Umbria ... Parte 2^

PERUGIA..ORVIETO..CASCIA..CITTA’DELLA PIEVE ..ASSISI..

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    Colfiorito (Foligno)


    annifo



    Colfiorito è una frazione montana del comune di Foligno (PG), appartenente alla Circoscrizione n. 7 "Annifo - Colfiorito".

    Il paese è il maggiore del vasto altopiano, di circa 300 ha, in cui si trova, ad una altitudine di 781 m s.l.m., . L'altopiano carsico deriva dal prosciugamento di sette conche lacustri, di cui rimane solo la palude. Solo Colfiorito, secondo i dati Istat del censimento 2001, conta 389 residenti.


    Colfiorito2


    Clima

    La stazione meteorologica di Colfiorito è la stazione meteorologica di riferimento per la città di Colfiorito. In base alla media trentennale di riferimento 1961-1990, la temperatura media del mese più freddo, gennaio, si attesta a +0,8 °C; quella del mese più caldo, luglio, è di +21,0 °C. Le precipitazioni medie annue si aggirano ai 900 mm, mediamente distribuite in 99 giorni, con un minimo relativo in estate ed un picco in autunno. La neve fa la sua apparizione circa quindici volte l'anno in paese, e quasi sempre con accumuli molto significativi. In media ci sono 83 giorni di gelo all'anno. In inverno a seguito di discese di aria fredda dalla Siberia la temperatura minima può facilmente scendere sotto i -10°, mentre le massime non salgono sopra lo 0.


    Storia

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    Il castelliere di monte Croce di Cassicchio.

    Ai piedi del monte Orve, vicino all'attuale cimitero di Colfiorito, si trovano 250 tombe ad inumazione, corredate di ceramiche, armi in ferro, ed oggetti ornamentali, alcuni risalenti al X secolo a.C. Poco lontano si trovano resti di un villaggio dell'età del ferro (IX secolo a.C.).

    Già durante il periodo romano, nel 178 a.C., l'abitato era municipio col nome di Plestia o Plestina. Scavi archeologici hanno messo alla luce resti di manufatti tardo-repubblicani, quali un foro, un tempio e altri edifici con pavimenti a mosaico e portici. Nel V secolo la città era sede di diocesi e tuttora è sede titolare. Nel X secolo, dopo l'abbandono della città di Plestia, nel sito venne ricostruita la chiesa cattedrale di Santa Maria, a testimonianza dell'importanza dell'area, strategico nodo di comunicazione tra l'Umbria e le regioni adriatiche, mentre l'abitato si stabilì sulla balza detta "Pizzale".

    A partire dal XII secolo l'area in pianura si spopola e si ricostituisce attorno agli antichi castellieri, piccoli insediamenti fortificati pre-romani costruiti in cima ai colli circostanti (Annifo, Lignano, Popola). Nel 1269 il comune di Foligno costruì il castello, che assunse notevole importanza civile e militare.

    Prima e durante la seconda guerra mondiale, Colfiorito ha ospitato un campo di prigionia fascista.

    Il 26 settembre 1997, alle 11.40, quella di Colfiorito è stata una delle zone maggiormente colpite da un potente terremoto di magnitudo 5.8, che ha causato notevoli danni ai territori abitati dell'Appennino Umbro, tra cui Foligno e Nocera Umbra.



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    Il nuovo Colfiorito



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    La palude vista dal belvedere del Molinaccio.


    Molinaccio
    Il Molinaccio.

    Storicamente, l'altopiano è noto per la coltivazione della patata rossa e delle lenticchie, che vengono vendute direttamente anche dai piccoli produttori, costantemente presenti lungo la strada statale 77. Rilevante la presenza di allevatori e di aziende per la produzione di latticini. Di una certa importanza anche il settore alberghiero e della ristorazione. Dal 1995, notevole impulso è stato dato al turismo ambientale con l'istituzione di un parco naturale regionale. La palude di Colfiorito ne è la parte più significativa: tondeggiante, con superficie di circa 100 ha, coperta da una fitta vegetazione acquatica. La palude è protetta internazionalmente dalla convenzione di Ramsar (dal 1976), per la presenza di una torbiera, la ricchezze delle specie vegetali e per l'avifauna (da citare il tarabuso).



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    Durante l'estate, la Sagra della Patata Rossa attira numerosi turisti e buongustai da Umbria e Marche.

    Il Venerdì Santo si svolge una processione del Cristo Morto, molto suggestiva e di antica tradizione. Sempre al periodo di Quaresima appartiene un popolare canto della Passione, che un gruppo di cantori spontaneamente aggregati proponeva nelle strade del paese o delle località limitrofe, fino agli anni '60, oggi solo su invito.





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    Chiesa di Santa Maria di Pistia (o di Plestia)
    , (V secolo), già cattedrale, è una basilica paleocristiana in stile proto-romanico e santuario di "confine", in prossimità dell'abitato di Colfiorito.




    Castello di Colfiorito (1269).



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    Castelliere del monte Orve.


    Tutto il complesso degli altipiani costituisce un serbatoio, in gran parte inesplorato, per ricerche sulla vegetazione attraverso lo studio dei pollini e particolare importanza ha lo studio fitosociologico della Palude di Colfiorito.
    Il sistema dei castellieri, ed in particolare quello di Monte Orve, sono l'altro grande settore di ricerca archeologica-paleontologica che può anche contribuire a stabilire i legami tra i paesaggi vegetali scomparsi e quelli più recenti e il loro rapporto con la presenza dell'uomo.
    Colfiorito è al centro di un sistema di itinerari di origine protostorica, di alto interesse e fruibilità. Si ricordano: verso Spoleto la strada della Spina; la via Plestina verso la valle del Topino e il Forum Flaminii; il percorso lungo la valle del Menotre.
    Infine il Sentiero Italia dal vicino Monte Pennino attraversa Colfiorito fino al monte Tolagna e questo tratto si caratterizza per gli elementi di grande interesse scientifico e culturale.




    Molinaccio, presso Forcatura, resti di un antico molino alimentato dalla acque palustri che confluiscono in un inghiottitoio naturale.



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    Botte dei Varano, collettore per il drenaggio delle acque dell'altipiano, costruito alla fine del Quattrocento, in cui ne è visibile anche un altro di epoca romana.



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    Museo archeologico "Umbri Plestini".

    I Plestini, popolo umbro documentato da testimonianze letterarie ed epigrafiche, erano insediati sui piani carsici dell'altopiano appenninico di Colfiorito. I dati raccolti testimoniano una grande vitalità dell'area plestina, documentata dalla prima età del ferro fino all'alto Medioevo, per la sua favorevole posizione di collegamento tra area adriatica e tirrenica. Circa 400 reperti documentano la civiltà plestina dalle origini alla romanizzazione e testimoniano l'inserimento di Plestia nell'ampia trama di scambi culturali tra Etruria, Magna Grecia e Grecia. Tra i materiali di età arcaica si segnalano quelli provenienti dai santuari, centri religiosi e commerciali diffusi sul territorio, tra cui emerge il santuario della dea Cupra, sorto alla fine del VI secolo a.C., da cui provengono una ricca stirper votiva (ora al Museo Archeologico di Foligno) e quattro lamine bronzee del IV secolo a.c. con dedica alla dea in lingua umbra (Museo archeologico nazionale di Perugia). Corredi funerari molto ricchi testimoniano un alto grado di benessere e una consolidata organizzazione politico-sociale. La romanizzazione del territorio plestino (seconda metà IV-III sec. a.C.) vede il consolidarsi dell'abitato di Plestia a valle, e la nascita di ville rustiche (Annifo, Seggio, Piani di Ricciano e Franca).




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    Museo naturalistico del Parco di Colfiorito, che comprende anche una sezione dedicata all'Antartide.


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    Oasi


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    Laghetto Oasi di Colfiorito "La fagiolaia"



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    L'oasi-Lato nord



    Palude.di.Colfiorito-800




    Colfiorito6






    da:wikipedia
    foto web
    parks.it
     
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    PRECI

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    Il villaggio medievale di Preci è situato a 596 m. di altitudine e vanta una densa frequntazone turistica durante il periodo estivo. Proclamato comune dello stato pontificio nel 1817 da Pio VII, nacque e si sviluppò durante il MedioEvo.

    Dilaniato nel corso dei secoli dai terremoti e dalle incursioni barbariche, oggi Preci si mostra al turista nella sincera atmosfera e radizine di tempi remoti. La principale risorsa è il turismo e l'agricoltura, ma anche l'artigianato contribuisce in misura non trascurabile all'economia del paese. La visita turistica di Preci comincia dalla sommità del villaggio dove il palazzo comunale domina la piazza. Nella parte retrostante la chiesa di Santa Caterina offre un pregevole esempio di portale gotico, mentre altri elementi decorativi di ordine romanico ne abbelliscono la facciata. Altra chiesa degna di nota è la chiesa di Santa Maria, con una pietà del XV secolo e una fonte battesimale del XVI. Lasciando il centro storico, a pochi km di distanza si incontrano tre frazioni di Preci, i borghi di Roccanolfi, Poggio di Croce e Montebufo, dove di particolare interesse vi sono le due chiese parrocchiali, ricche di tele cinquecentesche e seicentesche raffiguranti scene del Nuovo Testamento.


    da: bellaumbria.net
    Foto realizzata da David Noton.



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    Un capolavoro di architettura religiosa e al contempo uno scrigno di sentimenti come pace e serenità. L’abbazia di Sant’Eutizio, incastonata su un terrazzamento alla base di una rupe in Valcastoriana, in pieno parco dei Monti Sibillini, è oggi una delle attrazioni della Valnerina, in Umbria.



    (TurismoItaliaNews) A due passi da Preci, Sant’Eutizio è un qualcosa che non ti aspetti per le sue dimensioni e la sua straordinaria bellezza se non quando ti ci trovi davanti. Anzi sotto, perché nel rispetto delle tradizioni medievali si deve salire per raggiunge il complesso della chiesa e del monastero, tra i quali svetta il campanile secentesco costruito arditamente su uno sperone. E’ una delle gemme del patrimonio monumentale dell’Umbria, forse ingiustamente poco conosciuta, perché un posto di riguardo nella storia del misticismo dell’Italia centrale, Sant’Eutizio ha saputo conquistarlo.





    Storia di un’arte
    tra medicina e norcineria


    Presso la bellissima Abbazia di Sant’Eutizio, dove fin dal VI secolo vivevano in grotte monaci eremiti d’origine siriana, si svilupparono nel Medioevo varie attività economiche e commerciali, non solo legate all’agricoltura e alla zootecnia, ma anche all’artigianato e alla chirurgia oftalmica. Molte sono le leggende e le tradizioni millenarie conservate in questo luogo montano, rimasto pressoché intatto nei secoli, e conosciuto come luogo sacro dove vigeva la regola benedettina e dove si sviluppò, in modo piuttosto singolare, una tra le più rinomate scuole chirurgiche d’Europa. Da Preci e dalla vicina Norcia provenivano infatti abili chirurghi, empirici e professionisti, particolarmente esperti in estrazione di calcoli, operazioni della cateratta e persino in castrazioni. Tale mestiere veniva tramandato di padre in figlio, di generazione in generazione, e lo strumentario utilizzato per i vari interventi è in parte ancora visibile all’interno di un ambiente dell’abbazia benedettina. Curiosando tra le mura della badia, le guide turistiche sveleranno i segreti più insoliti e curiosi di questo antico mestiere, praticato fin dal Medioevo e legato in qualche modo ad un’altra importante e antichissima arte, quella del norcino, ancora oggi praticata con abilità dagli abitanti di Preci e della vicina Norcia.

     
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    Scheggino



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    Scheggino è un paesino che si erige, nella parte storica, totalmente su di una collina rivolto verso la vallata e nella parte nuova, si estende dall’altra parte del fiume Nera arrivando fino alla SS. Valnerina.

    Scheggino risale a prima del XII sec d.c., era un castello che sorvegliava la via stradale che portava a Roma. La sua storia narra di due briganti, Piccozzo e Brancaleoni da Norcia, che nel 1522 volevano espugnare il castello che era rimasto fedele al papato spoletino. L’assalto però fallì perché le donne del paese riuscirono a difenderlo, da questo fatto storico ancora oggi a Scheggino si festeggia “la Festa delle Donne”, una rievocazione storica degli avvenimenti del 22 Luglio 1522.

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    In questo scenario medievale si colloca l’Antica Torre del Nera, gli appartamenti dell’albergo “diffuso” sono in via Capolaterra, la via più alta del paese.

    La torre di avvistamento, che si trova all’ingresso della via, ha al suo interno due suites con camere all’ultimo piano e con la stessa ampia visuale di 1000 anni fa.



    da:altotoursclub.it

    scheggino



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    scheggino


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    Scheggino è un castello di pendio a forma triangolare, con in cima un cassero e torre di avvistamento, sorto sulla riva sinistra del Nera, a guardia dell’antica strada e di uno dei pochi attraversamenti del fiume. Il suo nome si deve probabilmente alla conformazione del terreno su cui è sorto, con rocce a forma di schegge. Il suo nucleo originale si deve al sec. XIII, quando alla preesistente torre si cominciarono ad addossare le abitazione degli abitanti qui rifugiatisi dopo la distruzione del castello feudale di Pozzano, situato nelle vicinanze. Nell’abitato si può individuare la parte più antica, in alto, detta “Capo la terra”, cinta dalla prima cerchia di mura e per la maggior parte diruta, l’espansione dei sec. XIV e XV, più a valle, il borgo del sec. XVI, lungo il canale di adduzione del mulino, e l’espansione al di là del fiume dei secoli successivi. Tra le vestigia medievali sono ancora visibili la cerchia muraria, la torre di vedetta, le porte e numerosi baluardi di fortificazione. Il 23 luglio del 1522 il castello seppe difendersi da un assalto di ribelli e fuoriusciti della città di Spoleto, con l’ausilio delle donne e dei fanciulli, che dall’alto delle mura difesero animosamente le loro case, malgrado gli uomini validi fossero assenti per la mietitura.




    da:umbriavalnerina.it


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    Oggi vi portiamo nel cuore dell'Umbria, precisamente in provincia di Perugia dove si trova un borgo antichissimo tanto piccolo quanto caratteristico.

    A ridosso di questa piccola località si trova il fiume Nera, questo rende il paesaggio più caratteristico che mai.

    Benvenuti a Scheggino, dove vi ritroverete immersi da caseggiati rustici, dove le tradizioni familiari sembrano ancora vive dopo secoli. Intorno a questo paesaggio si trovano le fonti di Valcasana, altro particolare che creare uno scenario spettacolare fatto di profumi freschi, scrosci argentini e bagliori.

    A Scheggino si pratica la pesca della trota fario e dei gamberi d'acqua dolce, questo nel corso dei secoli ha influenzato la gastronomia del borgo, regalando sapore inediti ai viaggiatori di passaggio. Nelle valli intorno a Scheggino invece prevalgono i piatti di carne suina. Le origini di Scheggino sono dovute al volere del Ducato di Spoleto, questo borgo infatti, fu creato per proteggere uno dei tre ponti sul nera.

    le cronache lontane ci tramandano un'eroica resistenza del 1522, contro l'assedio tentato dal condottiero Brancaleoni, che non fu capace di espugnare le mura erette tra l'XI e il XII secolo. Oggi al centro dell'abitato si può ancora ammirare la bellezza del castello fortificato, ovvero la prima costruzione ufficiale del borgo a cui seguirono casa e strade piccolissime.

    Il nucleo abitato di Scheggino si sviluppò nel corso del Settecento, raccogliendosi intorno alle mura triangolari, di cui si possono ammirare ancora i ruderi. Da alcuni punti del borgo potrete ammirare delle vedute panoramiche e suggestive, passeggiare per strade pittoresche che salgono fino alle montagne per ammirare alcune opere d'architettura.




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    Al centro del paese non dovete assolutamente perdere la chiesa di San Nicola, il santo patrono cittadino, eretta nel XII secolo. Merita una visita anche la chiesa di Santa Felicita e il Palazzo Comunale situato nel centro storico di Scheggino.



    da: itinerari .it
     
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17 replies since 2/10/2010, 11:05   7687 views
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