Roberto Benigni

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  1. gheagabry
     
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    Da Berlinguer a Dante, i 60 anni di Benigni
    Risate, poesia, scandali. E tanta leggerezza...


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    E' LA MIGLIORE incarnazione vivente di quella "leggerezza" autentica, filosofica, per nulla insostenibile, di cui parlò Italo Calvino nelle celebri Lezioni americane. E forse è per questa sua caratteristica, per quest'aura indefinibile e ricca di stupore di cui si circonda da sempre, che immaginare Roberto Benigni in procinto di compiere sessant'anni appare faticoso, quasi irrealistico. Ma è proprio questo che accade, sabato 27 ottobre: un compleanno e un traguardo di vita importanti, almeno sul piano simbolico. E anche un pretesto, per noi che da tempo seguiamo le sue gesta in tv, in teatro, al cinema, per fare un primo bilancio di una carriera in pieno svolgimento.
    E' LA MIGLIORE incarnazione vivente di quella "leggerezza" autentica, filosofica, per nulla insostenibile, di cui parlò Italo Calvino nelle celebri Lezioni americane. E forse è per questa sua caratteristica, per quest'aura indefinibile e ricca di stupore di cui si circonda da sempre, che immaginare Roberto Benigni in procinto di compiere sessant'anni appare faticoso, quasi irrealistico. Ma è proprio questo che accade, sabato 27 ottobre: un compleanno e un traguardo di vita importanti, almeno sul piano simbolico. E anche un pretesto, per noi che da tempo seguiamo le sue gesta in tv, in teatro, al cinema, per fare un primo bilancio di una carriera in pieno svolgimento.
    E' LA MIGLIORE incarnazione vivente di quella "leggerezza" autentica, filosofica, per nulla insostenibile, di cui parlò Italo Calvino nelle celebri Lezioni americane. E forse è per questa sua caratteristica, per quest'aura indefinibile e ricca di stupore di cui si circonda da sempre, che immaginare Roberto Benigni in procinto di compiere sessant'anni appare faticoso, quasi irrealistico. Ma è proprio questo che accade, sabato 27 ottobre: un compleanno e un traguardo di vita importanti, almeno sul piano simbolico. E anche un pretesto, per noi che da tempo seguiamo le sue gesta in tv, in teatro, al cinema, per fare un primo bilancio di una carriera in pieno svolgimento.
    L'uitima sorpresa. Cominciamo dalla fine. E cioè dalla notizia confermata questa settimana: il suo

    ritorno sul piccolo schermo 4, via RaiUno: una serata-evento programmata per il 17 dicembre, con protagonista la Costituzione. Un rientro alla grande, per il comico-artista che sul primo canale della televisione pubblica, alcuni anni fa, aveva fatto il picco di ascolti declamando Dante, in show andati in onda nel 2001, 2002 e 2007.

    Il cinema. Tra i film il primo a imporsi, se non altro per l'incetta di premi che ha conquistato (compresi i tre Oscar: migliore pellicola straniera, migliore attore, migliore colonna sonora di Nicola Piovani) è ovviamente La vita è bella: un inno all'amore e alla speranza, più forti perfino della tregedia dell'Olocausto, che ha commosso gli spettatori di mezzo mondo. Ma sono tanti, i momenti da grande schermo indimenticabili. La sfilata modello Giuditta del Piccolo Diavolo; gli strepitosi duetti col grande Massimo Troisi in Non ci resta che piangere; i dialoghi tra Dio e Marx in Il Papocchio di Renzo Arbore.;l'estetica del mafioso da ridere in Johhny Stecchino. E perfino nella sua opera cinematografica più grandiosa e contestata, Pinocchio, ci sono elementi da incorniciare: ad esempio, la strepitosa scenografia del Paese dei balocchi. Dopo, in sala, arroverà La tigre e la neve, poi più nulla. Peccato. Ultima performance in assoluto, quella in To Rome with love di Woody Allen: secondo molti, una delle poche cose decenti di un'opera da dimenticare.

    La tv. I momenti benigneschi da antologia, sul grande schermo, sono innumerevoli. E tutti talmente entrati nel nostro patrimonio nazional-popolare che elencarli appare in un esercizio inutile. Due i filoni principali. Il primo è quello più dissacrante: ad esempio il superbacio autenticamente appassionato, e lunghissimo, alla compagna di allora Olimpia Carlisi, sul palco di Sanremo 1980 (nello stesso festival in cui diede scandalo chiamando il Papa "wojtylaccio"; il bacio folle a Pippo Baudo, a Sanremo 2002; quello precedente a Silvio Berlusconi, ai Telegatti 1987; l'esibizione con Raffaella Carrà a Fantastico del 1991, con il famoso elenco di tutti i modi con cui indicare l'organo sessuale femminile. Il secondo filone invece è più politico: le mille gag su Berlusconi, ma anche la celebre intervista anti-Cavaliere rilasciata nel 2001 a Il fatto di Enzo Biagi, e che provocò l'editto bulgaro contro il giornalista ora scomparso.

    Il Roberto live. Solo chi ha visto almeno un suo spettacolo dal vivo - puramente comico, come il cult TuttoBenigni, o più impegnativo come come il recente TuttoDante - può capire quanto il nostro sessantenne sia un animale da palcoscenico. Capace di far sbellicare dalle risate, così come di far emozionare pensando all'amore del Poeta per Dio. Ma il più straordinario momento "dal vivo" del comico toscano, quello che meglio di tutti resiste nel tempo e descrive un'epoca, è la celebre scena avvenuta alla manifestazione dell Fgci per la pace che si svolse nel giugno 1983 sulla terrazza del Pincio, a Roma. Quella in cui lui prese in braccio Enrico Berlinguer. E del resto Berlinguer ti voglio bene, del 1977, diretta da Giuseppe Bertolucci, era stata la sua prima pellicola da protagonista: incontrarlo era scritto nel destino...

    La musica. Il Benigni cantante tende a scomparire, rispetto all'attore e mattatore che tutti conosciamo. Ma anche nel mondo delle note Roberto ha dimostrato grande talento. Pensiamo ad esempio alla sua versione di Via con me (It's Wonderful) di Paolo Conte, inserita nella colonna sonora di Tu mi turbi (1983). E poi ricantata nel 2010 nel programma tv - chiamato, appunto, Vieni via con me - di Fabio Fazio e Roberto Saviano, davanti a 8 milioni di spettatori. Su questo stesso palcoscenico tv fa anche il botto con la canzone che elenca le proprietà di Berlusconi. Exploit recenti, che vanno uniti a quelli antichi, storici, come il celebreInno del corpo sciolto (proposta live e in rv negli anni Ottanta, e rifatta sul piccolo schermo nel 2011 con Fiorello. Anche in ambito musicale, dunque, la ricetta è quella tipica del personaggio: leggerezza e dissacrazione, alto e basso, attualità politica e sogno. Un mix unico.



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8 replies since 26/9/2010, 14:21   799 views
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