata dalle donazioni di Gustava Augusta Von Stein Ribecchi e dal Conte Luigi Rocchi Camerata Passionei di Jesi erede della nobile famiglia fossombronese. Nella pinacoteca si possono ammirare opere che vanno dal XVI al XIX secolo, miniature (XVIII e XIX secolo) ed una collezione di ceramiche dal XV al XVIII secolo. L'Associazione Vernarecc] cura attualmente la gestione di entrambe le strutture museali.

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    Casa museo e quadreria Cesarini

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    La casa museo si trova nel cinquecentesco palazzo Pergamino un tempo appartenente all'omonimo letterato, riaperta al pubblico nel 1988 si articola in venti sale di cui solo una d'arte antica le restanti contengono opere d'arte contemporanea e moderna dei migliori artisti italiani. La quadreria fu lasciata in eredità al comune nel 1977 dal notaio Giuseppe Cesarini. L'Associazione Vernarecci ne cura attualmente la gestione.

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    Biblioteca civica Passionei

    Fondata nel 1784 dall'umanista e archeologo mons. Benedetto Passionei. La biblioteca si divide in sezione antica con i disegni di Giulio Romano e Ulisse Severino, le caricature di Pier Leone Ghezzi e alcuni atlanti del Coronelli; la sezione moderna comprende testi di storia, giurisprudenza, letteratura e arte per non parlare di una raccolta di 3000 foto ed un'altra di editoria marchigiana del XVI secolo.

    Area archeologica di Forum Sempronii

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    foto:.ilmetauro.it

    Gli scavi effettuati hanno portato alla luce parte della consolare Flaminia, numerosi edifici porticati, pochi resti della cinta muraria, un edificio parzialmente adibito a terme ed un tratto del basolato romano il tutto proprio intorno la chiesa di San Martino del Piano. Un secondo edificio termale di grosse dimensioni risalente al I secolo a.C. si trova nella parte sud degli scavi; le statue e gli altri resti mobili si trovano ora nel museo Vernerecci.


    Altri luoghi di interesse

    Chiesa di S. Antonio

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    Sorge nel quartiere omonimo, sull'altra sponda del Metauro ed è originaria del secolo XIV, ma fu completamente rifatta nel secolo XIX ed in quell'occasione le fu cambiato orientamento: l'attuale vestibolo all'ingresso era in realtà l'abside quadrangolare, tuttora coperta da una volta a crociera con costoloni. Negli ultimi anni ha subìto dei restauri che hanno evidenziato, specie all'esterno, i vari palinsesti architettonici che si sono succeduti dalle origini fino al secolo scorso.

    Ponte sul Metauro, detto "di Diocleziano"


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    In realtà è originario della seconda metà del secolo XVIII, ha un'unica arcata a schiena d'asino sul modello dei "ponti del diavolo" di tradizione medievale, e collega l'abitato storico con il quartiere di S. Antonio. Venne iniziato nel 1776 su progetto dell'architetto romano Filippo Marchionni, dopo un'esitazione di ben undici anni, ritardo causato per le incertezze nella scelta dei progetti, dell'esitazione per l'identificazione del sito e della difficoltà per reperire fondi. Sostituiva un manufatto precedente a cinque archi costruito nel 1292 e travolto da una enorme piena nel luglio del 1765. Si disse che una volta ultimato il manufatto, le autorità del tempo esitarono a far rimuovere le armature a centine di legno per paura che crollasse. La rimozione venne effettuata da un falegname dell'epoca, dietro promessa della concessione di tutto il materiale. Che sia stato costruito bene lo dimostra il fatto che quando le truppe tedesche in fase di ritirata nel 1944 minarono il ponte per farlo saltare, vi riuscirono in pieno solo con la terza carica di esplosivo che provocò il crollo dell'arco, mentre le prime due abbatterono sono le spallette laterali. Come si presenta attualmente, venne ricostruito dov'era e com'era nell'immediato dopoguerra.

    Colle dei Cappuccini

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    Su un colle di 329 m s.l.m., sul lato opposto a Fossombrone, si trova la chiesa di San Giovanni Battista, ora santuario del Beato Benedetto Passionei, del XVI secolo, con annesso convento dei Padri Francescani Cappuccini, uno dei primissimi dell'ordine. Il luogo è chiamato anche Colle dei Santi, perché fu dimora di parecchi religiosi santi: Beato Benedetto, San Giuseppe da Copertino, San Serafino da Capradosso.

    Pineta delle Cesane

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    foto:gardensportingcenter.it/


    Proseguendo a nord della Cittadella si arriva alla pineta della Cesane, distesa su un altipiano ad un'altezza media di 580 m slm, creata dai prigionieri austro-ungarici nella prima guerra mondiale. La pineta incorpora anche il vivaio della guardia forestale ed è attraversata da una strada panoramica che da Fossombrone giunge fino a Urbino.




    Edited by tomiva57 - 8/7/2014, 19:52
     
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