PIANTE ...le più strane del mondo

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  1. gheagabry
     
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    La nuova specie di pianta Amorphophallus perrieri cresce fino a un'altezza di 1,5 metri. Fotografia di Cameron McIntire, University of Utah


    Con qualsiasi altro nome, una avrebbe comunque il suo profumo; allo stesso modo, una nuova specie di Amorphophallus, il genere che include il "fiore cadavere", puzza anch'essa di carne in decomposizione e feci.

    Scoperta su un'isola al largo della costa del Madagascar, la pianta cresce fino a 1,5 metri di altezza e fiorisce una volta all'anno, emanando un odore "davvero disgustoso", dice lo scopritore Greg Wahlert, botanico presso la University of Utah.

    Bohs Lynn, un professore di biologia dello stesso laboratorio di Wahlert, ha descritto l'odore come una combinazione di "animale investito in putrefazione" e un "vaso da notte". Il nuovo fiore si aggiunge alle circa 170 specie del genere Amorphophallus, che in greco significa "pene deforme" data la forma fallica dei fiori delle piante.

    Un colpo di fortuna

    Wahlert ha scoperto la nuova specie chiamata A. perrieri in piena fioritura, mentre raccoglieva violette in due remote isole a nord-ovest del Madagascar nel 2006 e 2007. Pensando che la pianta potesse rappresentare una nuova specie, ha prelevato dei campioni per coltivarli. Dopo aver consultato un esperto di Amorphophallus nei Paesi Bassi, ha avuto conferma che A. perrieri è una specie non descritta in precedenza.

    Poiché A. perrieri è dormiente per gran parte dell'anno, Wahlert era davvero nel posto giusto al momento giusto. Per molti mesi l'anno infatti c'è poca pioggia in quella parte del Madagascar, così le piante rimangono dormienti nel suolo. "Queste piante crescono dal più povero dei substrati", ha detto Wahlert, che sta lavorando a un articolo scientifico sulle specie. Il campione che sta coltivando nella serra dell'università ha prodotto il suo fiore in sole due settimane; se Wahlert avesse visitato le isole in un momento diverso, avrebbe potuto facilmente non notarlo.

    Puzzolente ma "affascinante"

    Tutte le specie di Amorphophallus emettono odori per attirare le mosche e altri insetti.
    Anche se alcuni emettono aromi più gradevoli, come il cioccolato o spezie, la maggior parte produce un odore terribile per l'olfatto umano, dice Wahlert. "Si può immaginare in Africa, dove gli animali muoiono e si decompongono sotto il sole... è proprio quell'odore", ha detto Wahlert. Nonostante la puzza, ha aggiunto, "Sono contento di aver trovato una pianta maleodorante. Io la trovo affascinante".
    (Rachel Kaufman)






    national geographic

    Edited by gheagabry1 - 28/3/2020, 14:08
     
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  2. bff
     
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    grazie mille :D :4qxek2b.gif: :Faccine%20small%20(3).gif: :17.gif:

    ricerche mhhmhmhmhmh

    thank you

     
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  3. gheagabry
     
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    "... vola qua e là, abbandonandosi al vento, e poi, quando trova un po’ d’acqua, si apre, fiorisce, verdeggia: racconta la vita che non ha fine.."


    LA ROSA DI JERICHO

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    La rosa di Gerico (Anastatica hierochuntica) è una pianta della famiglia delle Brassicaceae, unica specie del genere Anastatica. La specie è diffusa nel Nord Africa, Asia minore e Israele. È una piccola specie erbacea che raramente cresce più di 15 centimetri, produce piccoli fiori bianchi. Il ciclo vitale di questa specie annuale si conclude all'inizio della stagione secca.
    Questa pianta ha la capacità, quando vengono a mancare le condizioni per il suo naturale sviluppo, di avvolgersi su se stessa. I ramoscelli si accartocciano fino a formare un globulo di colore marrone. Questo protegge i semi e ne previene una dispersione prematura. I semi dormienti possono rimanere vitali per anni. In caso di pioggia improvvisa, anche a distanza di molti anni dal disseccamento i ramoscelli si svolgono completamente riacquistando il colore verde brillante. I rami si allargano e i semi vengono dispersi dalla pioggia battente. Nel giro di poche ore questi germogliano e danno vita alla nuova generazione. Il processo di ripiegamento e distensione dei rami è completamente reversibile e può avvenire molte volte. Pianta millenaria, la rosa di jericho è una pianta del deserto in grado di resistere alla siccità per oltre 450 anni. Si tratta di un adattamento estremo alla sopravvivenza in ambienti aridi.
    Nei luoghi d'origine la Rosa di gericho vive durante la stagione buona vicino alle pozze d'acqua, nel periodo secco perde tutta l'acqua disseccandosi così il vento la spinge facendola rotolare sulla sabbia aspettando che la pioggia faccia rivivere la pianta.

    La Rosa di Jericho, originaria della Terra Santa, è arrivata in Europa, portata dai crociati e dai pellegrini, accompagnata da diverse leggende affascinanti. La più diffusa narra che la Vergine Maria, sulla strada di Nazareth si dissetò con l’acqua racchiusa nel cuore della Rosa e, grata alla pianta, la rese immortale. In tutta Europa si crede che la pianta porti felicità e benedizione. Diverse testimonianze sostengono che, nella zona dove la Rosa di Jericho vive, le donne beduine ne bevono l’acqua per alleviare i dolori ed abbreviare i processi di guarigione, fanno il bagno dove essa si apre a fiore e usano la sua acqua per fare impacchi, poiché si pensa che questa pianta abbia effetti curativi.

    Si dice che furono portate in Europa nel tredicesimo secolo da un cavaliere di ritorno dalle crociate, tale Guillaume, presumibilmente appartenente alla nobiltà del Vallespir. Guillaume era convinto che queste piante avessero poteri magici. Al ritorno nella sua terra, Guillaume ricevette una notizia terribile: suo figlio aveva contratto la peggiore delle malattie di quell’epoca, la lebbra. Disperato raccolse l’acqua benedetta di una Chiesa e bagnò il figlio che, racconta la leggenda, guarì miracolosamente. Il suo impiego esoterico, in Europa, nasce invece nel Medioevo. Inizialmente veniva impiegata per eseguire previsioni metereologiche, vista la sua natura sensibile ai cambi di umidità. Successivamente venne battezzata con il nome di Fiore Divino ed iniziò ad essere utilizzata dai grandi alchimisdti e dai grandi stregoni per diagnosticare gravidanze, ma soprattutto per eliminare le energie negative.

    ..una leggenda..

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    Un vecchio sciamano pellerossa, guaritore in una tribù che viveva nel deserto, usava la Rosa di Jericho per curare.
    Il vecchio saggio fu chiamato dalla figlia di una donna con forti dolori addominali. Giunto dalla donna ammalata, iniziò a recitare le sue preghiere e, davanti agli occhi increduli della figlia, pose il piccolo bulbo secco sullo stomaco della donna. Con le mani fece cadere qualche goccia d'acqua sulla pianta, che come per magia si aprì diventando come una piccola felce. Il dolore scomparve proprio, mentre la pianta si apriva al contatto con l'acqua.
    La figlia, stupita, chiese allo sciamano spiegazioni e il vecchio le spiegò che queste piante, vengono spazzate dai venti come piccole sterpaglie, sradicandosi da sole quando l'acqua è troppo scarsa. Poi rimettono radici ovunque si trovino nel momento di una nuova pioggia. Disse che il miracolo della Rosa si compie nel momento in cui la pianta tenta di ricongiungere le sue radici alla terra, assorbendo il dolore. Aggiunse che questa era la missione della pianta e che per ringraziarla andava restituita al deserto, libera di essere trasportata dai venti, che l'avrebbero purificata.
    (tratta dal libro "La Ruota delle Lune" Meditazioni pellerossa)


    Edited by gheagabry1 - 28/3/2020, 14:13
     
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  4. gheagabry
     
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    LA RHIZANTHELLA GARDNERI


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    La Rhizanthella gardneri è una misteriosa orchidea che trascorre la sua intera esistenza sotto terra. Nemmeno i fiori escono dal terreno. Per vederli viene rimosso parte del terreno che li circonda. La pianta ha un gambo carnoso sotterraneo, simile ad un rizoma, che produce un capolino composto da circa 150 fiori piccolissimi, addossati gli uni agli altri. Quando fu scoperta per la prima volta, nel 1928, questa curiosa orchidea generò molta curiosità tra i ricercatori.
    "Jack Trott era chinato per indagare una fessura strano che era apparso nel terreno del suo giardino, e aveva notato un odore dolce che nasce dalla terra. Raschiando via la terra, ben presto scoprì un piccolo fiore bianco, circa un centimetro di diametro, che cresce sottoterra. Quello che aveva trovato era un nuovo tipo di orchidea."
    Questa pianta è un parassita. Sopravvive assorbendo il suo nutrimento da un fungo che a sua volta ha un rapporto simbiotico con le radici di una ginestra, e vive nell'entroterra dell'Australia occidentale. Nonostante abbia perso la capacità di fare la fotosintesi e prodursi autonomamente il cibo, questa pianta ha ancora i suoi cloroplasti, in numero minore, che sono degli organuli presenti nelle cellule vegetali e che solitamente assolvono la funzione della fotosintesi. Hanno anche una riproduzione sessuale, e gli insetti sotterranei come le termiti e moscerini sono noti per impollinare i fiori, attratti dal profumo.
    Questa curiosa pianta è in pericolo di estinzione. Si sono trovati solo 50 esemplari in natura, in 5 località diverse dell'ovest dell'Australia. A causa della rarità di questa specie, le località di ritrovamento vengono mantenute segrete.
    Trovarle in natura è estremamente difficile.

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    Il professor Etienne Delannoy ha scritto che questa orchidea "è veramente una specie stupefacente! Ad esempio esiste una relazione molto stretta tra l'orchidea, il fungo e la ginestra, al punto che i semi della Rhizanthella germinano soltanto una volta infettati dal fungo ma solamente se esso è già in relazione simbiotica con la ginestra. I semi della Rhizanthella sono carnosi, che è un'eccezione nel mondo delle orchidee. Possono essere mangiati dai topi ma germineranno comunque".
    Ha un ulteriore segreto nascosto nelle sue cellule. La fotosintesi è il processo attraverso il quale le piante trasformano anidride carbonica e acqua in zuccheri e ossigeno tramite l'uso della luce solare. Questo viene fatto dai cloroplasti, degli organuli che si trovano nelle foglie delle piante e che le rendono verdi. Questi organelli sono unità secondarie delle cellule con una specifica funzione, ed inoltre hanno un proprio DNA. Gli scienziati hanno teorizzato che essi siano un'eredità di arcaici ciano-batteri che in epoche remote, all'inizio dell'evoluzione delle piante, furono integrati nelle cellule delle piante superiori. Con il proseguire dell'evoluzione, alcuni geni di questi ciano-batteri sono andati persi o sono migrati nel nucleo centrale delle cellule delle piante.
    La maggior parte delle piante terrestri o acquatiche ha circa 110 geni nei propri cloroplasti, ma non tutti sono deputati alla fotosintesi. Capire le funzioni di questi geni è stato difficile nelle piante che svolgono la fotosintesi. Le cellule di questa orchidea sotterranea hanno ancora il loro cloroplasti, ed essi dovrebbero contenere solo più i geni non responsabili della fotosintesi.
    Il dottor Delannoy e il suo team hanno sequenziato il DNA dei cloroplasti della Rhizanthella ed hanno scoperto che ha solo 37 geni, il numero di geni minore trovato in qualsiasi pianta.
    In questo DNA i ricercatori hanno trovato i geni responsabili della sintesi di 4 importanti proteine. Questa scoperta ha permesso di fare un significativo passo avanti nella comprensione delle reali funzioni dei cloroplasti nelle piante, e potrebbe aiutare gli scienziati a comprendere l'evoluzione e le funzioni di questi organuli.


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    ( www.arkive.org
    earthsky)


    Edited by gheagabry1 - 28/3/2020, 15:17
     
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  5. gheagabry
     
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    Una delle cose più affascinanti nei fiori
    è il loro meraviglioso riserbo.
    (Henry David Thoreau)


    LE TILLANDSIE

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    Il genere Tillandsia appartiene alla famiglia delle Brome-liaceae, il più noto è l'Ananas, e comprende circa 450 specie di piante molto diverse tra loro. Per lo più si tratta di piante epifite come le orchidee. Sono piante originarie dell'America meridionale, ma l'habitat delle Tillandsie si stende dal sud degli Stati Uniti alla Patagonia. Si Possono trovare sulle nude vette delle Ande, nei paramos o la Puna, nascoste tra il fogliame delle foreste pluviali e ancora sulle dune sabbiose o nei giardini delle ville intorno a Buenos Airesdal Messico fino all'Argentina.
    Le foglie sono estremamente diverse tra loro a seconda della specie: spinose o senza spine, alle volte pubescenti oppure a scaglie, lineari o lanceolate fino a filiformi. Hanno forme e funzioni diverse in accordo con le esigenze di ogni organismo vegetale. In alcune specie le foglie si dispongono a rosetta per allargamento delle loro basi formando una sorta di coppa nella quale in natura raccolgono l'acqua piovana. In questa riserva di acqua, si accumulano residui vegetali e animali che con la decomposizione vengono in parte digeriti; in un certo modo si possono definire piante carnivore anche se in maniera molto molto limitata.
    I fiori si formano all'ascella di brattee, molto spesso variamente colorate, e si riuniscono a formare un infiorescenza in forma e dimensioni diverse a seconda della specie. I fiori sfioriscono presto, ma mantengono le brattee colorate per parecchie settimane. Il frutto è una capsula lineare che contiene tre semi alati.

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    Le possibilità di adattamento che la natura offre sono innumerevoli e certe creature sanno sfruttarle nei modi più inconsueti. Le Tillandsie si nutrono di aria. Queste piante disdegnano la terra e scelgono di vivere liberamente dove capita, sui rami degli alberi, sui fili della luce, sulle rocce o sui muri e le ringhiere delle case. Una particolarità che permette di vivere come piante epifite è la presenza di particolari peli (tricomi) a forma di squame che riescono a trattenere l'umidità dell'aria ed incanalare sia l'acqua che gli elementi nutrivi in essa disciolti, ai tessuti. In pratica funzionano come delle vere e proprie pompe di nutrimento. Inoltre riescono a procurarsi il nutrimento necessario alla loro sopravvivenza grazie alla presenza di batteri azotofissatori che si trovano sulla pianta e che garantiscono alla pianta una buona scorta di azoto. Questi microrganismi trascorrono l'intero ciclo vitale sulle foglie. Alcune specie, come la Tillandsia Selleriana, si procurano l'azoto stabilendo un rapporto simbiotico con le formiche. La pianta offre agli insetti il suo pseudobulbo come rifugio e viene ricambiata da questi con il rilascio di scarti organici ricchi di azoto.

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    Le Tillandsie, erano note ai Maya che le utilizzavano per ornare case e templi, ma sembra cche siano rimaste sconosciute ai naturalisti europei fino al 1623, anno in cui il botanico e medico svizzero Gaspar Bouhin ne descrisse una specie nel suo Pinax Theatri Botanici, un catalogo con oltre 6000 nuove specie botaniche sino allora sconosciute nel vecchio mondo, ed erano descritte anche le tillandsie. Il francese, Charles Plumier esplorando le Antille tra il 1689 e 1697 iniziò a catalogare le piante e a dargli un nome, fu il primo catalogo per le tillandsie. Nel 1737 un Olandese, Gorge Clifford, fece lo stesso e nel medesimo anno presso “Hortus Cliffordtiamus” fu descritta una pianta cui è attribuito il nome del genere Tillandsia con il nome della specie “utricolata” Nel 1753 Linneo pubblicò “specie plantorum” dove vengono descritte 14 bromeliaceae. La storia racconta di un botanico, di nome Elias, che durante un viaggio botanico in Lapponia, nella traversata marina, è sorpreso da una gran tempesta con il conseguente naufragio. Finito il lavoro e dovendo imbarcarsi per il ritorno, si rifiutò categoricamente di salire sul battello che lo avrebbe riportato in continente, la traversata via mare sarebbe stata di 300 km, preferì fare 2000 km a piedi. Resta nella memoria come "l’uomo contrario all’acqua, l’amico della terra ferma". Il suo nome era Elias tillands. Ma i primi europei a rimanere meravigliati alla vista di un albero che presentava foglie di colori e forme totalmente diverse, che nella realtà si trattava di un albero coperto di tillandsie di differenti specie, furono gli uomini sbarcati insieme a Cristoforo Colombo sull'isola che i nativi chiamavano Guanahani. Piante parassite, così vengono considerate, tuttora, dagli indigeni, che Colombo descrisse "curiosi vegetali che condividono con altri l'apparato radicale." L'assorbimento di acqua e sali minerali attraverso le squame che tappezzano le foglie fu descritto dal fisiologo vegetale tedesco Carl Mez in un articolo pubblicato nel 1904.
    I ricercatori del Dipartimento "G. Ciamician" dell'Università di Bologna in collaborazione con il professore Luigi Birghigna dell'Università di Firenze hanno ottenuto interessanti risultati nella ricerca, ancora in corso, sulla capacità delle Tillandsie di assorbire gli Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA), creati dai processi di incompleta combustione di benzina e gasolio. Gli IPA sono pericolosi agenti inquinanti prodotti principalmente dal traffico, dal riscaldamento domestico e dalla attività industriale. Le Tillandsie, data la loro vita aerea, sono immuni all'inquinamento terrestre e possono svolgere bene la funzione di biorivelatore di inquinanti atmosferici.


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    Tillandsie



    Edited by gheagabry1 - 28/3/2020, 15:50
     
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  6. gheagabry
     
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    Calceolaria uniflora



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    La Calceolaria appartiene alla famiglia delle Plantaginaceae e comprende piante perenni, annuali o biennali originarie delle foreste delle Ande dell'America meridionale.Esistono circa 400 specie di Calceolaria tra le quali vi è la Calceolaria crenatiflora, molto importante in quanto è la progenitrice della maggior parte degli ibridi. Charles Darwin le scoprì i durante un'esplorazione in Sud America tra il 1831 ed il 1836. Questa particolare specie perenne, cresce nella Terra del Fuoco si adatta ai climi freddi dell'area.
    Il nome Calceolaria deriva dal latino calceolus «pantofola» per la particolare forma del fiore. E' imparentato alla lontana con Foxglove e Gesneriads.
    Si presentano con foglie opposte di aspetto diverso a seconda delle specie, pelose e dentellate. La loro particolarità sono i fiori, composti da due petali uniti alla base, gonfi, a borsa, di colore giallo, rosa o rosso in varie tonalità e variamente punteggiati. I fiori sacchetto sono alti circa 2 cm, e sono sospesi a 4-5 pollici di altezza dagli steli. Hanno una banda bianca che attraversa la "bocca" aperta, con le marcature bordeaux sopra e sotto di esso. Questa piccola parte bianca serve all'impollinazione; a una specie locale di uccelli piace mangiare la parte bianca delle fioriture. Nel corso del tempo la pianta si moltiplica in una piccola colonia.


    Edited by gheagabry1 - 28/3/2020, 15:54
     
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    Monotropa uniflora

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    Monotropa uniflora, anche nota come fiore fantasma, è una pianta appartenente alla famiglia delle Ericaceae. È presente nelle regioni temperate dell'Udmurtia in Asia, in Nord America e nella parte settentrionale del Sud America.
    E' una pianta che ha perso la funzione di svolgere la fotosintesi, a causa dei luoghi nascosti dalla luce in cui cresce, ma grazie all’azione comunicante di alcuni funghi attaccati alle sue radici riesce a trarre i nutrimenti necessari dalle specie vegetali attorno; si tratta di funghi micorizzici, appartenenti alla famiglia delle Russulaceae, che sono, a loro volta, parassiti di piante superiori, come il faggio.

    Può crescere in ambienti privi di luce come il sottobosco di fitte foreste in quanto non si nutre per via autotrofa e non ha quindi bisogno della luce solare per sopravvivere. La complessa relazione di parassitosi di questa pianta rende difficile la sua diffusione.

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    La varietà più nota è quella di colore bianco con macchie nere. Talvolta presenta delle sfumature rose, molto più raramente una colorazione che si avvicina molto al rosso più vivo. Lo stelo, può raggiungere un’altezza che oscilla, mediamente, tra i 10 ed i 30 centimetri, il quale è ricoperto da foglie alternate, lunghe circa 10 centimetri. Il gambo della pianta, a differenza di altre specie, porta un solo fiore della lunghezza di 15 centimetri circa e si compone in media dai 3 agli 8 petali. La fioritura avviene dall’inizio della stagione estiva all’inizio di quella autunnale.

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    Monotropa_uniflora_Gary_Monroe2

     
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