IVANO FOSSATI

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    Ivano Fossati


    Ivano Alberto Fossati (Genova, 21 settembre 1951) è un cantautore, compositore e polistrumentista italiano.


    Biografia


    È considerato uno degli autori più completi e "colti" dell'attuale scena musicale ed il suo percorso artistico è articolatissimo (e rispecchia il suo carattere irrequieto). Nasce a Genova nel 1951. Ancora giovanissimo, studia pianoforte e successivamente flauto traverso. Negli anni sessanta hanno inizio le prime esperienze in complessi beat. Nel 1971 viene ingaggiato dal gruppo dei Sagittari che successivamente diverranno i Delirium mettendosi in luce con un interessante repertorio di progressive rock. Studia e si diploma al Liceo Classico "Andrea Doria" di Genova.

    Con i Delirium, nel 1972 Fossati partecipa al Festival di Sanremo giungendo sesto col brano Jesahel, enorme successo all'epoca.


    ivanofossati

    Successivamente lascia il gruppo e tenta i primi esperimenti come solista, incidendo la canzone Beati i ricchi, per la colonna sonora del film omonimo di Salvatore Samperi, scritta dallo stesso Samperi e Luis Enriquez Bacalov.

    Dopo un album, Il grande mare che avremmo traversato, pubblicato nel 1973, diventa padre di Claudio (avuto dall'allora moglie Gildana); collabora poi con Oscar Prudente, con cui inciderà l'album Poco prima dell'aurora, componendo inoltre insieme a Prudente tutte le canzoni del disco di quest'ultimo Infinite fortune.

    Nel 1977 inizia la collaborazione con Mia Martini, nell'album Per amarti: da questo fortunato incontro, nascerà una relazione sentimentale che durerà per molti anni. Sempre per Mia Martini scrive E non finisce mica il cielo, che la cantante lancia al Festival di Sanremo 1982.

    Negli stessi anni la sua carriera solista si consolida sempre più, evolvendo gradualmente dalla canzone pop ai veri e propri esiti poetici della successiva fase cantautoriale.

    Collabora (scrivendo canzoni, testi e anche producendo dischi) con numerosi altre artiste di successo: Mina, Patty Pravo, Ornella Vanoni, Loredana Berté (per cui scrive tra le altre Dedicato - di cui anche Dalida offrirà nel 1980 un'elegante quanto incisiva interpretazione in lingua francese con il testo tradotto da Pierre Delanoé - e Non sono una signora), Fiorella Mannoia, Anna Oxa e Marcella Bella.

    Nel 1990 scrive col concittadino Fabrizio De André due testi in genovese per l'album Le nuvole: Mêgu megùn e A çimma. Dal '91 al '94 è legato sentimentalmente all'attrice Nancy Brilli.

    La sua produzione artistica annovera anche la scrittura di racconti (Il giullare pubblicato da Stampa alternativa / Millelire), la stesura di colonne sonore (ad esempio per i film Il toro e L'estate di Davide di Carlo Mazzacurati), musiche per teatro.

    Ancora con Fabrizio De André compone le musiche e collabora ai testi dell'album Anime salve (1996), un lavoro tribolato per le diverse concezioni scaturite nel gruppo di lavoro circa il tipo di arrangiamento che Fossati aveva immaginato "d'atmosfera" sudamericana, non mediata dall'uso di strumenti mediterranei.

    Nel settembre del 2006, in concomitanza con la scadenza del contratto con l'etichetta discografica Sony BMG ed il successivo passaggio alla EMI Italiana, esce una raccolta in un cofanetto da tre CD intitolato Ho sognato una strada che contiene alcuni tra i suoi più famosi brani del periodo tra il 1977 ed il 2006.

    Nel 2008 propone la canzone L'amore trasparente, colonna sonora del film con Nanni Moretti Caos calmo diretto da Antonello Grimaldi. La canzone, che anticipa il nuovo album Musica moderna (il primo inciso dopo il passaggio all'etichetta discografica Capitol-Emi), vince il David di Donatello per la migliore canzone originale.


    ivano-fossati_290x435


    Anche il figlio di Ivano, Claudio, è musicista. In particolare suona batteria e percussioni, compone canzoni e collabora spesso con il padre oltre che con Luvi De André, figlia di Fabrizio.

    Nel 2009 ha cantato nell'ultimo disco di Claudio Baglioni "Q.P.G.A.", nella canzone "Il rimpianto", che è un frammento di "Questo piccolo grande amore".

    Nel 2010 scrive per Anna Oxa "Tutto l'amore intorno", singolo che segna il ritorno sulle scene musicali della cantante. Il brano, cantato anche dallo stesso Fossati, esce nelle radio il 20 agosto 2010.


    Il 2 ottobre 2011, durante la trasmissione Che tempo che fa, annuncia che col disco in uscita il 4 ottobre 2011 e l'imminente tour abbandonerà la sua carriera discografica. Il disco è Decadancing.[4] Nel 2011 scrive una canzone per Laura Pausini dal titolo Troppo tempo inclusa nel disco Inedito uscito il giorno 11 novembre 2011. Nella canzone Ivano Fossati partecipa in brevi passaggi sia come cantante che come chitarrista. La sua ultima esibizione televisiva prima del ritiro è andata in onda il 23 gennaio 2012, dallo studio di Che tempo che fa, in prima serata su Rai 3.

    L'ultimo concerto di Ivano Fossati si è tenuto il 19 marzo al Piccolo Teatro di Milano (Teatro G. Strehler). Il giorno dopo, il 20 marzo 2012, viene pubblicato un album che omaggia Fossati in cui alcuni artisti reinterpretano le sue canzoni: il disco è intitolato Pensiero stupendo - Le canzoni di Ivano Fossati interpretate dai più grandi artisti italiani. Dai concerti del Decadancing tour è stato poi tratto il cd live Dopo tutto, uscito il 4 dicembre 2012, e il DVD live Decadancing tour.

    Il 5 novembre 2013 viene pubblicato l'album Senza paura della cantautrice italiana Giorgia, contenente Oggi vendo tutto, un brano scritto da Ivano Fossati.

    Ivano-Fossati


    Discografia


    1971 - Dolce acqua
    1973 - Il grande mare che avremmo traversato
    1973 - Poco prima dell'aurora
    1975 - Good-Bye Indiana
    1977 - La casa del serpente
    1979 - La mia banda suona il rock
    1981 - Panama e dintorni
    1983 - Le città di frontiera
    1984 - Ventilazione
    1986 - 700 giorni
    1988 - La pianta del tè
    1990 - Discanto
    1992 - Lindbergh - Lettere da sopra la pioggia
    1996 - Macramè
    2000 - La disciplina della Terra
    2001 - Not One Word
    2003 - Lampo viaggiatore
    2006 - L'arcangelo
    2008 - Musica moderna
    2011 - Decadancing

    DVD

    2013 - Decadancing tour


    Album di tributo

    1990 - Una notte in Italia - Tributo a Ivano Fossati, Artisti vari
    1994 - I Disertori. Ivano Fossati riletto da ..., Artisti vari
    2012 - Pensiero stupendo, Artisti vari


    Libri

    Il giullare, Roma, Stampa alternativa, 1991. ISBN 88-7226-073-6
    Carte da decifrare, Torino, Einaudi, 2001. ISBN 88-06-15654-3
    Tretrecinque, Torino, Einaudi, 2014. ISBN 88-06-21702X


    Premi


    1972 - Festival di Sanremo: Miglior testo Jesahel (eseguita con i Delirium)
    1978 - Festival di Sanremo: Primo posto categoria «Giovani» e secondo posto assoluto Un'emozione da poco (eseguita da Anna Oxa)
    1978 - Telegatto: Miglior compositore La mia banda suona il rock
    1982 - Festival di Sanremo: Premio della critica E non finisce mica il cielo (eseguita da Mia Martini)
    1986 - Targa Tenco: Miglior album 700 giorni
    1987 - Festival di Sanremo: Premio della critica Le notti di maggio (eseguita da Fiorella Mannoia)
    1988 - Targa Tenco: Migliore canzone Questi posti davanti al mare
    1990 - Targa Tenco: Miglior album Discanto
    1992 - Targa Tenco: Miglior album Lindbergh - Lettere da sopra la pioggia
    1996 - Targa Tenco: Miglior album Macramè
    1997 - Targa Tenco: Miglior canzone Princesa (con Fabrizio De André)
    2001 - PIM - Premio Speciale dei giornalisti
    2004 - Premio Amnesty Italia per la canzone Pane e coraggio
    2005 - Premio Librex Montale Poetry for music
    2008 - Premio David di Donatello per la migliore canzone originale e Nastro d'Argento alla migliore canzone per il brano L'amore trasparente presente nel film Caos calmo di Antonello Grimaldi
    2009 - Premio Lunezia Rock d'Autore per il valore musical-letterario dell’album Musica moderna
    2009 - Riccio d'Argento - Premio Miglior Live d'Autore dell'Anno della XXIII Fatti di Musica di Ruggero Pegna
    2012 - Grifo d'oro - Onorificenza conferita dal Sindaco di Genova (25 gennaio).


    Autore per altri interpreti

    Adriano Celentano:
    Sono un uomo libero (2000)
    Mia Martini:
    Se finisse qui, solo testo, 1977
    Sentimento, 1977
    Danza, 1979
    C'è un uomo nel mare, 1979
    La costruzione di un amore, 1979
    Canto alla luna, 1979
    E parlo ancora di te, 1979
    Buonanotte dolce notte, 1979
    Ci si muove, 1979
    Di tanto amore, 1979
    Vola, 1979
    La luce sull'insegna della sera, 1979
    E non finisce mica il cielo, 1982;
    Vecchio sole di pietra, solo musica, 1982
    La musica che gira intorno, 1994 - P. 1983
    I treni a vapore, 1994 - P. 1992
    La canzone popolare, 1994 - P. 1992
    Anna Oxa:
    Un'emozione da poco, 1978
    Fatelo con me, 1978
    Se devo andare via, 1978
    Matto, 1979
    Così va se ti va e questo finché mi andrà, 1979
    Tutto l'amore intorno, 2010
    Mina:
    Stasera io qui, 1978
    Non può morire un'idea, 1978
    Cowboys, 1983
    La casa del serpente, 1991
    Notturno delle tre, 2003 - P.: 1992
    Fiorella Mannoia:
    Le notti di maggio, 1988
    Lunaspina, 1989
    Baia senza vento, 1989
    Oh che sarà, solo testo, 1989
    I treni a vapore, 1992
    1991 L'amore per amore 1992
    Piccola serenata diurna, 1992
    Piccola piccola, 1994
    Fotogramma (Quelli siamo noi), 2001
    La bella strada, 2008
    C'è tempo, 2009 - P.: 2003
    Loredana Bertè:
    Dedicato, 1979
    Non sono una signora, 1982
    Stare fuori, 1982
    I ragazzi di qui, solo testo, 1982
    Traslocando, 1982
    J'adore Venice, 1982
    Un'automobile di trent'anni, 1983
    Jazz, solo testo, 1983
    Petala, solo testo, 1984
    Patty Pravo:
    Pensiero stupendo, 1977
    Angelus, 1998
    Vola, 1993 - P.: 1978
    Ornella Vanoni:
    Carmen, 1987
    Caffè lontano, 1987
    Una notte in Italia, 1987
    La costruzione di un amore, 1990 - P.1979
    Marcella Bella:
    Mi vuoi, 1978
    Alice:
    La bellezza stravagante, 2003
    Lindbergh, 2003 - P.:1992
    Tosca:
    Sono tre mesi che non piove, 1997
    Serena Abrami:
    Tutto da rifare, 2011
    Laura Pausini:
    Troppo Tempo, 2011
    Marco Mengoni:
    Spari nel deserto, 2013
    Giorgia:
    Oggi vendo tutto, 2013




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    Edited by tomiva57 - 20/5/2014, 19:09
     
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    Jesahel

    Nei suoi occhi c'è la vita, c'è l'amore
    Nel suo corpo c'è la febbre del dolore
    Sta seguendo una luce che cammina
    Lentamente tanta gente si avvicina.
    Jesahel
    Jesahel
    Jesahel
    Jesahel
    Mille volti come sabbia nel deserto
    Mille voci come onde in mare aperto
    Terza strada sta sfiorando i grattacieli
    Quinta strada sa voltando verso il sole.
    Jesahel
    Jesahel
    Jesahel
    Jesahel
    Liberati dal cemento e dalle luci
    Il silenzio nelle mani e nelle voci.
    Jesahel
    Jesahel
    Jesahel
    Jesahel




    fossati_2





    E’ stato assegnato nel corso del Premio Lunezia, il festival che premia il valore letterarl-musicale delle canzoni, il Premio Creatività SIAE a Ivano Fossati.
    Il premio, assolutamente meritato, è arrivato grazie ai suoi 400 successi che hanno maggiormente fatto la storia nella musica italiana.

    Il cantautore, iscritto alla SIAE dall’età di 20 anni, ha collaborato con nomi noti della musica italiana quali Mina, Patty Pravo, Fiorella Mannoia e Loredana Bertè.
    Il premio gli è stato consegnato lo scorso 26 Luglio ad Aulla (Massa Carrara), nel corso della serata finale

    Edited by tomiva57 - 20/5/2014, 19:13
     
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    Lyrics to Il Grande Mare Che Avremmo Traversato :

    (Parte prima)

    Guardo laggiù
    il mare
    oltre la città
    il mare
    e rimango
    a pensare
    cosa c'è più in là
    del mare.

    E rivedo la mia vita
    come un uomo di citta
    ma non chiudo la partita
    perche non mi va.

    Partire
    qui davanti a me
    c'è il mare
    ce la potrei fare.


    [ Il Grande Mare Che Avremmo Traversato Lyrics on www.lyricsmania.com/ ]



    Ivano Fossati "Nulla è più politico dell'amore"

    "Cerco di raccontare il mondo attraverso piccole storie"


    ANDREA SCANZI
    LEIVI (GENOVA)
    La casa in collina di Ivano Fossati si arrampica per una via tortuosa che parte da Chiavari e sale. Uliveti a strapiombo, dietro una curva il mare e sul tavolo del salotto l’ultimo libro letto, L’eroe alternativo: «Mi ha salvato, ero a metà dell’Idiota e non sapevo come uscirne». In estate suonerà a New York, a fine anno il nuovo disco. Ricordi ha da poco edito Di tanto amore, raccolta «che ho avallato quando ho visto la tracklist: non c’era La mia banda suona il rock».

    Quanto è cambiato in trent’anni?
    «Il tratto distintivo è forse una costruzione musicale che, ogni volta, si sforza di essere diversa. Una sorta di irrequietezza compositiva. In Italia si analizzano le canzoni guardando solo il testo: per me viene prima la musica».

    Con il tempo sembra diventato più solare.
    «Prima i miei innamorati soffrivano di più. Per un lieto fine ho aspettato il 2003 (Il bacio sulla bocca). Oggi i miei personaggi parlano un linguaggio più diretto, avvertono l’importanza di essere compresi. Mi somigliano. Gaber diceva che amavo complicarmi la vita. Un po’ aveva ragione: chissà, magari oggi gli piacerei di più».

    Mai lo scontro politico ha raggiunto questi livelli. E lei fa una raccolta d’amore.
    «Nulla è più militante dell’amore. Non canto i fidanzatini di Peynet, cerco di raccontare la società attraverso piccole storie».

    Battiato ha scritto Inneres Auge, lei non ha quasi mai firmato invettive.
    «Solo due, Iubilaeum Bolero e Cara democrazia. La politica italiana non merita canzoni. Confido che il pubblico capti le sfumature. So che non farò mai grandi numeri, ma va bene così».

    Finardi dice che la canzone ha esaurito il suo compito.
    «Eugenio è un autore libero, il suo teatro-canzone è coraggioso. Non credo però che il problema sia la forma. Se hai la folgorazione, la canzone va benissimo. Più sei sintetico e più comunichi: in tre minuti i Beach Boys dicevano tutto».

    Per De André i cantautori avevano «lingue adatte per il vaffanculo», ma oggi sembrano quasi tutti pompieri e non incendiari.
    «C’è più disillusione di quindici anni fa. Disillusione e paura. La satira è scomparsa, chiunque canti fuori dal coro è massacrato. E i toni si sono smorzati».

    Però l’artista dovrebbe squarciare il velo dell’indifferenza.
    «È forse la nostra colpa principale. Il conformismo è una malattia endemica. Ci vorrebbe più coraggio, la gente non reagisce e l’artista non tiene il capo abbastanza eretto».

    La ridarebbe La canzone popolare all’Ulivo?
    «Sapevo benissimo cosa facevo. Se però dovessi dare un consiglio a un collega, gli direi di non fare come me. Ti etichettano. Era il ‘96 e cominciava allora quella che oggi è una vera e guerra subdola. Con un Paese spaccato».

    Però i giornali di destra la stanno rivalutando.
    «Da una parte fa piacere, dall’altra sogno una destra europea e democratica. Non come questa».

    Gli ultimi suoi due dischi hanno ricevuto qualche critica.
    «La recensione negativa ferisce ma fa quasi “piacere", se ha fondamento. L’acquiescenza mi dà fastidio, i complimenti immotivati mi disturbano. Nei Settanta si creavano dialettiche brutali ma stimolanti tra artista e giornalista, oggi quasi mai».

    Perché le piacciono Tiziano Ferro e Morgan?
    «Sono artisti dal respiro internazionale. Ai giovani dico sempre: siate europei, non italiani. Tiziano fa suonare la voce come uno strumento, puoi farlo perché sa scrivere benissimo. Morgan è amabile e geniale, non facilmente gestibile: ha una caratura cui gli italiani non sono abituati».

    È un caso che lei non nomini mai Capossela?
    «Vinicio è molto bravo, però in effetti non lo seguo con grande attenzione. Forse non è mai scattata fino in fondo la scintilla. Oppure, per colpe non sue, sconta il fatto che provo la più assoluta repulsione per tutto il “cantautorame”».

    Le piace la moda della cover?
    «C’è il rischio che dimostrino una generale mancanza di idee. E poi come fai a rileggere Gaber? Era unico. Con Fabrizio c’è una proliferazione sospetta, tutti ne parlano bene ma non quando era in vita. L’unico che ha veramente diritto di cantarlo è Cristiano».

    Di X Factor cosa pensa?
    «È una delle poche cose buone della tivù. I discografici non rischiano, quindi X Factor o il nulla. Il punto è un altro: ci sono X Factor, Amici, Sanremo. Ognuno lancia talenti a getto continuo. Mi chiedo: poi dove li metti? Come fai a congestionare un mercato che è morto?»

    Com’è che tutti vogliono una sua canzone?
    «Pensano che abbia i cassetti pieni di inediti, ma i brani brutti mica li conservo. E poi sono lento, per una canzone impiego due mesi. Magari un giorno apro un negozio e ci scrivo: Confezioni musicali vendesi».

    www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubr...one=62&sezione=
     
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    E Non Finisce Mica Il Cielo

    testo di Ivano Fossati

    E non finisce mica il cielo
    anche se manchi tu
    sarà dolore o è sempre cielo
    fin dove vedo
    chissà se avrò paura
    o il senso della voglia di te
    se avrò una faccia pallida e sicura
    non ci sarà chi rida di me
    se cercherò qualcuno
    per ritornare in me
    qualcuno che sorrida un po' sicuro
    che sappia già da sè
    che non finisce mica il cielo
    questa è la verità
    possa restare in questo cielo
    finché ce la farà.

    Se avrò una faccia pallida e sicura
    sicura
    non ci sarà chi rida di me
    perché io avrò qualcuno
    perché aspettando te
    potrei scoprirmi ancora sulla strada
    per ritornare in me
    per ritornare in me
    per ritornare in me.


     
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    Dicono che c'è un tempo per seminare
    e uno che hai voglia ad aspettare
    un tempo sognato che viene di notte
    e un altro di giorno teso
    come un lino a sventolare.

    C'è un tempo negato e uno segreto
    un tempo distante che è roba degli altri
    un momento che era meglio partire
    e quella volta che noi due era meglio parlarci.

    C'è un tempo perfetto per fare silenzio
    guardare il passaggio del sole d'estate
    e saper raccontare ai nostri bambini quando
    è l'ora muta delle fate.

    C'è un giorno che ci siamo perduti
    come smarrire un anello in un prato
    e c'era tutto un programma futuro
    che non abbiamo avverato.

    È tempo che sfugge, niente paura
    che prima o poi ci riprende
    perché c'è tempo, c'è tempo c'è tempo, c'è tempo
    per questo mare infinito di gente.

    Dio, è proprio tanto che piove
    e da un anno non torno
    da mezz'ora sono qui arruffato
    dentro una sala d'aspetto
    di un tram che non viene
    non essere gelosa di me
    della mia vita
    non essere gelosa di me
    non essere mai gelosa di me.

    C'è un tempo d'aspetto come dicevo
    qualcosa di buono che verrà
    un attimo fotografato, dipinto, segnato
    e quello dopo perduto via
    senza nemmeno voler sapere come sarebbe stata
    la sua fotografia.

    C'è un tempo bellissimo tutto sudato
    una stagione ribelle
    l'istante in cui scocca l'unica freccia
    che arriva alla volta celeste
    e trafigge le stelle
    è un giorno che tutta la gente
    si tende la mano
    è il medesimo istante per tutti
    che sarà benedetto, io credo
    da molto lontano
    è il tempo che è finalmente
    o quando ci si capisce
    un tempo in cui mi vedrai
    accanto a te nuovamente
    mano alla mano
    che buffi saremo
    se non ci avranno nemmeno
    avvisato.

    Dicono che c'è un tempo per seminare
    e uno più lungo per aspettare
    io dico che c'era un tempo sognato
    che bisognava sognare.





     
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    Non pretendo più di aver ragione
    se parlo di vestiti e di carezze
    le braccia lungo i fianchi farò cadere
    pregare no che non vorrei pregare
    pregare no che non vorrei pregare.

    Non vergognarsi della propria malinconia
    è un compito penoso anzi uno strazio.
    L'amore trasparente non so cosa sia
    mi sei apparsa in sogno e non mi hai detto niente
    mi sei apparsa in sogno e non hai fatto un passo.

    Nemmeno un gesto nemmeno lasciamo andare
    meglio di chi improvvisa a malincuore
    meglio di chi improvvisa senza amare.

    Sarà la vita che monta e poi riscende
    tutto questo splendore trasparente
    luce elettrica che dopo il buio sempre si accende
    se abbiamo assolto tutti i sentimenti
    dimenticato tutti i fuochi spenti.

    Ma sono pazzo del mondo e sono pazzo di te
    e sono pazzo del mondo questo è odio e amore
    sono pazzo del mondo questo è odio e amore
    anche per te.

    Sarà il destino che splende e poi riscende
    tutto questo rumore che si sente
    acqua libera che sempre si spande.

    L'amore trasparente non so cosa sia
    mi sei apparsa in sogno e non mi hai detto niente
    ti ho dormito accanto e mi hai lasciato andare
    sarà anche il gioco della vita ma che dolore
    sarà anche il gioco della vita ma che dolore



    (Grazie a Michela per questo testo)
     
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    Per niente facili
    Uomini cosi' poco allineati
    Li puoi chiamare ai numeri di ieri
    Se nella notte non li avranno cambiati.

    Per niente facili
    Uomini sempre poco allineati
    Li puoi pensare nelle strade di ieri
    Se non saranno rientrati.

    Sara' possibile si incontrarli in aereo
    Avranno mani e avranno faccia di chi
    Non fa per niente sul serio.

    Perche' l'america cosi' come roma gli fa paura
    E' il medio oriente che qui da noi
    Non riscuote nessuna fortuna.

    Sara' la musica che gira intorno
    Quella che non ha futuro
    Sara' la musica che gira intorno
    Saremo noi che abbiamo nella testa un
    Maledetto muro.

    Ma uno che tiene i suoi anni al guinzaglio
    E che si ferma ancora ad ogni lampione
    O fa una musica senza futuro
    O non ha capito mai nessuna lezione.

    Sara' che l'anima della gente
    Funziona dappertutto come qui
    Sara' che l'anima della gente
    Non ha imparato a dire ancora un solo si.

    Sara' la musica che gira intorno
    Quella che non ha futuro
    Sara' la musica che gira intorno
    Saremo noi che abbiamo nella testa
    Un maledetto muro.

    Per niente facili
    Uomini sempre poco allineati
    Li puoi cercare ai numeri di ieri
    Se nella notte non li avranno cambiati

    Per niente facili
    Uomini sempre poco affezionati
    Li puoi tenere fra i pensieri di ieri
    Se non ci avranno scordati.

    Sara' la musica che gira intorno
    Quella che non ha futuro
    Sara' la musica che gira intorno
    Saremo noi che abbiamo nella testa
    Un maledetto muro.

    Sara' la musica che gira intorno
    Quella che non ha futuro
    Sara' la musica che gira intorno
    Saremo noi che abbiamo nella testa
    Un maledetto muro


     
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    GRAZIE IVANA
     
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  13. tomiva57
     
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    Mio fratello che guardi il mondo
    e il mondo non somiglia a te
    mio fratello che guardi il cielo
    e il cielo non ti guarda.

    Se c'è una strada sotto il mare
    prima o poi ci troverà
    se non c'è strada dentro al cuore degli altri
    prima o poi si traccerà.

    Sono nato e ho lavorato in ogni paese
    e ho difeso con fatica la mia dignità
    Sono nato e sono morto in ogni paese
    e ho camminato in ogni strada del mondo che vedi.

    Mio fratello che guardi il mondo
    e il mondo non somiglia a te
    mio fratello che guardi il cielo
    e il cielo non ti guarda.

    Se c'è una strada sotto il mare
    prima o poi ci troverà
    se non c'è strada dentro al cuore degli altri
    prima o poi si traccerà.

     
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    GRAZIE IVANA
     
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  15. tomiva57
     
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    ....PER CHI NON LA CONOSCE..






    Bella,
    che ci importa del mondo
    verremo perdonati te lo dico io
    da un bacio sulla bocca un giorno o l'altro.

    Ti sembra tutto visto tutto già fatto
    tutto quell'avvenire già avvenuto
    scritto, corretto e interpretato
    da altri meglio che da te.

    Bella,
    non ho mica vent'anni
    ne ho molti di meno
    e questo vuol dire (capirai)
    responsabilità
    perciò…

    Volami addosso se questo è un valzer
    volami addosso qualunque cosa sia
    abbraccia la mia giacca sotto il glicine
    e fammi correre
    inciampa piuttosto che tacere
    e domanda piuttosto che aspettare.

    Stancami
    e parlami
    abbracciami
    guarda dietro le mie spalle
    poi racconta
    e spiegami
    tutto questo tempo nuovo
    che arriva con te.

    Mi vedi pulito pettinato
    ho proprio l'aria di un campo rifiorito
    e tu sei il genio scaltro della bellezza
    che il tempo non sfiora
    ah, eccolo il quadro dei due vecchi pazzi
    sul ciglio del prato di cicale
    con l'orchestra che suona fili d'erba
    e fisarmoniche
    (ti dico).

    Bella,
    che ci importa del mondo.

    Stancami
    e parlami
    abbracciami
    fruga dentro le mie tasche
    poi perdonami
    sorridi
    guarda questo tempo
    che arriva con te
    guarda quanto tempo
    arriva con te.






    Ivano Fossati: l’intervista

    Il titolo è piacevolmente “vintage”, con un certo tocco “snob” che in fin dei conti non guasta: Musica moderna. Ma le canzoni di questo nuovo album di Ivano Fossati, di certo, non sono né snob né “vintage”, non rifiutano di certo il confronto con i nostri giorni, «ma mi piaceva l’idea di giocare con questa “modernità” che ormai è già passato», dice lui. Ed in fin dei conti il gioco di rimandi tra passato e presente è una sorta di filo conduttore musicale del disco, nel quale è possibile trovare echi degli anni Cinquanta, citazioni rock del decennio Settanta, come melodie appassionate e senza tempo e testi che invece provano a raccontare, con indignazione, i tempi correnti. A cinquantasette anni Ivano Fossati sta attraversando una sorta di “seconda giovinezza” musicale, perfettamente calato nella contemporaneità, pronto a recuperare dal passato tutto quello che serve e a proiettarlo, idealmente, nel futuro. «Ho, come tutti, delle preoccupazioni sul futuro», ci dice parlando delle canzoni dell’album, «e ci tenevo a fare un disco che non fosse lontano dalla realtà. Ma allo stesso tempo non volevo affliggere la musica. Una bella lezione degli ultimi 15 anni è che si può raccontare tutto su un divertimento ritmico e armonico. Le canzoni così risultano vive, scintillanti, pur raccontando di cose serie e serissime». E’ così “Il paese dei testimoni”, uno dei brani più belli del disco, dove Fossati veste i panni di un personaggio “senza memoria, senza vergogna, senza pudore”: «In questo caso il testo è il ritmo, mi sembrava importante dire quelle parole in quel modo. Mi calo nei panni di qualcun altro, uno che vende la propria delazione a chiunque pur di illudersi di contare qualcosa, uno che tradisce, che dice il falso semplicemente per esserci. Chi fa il mio mestiere si dimentica che può anche interpretare gli altri come può fare un attore. È diverso, da molta soddisfazione, è efficace quanto più è diretto. Mi è sembrato giusto diventare lui, piuttosto che raccontare un personaggio, sarebbe stato più difficile, sono le drammaturgie che insegnano».
    Subito dopo, per contrasto c’è una canzone come “D’amore non parliamo mai”, dove è Fossati a raccontare se stesso: «Non è un caso che l’abbia messa in quella posizione, per uno come me ha ancora importanza se un brano è il terzo o il quarto di un disco, si genera un percorso naturale tra le canzoni. Questa è una canzone sui ricordi che arriva in mezzo ad altre sensazioni musicali molto più forti, sta li per bilanciare parlando di cosa si può fare con i ricordi per rigenerarli». In Canzoni moderne c’è l’amore, come sempre, è c’è l’impegno, ricordato in una bellissima “La guerra dell’acqua”: «Mi trovavo in Francia, l’argomento dell’accaparramento dell’acqua in certi paesi del sud del mondo era all’ordine del giorno, se ne parlava alle nove di sera alla tv, in lunghi dibattiti, sui giornali. Tornando qui mi sono reso conto che se ne parlava molto meno, che la gente è meno informata, non sa cosa accade e cosa potrebbe accadere. E dato che per scrivere le canzoni a mio avviso serve una ragione valida, serve un buon motivo per prendere un foglio e scrivere, quello mi sembrava un buon argomento, un tema che aveva la dignità per essere raccontato, che coprisse un argomento di interesse generale. E’ una canzone sull’avidità patologica, che genera i mostri di questi giorni, che sono parenti, La patologia dell’arricchimento a ogni costo e contro ogni regola. Una delle ultime canzoni di Gaber era “L’obeso”: ci sono organizzazioni nel mondo che sono “l’obeso”, che inseguono fatturati maggiori a danno di popolazioni intere. Argomenti come questi vanno presi e trasformati, se ci si riesce, in canzoni».
    E’ ancora possibile che una canzone cambi qualcosa, che “serva”?
    «Quando inizio a scrivere spesso non so nemmeno se per quella canzone ci sarà qualcuno in ascolto e questo pensiero mi prende sempre di più. Ma questo non fiacca la voglia di arrivare in fondo a quel testo e quella musica, è tutto racchiuso nel momento in cui una canzone si scrive, quello che accade dopo è un puro miracolo.
    Quando ascolto le canzoni che mi hanno cambiato lo spirito, sono certo che gli autori quando le scrivevano non stavano pensando a colpire l’animo di qualcuno. Io credo che non bisogna chiederselo prima. Mai chiedersi niente prima».
    Le canzoni di questo album non sono prevedibili nella struttura, hanno un movimento di toni e di ritmi che risulta sempre sorprendente…
    «Mi sono dato come compito da qualche anno di scrivere componendo, non solo di buttare già istintivamente delle sequenze di accordi, e le canzoni di questo album sono scritte secondo una composizione vera e propria. Anche il testo è musica quanto i cambi tonali, la scelta delle ritmiche e delle velocità. Sono tutti elementi che parlano a chi ascolta, non si racconta una canzone solo con le parole, ma con ritmi, accordi che variano con i toni, tante voci separate che si fondono in una e raccontano una storia in un modo il più completo possibile».
    Ci sono echi del passato in qualche canzone, c’è molto Ry Cooder, c’è persino una chitarra che ricorda i Pink Floyd
    «Si, mi sono reso conto che quella musica che abbiamo amato tanto, con la quale siamo nati e che ci ha accompagnato fino agli anni Settanta è diventata il nostro mondo classico al quale non ha alcun senso sottrarsi. Se negli ani novanta ho tentato vie di fuga, attraverso formazioni rock cameristiche, che avevano una base ritmica prepotente ma poi erano cameristiche, con arpe, oggi non ne ho bisogno. Non ho fatto alcuna marcia indietro, mi sono reso conto che stavo rifiutando una forma classica che ha una dignità altissima. Non ha alcun senso rifiutare noi stessi. Mi sono reso conto anche io che quel passaggio di chitarra ricorda i Pink Floyd, non è una citazione, va bene così, ci porta da quelle parti e ne sono felice».
    Fossati scriverebbe ancora una canzone per il Partito Democratico?
    «Non credo che una canzone oggi risolleverebbe gli animi, ci vuole ben altro, per risollevare l’indignazione, il senso critico, il coraggio. Penso che i tempi siano cambiati, non mi piace tutta questa fuga ostentata dei pensieri di sinistra, c’è un fuggi fuggi, un non riconoscere il proprio passato che mi in qualche modo mi delude, mi fa male. Non credo che sarebbe utile, quello che poteva essere utile nella politica del 1996 non lo sia più oggi. I modelli sono talmente differenti, i canali di comunicazione, il grado di partecipazione della gente è differente, questo è il punto principale. Non credo che una canzone oggi risolleverebbe gli animi, ci vuole ben altro, per risollevare l’indignazione, il senso critico, il coraggio».


    ERNESTO ASSANTE
     
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77 replies since 4/10/2010, 15:16   2323 views
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